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Cosa è incluso
Un’avventura indimenticabile in un Paese straordinario
Vi sono molti modi di effettuare un viaggio Nepal ma l’approccio di questo tour, oltre alle meraviglie culturali e paesaggistiche che Vi presenta, è caratterizzato dall’aspetto architettonico. Uno degli hotel previsti, è una vera e propria reggia, un palazzo Newari trasformato in albergo, mantenendo tutta l’atmosfera dei loro antichi proprietari. Altre sistemazioni sono davvero uniche, 5 stelle mentre altre, anche se molto semplici, sono ubicate in luoghi che rendono il Viaggio UNICO E INDIMENTICABILE. Vi sembrerà di toccare il cielo …. con le mani. Inoltre sono previste delle VISITE UNICHE DI ALCUNI VILLAGGI CHE NON SONO TOCCATI DAL TURISMO. Il tour è stato organizzato durante il Diwali, la festa delle “luci”, dove troverete un intero Paese in festa illuminato da migliaia di candele come in un fiaba. Alcuni fedeli rilasciano a Pashupatinath lumini e tutto il tempio è illuminato.
11 giorni di spiritualità coinvolgente e multiforme associata a paesaggi unici al mondo e tanta cultura e architettura. Questo Viaggio sarà indubbiamente uno di quei viaggi che ti lascia qualcosa anche quando torni, e che forse non sparirà mai dai ricordi. Tutte le aspettative, saranno pienamente soddisfatte da un viaggio ricco di conoscenze, persone, colori, animali, natura, libertà.
Vi sono anche importanti siti patrimonio dell’Unesco
Descriverlo tutto qui sarebbe davvero impossibile.
Un altro testo mistico tibetano, di lettura più agevole, è il poema che s´intitola La Legge del Buddha tra gli uccelli, ghirlanda preziosa. In una delle strofe il gallo dice:
Il compiere azioni mondane non ha fine.
Nella carne e nel sangue non c´è stabilità.
Mara, Signore della Morte, non è mai assente.
L´uomo più ricco se ne va solo.
Siamo obbligati a perdere coloro che amiamo.
Dovunque guardiate, nulla v´è di sostanziale.
Mi comprendete?
Gli animali durante il Diwali vengono celebrati e ringraziati.
1° GIORNO: ROMA – KATHMANDU
Partiremo da Roma con un volo di linea con scalo per Kathmandu. Pasti e pernottamento a bordo.
2° GIORNO: KATHMANDU – KIRTIPUR – NAGARKOT
Arrivo a Kathmandu nelle prime ore del mattino. Operazioni di rilascio visto nepalese. Seguirà l’incontro con il nostro rappresentante e l’accoglienza con un tipico benvenuto nepalese. Pernottamento in hotel a Kathmandu.
Tarda mattina partenza per la visita di Kirtipu, attualmente un piccolo villaggio a 5 km da Kathmandu, ma un tempo, un importante centro per il controllo della valle.
Tra le viuzze sorgono templi medievali immersi nella tranquillità di questa città che fu utilizzata come base d’appoggio da Prithvi Narayan Shah, per sferrare attacchi devastanti al regno dei Malla, dopo essere stata presa d’assedio. La resistenza della città fu talmente grande che, una volta conquistata, subì una vera e propria vendetta: a tutti i maschi della città furono mozzati naso e labbra, mentre furono risparmiati soltanto coloro che sapevano suonare uno strumento a fiato per il diletto del re.
La città vecchia si trova in cima ad una collina che domina la strada principale della città.
Molto interessante da vedere è il Tempio di Bagh Bhairav, dedicato al dio Bhairav, nella forma di una tigre, dio protettore di Kirtipur. La facciata del tempio è decorata con spade e scudi appartenenti ai soldati sconfitti durante la conquista. Sacrifici animali sono compiuti durante il martedì e il sabato.
Ci trasferiremo a Nagarkot, un villaggio montano a nord di Kathmandu.
Cena e il pernottamento.
3° GIORNO: NAGARKOT – CHANGU NARAYAN – DHULIKHEL
Sveglia prima dell‘alba per ammirare le montagne circostanti illuminate dai primi raggi del sole, da dove potremo ammirare una magnifica alba sull’Himalaya.
L’alba a Nagarkot.
Tempo permettendo si può infatti godere di una splendida veduta delle più alte vette del mondo, dall’Everest all’Annapurna, veri e immancabili gioielli in un viaggio in Nepal.
Più tardi, dopo aver ammirato ancora una volta le montagne e la valle circostante, lasceremo il nostro hotel per fare una piccola passeggiata in minuscolo villaggio.
Al termine ci muoveremo in direzione di Dhulikhel, fermandoci presso il villaggio di Changu Narayan, ove sorge l’omonimo tempio dedicato a Vishnu (Narayan), dio protettore della creazione, ritenuto uno dei più antichi della valle.
La costruzione di questo tempio è legata ad un’antica leggenda hinduista che vede Vishnu compiere uno dei cinque peccati capitali: uccidere un bramino che si era trasformato in demone. Egli, pensando a ciò che aveva fatto iniziò a girovagare su Garuda, fino ad arrivare a Changu, dove un eremita, non riconoscendolo, lo decapitò. Il rimorso di Visnhu fu talmente grande che decise di vivere sulla collina e stabilì che chiunque fosse venuto a pregarlo, sarebbe stato perdonato dei suoi peccati.
Altra leggenda è quella che lega il tempio a una tradizione buddhista: il tempio risulta essere venerato per il Boddhisattva Avalokiteswara, il Buddha della Compassione di cui il Dalai Lama è incarnazione sulla terra. I Buddhisti credono in una leggenda che racconta che Garuda, la cavalcatura di Vishnu, e Takshaka, il re dei serpenti della Valle di Kathmandu erano impegnati in una cruenta battaglia, quando Garuda invocò Vishnu di aiutarlo, Takshaka fu certo di essere seriamente in pericolo e iniziò a pregare Avalokiteswara, che compassionevole fece finire la battaglia e mise la pace tra i due avversari. Vishnu vergognandosi del suo comportamento durante il conflitto si offrì di trasportare il Boddhisattva a Changu e così creò la particolare icona di Hari hari hari Vahan Lokeswora.
Nonostante le origini leggendarie del tempio, gli storici datano la prima costruzione al II secolo.
La più antica iscrizione scoperta in Nepal si trova sul pilastro dove è scolpita la statua di Garuda Dhwaja. Essa racconta delle vittorie di Manadev I, risalente a circa il 464 d.C, testimonia come il tempio fosse più antico di quanto si potesse pensare. Questa iscrizione testimonia inoltre come fosse costume presso le famiglie reali rendere omaggio alla divinità. La maggior parte degli omaggi furono fatti sotto forma di restauri e ricostruzioni perché il tempio nei secoli subì ripetutamente danni a causa dei terremoti.
La storia di questo tempio è senz’altro molto lunga e ben dettagliata e grazie a questa storia fatta di restauri e deterioramenti si può vedere in un sol colpo l’evoluzione culturale e artistica della Valle di Kathmandu.
La fine arte del tempio si può osservare nelle travi intagliate, nelle campane decorate e nelle numerose statue presenti. In particolare prima del tempio, è situata una statua di Garuda a grandezza naturale inginocchiato davanti a Vishnu, mentre la statua più famosa che potrete vedere è quella del dio che cavalca il suo veicolo.
Dopo la visita ci trasferiremo a Dhulikhel, una tranquilla cittadina a 1550 m sul livello del mare, le cui vedute panoramiche sono pari per bellezza a quelle osservate a Nagarkot, ma che si differenzia essenzialmente per una cosa da questo villaggio: si tratta infatti di un’autentica città Newari. Sulle piazze si affacciano numerosi templi e la vita dei cittadini scorre con i propri ritmi, indipendentemente dalla presenza o meno dei turisti.
Dal villaggio parte la salita per raggiungere il tempio di Kali che svetta sulla collina sopra la cittadina e anche la via più lunga per lo stupa di Namobuddha. Esplorando la parte ovest dell’abitato troverete diversi edifici degni di nota: nella piazza centrale sorge il tempio di Hari Siddhi a tre tetti e il tempio di Vishnu a tre piani fronteggiato da due statue di Garuda in atteggiamento di devozione. Più a sud si trova un santuario dedicato a Buddha, mentre a nord-ovest della piazza centrale si può ammirare un tempio Newari dedicato a Bhagwati Shiva e il moderno Tempio di gita.
Sotto il Vostro hotel.
La vista dal Vostro hotel.
Pernottamento in resort di lusso con vista pazzesca sull’Himalaya.
4° GIORNO: DHULIKHEL – BHAKTAPUR – KATHMANDU (Festa del Diwali)
Prima colazione in hotel, nella splendida terrazza con vista sulle montagne e sulla valle e al termine lasceremo le camere. La mattina sarà dedicata alla visita del Bazar di Dhulikhel, il mercato tipico dove avrete la possibilità di entrare in contatto con la vita quotidiana dei nepalesi.
Questa piccola cittadina sebbene meno ricca di costruzioni monumentali vi permetterà di osservare più da vicino il popolo e i suoi costumi offrendo uno scorcio affascinante sul Nepal che va oltre l’architettura e la natura di questo luogo.
Nella tarda mattina visiteremo Bhaktapur. Molti nepalesi chiamano ancora questa città col nome Newari Khwopa ovvero “Città dei devoti”, nome che si presta particolarmente data la presenza di tre grandi piazze ricche di templi, esempi eccellenti dell’architettura nepalese in netto contrasto con l’atmosfera rurale del posto.
Si tratta di un vero e proprio sito archeologico di una bellezza unica, un luogo in cui passeggiare col naso all’insù tra i bellissimi templi, sarà senz’altro un intrattenimento meraviglioso.
Questa città vi regalerà, con la sua atmosfera medioevale intatta nei ritmi, nelle preghiere, nei canti sacri, emozioni indimenticabili.
Visiteremo la Durbar Square, un tempo molto più ricca di oggi, ma che è stata dilaniata dal terremoto del 1934.
Tutta la porzione settentrionale della piazza è occupata dal Palazzo Reale che originariamente possedeva 99 cortili di cui oggi ne sopravvivono solo una mezza dozzina, mentre una statua in bronzo del re Bhupatindra Malla guarda in direzione dei propri alloggi, dalla cima della colonna sulla quale è situata.
Accanto alla statua sorge il Tempio di Vatsala Durga che segue gli stili architettonici del Krishna Mandir di Patan. Di fronte al tempio si trova la grande campana di Taleju installata nel 1737 per suonare in occasione delle preghiere.
Una campana più piccola sul plinto del Tempio di Taleju viene detta “campana che abbaia”: si dice infatti che ogni volta che suona i cani abbaiano e ululano.
Accanto al Tempio di Vatsala Durga si trova una vasca infossata e riccamente decorata che presenta un’elegante fontana a forma di makara (animale mitologico simile al coccodrillo).
Due massicci leoni in pietra sorgono invece sul lato ovest e qui sorgono due statue: una del terribile Bhairab (incarnazione distruttiva di Shiva) e una di Ugrachandi (la sua consorte). La leggenda vuole che all’artista furono amputate entrambe le mani per impedirgli di eguagliare tale splendore.Come al solito i particolari da osservare in queste ricche piazze, sono tantissimi.
Ci dirigeremo verso il Tempio di Nyatapola, alto ben 30 metri e costituito da 5 piani. Il tempio sovrasta la città quasi come un enorme abete, costruito nel 1702 con i migliori materiali dato che il terremoto del 1934 gli inflisse solo pochi danni. I guardiani protettori costeggiano la scalinata di accesso e, a mano a mano che si sale, si notano elefanti con selle floreali, leoni adorni con campane, grifoni rostrati con corna di ariete e infine due dee: Baghini e Singhini. Ogni figura deve infatti essere dieci volte più forte di quella al piano inferiore.
Sul basamento inferiore si trovano i monumenti dei due leggendari lottatori, Jayamel e Phattu, raffigurati mentre brandiscono in ginocchio due grandi mazze.
La costruzione è dedicata a Siddhi Lakshmi, crudele incarnazione di Durga (Parvati) ed una statua le è dedicata, ma così terrificante che la sua vista è consentita solo ai sacerdoti del tempio, mentre a chi non è permesso entrare sono riservate delle rappresentazioni meno feroci riportate sul “timpano” che sovrasta la porta e sulle 180 travi che sorreggono il tetto.
La vostra passeggiata proseguirà quindi con il Tempio di Bhairabnath, consacrato a Bhairab, la terribile incarnazione di Shiva (mentre la sua consorte risiede nel tempio dall’altro lato della piazza). La divinità è rappresentata da una testa senza corpo, alta circa 15 cm ed è possibile fare offerte al tempio mediante una buca nella porta centrale.
Due leoni d’ottone sorvegliano l’ingresso e sorreggono una bandiera nepalese, mentre a destra della porta si trova un’immagine dipinta di Bhairab decorata con una macabra ghirlanda di budella di bufalo.
Si arriverà al Pottery Centre. Si tratta di una grande piazza, nascosta tra le viuzze della città. La particolarità di questo luogo sono le innumerevoli ruote da vasai e le file di vasi messi ad asciugare, si tratta infatti del centro dell’industria della ceramica di Bhaktapur. Diversi negozi vendono i prodotti finiti sulla piazza, mentre dietro di essa gli artigiani proseguono nella cottura di questi meravigliosi esempi di artigianato. Anche qui non mancano i templi: un Santuario di Ganesh, un Tempio di Vishnu e un Tempio di Jeth Ganesh il cui sacerdote viene scelto nella casta dei vasai, decorano questo delizioso ritaglio di vita lavorativa quotidiana.
Consigliamo di salire presso uno dei bar situati in cima a una delle torri-tempio, per prendere un the e ammirare da qui il panorama suggestivo della piazza.
Ci dirigiamo quindi verso Tachupal Tole, in origine la piazza centrale di Bhaktapur e sede della corte reale fino al XVI secolo. Qui avremo modo di soffermarci al Tempio di Dattatreya, risalente al 1427 e situato sul margine orientale della piazza. Si tratta di un tempio a tre piani che poggia su una base di mattoni e terracotta decorata con scene erotiche e due lottatori, come nel Tempio di Nyatapola, sorvegliano l’ingresso.
Consacrato a Dattatreya, una divinità che possiede elementi di Brahma, Vishnu e Shiva, mostra, comunque sia, una supremazia di Vishnu sugli altri due, dovuta alla presenza di alcuni elementi architettonici tipici appunto di questa divinità.
Per godere al meglio delle atmosfere di questa città, sarà lasciato tempo libero per poter passeggiare liberamente.
Seguirà una visita di Boudhnath, un luogo unico che pulsa ogni giorno di vita. Si tratta di uno stupa [1] di altissimo livello. Qui ogni giorno migliaia di pellegrini si incontrano per camminare, come vuole la tradizione, intorno alla cupola centrale. In questo luogo si manifesta la cultura buddhista tibetana, le stradine intorno allo stupa sono ricche di laboratori che producono candele, corni, tamburi e campane e altri oggetti necessari alla vita di culto buddhista.
Un tempo lo stupa era una stazione di posta molto importante nella regione, qui i mercanti si fermavano per pregare e propiziare il viaggio prima di partire ed oggi lo stupa attira molti discendenti delle popolazioni tribali tibetane. Vi sarà anche possibile vedere occidentali con indosso le tipiche vesti di preghiera marroni, infatti molti monasteri intorno allo stupa hanno aperto le porte a studenti stranieri.
Il primo stupa risale al 600 d.C. che, come vuole la leggenda, fu voluto dal re tibetano come atto di penitenza per aver ucciso accidentalmente il padre. Comunque sia lo stupa di oggi non è altro che una ricostruzione in quanto l’originale fu demolito nel XIV secolo.
Ogni parte del complesso è perfettamente proporzionata, tanto da rendere unico lo stupa che, si dice, conservi un frammento d’osso del Buddha Storico.
Un numero molto elevato di ruote di preghiera è presente tutto intorno alla base, all’interno di 147 nicchie.
Oltre a questo stupa centrale, molti sono i monasteri che sorgono nella zona, per esempio possiamo trovare diversi gompa (monasteri buddhisti) dedicati a Maitreya, Buddha del futuro, a Sakyamuni, Buddha Storico, e all’interno di questi si trovano scuole buddhiste, sale di preghiera con strumenti musicali e pitture magnifiche. Al calar della sera è il momento migliore per assistere alla preghiera dei pellegrini.
Al termine ci sistemeremo nelle camere del Hyatt Regency Kathmandu, un palazzo in stile nobiliare che vi stupirà dal principio, con il suo vasto ingresso dove si fondono lo stile Newari e il più moderno Malla. All’interno diversi splendidi stupa collocati negli atri sono protagonisti della cerimonia di accensione dei lumi al tramonto. Molte camere dispongono di una pregevole vista sul vicino Stupa di Bodhnath. Nel centro benessere potrete sottoporvi al trattamento ayurvedico shirodhara, un fluire lento e costante di olio tiepido sulla fronte.
Sopra il vostro hotel. In serata si parteciperà alla Festa del Diwali.
5° GIORNO: KATHMANDU – PATAN
Prima colazione in hotel.
Seguirà la visita della più grande città del Nepal, l’affollata e frenetica capitale: Kathmandu. Yen, come viene chiamata in lingua Newari, lambita dai fiumi Bagmati e Vishnumati, si schiude tra i contrafforti della catena himalayana a 1300 m di altitudine, nella valle del Nepal centrale: Valle di Kathmandu, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1979.
L’architettura della città è il risultato di un’interessante miscela delle culture buddhista e hinduista, che conferisce a templi e palazzi un aspetto inconfondibile.
Ci sposteremo quindi per visitare il centro storico: Durbar Square.
Questa piazza è il cuore storico della città vecchia e il più importante patrimonio architettonico tradizionale. Camminare ed osservare questo luogo fa perdere la cognizione del tempo, donando uno sguardo alla più antica atmosfera di questa città. L’area di Durbar Square è costituita di tre piazze collegate: Basantapur Square, Hanuman Square e per l’appunto Durbar Square.
La nostra visita avrà inizio con il Kasthamandap (letteralmente rifugio coperto di legno) tempio a tre piani in stile pagoda a Maru Tole. Il tempio è uno dei più antichi e noti, oltre a possedere dimensioni notevoli e non ultimo, Kathmandu, secondo alcuni, deve il proprio nome proprio a questo edificio (inoltre come ricorderete Kathmandu dà il nome all’intera valle). La fondazione del Maru Stal, altro nome del tempio, risale al 1596, ad opera del re Laxmi Narsingh Malla e si narra che il legno che lo costituisce sia stato preso da un unico albero [2]. Inizialmente l’edificio serviva a raccogliere i visitatori prima delle cerimonie principali (mandap è un rifugio per pellegrini), successivamente venne trasformato in un tempio dedicato Gorakhnath, un’asceta del XIII sec. Ritenuto il più grande maestro dei Nath una delle 5 iniziali tradizioni induiste. All’interno del tempio si trova una statua dell’asceta, assai rara, data la tradizione di rappresentare questo maestro solo con le sue orme dei piedi.
Visitiamo quindi la Casa-Tempio della Dea Vivente [3].
Si tratta del Kumari Bahal o Kumari Ghar. La costruzione fu eretta nel 1757 ed è nel tipico stile dei vihara buddhisti.
Il cortile interno (Kumari Chowk) è circondato da tre balconate in legno perfettamente intagliato e contiene uno stupa in miniatura adornato con i simboli della dea della sapienza, Saraswati. Di fronte al Kumari Bahal si possono inoltre osservare delle guide in legno dipinto, le cui estremità sono considerate sacre. Esse servono a muovere il carro che trasporta la giovane dea vivente durante la festa annuale di Indra Jatra.
Potremo vedere quando la Kumari Devi (Kumari = bambina Devi = dea) si affaccia dalla finestrella templare e se poi essa si mantiene silenziosa e impassibile, vorrà dire che i desideri espressi da ciascuno dei presenti potranno avverarsi.
Il tempio più grandioso di Durbar Square è senz’altro il Tempio di Taleju.
Eretto nel 1564 in onore della dea indiana Taleju Bhawani, che divenne la divinità principale dei Malla, una sorta di dea reale a cui infatti fu dedicato un tempio a Kathmandu da Mahendra Malla (templi similari si possono trovare anche a Patan e Bhaktapur).
La posizione dominante nella piazza è dovuta al suo basamento a 12 livelli (il tempio raggiunge un’altezza di 35 metri) e sempre 12 sono i templi in miniatura che sorgono all’altezza dell’ottavo anello che forma un muro, come a voler racchiudere il tutto in una splendida ghirlanda e all’interno delle mura si trovano altri quattro piccoli templi a cui corrispondono altrettanti portali magnificamente scolpiti.
Una curiosità del luogo è un piccolo santuario sul lato occidentale del complesso. Un albero è letteralmente sbucato dal suo tetto, schiacciando l’intera struttura.
Purtroppo l’ingresso nel complesso è chiuso al pubblico ed anche per gli hindu esso è limitato alla sola festa annuale del Dasain, un’importantissima festa nepalese che commemora la vittoria degli dei sui demoni.
Ammireremo dall’esterno il Palazzo Reale Hanuman Dhoka. In origine il complesso contava 35 cortili e si estendeva fino a New Road, ma il devastante terremoto del 1934 ridusse il palazzo agli attuali 10 chowk (cortili). Una statua del dio-scimmia Hanuman è posta a protezione dell’ingresso (dhoka) del palazzo e da ciò prende il nome. La statua risalente al 1672 è avvolta in un mantello rosso ed è riparata da un parasole. Ormai il volto del dio è scomparso sotto uno spesso strato di pasta arancione applicata da generazioni e generazioni di fedeli.
Il chowk più famoso, è il Nasal Chowk (dove nasal in nepali significa “colui che danza”). Il cancello del palazzo è presieduto su entrambi i lati da un leone di pietra, uno cavalcato da Shiva e l’altro dalla consorte Parvati. Il cortile prende il nome dalla statua di Shiva danzante ad est del cortile, nascosta in una camera imbiancata. Questo cortile fu utilizzato per le incoronazioni dal periodo dei Rana, fino al 2001, anno in cui venne incoronato re Gyanendra (2001-2008).
Nell’angolo nord-occidentale del nasal chowk sorge il Panch Mukhi Hanuman, con i suoi cinque tetti rotondi. L’ingresso è consentito esclusivamente ai sacerdoti.
A ovest del nasal chowk sorge un’ala del palazzo edificata dai Rana, oggi adibita a museo e dedicata al re Tribhuvan e alla sua vittoriosa rivolta contro il regime Rana.
Le quattro torri rosse che lo circondano rappresentano le quattro città più antiche della valle: Kathmandu o Basantapur, Kirtipur, Bhaktapur o Lakshmi Bilas, Patan o Lalitpur.
Attualmente gli altri cortili sono chiusi al pubblico.
Il pomeriggio sarà dedicato alla visita della città di Patan che molti abitanti chiamano ancora con l’antico nome sanscrito Lalitpur “Città della Bellezza” o con quello Newari Yala.
Si tratta dell’antica capitale del regno, oggi divenuta quasi un sobborgo di Kathmandu, situata sull’altra sponda del fiume Bagmati.
Inizialmente la città fu progettata con la forma del Dharma-Chakra buddhista (Ruota della giustizia). Qui la maestria degli artisti Newari raggiunge il massimo splendore nell’architettura dei templi, delle case e delle piazze.
La città offre un’antica tradizione buddhista che si è insinuata anche nei suoi templi hindu. Come vuole la tradizione, i quattro stupa che sorgono in corrispondenza dei quattro punti cardinali furono fatti erigere dal grande imperatore buddhista Ashoka intorno al 250 a.C.
La maggior parte degli edifici storici di Patan risale al XVI, XVII e XVIII secolo, durante il periodo Malla, infatti la città fu governata da nobili locali fino all’avvento del re Shiva Malla di Kathmandu.
Il cuore di questo magnifico centro abitato corrisponde all’antica Durbar Square da cui si dipartono quattro vie che portano agli stupa di Ashoka.
Come a Kathmandu, infatti Durbar Square si trova di fronte all’antico palazzo reale e la sua è senz’altro la più grande e straordinaria rassegna di architettura Newari di tutto il Nepal.
Su questa magnifica piazza vedremo affacciarsi al limite settentrionale, il Tempio di Bhimsen (dio del commercio e degli affari), e Manga Hiti, una delle numerose fontane che abbelliscono Patan.
Il Tempio di Vishwanath sorge a sud del Tempio di Bhimsen ed esso è consacrato a Shiva (quando le porte sono aperte è possibile vedere l’enorme lingam all’interno) e proseguendo nella piazza non si può non notare lo splendido Krishna Mandir, un tempio a tre piani costruito, invece che con mattoni e legno, in pietra intagliata.
Questo tempio fu edificato per volontà del re Siddhinarsingh Malla nel 1637 e non si può non notare nel progetto, la notevole influenza indiana (da notare lo shikhara, l’alta guglia, nel tipico stile dell’India settentrionale). L’ingresso è consentito ai soli hindu e purtroppo non sarà possibile ammirare la statua di Krishna (pastore, incarnazione di Vishnu).
In cima ad una colonna di fronte al tempio vedremo Garuda, l’uomo-uccello, cavalcatura di Vishnu, in ginocchio e a braccia conserte.
Si può quindi osservare passeggiando, il Tempio di Jagannarayan, consacrato a Narayan, una delle incarnazioni di Vishnu e risalente al 1565 che sembra essere il più antico tempio della piazza.
A sud di questo tempio si trova un’alta colonna su cui poggia una statua in ottone del re Yoganarendra Malla e delle sue regine, risalente al XVIII secolo.
Dovete sapere che questa statua è molto particolare, infatti sulla testa del re c’è un cobra e sopra di questo un piccolo uccello in ottone.
La leggenda narra che finché l’uccello si troverà sulla testa del re, egli potrà tornare nel suo palazzo. Questo è il motivo per cui le porte e le finestre del palazzo rimangono sempre aperte ed un hookah (narghilè) viene sempre tenuto pronto.
In caso contrario, che quindi l’uccello voli via, l’elefante di pietra sul lato orientale del tempio di Vishwanath andrà a bere alla fontana di Manga Hiti.
C’è poi il Tempio di Hari Shankar, in cui sono scolpite scene di torture per i dannati, in netto contrasto con le usuali scene erotiche che possiamo trovare ad ornare i tetti dei templi e a sud di questo si trova una grande e antica campana, che i postulanti potevano suonare per avvisare il re del proprio malcontento.
Il Tempio di Krishna, costruito nel 1723, chiude quest’incantevole piazza, con le sue affinità architettoniche con Krishna Mandir, nella parte settentrionale di Durbar Square.
Tutto il lato orientale è occupato dal Palazzo Reale di Patan, una delle più belle strutture del Nepal nonostante sia stato costruito nel XIV secolo, ampliato nei secoli XVII e XVIII e successivamente restaurato più volte.Esso presenta una bizzarra facciata, con cornicioni sporgenti e finestre scolpite con delicate imposte di legno.Una delle migliori collezioni di arte religiosa dell’Asia è conservata nel Museo di Patan, una parte del palazzo, un tempo residenza dei Malla.Le bellezze di Patan di certo non si esauriscono in Durbar Square, anzi, l’infinità di squisitezze architettoniche sarà tutto intorno a voi.
Visiteremo il Tempio d’Oro (Kwa Bahal), conosciuto anche come Hiranya Varna Mahavihara, così chiamato per via delle lastre dorate che ne ricoprono gran parte della facciata ricoperta di rilucenti figure. Si tratta di uno straordinario monastero buddhista fondato probabilmente nel XII secolo, ma che occupa la posizione attuale, appena a nord di Durbar Square, dal 1409. Esso è caratterizzato da due straordinari portali, uno stretto in pietra e l’altro di legno. Due elefanti in pietra sono a guardia del portone, mentre la facciata è ricoperta di rilucenti figure buddhiste, questo vi può far intendere la magnificenza di questo tipo di architettura. All’interno del tempio potrete osservare gli sgargianti leoni dipinti e la firma del maestro scultore che lavorò il portale.
Accedendo al tempio vi sarà chiesto di togliere le scarpe e tutti gli accessori in cuoio. Particolarità di questo tempio sono le tartarughe che gironzolano per il cortile interno, considerate le guardiane dell’intero complesso ed altra particolarità è senz’altro il sacerdote più importante: egli ha 12 anni ed officia per 30 giorni prima di cedere l’incarico ad un altro ragazzo.
Sempre all’interno potrete osservare la statua di Sakyamuni (Siddharta Gautama, meglio conosciuto come il Buddha storico).
Sui due lati opposti del cortile sorge una statua di Tara Verde (rappresenta l’attività compassionevole e la conoscenza dell’intrinseca vacuità di ogni dualismo) e una di Bodhisattva Vajrasattva (fautore della purificazione grossolana, sottile e ultrasottile di corpo, parola e mente del discepolo) raffigurato con indosso un cappuccio d’oro e argento.
Sempre a nord sorge il Tempio di Kumbeshwar, uno dei tre templi a cinque tetti della valle.
Elevandosi al di sopra della città con i suoi stupendi intagli in legno è sicuramente uno spettacolo unico. Questo tempio è dedicato a Shiva e lo possiamo capire dalla statua di Nandi (il toro di Shiva). I due laghi ai piedi del tempio si dice siano colmi delle acque del sacro lago di Gosainkund raggiungibile con un lungo trekking e si dice anche che lavarsi nelle acque del Tempio sia di tanto merito quanto bagnarsi nelle acque del lago sacro.
Si possono notare molti altri templi tutti intorno, ma un luogo in particolare è particolarmente utile per comprendere la vita di tutti i giorni degli abitanti di questa splendida città: la fontana Konti Hiti. Qui infatti le donne del luogo si riuniscono per socializzare, lavare i panni e riempire d’acqua le brocche.
Fino a qui ci siamo mossi a nord di Durbar Square, ma anche a sud si trovano diversi luoghi d’interesse tra cui vale la pena di ricordare il Tempio di Bishwakarma dedicato alla divinità protettrice dei carpentieri e degli artigiani. La facciata è ricoperta di lamine di rame lavorate a sbalzo e tutto il luogo risuona delle martellate dei vicini laboratori che si alternano a numerosi negozi di oggetti di ottone.
Ancora più a sud sorge il Tempio di Minnath che, con i suoi vivaci colori, sorge al centro di un cortile in cui è ammassato del legname che ogni anno serve a costruire un carro che porta la statua di Minnath in processione per la città durante la festa di Rato Machhendranath. E se avrete modo di vederlo e di chiedervi che ci fanno tutte quelle pentole e quei vasi appesi, beh vengono inchiodati alle travi del tempio dai fedeli.
Dall’altra parte della strada sorge il Tempio di Rato Machhendranath, dio della pioggia e dell’abbondanza, eretto nel 1673, in cui vengono celebrate alcune cerimonie durante la festa a cui prima è stato accennato.
Questo straordinario tempio a tre piani rappresenta il luogo d’incontro tra buddhismo (per cui la divinità è l’incarnazione di Avalokitesvara) e hindudismo (per cui la divinità è l’incarnazione di Shiva). I quattro portali d’accesso decorati sono sorvegliati da leoni di pietra e quattro demoni, chiamati kyah, sono posti ai quattro angoli, mentre sul lato frontale è posta una moltitudine di animali di metallo.
Il sud-est di Durbar Square è ricco di piccoli templi dedicati a Shiva e Vishnu, ma in un minuscolo cortile, nascosto in uno stretto passaggio si trova il Tempio di Mahabouddha.
Il tempio è ricoperto di piastrelle di terracotta, centinaia e centinaia, e su ciascuna delle quali è raffigurato un Buddha, da qui il nome “Tempio dei Mille Buddha”. Il tempio risale al 1585, ma come tanti edifici è stato ricostruito dopo il terremoto del 1934 e, in mancanza del progetto originale, si finì per costruire un edificio diverso. Mattoni e piastrelle che avanzarono furono utilizzati per costruire il santuario dedicato alla madre di Buddha, Maya Devi.
Pregevoli statuette di metallo sono vendute nei negozietti circostanti. Esse sono realizzate nel tipico stile di Patan ed a volte vengono esposte nella piazza intorno al tempio.
Cena e pernottamento.
P.S. le visite di Kathmandu, possono essere effettuate anche in altro girono. Dipende dal traffico che troveremo
6° GIORNO: KATHMANDU – DAKSHINKALI – PARCO NAZIONALE DI CHITWAN
Prima colazione in hotel e trasferimento a Dakshinkali, una località a pochi km da Kathmandu, famosa per il tempio dedicato alla dea Kali dove il martedì e il sabato centinaia di fedeli offrono dei doni quali fiori, frutta e incenso, ma anche galli e capretti che vengono sacrificati alla dea.
Un’emozione fortissima, sconsigliata a chi non sopporta la vista del sangue, ma di certo da non perdere per chi non ne soffre e desidera conoscere riti antichissimi.
Il sangue degli animali, una volta sgozzati e decapitati, verrà infatti utilizzato per cospargere i bassorilievi che raffigurano la dea, al fine di placarne la sete.
In questo luogo il profumo degli incensi si mischia con quello delle carni arrostite, l’oro con il carminio e tutto si colora dello splendore e dell’orrore dei più antichi rituali.
Il luogo è situato alla confluenza di due fiumi sacri, in una foresta che, nei giorni dedicati al sacrificio, risuona del banchettare dei fedeli che passano tutta la notte mangiando le carni il cui sangue è stato dedicato alla dea.
L’ingresso al cortile interno dove è conservata una statua di Kali, è consentito solo agli hindu.
Si prosegue per il Parco Nazionale di Chitwan (dove chitwan è un termine hindu che significa “cuore della giungla”), nella regione meridionale del Terai (dal persiano “lande umide”) a sud delle colline Siwalik, istituito nel 1973 anche se già nel XIX secolo era zona protetta in quanto riserva di caccia per aristocratici nepalesi e stranieri. Questa è una delle principali attrattive del Nepal che dichiarata nel 1984 dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Si tratta di una grande riserva naturale che si estende su un’area di oltre 932 kmq, ricoperta di altissime erbe foreste pluviali e paludi, puntellata da molti laghetti, oltre al fiume Rapti e il fiume Narayani. La riserva è popolata da rinoceronti indiani unicorno, tigri, coccodrilli, elefanti, buoi della giungla, orsi labiati, leopardi, sciacalli, cinghiali e 450 tipi di uccelli, ma ricordate che la maggior parte degli animali vive di notte e sarà per questo che si tratterà di rari incontri con i grandi animali della riserva. L’orizzonte è caratterizzato dalla cima dell’Himalaya.
La flora è costituita essenzialmente da foreste di sal (tipico albero che cresce alle pendici della catena himalayana e principale specie a legno duro della regione) e vaste zone di phanta (prateria).
Per quanto riguarda la fauna, come potete aver capito, vi sono un’infinità di specie, nonostante la costante opera distruttiva dei bracconieri, e vale la pena stare attenti, perché avrete modo di vedere una moltitudine di specie di farfalle, alcune anche grandi quanto una mano! Per arrivare al nostro hotel, attraverseremo la foresta dei villaggi delle tribù Tharu che vivono ai confini del parco, tutt’intorno alla città Sauraha. Per queste genti la principale fonte di sostentamento è l’agricoltura, ma, lungi dall’essere banale, questa popolazione è ricca di sorprese e curiosità. I Tharus sono considerati i diretti eredi di Siddhārtha Gautama Buddha, il maestro illuminato guida e principio del buddhismo, le cui origini sono state concordemente individuate a Lumbini città per l’appunto nella valle Terai. Tra le particolarità di queste popolazioni spicca la resistenza genetica alla malaria, oggetto di studio da parte di diversi team internazionali. Dal punto di vista culturale loro stessi si definiscono genti della foresta, dove hanno abitato per centinaia di anni praticando la caccia, la raccolta e la coltivazione con rotazione dei campi e maggese, basata su riso, senape, lenticchie e frumento.
Durante il pomeriggio si faranno delle attività nella foresta, in particolare un primo safari nel parco, in jeep o elefante.
Vale a questo punto spendere qualche parola sulla particolare esperienza di fare escursioni a dorso di un elefante, che per molti rappresenta l’esperienza più emblematica da fare in questo meraviglioso parco. Questi colossi di cinque tonnellate, infatti permettono di entrare in contatto con la natura che tollera più facilmente gli elefanti che le jeep. Inoltre gli elefanti nascondono in maniera efficacie la presenza umana, neutralizzandone l’odore. Fin qui sono stati enunciati i pro, ma ovviamente ci sono dei contro. In primo luogo, non è molto confortevole e i metodi di addestramento tradizionali dei mahout che sferzano con bastoni le teste dei pachidermi e utilizzano uncini di metallo (nuovi metodi di addestramento sono stati introdotti dal WWF che ha promosso un’iniziativa di addestramenti di tipo psicologico, per evitare appunto i dolorosi metodi tradizionali). Appena arrivati primo safari nel parco.
Cena e pernottamento.
7° GIORNO: CHITWAN
Colazione e intera giornata di attività nella foresta!
All’alba ci muoveremo per il secondo safari nel parco, quando gli animali vanno ad abbeverarsi e le tigri a riposare dopo la caccia notturna.
Cominceremo con il safari in canoa sulle acque del fiume Narayani, che è forse il modo con cui è possibile avvistare il maggior numero e varietà di animali, restando pressoché comodi. Particolarità faunistica, che con un po’ di fortuna,( molta) si potrebbe ammirare in questo safari è il coccodrillo gaviale, un lontano parente del coccodrillo di mare australiano. Sono stati ritrovati fossili risalenti a 110 milioni di anni fa che presentano la stessa singolare fisionomia del gaviale, caratterizzata, appunto, da un muso sottile e allungato, dal quale spunta una fila disordinata di denti adatta alla sua dieta a base di pesce.
Il muso termina con una estremità bulbosa chiamata ghara (un vaso locale) da cui deriva il nome hindi del coccodrillo gharial. Nel Chitwan, per arginare il rischio di estinzione, si seguono diversi programmi di allevamento che hanno portato alla liberazione di diversi giovani esemplari in molti fiumi del Terai. In ogni caso moltissime specie di uccelli ci faranno compagnia durante il nostro percorso.
8° GIORNO: CITWAN – POKHARA
Al mattino molto presto dopo la prima colazione si prosegue per Pokhara (ca. 100 km) attraversando le precolline dell’Himalaya. Sul Siddhartha Highway si raggiunge la pittoresca valle di Pokhara (890 m) sullo sfondo l’imponente muraglia dell’Himalaya. Il lago riflette le vette innevate del Macchrapuchare (6997 m), Lamjung (6900 m), Manaslu (8163 m) ed altre vette.
Valle di Pokhara: un paesaggio naturale molto bello e suggestivo da cui poter ammirare la magnifica catena dell’Himalaya come mai potreste immaginare. Considerata a pieno titolo il ruolo di prima città turistica del Nepal, lontana dal caos ed immersa nell’aria pura di queste straordinarie vette e considerata la porta dell’Annapurna (il più famoso tra gli itinerari di trekking), un impressionante massiccio, parte integrante dell’Himalaya.
Pokhara è posta ai piedi delle più alte vette del pianeta, nei pressi di tre laghi e della gola del fiume Seti (famoso per le escursioni in kayak).
All’arrivo faremo una prima visita al centro storico della cittadina ricco di tesori architettonici Newari, per avere un’idea della città prima dell’avvento del turismo.
Potrete fare un giro per i bazar e i vivaci locali che affollano il lungolago.
Interessante è fare una bizzarra esperienza dal barbiere. Ovunque, infatti, sul lungolago ci si può imbattere in saloni di bellezza per signore e appunto barbieri per signori.
Una rasatura alla nepalese comprende infatti un massaggio con balsamo di allume di roccia, saranno massaggiati viso, testa (occhi compresi) e volendo anche un rinfrancante massaggio al collo e alle spalle.
Il turismo è giunto qui solo negli anni ’90 dopo che fu visitata dai primi occidentali negli anni ’70, a parte pochi esploratori precedenti, mentre la moltitudine di locali e bar deriva essenzialmente dallo straordinario sviluppo avvenuto negli anni ’80. Per un decennio il conflitto tra governo e maoisti ha arrestato la crescita, ma oggi con la fine delle ostilità Pokhara si sta riprendendo.
La città è ricca di cose da vedere a partire dallo stupendo lago che ne rappresenta la fonte vitale. Esso è il secondo lago per grandezza in Nepal e nelle giornate di cielo terso rappresenta uno specchio in cui si riflette la pittoresca bellezza delle montagne che costituiscono l’incantevole scenario.
Questa eterogenea città presenta anche una notevole quantità di intrattenimenti, sia quelli adatti agli spiriti più avventurosi che a quelli più contemplativi.
La città vecchia a nord della vivace Mahendra Pul può dare un’idea di come fosse Pokhara prima dell’avvento del turismo. Al suo interno si celano preziosi tesori architettonici Newari con elementi decorativi in mattoni e finestre intagliate in legno. Nella Pokhara vecchia vi sono numerosi negozi di oggetti sacri, di ceste e di ceramiche. Il Tempio di Bhimsen al suo interno è dedicato al dio Newari del commercio, il santuario a due piani risale a oltre due secoli fa ed è decorato con sofisticati ed intricati intagli. Risale invece al XVII secolo un altro tempio degno di nota presente nella Pokhara vecchia: il Tempio di Bindhya Basini, consacrato a Durga, l’incarnazione guerresca di Parvati, qui venerata nella forma di salingram (ammonite fossile).
Cena e pernottamento. Il Vostro hotel (foto sotto) è situato su un’isola al centro del lago.
9° GIORNO: SARANGKOT – BUDHANILKANTHA – KATHMANDU
Prima dell’alba avremo modo di raggiungere Sarangkot, un piccolo villaggio a 1.050 m di altitudine, da dove si gode una fantastica vista del lago e, nelle giornate limpide (speriamo di trovarle anche noi), di un lungo tratto della catena himalayana, dal Dhaulagiri (8.167 m) a ovest alla perfetta sagoma piramidale del Machhapuchhare (6.997 m) a est da cui potrete ammirare la cima arrotondata dell’Annapurna e la sagoma piramidale del Machhapuchhare.
Il sole a quest’ora tinge le vette d’un colore paradisiaco e potrete ammirare questo spettacolo per cui sicuramente non ci sono parole sufficienti atte a descriverlo, da diversi punti panoramici tra cui una torre o una distesa erbosa per l’atterraggio degli elicotteri. Visiteremo quindi il villaggio di Sarangkot, appena al di sotto del crinale, da cui sale una scalinata fino a uno spettacolare punto panoramico tra le rovine di un antico forte, il termine kot in nepali significa appunto “forte”.
Dopo la visita rientreremo all’hotel per la colazione e visiteremo due importanti templi di Pokhara lo Shanti Stupa e il Mandir di Varahi. Per visitarli saliremo a bordo di alcune barche a remi per attraversare il lago.
La “Pagoda per la pace nel mondo” o Shanti Stupa, è collocata sul picco dell’Anandu sospesa su un ripido crinale (640m) che domina il Phewa Tal. Una pagoda per la pace è uno stupa buddhista concepito per le persone di ogni razza e credo che concentra e unisce il desiderio di pace. La maggior parte di essi sono stati costruiti sotto la guida del monaco buddhista giapponese Nichidatsu Fuji, che dedicò la sua vita alla diffusione della non violenza ispirato da un incontro con il Mahatma Ghandi (1931). Le prime pagode della pace furono costruite nel 1966 a Hiroshima e Nagasaki e nel 2000 sorgevano ormai ben 80 pagode per la pace in tutto il mondo.
Il monumento è una meta religiosa visibile da qualsiasi punto della valle di Pokhara ed è l’unico stupa collocato ad una tale altezza in questa zona.
Il maestoso disegno iniziale fu concepito da Nispranjan Myohoji e la sua realizzazione finanziata da Monk Litikowo.La sua costruzione iniziò nel 1973, ma si interruppe un anno dopo per difficoltà nella costruzione e riprese solo dopo il ritorno della democrazia arrivando a concludersi il 5 novembre 1999.Lo stupa in sé copre 100 m ed è alto 11 m e come i suoi equivalenti in tutto il mondo è dipinto di bianco, colore simbolo della pace.Sul suo pinnacolo è montata una cupola dorata visibile da grandi distanze. Tra le diverse statue del Buddha le quattro poste sui punti cardinali sono le più notevoli.La statua a sud fu installata grazie alle donazioni collettive dei devoti in Nepalesi, quella dell’est venne portata dal Giappone, quello del nord dalla Thailandia, mentre quello dell’ovest dallo Sri-Lanka. A riguardo degli stupa per la pace nel mondo potrà interessarvi sapere che anche in Italia ne è stato costruito uno, inaugurato il 24 Maggio 1998 a Comiso in Sicilia dal reverendo Morishita, vicino ad una base N.A.T.O.
Al centro del Phewa Tal si trova il Mandir di Varahi, tempio dedicato alla consorte di Varaha il terzo avatar del dio Visnu in forma di cinghiale, la divinità in nepalese è chiamata Barahi questo spiega la confusione di nomi che incontrano gli occidentali nel ricercare informazioni a riguardo del suddetto tempio. Raggiungeremo il tempio con una gita in barca sulle acque del Phewa Tal, l’edificio, in stile pagoda, sorge su un’isoletta di fronte al Ratna Mandir (palazzo reale), si erge su due piani e risale al XVII secolo. Il tempio ha subito radicali trasformazioni nei secoli ed è attualmente abitato da una colonia di piccioni.
Il culto di Varahi è principalmente notturno, questa divinità madre da noi interpretata come una consorte rappresenta più correttamente l’energia femminile di Varaha, in Nepal è venerata nella sua forma chiamata Mathysa Varahi una incarnazione di Durga “ colei che può redimere nelle situazioni di massima afflizione”. La costellazione di divinità Hinduiste è assai intricata, potrà incuriosirvi sapere che i devoti venerano la dea sacrificandole animali maschi di sabato.
A questo punto partiremo alla volta di Kathmandu.
Percorreremo una strada panoramica, che si snoda tra villaggi e risaie, costeggiando l’impetuoso fiume sacro Trisuli uno dei più grandi affluenti del fiume Nerayani.
Il nome deriva da Trishula (“tre lance” in Sanscrito) il tridente sacro di Shiva, una leggenda narra che sulle cime dell’Himalaya Shiva sprofondò il suo tridente nel terreno dando origine a tre fonti, sorgenti del fiume e quindi del suo nome.
Pranzeremo con un picnic lungo il percorso, l’arrivo è previsto nel tardo pomeriggio.
Visiteremo Budhanilkantha, tempio al di fuori degli abituali circuiti turistici e frequentato in maggioranza dai fedeli locali. Il fulcro devozionale di questo tempio dall’atmosfera mistica unica è la statua distesa di Visnhu, nella sua incarnazione di Narayan (creatore di tutti gli esseri viventi) che appare adagiato in placido riposo, sul serpente a 11 teste che simboleggia l’eternità mentre reca tra le mani i quattro simboli di Vishnu: il disco dei chakra (la mente), una conchiglia di strombo (i 4 elementi naturali), una mazza (conoscenza primordiale) e un seme di loto (l’universo in movimento). La statua, lunga 5 metri, fu scolpita nel VII-VIII secolo in un monolite di pietra nera, probabilmente in una località al di fuori della valle, per essere poi trasportata dai fedeli fino alla posizione attuale.
La leggenda vuole che Vishnu dorma per la durata dei quattro mesi monsonici, mentre la festa di Haribodhini Ekadashi ne celebra il risveglio nel mese hindu di Kartik.Il tempio è caratterizzato dalla presenza di innumerevoli candele di burro e dal fumo di incenso che impregna l’aria. Tutto intorno i fedeli lanciano la tipica polvere rossa di tika (si tratta dello stesso elemento utilizzato per tracciare il tradizionale segno rosso sulla fronte).
Trasferimento e sistemazione nelle camere dell’hotel più lussuoso di tutto il Nepal.
Sotto le vostre camere.
Più tardi tempo per gustare la tipica cena nepalese. Pernottamento.
10° GIORNO: KATHMANDU – ROMA
Consumata la prima colazione ci recheremo quindi a Pashupatinath (5 km da Kathmandu). Si tratta di un luogo sacro per gli induisti, meta di viaggio per i pellegrini da tutta l’Asia e non solo dal Nepal. Altrove Shiva è venerato nella terribile forma distruttiva di Bhairab, ma a Pashupatinath egli è celebrato come Pashupati, “il signore protettore degli animali e guida delle greggi”. Questo piccolo villaggio interamente dedicato a Shiva, sorge sulle sponde del fiume Bagmati.
Qui i fedeli vengono per purificarsi e per morire, esso infatti è da sempre luogo prescelto per la cremazione dei morti sui ghat (scalinate in riva al fiume), le cui ceneri sono disperse nel fiume sacro nepalese, appunto il Bagmati che poi confluisce nel Gange, fiume sacro indiano e madre di tutti i fiumi.I corpi vengono avvolti in veli e deposti lungo la riva del fiume, quindi cremati su una pira di legno.L’accesso al tempio principale è permesso esclusivamente agli hindu e solo i membri della famiglia reale possono essere cremati esattamente di fronte il Tempio di Pashupatinath. Vi preghiamo di voler, in segno di rispetto dei familiari del defunto, evitare di fare foto come se si fosse ad uno spettacolo di teatro, dietro e nelle vicinanze della pira ci sono persone che soffrono.
Vi sono due ponti pedonali che attraversano il fiume e conducono al giardino terrazzato che ospita decine di piccoli santuari di Shiva, costituiti da una sola stanza, di diversi stili ma con caratteristiche architettoniche simili.
Al limitare di una splendida foresta sorgono altri santuari, per arrivare a più di cinquanta piccoli templi.Svoltando a destra in cima alla collina si raggiunge il Tempio di Vishwarup mentre a sinistra il Tempio di Garakhnath, dedicato allo yogi (maestro yoga) che inventò lo Hatha yoga.
Il sentiero a questo punto scende, passando accanto al parco del cervo di Mrigasthali, una perfetta fusione tra natura e religione, dove si dice che un tempo Shiva si sia trasformato in un cervo dorato.Uscendo dalla foresta è possibile vedere il Tempio di Guhyeshwari, dedicato alla dea Parvati nella sua forma guerriera di Kali. L’accesso è consentito solo agli hindu. Il nome di questo tempio deriva dal nepali guhya (vagina) e ishwari (dea).La leggenda vuole che il padre di Parvati oltraggiò Shiva e il furore della dea fu tale che prese fuoco (ispirando la pratica del sati, nella quale le vedove vengono bruciate vive sulla pira del marito). Shiva, affranto dal dolore, vagò per il mondo portando con sé i resti della consorte e in questo punto, dove oggi sorge il tempio, caddero i suoi organi genitali.
Sono tante le leggende che si annidano tra questi templi antichissimi. La Città è uno dei luoghi più sacri per gli hindu di scuola shivaista, di tutta l’Asia.
Pranzeremo nel Kaiser Cafe. Questo locale è gestito dal Dwarika’s Hotel, quindi, come potete capire, la qualità è assolutamente garantita. Il locale è immerso in un delizioso giardino, Garden of Dreams, un vero e proprio Giardino dei Sogni, dove vi sembrerà di entrare in un’oasi, tanto lontana, quanto vicina al trambusto del centro di Kathmandu. Il giardino in stile neoclassico riprende il tema delle sei stagioni nepalesi e avrete senz’altro il piacere di fare una passeggiata per scoprire i tesori che nasconde questo particolare angolo di città. In genere si effettua la visita del giardino da parte dei turisti pagando biglietto ingresso, mentre per noi, godremo oltre che della visita anche del pranzo al suo interno. Ovvio prima del pranzo dedicheremo un po’ di tempo per la visita e fare qualche foto al giardino.(n.b soggetto a disponibilità e apertura sul momento)
Visiteremo il grande Stupa di Swayambhunath, uno dei gioielli architettonici della valle di Kathmandu. Il “tempio delle scimmie”, così chiamato per il gran numero di tali sacri animali che lo popola, è legato ad un’antica leggenda [4] secondo cui la valle di Kathmandu un tempo fosse un lago fin quando dalle acque sorse la collina in cima alla quale c’è oggi Swayambhunath che letteralmente significa “che sorge da sé”.
Saliremo i 365 gradini fra le bandierine di preghiera coloratissime e i pellegrini, per raggiungere l’antico stupa con gli occhi compassionevoli del Buddha.
Visitare questo santuario antico di duemila anni, è sicuramente un’esperienza irripetibile. Il carattere mistico di questo complesso venerato tanto da buddisti quanto da indù, rende l’impatto con Swayambhunath quasi sconvolgente.Potrete osservare i quattro volti del Buddha che, dalla guglia, guardano attraverso la valle nei quattro punti cardinali. Il segno a forma di naso è in realtà il numero nepalese ek (uno), che rappresenta appunto l’unità, mentre il terzo occhio simboleggia la capacità di divinazione del Buddha. La valenza simbolica, è in realtà insita in ogni elemento di questa struttura.Alla base dello stupa centrale, ci sono le ruote di preghiera, su cui è inciso il mantra [5] sacro “om mani padme hum” (saluto il gioiello di loto) e i pellegrini camminano intorno allo stupa facendole girare.
Mantra analoghi sono ricamati sulle bandiere sopra lo stupa e si dice che queste preghiere saranno portate in cielo dai venti. Ai piedi dello stupa potrete inoltre osservare alcune statue che rappresentano i Dhyani Buddha, divinità che simboleggiano le cinque qualità della saggezza buddhista. Su tutti i lati vi è un vero e proprio giardino di pietra, formato da numerose statue religiose. La cima della collina è disseminata dei simboli dei cinque elementi: terra, aria, fuoco, acqua ed etere. A nord del path (rifugio per pellegrini) vi è un esempio della costante compresenza in Nepal di buddhismo e induismo è offerto dal Tempio di Hariti, a forma di pagoda in cui si trova una splendida immagine di Hariti, dea hindu del vaiolo, associata alla fertilità.
Altro esempio di tale commistione si può osservare nel chaitya nero [6], , all’estremità nord del cortile, sistemato sopra uno yoni (simbolo sessuale femminile).
All’angolo nord- orientale del complesso si trova il Shree Karmaraja Mahavihar, un tempio buddhista che custodisce una statua alta sei metri di Sakyamuni, altro nome attribuito allo storico Buddha.
Ad ovest dello stupa principale si raggiunge uno stupa più piccolo dietro cui si trovano un gompa (monastero buddhista tibetano) e un importante santuario dedicato a Saraswati, la dea della sapienza e a tal proposito, durante il periodo degli esami, gli studenti vengono qui per ingraziarsi la dea.
Sempre in questa zona interessante è il Maju Deval. Si tratta di un grande tempio a tre tetti che sembra dominare Durbar Square ed i cui montanti sono decorati con intagli a soggetto erotico.Il tempio fu costruito nel 1690 dalla madre del re di Bhaktapur Bhupatindra Malla.
Al suo interno si trova un lingam. Esso consiste di un oggetto ovale, simbolo fallico considerato una forma di Shiva. La venerazione di questo oggetto in India è ormai senza tempo. Esso rappresenta la forma dell’Assoluto trascendente, senza fine e senza inizio. Sempre tipico dello stile indiano vi è un’alta guglia, alla base della scalinata, sul lato orientale. Si tratta di un tempietto bianco dedicato a Kam Dev, la divinità dell’amore e del desiderio umano.
Le bellezze da poter osservare in questo luogo, come potete aver capito, sono innumerevoli e senz’altro l’elencarlo qui cercando di dare un plausibile ordine non dà che un’ombra di quello che è lo splendore donato da ogni particolare di questo magnifico complesso. Ovviamente non basterebbe una settimana per visitare intera zona.
Al termine di questa ultima interessante visita, rientro in hotel per rinfrescarsi (camere day use) e ci prepariamo a partire per il rientro in Italia, pertanto trasferimento in aereoporto e operazioni imbarco del volo con scalo per Roma. Pasti e pernottamento a bordo.
11° GIORNO: arrivo a ROMA o altre città
Arrivo a Roma e fine dei servizi o proseguimento altre città.
La quota comprende:
- Voli di linea con scalo, Roma-Kathmandu-Roma in classe economica 20 kg bagaglio
- Sistemazioni in hotel 4**** e 5*****L
- Pensione completa dalla cena del secondo giorno al pranzo dell’ultimo giorno
- Trasferimenti e visite guidate con mezzo privato con aria condizionata e guida in lingua italiana per tutta la durata del tour.
- Ingressi ove previsti
- Attività da programma nel Parco Nazionale di Chitwan
- Gita in barca nel lago di Pokhara
- Assistenza negli aeroporti a Roma, Kathmandu in arrivo e in partenza
- Assicurazione medica (10.000,00 euro) e bagaglio (1.500,00 euro)
- Assicurazione ANNULLAMENTO AL VIAGGIO copre intero valore costo ( incluso Covid)
- Kit viaggio
- Accompagnatore dei Viaggi di Giorgio.
La quota non comprende:
- Tasse aereoportuali pari a euro 280,00 (tariffa soggetta a riconferma fino all’emissione dei biglietti)
- Bevande ai pasti
- Visto ingresso in Nepal da pagare in loco all’arrivo pari a circa euro 30,00, portare 2 foto dall’Italia
- Mance per autista guida facchini
- Extra di carattere personale
- Tutto quanto non previsto alla voce la quota comprende
Gli hotel prescelti in Nepal sono quanto di meglio si possa avere o pensare !! Un’ esperienza nell’esperienza
Di più ASIA
Maggiori informazioni su questo tour
La quota comprende:
- Voli di linea con scalo, Roma-Kathmandu-Roma in classe economica 20 kg bagaglio
- Sistemazioni in hotel 4**** e 5*****L
- Pensione completa dalla cena del secondo giorno al pranzo dell’ultimo giorno
- Trasferimenti e visite guidate con mezzo privato con aria condizionata e guida in lingua italiana per tutta la durata del tour.
- Ingressi ove previsti
- Attività da programma nel Parco Nazionale di Chitwan
- Gita in barca nel lago di Pokhara
- Assistenza negli aeroporti a Roma, Kathmandu in arrivo e in partenza
- Assicurazione medica (10.000,00 euro) e bagaglio (1.500,00 euro)
- Assicurazione ANNULLAMENTO AL VIAGGIO copre intero valore costo ( incluso Covid)
- Kit viaggio
- Accompagnatore dei Viaggi di Giorgio.
La quota non comprende:
- Tasse aereoportuali pari a euro 280,00 (tariffa soggetta a riconferma fino all'emissione dei biglietti)
- Bevande ai pasti
- Visto ingresso in Nepal da pagare in loco all’arrivo pari a circa euro 30,00, portare 2 foto dall’Italia
- Mance per autista guida facchini
- Extra di carattere personale
- Tutto quanto non previsto alla voce la quota comprende
Gli hotel prescelti in Nepal sono quanto di meglio si possa avere o pensare !! Un' esperienza nell’esperienza
Diwali, la festa delle luci
Diwali, chiamata anche Dipavali o Deepawali è una delle più importanti feste hinduiste che si festeggia nel mese di ottobre o novembre. Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata festa delle luci.
Durante la festa si usa infatti accendere delle luci (candele o lampade tradizionali chiamate diya). La più popolare leggenda associata alla festa è quella che tratta del ritorno del re Rama della città di Ayodhya dopo 14 anni di esilio in una foresta. Il popolo della città al ritorno del re accese file (avali) di lampade (dipa) in suo onore, da qui il nome Dipawali o più semplicemente Diwali. I festeggiamenti per Diwali si protraggono per cinque giorni nel mese hindu di ashwayuja che solitamente cade tra ottobre e novembre.
Per induisti, giainisti e sikh è la celebrazione della vita e l'occasione per rinsaldare i legami con famigliari e amici e per i giainisti rappresenta, inoltre, l'inizio dell'anno.
Undici giorni di spiritualità coinvolgente e multiforme associata a paesaggi unici al mondo che fanno da sfondo ad una ricca cultura artefice di una spettacolare architettura. Avrete modo di immergervi in paesaggi di spettacolare bellezza e di camminare in una regione che vanta molti e importanti siti patrimonio dell’Unesco. Questo sarà indubbiamente uno di quei viaggi che vi lascerà un ricordo indelebile ricco di emozioni e che, forse, non sparirà mai dal vostro cuore. Tutte le aspettative, saranno pienamente soddisfatte da un viaggio ricco di conoscenze, persone, colori, animali, natura e libertà.
Antiche città cosparse di affascinanti templi hinduisti, incantevoli monasteri buddhisti, spettacolari paesaggi cui fanno da fondale le vette più alte della terra, campi terrazzati di riso fin oltre i 3000 metri di altitudine, foreste d'alta quota, ghiacciai e foreste tropicali, gli scenari del Nepal, rimangono giustamente una delle principali attrazioni, senza dimenticare quanto questa piccola e straordinaria striscia di terra, i cui contorni spaziano dalla pianura del Gange alla catena montuosa dell'Himalaya, è anche ricca di storia, cultura e tradizioni.
In Nepal si viene trasportati, come su una macchina del tempo, tra strade logorate dalla storia sulle quali si affacciano irregolari pagode con più tetti sovrapposti, tra migliaia di stupa e di sculture in pietra, tra stanze adorne di maschere tremende, tra ruote della preghiera e tappeti tibetani. Il tutto avvolto da una colonna sonora di canti, inni tantrici e musica nepalese o della dolce nenia di un flauto.
La religione è la linfa vitale del Nepal, che è ufficialmente un paese induista, ma che in realtà professa un sincretismo di induismo e buddhismo, con influenze tantriche. Chi non è né buddhista né hinduista, è in genere musulmano, cristiano o uno sciamano.
Purtroppo si tratta di uno dei paesi più poveri al mondo, ma allo stesso tempo il suo territorio è ricco di storia, cultura tra antiche città cosparse di affascinanti templi hinduisti, incantevoli monasteri buddhisti a cui si alternano panorami mozzafiato, legati soprattutto agli stupendi scenari montuosi, dove si può ammirare la catena Himalayana nella sua imponenza, la più alta del mondo e dove è possibile vivere una vacanza in un paese per tutti i gusti. La sua capitale, Kathmandu, che avremo modo di scoprire insieme, fu considerata per molto tempo la Firenze dell'Asia. Si tratta di un misto di progressiva modernizzazione e di un affascinante centro storico, dove sono nascosti infiniti tesori architettonici da ammirare perdendosi in quel suggestivo dedalo di stradine che guidano alla scoperta delle sue belle piazze e magnifici templi. La cosa che più vi colpirà sarà il sorriso della gente, nonostante la serpeggiante povertà. Vi sorrideranno sempre e ovunque: in strada, in hotel, nei ristoranti, nei templi, ovunque andiate.
NAMASTE’ questa è la parola che sentirete sempre, accompagnata da un grande sorriso, qui, per fortuna, ma credo ancora per poco, purtroppo, (il mondo globalizzato si inizia a far sentire anche qui…) si avverte ancora una Grande spiritualità che ti avvolge e ti sommerge e ti senti davvero piccolo piccolo davanti a tanto amore e cortesia, e sapete perché? Leggete ciò che segue:
Lo Specchio del Karma
La credenza nel karma induce la gente a sopportare con rassegnazione le sventure .... Il peccatore non è punito per i suoi peccati, sono questi a punirlo, di conseguenza non esiste il perdono e nessuno può concederlo. Il karma, nonostante il nome suggerisca un´entità autonoma, agisce in modo impersonale ed in maniera inesorabile. Si tratta di una proprietà delle azioni, che - a seconda della loro natura - inevitabilmente producono conseguenze avverse o felici. Possiamo considerarlo come l´interpretazione etica del principio di causa ed effetto. Le azioni dei santi che riescono a raggiungere l´illuminazione non proiettano più alcun karma, perché essi ormai sono liberi dalla Ruota e non rinasceranno più. Le tecniche per raggiungere questa conoscenza sono custodite nei sacri testi e nelle pratiche degli asceti, trasmessi da maestro a discepolo nel silenzio dei romitaggi, nella verità dell´esperienza diretta. Scacciati dall´India, gli insegnamenti del Buddha trovarono nuova forza ed alimento in Cina, dove nel sesto secolo il patriarca Bodhidharma fondò la setta della meditazione (Ch´an) che avrebbe poi dato origine in Giappone al buddismo Zen (con tutto l´inevitabile corredo di miseria e sofferenza unito alle gioie effimere ed ai fugaci amori. Il saggio è colui che tutto accetta e nulla brama. Quante volte abbiamo visto l´enigmatico sorriso del Buddha sui volti di ...) Nell'età in cui si crede ancora che gli esseri siano insostituibili…adesso avete capito perché sorridono sempre ?
Questo viaggio offre uno spezzato ideale per conoscere il Nepal nelle sue sfaccettature più svariate.Gli Stupa buddisti, i templi e le piazze centrali delle tre città della valle di Kathmandu sono ricche di cultura e arte splendida.Dalla capitale frenetica e affollata di Kathmandu, piazze reali, monasteri e templi,camminare tra i templi, i palazzi, le pagode e le statue ,fino ai parchi nazionali del Chitwan in contrasto alla cultura, il paesaggio subtropicale del è famoso per i suoi rinoceronti e la densa popolazione delle tigri oltre la varietà enorme di fauna e flora (o del Bardia o Koshi Tappu etc), dal lago Pewa di Pokhara da dove spettacolarmente s’innalza l'Himalaya ,dell’Annapurna Himal (8091 m), del Dhaulagiri (8163 m) e del Manaslu (8156 m) si aprono davanti al visitatore quasi da toccare. Questo tour non richiede particolare preparazione fisica, basta essere di buona salute e ricordiamo che non si prevedono camminate lunghe e faticose . Altezza media del tour 900m sul livello del mare. E poi le meraviglie paesaggistiche di DHULIKHEL,e NAGARKOT .Questo tour vi farà conoscere il Nepal nella sua complessità con un viaggio attraverso un paese pieno di sorprese e meraviglie. Un viaggio completo per conoscere il Nepal senza fatica e stress!
Per molti anni rimasto un Paese segreto e sconosciuto agli occidentali, negli anni '50 il Nepal si aprì all'occidente per cercare di recuperare un sistema economico molto arretrato. Visitato inizialmente da alpinisti desiderosi di scalare il tetto del mondo, negli anni '70 è stato meta di pellegrinaggio e residenza di molti hippies.Il Paese è ancora oggi visitato soprattutto per gli stupendi scenari montuosi, ma in realtà ha una storia ricchissima di cultura per cui un solo viaggio non rende completamente giustizia. Antiche città cosparse di affascinanti templi induisti, incantevoli monasteri buddhisti, spettacolari paesaggi cui fanno da fondale le vette più alte della terra, campi terrazzati di riso fin oltre i 3000 m di altitudine, foreste d'alta quota, ghiacciai sui quali svettano corvi e foreste tropicali da visitare a dorso di elefante fanno del Nepal un Paese per tutti i gusti.
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