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Algeria romana, le oasi ,Ghardaia e il deserto Sahara ottobre

In Breve

ALGERIA: Archeologia, deserto e oasi.

Gli incredibili siti romani, Ghardaia e lo spettacolo del Sahara.

Un viaggio che vuole unire l’interessantissima parte nord del paese con la spettacolarità della natura del deserto del Sahara e le oasi come Ghardai. Djemila in uno scenario splendido tra le montagne con edifici molto ben conservati, più a sud l’antica Lambaesis romana, accampamento fisso della Terza Legione Augustea, e quindi la famosa Timgad, forse il più bel sito dell’Algeria romana, fondata dall’imperatore Traiano nel primo sec d.C. e dominata dell’imponente arco a lui dedicato. Ma il viaggio offre anche l’interessante visita di Algeri, l’intrigante kasba e quindi il sito di Tipasa con i resti della città che lambiscono le acque del Mediterraneo. Ci si sposta poi al Sud nel centro del deserto del Sahara. Qui con i fuoristrada ci si addentra tra le stupende formazioni rocciose di arenaria scolpite dal vento e dalla sabbia in forme sempre diverse: torrioni, pinnacoli, canyon e cattedrali di roccia. Le grandi dune dell’Erg Admer sono la vera essenza del deserto: forme dolci e sensuali che non possono non ammaliare. I pernottamenti si effettuano in un semplice, albergo nell’oasi di Djanet e Ghardaia, la pentapoli mozabita.

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Il Sahara algerino, uno dei deserti più caldi e aridi del mondo, copre un’area di oltre due milioni di chilometri quadrati e si estende dai monti dell’Atlante Sahariano fino ai confini del Mali, del Niger e della Libia. Ha un’estensione di oltre duemila chilometri. Questo vasto territorio è formato da nove wilayates (distretti) con una popolazione stimata in tre milioni e mezzo di abitanti di etnia berbera. I berberi sono una popolazione europoide dell’Africa settentrionale, che essi chiamano Tamazgha.  Sembra che almeno fino all’età del bronzo (circa 1200 a.C.) tra le popolazioni berbere fosse piuttosto diffusa la depigmentazione, cioè l’albinismo e il biondismo come carattere genetico, documentata anche da pitture rupestri del Tassili e in iscrizioni egiziane.

Gli ibaditi rappresentano una setta musulmana di etnia berbera, l’unico ramo sopravvissuto dei kharigiti; fondata da ‛Abd Allāh ibn Ibā al-Murrī, fiorì in Mesopotamia nell’VIII secolo, periodo durante il quale essi conquistarono l’Oman penetrando nell’Africa settentrionale, dove fondarono vari piccoli Stati. Oggi gli ibaditi costituiscono la componente maggioritaria dell’islamismo in Oman. Altri nuclei importanti si trovano nella valle del Mzab in Algeria, sull’isola di Gerba in Tunisia e a Gebel Nafūsa in Libia. Rifiutano ogni forma di fanatismo e predicano la pratica rigorosa dell’islam originario. Considerati eretici dagli altri musulmani, gli ibaditi si rifugiarono nella valle dello Mzab e distinguono ancora oggi per il loro rigorismo: basta un’azione peccaminosa per essere cacciati dalla comunità dei fedeli.

Simone De Beauvoir, nel suo La forza delle cose, definisce Ghardaia come “un dipinto cubista splendidamente costruito”. Questa cittadina è il cuore della pentapoli ibadita. Si tratta di un importante centro di produzione di datteri, di fabbricazione di tappeti e tessuti. La città è divisa in tre settori: al centro sta la zona storica mozabita, con una moschea dal minareto piramidale e una piazza porticata. Le case, colorate di bianco, rosa e rosso, sono costruite con sabbia, argilla e gesso, e hanno terrazze e portici.
Camminando nelle strette vie tortuose delle cittadine della pentapoli ibadita della valle dello Mzab, si osservano le donne uscire dalle porte delle loro case. Avvolte nelle vesti completamente bianche assomigliano a fantasmi: è strettamente vietato fotografarle. Isolate o a piccoli gruppi, camminano velocemente rasentando i muri delle case. Sono furtive presenze che scompaiono silenziose. La donna maghrebina intrappolata sotto la sua haik (che le nasconde il volto e la visibilità dell’intero corpo) è un vecchio cliché della letteratura coloniale. Questa figura di claustrazione femminile dell’islam ha affascinato gli etnologi del XIX e XX secolo. Nelle donne mozabite che abitano la Pentapoli ibadita l’haik è completamente privo di merletti o ricami come nel velo di Algeri (ajar). L’haik è di lana spessa, senza eleganza e presenta grandi dimensioni: 4 metri per 1,40.

 

Partenza: 20 Ottobre - 30 Ottobre
Durata: 11 giorni 10 notti
Gruppo minimo: 10 persone
Costo per persona: 2.990,00 Sup.Singola
Prenotazioni entro: 31 maggio con acconto di euro 900,00 Saldo 35 giorni prima della partenza. Essendo inclusa la polizza contro ANNULLAMENTO AL VIAGGIO , in caso di Vostra rinuncia annullamento avrete ZERO PENALI.

Il Programma di Viaggio

1° giorno: ITALIA – ALGERI

Partenza da l’Italia per Algeri  .Arrivo ad Algeri e sistemazione in hotel. Pernottamento.

Perché Algeria? | AlgeRicca!

2° Giorno: ALGERI – LAMBESE – TIMGAD – CONSTANTINE

Partenza di prima mattina per Timgad, attraverso la regione degli chott, laghi salati.

ALGERIE, Terre d'Afrique: Le site romain de Lambèse

Sosta a Lambese per ammirare l’antica fortezza legionaria della provincia romana d’Africa proconsolare, posizionata in Numidia a nord dei monti dell’Aurès, di fronte alle tribù berbere dei Getuli. Fu prima forte ausiliario sotto i Flavi, e sotto Traiano divenne fortezza della III Legio Augusta, fino alla conquista dei Vandali. Pranzo libero. Nel pomeriggio escursione a Timgad, l’antica colonia romana di Thamugadi, fondata dall’imperatore Traiano nell’anno 100 con manodopera militare. La città venne edificata praticamente dal nulla come colonia militare con lo scopo principale di creare un bastione contro i Berberi del Massiccio dell’Aurés. Per questo in origine essa venne abitata da veterani dell’esercito cui vennero assegnate terre in cambio degli anni di servizio militare prestato. Collocata lungo la strada fra Thevaste e Lambese, la città fu cinta di mura; progettata per una popolazione di 15.000 abitanti, ben presto crebbe al di fuori di ogni controllo e si sviluppò caoticamente, senza rispettare la planimetria ortogonale della fondazione originale.

Thamugadi | Location, History, Roman Ruins, Rome, & Facts | Britannica

Fra le rovine di Timgad sono comunque perfettamente visibili il decumano e il cardo, affiancati da un colonnato corinzio parzialmente restaurato. Nella parte terminale ovest del decumano sorge il cosiddetto arco di Traiano, alto 12 metri, probabilmente in origine una porta cittadina, monumentalizzata in epoche successive. Molti gli edifici pubblici conservati della città: una basilica, una biblioteca, quattro terme ed un teatro da 3.500 posti a sedere, in ottime condizioni di conservazione, tanto che ancor oggi viene utilizzato per rappresentazioni teatrali. A Timgad si trovano inoltre un tempio dedicato a Giove Capitolino (grande quasi come il Pantheon di Roma), una chiesa quadrata con abside circolare risalente al VII secolo, e una cittadella bizantina costruita negli ultimi giorni della città.

Algeria's ancient treasures: from Constantine to the Roman ruins of Timgad - YouTube

Anche Timgad è entrata a far parte dell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

In serata arrivo   a Constantine, cena e pernottamento in hotel.

3° Giorno : CONSTANTINE – DJAMILA – CONSTANTINE

In mattinata partenza per Djamila, una delle più straordinarie città romane d’Africa.

Roman Ruins of Djemila - Goparoo
In arabo  significa “la bella “Patrimonio UNESCO, situata su uno sperone roccioso alla confluenza di due uadi ai piedi di una montagna di 1400 m.

DJÉMILA / CUICUL - UNESCO WORLD HERITAGE SITE: Tutto quello che c'è da  sapere (AGGIORNATO 2024) - Tripadvisor

 

Fu fondata alla fine del I sec. come colonia per veterani romani; è uno dei più bei siti d’epoca romana, in uno scenario splendido, con gliedifici principali ben conservati. Bellissimo il foro di Settimio Severo con il tempio dedicato a Marte, patrono della città, l’arco di trionfo di Caracalla, il mercato con i tavoli dei venditori con le unità di misura per i prodotti agricoli.

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Visita alle rovine e allo straordinario museo, dove le pareti sono ricoperte dei mosaici strappati da ville e monumenti pubblici della città.La città romana si srotola come un tappeto sulle colline diradanti.

Al termine della visita proseguimento per Constantine, appollaiata sulle vertiginose gole del Rummel, deve il suo nome all’imperatore Costantino che qui fece costruire numerosi edifici.

Constantine -

Engineering a City of Bridges - Omrania

Pranzo  al sacco. Cena in ristorante e pernottamento in hotel.

4° giorno: CONSTANTINE – TIDDIS – GHARDAIA 30/10

In mattinata facciamo la visita a Tiddis, attraverso un paesaggio collinare affascinante, andiamo alla scoperta di questa piccola città romana che insiste su un villaggio berbero.

Tiddis | Constantine, Algeria | Attractions - Lonely Planet

Molto caratteristica, Tiddis non segue i canoni romani come siamo abituati a vedere, assomiglia di più ad un villaggio berbero, anche se si riconoscono i templi, il foro, le terme, come nel resto del mondo romano.

Nel pomeriggio trasferimento in aeroporto e partenza per Ghardaia.

Discover Algeria 🌍 on X:

All’arrivo sistemazione in hotel. Cena e pernottamento.

5° giorno: GHARDAIA

GHARDAIA. Endless sea of sand, alternating… | by Hicham Charef | Medium

In mattinata Inizio della visita alla pentapoli mozabita, della quale fanno parte Ghardaia, la capitale, Beni Isguen la città santa, Melika, Bou Noura la luminosa e El Atteuf, famosa per l’armoniosa combinazione di semplicità delle forme e degli stili, dei materiali e delle tecniche usati all’insegna di un rigore insito nello stile di vita dei mozabiti, che invitano alla dolcezza di vivere. Per gli urbanisti del mondo intero la pentapoli rappresenta la sintesi culturale di questo popolo austero e puro, ogni elemento costruttivo è collegato alla quotidianità del vivere, ed è da questo che il grande Le Corbusier ha tratto l’ispirazione per realizzare alcune delle sue opere architettoniche in Francia. Città – fortezze, furono erette all’interno di grosse mura di cinta diventando dei villaggi grandi il giusto per poter ascoltare da qualsiasi punto, il richiamo del muezzin. Alla sommità si ergeva la moschea che, oltre ad essere centro religioso, servì come centro culturale, sociale.

Book your Trip to Ghardaia, Algeria | Valley Experience by mido art

Intera giornata dedicata a tre dei cinque insediamenti fortificati della Pentapoli Mozabita di cui Ghardaia è il centro più importante. Rimasta a lungo isolata, fu fondata verso l’anno 1000 d.C. da una comunità berbera di religionemussulmana di setta Ibadita. Considerati eretici, reputano che la salvezza eterna si debba meritare non per intercessione di santi, ma con le opere: una vita modesta fatta dipreghiera e di lavoro. Niente ozio quindi per gli Ibaditi, niente profumi, tabacco,alcool. Nel loro modo di interpretare il Corano costringono le donne ad unacondizione che, a noi occidentali, appare molto pesante. Fino a pochi anni fa non potevano praticamente lasciare le città della valle, e devono tuttora portare il veloche può lasciare scoperto un solo occhio.

I fedeli ibaditi della valle dello Mzab, in Algeria - Etnie

La città vecchia di Ghardaia è veramente splendida: piccole case colorate strette le une alle altre che creano un’urbanistica molto particolare e interessante; il centro della città è costituito da vie strette etortuose, bellissime da esplorare (attenzione: ci sono cartelli che avvisano che per e donne sono vietati i pantaloncini corti, minigonne e canottiere, mentre per gliuomini sono obbligatori i pantaloni lunghi). Per gli urbanisti del mondo intero lapentapoli rappresenta la sintesi culturale di questo popolo austero e puro, ognielemento costruttivo è collegato alla quotidianità del vivere, ed è proprio dallalocale moschea questo che il grande Le Corbusier ha tratto l’ispirazione perrealizzare alcune delle sue opere architettoniche in Francia.

italki - Traditional architecture from Algeria (Sahara) Ghardaïa (Arabic: غرداية , Mozabite: ) is the capital

Nella piazza centrale contornata da portici si sviluppa un bel mercato (tranne alcune giornate di feste religiose nel corso dell’anno) dove si può trovare di tutto: dai generi alimentari ai bracciali d’argento, dagli oggetti tecnologici ai cammelli eagli asini, dai ricambi per i motorini ai tessuti lavorati a mano. Le altre città della pentapoli sono: El Atteuf “l’ansa”, perché costruita su un’ansa dell’oued M’Zab,la prima città costruita nella valle; Melika “la regina” collegata a Ghardaia da unponte –pericolante-; Beni Isguen “la pia”, la città religiosa, la meglio conservatadove è obbligatorio avere una guida locale e dove è proibito fumare, bere alcolici e fotografare donne e bambini; Bou Noura “la luminosa”, la città più povera e in parte disabitata.

Pasti al ristorante e pernottamento in hotel.

6° giorno: GHARDAIA-ALGERI

Al mattino trasferimento in aeroporto e partenza per Algeri.

Intera giornata dedicata ad Algeri, la città bianca, con i suoi viali, i suoi palazzi francesi, e gli edifici di architettura moresca. Al mattino visita del Museo Archeologico, che raccoglie ottimi esempi di arte romana, bizantina, ed islamica.
Successiva passeggiata nella parte più antica e meno turistica di Algeri: la famosa“Kasba”, edificata tra 1516 e 1830 sulle rovine dell’antica Icosium.

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The Kasbah of Algiers - Direction of Tourism and Handicrafts Algiers

Si visiterà (dall’esterno, attualmente è un forte militare) la Cittadella ottomana, per poi addentrarsi in un intrico di stradine e viuzze assolutamente caratteristico pur nella sua attuale decadenza, fino a giungere agli eleganti portoni dei palazzi ottomani.

ALGERIA TRA STORIA ED ARCHEOLOGIA

Pranzo in casa di una famiglia locale, in un’abitazione del 1610 recentemente restaurata.

Algeri, ecco cosa vedere di architettura nel nostro viaggio in una capitale indomabile, elegante e in continua evoluzione

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Nel pomeriggio visita di Notre Dame d’Afrique, la cattedrale costruita dai francesi e che domina dall’alto la baia di Algeri in posizione estremamente panoramica.

Basilique Notre-Dame d'Afrique (Basilica of Our Lady of Africa), Alger

Cena e pernottamento.

7° giorno: ALGERI – CHERCHELL-TIPAZA – DJANET

Si raggiunge la località di Cherchell (circa 80 km), l’antica Cesarea. La città fu parte integrante dell’impero marittimo fenico nel IV secolo a.C., e divenne parte della Numidia sotto il regno di Giugurta, che morì nel 104 a.C. Con l’arrivo dei romani venne ribattezzata Caesarea, in onore dell’imperatore romano. Cesarea sarebbe in seguito diventata la capitale del regno di Mauretania, uno dei più importanti e fedeli alleati dell’Impero Romano. Alla fine del quarto secolo d.C., i Vandali bruciarono la città, ma sotto l’imperatore bizantino Giustiniano I, la città fu riconquistata, ricostruita e riportata all’antico splendore. Nel centro della città si trova l’interessante museo che contiene alcuni delle sculture greche e romane più belle del Nord Africa.

Pranzo in corso di escursione.

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Ci si sposta per raggiungere Tipaza.

Tipasa, Algeria 2023: Best Places to Visit - Tripadvisor

Nel pomeriggio si visiteranno la città punico – romana – bizantina con il suo anfiteatro, le terme, i resti della Basilica cristiana più grande d’Africa romana e il suo museo. Nel 1982 Tipasa venne inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

Cool and Unusual Things to Do in Tipaza - Atlas Obscura

Rientrando ad Algeri visita lungo il percorso alla tomba della Cristiana, un singolare edificio circolare, trovata già priva di spoglie e di corredo funerario, posta in posizione panoramica sul litorale algerino.

In serata trasferimento in aereoporto per il volo a Djanet .

Arrivo e trasferimento nell’hotel dell oasi. Pernottamento.

8° giorno: DJANET – TIMRAS – TIKABAOUINE – DJANET

Djanet, Algeria 2023: Best Places to Visit - Tripadvisor

Dopo la prima colazione, partenza in fuoristrada per la zona del Timras, una selva di guglie di arenaria che formano un labirinto di roccia, rifugi naturali di archi e formazioni rocciose che rendono il paesaggio surreale.

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Proseguimento per Tikabaouine dove potremmo ammirare l’arco di Tikabaouine, una tomba solare preistorica e magnifici corridoi di sabbia delimitati da pareti rocciose. La zona è particolarmente suggestiva al tramonto quando le rocce si tingono di mille colori. Rientro in serata a Djanet. Pranzo a picnic, cena e pernottamento in hotel.

9° giorno: DJANET – ESSENDILENE – DJANET

Partenza verso nord alla scoperta di un nuovo gioiello naturale. Proprio alla base del Tassili, l’oued Essendilene si inoltra per molti chilometri nell’altopiano tra alte pareti di roccia.

 

De la Tadrart à Essendilène – Horizons Nomades

La zona è molto frequentata da famosi nomadi Tuareg, gli uomini blu, così chiamati dai primi europei quando il color indaco del velo con cui si avvolgevano il capo lasciava tracce sulla pelle del volto, una volta tolto il turbante, grazie all’abbondanza di vegetazione e di acqua.

TRAMA E ORDITO il blog della moda: TUAREG: lo spirito degli

Lasciate le auto si prosegue con una piacevolissima passeggiata (circa 2 ore tra andata e ritorno) in una stretta gola caratterizzata da una ricca vegetazione, oleandri in fiore, tamerici,palme, acacie, per raggiungere la guelta di Essendilene: un bacino di acqua cristallina incastonata tra vertiginose pareti di roccia; un luogo davvero incantevole. Rientro a Djanet, cena e pernottamento in hotel.

Une Méharée Entre Djanet Et Essendilène Avec Zériba-Voyage.

Condotti dalle esperte guide Tuareg, entreremo in un mondo dove tutto è rimasto immutato da millenni.Avremo tempo tempo da dedicare a guardarci attorno, all’assaporare il deserto, ad effettuare splendide camminate addentrandoci in questo magico mondo di rocce, di sabbia, di silenzi e di colori.Le notti sotto le stelle attorno al fuoco ci lasceranno emozioni che rimarranno con noi per tutta la vita. Esperta guida-autista locale Tuareg di lingua francese. Cena e pernottamento in hotel

10° giorno: DJANET – ERG ADMER – TERARART – DJANET

Algeria, Sahara, Tassili n' Ajjer, desert dune of Erg Admer at Tassili n' Ajjer National Park

In mattinata partenza per l’erg Admer, un mare di dune rosate che si estende per oltre cento chilometri di lunghezza. Le ombre delle dune affascinano da sempre il viaggiatore, tanto che nell’immaginario comune queste identificano l’idea di deserto.

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Nel pomeriggio rientro a Djanet facendo una sosta nella zona di Terarart dove, su di un roccione isolato, si può ammirare una delle più belle opere rupestri preistoriche: “la vacca che piange” incisione rupestre di grande impatto, con uno stile che può essere considerato molto attuale, nonostante risalga al periodo neolitico sahariano. Tramonto su di una collina da cui si dominano le pianure sabbiose e le dune. Nel tardo pomeriggio si ritorna a Djanet (con camere individuali a disposizione in hotel fino orario di partenza).

Cena in albergo e trasferimento in aeroporto in tarda serata.

11° giorno: DJANET – ALGERI – ROMA

Partenza per Algeri e arrivo nella capitale  nelle  prime ore del mattino e coincidenza volo per Roma. Fine dei servizi.

Informazioni generali

La Quota Comprende:

  • Voli Roma – Algeri – Roma in classe economica franchigia bagaglio 20 kg
  • Voli interni Air Algerie
  • Ingressi ai siti e musei come da programma
  • Sistemazione in hotel 3*** e 4****  accuratamente selezionati
  • Pensione completa
  • Trasferimenti in minibus privato e in fuoristrada nel deserto
  • Guida parlante italiano per tutta la durata del tour
  • Assicurazione medica – bagaglio
  • ASSICURAZIONE CONTRO ANNULLAMENTO AL VIAGGIO
  • Kit da Viaggio

La quota non comprende:

  • Tasse aeroportuali pari a euro 130,00 soggette a riconferma sino emissione biglietteria aerea.
  • Visto consolare euro 140.00.
  • Bevande ai pasti.
  • Mance
  • Spese personali
  • Tutto quanto non espressamente previsto nella quota comprende.

 

N.b.  Alla data di pubblicazione di questo itinerario 10 marzo 2024 ,i voli interni non hanno confermato orari di partenza,pertanto,in caso di modifiche di tali orari,ordine visite potrebbe essere cambiato,e i pranzi al sacco.

Documenti: Passaporto, con una validità minima di 6 (sei) mesi e almeno una pagina bianca per l’apposizione del timbro d’ingresso.

Visto d’ingresso  OBBLIGATORIO che pensiamo ad ottenere noi,almeno 40 giorni prima della partenza.

Per eventuali variazioni alla normativa, relativa alla validità residua richiesta del passaporto, si consiglia di informarsi preventivamente presso l’Ambasciata d’Algeria a Roma o al Consolato Generale d’Algeria a Milano, a seconda del proprio luogo di residenza in Italia.
Qualora sul passaporto siano presenti timbri d’ingresso dello Stato d’Israele (Paese con il quale l’Algeria non intrattiene relazioni diplomatiche), potrebbero riscontrarsi difficoltà al momento del controllo in frontiera.

 

 

I voli di linea domestici da Algeri a Djanet e viceversa sono operati con BOEING 737-800, anch’esso destinato al corto/medio raggio e che può trasportare fino ad un massimo di 162 persone. La cabina ha la stessa configurazione e le medesime caratteristiche del sopracitato 737-600. La durata è di 2 ore e 15 minuti.

Air Algérie autorizza a trasportare gratuitamente un solo pezzo di bagaglio a mano del peso massimo di 10 KG su tutti i voli e di 5 Kg sui voli operati da ATR.

 

Se si viaggia con un laptop, una borsa o una macchina fotografica, questi articoli devono entrare nell’unico bagaglio a mano consentito.

Le dimensioni del bagaglio a mano non devono superare i 35 cm di altezza, 55 cm di larghezza e 25 cm di spessore su tutti i voli, ad eccezione dei voli operati da ATR per i quali le dimensioni non devono superare i 30 cm. cm di altezza, 40 cm di larghezza e 20 cm di spessore.

Il bagaglio a mano deve rispettare il peso e le dimensioni specificati richiesti per l’accettazione in cabina, altrimenti verrà reindirizzato per il trasporto in stiva, con un supplemento da pagare al momento di € 80,00 alla cassa dell’aeroporto.

 

IMPORTANTE

Air Algérie informa la gentile clientela che, per motivi di sicurezza, è severamente vietato trasportare dispositivi Samsung “Galaxy note 7” e sigarette elettroniche nel bagaglio registrato (in stiva). Il loro utilizzo è severamente vietato anche a bordo dei propri aerei. Anche i passeggeri che trasportino batterie con sé nel bagaglio registrato sono pregati di imballarle bene e qualsiasi attrezzatura dotata di tali batterie deve essere in posizione spenta e ben imballata.

 

 

ALCUNE NOTIZIE

Gli ibaditi rappresentano una setta musulmana di etnia berbera, l’unico ramo sopravvissuto dei kharigiti; fondata da ‛Abd Allāh ibn Ibā al-Murrī, fiorì in Mesopotamia nell’VIII secolo, periodo durante il quale essi conquistarono l’Oman penetrando nell’Africa settentrionale, dove fondarono vari piccoli Stati. Oggi gli ibaditi costituiscono la componente maggioritaria dell’islamismo in Oman. Altri nuclei importanti si trovano nella valle del Mzab in Algeria, sull’isola di Gerba in Tunisia e a Gebel Nafūsa in Libia. Rifiutano ogni forma di fanatismo e predicano la pratica rigorosa dell’islam originario. Considerati eretici dagli altri musulmani, gli ibaditi si rifugiarono nella valle dello Mzab e distinguono ancora oggi per il loro rigorismo: basta un’azione peccaminosa per essere cacciati dalla comunità dei fedeli.
Attualmente gli ibaditi in Algeria sono diventati il collettore di nuove istanze indipendentistiche. Si ritengono minacciati in casa loro: oggi infatti, dopo secoli di isolamento, la valle dello Mzab vede la compresenza di svariati gruppi etnici. Non solo ibaditi ma arabi e nordafricani: purtroppo si assiste anche all’infiltrazione del terrorismo di matrice islamica, ben presente in tutto il Nord Africa e nel Sahel.
Il Movimento per l’Autonomia della Cabilia (Mouvement pour l’Autonomie de la Kabylie), ramo dell’islam ibadita, ha richiesto in passato addirittura un intervento da parte della Francia per dare maggiore vigore alla sua richiesta di autonomia. Le rivendicazioni del MAK rientrano in un più vasto movimento indipendentista di tutta l’etnia berbera.
Nell’arte musulmana la decorazione delle moschee appare come una tradizione ancestrale. In realtà quest’arte di arricchire i luoghi di culto islamici, che risale alla dinastia degli Ommayadi  (661-749), non trae fonte dall’islam delle origini. Numerose tradizioni (hadith) riferiscono infatti che il Profeta rigettava il lusso e si accontentava dello stretto necessario. Prima della fine del IX secolo i luoghi di culto musulmani avevano infatti facciate anonime che non indicavano nemmeno la destinazione d’uso degli edifici, essendo i muri prima di ogni altra cosa destinati a separare dal mondo esterno lo spazio riservato ai fedeli. La semplicità primordiale della moschea si è in seguito evoluta sotto l’influenza del classicismo persiano e bizantino. Le prime conquiste territoriali fecero conoscere agli arabi un modo di vivere lussuoso che le loro origini nomadi ignoravano. Gli ibaditi furono il terzo gruppo di musulmani a fianco di sunniti e sciiti, e si distinsero per il loro rispetto dell’islam delle origini, fattore che testimonia inequivocabilmente la loro architettura tradizionale (cui si ispirò lo stesso Le Corbusier).
Le prime costruzioni dello Mzab risalgono all’XI secolo e si distinguono per la totale assenza di decorazioni. Ciò è dipeso essenzialmente dagli ibaditi, visto che la loro dottrina disapprova totalmente l’ostentazione della ricchezza. Tombe e moschee, anche se dedicate a personaggi celebri, restano sobrie e modeste come le altre, visto che gli ibaditi si sforzano di mantenere una perfetta uguaglianza tra tutti i credenti e membri della comunità. Malgrado abbiano accumulato nei secoli ingenti ricchezze col commercio marittimo e trans-sahariano, essi adottano tuttora modesti stili di vita. I loro luoghi di culto rimangono senza decorazioni, in quanto a loro giudizio la relazione con Dio deve rimanere la più semplice possibile. Al loro interno le sale di preghiera presentano nude pareti bianche che permettono di stringere un rapporto privilegiato con Allah.
Le moschee ibadite sono realizzate su scala umana e concepite per una relazione intimista col divino. La ricerca di austerità procede di pari passo anche nei campi dell’urbanistica e dell’artigianato. Così anche i cimiteri riproducono i costumi funebri praticati dagli islamici all’epoca del Profeta. Solo delle piccole pietre individuano se il defunto è uomo oppure donna, e con esse frammenti di vasellame. Nelle regioni ibadite i luoghi di culto presentano inoltre spesso diversi mihrab.

 

 

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