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Cosa è incluso
ALGERIA: Archeologia, deserto e oasi.
Gli incredibili siti romani, Ghardaia e lo spettacolo del Sahara.
Un viaggio che vuole unire l’interessantissima parte nord del paese con la spettacolarità della natura del deserto del Sahara e le oasi come Ghardai. Djemila in uno scenario splendido tra le montagne con edifici molto ben conservati, più a sud l’antica Lambaesis romana, accampamento fisso della Terza Legione Augustea, e quindi la famosa Timgad, forse il più bel sito deII’AIgeria romana, fondata daII’imperatore Traiano nel primo sec d.C. e dominata deII’imponente arco a lui dedicato. Ma il viaggio offre anche l’interessante visita di Algeri, l’intrigante kasba e quindi il sito di Tipasa con i resti della città che lambiscono le acque del Mediterraneo. Ci si sposta poi al Sud nel centro del deserto del Sahara. Qui con i fuoristrada ci si addentra tra le stupende formazioni rocciose di arenaria scolpite dal vento e dalla sabbia in forme sempre diverse: torrioni, pinnacoli, canyon e cattedrali di roccia. Le grandi dune deII’Erg Admer sono la vera essenza del deserto: forme dolci e sensuali che non possono non ammaliare. I pernottamenti si effettuano in un semplice, albergo neII’oasi di Djanet e Ghardaia, la pentapoli mozabita.
Il Sahara algerino, uno dei deserti più caldi e aridi del mondo, copre un’area di oltre due milioni di chilometri quadrati e si estende dai monti deII’AtIante Sahariano fino ai confini del Mali, del Niger e della Libia.
Ha un’estensione di oltre duemila chilometri. Questo vasto territorio è formato da nove wilayates (distretti) con una popolazione stimata in tre milioni e mezzo di abitanti di etnia berbera. I berberi sono una popolazione europoide deII’Africa settentrionale, che essi chiamano Tamazgha. Sembra che almeno fino all’età del bronzo (circa 1200 a.C.) tra le popolazioni berbere fosse piuttosto diffusa la depigmentazione, cioè l’albinismo e il biondismo come carattere genetico, documentata anche da pitture rupestri del Tassili e in iscrizioni egiziane.
Gli ibaditi rappresentano una setta musulmana di etnia berbera, l’unico ramo sopravvissuto dei kharigiti; fondata da ’Abd Allah ibn Ibè al-MurrT, fiorì in Mesopotamia neII’VIII secolo, periodo durante il quale essi conquistarono l’Oman penetrando neII’Africa settentrionale, dove fondarono vari piccoli Stati. Oggi gli ibaditi costituiscono la componente maggioritaria deII’isIamismo in Oman. Altri nuclei importanti si trovano nella valle del Mzab in Algeria, sull’isola di Gerba in Tunisia e a Gebel Nafusa in Libia. Rifiutano ogni forma di fanatismo e predicano la pratica rigorosa deII’isIam originario. Considerati eretici dagli altri musulmani, gli ibaditi si rifugiarono nella valle dello Mzab e distinguono ancora oggi per il Ioro rigorismo: basta un’azione peccaminosa per essere cacciati dalla comunità dei fedeli.
Simone De Beauvoir, nel suo La forza delle cose, definisce Ghardaia come “un dipinto cubista splendidamente costruito”. Questa cittadina è il cuore della pentapoli ibadita. Si tratta di un importante centro di produzione di datteri, di fabbricazione di tappeti e tessuti. La città è divisa in tre settori: al centro sta la zona storica mozabita, con una moschea dal minareto piramidale e una piazza porticata. Le case, colorate di bianco, rosa e rosso, sono costruite con sabbia, argilla e gesso, e hanno terrazze e portici.
Camminando nelle strette vie tortuose delle cittadine della pentapoli ibadita della valle dello Mzab, si osservano le donne uscire dalle porte delle Ioro case. Avvolte nelle vesti completamente bianche assomigliano a fantasmi: è strettamente vietato fotografarle. Isolate o a piccoli gruppi, camminano velocemente rasentando i muri delle case. Sono furtive presenze che scompaiono silenziose. La donna maghrebina intrappolata sotto la sua haik (che le nasconde il volto e la visibilità dell’intero corpo) è un vecchio cliché della letteratura coloniale. Questa figura di claustrazione femminile deII’isIam ha affascinato gli etnologi del XIX e XX secolo. Nelle donne mozabite che abitano la Pentapoli ibadita l’hai/r è completamente privo di merletti o ricami come nel velo di Algeri (a/ar). L’haik è di lana spessa, senza eleganza e presenta grandi dimensioni: 4 metri per 1,40.
Il Programma di Viaggio
1° giorno: ITALIA – ALGERI
Partenza da l’ItaIia per Algeri .Arrivo ad Algeri e sistemazione in hotel. Pernottamento.
2° Giorno: – LAMBESE – TIMGAD -LAMBESE CONSTANTINE
Dopo la colazione,partenza direzione Lambese, per visitare il museo e per per ammirarne l’antica fortezza legionaria della provincia romana d’Africa proconsolare, posizionata in Numidia a nord dei monti dell’Aurès, di fronte alle tribù berbere dei Getuli. Fu prima forte ausiliario sotto i Flavi, e sotto Traiano divenne fortezza della III Legio Augusta, fino alla conquista dei Vandali. Pranzo libero. Nel pomeriggio escursione a Timgad, l’antica colonia romana di Thamugadi, fondata dall’imperatore Traiano nell’anno 100 con manodopera militare. La città venne edificata praticamente dal nulla come colonia militare con lo scopo principale di creare un bastione contro i Berberi del Massiccio dell’Aurés. Per questo in origine essa venne abitata da veterani dell’esercito cui vennero assegnate terre in cambio degli anni di servizio militare prestato. Collocata lungo la strada fra Thevaste e Lambese, la città fu cinta di mura; progettata per una popolazione di 15.000 abitanti, ben presto crebbe al di fuori di ogni controllo e si sviluppò caoticamente, senza rispettare la planimetria ortogonale della fondazione originale.
Fra le rovine di Timgad sono comunque perfettamente visibili il decumano e il cardo, affiancati da un colonnato corinzio parzialmente restaurato. Nella parte terminale ovest del decumano sorge il cosiddetto arco di Traiano, alto 12 metri, probabilmente in origine una porta cittadina, monumentalizzata in epoche successive. Molti gli edifici pubblici conservati della città: una basilica, una biblioteca, quattro terme ed un teatro da 3.500 posti a sedere, in ottime condizioni di conservazione, tanto che ancor oggi viene utilizzato per rappresentazioni teatrali. A Timgad si trovano inoltre un tempio dedicato a Giove Capitolino (grande quasi come il Pantheon di Roma), una chiesa quadrata con abside circolare risalente al VII secolo, e una cittadella bizantina costruita negli ultimi giorni della città.
Visiteremo anche il piccolo, ma bellissimo Museo di Mosaici
Anche Timgad è entrata a far parte dell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
In serata arrivo a Constantine, cena e pernottamento in hotel.
3° Giorno : CONSTANTINE – DJAMILA -TIDDIS- CONSTANTINE
Dopo colazione, partenza per Djamila, una delle più straordinarie città romane d’Africa.
In arabo significa “la bella “Patrimonio UNESCO, situata su uno sperone roccioso alla confluenza di due uadi ai piedi di una montagna di 1400 m.
Fu fondata alla fine del I sec. come colonia per veterani romani; è uno dei più bei siti d’epoca romana, in uno scenario splendido, con gliedifici principali ben conservati. Bellissimo il foro di Settimio Severo con il tempio dedicato a Marte, patrono della città, l’arco di trionfo di Caracalla, il mercato con i tavoli dei venditori con le unità di misura per i prodotti agricoli.
Visita alle rovine e allo straordinario museo, dove le pareti sono ricoperte dei mosaici strappati da ville e monumenti pubblici della città.La città romana si srotola come un tappeto sulle colline diradanti.
Pranzo al sacco
4° giorno: CONSTANTINE – TIDDIS – GHARDAIA
In mattinata facciamo la visita a Tiddis, attraverso un paesaggio collinare affascinante, andiamo alla scoperta di questa piccola città romana che insiste su un villaggio berbero.
Molto caratteristica, Tiddis non segue i canoni romani come siamo abituati a vedere, assomiglia di più ad un villaggio berbero, anche se si riconoscono i templi, il foro, le terme, come nel resto del mondo romano.
Pranzo in ristorante o picnic
Nel pomeriggio trasferimento in aeroporto e partenza per Ghardaia.
All’arrivo sistemazione in hotel. Cena e pernottamento.
5° giorno: GHARDAIA
In mattinata Inizio della visita alla pentapoli mozabita, della quale fanno parte Ghardaia, la capitale, Beni Isguen la città santa, Melika, Bou Noura la luminosa e El Atteuf, famosa per l’armoniosa combinazione di semplicità delle forme e degli stili, dei materiali e delle tecniche usati all’insegna di un rigore insito nello stile di vita dei mozabiti, che invitano alla dolcezza di vivere. Per gli urbanisti del mondo intero la pentapoli rappresenta la sintesi culturale di questo popolo austero e puro, ogni elemento costruttivo è collegato alla quotidianità del vivere, ed è da questo che il grande Le Corbusier ha tratto l’ispirazione per realizzare alcune delle sue opere architettoniche in Francia. Città — fortezze, furono erette all’interno di grosse mura di cinta diventando dei villaggi grandi il giusto per poter ascoltare da qualsiasi punto, il richiamo del muezzin. Alla sommità si ergeva la moschea che, oltre ad essere centro religioso, servì come centro culturale, sociale.
Intera giornata dedicata a tre dei cinque insediamenti fortificati della Pentapoli Mozabita di cui Ghardaia è il centro più importante. Rimasta a Iungo isolata, fu fondata verso l’anno 1000 d.C. da una comunità berbera di religione mussulmana di setta Ibadita. Considerati eretici, reputano che la salvezza eterna si debba meritare non per intercessione di santi, ma con le opere: una vita modesta fatta di preghiera e di Iavoro. Niente ozio quindi per gli Ibaditi, niente profumi, tabacco,aIcooI. Nel Ioro modo di interpretare il Corano costringono le donne ad una condizione che, a noi occidentali, appare molto pesante. Fino a pochi anni fa non potevano praticamente Iasciare le città della valle, e devono tuttora portare il velo che può Iasciare scoperto un solo occhio.
La città vecchia di Ghardaia è veramente splendida: piccole case colorate strette le une alle altre che creano un’urbanistica molto particolare e interessante; il centro della città è costituito da vie strette e tortuose, bellissime da esplorare (attenzione: ci sono cartelli che avvisano che per e donne sono vietati i pantaloncini corti, minigonne e canottiere, mentre per gli uomini sono obbligatori i pantaloni lunghi). Per gli urbanisti del mondo intero la pentapoli rappresenta la sintesi culturale di questo popolo austero e puro
ogni elemento costruttivo è collegato alla quotidianità del vivere, ed è proprio dalla locale moschea questo che il grande Le Corbusier ha tratto l’ispirazione per realizzare alcune delle sue opere architettoniche in Francia.
Nella piazza centrale contornata da portici si sviluppa un bel mercato (tranne alcune giornate di feste religiose nel corso dell’anno) dove si può trovare di tutto: dai generi alimentari ai bracciali d’argento, dagli oggetti tecnologici ai cammelli eagli asini, dai ricambi per i motorini ai tessuti lavorati a mano. Le altre città della pentapoli sono: E/ Afteof “l’ansa”, perché costruita su un’ansa deII’oued M’Zab,Ia prima città costruita nella valle; /Ue/ika “/a regina” collegata a Ghardaia da un ponte —pericolante-; Beni /sgoen “la pia”, la città religiosa, la meglio conservata dove è obbligatorio avere una guida locale e dove è proibito fumare, bere alcolici e fotografare donne e bambini; Boo Noura “la luminosa”, la città più povera e in parte disabitata.
Pasti al ristorante e pernottamento in hotel.
6° giorno: GHARDAIA-ALGERI
AI mattino trasferimento in aeroporto e partenza per Algeri.
Intera giornata dedicata ad Algeri, la città bianca, con i suoi viali, i suoi palazzi francesi, e gli edifici di architettura moresca. AI mattino visita del Museo Archeologico, che raccoglie ottimi esempi di arte romana, bizantina, ed islamica.
Successiva passeggiata nella parte più antica e meno turistica di Algeri: la famosa“Kasba”, edificata tra 1516 e 1830 sulle rovine dell’antica Icosium.
Si visiterà (dall’esterno, attualmente è un forte militare) la Cittadella ottomana, per poi addentrarsi in un intrico di stradine e viuzze assolutamente caratteristico pur nella sua attuale decadenza, fino a giungere agli eleganti portoni dei palazzi ottomani.
Pranzo in casa di una famiglia locale, in un’abitazione del 1610 recentemente restaurata.
Nel pomeriggio visita di Notre Dame d’Afrique, la cattedrale costruita dai francesi e che domina dall’alto la baia di Algeri in posizione estremamente panoramica.
Cena e pernottamento.
7º giorno: ALGERI – CHERCHELL-TIPAZA – DJANET
Si raggiunge la località di Cherchell (circa 80 km), l’antica Cesarea. La città fu parte integrante dell’impero marittimo fenico nel IV secolo a.C., e divenne parte della Numidia sotto il regno di Giugurta, che morì nel 104 a.C. Con l’arrivo dei romani venne ribattezzata Caesarea, in onore deII’imperatore romano. Cesarea sarebbe in seguito diventata la capitale del regno di Mauretania, uno dei più importanti e fedeli alleati dell’impero Romano. Alla fine del quarto secolo d.C., i Vandali bruciarono la città, ma sotto l’imperatore bizantino Giustiniano I, la città fu riconquistata, ricostruita e riportata aII’antico splendore. Nel centro della città si trova l’interessante museo che contiene alcuni delle sculture greche e romane più belle del Nord Africa.
Pranzo in corso di escursione
Ci si sposta per raggiungere Tipaza.
Nel pomeriggio si visiteranno la città punico — romana — bizantina con il suo anfiteatro, le terme, i resti della Basilica cristiana più grande d’Africa romana e il suo museo. Nel 1982 Tipasa venne inserita nell’elenco dei Patrimoni delI’Umanità delI’UNESCO.
Rientrando ad Algeri visita Iungo il percorso alla tomba della Cristiana, un singolare edificio circolare, trovata già priva di spoglie e di corredo funerario, posta in posizione panoramica sul litorale algerino.
In serata trasferimento in aereoporto per il volo a Djanet .
Arrivo e trasferimento neII’hoteI dell oasi. Pernottamento.
8° giorno: DJANET — TIMRAS — TIKABAOUINE — DJANET
Dopo la prima colazione, partenza in fuoristrada per la zona del Timras, una selva di guglie di arenaria che formano un labirinto di roccia, rifugi naturali di archi e formazioni rocciose che rendono il paesaggio surreale.
Proseguimento per Tikabaouine dove potremmo ammirare l’arco di Tikabaouine, una tomba solare preistorica e magnifici corridoi di sabbia delimitati da pareti rocciose. La zona è particolarmente suggestiva al tramonto quando le rocce si tingono di mille colori.
Rientro in serata a Djanet. Pranzo a picnic, cena e pernottamento in hotel.
9º giorno: DJANET — ESSENDILENE — DJANET
Partenza verso nord alla scoperta di un nuovo gioiello naturale. Proprio alla base del Tassili, l’oued Essendilene si inoltra per molti chilometri neII’aItopiano tra alte pareti di roccia.
La zona è molto frequentata da famosi nomadi Tuareg, gli uomini blu, così chiamati dai primi europei quando il color indaco del velo con cui si avvolgevano il capo lasciava tracce sulla pelle del volto, una volta tolto il turbante, grazie aII’abbondanza di vegetazione e di acqua.
Pranzo pic nic
Lasciate le auto si prosegue con una piacevolissima passeggiata (circa 2 ore tra andata e ritorno) in una stretta gola caratterizzata da una ricca vegetazione, oleandri in fiore, tamerici,paIme, acacie, per raggiungere la goe/ta di Essencfi/ene: un bacino di acqua cristallina incastonata tra vertiginose pareti di roccia; un luogo davvero incantevole.
Rientro a Djanet, cena e pernottamento in hotel.
Condotti dalle esperte guide Tuareg, entreremo in un mondo dove tutto è rimasto immutato da millenni. Avremo tempo tempo da dedicare a guardarci attorno, all’assaporare il desedo, ad effettuare splendide camminate addentrandoci in questo magico mondo di rocce, di sabbia, di silenzi e di colori.Le notti sotto le stelle attorno al fuoco ci lasceranno emozioni che
rimarranno con noi per tutta la vita. Espeda guida-autista locale Tuareg di lingua francese.
Cena e pernottamento in hotel
10° giorno: DJANET — ERG ADMER — TERARART — DJANET
mattinata partenza per l’erg Admer, un mare di dune rosate che si estende per oltre cento chilometri di lunghezza. Le ombre delle dune affascinano da sempre il viaggiatore, tanto che neII’immaginario comune queste identificano l’idea di deserto.
Pranzo pic-nic
Nel pomeriggio rientro a Djanet facendo una sosta nella zona di Terarart dove, su di un roccione isolato, si può ammirare una delle più belle opere rupestri preistoriche: “la vacca che piange” incisione rupestre di grande impatto, con uno stile che può essere considerato molto attuale, nonostante risalga al periodo neolitico sahariano. Tramonto su di una collina da cui si dominano le pianure sabbiose e le dune.
Nel tardo pomeriggio si ritorna a Djanet (con camere individuali a disposizione in hotel fino orario di partenza).
Cena in albergo e trasferimento in aeroporto in tarda serata.
11° Giorno: Djanet – Algeri – Roma
Partenza per Algeri e arrivo nella capitale nella prime ore del mattino e coincidenza volo per Roma. Fine dei servizi.
Informazioni generali
Partenza: 25/04/2025
Durata: 11 giorni 10 notti
Gruppo minimo: 10 persone
Costo per persona: euro 3.290 / Sup.Singola euro 400.00
Tasse aeroportuali euro 220
Prenotazioni entro: 31 Gennaio 2025 con acconto di euro 650,00 Saldo 45 giorni prima della partenza.
Essendo inclusa la polizza contro ANNULLAMENTO AL VIAGGIO , in caso di Vostra rinuncia annullamento avrete ZERO PENALI.
La Quota Comprende:
- Voli Roma – Algeri – Roma in classe economica franchigia bagaglio 20 kg
- Voli interni Air Algerie
- Ingressi ai siti e musei come da programma
- Sistemazione in hotel 3*** e 4**** accuratamente selezionati
- Pensione completa (tranne pranzo del 4°giorno)
- Trasferimenti in minibus privato e in fuoristrada nel deserto
- Guida parlante italiano per tutta la durata del tour
- Assicurazione medica – bagaglio
- ASSICURAZIONE CONTRO ANNULLAMENTO AL VIAGGIO
- Kit da Viaggio
La quota non comprende:
- Tasse aeroportuali pari a euro 220,00 soggette a riconferma sino emissione biglietteria aerea.
- Visto consolare euro 140.00.
- Bevande ai pasti.
- Pranzo del 4°giorno
- Mance
- Spese personali
- Tutto quanto non espressamente previsto nella quota comprende.
N.b. Alla data di pubblicazione di questo itinerario ,i voli interni non hanno confermato orari di partenza, pertanto, in caso di modifiche di tali orari, l’ordine delle visite potrebbe essere cambiato come i pranzi al sacco.
Documenti: Passaporto, con una validità minima di 6 (sei) mesi e almeno una pagina bianca per l’apposizione del timbro d’ingresso.
Visto d’ingresso OBBLIGATORIO che pensiamo ad ottenere noi, aImeno 40 giorni prima della partenza.
Per eventuali variazioni alla normativa, relativa alla validità residua richiesta del passaporto, si consiglia di informarsi preventivamente presso l’Ambasciata d’AIgeria a Roma o al Consolato Generale d’AIgeria a Milano, a seconda del proprio luogo di residenza in Italia.
Qualora sul passaporto siano presenti timbri d’ingresso dello Stato d’IsraeIe (Paese con il quale l’Algeria non intrattiene relazioni diplomatiche), potrebbero riscontrarsi difficoltà al momento del controllo in frontiera.
I voli di linea domestici da Algeri a Djanet e viceversa sono operati con BOEING 737-800, anch’esso destinato al corto/medio raggio e che può trasportare fino ad un massimo di 162 persone. La cabina ha la stessa configurazione e le medesime caratteristiche del sopracitato 737-600. La durata è di 2 ore e 15 minuti.
Air Algérie autorizza a trasportare gratuitamente un solo pezzo di bagaglio a mano del peso massimo di 10 KG su tutti i voli e di 5 Kg sui voli operati da ATR.
Se si viaggia con un laptop, una borsa o una macchina fotografica, questi articoli devono entrare nell’unico bagaglio a mano consentito.
Le dimensioni del bagaglio a mano non devono superare i 35 cm di altezza, 55 cm di larghezza e 25 cm di spessore su tutti i voli, ad eccezione dei voli operati da ATR per i quali le dimensioni non devono superare i 30 cm. cm di altezza, 40 cm di larghezza e 20 cm di spessore.
Il bagaglio a mano deve rispettare il peso e le dimensioni specificati richiesti per l’accettazione in cabina, altrimenti verrà reindirizzato per il trasporto in stiva, con un supplemento da pagare al momento di € 80,00 alla cassa dell’aeroporto.
IMPORTANTE
Air Algérie informa la gentile clientela che, per motivi di sicurezza, è severamente vietato trasportare dispositivi Samsung “Galaxy note 7” e sigarette elettroniche nel bagaglio registrato (in stiva). Il loro utilizzo è severamente vietato anche a bordo dei propri aerei. Anche i passeggeri che trasportino batterie con sé nel bagaglio registrato sono pregati di imballarle bene e qualsiasi attrezzatura dotata di tali batterie deve essere in posizione spenta e ben imballata.
ALCUNE NOTIZIE
Gli ibaditi rappresentano una setta musulmana di etnia berbera, l’unico ramo sopravvissuto dei kharigiti; fondata da ‛Abd Allāh ibn Ibā al-Murrī, fiorì in Mesopotamia nell’VIII secolo, periodo durante il quale essi conquistarono l’Oman penetrando nell’Africa settentrionale, dove fondarono vari piccoli Stati. Oggi gli ibaditi costituiscono la componente maggioritaria dell’islamismo in Oman. Altri nuclei importanti si trovano nella valle del Mzab in Algeria, sull’isola di Gerba in Tunisia e a Gebel Nafūsa in Libia. Rifiutano ogni forma di fanatismo e predicano la pratica rigorosa dell’islam originario. Considerati eretici dagli altri musulmani, gli ibaditi si rifugiarono nella valle dello Mzab e distinguono ancora oggi per il loro rigorismo: basta un’azione peccaminosa per essere cacciati dalla comunità dei fedeli.
Attualmente gli ibaditi in Algeria sono diventati il collettore di nuove istanze indipendentistiche. Si ritengono minacciati in casa loro: oggi infatti, dopo secoli di isolamento, la valle dello Mzab vede la compresenza di svariati gruppi etnici. Non solo ibaditi ma arabi e nordafricani: purtroppo si assiste anche all’infiltrazione del terrorismo di matrice islamica, ben presente in tutto il Nord Africa e nel Sahel.
Il Movimento per l’Autonomia della Cabilia (Mouvement pour l’Autonomie de la Kabylie), ramo dell’islam ibadita, ha richiesto in passato addirittura un intervento da parte della Francia per dare maggiore vigore alla sua richiesta di autonomia. Le rivendicazioni del MAK rientrano in un più vasto movimento indipendentista di tutta l’etnia berbera.
Nell’arte musulmana la decorazione delle moschee appare come una tradizione ancestrale. In realtà quest’arte di arricchire i luoghi di culto islamici, che risale alla dinastia degli Ommayadi (661-749), non trae fonte dall’islam delle origini. Numerose tradizioni (hadith) riferiscono infatti che il Profeta rigettava il lusso e si accontentava dello stretto necessario. Prima della fine del IX secolo i luoghi di culto musulmani avevano infatti facciate anonime che non indicavano nemmeno la destinazione d’uso degli edifici, essendo i muri prima di ogni altra cosa destinati a separare dal mondo esterno lo spazio riservato ai fedeli. La semplicità primordiale della moschea si è in seguito evoluta sotto l’influenza del classicismo persiano e bizantino. Le prime conquiste territoriali fecero conoscere agli arabi un modo di vivere lussuoso che le loro origini nomadi ignoravano. Gli ibaditi furono il terzo gruppo di musulmani a fianco di sunniti e sciiti, e si distinsero per il loro rispetto dell’islam delle origini, fattore che testimonia inequivocabilmente la loro architettura tradizionale (cui si ispirò lo stesso Le Corbusier).
Le prime costruzioni dello Mzab risalgono all’XI secolo e si distinguono per la totale assenza di decorazioni. Ciò è dipeso essenzialmente dagli ibaditi, visto che la loro dottrina disapprova totalmente l’ostentazione della ricchezza. Tombe e moschee, anche se dedicate a personaggi celebri, restano sobrie e modeste come le altre, visto che gli ibaditi si sforzano di mantenere una perfetta uguaglianza tra tutti i credenti e membri della comunità. Malgrado abbiano accumulato nei secoli ingenti ricchezze col commercio marittimo e trans-sahariano, essi adottano tuttora modesti stili di vita. I loro luoghi di culto rimangono senza decorazioni, in quanto a loro giudizio la relazione con Dio deve rimanere la più semplice possibile. Al loro interno le sale di preghiera presentano nude pareti bianche che permettono di stringere un rapporto privilegiato con Allah.
Le moschee ibadite sono realizzate su scala umana e concepite per una relazione intimista col divino. La ricerca di austerità procede di pari passo anche nei campi dell’urbanistica e dell’artigianato. Così anche i cimiteri riproducono i costumi funebri praticati dagli islamici all’epoca del Profeta. Solo delle piccole pietre individuano se il defunto è uomo oppure donna, e con esse frammenti di vasellame. Nelle regioni ibadite i luoghi di culto presentano inoltre spesso diversi mihrab.
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