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Cosa è incluso
Itinerario nella terra dei FARAONI
Fin dall’antichità imperatori romani, eruditi arabi e antichi viaggiatori si abbandonarono al fascino della terra dei Faraoni. E ancora oggi le piramidi di Giza, i templi di Karnak, le sepolture della Valle dei Re, con la tomba rupestre di Tutankhamon, ed i templi di Abu Simbel, emanano un fascino di rara intensità. Secolo dopo secolo la grande civiltà dell’antico Egitto ha saputo mantenere intatto il suo potere di attrazione, con le maestose vestigia dell’architettura, dell’arte e della tecnica, con l’eccezionale grado di perfezione della scrittura (geroglifici) e dell’arte orafa, e infine con una concezione globalizzante del mondo, nella quale scienza e religione formano un tutt’uno indissolubile.
1° Giorno: Roma – Cairo
Ritrovo dei partecipanti in aeroporto e operazioni di imbarco. Volo diretto per il Cairo. Arrivo e trasferimento in hotel.
Cena in ristorante locale e trasferimento in hotel per il pernottamento.
2° Giorno: Cairo
Prima colazione in hotel. Incontro con la guida e inizio delle escursioni alla Piana di Giza, dove si trovano le tre Piramidi dedicate ai tre Faraoni della IV dinastia: Cheope, Chefren e Micerino.
I faraoni, alla loro morte, erano imbalsamati e collocati all’interno di sarcofagi che, successivamente, erano introdotti nelle piramidi insieme ad un sontuoso corredo funebre che comprendeva una gran varietà di suppellettili, dagli oggetti personali agli alimenti, che dovevano accompagnare il regale defunto nel suo viaggio verso l’aldilà. Anche se è difficile stabilire con esattezza l’anno di costruzione di questi templi funerari, gli egittologi ritengono che i lavori siano iniziati verso il 2500 a.C.
Cheope
Conosciuta anche come la Grande Piramide di Giza, Cheope (Khufu) è la piramide più grande, oltre ad essere la più importante di tutte. È alta 140 metri e il perimetro della sua base è di quasi 1 chilometro.
Chefren
La Piramide di Chefren è la seconda più grande d’Egitto e, attualmente, è l’unica che conserva sulla sommità una parte della copertura in calcare bianco di Tura che originariamente ricopriva l’intera struttura.
Micerino
La Piramide di Micerino è la più piccola delle tre, ma non per questo la meno interessante. Raggiunge un’altezza di 66 metri e il lato della sua base quadrata misura circa 100 metri.
Infine ammireremo infine la Sfinge, maestosa guardiana della Piramide di Kephren e il Tempio della Valle.
Successivamente e visita al Museo Egizio, dove tra i numerosi reperti della storia faraonica si potrà ammirare la camera mortuaria meglio conservata al mondo, quella di Tutankhamon.
Pranzo in corso di escursione.
Si prosegue con la visita al souk Khan Al-Khalili. Nessuna visita al Cairo può dirsi completa senza fare il classico giro al mercato di Khan Al-Khalili. Il quartiere di Khan al-Khalili è il mercato principale del quartiere islamico del Cairo ed è una delle attrazioni più importanti dove fare shopping. Questo colorato, rumoroso, affollato ed eccitante mercato offre ogni tipo di articoli e scintillante chincaglieria.
In serata crociera sul Nilo con cena e spettacolo. Rientro in hotel e pernottamento.
3° Giorno: Cairo – Luxor
Dopo colazione trasferimento all’aeroporto del Cairo e partenza con volo diretto per Luxor.
Arrivo e trasferimento a bordo della motonave, sistemazione in cabina per la crociera sul Nilo. Pranzo e inizio della visita della riva est con il Tempio di Karnak.
Il Santuario di Karnak è probabilmente il complesso monumentale più grandioso mai costruito, con uno sviluppo che proseguì per 1500 anni: è un susseguirsi di cortili, recinti sacri, statue, spettacolari sale colonnate, templi dedicati a diverse divinità, in pratica una summa dell’architettura e dell’arte dell’Antico Egitto. Il tempio di Karnak occupa quasi mezzo chilometro quadrato. L’unica parte facilmente accessibile è la cinta muraria del tempio di Amon. Ci sono due vie d’accesso da Luxor: dalla Corniche, piegando verso l’interno un po’più a nord, oppure lungo la Sharia el Karnak, seguendo più o meno il Viale delle sfingi che un tempo connetteva i templi di Luxor e di Karnak, passando davanti alla torreggiante porta di Evergete II e alla cinta muraria. Il grande tempio di Amon è un susseguirsi impressionante e infinito di piloni, cortili e sale colonnate, obelischi e colossi. Reca il marchio di decine di regnanti nel corso di tredici secoli. Le rovine rimasero semisepolte nel limo del fiume per un tempo altrettanto lungo e furono liberate dagli archeologi a metà ’800. La grande sala ipostila è la gloria di Karnak, una foresta di colonne gigantesche che occupano un’area di 6000 mq. (per avere un’idea, potrebbe contenere insieme la basilica di S. Pietro e la cattedrale londinese di S. Paul).
Successivamente visita al Tempio di Luxor. Questo tempio era dedicato alla triade tebana di Amon-Min-Mut e Khonsu; la sua edificazione si deve principalmente a due faraoni del Nuovo Regno e risale all’apogeo artistico del periodo. Il tempio fu fondato da Amenofi III (1417-1379 a.C.) della XVIII dinastia, al quale si devono anche il terzo pilone di Karnak e i colossi di Memnone, dall’altra parte del fiume. I lavori furono sospesi durante il regno del figlio Akhenaton, ma furono poi ripresi sotto Tutankhamon e Horemheb; Ramesse II poi aggiunse un cortile a doppio colonnato e un grande pilone incorniciato da obelischi e colossi. Stupefacenti sono: il cortile di Ramesse II, quello di Amenofi III, la Salaipostila e il Viale delle sfingi, che conduce a Karnak.
Cena e pernottamento a bordo.
4° Giorno: Luxor
Prima colazione a bordo e visita della riva ovest con la Valle dei Re e con a Tomba della Regina Hatshepsut,
La Valle dei Re di Luxor ci trasporta nella magia dell’antico Egitto. Al contrario delle Piramidi, questa necropoli, chiamata in egiziano Wadi Biban el-Muluk, “La valle delle porte dei re”, presenta le tombe delle ultime dinastie del Nuovo Regno, dove un tempo si trovava l’antica capitale, Tebe. Una visita alla Valle dei Re ci condurrà in uno scenario unico vicino alle rive del Nilo.
Oggi, la Valle dei Re è considerata uno dei siti archeologici più famosi del mondo e rappresentava il luogo in cui i faraoni delle dinastie del Nuovo Regno venivano seppelliti. Tra i più famosi reggenti, infatti, Ramses II, Tutankhamon, Seti I e Tuthmosis III scelsero questo luogo, ma anche altri nobili, mentre le mogli vennero seppellite nell’adiacente Valle delle Regine. Le tombe trovate qui, risalgono al periodo tra il 1539 e il 1075 a.C..
All’interno del sito della Valle dei Re a Luxor, sono state ritrovate, ad oggi, ben 62 sepolture e nulla esclude che questo numero possa aumentare, in quanto gli scavi sono ancora in corso. Il fattore che accomuna le varie tombe, è la loro struttura, creata per riuscire a riprodurre l’idea che gli antichi egizi avevano dell’aldilà. Pur avendo la struttura molto simile, tutte le tombe si differenziano tra di loro per vari elementi estetici e strutturali, anche a seconda della dinastia del sovrano che ospitano.
Come per le Piramidi, inoltre, anche queste sepolture presentano dei templi funerari, che si trovano sempre lungo il margine del Nilo, all’interno della pianura alluvionale. In molte tombe, ancora oggi è possibile ammirare le magnifiche decorazioni, che rappresentano i riti funerari e scene della vita del Faraone.
La Tomba della Regina Hatshepsut a Deir al-Bahri, ricavata nella ripida parete rocciosa, è uno spettacolo mozzafiato. La sua posizione è superba: il tempio è disposto su una serie di ampie terrazze sovrapposte, il cui livello superiore si confonde nel roccioso anfiteatro calcareo che lo accoglie. Fu disegnato durante la XVIII dinastia da Senenmut, architetto della regina Hatshepsut. Nonostante i danni arrecati da Ramses II e la trasformazione in monastero con l’avvento del cristianesimo, gli scavi del sito continuano a rivelare splendide decorazioni.
Successivamente si lascia Tebe per far visita ai Colossi di Memnone, situati a circa 1km ad est di Madinat Habu. Sono due gigantesche sculture che in origine affiancavano l’ingresso al tempio funerario di Amenofi III. Rivolti a oriente e alti oltre 16,50 m (più la base di m. 2,30), rappresentano entrambi il re suddetto seduto nella posa tradizionale. Ai due lati del trono si trovano due piccole figure femminili, quella della regina Mutemuia, madre di Amenofi III, e di sua moglie Tiyi ( i nonni di Tutankhamon). Nel 27 a.C. un terremoto provocò nel colosso nord una lunga fenditura che, secondo Strabone, arrivava fino alla cintola. Ciò determinò il fenomeno in base al quale la statua, all’alba, quando la pietra comincia ad asciugarsi dell’umidità della notte, emetteva un suono simile alla vibrazione di una corda di chitarra.
Cena e pernottamento a bordo.
5° Giorno: Edfu – Kom Ombo
Prima colazione a bordo e navigazione verso Edfu. La cittadina provinciale di Edfu, situata sulla sponda ovest del Nilo, è all’incirca equidistante da Luxor (115 km) e da Aswan (105 km). Questo piccolo centro abitativo vanta il tempio di culto meglio conservato di tutto l’Egitto, dedicato al dio dalla testa di falco Horus.
Il Tempio di Horus è un edificio enorme, costruito in epoca tolemaica, ma secondo i canoni dell’architettura faraonica, così che consente di farsi un’idea precisa di com’era la maggior parte dei templi. Iniziato nel 237 a.C. e terminato solo 180 anni più tardi, nel 57 a.C., con la posa delle monumentali porte. Il luogo in cui sorge era considerato sacro già in epoca predinastica, quando una semplice capanna proteggeva il simulacro del dio (cioè una statua a forma di falco). Il grande complesso presenta la classica successione di ambienti sempre più piccoli e oscuri, in graduale progressione simbolica fino al buio del segreto sacrario. Le pareti, coperte d’incisioni, rivelano cerimoniali e riti occulti dai quali il pubblico era escluso, oltre a ricette per profumi e unguenti di destinazione sacrale, formule magiche, utili all’interpretazione delle concezioni religiose egizie.
Pranzo a bordo, navigazione verso Kom Ombo.
Il luogo è celebre per le imponenti rovine di un tempio, costruito sulla piatta cima di una collina, unico esempio in Egitto di complesso monumentale dall’aspetto di acropoli : questo è il Tempio di Sobek e Haroeris. Aristocratica e solenne l’immagine di questo antico complesso che domina i campi coltivati e le acque del Nilo. Fu costruito in epoca tolemaica e la particolarità del tempio è quella di essere un edificio ”doppio”, che unisce allo schema tolemaico classico il dualismo di molti elementi, con due entrate, una doppia fila di porte parallele e un duplice santuario, realmente separato da un muro divisorio. Questo si deve al fatto che il tempio è contemporaneamente dedicato a due divinità differenti: la parte meridionale è consacrata a Sobek, dio coccodrillo, mentre quella settentrionale al dio guaritore Haroesis, Horus il Grande dalla testa di falco.
Case dalle facciate colorate, campi di canna da zucchero, orti e aranceti. E’ questo il cuore della Nuova Nubia, territorio a nord di Assuan che, in seguito alla costruzione della Diga Alta e alla creazione del grand e lago Nasser, ha accolto buona parte dei rifugiati nubiani. La Valle del Nilo, qui stretta tra aride pareti rocciose, si apre improvvisamente, occupando il fondo di un antico lago.
Cena e pernottamento a bordo.
6° Giorno: giornata libera
Colazione e giornata libera a disposizione. Pranzo e cena a bordo.
Possibilità di effettuare un’escursione facoltativa ad Abu Simbel e visita dei templi.
Abu Simbel, visita al grandioso complesso monumentale costituito dal Grande Tempio di Ramses (o Ramsete) II e il Tempio di Hathor. Ma facciamo un passo indietro per meglio capire i fatti che hanno determinato l’attuale situazione nella Bassa Nubia. Oggi la Bassa Nubia può essere citata a pieno titolo come uno degli esempi più evidenti dell’intervento dell’uomo sull’ambiente, intervento che può modificare in profondità l’assetto originario, creando paesaggi del tutto nuovi. Di colpo apparve chiaro anche all’opinione pubblica: la costruzione della Diga Alta di Assuan avrebbe sommerso nella Bassa Nubia un’ampia fascia della Valle del Nilo, cancellando di colpo non solo campi e villaggi, ma anche straordinarie testimonianze dell’Egitto faraonico.
All’ondata di emozione generale seguì, l’8 marzo 1960, un solenne appello lanciato dall’UNESCO, che conferì al problema una dimensione mondiale e mise in moto una serie d’interventi finanziari e scientifici decisivi.
La motivazione fondamentale per la visita di questa regione del Sud Egitto rimane tuttavia legata a quei 14 grandiosi templi e monumenti che, disseminati lungo questo tratto della Valle del Nilo e condannati a essere inghiottiti dal lago, sono stati invece smontati e ricostruiti al riparo dalle acque. Si tratta di uno straordinario patrimonio storico e artistico, che merita un’attenta visita anche perché immagine chiarissima dell’ideologia politico-religiosa della società che lo produsse. Questa tocca il vertice nel Grande Tempio di Abu Simbel, dove il faraone appare divinizzato già in vita e compare con dignità e dimensione pari a quelle delle massime divinità del Paese. Impossibile, però, non correre col pensiero anche alla grandiosa opera di salvataggio e all’eccezionale tecnologia che la rese possibile. Un lavoro davvero difficile e complesso, che idealmente richiama le fatiche ciclopiche sostenute dagli antichi costruttori di questi templi. Dopo aver scartato numerosi progetti troppo audaci e di difficile realizzazione, venne approvato il progetto dello scultore egiziano Ahmad Osmad che prevedeva di tagliare in numerosi blocchi i templi e di ricomporli, come un enorme puzzle, in un luogo più sicuro, poco distante dal sito originale. I lavori iniziarono nella primavera del 1964 quando il lago Nasser aveva raggiunto un’altezza tale che i templi dovettero essere pro-tetti da delle paratie. I due templi furono divisi, rispettivamente, in 807 e 235 blocchi del peso massimo di 20 tonnellate e accuratamente numerati. I tagli dei vari blocchi vennero eseguiti in modo da essere il meno visibili possibile una volta ricomposti. I due edifici furono quindi ricomposti in una posizione 65 m più in alto e 200 m verso l’interno rispetto all’originale (ciò ha ritardato, di qualche minuto, il raggio di sole che penetra all’interno del tempio illuminando la statua del faraone, e questo avviene due volte all’anno: il 21 febbraio – giorno della nascita di Ramesse II e il 22 ottobre – il giorno della sua incoronazione). Per dare solidità al complesso i due templi furono fissati ad una struttura di cemento armato quindi ricoperti da cupole di cemento con una campata rispettivamente di 50 e 24 m con all’interno uno spazio libero di 19 e 7 m, spazi destinati a contenere varie infrastrutture turistiche. Per eseguire questi ”faraonici” lavori furono impegnate circa 2000 maestranze tra le quali avevano un ruolo rilevante e delicato numerosi tagliatori delle cave di marmo di Carrara, che eseguirono i tagli per dividere in blocchi i due monumenti. I lavori furono completati nell’estate del 1968, cioè dopo soli 4 anni.
Entrambi i templi sono stati costruiti durante il regno di Ramesse II (nato nel 1297 a.C., regnò dal 1278 al 1213 data della sua morte) e furono completati per il trentesimo anniversario del suo regno, cioè nel 1248 a.C.. Trenta anni per costruirli e soli 4 per smontarli e ricostruirli (è una semplice considerazione). Il tempio grande è consacrato al dio Amon-Ra di Tebe e a Harmakhis di Eliopoli che erano le principali divinità dell’Alto e Basso Egitto. Inoltre, in questo luogo, si veneravano il dio Ptah di Menfi e lo stesso Ramesse II divinizzato. Nel “sacta santorum”, cioè nel fondo del Grande tempio, ci sono infatti 4 statue: (da sinistra a destra) Ptah, Amon-Ra, Ramesse II, e Harmakhis. Il tempio più piccolo è invece consacrato alla dea Hathor e alla sposa favorita di Ramesse, Nefertari divinizzata anche lei come il marito. Non si conoscono i motivi perché Ramesse II decise di far costruire i templi in questi luoghi, si è praticamente certi che la costruzione fu il principale passo per la sua completa divinizzazione, ma la scelta di erigere questi maestosi monumenti nella Nubia fu, probabilmente, dovuto al fatto di dare un forte segno del potere faraonico in queste terre molto importanti per l’economia dell’Egitto dell’epoca a causa delle miniere di rame e d’oro che si trovavano in questa regione.
7° Giorno: File – Aswan – Cairo – Roma
Dopo la prima colazione a bordo, lasciamo la motonave.
Visita della Diga Alta di Aswan, dell’Obelisco Incompiuto e del Tempio di File.
Il Tempio di File, tempio di Philae in latino, riveste una gran importanza per gli egizi perché, secondo la leggenda, quando Osiride fu assassinato dal fratello, che sparse poi le sue membra per tutto il paese, Iside, la sua amata sposa, li raccolse e si rifugiò sull‘isola di Philae per ricomporre il corpo dell’amato. Il Tempio è ubicato sull’omonima Isola di File, venne successivamente traslocato in seguito alla costruzione della Diga di Aswan. Si tratta di una struttura che rappresentava il centro principale del culto di Iside, dea dell’amore, e, dal 1979, è sito archeologico Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Alla fine delle visite, trasferimento all’aeroporto di Aswan per volo di rientro in Italia con scalo al Cairo. Arrivo e fine dei servizi.
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