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Cosa è incluso
“Pompei continua a stupire con le sue scoperte e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno”.
“Si tratta di una scoperta di grande valore scientifico. Un plauso e un ringraziamento al Parco Archeologico di Pompei, alla Procura di Torre Annunziata e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale per la collaborazione che ha scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e illecitamente immessi sul mercato”.
Pompei continua a nascondere tesori che vengono alla luce e ci permettono di conoscere ancor di più la civiltà romana che la abitava.
Oltre le meraviglie affiorate fino ad oggi, è recente una nuova straordinaria scoperta: nei nuovi scavi ripresi all’interno del progetto di manutenzione e restauro della Regio V, riaffiora un Termopolio perfettamente conservato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali. Ma a stupire è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce di alimenti che venivano venduti in strada.
Il nostro viaggio ci porterà alla scoperta della città sepolta, che era un fiorente porto e mercato mediterraneo, luogo di villeggiatura di ricchi romani, rimanendo così famosa per lo straordinario stato di conservazione degli edifici civili, disposti lungo strade ben conservate, come la Casa del Chirurgo, quella del Fauno, dei Casti Amanti e per la famosa Villa dei Misteri.
Sarà un viaggio indietro nel tempo che ci lascerà senza fiato.
Pompei, insieme alla città scomparsa di Ercolano e a Torre Annunziata (l’area suburbana dell’antica Oplontis) è stata inserita nel 1997 nel Patrimonio mondiale dell’Unesco proprio per questo: per essere una testimonianza senza paragoni al mondo della società del passato.
Prevista anche visita al museo archeologico di Boscoreale ove al suo interno sono custoditi reperti provenienti dagli scavi di Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia e Boscoreale ed offre uno spaccato sugli usi e costumi della vita romana, nonché della natura durante tale periodo.
Visita alla Mostra sui Gladiatori al Museo Archeologico di Napoli
“Gladiatori” sarà visibile dalla riapertura del MANN sino al 6 gennaio 2022.
Cuore dell’allestimento sono centosessanta reperti che, nel Salone della Meridiana, risultano suggestivi tasselli di un affascinante viaggio di ricerca in sei sezioni: 1) Dal funerale degli eroi al duello per i defunti; 2) Le armi dei Gladiatori; 3) Dalla caccia mitica alle venationes; 4) Vita da Gladiatori; 5) Gli Anfiteatri della Campania; 6) I Gladiatori “da per tutto”. Parte integrante dell’itinerario è la “settima sezione” tecnologica che, intitolata significativamente “Gladiatorimania” e concentrata nel Braccio Nuovo del Museo, costituisce un vero e proprio strumento didattico e divulgativo per rendere accessibili a tutti, adulti e ragazzi, i diversi temi della mostra.
1° GIORNO: ROMA-NAPOLI-POMPEI
Ritrovo dei partecipanti in tarda mattina e partenza in bus G.T. da Roma in direzione Pompei. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo e sistemazione in hotel.
Visita al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei.
In Piazza Bartolo Longo sorge il celebre Santuario della Beata Vergine del Rosario. Un tempo, questa vasta area detta Campo Pompeiano fu feudo prima di Luigi Caracciolo e poi di Ferdinando d’Aragona, finchè nel 1593 divenne proprietà di Alfonso Piccolomini.Da questo momento inizia un lento ma inesorabile declino al quale pose termine Bartolo Longo, un avvocato della provincia di Brindisi, che giunse qui per amministrare le proprietà della Contessa De Fusco, che sposò nel 1885.Fu allora che i coniugi Longo decisero di impegnarsi nella divulgazione della fede. Istituirono nella chiesa del SS. Salvatore la Confraternita del Santo Rosario per la raccolta di fondi atti a costruire il Santuario dedicato alla Vergine.
Il 7 Maggio del 1891 il Santuario progettato dall’architetto Antonio Cua che si occupò dei lavori a titolo gratuito fu consacrato. A lui subentrò nel 1901 Giovanni Rispoli che diresse i lavori della facciata monumentale culminante nella statua della Vergine del Rosario, opera di Gaetano Chiaromonte scolpita in un unico blocco di marmo di Carrara; la facciata è a due ordini: quello inferiore è in stile ionico, quello superiore è in stile corinzio. Nel 1901 il Santuario è divenuto Basilica Pontificia grazie a papa Leone XIII.
Il campanile, che ha il suo ingresso da una porta di bronzo, è a cinque piani e fu disegnato da Aristide e Pio Leonori. La Basilica è a croce latina con tre navate; quella centrale culmina in una cupola di ben 57 m. d’altezza.
Il quadro della Vergine del Rosario con il Bambino e ai lati San Domenico e Santa Caterina da Siena è custodito sull’altare maggiore ed ha una cornice di bronzo dorato contornata dai quindici misteri del Rosario dipinti da Vincenzo Paliotti; questa tela è diventata oggetto di profonda venerazione in tutto il mondo. Il dipinto fu comprato da un rigattiere da Padre Alberto Maria Radente del Convento di S. Domenico Maggiore che lo donò a Bartolo Longo. Accadde poi che, una giovane si era recata al Santuario per chiedere alla Madonna di essere guarita dall’epilessia, fossa guarita e, da quel momento, la chiesa è divenuta un luogo di pellegrinaggio internazionale. I fedeli hanno arricchito il quadro con le loro offerte votive: oro, gioielli, pietre preziose, che oggi sono stati allontanati dalla tela per evitare dei danni alla stessa.
Poco distante dal santuario c’è la casa di Bartolo Longo il cui piano superiore è stato adibito a museo ed ospita stampe che descrivono le eruzioni del Vesuvio dal 1621 al 1944, nonché frammenti di minerali e rocce vulcaniche e fotografie.
Inoltre, c’è una biblioteca con 1300 volumi all’incirca e vari reperti provenienti da svariati siti archeologici vesuviani.
Cena e il pernottamento in hotel.
2° GIORNO: SCAVI DI POMPEI E NUOVI RITROVAMENTI
Dopo la prima colazione, siamo pronti per immergerci nel favoloso mondo antico di Pompei.
Città di origine Osca, dopo la guerra sociale, Pompei divenne colonia romana col nome di Cornelia Venera Pompeiana. Semidistrutta da un terremoto nel 62 d.C. l’intera città e le sue splendide ville suburbane furono sepolte mentre la ricostruzione era in corso. E fu proprio la grande quantità di materiale vulcanico che la ricoprì in pochi istanti a determinare lo stato di conservazione di edifici, suppellettili e corpi consegnandola ai posteri quasi intatta come in una capsula del tempo. Partendo dalla posizione dei corpi rinvenuti, quelli della “famiglia di Polibio”, del proprietario di una tintoria, di una donna che fuggiva con i suoi gioielli e molti altri, gli studiosi sono stati capaci di ricostruire gli ultimi momenti di vita della popolazione.
I suoi abitanti non sapevano di vivere all’ombra di un vulcano dormiente da oltre 1500 anni e per questo non riuscirono a fuggire in tempo nonostante Plinio il vecchio, ammiraglio della flotta romana cercò di portarli in salvo in seguito all’eruzione.
Ci addentreremo in questo fiorente porto e mercato mediterraneo, attraversando ciò che resta degli edifici civili, disposti lungo strade ben conservate, come la Casa del Chirurgo, quella del Fauno, dei Casti Amanti e per la famosa Villa dei Misteri. Quest’ultima prende il nome dalle pitture murali che raffigurano i riti di iniziazione al culto di Dioniso.
La nostra attenzione sarà sicuramente catturata dai caratteristici graffiti sulle pareti esterne degli edifici, che invece all’interno erano decorati da affreschi di grande gusto e scene di vita quotidiana da cui gli archeologi hanno desunto il carattere mondano della vita che vi svolgeva e testimoniano ancora oggi il lusso e l’amore per l’arte e la bellezza degli antichi romani.
Proseguiremo dunque ammirando il buono stato di conservazione del foro principale e degli altri edifici pubblici, come il Capitolium, la Basilica, i bagni pubblici, il foro triangolare, i due teatri e le Terme Stabiane.
La città di Pompei raccoglie in se due mondi molto distanti: da un lato ciò che resta di una delle più ricche città dell’impero romano e dall’altro la spiritualità cristiana, testimoniata dai tanti pellegrini in visita al rinomato Santuario dedicato alla Beata Vergine del Rosario di Pompei, testimonianza tangibile della devozione verso la Madonna. Il mondo pagano e quello cristiano convivono a meno di 800 metri di distanza, vicini nello spazio, lontani nei principi e nelle aspirazioni, conseguenti nel tempo.
Arriveremo dunque alla parte più “toccante” di questo tour: la vista dei calchi in gesso, un'”istantanea” dell’agonia a cui gli antichi pompeiani furono sottoposti dai gas roventi provenienti dal Vesuvio.
Sosta presso aerea attrezzata all’interno dei sito archeologico per il pranzo libero, proseguiremo verso la nostra scoperta della città sommersa.
Ci imbatteremo davanti la Villa dei Misteri come la Casa del Fauno fino ad arrivare all’anfiteatro di Pompei. Ognuno di questi reperti meriterà l’ascolto dei racconti della nostra guida che ci spiegherà minuziosamente la loro storia.
Finalmente arriviamo a ciò che ha sconvolto tutti gli appassionati di archeologia : i nuovi ritrovamenti emersi di recente, durante la manutenzione del Regio V: un Termopolio perfettamente conservato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali al suo fianco, con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali. La cosa che più a stupito è però il ritrovamento nei recipienti del Termopolio, di tracce di alimenti che venivano venduti in strada.
Era infatti abitudine dei pompeiani quella di consumare all’aperto cibi e bevande calde. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana.
Di fronte al Termopolio, nella piazzetta antistante, potremo ammirare una cisterna, una fontana e una torre piezometrica per la distribuzione dell’acqua, dislocate a poca distanza dalla bottega già nota per l’affresco dei gladiatori in combattimento.
Al termine di questa intensa giornata, ritorneremo in hotel per la cena e il pernottamento.
3° GIORNO: POMPEI-MUSEO BOSCO REALE-
Dopo la prima colazione visita al Museo di Boscoreale detto anche Antiquarium di Boscoreale.
L’Antiquarium è stato inaugurato nel 1991 ad opera della Soprintendenza archeologica di Pompei per offrire ai visitatori la possibilità di conoscere il territorio vesuviano durante l’epoca antecedente l’eruzione del Vesuvio del 79, con reperti della flora e fauna del luogo, della vita agricola e degli usi quotidiani degli abitanti della zona. Potremo vedere reperti come del Pane carbonizzato dall’eruzione del 79 d.C.
Durante la nostra visita museale, che si sviluppa in un corridoio, nel quale sono esposte alcune illustrazioni che raffigurano l’evoluzione nel corso degli anni del bosco e della palude formata dal fiume Sarno, e in due sale: la prima dedicata alla flora e alla fauna, alla cosmesi, all’allevamento, all’agricoltura e alla medicina, mentre la seconda raccoglie reperti provenienti per la maggior parte dalle ville di Boscoreale ma anche da altri siti vesuviani.
Nella prima sala troveremo reperti come zappe, ami, resti vegetali di pini e pigne, anfore vinarie, il calco di una foglia di una villa stabiana e calchi di animale come quello di un cane con ancora indosso il collare e quello di un maiale.
Nella seconda sala sono conservati reperti provenienti da Villa Regina, come un’ermetta marmorea, una tazza in ceramica e delle lucerne, da Villa della Pisanella, come un frantoio in pietra lavica, dei sigilli in bronzo ed un plastico della villa che riproduce la grande cella vinaria con ben 84 dolia infossati; sono inoltre presenti reperti provenienti dalla villa di Marcus Livius Marcellus, di Numerius Popidius Florus e di altre ville parzialmente scavate nel territorio di Boscoreale.
Accanto all’Antiquarium, vedremo i resti dell’unica villa romana della zona interamente scavata e ricostruita, chiamata Villa Regina: si tratta di una villa agricola, di modeste dimensioni, dedicata alla produzione del vino, così come testimoniato dalla vasca di pigiatura dell’uva, dal torchio vinario ligneo, di cui oggi rimane il calco e dalla cella vinaria con gli orci posti sotto terra per la conservazione del vino.
Pranzo in ristorante.
E trasferimento a Castellammare di Stabia per la salita in funivia al Monte Faito.
La Funivia Faito collega la città di Castellammare di Stabia al Monte Faito da cui appunto prende il nome, raggiungendo in soli 8 minuti i 1100 metri della cima del monte.
È stata aperta per la prima volta nel 1952 e la sua funzione è sempre stata prevalentemente di tipo turistico. Ottima dal punto di vista strategico poiché si trova molto vicino alla linea Napoli-Sorrento della Circumvesuviana.
Arrivare dal mare a 1050 metri in circa otto minuti può forse creare sorpresa, ma lo spettacolo del panorama che, salendo, progressivamente si apre davanti agli occhi man mano che ci si avvicina alla cima del monte Faito, è del tutto straordinario.
Cena e pernottamento in hotel.
4°GIORNO: MOSTRA GLADIATORE CHIESA REAL BOSCO CAPODIMONTE-ROMA
Dopo la prima colazione in hotel e aver rilasciato le camere, trasferimento al Museo Archeologico di Napoli dove potrete ammirare la bellissima mostra sui Gladiatori.
Idoli delle folle, brama delle donne, agitatori di storiche ribellioni, i gladiatori già nell’antichità guadagnarono una fama che andò ben oltre l’arena e accomunò tutto l’Impero, anche le sue propaggini nordeuropee. Molti di questi echi hanno nutrito la filmografia hollywoodiana fino al capolavoro di Ridley Scott.
Con l’Antikenmuseum di Basilea abbiamo voluto raccontarne le vicende, attraverso centosessanta opere che descrivono l’arte gladiatoria, che permeava molti aspetti della vita quotidiana dei romani, dalle domus private (mosaici e affreschi interni, graffiti sulle facciate esterne, oggettistica e ornamenti) agli ambienti pubblici.
Stavolta, tuttavia, i gladiatori non sono rappresentati solo come uomini coraggiosi, pronti ad affrontare la morte in ogni scontro, ma anche nella loro dimensione privata, intima, come provano i testi delle iscrizioni funebri.
Oltre che dall’Antikenmuseum di Basilea, dalla Svizzera giungono importanti reperti come il mosaico di Augusta Raurica, che, visibile dopo il restauro, rappresenta scene di combattimenti su una superficie di eccezionale estensione. Altri importanti prestiti provengono da Pompei, Roma, Paestum, Capua, Ravenna.
La mostra è anche una straordinaria occasione per costruire una superba rete degli anfiteatri campani, italiani ed europei che possa sopravvivere a lungo in armonia con quanto, da tempo, indica la Regione Campania, che promuove itinerari territoriali tematici. I miei sentiti ringraziamenti vanno in primis ad Andrea Bignasca, a Valeria Sampaolo e a Friedrich-Wilhelm von Hase per aver concepito l’idea ed elaborato il progetto scientifico dell’esposizione.
Agli archeologi Esaù Dozio, Laura Forte e Valentina Cosentino va la mia riconoscenza per la curatela di tutti gli altri aspetti scientifici e organizzativi.
Ad Andrea Mandara e Francesca Pavese per il progetto allestitivo.
Ad Electa per la redazione del catalogo.
“Gladiatori” è la mostra più bella e, per le tristi vicende accadute nel mondo negli ultimi mesi, anche quella più sofferta per il MANN.
Siamo stati feriti, ma ci siamo rialzati.
Lo spettacolo nell’arena può continuare.
Al termine ancora un altra “recente scoperta” :la Chiesa di San Gennaro nel Reale Bosco di Capodimonte, gioiello barocco, riaperta al pubblico dopo oltre 50 anni a giugno 2021.
Costruita nel 1745 dall’architetto e scenografo Ferdinando Sanfelice per volere del Re di Napoli Carlo di Borbone, oggi ornata con le opere dell’architetto Santiago Calatrava. E’ stata riaperta dopo 50 anni di chiusura a giugno 2021 e ristrutturata con l’intervento di Calatrava,che va a completare la mostra “Santiago Calatrava Nella luce di Napoli”, e consiste in un’opera globale che rilegge completamente lo spazio della cappella settecentesca, dalle vetrate al soffitto, fino alle nicchie con disegni e installazioni in porcellana ispirate ai valori del Real Bosco di Capodimonte. I manufatti sono stati realizzati sotto la direzione di Calatrava, che ha scelto personalmente le maestranze locali.
Al termine delle visite, partenza direzione Roma. Pranzo libero lungo il percorso.
Arrivo e fine dei servizi.
Di più Italia
Maggiori informazioni su questo tour
- Pullman GT con distanziamento sociale e posti contingentati e sanificati
- Hotel 3*** in trattamento di mezza pensione con bevande ai pasti
- 1 pranzo in ristorante
- Guida autorizzate Regione Campania
- Assicurazione medico-bagaglio (incluse spese sanitarie anche per Covid)
- Polizza contro annullamento e pandemia Zero penali
- Auricolari
- Kit di Viaggio
- Mance e gli extra in genere
- Ingressi ai siti indicati in programma e biglietto funivia, circa 38,00 euro, da pagare in loco.
- Eventuali tasse di soggiorno da pagare in loco
- Quanto non specificato alla voce “la quota comprende”
Essendo inclusa la polizza contro ANNULLAMENTO AL VIAGGIO, siete coperti in caso di Vostra rinuncia al tour.
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