Programma del tour
Terre ricche di storia e cultura.Una Regione nascosta fatta di dolci colline, villaggi medievali, spiagge dorate con la magnifica città rinascimentale di Ascoli Piceno in travertino – una festa per la mente e per i sensi.Le Marche sono state un territorio misterioso, molto vicino a Roma ma tagliato completamente dalle montagne dei Sibillini e dalle colline che si adagiano sul mare Adriatico. In effetti è una regione poco conosciuta anche dagli stessi italiani e forse qualche volta più conosciuta dai turisti. Grande motivo di attrazione di questo tour è la location dove andremo a dormire:
Nel cuore delle colline marchigiane, a pochi km da
Ascoli Piceno, sorge
l’Hotel Ristorante Villa Pigna, il posto ideale in cui trascorrere delle giornate all’insegna del relax e della tranquillità.
PER TUTTE LE PRENOTAZIONI PERVENUTE ENTRO IL 31/8/2024 CON FORMULA PRENOTA E SALDA SUBITO SARA’ ASSEGNATA UNA SUITE CON SUPPLEMENTO DI € 40,00 PER PERSONA, OPPURE SARA’ ASSEGNATA UNA CAMERA CON POUF DIVANO GRATUITAMENTE. OFFERTE VALIDE SINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI.
Castelfidardo è conosciuta come la “Capitale della Fisarmonica”, e la città dell’Unità d’Italia.
Montefortino è un piccolo borgo fortificato all’interno del Parco dei Sibillini, circondato da natura e montagne.l borgo fortificato di Montefortino è inserito nel Parco Nazionale dei Sibillini, incorniciato da cime alte affascinanti: il Monte Priora, il Monte Sibilla e il Cannafusto. Montefortino si trova nella Valle del fiume Tenna, siamo nell’entroterra della provincia di Fermo.
Loreto, la città spirituale delle Marche, dove da più di sette secoli sorge la Santa Casa di Maria di Nazareth, cioè l’originale casa di Maria, visitata ogni anno da 4 milioni di pellegrini mariani provenienti da tutto il mondo.
Amandola è un delizioso borgo Bandiera Arancione nel cuore del Parco dei Monti Sibillini. Qui natura, storia, arte e tradizioni si fondono creando magiche atmosfere e panorami incantevoli.
30 Dicembre -ROMA-RIPATRANSONE-GROTTAMMARE-ASCOLI PICENO
Ritrovo dei partecipanti ,orario e luogo da stabilire,e partenza in direzione
Marche.
Vi porteremo alla scoperta di
Ripatransone, il “
Belvedere del Piceno”,
affascinante borgo ascolano che vanta una posizione panoramica
mozzafiato, un notevole patrimonio storico-artistico, tradizioni folkloristiche ed enogastronomiche di grande interesse.
Ripatransone è uno dei centri
più antichi ed
importanti della provincia di
Ascoli Piceno. Ridente località climatica a 12 km dal
Mare Adriatico, il centro storico si presenta
medioevale nell’impianto urbano, con edifici dal XV al XIX secolo, palazzi nobiliari, visibili soprattutto lungo il
Corso Vittorio Emanuele. Nei quartieri si aprono piccole piazzette con angoli e scorci caratteristici, tra i quali spicca il Vicolo più stretto d’Italia. Città d’arte e di storia con numerose strutture museali, vive di turismo, d’artigianato e d’agricoltura emergendo nella produzione del Vino e dell’Olio. Una delle sue principali caratteristiche è il ricco patrimonio storico-artistico e museale.

Un
affascinante borgo marchigiano che vanta una posizione panoramica
mozzafiato, un patrimonio storico-artistico di pregio, tradizioni folkloristiche ed enogastronomiche uniche e un curioso guinness dei primati: il
Vicolo più Stretto d’Italia.

Poco distante dal “
Vicolo più stretto d’Italia” è possibile affacciarsi lungo la romantica
scalinata di via Margherita che ci regala un
affascinante e
suggestivo scorcio. È uno dei luoghi
simbolo del centro storico che gode di una forte
popolarità.

Questo luogo
magico fa da sfondo, a
piacevoli serate dedicate alla musica Jazz in un format chiamato “
Le Scale Musicali”.
Passeggiando per le vie del borgo è possibile fare un tuffo nel passato visitando il
Museo della Civiltà Contadina e Artigiana del Medio Piceno, che documenta la tradizione rurale della città di
Ripatransone e le testimonianze della vita nei campi. La raccolta del museo risale al 1990 grazie a donazioni private, l’allestimento è tra i più ricchi ed estesi del Centro-Italia. Nel cuore del museo è possibile entrare all’interno di una ricostruzione di una casa colonica, con la sua cucina, camera da letto, stalla e magazzino. Il
viaggio nel passato continua con la
fedele riproduzione di un’aula di scuola e delle botteghe degli artigiani di un tempo.
Uno scrigno di
tesori che vi farà rivivere la cultura e le tradizioni di un paese fortemente legato ai prodotti della terra. L’esperienza cognitiva e sensoriale della tradizione può continuare anche una volta usciti dal museo con la scoperta delle specialità enogastronomiche del posto.
La gastronomia è sana, genuina, gustosa e diversificata. Nei ristoranti tradizionali ed in quelli agrituristici, nelle sagre paesane si preparano piatti seguendo
antiche ricette alcune delle quali riproposte di recente come il
Ciavarro. In dialetto ripano “
lu ciavarre”, è un piatto originario di
Ripatransone, una sorta di zuppa a base di ben
12 varietà di cereali e legumi: fagioli rossi, fagioli cannellini, fagioli borlotti, fagioli bianchi di Spagna, piselli secchi, ceci, fava, favino, cicerchia, lenticchie, grano e granoturco.
Un tempo era il piatto tipico del 1° Maggio, di quando venivano svuotate le dispense e si poteva dar fondo alle rimanenze. Oggi è possibile degustare in
qualsiasi stagione dell’anno questo piatto prelibato sedendosi in uno dei ristoranti del paese.
Un’altra specialità del posto è il
Vino Santo, un vino dolce passito. È un’
ottima bevanda per la
meditazione regalando momenti di
grande piacere. Il
Vino Santo sa rendersi un
eccellente vino di accompagnamento alle preparazioni di pasticceria, come il
Frustingo di Ripatransone, dolce tipico della tradizione gastronomica locale natalizia.
Pranzo libero.
Al termine trasferimento per la visita di
Grottammare,chiamata “La Perla dell’Adriatico”, è affacciata sulla costa, tra il verde delle sue pinete, degli aranceti e delle palme, con le sue spiagge dorate e il limpido chiarore del mare.Fa parte dei
Borghi più Belli d’Italia.

A
Grottammare è possibile visitare il caratteristico
Teatro dell’Arancio. Questo teatro risale al Settecento, ed esattamente in una nicchia della facciata è possibile vedere una
statua del Papa Sisto V realizzata nel 1794 da uno scultore svizzero, al di sotto della statua si legge “
SISTO V P.O.M. CIVI MUNIFCENTISSIMO“, scritta che sottolinea il legame tra il papa e la sua terra natale. Il teatro deve il suo nome alla rigogliosa pianta che si trovava al centro della piazza antistante, Piazza Peretti, custodita da un incaricato del comune scelto ogni anno tra le famiglie del paese, che riceveva come compenso l’esenzione dalla tassa comunale sui fuochi domestici. Da questa zona di Grottammare è possibile ammirare il
panorama mozzafiato sul mare.
A
Grottammare si possono trovare diverse esposizioni artistiche che invitano il visitatore ad
ammirarne le fattezze e a
comprenderne il significato.
Una di queste è “
Il Ragazzo coi Gabbiani” di
Pericle Fazzini. Questa esposizione in bronzo porta a conoscere lo scultore, nato il 4 maggio 1913 proprio a
Grottammare. Il “
Ragazzo coi gabbiani” si trova lungo la pista ciclo-pedonale che collega
Cupra Marittima a
Grottammare. Ma quello che colpisce più di tutto di questo punto esatto è il panorama che si può ammirare, in particolar modo
durante il tramonto è davvero suggestivo.

Un’altra esposizione è “
La Metamorfosi” sempre dello stesso artista. La scultura si trova
in pieno centro ed è dedicata a
John Fitzgerald Kennedy. E’ stata personalmente voluta dalla moglie che, appassionata di arte e di libri, fu allieva e grande estimatrice del celebre scultore al quale commissionò nel 1964 il progetto di un scultura che celebrasse la figura del marito assassinato l’anno prima. La
First Lady fece visita di persona allo studio il 2 febbraio del 1966.
Per gli amanti dello stile Liberty, invece, il lungomare di
Via Cristoforo Colombo, è il luogo ideale per ammirare gli edifici costruiti tra l’
Ottocento e il
Novecento. Oggi il viale è caratterizzato da una pavimentazione in porfido e marmo di Carrara, i disegni pavimentali riprendono la tradizione decorativa degli anni Venti e una serie di palme rendono il viale fresco e ombroso durante le calde estati, pensate che le palme sono state importate dalle Canarie nei primi decenni del Novecento.
Cena e pernottamento ad
Ascoli Piceno, Villa Pigna di Folignano presso l’hotel
Villa Pigna.
La storia dell’
Hotel Ristorante Villa Pigna nasce da una
festa in famiglia quando, nel
1976, Santola e Fefè Troiani decidono di allestire nella propria cantina uno spazio per festeggiare la comunione di
Fabio, il loro terzogenito. L’euforia, la
condivisione con gli oltre cento invitati, l’ottimo cibo e
l’atmosfera così speciale che respirano in quell’occasione risvegliano in
Fefè la voglia di ripetere quell’esperienza e far sì che possa diventare un’attitudine. E credeteci se oggi ci piace definirla
una vera e propria vocazione verso
l’accoglienza più vera e sincera.
31 DICEMBRE 2024: CIVITELLA DEL TRONTO-ASCOLI PICENO
Prima colazione in hotel e partenza per una visita straordinaria :Civitella
del Tronto

Un piccolo paesino che è considerato una delle perle d’
Abruzzo. Situata nella
Val Vibrata, in quella che è la parte più settentrionale della regione quasi al confine con le
Marche,
Civitella sorge su una rupe rocciosa di
travertino che concede a tutti i suoi visitatori di ammirare panorami
meravigliosi.
Civitella del Tronto , sorprendente borgo abruzzese,e’ annoverato tra i borghi più belli d’Italia. Il suo centro storico, è
ricco di palazzi storici costruiti in pietra e travertino.
Non importa quante volte avete già visitato
Civitella del Tronto, non vi stancherete mai di passeggiare per le sue
rue, gli stretti vicoli del centro storico. Il borgo è capace di regalarvi sempre uno scorcio inedito, un particolare nuovo, un’emozione che vi lascia a bocca aperta. Il nome del borgo,
Civitella, sembra derivare dal latino “
Civitas” mentre
Tronto è stato aggiunto in riferimento al
fiume Tronto che scorre proprio in questa zona.
Civitella del Tronto è una città che è riuscita a conservare la sua
antica struttura di borgo medioevale caratterizzata da stretti vicoli, rampe di scale e affascinanti piazze, L’entrata al paese avviene attraverso
Porta Napoli, l’unica porta rimasta intatta fino ai giorni nostri.

Già dall’esterno noterete la maestosità di questa
porta di origine duecentesca.
Porta Napoli è arricchita dallo stemma della città di
Civitella del Tronto, ovvero cinque torri merlate, sulla sommità dell’arco e da una lapide in marmo che celebra la vittoria del paese contro l’invasione delle truppe napoleoniche. L’arco è scandito da blocchi di travertino.
Dalla grande
Porta Napoli si raggiungere subito
Piazza Filippo Pepe la principale del centro storico
medievale.

Questo è un lungo spazio rettangolare
un cui lato è un balcone panoramico. Da qui infatti puoi affacciarti sulla vallata sottostante con un panorama
affascinante.
L’altro lato lungo di piazza
Filippi Pepe è chiuso da palazzi storici e botteghe, mentre sui lati corti trovi un edificio degno di nota: il
palazzo Portici.
Proseguendo per corso Giuseppe Mazzini la strada si fa stretta e delimitata dai palazzi in pietra.
Quello che in lontananza ci sembra una piccola chiesa, scopriamo poi essere il municipio di Civitella del Tronto. In effetti è stato ricavato nel novecento all’interno del convento storicamente annesso alla vicina chiesa di
San Francesco.
La vera attrazione della città è però la fortezza borbonica. Questa domina il centro e ha reso celebre nei corsi dei secoli questa cittadina di confine.
La Fortezza di Civitella del Tronto, situata a 600 m. s.l.m. in posizione strategica rispetto al vecchio confine settentrionale del Viceregno di Napoli con lo Stato Pontificio, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d’Europa caratterizzata da una forma ellittica con un’estensione di 25.000 mq ed una lunghezza di oltre 500 m…
Costruita a 600 metri sul livello del mare, occupa la posizione che una volta era il confine settentrionale tra il viceregno di
Napoli e lo
Stato Pontificio. La rocca aragonese venne costruita su di una precedente di origine medievale, e a sua volta fu trasformata dal 1564 su volontà di
Filippo II d’Asburgo, Re di Spagna. Nel 1734
Civitella del Tronto passò dalla dominazione degli Asburgo a quella dei Borboni. Dopodiché la fortezza venne abbandonata e in parte saccheggiata dagli abitanti della città. Attraverso un importante lavoro di restauro, la fortezza è stata riaperta. Oggi
è possibile visitarla attraversando le
piazze d’Armi, i camminamenti coperti, le cisterne, i resti dell’antico
palazzo del Governatore e tanto altro.
Un lungo insieme di casupole, per buona parte diroccate, erano gli alloggi dei
soldati. Alcune di queste sono state ricostruite per mostrare le loro sembianze originarie e l’arredamento dell’epoca. Siamo nell’area occidentale della fortezza e qui si svolgeva buona parte della vita extra militare dei soldati. Ciò è testimoniato anche dalla presenza di svariati edifici che svolgevano particolari funzioni, come i bagni e i forni.
All’interno della fortezza è stato ricavato il
museo delle Armi. Il primo piano è diviso in quattro sale con oggetti vari: dai ritratti e documenti di
Cavour,
Garibaldi e dei
Savoia, fino a un elmo e una divisa dello stato pontificio, da baionette, fucili, sciabole, pistole degli eserciti borbonici e sardo-piemontesi a una stampa che descrive l’assedio di
Civitella del Tronto del 1577. Da vedere anche la parte con i pezzi più antichi, ovvero schioppi a miccia del quattrocento e pistole a pietra focaia del settecento.
Aperitivo brunch in corso di escursione.
Trasferimento ad Ascoli Piceno per la visita della cittatina.
Ascoli Piceno è una delle città monumentali d’Italia: il suo centro storico è interamente costruito in travertino, una roccia sedimentaria calcarea estratta dalle cave del territorio, ed ha come fulcro la rinascimentale piazza del Popolo dove si trovano alcuni degli edifici più importanti tra i quali il palazzo dei Capitani, lo storico Caffè Meletti e la chiesa di San Francesco.
Altro fulcro cittadino è lo spazio urbano di piazza Arringo, la piazza più antica di Ascoli, dove si elevano il medioevale battistero di San Giovanni, la cattedrale di Sant’Emidio, che racchiude al suo interno la cripta dedicata anch’essa al santo patrono. Vi sono inoltre il palazzo Vescovile, il palazzo dell’Arengo, sede della pinacoteca civica e di alcuni uffici comunali. Non solo le piazze, ma anche le strade ed i vicoli di impronta schiettamente medievale contribuiscono a caratterizzare il centro storico come via Pretoriana, via di Solestà, via delle Stelle, via Soderini, via del Trivio, antico cardo e corso Mazzini, decumanus maximus, che attraversa da ovest ad est il centro urbano.
Tra i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di Solestà, uno dei pochi in Italia, visitabili anche al suo interno, le rovine del teatro romano, le grotte dell’Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano, la Fortezza Pia ed il Forte Malatesta, il palazzetto Longobardo con la torre degli Ercolani, una delle poche torri superstiti tra le decine che compaiono nelle cronache medioevali, in ricordo delle quali Ascoli ha il soprannome di Città delle cento torri.
Meritevoli di essere citati sono anche i tempietti dedicati al patrono quali: Sant’Emidio alle Grotte e Sant’Emidio Rosso ed inoltre la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio dalla caratteristica facciata suddivisa in riquadri.
Saranno le dimensioni contenute del centro storico o i palazzi
antichi in travertino, ma
Ascoli Piceno conserva tutt’oggi il
fascino ineguagliabile dei borghi del centro Italia, dove il tempo sembra non essere passato. Le piazze
signorili ed eleganti, le chiese storiche ricche di tesori, le torri e i campanili che ne punteggiano il profilo. Ad
Ascoli Piceno cultura e
fascinazione popolare non potranno che
rubarvi il cuore.

La storia di
Ascoli Piceno si fonda su origini
antichissime. i Romani si insediarono nel territorio dei
Piceni facendo di
Asculum un centro nevralgico grazie anche alla sua posizione sulla via
Salaria. Tante e variegate le vicende che coinvolsero la città nel corso dei secoli ma il periodo romano per
Ascoli Piceno, e tutte le
Marche, fu sinonimo di
grande prosperità.
Ascoli Piceno venne dominata da diverse signorie,
Malatesta e
Sforza per citarne alcune, e fu sotto il possesso dello
Stato Pontificio fino alla metà dell’Ottocento.
Ascoli è una città di torri, chiese, piazze e palazzi. La pietra, quindi, è protagonista del paesaggio. Questo lo rende
straordinariamente armonioso e
uniforme,
elegante ed
accogliente. La sintesi di tutta questa
bellezza si incontra in
Piazza del Popolo e tutto concorre a dare questa sensazione: la maestosa facciata del
Palazzo dei Capitani del Popolo, le mura possenti della
Chiesa di San Francesco, i palazzi rinascimentali, i portici e logge e anche le vetrine un po’ fuori moda dello storico Caffè Meletti.
Piazza del Popolo è il salotto di Ascoli, punto di passaggio obbligato per turisti e cittadini, che qui si danno appuntamento per il rito del caffè o dell’aperitivo.

Entrate e godetevi
lo spettacolo dello storico Caffè Meletti. Inserito tra i
150 caffè storici d’Italia, è dal 1905 un’istituzione di
Ascoli, nonché luogo di ritrovo per pittori, scrittori, imprenditori e gente comune. Ai tavoli sotto i portici affrescati o nelle sale in stile Liberty si sono seduti
Sartre, Hemingway, Mascagni, Guttuso, Pertini, Soldati e tanti altri.
Sulla facciata rosa esterna spicca, accanto al
Palazzo dei capitani, la secolare scritta “
Anisetta Meletti”, liquore a base d’anice che ha reso famoso il caffè. Prodotta per la prima volta nel 1870, si ottiene dalle piante di anice (
Pimpinella Anisum) coltivate nei terreni argillosi intorno ad
Ascoli. Si gusta “
con la mosca” cioè aggiungendo un chicco di caffè nel bicchiere. Ogni pranzo o cena in un ristorante di
Ascoli si conclude sempre con
un’anisetta Meletti.

Considerata una delle piazze più belle d’Italia,
Piazza del Popolo si contende il cuore degli ascolani con la vicina
Piazza Arringo dove si trovano gli altri monumenti più importanti di Ascoli.
Piazza Arringo o “dell’Arengo” compete con
Piazza del Popolo per il ruolo di centro civile e religioso di
Ascoli. Molto più estesa ma non meno armonica e proporzionata, la piazza prende il nome dalle adunate (
arringhe) del popolo che si svolgevano sotto un olmo.
Sono quattro le costruzioni principali di Piazza Arringo: il
Duomo di Sant’Emidio, patrono di Ascoli e protettore dai terremoti, è da visitare soprattutto per la
cripta in cui è conservato il mausoleo con il corpo del santo e il
meraviglioso Polittico del Crivelli.

Rientro in hotel in tempo utile per riposarsi e prepararsi al cenone in hotel.
01 GENNAIO 2025: BUON ANNO!!! ASCOLI PICENO- CASTELFIDARDO-LORETO-ASCOLI
Sveglia con comodo e prima colazione in hotel.Trasferimento per la visita guidata di Castelfidardo.
Il borgo sorge su un
dolce colle tra due fiumi, l’Aspio e il Musone.
Castelfidardo è la città e della musica. Qui gli artigiani proseguono tradizioni
secolari. Nelle dolci colline della
Riviera del Conero sorge un paese particolarmente famoso nel mondo per aver dato i natali alla fisarmonica, strumento che si caratterizza per la sua forte capacità di aggregare e intrattenere in
allegria le persone.

Oggi in paese, proprio sotto al palazzo comunale, è possibile ammirare il
Museo della Fisarmonica. Il Museo intende rendere
omaggio agli artigiani che con la loro opera hanno contribuito a trasformare culturalmente questa zona delle
Marche arricchendo l’economia del luogo, un tempo legata solo all’agricoltura. Custoditi in suggestivi ambienti
seicenteschi, oltre
350 esemplari di fisarmoniche.
È stato poi
Giancarlo Francanella, nel 2003, a vincere il
Guinnes dei primati per la sua
incredibile creazione. La
fisarmonica gigante (e anche perfettamente
funzionante) ha fatto il giro del mondo, ed è solo grazie ad essa se oggi il nome di
Castelfidardo risuona famigliare in ogni paese del globo.
Castelfidardo è anche una cittadina
ricca di storia: proprio in questi luoghi si è infatti disputata la battaglia di
Castelfidardo, tappa fondamentale del
Risorgimento italiano, che ha visto combattere l’esercito piemontese contro quello pontificio. In memoria di questo evento sorge un monumento in bronzo dello scultore
Vito Pardo, che dall’alto di una collina domina un parco immerso nel verde.
Monumento Nazionale delle Marche
La nostra visita inizia dal possente
Monumento Nazionale delle Marche, all’interno del
Parco delle Rimembranze, in memoria della battaglia che si svolse a Castelfidardo il
18 settembre 1860. La battaglia vinta dai Savoia contro lo Stato Pontificio portò all’
annessione delle Marche e dell’Umbria prima al Regno di Sardegna e successivamente nel 1861, al
Regno d’Italia.

Il
monumento fu realizzato nel
1912 dallo scultore veneziano Vito Pardo, in bronzo e travertino bianco di Ascoli Piceno, rappresenta un gruppo di soldati in marcia capitanati dal
generale Enrico Cialdini. Dietro l’opera scultorea si cela una piccola cripta in stile assiro decorata dai Maestri Giustini e Sollazzini di Firenze.
All’interno del parco si trova anche un
Sacrario, dove riposano le spoglie dei soldati dell’uno e dell’altro schieramento.
Giardini di Porta Marina
Usciti dal parco, ci incamminiamo verso via Giosuè Carducci per prendere la scala mobile ed arrivare al cuore del medievale Castrum Ficardi. Giunti in cima ci sono i
Giardini di Porta Marina, uno spazio verde ben curato con al centro una singolare e moderna
fontana in pietra e vetro “Il bosco della musica”, progettata dal noto poeta Tonino Guerra. Dalla terrazza si gode un meraviglioso panorama fino al Mar Adriatico!

Oltrepassiamo la settecentesca
Porta Marina o Vittoria caratterizzata da un pannello in legno e un orologio, uno dei tre accessi al paese assieme alla Porta del Sole o dei Bersaglieri e Porta del Cassero.
Il primo edificio che vediamo è il
Palazzo Tomasini del XVIII secolo, che ospita dal 1850 il Convento di Sant’Anna con annessa una piccola cappella.Proseguiamo la passeggiata tra i negozi del centro fino ad arrivare in
Piazza della Repubblica dove si affacciano l’antico
Palazzo Priorale Comunale del XIV secolo, la
Torre Civica del’500 e la
Chiesa della Collegiata di Santo Stefano Protomartire.

La Collegiata fonda le sue origini nel
medioevo, venne ristrutturata nei secoli e attualmente si presenta in stile neoclassico. La facciata è impreziosita da un bel affresco del 1931 dipinto da Luigi Morgari, la Lapidazione di Santo Stefano.
Pranzo in ristorante e al termine trasferimento a Loreto,
un luogo altamente spirituale e carismatico per l’intero mondo cattolico.
Città della Fede del Conero sulla cima della collina che ospita la città sorge la
Santa Casa di Maria. Non solo una delle
principali mete di pellegrinaggio nel mondo, ma anche paese con una vista su tutta la
Riviera.Con il profilo
inconfondibile del suo
Santuario e la maestosità del
Palazzo Apostolico, si impone subito col fascino delle cose belle, che suscitano curiosità e voglia di saperne di più su questa cittadina.

Per giungere al centro della città ci sono diverse strade,anche in bus, e chi lo desidera, potrà scegliere quella della
scalinata Santa, 330 gradini fino ad arrivare alla Basilica. Lungo il tragitto si trova il
Cimitero Militare Polacco dove sono custoditi 1080 soldati della Seconda Guerra Mondiale. Questo percorso viene adottato da tutti i pellegrini che vogliono purificare la propria anima prima di prostrarsi alla Madonna Nera.
La Scala è stata recentemente oggetto di un importante progetto di restauro che l’ha resa nuovamente fruibile ai pellegrini sia di giorno che di notte.

Giunti in cima il vostro sguardo si soffermerà sulla
cinta muraria che difende tutto il cuore di Loreto. La fortificazione è in stile rinascimentale, con
quattro imponenti bastioni, il più famoso Sangallo, e difendeva la città dagli attacchi dei Turchi che attraversavano il Mar Adriatico.
Oltrepassiamo la Porta Marina per trovarci in
Piazza della Madonna dove si nota la maestosa
Basilica di Loreto, il
Palazzo Apostolico, il
monumento a Papa Sisto V, il
Palazzo della Provincia, l
‘Acquedotto degli Archi e la
Fontana Maggiore opera barocca di Carlo Moderno e Giovanni Fontana.
Entriamo subito in
Basilica, iniziata a costruire nel 1468 e completata nel 1755 ad opera di molti architetti (Bramante, Pontelli, Vanvitelli…). E’ in
stile gotico -rinascimentale con pianta a croce latina a tre navate separate da colonne quadrate.
Loreto è nata e si è sviluppata intorno al
Santuario della Madonna, e proprio a questo deve la sua fama nel mondo. All’interno della
Basilica è custodito uno dei più grandi tesori della spiritualità cattolica del mondo:
la Santa Casa di Nazareth, dove la
Vergine Maria nacque, crebbe e dove avvenne l’annunciazione della sua divina maternità. Le semplici mura in pietra che costituiscono il nucleo originale della casa sono
riccamente decorate all’esterno con bassorilievi cinquecenteschi di grande pregio, realizzati dai migliori artisti dell’epoca su disegno del
Bramante, chiamati appositamente per dare degna copertura ad un luogo di così grande importanza spirituale.

Entrate in silenzio dentro la Casa e percepite l’
intensità dei pensieri e delle emozioni che da secoli la abitano.
La
Santa Casa è custodita all’interno della Basilica edificata tra il 1469 e 1587 ed è il cuore del
Santuario Della Madonna. Essa è costituita da tre pareti che secondo l’antica e autorevole tradizione sarebbe la parte antistante la grotta di
Nazareth dove
nacque, visse e ricette l’Annunzio la Beata Vergine Maria. La devota tradizione narra che la traslazione della
Santa Casa da Nazareth fino a
Loreto sia opera degli angeli. Successivamente nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294 fu trasportata nell’antico comune di
Recanati, prima presso il porto, poi su un colle in una via pubblica, dove tutt’ora è custodita.

La devozione alla
Santa Casa si diffonde dapprima nei territori
marchigiani, poi oltre confine, fino a tutto il mondo cattolico. Molti sono i luoghi dedicati alla
Vergine Lauretana, e molte sono vere e proprie riproduzioni della
Santa Casa anche con il rivestimento marmoreo. Si pensi, ad esempio, nel territorio europeo si pensi a Praga, e nel continente asiatico alla chiesa dedicata alla
Madonna di Loreto a Taiwan.

Al suo interno possiamo ammirare la
Cappella dell’Annunciazione, decorata da affreschi di Federico Zuccari, la
Madonna Nera e la splendida
Santa Casa di Nazareth riccamente decorata con bassorilievi di pregio, protetta da un recinto marmoreo realizzato dal Bramante.

Ci prendiamo del tempo per ammirare tutta la grandezza e la bellezza di questo Santuario, ma anche un momento di riflessione, di abbandono al sentimento e alla purificazione dell’anima.
Da molti studi emerge che
la Santa Casa di Nazareth, la casa di Maria dalla nascita all’annunciazione della maternità,
venne smontata e riassemblata a Loreto dai Crociati ritornati dalla Terra Santa, per volontà di Carlo II D’Angiò.
Al termine di questa giornata, intensa di bellezza e commozione,
02 GENNAIO 2025: ASCOLI PICENO-AMANDOLA-MONTEFORTINO-ROMA
Prima colazione in hotel e rilascio delle camere.
Trasferimento per la visita guidata di
Amandola ,un piccolo centro medievale situato sul versante orientale del
Parco Nazionale dei
Monti Sibillini. Il paese deve il suo nome alla pianta del mandorlo che un tempo doveva primeggiare nella zona. Rappresenta uno dei più
importanti centri storico-culturali dei
Monti Sibillini. È caratterizzato inoltre da un patrimonio ambientale e paesaggistico di
grande valenza per la molteplicità dei paesaggi presenti: le montagne aspre e selvagge, le valli disegnate dai fiumi e i piccoli borghi ben incastonati sono gli elementi che lo rendono
straordinario.

La nostra visita inizia dalla
Piazza Risorgimento, punto principale di tante attività commerciali. Ci siamo arrivati oltrepassando la Porta di San Giacomo, l’unica rimasta delle cinque originarie. E’ inserita nella lunga cinta muraria, con arco a sesto acuto e merli, sormontata da un orologio appartenuto alla chiesa di Sant’Agostino.
Palazzo Comunale
L’edificio più importante che si affaccia sulla piazza è lo splendido
Palazzo Comunale abbellito dal porticato ottocentesco.
Il centro storico, è adagiato su tre colli e si compone di architetture civili e religiose, di imponenti e sontuosi palazzi, di nascosti e graziosi vicoli. Dal
Belvedere si può avere una
meravigliosa vista sul lato orientale del parco.
Di particolare importanza
Piazza Umberto I, o
Piazza Alta, antico nucleo sociale e religioso della località, che ospita il teatro storico “
La Fenice” e il torrione del
Podestà, di epoca quattrocentesca. La cittadina, in un lontano passato, importante centro di produzione di tessuti di lana, offre un artigianato fiorente e servizi per il
turismo montano, quali
mountain bike ed
escursionismo. Il lago di
San Ruffino rappresenta un’ulteriore risorsa per gli amanti dell’aria aperta e per gli sport praticabili.
Visiteremo anche l’abbazia dei
Santi Ruffino e Vitale che, edificata in stile romanico, nei secoli ha subito costanti restauri che ne hanno parzialmente cancellato la sua primitiva forma. Sotto l’altare sono conservate le reliquie di
San Ruffino e sotto di queste si trova un foro che la tradizione popolare vuole che i malati di ernia debbano attraversare a carponi per tre volte, invocandone la guarigione. Documenti che parlano di questo
Santo non ve ne sono ma una leggenda narra che si trattava di un giovane contadino che arò, con grande sforzo, più di 100 moggi di terra (antica unità di misura) in una sola notte, donando sollievo e beneficio ai contadini del luogo.

Qui potrete comprare il
“Tuber Magnatum”, ovvero il
Tartufo Bianco Pregiato dei Sibillini, la cui raccolta e commercializzazione va dall’ ultima domenica di Settembre al 31 Dicembre. Riconosciuto a livello nazionale ed internazionale per le qualità organolettiche, la fa da padrone in appetitose pietanze, tra le quali spiccano le amandolesi “Fregnacce”.
In
Piazza Alta potrete ammirare una
vista mozzafiato al tramonto sulla grande Catena Montuosa dei Sibillini.

Pranzo di saluti in ristorante.
Si prosegue dopo pranzo con la visita di
Montefortino,che sorge su di un colle alle pendici orientali dei
Monti Sibillini, al cospetto delle maestose cime del monte
Priora (2332 m) e del monte
Sibilla (2173 m). Il centro storico fu costruito sapientemente allineando vie e case lungo semicerchi concentrici, secondo una tipica pianta medievale che caratterizza l’architettura di molti dei comuni
dell’Appennino Umbro-Marchigiano. Sulla sommità di questo percorso a terrazze, s’innalza la chiesa di
S. Francesco, costruita sui resti dell’antica chiesa di
S. Maria del Girone.
Le vicende storiche di
Montefortino sono una perfetta rappresentazione della storia della costruzione di civiltà del
Piceno. Nel 15 a.C. l’organizzazione romana modella l’area con la centuriazione augustea. Nel Medioevo la diocesi di
Fermo controlla
Montefortino inserendolo nel sistema feudale delle
plebes. Infine nel XIII secolo, quando gli insediamenti comunali accentrati prevalgono sull’ordine feudale, nasce il comune di
Montefortino.

Lasciata alle nostre spalle la chiesa ci incamminiamo a sinistra verso il principale ingresso al centro storico, la
Porta Santa Lucia, uno dei tre ingressi medievali (San Biagio o Portarella e Valle o di Vetice). Costruita nel XIV secolo in muratura mista è affiancata da una “torre di rinfianco” con due troniere sormontate da feritoie.
Il borgo
Proseguiamo la passeggiata a destra, salendo le scale tra le caratteristiche abitazioni locali in pietra e cotto, tra cunicoli e viuzze. L’
architettura urbanistica del borgo ha una forma conica e le vie sono disposte su gradoni semicircolari che convogliano in cima al colle dove è posta la chiesa di San Francesco, la quale sovrasta il paese.
Chiesa di San Francesco
La
Chiesa di San Francesco o Santa Maria del Girone in stile romanico-gotico è circondata dal boschetto e prese il posto di un’antica fortificazione militare smantellata nel ‘400. All’interno conserva una pregiata “Madonna del Rosario” di Simone De Magistris, stucchi in stile barocco, un Crocifisso ligneo e un tabernacolo del’600. Attualmente la struttura viene utilizzata per speciali eventi dalla Confraternita del Santissimo Sacramento.
Palazzo Leopardi
Prendiamo la discesa passando tra antichi palazzi fino al Palazzo Leopardi, in prossimità della Porta San Biagio. Una singolare costruzione attira il nostro sguardo “la Casa delle Colonne” con blocchi di pietra spugna (noto anche come il Tempietto dell’Orologio). L’edificio neoclassico venne realizzato nell’800 dall’artista Fortunato Duranti, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Terminiamo il nostro tour con una visita magnifica.
Il
Santuario Madonna dell’Ambro prende il suo nome dal vicino
Torrente Ambro, è uno dei santuari delle
Marche più antichi e più visitati (dopo
Loreto).

Definito anche
la piccola Lourdes dei Monti Sibillini, è situato a 658 m di altitudine, incastonato tra
Monte Priora e Monte Castel Manardo.

Il
Santuario ha avuto origine dall’ apparizione della
Vergine ad una bambina di nome
Santina sordomuta fin dalla nascita. In cambio delle preghiere e delle offerte di fiori che la ragazza era solita portare presso un’immagine della
Madonna posta nella cavità di un faggio, la
Santa Vergine le dette il dono della parola.
Il
Santuario, il porticato ed il campanile risalgono al 1037 quando i feudatari del luogo, legati
all’Abbazia Benedettina di S. Anastasio, la abbellirono donando ai frati alcuni beni. Nel 1602 l’edicola divenuta troppo piccola e danneggiata dall’usura del tempo, fu ricostruita più grande, ma nell’anno successivo, l’architetto
Venturi di
Urbino iniziò la costruzione di una nuova grande chiesa incorporandovi la precedente in modo che l’immagine della
Madonna, attraverso un ampio finestrone, apparisse come pala dell’altare maggiore. A tutt’oggi è ancora così: la statua di
Maria, una figura
maestosa, scolpita in pietra e seduta in trono, sorride dalla grata sopra l’altare.

All’interno della chiesa ci sono dipinti di
Sibille, a testimonianza di quanto la tradizione della
Sibilla sia così radicata negli abitanti di questa terra che la connotazione negativa è una deformazione avvenuta soltanto in epoca recente: nel passato il sacro ed il profano si intrecciavano continuamente e senza traumi.

Oltre alla spiritualità, presente in questo luogo, visitare il
Santuario consente di accedere a luoghi di
indiscutibile bellezza.
Al termine delle visite ,rientro a Roma previsto in serata e fine dei servizi.
LA QUOTA COMPRENDE:
- Itinerario con pullman G.T.
- 3 Pernottamenti in hotel 4 * Villa Pigna con trattamento di colazione e cena
- Cena di Capodanno del 31/12 con veglione
- 2 pranzi tipici
- Bevande ai posti (1/4 di vino, 1/2 litro di acqua)
- 1 aperitivo brunch il 31/12
- 1 degustazione di olive ascolane
- Guida autorizzata Regione Marche
- Accompagnatore de I VIAGGI DI GIORGIO
- Gadget
- IVA di legge al 22%
- Assicurazione medico bagaglio e annullamento
LA QUOTA NON COMPRENDE:
- Auricolari € 15,00
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- Tutto quanto non espressamente menzionato ne LA QUOTA COMPRENDE
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