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Cosa è incluso
In questo viaggio andiamo a trovare i nostri “amati” cugini francesi in due delle regioni più interessanti, ricche di storia e di paesaggi dai forti contrasti.
La Bretagna e la Normandia possiedono caratteristiche che le rendono inconfondibili.
Troveremo nuclei urbani medievali ben conservati, chiese gotiche e abbazie romaniche, e una stupefacente varietà di paesaggi: litorali a perdita d’occhio, pascoli ondulati, paludi nebbiose, fiumi, vallate e foreste. A cavallo tra le due regioni si trova Mont-St. Michel, e a nord di questo famoso isolotto si snodano le spiagge che furono teatro dello storico D-Day, mentre sulla sabbia delle spiagge più a sud, intorno a La Baule, si prende il sole della Bretagna
EFFETTO DI NOTTE
Notte. Pioggia. Un cielo sbiadito, che frastaglia
di campanili e torri traforate il profilo
di una città gotica persa in grige lontananze.
……………………………………………………….
Arboscelli spinosi e cespi d’agrifoglio
drizzano a destra, a manca l’orrore del fogliame,
sul guazzabiglio fumoso d’uno sfondo da abbozzo.
1° GIORNO: ITALIA-PARIGI-CHARTRES
Ritrovo dei partecipanti in aeroporto, operazioni di imbarco e volo diretto a Parigi Beauvais
Arrivo del gruppo a Parigi, incontro con nostro assistente ed in bus privato trasferimento a Chartres. Arrivo e visita guidata alla Cattedrale di Chartre, sito Patrimonio Mondiale dell’UNESCO .
La Cattedrale di Chartres : Auguste Rodin la definì come “palazzo della pace e del silenzio”. Per Emile Male, storico dell’arte, era “il pensiero stesso del Medioevo divenuto visibile”. Nel corso dei suoi ottocento anni di vita, ricercatori e artisti si sono prodigati in ogni elogio possibile nei confronti di questa cattedrale di origine antiche che rappresenta la splendida maturità del Gotico francese, ormai padrone di tutte le risorse espressive e ancora libero da ogni tentazione manierista. Fin dai tempi immemorabili, la collina di Chartres è stata luogo di culto e di pellegrinaggio. Quando Cesare conquistò la Gallia, nel luogo ove oggi sorge la chiesa c’era un bosco di querce sacre, nel quale i Celti veneravano una sor-gente e, probabilmente, un idolo femminile della fertilità, scolpito in legno scuro. Chi ama l’opera lirica
ricorderà certamente il capolavoro di Vincenzo Bellini :“Norma “che parla dei sacerdoti Druidi e Norma che si riuniscono sotto la grande quercia sacra per dichiarare guerra ai Romani, e forse questa storia si sviluppa nei luoghi dove poi è sorta Chartres. Pare che a Chartres esistesse già nel IV secolo una chiesa con rango di cattedrale, alla quale ne sono succedute altre di cui ne conserviamo solo notizie apparse in alcuni documenti. Nel 1194, quando per l’ennesima volta il fuoco (negli anni precedenti ci furono per lo meno altri due distruttivi incendi) devastò la cattedrale romanica, quest’ultima parte aggiunta fu l’unica a salvarsi, per cui si decise di includerla nel progetto della nuova costruzione.
I lavori per la nuova cattedrale iniziarono nel 1220 e durarono una trentina di anni e lo stile gotico,
sviluppatosi progressivamente attraverso una serie di opere che costituiscono la tradizione del primo Gotico, nel 1194 raggiunse la maturità della sua fase evolutiva e quindi passava alla fase successiva, in cui tutte le novità espressive si integrarono in un insieme armonico, omogeneo, purissimo e perfetto. E lo stile gotico, che riunisce queste qualità, è la caratteristica principale della Cattedrale di Chartres, un vero ”gioiello architettonico”. Notevoli i cicli scultorei dei diversi portali, ricchi di figure e simboli medievali; tra questi il triplice portail Royal evoca la storia di Cristo. Sono considerate tra le più belle di Francia le vetrate del sec. XIII che illuminano l’interno della cattedrale. Le più antiche riconoscibili. Per la presenza dell’inimitabile blu di Chartres sono quelle della facciata occidentale (se avremo la fortuna ed il conforto del sole, potremo gioire e godere dei raggi colorati, soprattutto di blu, che si proiettano e si dilatano sulle pareti, pavimentazione e colonne interne); notevoli anche quelle della chapelle Vendome e la celebre vetrata detta Notre-Dame de la Belle Verrière. A Chartres la notevole superficie delle vetrate supera i 2000 metri quadrati. Nel corso delle due guerre mondiali, si prese la precauzione di smontare le vetrate della cattedrale e riporle in un luogo sicuro. Grazie a ciò, si conserva praticamente la totalità delle opere originali, che costituiscono la straordinaria testimonianza di quello che agli inizi fu quest’arte raffinata, quando il nuovo sistema di sostegni sviluppato dal Gotico permise di ampliare la superficie delle vetrate, togliendo protagonismo alla pittura (affreschi) e permettendo agli interni del tempio una luminosità fino allora sconosciuta. Da non perdere anche la visita della cripta che risale alla costruzione della prima metà del sec. XI, che ingloba resti del IX sec. e vestigia di epoca gallo-romana.
La visita di questo capolavoro architettonico ci lascerà con una forte emozione nell’animo e una gioia interiore appagante
Sistemazione in hotel per la cena e più tardi consigliamo di effettuare una passeggiata per ammirare dall’esterno la cattedrale illuminata.
Infatti solo nel periodo estivo alcune cattedrali di Francia, le più importanti, vengono illuminate con effetti scenici e laser, in sostanza faranno vedere come si presentava nel medioevo a per vari periodi, la facciata colorata della cattedrale.
2° GIORNO: CHARTRES-LIVAROT-CAMEMBERT-RENNES
Dopo la prima colazione, ultimazione delle visite con la collegiale di Saint-André e le antiche mura della città, e un po’ di tempo libero per shopping e il pranzo.
Al termine partenza per rientrare in Normandia dopo la visita di Camembert, Livarot e Lisieux prima di raggiungere Rennes, nostra meta della giornata. A 18 km a sud di Lisieux si entra nel “paese dei formaggi”, tra pascoli punteggiati di fattorie e piccoli villaggi, in una regione agricola pastorale che ha conservato antiche tradizioni e un paesaggio ancora intatto. Sul fianco della dolce valle della Viette, c’è Livarot – centro di produzione di un omonimo formaggio, che con il Pont-l’Evéque e il Camembert costituisce uno dei prodotti più tipici e gustosi della regione – ed inoltre Camembert, minuscolo villaggio che ha dato il nome al rinomato for-maggio; e qui apriamo una parentesi soprattutto per…. i bongustai, amanti dei prodotti caseari, con la storia di questo celebre formaggio. Se la panna è la primadonna della tavola normanna, il formaggio ne è il re. Dice il Roman de la Rose (1230): “Alle buone tavole si servivano sempre come dessert dei formaggi angelot”, dove per angelot s’intende una sorta di pavé d’Auge, antenato del pont-l’Eveque (pasta molle a crosta fiorita), del livarot (pasta molle a crosta lavata) e del camembert (pasta molle a crosta fiorita). Secondo la leggenda, la signora Marie Harel (1761-1812), nata vicino a Camembert, produce e vende formaggio nel suo villaggio. Nel 1790 dà rifugio a un prete della Brie in fuga dal Terrore rivoluzionario, il quale le confida il segreto della stagionatura di un formaggio di sua composizione. Nasce così il camembert.
Nel 1863, durante l’inaugurazione della ferrovia Alencon-Parigi, a Napoleone III viene fatto assaggiare del camembert: da quel momento l’imperatore pretende che questa prelibatezza non manchi mai sulla sua tavola e il camembert riceve così la consacrazione ufficiale. Per meglio sopportare i numerosi viaggi a cui è sottoposto, viene ideata la celebre scatola rotonda di legno, che ne conserva la forma.
Per la sua preparazione il latte, che deve essere molto grasso e provenire da uno dei 5 dipartimenti della Normandia, viene riscaldato a 30-37°C, versato in recipienti contenenti il caglio e fatto coagulare per 1-2 ore. La cagliata è poi tranciata per far scolare il siero e messa in forme. La superficie viene livellata, poiché durante la coagulazione il centro della forma tende a sprofondare. Alla sera del primo giorno, quando è ben compresso, il formaggio viene girato. Il giorno successivo la pasta molle così ottenuta è tolta dalla forma e messa sull’essiccatoio a sgocciolare a una temperatura di 18-20°C. Una volta scesa la temperatura a 14-15°C, vengono salate una faccia e la circonferenza, operazione che conferisce al camembert il suo gusto caratteristico grazie ad un fermento, il penicillum candidum. Le forme sono quindi girate e il giorno successivo viene salata l’altra faccia. Siamo dunque arrivati al quarto giorno, in cui le forme sono poste sui graticci e trasportate nel valor (l’essiccatoio). La muffa compare a partire dal quinto giorno. Dopo 10 giorni di essiccatoio, una parte viene messa in vendita e un’altra è destinata alla affinage (stagionatura), durante la quale le forme riposano in cantina a 10°C e vengono girate tutti i giorni. Dopo questa lunga descrizione sarete ben preparati sull’argomento, e certamente vi sarà venuta ”l’acquolina in bocca ”ma, state tranquilli, saremo tutti invitati (per coloro che lo gradiscono e lo possono mangiare) alla degustazione di questo meraviglioso e famoso formaggio!. Ultima visita della giornata la faremo a Lisieux, piccola cittadina situata in una gradevole posizione nella valle della Tuoques e diventata il primo centro commerciale e industriale del ricco pays d’Auge. Tuttavia, la fama attuale di Lisieux si deve alla figura di S. Teresa.
A soli 15 anni, Thérèse Martin, grazie ad una particolare dispensa papale per la giovanissima età, entrò nel convento delle Carmelitane della cittadina dove morì a soli 24 anni nel 1897, quando un’incurabile malattia pose fine alla sua vita. L’esistenza di Thèrès fu segnata da un cammino intenso e doloroso di un’ascesi mistica che ella, meglio nota come santa Teresa del Bambino Gesù, descrisse nell’Histoire d’un ame. Forse fu il racconto di questo suo percorso, oggi noto come “piccola via” perché accessibile a tutti i cristiani, oppure l’aura di santità che sin dall’inizio l’aveva ammantata a trasformare ben presto la sua tomba in meta di pellegrinaggi: ci si rivolgeva alla “santa di Lisieux”, che fu proclamata beata nel 1923 e dottore della Chiesa nel 1997, per volere di Papa Giovanni Paolo II. Sono circa un milione e mezzo i fedeli che ogni anno accorrono nella cittadina (poco più di 24.000 abitanti) per pregare nella basilica di S. Teresa, iniziata nel 1929 e consacrata nel 1954. Le reliquie della santa sono custodite in una statua giacente in marmo e legni preziosi esposta nella cappella di destra della basilica a lei dedicata. La cittadina conserva ancora la meravigliosa cattedrale gotica di S. Pierre, costruita nel 1170 sui resti di un tempio romanico e riedificata agli inizi del sec. XIII secondo lo schema tipico nelle chiese gotiche del la Normandia; duecentesche sono la torre a sinistra della facciata e le vetrate all’interno. Lisieux fu fondata da un’antica tribù di galli sottomessa dai romani nel I secolo a.C. Nel XII secolo esercitava il suo controllo su gran parte del Pays d’Auge. Si pensa che Enrico II ed Eleonora di Aquitania si sposarono qui nel 1152. La città conservò il suo prestigio fino a quando il triplice flagello del XIV secolo – guerra, carestia e peste – ne diminuì l’importanza. Al termine della visita di Lisieux, riprenderemo la strada per Rennes ,250 .Se avremo un po’di tempo potremo dare uno sguardo al centro storico della città d’impronta medievale e le tipiche case a graticcio dei sec. XV-XVI, con travi scolpite e piani superiori in aggetto che caratterizzano ancora il vecchio quartiere attorno alla Cattedrale. Cena e pernottamento in hotel .
3°GIORNO: RENNES-CARNAC-BELON-CONCARNEAU-QUIMPER
Partenza per Carnac (141 km) e all’arrivo visita dei siti archeologici dei Menhil
Inquietanti allineamenti di menir, dolmen incisi da simboli oscuri, tumuli di pietra la cui costruzione è anteriore alle piramidi egizie: impossibile non restare affascinati dal mistero che ancora avvolge questa “capitale dei megaliti”, uno dei centri più importanti al mondo per la cultura preistorica. Ma se i visitatori accorrono numerosi (in media 350.000 all’anno)per stupirsi davanti alle gigantesche costruzioni di pietra, va ricordato che nel centro di Carnac il Museo
Preistorico Miln-Le Rouzic espone oltre 6500 oggetti riferibili al Paleolitico, al Mesolitico, al Neolitico, all’età del Bronzo e del Ferro da siti della regione (la visita di questo Museo non è in programma ma, se avremo tempo, chi fosse interessato potrà visitarlo di sua iniziativa).
Nel territorio a nord di Carnac sono concentrati alcuni tra i più importanti e suggestivi siti preistorici della regione, databili tra il 5000 e il 2000 a.C.; il più esteso tra i monumenti preistorici è l’allineamento del Ménec, con 1099 menhir disposti in 11 file che attorno al villaggio di Ménec formano un ”cromlech”, cioè pietre disposte a semi- cerchio composto da 70 menir. Come si può vedere lì, gli allineamenti sono tutti orientati da nord-est verso sud-ovest; probabilmente servivano a determinare il punto in cui sorge il sole, al fine di elaborare un calendario per l’agricoltura. Le 11 file parallele sono lunghe 1167 metri, all’estremità occidentale le pietre raggiungono un’altezza di 4 mentre a est non arrivano quasi ai 60 cm. L’allineamento termina alle due estremità con una fila obliqua e un cromlech. Secondo una teoria, in questo posto, protetti dallo sguardo dalla fila obliqua di pietre, si compivano cerimonie rituali nell’ambito di un culto dei morti. Da questa escursione… nel passato, ritorneremo… nel presente salendo nel nostro pullman per raggiungere Belon…. Si prosegue lungo la costa Bretone sud per la visita di Concarneau, non prima di aver effettuato la sosta presso un fiordo dove vengono allevate le ostriche più buone al mondo, e dove faremo la pausa pranzo libero.
Visita di una tra le più belle cittadelle fortificate della Francia: la città vecchia di Concarneau dove, nel centro del suo porto, su di una isoletta, sorge la Ville-close. Questa cittadella, che fino al X sec. aveva ospitato un priorato, venne occupata dagli inglesi nel XVI sec; in seguito alla riconquista francese nel 1373, l’isola venne dotata di fortificazioni. Le case in granito all’interno delle mura di cinta risalgono principalmente al XVI sec. e oggi ospitano ristoranti, caffè e negozi di souvenir. Terminata questa visita, si risale in pullman per raggiungere Quimper.
Città del dipartimento di Finistère, già capitale della Cornovaglia che visiteremo prima del nostro arrivo in hotel. Questa città è interessante, oltre che per le due fabbriche di ceramica tutt’oggi attive, per l’atmosfera tipicamente bretone e per i monumenti, primo fra tutti St. Corentin, una delle prime cattedrali gotiche delle Bretagna. Cena e pernottamento in hotel.
4° GIORNO: QUIMPER-CAMARET- BREST
La regione del”Finistère”,dove si parla il vero bretone, una lingua di origine celtica, gradevole da ascoltare ma per noi completamente incomprensibile, dato che i suoi vocaboli non hanno alcuna radice in comune con l’inglese o con le lingue neolatine, è proprio il cuore della cosiddetta Bretagna bretone o Bassa Bretagna, area in cui è ancora facile incontrare gente che indossa gli antichi costumi tradizionali, e dove rimane più vivo il sentimento di appartenenza regionale, come dimostra ogni tanto l’accendersi delle ultime scintille del separatismo. In questa regione visiteremo alcuni villaggi tipici e dei complessi parrocchiali noti per i famosi ”Calvari”. La tipologia degli Enclos paroissiaux (recinti parrocchiali), spazi sacri destinati alla comunità del villaggio, segue elementi comuni, rimasti intatti dal XVI-XVII secolo nonostante le strutture singole siano state modificate nel tempo. Il recinto in pietra che li racchiude serviva a separare lo spazio profano all’esterno con quello sacro, di cui fanno generalmente parte il camposanto, l’ossario, la chiesa e il calvario, composto da una folla di statue di piccole dimensioni in kersantite, pietra abbondante in Bretagna e facilmente lavorabile. Tali statue rappresentano i personaggi della Passione di Cristo, ma tra loro fanno capolino anche degli intrusi, come quella di ”Caterina la perduta” che a Guimiliau viene spinta da due diavoli nelle fiamme in quanto simbolo del peccato e della dannazione, o anche un ricco mercante, un vescovo, un cavaliere.
Tra i vari complessi parrocchiali quello di Guimiliau è il più celebre per la ricca composizione e bellezza del calvario. Attraverseremo la penisola di Crozon. In una regione di profonda tradizione religiosa anche la natura sembra talvolta ripetere i simboli della fede. Il viaggio prosegue in direzione di Brest. Così la lunga penisola che chiude a sud la rada di Brest pare una gigantesca croce coperta di erica e ginestre. Strade che attraversano deserte brughiere e passano attraverso piccoli borghi raggiungono i cinque promontori che costituiscono la tormentata penisola: la spettacolare point de Penhir, un tavolato a picco sul mare tra un caos di rocce, quello dove ci fermeremo dopo aver attraversato Camaret-sur-Mer, un tipico villaggio bretone di pescatori che la tradizione dice fondato nel sec. IV da un santo eremita, per un breve sosta fotografica. Arrivo è previsto nel tardo pomeriggio, un po’ di tempo libero prima della cena e pernottamento in hotel.
5° GIORNO BREST -SAINT MALO-MONT ST MICHEL-CAEN
Dopo la colazione partenza in direzione Saint Malo, passando per la costa di granito rosa(costa Bretone Nord)a Perros Guirec e Paimpol.
Finalmente in Bretagna e raggiungere St. Malo, considerata la perla della ”Cote d’Emeraude”. Li sosteremo per ammirare questo famoso centro balneare che, per due lunghissime settimane – dal 1° al 14 agosto 1944 – subì pesanti bombardamenti che distrussero circa l’80 per cento degli edifici. Ma la ricostruzione è riuscita a ridonare al centro il suo volto antico. Così Saint Malo appare ancora circondata da mura e bastioni e sono proprio quest’ultimi la caratteristica architettonica più interessante della città. Iniziati nel sec. XII ma ingranditi e rimaneggiati fino al XVIII, costituiscono una piacevolissima passeggiata che offre scorci dell’abitato e ampi panorami sul mare.
Principale accesso alla città è oggi la porte St. Vincent, sovrastata da due scudi in legno con gli stemmi di Saint Malo e della Bretagna; da questa si accede alla piazza Chateabriant con il Castello e si sale al cammino di ronda. L’aspetto generale del Castello è tipicamente seicentesco mentre la torre che affianca le mura di cinta risale al 1395 e il mastio a ferro di cavallo è del 1424. Alla fine del XVII secolo, quello che allora era il porto più grande della Francia divenne una roccaforte dei corsari. Fino a quella epoca il regno francese non possedeva una tradizione in quanto potenza marittima, ma quando l’Europa iniziò a lottare per i possedimenti oltreoceano, il paese dovette dotarsi di una propria flotta all’altezza di quella delle grandi nazioni navigatrici, Inghilterra, Spagna e Olanda.
Terminata la visita di St. Malo risaliremo in pullman e l’odierno trasferimento, ci conduce nella città di Caen, in Normandia, ma, lungo il percorso, sosteremo in uno dei luoghi più suggestivi, direi magici che ci offre la Francia : Mont St. Michel. Un ”castello incantato” su banchi di sabbia marina, che il sole trasforma in un’infinita distesa d’argento e oro.
Al solo apparire del solitario monte, adattato dall’uomo in fortezza e abbazia, si comprendono la leggenda, la fama, il fascino antico di questa meraviglia d’Occidente, miraggio di un Medioevo lontano. Neppure il nastro d’asfalto che oggi lega l’isolotto alla terraferma, i posteggi sempre invasi da auto e pullman, i mille negozietti di souvenir sono riusciti a intaccare la bellezza assoluta di questo irripetibile connubio tra natura e storia, che ha creato qui uno dei luoghi più visitati di Francia. Il Mont St. Michel ha da sempre esercitato un fascino particolare sull’uomo, indubbiamente per la ricchezza della sua storia e la sua bellezza architettonica, ma soprattutto per il mistero che emana, legato al ritmo delle maree, al calar del sole, al grido dei gabbiani, alla sabbia che si confonde con il terreno erboso…Credo che non si possa apprezzare Mont St. Michel senza prima aver valutato e ammirato l’immensità selvaggia del paesaggio che lo circonda. L’isola e la baia sono indissociabili : ecco perché sono state entrambe inserite dall’Unesco nella lista del Patrimonio Mondiale. Fissando lo sguardo su questo stupefacente complesso architettonico e sul luogo dove è stato costruito, mi viene spontaneo confrontarlo con le strutture delle fortezze e castelli imprendibili e possenti, utilizzati per le scenografie fantastiche del film saga “Il Signore degli anelli”. Ma queste sono soltanto digressioni personali ed è preferibile tornare alla descrizione della storia di Mont-St.Michel. Secondo la tradizione, fu l’Arcangelo Michele, apparso in sogno a Oberto, ve-scovo di Avranches al tempo degli ultimi re merovingi, a ordinare la fondazione dell’abbazia sul monte Tombe. Era questo un isolotto a forma di cono, guardato dalla popolazione con superstizione e paura per le maree improvvise e le insidiose sabbie mobili che lo rendevano di difficile accesso. Il primo, piccolo oratorio (sec. VIII) divenne subito meta di fedeli, tanto che già nel secolo X fu sostituito da una chiesa carolingia e questa, a sua volta, si trasformò nei due secoli successivi in cripta, sostenendo la piattaforma sopra la quale venne innalzato un edificio romanico. Nel 1200 furono costruiti il bellissimo chiostro e gli edifici destinati ai monaci e ai sempre più numerosi pellegrini: per lo splendore delle forme gotiche, essi furono denominati ”la Merveille”, la Meraviglia. Nei secoli XIV e XV, per le sempre maggiori esigenze dell’abbazia che era divenuta un centro religioso di primissimo rango, si aggiunsero l’alloggio dell’abate e della guarnigione reale, non-ché le difese che trasformarono il complesso in una severa fortezza. Ma proprio il 1400, periodo di maggior potenza e ricchezza, segnò l’inizio della decadenza del monastero, che, governato da abati direttamente nominati dal re, si interessò sempre più ai guadagni materiali, perdendo credibilità e prestigio spirituale. Verso la metà del XVIII sec. le Mont St. Michel venne trasformato in prigione e solo nel 1874 l’abbazia e i bastioni furono considerati monumenti storici protetti; nel 1877 si costruì una diga per collegare l’isolotto alla terraferma, togliendolo così dal ”capriccio” delle maree. Dal 1969 un piccolo gruppo di religiosi è tornato a viverci. Una descrizione dell’Abbazia si può sintetizzare come segue: terrazze, corridoi, scalinate, ambienti disposti su differenti livelli compongono uno straordinario complesso, cresciuto e modificato nel corso dei secoli. Il percorso ha inizio dal piano più alto, dalla chiesa abbaziale e dagli ambienti gotici, per scendere poi nei piani più bassi, fino alle cripte romaniche, nucleo originario dell’abbazia. La visita prosegue nella parte gotica del monastero, disposta su differenti livelli e chiamata “laMerveille” per la bellezza degli ambienti: lo splendido chiostro scandito da snelle colon-ne e rilievi incisi nella morbida pietra di Caen; tre ampie vetrate oggi aperte sulla baia segnano l’ingresso alla distrutta Sala capitolare. Da questo spazio, pensato per la meditazione e la preghiera dei monaci, si passa al refettorio, i cui muri, apparentemente pieni, nascondono alte vetrate. Al piano inferiore, un ambiente gotico (se. XII), con slanciate colonne e due enormi camini, è la sala degli Ospiti, ampio refettorio destinato ai visitatori di riguardo e ai nobili. La sala dei Cavalieri, il cui spazio è scandito da possenti colonne. Usciti dall’abbazia, si può salire al cammino di ronda, su murationi costruiti nei sec. XIII-XV; la passeggiata permette di cogliere anche indimenticabili viste sulla baia e scorci bellissimi sulle diverse costruzioni aggrappate alla roccia. Merita anche una visita del piccolo Borgo che sorge ai piedi dell’Abbazia.
Arrivo a Caen per la cena e pernottamento.
6 GIORNO: CAEN- Luoghi del D DAY-BAYEUX-ROUEN
Dopo la prima colazione, partenza in pullman per Arromanches-les-Bains dove, il 7 giugno 1944, gli Alleati allestirono un porto artificiale , il cosiddetto ”Mulberry”, destinato a rifornire le truppe dello sbarco, era una vera sfida tecnologica: in otto giorni circa fu costruita una rada di 8 km. di fronte al porticciolo della stazione balneare. Ciò che resta del porto artificiale testimonia la più straordinaria prodezza industriale e marittima della guerra e fa di Arromanches una tappa da non perdere nella scoperta della storia dello sbarco che determinò la sconfitta del nazi-fascismo.
Durante la visita guidata potremo vede-re anche alcuni relitti bellici lungo le spiagge dello sbarco e, soprattutto, la Point du Hoc Ranger Memorial: in questo luogo alle 07.10 del 6 giugno 1944, 225 ranger dell’esercito americano scalarono le scogliere alte 30m,di Point du Hoc, dove i tedeschi avevano piazzato una postazione di artiglieria pesante. I cannoni, come si scoprì in seguito, erano stati trasferiti altrove, ma gli americani riuscirono comunque a occupare le casematte (le due grandi strutture circolari in cemento) e a respingere il contrattacco tedesco per ben due giorni. Quando arrivarono i rinforzi, l’8 giugno, 81 ranger erano stati uccisi e altri 58 erano stati feriti. Questo sito, che la Francia ha ceduto in uso perpetuo agli Stati Uniti nel 1979, è rimasto quasi com’era più di mezzo secolo fa. Il terreno è ancora segnato dai crateri larghi 3 m provocati dalle bombe. Nel posto di comando tedesco, si possono vedere i soffitti di legno carbonizzati dai lanciafiamme americani. Guardando verso il mare, si vede Utah Beach, che si estende quasi perpendicolarmente alle scogliere. Il pranzo sarà libero come per tutti gli altri giorni del tour quindi, dopo una breve sosta per uno spuntino e per un po’di relax, partiremo in direzione di Bayeux. Il fascino nostalgico dell’antica capitale del Bassin è il riflesso di un patrimonio straordinario e miracolosamente preservato. La storia di Bayeux è in effetti segnata da due conquiste: quella dell’Inghilterra ad opera dei Normanni nel 1066 e quella degli Alleati sulle spiagge della Normandia nel 1944,che fece di Bayeux la prima città del la Francia ad essere liberata. In questa piccola cittadina, assolutamente da non perdere, è la visita alla Cattedrale di Notre-Dame (in Francia le cattedrali hanno quasi tutte questo nome) che è un bell’edificio della scuola gotica normanna e possiede un’abside che si sviluppa armoniosamente, archi di spinta sostengono il coro fiancheggiato da due piccole guglie. Il portale raffigura nel timpano la storia di San Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, assassinato nella sua cattedrale su ordine di Enrico II il Plantageneto. Il predominio delle linee gotiche si deve al fatto che la Cattedrale, iniziata nel 1077 ma distrutta nel 1105 durante l’assedio di Enrico I d’Inghilterra, venne ricostruita nei secoli XII-XIV. Maun tesoro da non perdere (vale un viaggio) è l’arazzo di Bayeux, detto ”della regina Matilde”, esposto al Centre Guillaumele-Conquérant ospitato in un maestoso edificio settecentesco.
Come uno straordinario libro illustrato, il prezioso oggetto racconta la storia di Guglielmo il Bastardo, duca di Normandia, chiamato Guglielmo il Conquistatore dopo la battaglia di Hastings (14 ottobre 1066) e la sua salita al trono inglese, in realtà è un preziosissimo ricamo con fili di lana, largo da 50 a 55 cm, eseguito su una tela di lino lunga circa 70 m. Il lavoro – attributo dalla tradizione ottocentesca alla regina Matilde, moglie di Guglielmo il Conquistatore, ma realizzato in Inghilterra intorno al 1077 – racconta in 58 quadri diversi gli avvenimenti che portarono i normanni alla conquista dell’Inghilterra. La ricchezza e la precisione dei particolari nei diversi riquadri, la cui unità stilistica lascia presupporre il disegno originale di un unico maestro, rappresentano uno straordinario e irripetibile documento sulla vita quotidiana del secolo XI. Ma la Cattedrale e l’arazzo non sono le uniche attrattive di Bayeux, che è celebre anche per l’antica tradizione dei pizzi al tombolo. La seconda guerra mondiale ha miracolosamente risparmiato il centro storico di questa cittadina del Calvados con le sue case quattro-cinquecentesche e palazzetti signorili dei sec. XVI e XVII. Al termine di questa giornata, ricca di interessanti e varie testimonianze storiche, faremo rotta verso a Rouen ,e prima di cena daremo un’occhiata a La Couronne, il più vecchio albergo di Francia del 1345, l’esterno della struttura in legno è la parte più interessante (l’interno credo che non si possa visitare perché penso che non accettino un gruppo numeroso a curiosare); certamente era una locanda di posta, infatti la sua struttura esterna lo attesta.
Cena e pernottamento in hotel.
7° GIORNO: ROUEN-ITALIA
Visita a questa città : la Cattedrale di Notre Dame, immortalata dal pittore Monet nella celebre serie impressionista che la ritraggono in una sequenza continua dall’alba al crepuscolo, la cattedrale è uno dei capolavori dell’arte gotica francese. Come una straordinaria ”pagina di pietra”, la facciata della principale chiesa di Rouen racconta l’evoluzione dell’arte dal sec. XIII (venne innalzata sulle rovine di un precedente tempio) al XVI sec., affiancando a elementi romanici forme del gotico (questo stile è nato proprio in Normandia) fiammeggiante.
Sono ancora di gusto romanico i portali laterali (fine sec. XII), mentre risale ai primi del 1500 quello centrale, popolato da oltre 350 sculture di profeti, sibille, santi e patriarchi. Imponenza e leggerezza convivono nell’interno a tre navate, con ampio transetto, alto tiburio ornato di bifore e coro a deambulatorio; proprio quest’ultimo, in cui si aprono tre cappelle radiali, ospita le statue giacenti di Rollon (primo duca di Normandia), Riccardo Cuor di Leone, di cui si conserva qui il cuore per espresso volere del re, Enrico il Giovane e Guglielmo Lunga Spada, duca di Normandia e figlio di Rollon. Notevoli sono le cinque vetrate duecentesche tra le quali spiccano quella di S. Julien l’Hospitalier, dono della corporazione dei pescivendoli (rappresentati nella parte inferiore della vetrata), a cui è ispirato un celebre racconto di Flaubert (nativo di Rouen) e quelle della Passione e del Buon Samaritano, dai vivaci colori tra cui prevale il celebre blu di Rouen. Si prosegue per la sosta a Giverny per la visita alla casa di Monet.
Al termine trasferimento in aeroporto e imbarco sul volo per il rientro in Italia .Fine dei servizi.
LA QUOTA COMPRENDE:
- volo di linea A/R. franchigia bagaglio 20 kg.
- noleggio bus per tutto il periodo
- visite guidate in italiano
- sistemazione in hotel 3***
- trattamento di mezza pensione
- Assicurazione medico no stop
- ingressi ai siti e monumenti
- guida viaggio
- polizza annullamento viaggio
- polizza contro covid 19
LA QUOTA NON COMPRENDE:
- mance
- bevande
- facchinaggio negli hotel
- tutto quanto espressamente non specificato nella quota comprende;
- tax apt 92,00€ da riconfermare sino all’emissione dei biglietti aerei
Nb. è possibile effettuare un soggiorno 1 o più notti a Parigi, con visite guidate ecc. prima o dopo il tour, da richiedere al momento della prenotazione.
N.B tariffa aerea soggetta a riconferma sino emissione biglietteria aerea.
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LA QUOTA COMPRENDE:
- volo di linea A/R. franchigia bagaglio 20 kg.
- noleggio bus per tutto il periodo
- visite guidate in italiano
- sistemazione in hotel 3***
- trattamento di mezza pensione
- Assicurazione medico no stop
- ingressi ai siti e monumenti
- guida viaggio
- polizza annullamento viaggio
- polizza contro covid 19
LA QUOTA NON COMPRENDE:
- mance
- bevande
- facchinaggio negli hotel
- tutto quanto espressamente non specificato nella quota comprende;
- tax apt 92,00€ da riconfermare sino all’emissione dei biglietti aerei
Nb. è possibile effettuare un soggiorno 1 o più notti a Parigi, con visite guidate ecc. prima o dopo il tour, da richiedere al momento della prenotazione.
N.B tariffa aerea soggetta a riconferma sino emissione biglietteria aerea.
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