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Cosa è incluso
Andiamo alla scoperta di una delle citta’ piu’ affascinanti e ricche di storia del mondo.
Tre giorni che non lasceranno rimpianti poiche’l anima della citta’ verra’ colta in tutti i suoi aspetti storici,culturali,di vita pratica e locale.
Con l augurio di tornare presto…
NAPOLI “PARTENOPE”
Soprannominata “citta’ partenopea” perche’,secondo la leggenda,proprio sulle sue coste si sarebbe arenata la sirena Partenope,gettatasi in mare dopo il rifiuto di Ulisse e riemersa li’ dove sorge il capoluogo campano.
Ma molto altro ancora avremo la possibilità di ammirare,sopratutto la Napoi vera verace,con le case dette i “vasci”.ecc.ecc. un tuffo un immersione totale autentico.
“Una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua.”
Dal documento contabile firmato da Raimondo di Sangro a favore di Giuseppe Sanmartino per la realizzazione della statua.
VISITA IN ESCLUSIVA DELL CAPPELLA SAN SEVERO
CRISTO VELATO
ll Museo della Cappella -San Severo chiudera’ al pubblico:
APRIRA’ in ESCLUSIVA PER I VIAGGI DI GIORGIO.
Questo consentira’ di effettuare una vista di circa 60 minuti,senza fretta,senza calca,senza altri visitatori.
La Neapolis Sotterrata – Complesso Monumentale San Lorenzo Maggiore (da non confondere con la Napoli sotterranea, un abisso le separa di interesse e archeologia).
Viaggio nella storia sopra e sotto terra
Visitare il Complesso di San lorenzo Maggiore è come percorrere un viaggio a ritroso nel tempo dal V secolo a.C. fino alla fine del XVIII secolo d.C. Il Complesso costituisce infatti una testimonianza storica stratificata, perfettamente conservata, di come Napoli si sia evoluta nel tempo.
Il Teatro San Carlo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è uno dei più sontuosi d’Europa, ed è capace di lasciare i suoi visitanti a bocca aperta. Tuttavia, se non disponete di molto tempo in città, crediamo che il vicino Palazzo Reale sia più interessante.
Museo Capodimonte: scopri l’arte napoletana
Situato nella collina di Capodimonte a Napoli, questo museo espone le collezioni Farnese e Borbone, con squisiti dipinti, arti decorative e rari manufatti. I suoi splendidi giardini e le sue viste panoramiche aumentano il fascino culturale.
I Tesori di San Gennaro
Ciò che rende unico questo tesoro è che sia rimasto intatto dal 1305 ai giorni nostri, cioè da quando Carlo II d’Angiò decise di celebrare i mille anni dalla morte di San Gennaro, donando un preziosissimo busto, che ancora oggi esiste e va in processione. Chiamò quattro orafi provenzali per realizzarlo e per dare continuità all’arte orafa napoletana, che era andata scemando.
Paolo Jorio, curatore della mostra
PRIMO GIORNO VENERDI 10/05/2025 ROMA-NAPOLI
Ritrovo dei partecipanti presso la Stazione di Roma Termini al binario e treno che Vi sara’ indicato successivamente, per prendere il treno Frecciarossa 9503 delle ore 08.00 ,arrivo previsto a Napoli -Centrale alle ore 19.13.
Dopo saluto di accoglienza della nostra guida Arianna,ci trasferiamo alla metropolitana,che ci condurra’ alla fermata della metro vicino al nostro hotel,stazione Municipio.Da qui in pochi minuti a piedi saremo nei nostro hotel.
Dopo aver lasciato i bagagli nel nostro hotel ci dirigiamo verso la zona monumentale in pieno centro di Napoli.
Lasciata la Capitale con il suo incessante traffico per calarci in quella che e’ la vera Capitale del traffico;un dedalo di vie,divieti,segnali non rispettati e motorini agitati.
Ed e’ qui che viene in gioco l’ironia e l’acume tipico dei Napoletani..
C’e’ chi propone settimane enigmistiche durante l’attesa,il gioco dell oca,le narici catalitiche..
Siamo nel quartiere di San Ferdinando a Piazza del Plebliscito utilizzata per concerti e manifestazioni ,tra le piazze piu’ grandi d Italia che trova espressione tra la fine di via Toledo e il bellissimo lungomare.
Un dialogo tra lo spazio chiuso della vecchia citta’ e quello aperto della Marina ,che trova il suo significato nel Palazzo Reale il quale, una volta edificato,fu battezzato Largo di Palazzo, polo di attrazione per la classe aristocratica e nobile,restia a insediarsi oltre il centro storico.
Pignasecca : è il mercato dei napoletani, non del turismo di massa,e questo vi permetterà di conoscere a fondo il loro modo di vivere e pensare.
Via Toledo è anche la via alla moda della Napoli borghese:potrete osservare chiese e palazzi antichi(esterni) ,come il Carafa di Maddaloni (1582) e il Doria D’Angri (1755) frutto del genio di Luigi Vanvitelli.
Da questo balcone Giuseppe Garibaldi proclamò l’annessione del Regno delle due Sicilie al Regno d’Italia: ”Vulimmo vedé a don Peppe” (la folla napoletana sotto il balcone di Palazzo Doria d’Angri,dove Garibaldi alloggiava).
Palazzo Reale iniziato nel 1600 e finito nel 1858 deve il suo restauro ad architetti come Domenico Fontana ,G.Genovese e Luigi Vanvitelli. A ridosso della collina di Pizzo Falcone e di Chiaia vicino al porto che si sarebbe rivelato un ottima via di fuga in caso di attacco nemico.Ha ospitato diverse dinastie tra cui i Borbone ,re austriaci e i Savoia.1734-1805 Periodo borbonico(importanti lavori tra cui gli appartamenti privati del re e la regina Maria di Sassonia)1805-1816 Periodo napoleonico(la reggia fu abitata da Murat)1816-1860 Regno delle due Sicilie(Ferdinando I oltre 65 anni di regno durante i quali vi trasferi’ la fabbrica di Porcellane e la manifattura degli arazzi)1860-1919 Periodo Sabaudo(Umberto I fece collocare nelle nicchie della facciata principale le statue degli otto sovrani che detennero il trono di Napoli.
A poche centinaia di metri ci inoltriamo nella galleria commerciale in Stile Liberty,la Galleria Umberto I ,costruita tra il 1887 e 1890 in onore del Re d Italia accorso durante l epidemia di colera,che tocco’ punte estreme di degrado e che alla fine dell’800 vide interventi governativi e di risanamento dell’area.
… Non c’è nulla in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la pallida idea. Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita…”
(Stendhal, 1817)
Da qui al Teatro San Carlo,il teatro lirico di Napoli,il piu’ antico del mondo, e la guida vi inoltrera’ ai segreti di questo piccolo gioiello.
Il San Carlo aprì le sue porte come un piccolo teatro finanziato con gli incassi delle vendite dei palchi e con le generose donazioni del re. Nel 1816 ci fu un grande incendio dopo il quale venne ricostruito, acquisendo il suo imponente aspetto neoclassico. Il Teatro San Carlo ha una pianta a ferro di cavallo, tipica dei teatri classici italiani. La sua decorazione acquisisce intensità grazie al rosso e al dorato, i colori dominanti. Il soffitto, invece, è coperto da un impressionante tela di 500 metri quadrati dedicata ad Apollo e Minerva.
Terminata la visita ci rechiamo a Castel Nuovo noto come Maschio Angioino voluto da Carlo d Angio’nel 1266 ,dopo aver sconfitto gli Svevi,sali’ al trono di Sicilia e trasferi’ la capitale da Palermo a Napoli.Simbolo della citta’ che racchiude insieme sia una residenza reale che una fortezza difensiva sul mare.Seguirono nel 400 le mura difensive e l arco trionfale voluti da Alfonso d’Aragona,mentre nel 600 venne piu’ volte saccheggiato.La parola Maschio deriva da mastio,la torre principale dei castelli medioevali,la parte piu’ difesa e inespugnabile.Angioino e’ un omaggio alla casata degli Angio’ .
Da osservare la terrazza panoramica.
Un antica leggenda racconta che i prigionieri sparivano misteriosamente;presto si scopri’ la causa dovuta a un apertura dove un coccodrillo entrando azzannava gli stessi trascinandoli in mare.In realta’ un modo discreto per eseguire le condanne a morte.
Tempo libero per il pranzo.
E successivamente con la funicolare di Montesanto,andremo a visitare uno degli edifici piu’ importanti della storia di Napoli.
Situata sulla collina del Vomero ,circondata da mura militari e un bellissimo chiostro dove scorgere un meraviglioso panorama, la Certosa di San Martino ,capolavoro barocco, considerata un museo nel museo,custodisce un patrimonio unico di arte napoletana e italiana.
Ospita sontuose carrozze nell androne per le uscite di gran gala,le navi di rappresentanza dei Savoia e dei Re di Napoli,refettori,giardini,sala Murat il quale istitui’ il nuovo stemma della bandiera delle sue Sicilie.Nonche’ il vero capolavoro dell arte napoletana il famosissimo Presepe Cuciniello donato ai monaci nel 1879,dallo stesso architetto,che ha dato il suo nome al celebre presepe non solo da collezionista,ma anche da autore.
Dal fianco della collina del Vomero possiamo osservare un sistema di giardini terrazzati e al livello piu’ alto si intravede l erbario della farmacia dei monaci certosini,oggi collocato all esterno del museo.
E’ quasi ora del tramonto,e potremo ammirare da Castel Sant ‘Elmo,un bellissimo panorama.
Dal Vesuvio al golfo lo sguardo spazia dall’alto,in una posizione di apparente distacco ammiriamo questa citta’,luogo di non mezze misure,ricca di passioni e rumori, canti e chiese ,vociare e cultura.
Voluta da Roberto d ‘Angio’ detto il Saggio servi’ a controllare i suoi stessi sudditi,da una posizione strategica e dominante;in seguito istituito a carcere,oggi e’ la sede del Museo Napoli Novecento.
Sosta da Scaturchio ,(sede Castel Sant Elmo)vi avvolgera’ il profumo dei piu’ rinomati dolci napoletani..baba’ sfogliatella riccia o frolla dal gusto indimenticabile.Uno dei dolci piu’ famosi e’ il “Ministeriale”,delizioso medaglione di cioccolato fondente ripieno di una crema leggermente liquorosa,frutto di una ricetta segreta e gelosamente custodita.L ‘antica Pasticceria Scaturchio eccellenza e fiore all occhiello della citta’!Riprenderemo la funicolare per tornare in centro e raggiungere il nostro hotel.Cena in ristorante tipico,vicino all’hotel. Pernottamento.
SECONDO GIORNO Sabato 11 /10 /2025
Colazione in albergo con degustazione del famoso”caffe’ ” e subito in moto per un altra splendida giornata!Ci sposteremo a piedi e in metropolitana,sino a raggiungere la fermata Museo.
Museo Archeologico MANN
Situato in un palazzo storico che fu sede di una caserma di cavalleria e’ considerato uno dei piu’ importanti al mondo.Dalla preistoria all eta’ classica ,reperti provenienti da Pompei Ercolano e Stabia, una delle prime collezioni egizie in Europa,collezioni private dei Borgia..c e’ molto da dire e da vedere.
Riassumiamo le cose piu’ significative che potremo ammirare durante la nostra visita:
Collezione Farnese :
statue della collezione privata di Alessandro Farnese (Papa Paolo III) pitture oggetti antichi e moderni,gemme,passata nelle mani di Carlo di Borbone quindi a Napoli,dopo la morte di tutti gli uomini della famiglia originaria dell isola Bisentina.Duemila pezzi di altissima qualita’ artistica provengono da collezioni private e dai piu’ antichi centri della Campania.Tra le piu’ antiche troviamo quelle del Pontefice veneziano Paolo II Barbo e Lorenzo il Magnifico risalenti al 400 ,esemplari unici.
Le sculture delle Terme di Caracalla a Napoli:
Numerose opere scultoree provenienti dalle Terme,tra le piu’ celebri il Toro e l Ercole.
Galleria degli Imperatori
Nucleo del collezionismo rinascimentale , i ritratti degli imperatori e le sculture tra cui i colossali busti di Giulio Cesare e di Vespasiano e una statua di Alessandro Severo.
Affreschi pompeiani
Pitture staccate da ville e dalle case della citta’ sommersa dall eruzione del Vesuvio nel 79 dc rappresentano scene di vita quotidiana temi mitologici e religiosi,nature morte e paesaggi.
Insegne di botteghe decorazioni di taverne,una sezione pratica di vita popolare.
Mosaici
Nell ammezzato occidentale del Museo troviamo il mosaico della Battaglia di Isso che raffigura la vittoria di Alessandro Magno su Dario,nonche’ colonne fontane e pavimenti che abbellivano le sontuose ville pompeiane.
Gabinetto segreto a Napoli
Dopo vicende alterne sottoposto a continui divieti e restrizioni,dal 2000 il Gabinetto Segreto e’ stato aperto al pubblico.Sculture dipinti e oggetti vari a sfondo prettamente erotico.
Villa dei papiri
Rinvenuta tra il 1750 e 1764 una delle piu’ ricche e sontuose ville romane e’ venuta alla luce con busti e statue tra cui “le danzatrici”(donne condannate a vita ad attingere l acqua per aver ucciso gli sposi).
Collezione egizia
Terza per importanza dopo i Musei Vaticani e Torino ricca di manoscritti,oggetti e accessori di uso quotidiano e funerario.
Salone della Meridiana
Al primo piano troviamo l enorme salone seicentesco quasi mai aperto al pubblico per via della sua instabilita’.Solo dopo l intervento dell architetto Giovanni Antonio Medrano che uso’ l escamotage del doppio tetto per rafforzarla..Sulla volta si puo’ ancora ammirare l affresco di Pietro Bardellino raffigurante re Ferdinando IV e sua moglie Maria Carolina,come protettori delle arti.
Tempo libero per il pranzo.
Si proseguono le visite con la magnifica Basilica o Monastero di Santa Chiara.
Dall’ingresso su via Benedetto Croce(decumano inferiore) entriamo nella basilica gotico-angioina della citta’,caratterizzata da un monastero che comprende quattro chiostri monumentali gli scavi archeologici e diverse sale tra cui e’ ospitato il Museo dell ‘Opera,che comprende anche la visita del coro delle monache e i resti di un affresco di Giotto e altri ambienti basilicali.Voluta da Roberto d ‘Angio‘ e sua moglie Sancia di Maiorca,fu chiamato l architetto Gagliardo Primario nel 1310 ad avviare i lavori per terminarli nel 1328.
Nel coro delle monache troviamo Giotto,che esegue affreschi su Episodi dell ‘Apocalisse e Storie del Vecchio Testamento.Assieme alla basilica fu edificato un luogo di clausura per i frati minori ,in seguito divenuto la chiesa della Clarisse.Gli interni furono abbelliti da Francesco de Mura ,Sebastiano Conca mentre il pavimento marmoreo si deve a Ferdinando Fuga nel 1762.Alcuni interni della chiesa andarono distrutti durante un bombardamento nel 1943 e ne consegui’ la perdita di quasi tutti gli affreschi di Giotto,a parte pochi frammenti.Cinto da porticati all interno troviamo il cortile ,il bellissimo chiostro oasi di bellezza e spiritualita’.
Probabilmente dell VIII secolo,quando sul luogo giunsero un gruppo di monache basiliane seguaci della Santa che in fuga da Costantinopoli si rifugiarono in citta’ dopo la sua morte, portando con se’ anche le reliquie di San Gregorio Armeno(patriarca di Armenia dal 257 al 331).Il sostentamento del monastero e’ sempre avvenuto grazie a donazioni di famiglie nobiliari e all affitto di terreni di proprieta’ dell istituto religioso,dove grazie anche a rette mensili venivano ospitate le figlie dell educandato,provenienti da famiglie come i Pignatelli ,Di Sangro ,Caracciolo.
Il chiostro inizialmente adibito ad orto poi riconvertito come unico spazio esterno delle suore,estetico e funzionale visto che in un solo sguardo si potevano dominare il paesaggio urbano e quello naturale.
Ci troviamo nel cuore della citta’nel DECUMANO dal latino”decumanus” che indicava le strade principali che attraversavano le citta’ romane da est a ovest,incrociandosi con i “cardini” le strade che correvano da nord a sud.E poi ancora,San Gregorio Armeno o Santa Patrizia.
Gia’ in questo periodo ,San Gregorio Armeno,è pronto per ricevere migliaia di visitatori per i preparativi natalizi,ma voi avrete opportunita’ di visitarlo,senza la ressa.
Complesso archeologico sotterrata San Lorenzo Maggiore .
LA NEAPOLIS SOTTERRATA
Uno straordinario viaggio a ritroso nel tempo nell’antica Neapolis nel quale potrete percorrere una strada dell’epoca con le relative botteghe ed apprezzare il Criptoportico ed il Macellum.
Una delle chiese gotiche piu’ importanti dell Italia Meridionale deve il suo nome a San Lorenzo martire,bruciato vivo su una graticola nel 258 durante le persecuzioni di Valeriano.Abbraccia un arco temporale di 25 secoli a partire dal periodo greco-romano fino al 700/800.La Basilica di San Lorenzo Maggiore, tra le più antiche Napoli, ha una straordinaria architettura gotica ricca di fascino nel cuore della città.SALA SISTO V.Un ex refettorio dei frati con volte interamente affrescate da Luigi Rodriguez e che risalgono ai primi anni del XVII secolo.
Dal chiostro si accede direttamente agli scavi archeologici,a circa 10 metri di profondita’ dove troviamo perfettamente conservato un Criptoportico(mercato coperto) di epoca romana,e numerose botteghe tra cui l AERARIUM il luogo dove veniva custodito il tesoro cittadino.
Questa è la vera “Napoli Sotterrata” da vedere.
L’area archeologica, in cui sono visibili i resti dell’antico Foro di Neapolis, è il più rilevante sito archeologico presente nel centro storico di Napoli, sia per valore monumentale e topografico, sia per il suo inserimento all’interno del complesso angioino di San Lorenzo Maggiore.L’invaso irregolare di piazza San Gaetano è ciò che resta di un più vasto spazio aperto corrispondente al centro civile e religioso della città antica: quest’area è stata infatti da sempre riconosciuta come il Foro di età romana, coincidente a sua volta con l’agorà della città greca.
Le indagini archeologiche hanno evidenziato che la sistemazione di epoca romana, databile al I secolo d.C., ricalcava un’organizzazione più antica. Già dal V secolo a.C., infatti, era stata disegnata al centro dell’abitato greco-romano una piazza che, sfruttando il pendio della collina, si era distribuita su due livelli, a monte ed a valle della plateia, poi decumanus maximus (strada principale), corrispondente all’attuale via Tribunali, con la necessaria edificazione di strutture murarie di contenimento e di una gradinata che collegava la zona inferiore, destinata alle attività commerciali, con la parte superiore, riservata a funzioni politiche.
Al termine ,adesso vi aspetta una visita magnifica:
VISITA IN ESCLUSIVA DELL CAPPELLA SAN SEVERO E
CRISTO VELATO
Ci sposteremo di pochi metri e quando il Museo della Cappella -San Severo chiudera’ al pubblico,APRIRA’ in ESCLUSIVA PER I VIAGGI DI GIORGIO.
Questo consentira’ di effettuare una vista di circa 60 minuti,senza fretta,senza calca,senza altri visitatori.
“Una delle opere
più suggestive
al mondo”
Giuseppe Sanmartino, 1753
Monumento simbolo di Napoli,commissionata da Raimondo di Sangro al giovane artista napoletano,che voleva”una statua rappresentante Nostro Signore morto,coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua.
L’opera e’ stata realizzata interamente in marmo di Carrara senza l’utilizzo di alcun espediente alchemico ,come si era erroneamente ipotizzato..
Una perla dell arte barocca che dobbiamo all ispiratissimo scalpello di Sanmartino uno dei piu’ grandi capolavori mondiali, che lascia sconcertati e rapiti.
Posto al centro della navata della Cappella Sansevero, il Cristo velato è una delle opere più suggestive al mondo. Nelle intenzioni del committente, la statua doveva essere eseguita da Antonio Corradini, che per il principe aveva già scolpito la Pudicizia. Tuttavia, Corradini morì nel 1752 e fece in tempo a terminare solo un bozzetto in terracotta del Cristo, oggi conservato al Museo di San Martino. Fu così che Raimondo di Sangro incaricò un giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino, di realizzare “una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua”. Sanmartino tenne poco conto del precedente bozzetto dello scultore veneto. Come nella Pudicizia, anche nel Cristo velato l’originale messaggio stilistico è nel velo, ma i palpiti e i sentimenti tardo-barocchi di Sanmartino imprimono al sudario un movimento e una significazione molto distanti dai canoni corradiniani.
“Uno dei più grandi
capolavori della
scultura di tutti
i tempi”
Giuseppe Sanmartino, 1753
Il Cristo velato del Sanmartino è uno dei più grandi capolavori della scultura di tutti i tempi. Fin dal ’700 viaggiatori più o meno illustri sono venuti a contemplare questo miracolo dell’arte, restandone sconcertati e rapiti. Tra i moltissimi estimatori si ricorda Antonio Canova, che durante il suo soggiorno napoletano provò ad acquistarlo e si tramanda dichiarasse in seguito che avrebbe dato dieci anni di vita pur di essere lo scultore di questo marmo incomparabile. E ancora: nelle sue memorie di viaggio il marchese de Sade esaltò “il drappeggio, la finezza del velo […] la bellezza, la regolarità delle proporzioni dell’insieme”; Matilde Serao consacrò in un densissimo scritto tutta la passione significata dalle fattezze del Cristo; il maestro Riccardo Muti ha scelto il volto del Cristo per la copertina del suo Requiem di Mozart; lo scrittore argentino Hector Bianciotti ha parlato di “sindrome di Stendhal” al cospetto del velo marmoreo “piegato, spiegato, riassorbito nelle cavità di un corpo prigioniero, sottile come garza sui rilievi delle vene”. Da ultimo, in un’intervista rilasciata a «Il Mattino», Adonis, uno dei più grandi poeti contemporanei, ha definito il Cristo velato “più bello delle sculture di Michelangelo”.
“Così perfetto
da sembrare
tessuto”
Giuseppe Sanmartino, 1753
La fama di alchimista e audace sperimentatore di Raimondo di Sangro ha fatto fiorire sul suo conto numerose leggende. Una di queste riguarda proprio il velo del Cristo di Sanmartino: da oltre duecentocinquant’anni, infatti, viaggiatori, turisti e perfino alcuni studiosi, increduli dinanzi alla trasparenza del sudario, lo hanno erroneamente ritenuto frutto di un processo alchemico di “marmorizzazione” compiuto dal principe di Sansevero.
“Giace lungo disteso,abbandonato,spento..su quel corpo bello ma straziato,una religiosa e delicata pieta’,ha gettato un lenzuolo dalle piaghe morbide e trasparenti,che vela senza nascondere,che non cela la piaga ma la mostra,che non copre lo spasimo ma lo addolcisce..”
Matilde Serao
Dopo questa visita che lascera’ il segno,rientro in hotel e tempo libero per la pizza o la cena. Pernottamento.
TERZO GIORNO DOMENICA 12/10/2025
Ci raduniamo dopo la nostra prima colazione,lasciamo i bagagli in hotel ,e ci trasferiamo sempre con i mezzi pubblici,alla visita a quello che e’ un elogio alla raffinatezza,la bellezza,il culto dell arte in ogni sua forma.
Museo di Capodimonte,e Real Bosco ,casa di caccia borbonica e’ un palazzo a tre piani con 124 gallerie che ospitano una delle piu’ importanti pinacoteche d Europa, il cui nucleo principale e’ formato dalla collezione Farnese.
Qui nella prima meta’ del 700 il re Carlo di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia fondarono la fabbrica di Capodimonte.Ceramiche inconfondibili che si distinguono per il colore lattiginoso, la loro compattezza e trasparenza.Grandi nomi della pittura italiana adornano le belle sale con Raffaello ,Tiziano,Parmigianino,Guido Reni….e quelle della Galleria napoletana portate a Capodimonte a scopo cautelativo con Simone Martini ,Caravaggio, Luca Giordano..
Il museo ospita le squisite creazioni della Fabbrica di Porcellana di Capodimonte, tra cui intricate stoviglie e oggetti decorativi che rivaleggiano con le migliori porcellane europee del XVIII secolo.
Ospita la Madonna del Divino Amore, l’unico dipinto di Raffaello presente a Napoli, a testimonianza dell’esclusiva collezione di capolavori del museo.
La famosa Giuditta e Olofene di Artemisia Gentileschi icona e simbolo dell’attivita’ della grande pittrice del 600.
Il Salottino di porcellana fu installato nel palazzo dopo essere stato smantellato dalla Reggia di Portici.
Il Real bosco ha una vasta area con 400 specie vegetali e diverse architetture tra cui residenze,casini chiese,fontane statue…All interno del Parco si trova la Fontana di Mezzo un autentica peschiera del XVIII secoloIl parco fu progettato da Ferdinando Sanfelice nel 1734 diviso in giardino vero e proprio nell area intorno la Reggia,con aperture panoramiche sul golfo di Napoli,e il bosco per la caccia disseminato di statue,grotte e costruzioni destinati ad usi diversi.
Tempo libero per il pranzo.
Torniamo nel centro di Napoli,sempre con i mezzi pubblici,per un ultima visita di questi tre giorni.
Duomo e Tesoro di San Gennaro
È il più antico e inviolato tesoro esistente al mondo. Sette secoli di storia, circa ventiduemila opere tra oreficerie, argenterie, tessuti, legni e quadri, che neppure Napoleone Bonaparte osò depredare.
Il Tesoro di San Gennaro, nato dall’immensa gratitudine dei napoletani per la protezione concessa dal Santo alla città minacciata dalla peste, dalla guerra e dal Vesuvio, vanta gioielli di valore inestimabile come la collana in oro, argento e pietre preziose, realizzata da Michele Dato nel 1679, la Mitra, in argento dorato con diamanti, rubini, smeraldi e due granati, creata da Matteo Treglia nel 1713, e i due candelieri in argento di oltre tre metri e mezzo d’altezza donati da Carlo III di Borbone.
La storia dei busti è straordinaria e va raccontata: esistono cinquantaquattro busti d’argento perché a Napoli sono cinquantuno i compatroni. I napoletani hanno sempre pensato che i loro guai fossero talmente tanti, che San Gennaro, da solo, non ce l’avrebbe fatta. Ogni busto che rappresenta il compatrono ha una particolare delega.
Un enorme patrimonio realizzato dal talento e dalla fantasia di grandi artisti e incrementato attraverso le donazioni di re, di papi, di uomini illustri e dei venticinque milioni di devoti sparsi nel mondo. Nel 2014, per la prima volta, settanta capolavori di arte orafa hanno lasciato Napoli per una rassegna sull’intenso e particolare legame tra il Santo e la città partenopea.
Construita tra il 1299 e il 1314, la Cattedrale Metropolitana di Santa Maria dell’Assunzione, conoscita come Duomo, è il più importante edificio religioso di Napoli, oltre ad essere in città un punto di riferimento storico, artistico e culturale.
Incastrato tra gli edifici, il Duomo di Napoli ha una sobria facciata in stile neogotico con tre ingressi. Entrando, ci imbatteremo in tre navate lunghe 100 metri e alte 48 metri, dove si intrecciano diversi stili architettonici con elementi gotici, barocchi e neogotici.
Uno dei punti più rilevanti della cattedrale è la Cappella del Tesoro, uno spazio in stile barocco in cui si conservano più di 50 figure d’argento donate da ricchi devoti.
L’elemento più peculiare del Duomo sono le capsule in cui è conservato il sangue di San Gennaro, famoso perchè, durante alcune celebrazioni, cambia il suo stato da solido a liquido.
Ed eccoci arrivati lungo il decumano maggiore al Pio Monte della Misericordia,un istituzione voluta da sette nobili napoletani,che nel 1602 consapevoli della miseria della popolazione,decidono di devolvere parte dei loro beni ai piu’ deboli .
E qui troviamo “Sette opere di misericordia” di Caravaggio che dipinge per l enorme cifra di 400 ducati su commissione di Giovan Battista Monso,uno dei sette fondatori del Pio Monte della Misericordia,l enigmatico dipinto con personaggi presi dalla strada.
Un quadro che manifesta il sentimento di comprensione e compassione voluto dall ente,un manifesto dell attivita’ caritativa.
Al termine della visita,passiamo in hotel a recuperare il bagaglio,e sempre in metro,ci spostiamo in stazione in tempo utile per prendere il treno Frecciarossa delle ore 17.05 con arrivo a Roma Termini alle ore 18.15.
Ci si prepara per il rientro a casa,con gli occhi pieni di meraviglie, stanchi e appagati da tanta bellezza,sognando re,palazzi,castelli e torri,regine e ninfe,colori chiassosi…
Miseria e nobilta’!!Napul’e’ !!!
Costo per persona in camera doppia euro
Sup.Singola
Sistemazione prevista presso BB 4**** Suite dei -Catalani
e presso Hotel San Marco 3***
Suite Dei Catalani
Suite dei Catalani è situato in via Depretis, nel centro di Napoli. L’Hotel è ubicato in posizione privilegiata; si affaccia sul Maschio Angioino che dista solo 200 metri. Suite dei Catalani rappresenta la soluzione ideale per alloggiare nel centro storico della città di Napoli. Ospitato in un edificio storico della città di Napoli, Suite dei Catalani sarà lieto di offrirvi attraverso il nostro staff tutto il supporto necessario per garantirvi un soggiorno piacevole nella città di Napoli.
L’Hotel San Marco vanta una posizione strategica nel centro della splendida città di Napoli.
Potrete godere della vista del Maschio Angioino dalle nostre camere.
Supplemento camera Luxury Suite de Catalani euro 70,00 a persona .
Supplemento camere Hotel San Marco, vista Maschio Angioino 70,00 a persona.
Eventuale supplemento camera singola
Nb. La visita al Cristo Velato in esclusiva e’ soggetta a riconferma da parte del museo.
In caso venisse annullata,garantiamo la visita,ma non in esclusiva.
La quota comprende :
- Treno Frecciarossa andata e ritorno Roma-Napoli seconda classe.
- Due pernottamenti in BB 4**** trattamento di camera e colazione
- Una cena in ristorante tipico
- Visite guidate con esperta guida Regione Campania
- Degustazione sfogliatella caffe’ da Scaturchio
- Assicurazione medica e bagaglio e ANNULLAMENTO al viaggio
- Accompagnatore da Roma dei Viaggi di Giorgio
- Kit viaggio
- Iva di legge
Non comprende:
- Mance
- Auricolari 10 euro
- Tassa di soggiorno pari a 4.50 al giorno a persona
- Bevande ai pasti
- Napoli Arte Card per 3 giorni ,che include 3 ingressi ai siti e musei e monumenti indicati nel programma e trasporto sui mezzi pubblici, euro 27,00
- Altri ingressi previsti in programma e non inclusi in Arte Card pari a euro 21,00
- Tutto quanto non espressamente previsto nella ” quota comprende”
N.b al’esaurimento delle camere presso Suite dei Catalani,sarete sistemati presso Hotel San Marco,senza riduzione di prezzo.Sarete informati al momento Vostra adesione.
Di più EUROPA
Di più Italia
IL “CRISTO VELATO” NEI RACCONTI DI MATILDE SERAO
di MARIO BOCOLA
La scultura della Cappella Sansevero che ammalia i letterati
Matilde Serao, grande giornalista e scrittrice partenopea, narra in un breve scritto una sua visita alla cappella dei di Sangro con piglio ed emozione tutti diversi. Il Cristo mortopubblicato nel 1881 nelle Leggende napoletane, appare come un corpo estraneo al volume nel quale Serao raccoglie le piùnote storie della tradizione popolare napoletana. Il lettore che si aspetti il racconto delle gesta orribili e straordinarie del principe‑mago rimane deluso: nulla vi si dice di Raimondo di Sangro, nulla delle sinistre credenze che da più di un secolo accompagnano la sua memoria. Il tono favoloso, inoltre, che in tutta la raccolta evoca sirene, diavoli, munacielli, qui lascia il posto a una scrittura che, nonostante lo stile enfatico tipico della scrittrice esordiente, pare più adatta alla pagina di un baedeker che a una di narrativa fantastica. Fonti scritte sull’opera del principe non mancano e Matilde Serao, sebbene giovanissima, certamente le conosce; se poi si considera la tradizione orale, più che mai viva nelle piazze e nei vicoli del centro antico, sembra ancora più inspiegabile che ella non riferisca di tutto quel ricco materiale così facilmente reperibile. Tanto più che da qualche anno la scrittrice, allo scopo di conoscerla nelle sue pieghe più riposte, percorre sistematicamente la città in una sorta di fatale preparazione alla discesa agli inferi che farà di li a poco, al tempo del colera.
«La cappella è glaciale», è la prima impressione che Serao annota in questo inconsueto taccuino museale, nel quale del principe di Sansevero non v’è traccia. Eppure i monumenti, i simboli massonici, le inquietanti macchine anatomiche, il sepolcro con la lunga epigrafe celebrativa ricordano continuamente alla visitatrice il suo nome: ella, invece, vede soltanto freddi marmi, e grandi sculture allegoriche che una dopo l’altra le si parano davanti. In questo tempio ove sente aleggiare la morte ‑ «Tombe dappertutto» scrive con evidente disagio ‑ volontariamente ignora il mistero che non potrebbe narrare con il tono gioioso e rassicurante, con l’ingenuo incanto da libro delle fate che contraddistinguono tutti i racconti delle Leggende napoletane. Le imprese e la personalità del principe paiono non essere decifrabili dalla narratrice realistica che vuole aderire al “vasto ideale di verità” e la sua leggenda ha toni troppi foschi che non possono in alcun modo da lei essere edulcorati. Amante della luce, e per ciò refrattaria alle nebbie gotiche, Matilde Serao non sa indulgere a descrizioni truculente, non sa piegarsi alle orride suggestioni di un mondo dal quale la separa una distanza incolmabile.
L’unico racconto popolare che la scrittrice riprende è quello sulla sorte dell’autore del Cristo, Giuseppe Sanmartino, secondo la tradizione accecato o addirittura ucciso dal principe di Sansevero allo scopo di impedirgli di scolpire un altro capolavoro come quello realizzato per la sua cappella. Ma il tema dell’amore, costante tormento del lettore e vero limite narrativo della raccolta, stravolge perfino la storia dello scultore, che vediamo morire tra poco verosimili spasimi d’amore: «Singolare anima d’artista doveva esser quella dello scultore […] dove sorgevano uguali, immensi, due amori: quello per una donna, quello per l’arte. Infelicissimo, terribilmente doloroso il primo. […] ha amato ed una convulsione ha contorta e spezzata la sua vita».
Soltanto la materialità dei luoghi, qui tra le sepolture dei di Sangro, la esalta e diventa pungolo, Soltanto il Criston’esce a scuoterla dal gelido torpore, con il suo essere corpo vivido ed estremo, denso di emozioni e di saperi che provocano la narrazione. «È grande quanto un uomo, un uomo vigoroso e forte nella pienezza dell’età. […] I capelli sono arruffati, […] le labbra schiuse» scrive l’impetuosa Serao aliena da propensioni metafisiche e capace di investire con il fuoco profano della passione anche il corpo divino straziato e deposto sotto il sudario trasparente.
Raimondo di Sangro è assente sino alla fine del racconto: Matilde Serao, sanguigna e istintiva, sembra temere della leggenda la parte di verità che essa sempre racchiude. Ha paura e distoglie lo sguardo. Forse, uscendo dalla penombra della cappella dei Sansevero, rassicurata dalla luce e riscaldata dal sole, guarda in direzione della dimora del principe. Di fronte al tempio dove è deposto il corpo del Cristo ricoperto dal velo sottilissimo, il palazzo si erge integro e maestoso: il crollo è lontano e mancano ancora otto anni. Quando si verificherà, la superstiziosa donna Matilde, siamo certi, non ne rimarrà stupita.
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