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FESTA DI S. EFISIO – CAGLIARI

Prezzo
€ 1.100,00€ per persona
Data
30/04/2026
Durata
4 giorni - 3 notti
Destinazione
Italia
Viaggiatori
15
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Destinazione
Italia Mappa Italia
Prezzi aggiuntivi
Suppl. Singola: In aggiornamento€
Programma del tour

LA FESTA

Ogni anno, dal primo al quattro di maggio, la festa di Sant’Efisio riunisce i fedeli, gli abiti tradizionali e i colori di tutta la Sardegna in una processione commovente e grandiosa. Parte dalle stradine di Stampace, nel centro di Cagliari, gremite di folla e trasformate in un tappeto di petali di fiori, per arrivare alla spiaggia di Nora e quindi tornare alla chiesetta da cui è partita. È un lunghissimo pellegrinaggio con migliaia di devoti venuti da ogni parte dell’Isola, che sfilano a piedi, a cavallo o sulle tracas, i carri trainati dai buoi e ornati di fiori e frutta. Non è solo la più grande manifestazione
religiosa, della cultura e dell’identità della Sardegna: è soprattutto una Promessa solenne fatta l’11 luglio 1652 dalla città al suo protettore.
Da allora è sempre stata onorata, ogni primavera, per più di 350 anni, con profonda devozione e gratitudine sincera.

LA STORIA

Nel 1652 in Sardegna infuriava la peste. Le autorità cittadine chiesero aiuto con un Voto solenne a Sant’Efisio martire. Era un militare romano che, appena prima di essere giustiziato per la sua fede, aveva promesso di proteggere per sempre Cagliari e i suoi cittadini. Con il Voto, la città si impegnava a portare ogni anno la statua del Santo in processione, dal luogo in cui Sant’Efisio era stato incarcerato, nel quartiere di Stampace, fino alla spiaggia di Nora, a occidente sul golfo, dove aveva subìto il martirio. La peste finì. Da allora Cagliari ogni anno scioglie il suo Voto. Dall’anno della peste il Santo è stato invocato molte volte e, nella salvezza, i cittadini di Cagliari hanno sempre visto il suo intervento. Perché Sant’Efisio e la città sono legati indissolubilmente: dall’amore, dalla venerazione e dalle reciproche promesse, intrecciate e rispettate da secoli.

1° Giorno: Roma – Cagliari

Incontro dei partecipanti presso l’ aeroporto di Roma Fiumicino e partenza per CAGLIARI.

Scorci di quartieri storici con vista sul mare, vie dello shopping e terrazze panoramiche, tra cui l’inimitabile bastione di Santa Croce, dove trascorrere romantiche serate dopo tramonti infuocati. Cagliari è la città principale e più popolosa dell’Isola, al centro di un’area metropolitana di 430 mila abitanti. Custodisce nei quattro quartieri storici vicende millenarie che vanno dalla preistoria al governo sabaudo. Il quartiere Castello sorge sul colle più alto, caratterizzato da antichi bastioni, oggi terrazze in cui si anima la movida, e da pittoresche stradine su cui si affacciano dimore nobiliari: Palazzo Regio e Palazzo di Città, oltre alla cattedrale di santa Maria. Di grande fascino sono le torri medievali di ingresso al castello, dell’Elefante e di san PancrazioVillanova è collegata a Castello dalla scalinata del bastione di saint Remy: ogni anno a Pasqua nel quartiere si respira un’aria di appassionata devozione durante la Settimana Santa, tutto l’anno, invece, ti accoglie nelle sue eleganti boutique e fra i suoi tesori: chiostro di san Domenicochiesa di san Saturnino e basilica di Nostra Signora di Bonaria, tempio cristiano della Sardegna.

 

Ai piedi del Castello scenderai alla Marina, che ti rimarrà impressa per gli splendidi edifici e i portici di via Roma, compreso il Palazzo Civico. Nata per accogliere pescatori e mercanti, è simbolo di una città multietnica. Nel quartiere troverai la chiesa di sant’Eulalia, con preziosi resti di epoca romana. Mentre l’altro quartiere storico di Stampace si colora ogni primo maggio per la Festa di sant’Efisio, appuntamento atteso da tutta l’Isola. Tra le sue strette stradine c’è la chiesa barocca di sant’Anna. A pochi passi dal centro storico, non perdere l’Anfiteatro, una delle maggiori testimonianze romane della Sardegna, e l’Orto Botanico, oasi verde nel centro città. Fuori dal centro città, ammirerai castello di san Michele e Tuvixeddu, la più grande necropoli fenicio-punica del Mediterraneo (VI-III secolo a.C.). Alla fine del tour culturale, potrai immergerti nelle mille attrazioni naturalistiche: la laguna di Cagliari, il parco di Molentargius-Saline, da percorrere in mountain bike osservando il volo dei fenicotteri rosa, e il mare. Fai un tuffo al Poetto, spiaggia cittadina di morbida sabbia lunga otto chilometri fiancheggiati da percorso pedonale e pista ciclabile. Splendida anche di notte, quando rivela il suo lato glamour. Dal Poetto puoi partire in escursione verso Calamosca e la Sella del diavolo. Infine gusta le prelibatezze: gli spaghetti con bottarga e carciofi, la burrida, a base di gattuccio di mare e noci, e la fregula con cocciula, palline di semola con le vongole.

 

 

Nel pomeriggio visita al Museo Archeologico

Si trova nell’antico quartiere di Castello, all’interno della Cittadella dei Musei realizzata tra il 1956 e il 1979 con il recupero del regio Arsenale e delle mura medievali su progetto degli architetti Libero Cecchini e Piero Gazzola.

È il più importante museo archeologico della Sardegna con oltre 4000 oggetti che raccontano una storia lunga quasi 7000 anni, dalla Preistoria all’Alto Medioevo, dalle dee madri neolitiche ai bronzi nuragici, dai gioielli fenici e punici alla statuaria romana per arrivare agli oggetti di culto di epoca bizantina.

Visita alla Pinacoteca Nazionale

 

situata all’interno del complesso museale della Cittadella dei Musei, nasce sulla preesistente struttura del Regio Arsenale.

Dopo essere stata ospitata fin dalla fine dell’Ottocento nel Palazzo delle Seziate nella vicina Piazza Indipendenza e, per più di un secolo, chiusa al pubblico, ha trovato la sua definitiva collocazione nell’attuale sede inaugurata nel 1992.

Dal punto di vista architettonico l’edificio rappresenta un interessante connubio tra le antiche mura spagnole, progettate da Rocco Capellino ed ampliate da Giorgio e Jacopo Palearo nel XVI secolo, e l’attuale assetto razionalista moderno che perfettamente si inserisce all’interno dello suggestivo quartiere medievale di “Castello”.

La sua felice ubicazione offre al visitatore un’incantevole veduta panoramica della città di Cagliari.

Il primo nucleo della collezione pittorica si formò nel XIX secolo quando, a seguito della soppressione degli enti ecclesiastici nel 1866 e della distruzione nel 1875 della chiesa cagliaritana di S. Francesco di Stampace, confluirono nel patrimonio dello Stato numerosi dipinti. All’inizio del Novecento nuove acquisizioni e donazioni hanno arricchito la Pinacoteca di una interessante e bella collezione etnografica (tessuti, splendidi gioielli sardi, arredi, ceramiche e armi), che viene esposta a rotazione. Dal 1919, inoltre, fa parte della collezione uno straordinario acquamanile a forma di volatile, realizzato nel XII secolo da un artista di cultura bizantina, raro pezzo di scultura bronzea simile, per fattura e decorazione, all’esemplare “gemello” del Museo del Louvre.

Cena e pernottamento.

 

2° Giorno: Processione Sant’Efisio

Dopo la prima colazione, partecipazione alla processione in onore di S. Efisio.

 

LA PROCESSIONE:

Per tutto l’anno ci si prepara alla festa. In ogni paese della Sardegna i devoti dedicano ogni cura agli abiti tradizionali, spesso antichi e preziosi,
tramandati per generazioni. Cavalli e cavalieri si esercitano a sfilare in parata, i conducenti preparano i giganteschi e pazienti buoi alla fatica di trainare le tracas, i carri decorati di fiori che precederanno il cocchio dorato del Santo. La mattina del primo di maggio la carrozza esce nella piazzetta, dove lo aspettano, con le corna adorne di pannocchie di fiori, i due buoi scelti per trainarlo. Le strade sono coperte dall’arramadura: un coloratissimo e profumato tappeto di petali ed essenze odorose. Tutta la processione prepara il passaggio di Sant’Efisio: prima di lui sfilano i fedeli in abito tradizionale, le tracas, le confraternite religiose, i miliziani a cavallo con le antiche divise dalla giubba rossa.

 

 

Cavalcando in frac e cilindro accompagna il Santo anche l’Alter Nos: colui che è delegato a rappresentare il sindaco e tutta la città. Davanti al
Municipio Sant’Efisio si ferma a ricevere l’omaggio della comunità, mentre suonano a festa le campane delle chiese e le sirene delle navi in porto.
È forse il momento più suggestivo, quello in cui è tangibile la profonda partecipazione che accompagna questa giornata, ma è solo l’inizio del lungo
pellegrinaggio fino alla spiaggia di Nora. Il Santo passa in un cocchio più semplice, quindi fa tappa per la notte e arriva al luogo del suo martirio solo il
giorno successivo. Lo aspettano due giorni di celebrazioni, poi il lungo ritorno.
Il quattro di maggio il rientro in città nella notte, insieme ai miliziani e ai tantissimi fedeli, è emozionante come un sogno.

Cena e pernottamento.

 

3° Giorno: Sant’Antioco

Trasferimento a SANT’ANTIOCO che si affaccia nel bellissimo Golfo di Palmas.

Sant’Antioco è l’isola del sulcis situata a sud ovest della Sardegna. Vanta un mare incontaminato, paesaggi di altissimo livello. Ideale per le vacanze estive e non solo. Molti luoghi di interesse storico e paesaggistico ne fanno una meta ideale per chi ami la bellezza e la natura.

Porticciolo, case colorate e ristoranti che inebriano l’aria di invitanti profumi: è l’anima di mare di Sant’Antioco. La rinomata cittadina dell’arcipelago del Sulcis, popolata da undicimila residenti e decine di migliaia di visitatori in estate, è il centro principale della maggiore isola della Sardegna, cui è collegata da un istmo artificiale, costruito forse dai punici e perfezionato dai romani. In origine fu Sulky, fondata dai fenici, poi conquistata dai cartaginesi. Ne rimangono tophet e necropoli (V-III secolo a.C.) che occupa l’intero colle della basilica e su cui sorsero la necropoli romana e poi un cimitero di catacombe, unico in Sardegna.

Il nome di isola e città deriva dal patrono della Sardegna, martire africano esiliato nell’Isola, cui è dedicata la basilica di sant’Antioco.

Le coste, alte e frastagliate a sud con falesie di trachite scura, più sabbiose a nord, hanno fondali ideali per immersioni.

 

Visita guidata al Museo Etnografico 

 

 

L’esposizione del museo ETNOGRAFICO è articolata in due ambienti, una parte coperta “su magasinu” e un grande cortile, tipica del Sulcis.
L’ambiente al coperto ripropone la tipologia del classico “medau” sulcitano, all’interno del quale trovano posto gli attrezzi per lo svolgimento dei vari lavori divisi in sezioni.
Molto interessante la sezione casearia, con gli utensili necessari alla raccolta del latte e alla successiva trasformazione in formaggio;
da apprezzare la sezione riservata alla panificazione, che viene presentata nelle sue diverse e complesse fasi, ponendo così in evidenza la centralità del ruolo della donna nella società agropastorale.
Segue la sezione degli attrezzi ad uso agricolo che testimonia la vocazione cerealicola sulcitana;
un cenno a parte merita la sezione dedicata al lavoro della vite, con gli attrezzi necessari alla potatura, al trattamento antiparassitario, alla raccolta dell’uva, alle diverse fasi della vinificazione.
Altro importante angolo del Museo Etnografico è quello dedicato alla palma nana (Chamaerops humilis) e a tutte le fasi della sua lavorazione. Sono infatti esposte scope, corde, borse, pennelli, vari tipi di intrecci. Dalle foglie essiccate di tale pianta si ottenevano tutti questi oggetti.
Di eccezionale importanza il settore riservato al raro bisso marino, conosciuto anche come “seta di mare”, ed alla PINNA NOBILIS, il grosso bivalve dal quale veniva appunto ricavato il bisso. Dalle notizie riportate nella Bibbia sino alla scuola di tessitura di Italo Diana che negli anni 30 del Novecento ridiede vigore ad un’attività artigianale in quegli anni sopravvissuta nelle famiglie Antiochensi.
All’esterno, sotto la “lolla”, si trovano gli attrezzi relativi ai mestieri collaterali, quali il bottaio (su buttaiu), il falegname (su maistu ‘e linna), il fabbro (su ferreri).

 

 

Visita al villaggio ipogeo

Il Villaggio ipogeo è una sezione della necropoli punica di Sulky, antico nome fenicio – punico di Sant’Antioco. A partire dal Settecento, con il ripopolamento dell’isola di Sant’Antioco, numerose tombe puniche furono utilizzate come abitazioni ( is gruttas) dalle classi più povere del paese ( is gruttaius) .

         

Tra le necropoli di eta’ punica in Sardegna, attualmente quella di Sulcis, e’ la piu’ importante per la vastita’ dell’impianto funerario, per la complessita’ architettonica e per i reperti archeologici rinvenuti nelle tombe durante gli scavi. La sezione attualmente visibile e’ stata utilizzata tra la fine del VI e la fine del III sec. a.C. cioe’ durante il periodo che corrisponde alla conquista cartaginese della Sardegna. L’estensione originaria della necropoli era di oltre sei ettari e considerando che in media ogni tomba occupava quaranta metri quadrati si puo’ valutare che il numero di ipogei fosse di circa millecinquecento.

 

È il motivo per cui gli antiochensi erano definiti gruttaiusu (grottai): come Cagliari, Matera e altre città con tombe ipogee scavate nel tufo (generalmente tra il VI e il III sec. a. C.), anche a Sant’Antioco le famiglie meno abbienti si erano ricavate un’umile dimora all’interno delle grotte, dalla fine del ‘700 fino agli anni ’70 del ‘900. Oggi all’interno di alcune di queste è possibile vedere com’erano arredate.

 

 

 

Visita al fortino sabaudo

Il forte sabaudo, conosciuto anche col nome di “guardia de su Pisu” oppure “il castello” domina da una collina alta 60 mt. l’abitato di Sant’Antioco, e’ una piccola costruzione di 270 mq., edificato nel 1812, su una preesistente struttura punica, a protezione della cittadina dalle incursioni barbaresche, una garitta a piu’ feritoie controllava l’ingresso e permetteva il controllo di un vasto tratto di mare. Nel 1815, in occasione dell’ultima incursione in Sardegna dei pirati tunisini, fu teatro di una sanguinosa battaglia, in seguito alla quale il comandante della guarnigione, Efisio Melis Alagna, dopo una valorosa ed eroica resistenza fu ucciso dai barbareschi. Almeno cinque abitanti di Sant’Antioco furono fatti prigionieri e portati a Tunisi in attesa del riscatto.

Qui accadde un fatto di importanza Europea, a seguito del quale cessarono le incursioni navali dei pirati barbareschi in tutto il Mediterraneo e cessò quindi la vendita di schiavi di pelle bianca

Visita alla basilica e catacombe di Sant’Antioco,

 

 

La chiesa è dedicata a Sant’Antioco Martire, patrono dell’isola e dell’intera Sardegna.
Un’antica tradizione ritiene che fosse un medico originario della Mauretania, corrispondente alle attuali Algeria e Marocco, vissuto all’epoca dell’imperatore Adriano, educato alla fede cristiana dalla madre, Santa Rosa.

 

Le catacombe sulcitane, uniche in Sardegna, hanno riutilizzato preesistenti ipogei punici, collegandoli fra loro per creare un cimitero comunitario, secondo la prassi cristiana.
Sono attestate tutte le tipologie sepolcrali tipiche dei cimiteri ipogei dell’epoca antica.
I defunti erano deposti in semplici loculi, o in fosse terragne (formae), cassoni in pietra, ma anche in arcosoli. Una tomba “a baldacchino” è nell’ambiente denominato “camera del santo”, forse proprio la spelonca in cui Antioco sarebbe spirato. Si conserva una pietra che la tradizione popolare chiama “cuscino del santo”.

 

 

Nel pomeriggio visita al museo archeologico e area Tophet

Il museo conserva ed espone al suo interno un’ampia gamma di reperti provenienti dall’isola di Sant’Antioco.


Gran parte della collezione si riferisce all’importante insediamento urbano sorto sulle sponde orientali dell’isola al principio dell’VIII sec. a.C. e conosciuto con il nome di Sulky o Sulci, caposaldo portuale del distretto territoriale della Sardegna sud-occidentale che, insieme al comparto metallifero dell’Iglesiente, costituisce la sub-regione del Sulcis-Iglesiente.

Il percorso museale segue un criterio topografico e cronologico incentrato sulle tre componenti principali dell’insediamento urbano sin dalle sue origini: l’abitato, le necropoli e il tofet.

All’estremità settentrionale della cittadina di Sant’Antioco, in posizione periferica rispetto all’abitato fenicio, si trova il tofet, una particolare tipologia di santuario cittadino di matrice culturale fenicia. La località conserva ancora oggi il nome di “Sa guardia ‘e is pingiadas” (la guardia delle pentole), reminiscenza popolare della presenza di numerosi contenitori in ceramica che spesso emergevano nella zona. Il termine tofet viene comunemente utilizzato per identificare una particolare tipologia di santuario diffusa nelle città fenicie e puniche del Mediterraneo centrale. Il tofet è un’area sacra a cielo aperto, posta in posizione periferica rispetto all’abitato e dotata di recinti, altari o sacelli.

Sulla roccia naturale o sul terreno venivano deposte le urne contenenti le ceneri di bambini mai nati o deceduti prematuramente, i quali venivano cremati e spesso accompagnati da un’offerta funeraria, perlopiù agnelli e volatili anch’essi incinerati. Il tofet costituiva un’area sacra e funeraria dedicata a coloro che non possedevano ancora un’identità sociale definita e pertanto venivano riconsegnati alla divinità poiché bisognosi di particolari protezioni e rituali. In una fase avanzata della vita del santuario iniziarono ad essere deposti, accanto alle urne, alcuni votivi litici: le stele.

 

 

 

a seguire tour dell’isola e visita al complesso nuragico di “Grutt’i acqua”: imponente complesso nuragico abbarbicato su un’altura che domina l’ampia e fertile pianura, sono visibili crolli di capanne dell’antico villaggio, mentre poco a valle si trova l’antica vena sorgiva, racchiusa in un tempio a pozzo dove in particolari occasioni venivano celebrati i riti sacri. Immerso in una lussureggiante vegetazione dove sono presenti tutte le specie appartenenti alla macchia mediterranea. Poco distante, verso la località denominata “SU NIU ‘E SU CROBU” e’ possibile ammirare una delle varie “tombe dei giganti” presenti nell’isola di Sant’Antioco. Questa conserva ancora integro lo sviluppo planimetrico, riproducente il classico impianto a protome taurina, tipico della cultura nuragica.

Cena e pernottamento.

4° giorno

Prima colazione in Hotel

visita a BARUMINI del complesso nuragico e  del polo museale “Casa Zapata”, una meravigliosa e complessa residenza fatta erigere dall’antica e nobile famiglia aragonese degli Zapata a partire dalla fine del XVI secolo. I membri di questa famiglia giunsero in Sardegna nel 1323 al seguito dell’Infante Alfonso che si preparava alla conquista dell’isola, si stabilirono, quindi, a Cagliari (una delle Città Reali) e nel 1541 acquistarono la Baronia di Las Plassas, Barumini e Villanovafranca, divenendone signori e poi baroni, e arrivando ad amministrarla fino alla soppressione del regime feudale. Tra i diversi edifici che costituiscono la residenza si distinguono: uno splendido palazzo, con elegante giardino annesso, Sede Baronale e dimora del feudatario, e altri due corpi murari di pertinenza agricola, utilizzati come magazzini, stalle e casa del fattore aperti su una grande corte che consentiva il libero movimento di uomini, merci e animali. Innanzi a “Casa Zapata” è ubicata la Parrocchia della Beata Vergine Immacolata, la cui costruzione fu probabilmente commissionata dalla stessa nobile famiglia aragonese.
Oggi la residenza spagnola è sede del cosiddetto Polo Museale “Casa Zapata”.

 

 

 

 

 

 

Nel pomeriggio visita a LACONI del castello medievale nel parco Aymerich

Tra piante esotiche e l’incanto della flora locale, il Castello Aymerich a Laconi è immerso nel parco naturalistico che porta lo stesso nome.

Si tratta di un angolo naturale raro in Sardegna, una regione temprata dal sole, dove solo pochi paesi possono vantare abbondanza d’acqua in ogni periodo dell’anno.

Il Castello Aymerich sorge su un tacco calcareo di circa 500 metri che apparteneva al territorio giudicale di Arborea. In questo periodo storico, il borgo aveva ancora il nome di Villa de Lacon, in omaggio alla famiglia nobile che qui aveva numerose terre e interessi economici.

 

 

Al termine della visita trasferimento in aeroporto e fine dei servizi.

 

 

La quota comprende:

  • Sistemazione in Hotel 3*** in camera doppia
  • Volo andata e ritorno  in classe economica con franchigia bagaglio kg. 20
  • Trasferimento in BUS GT per tutta la durata del viaggio.
  • Guida-accompagnatore  locale per tutta la durata del viaggio
  • Ingressi ed entrate ai siti e monumenti previsti in programma
  •  Cene come da programma
  • Assicurazione medico bagaglio

La quota non comprende:

  • Tasse  aeroportuali soggette a riconferma sino emissione dei biglietti aerei 50,00.
  • Biglietto per sfilata S. Efisio Euro 20.00.
  • Pasti non menzionati
  • Extras di carattere personale ed escursioni facoltative
  • Mance per guida, autista, camerieri
  • Tutto quanto non espressamente incluso nella quota comprende
  • NB tariffa voli non garantita sino effettiva prenotazione

 

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Correva l'anno 1652. La Sardegna veniva decimata da una terribile pestilenza: a Cagliari la popolazione si ridusse della metà. Dovunque era morte e disperazione. La gente, allora, si rivolse ad un santo martire, Efisio di Elia, decapitato nel 303 da un soldato romano a Nora, una località della costa cagliaritana, per non avere rinnegato la fede cristiana.

Ma fu in occasione della peste del 1650, quella che viene descritta dal Manzoni ne "I Promessi Sposi", che Sant'Efisio legò per sempre il suo nome a quello di Cagliari e della Sardegna.

La municipalità, facendosi interprete dei sentimenti della popolazione scampata al contagio, fece un voto solenne al suo santo: se Sant'Efisio, avesse fatto cessare la peste, i cagliaritani, ogni anno e per sempre in avvenire, avrebbero portato solennemente in processione il suo simulacro dalla chiesetta di Stampace fino a quella di Nora. E la peste cessò per davvero. E dal 1656, ogni anno il 1° maggio, le genti della Sardegna, indossando i loro tradizionali costumi, ripetono questo gesto di ringraziamento al loro santo patrono.
E' la Sagra di Sant'Efisio: la più grande e colorata processione religiosa del mondo.
L'unica che dura quattro giorni, l'unica che compia un percorso che non conosce soste, se non per la notte. L'unica capace di unire tutte le genti di un'isola che è stata definita un "continente", per le profonde differenze culturali, sociali ed economiche presenti nel suo territorio.

La quota comprende:

  • Sistemazione in Hotel in camera doppia
  • Volo andata e ritorno  in classe economica con franchigia bagaglio kg. 20
  • Trasferimento in BUS GT per tutta la durata del viaggio.
  • Guida-accompagnatore  locale per tutta la durata del viaggio
  • Ingressi ed entrate ai siti e monumenti previsti in programma
  • Pranzi e cene come da programma
  • Assicurazione medico bagaglio

La quota non comprende:

  • Tasse  aeroportuali soggette a riconferma sino emissione dei biglietti aerei 75,00.
  • Biglietto per sfilata S. Efisio Euro 20.00.
  • Extras di carattere personale ed escursioni facoltative
  • Pasti non menzionati
  • Mance per guida, autista, camerieri
  • Tutto quanto non espressamente incluso nella quota comprende
  • NB tariffa voli non garantita sino effettiva prenotazione

 

Prima colazione in Hotel e partecipazione alla festa di S.Antioco, patrono della Sardegna, che si festeggia a S.Antioco 4 maggio (la data è mobile ed è sempre calcolata 15 giorni dopo Pasqua, che risulta sempre un lunedì).

Nel pomeriggio partecipazione alla grande processione di costumi, suonatori di launeddas, cavalli e cavalieri da tutta la Sardegna.

Pernottando in paese, si ha occasione di realizzare un programma molto interessante di visite:

  1. siti archeologici ed il museo che raccoglie le più importanti testimonianze della presenza dei Fenici e Punici di tutta la Sardegna
  2. museo etnografico, unico nel mondo per testimonianze sulla lavorazione del bisso (seta marina)
  3. villaggio ipogeo: antiche tombe puniche riutilizzate come abitazioni fino all'età contemporanea
  4. fortino sabaudo, dove accadde un fatto di importanza Europea, a seguito del quale cessarono le incursioni navali dei pirati barbareschi in tutto il Mediterraneo e cessò quindi la vendita di schiavi di pelle bianca.
  5. alle bellezze ambientali sia del mare che dell'entroterra e delle coste, con spiagge suggestive ricche di grotte e anfratti, attraverso sentieri dove si trovano ancora endemismi come la rara palma nana e una ricca macchia mediterranea


163 Cagliari - Tracca alla festa di S.Efisio.preview

Da 425,00€
12/09/2025
3 giorni -2 notti
Più di 1
30
Da 1750,00€
18/05/2026
8 giorni 7 giorni
Italia
25 persone
Da 350,00€
25/10/2024
2 giorni - 1 notti
Italia
minimo 25 persone
Da 360,00€
04/01/2025
2 giorni - 1 notti
Italia
minimo 25 persone
Da Euro 295,00€
Da 780,00€
30/12/2024
4 giorni 3 notti
Più di 1
40
Da In aggiornamento€
Da 2.090,00€
18/08/2024
8 giorni 7 notti
Più di 1
minimo 15 persone
16/06/2024
8 giorni 7 notti
Italia
minimo 15 persone
Da 570,00€
Da 1.550,00€
14/07/2024
7 giorni - 6 notti
Italia
Minimo 10 persone
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