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Cosa è incluso


































- Voli in classe economica Italia/UlaanBaatar A/R con franchigia bagaglio di 23 kg via Istanbul
- N. 3 pernottamenti in Hotel 4**** ad a Ulaanbaatar
- N. 11 pernottamenti in Campi Gher come da programma (alcune notti con bagno in comune femmine e maschi e alcune notti con bagno privato)
- Guida altamente professionale in lingua italiana per tutta la durata del tour
- Escursioni e visite come da programma
- Trasferimenti in fuori strada 4×4
- Pensione completa con acqua minerale durante i pasti (1 litro al giorno a persona)
- Preparazione pranzi durante il viaggio a cura della guida e degli autisti.
- Ingressi ai musei, ai monasteri, ai parchi nazionali se previsti dal programma
- Tasse locali
- Trasferimenti in città con bus privato come da programma
- Transfert da e per l’aeroporto con bus privato
- Rappresentazione esclusiva per I Viaggi di Giorgio del Naadam Festival
- Assicurazione medica (massimale 10.000,00) bagaglio (massimale 1.500,00)
- Kit da viaggio
- Accompagnatore dall’Italia
- Tasse aeroportuali pari a € 450,00 (soggette a riconferma sino al momento dell’emissione dei biglietti)
- Acqua e bevande durante i pasti
- Pasti non indicati nel programma
- Mance per guide, autisti e facchini pari a 6,00 euro al giorno a persona
- Escursioni facoltative ed eventuali esigenze di carattere personali
- Spese personali
- Tutto quanto non espressamente indicato alla voce La Quota Comprende
Di più ASIA
Maggiori informazioni su questo tour
Il nostro tour rispetto ad altri, offre, tra le altre cose, bagni privati in alcune tende e sistemazione 3 persone ogni 4 x 4 e non 4 come altri T.O. La guida salirà a turno su una vettura, quindi per qualche ora, il mezzo avrà 4 persone e non 3.
N.B i bagni se in comune, sono suddivisi ,bagni per le donne e bagni per gli uomini e sono costantemente puliti.
Un accompagnatore esperto dall'Italia.
Tenda tipica gher
LA QUOTA COMPRENDE
- Voli in classe economica Italia/UlaanBaatar A/R con franchigia bagaglio di 23 kg via Istanbul
- N. 3 pernottamenti in Hotel 4**** ad a Ulaanbaatar
- N. 11 pernottamenti in Campi Gher come da programma (alcune notti con bagno in comune femmine e maschi e alcune notti con bagno privato)
- Guida altamente professionale in lingua italiana per tutta la durata del tour
- Escursioni e visite come da programma
- Trasferimenti in fuori strada 4x4
- Pensione completa con acqua minerale durante i pasti (1 litro al giorno a persona)
- Preparazione pranzi durante il viaggio a cura della guida e degli autisti.
- Ingressi ai musei, ai monasteri, ai parchi nazionali se previsti dal programma
- Tasse locali
- Trasferimenti in città con bus privato come da programma
- Transfert da e per l'aeroporto con bus privato
- Rappresentazione esclusiva per I Viaggi di Giorgio del Naadam Festival
- Assicurazione medica (massimale 10.000,00) bagaglio (massimale 1.500,00)
- Kit da viaggio
- Accompagnatore dall’Italia
LA QUOTA NON COMPRENDE
- Tasse aeroportuali pari a € 450,00 (soggette a riconferma sino al momento dell’emissione dei biglietti)
- Acqua e bevande durante i pasti
- Pasti non indicati nel programma
- Mance per guide, autisti e facchini pari a 6,00 euro al giorno a persona
- Escursioni facoltative ed eventuali esigenze di carattere personali
- Spese personali
- Tutto quanto non espressamente indicato alla voce La Quota Comprende
Visto: in data 9 gennaio il governo mongolo ha decretato la non necessità di avere il visto di ingresso.Non appena questa informazione sarà ufficiale provvederemo a darne comunicazione.
Passaporto, con validità di almeno 6 mesi dalla data di partenza .
Non è richiesta alcuna vaccinazione.
Dalla prefazione di Sveva Sagramola:
Latte e terra. L’odore della Mongolia è fatto delle cose che danno la vita, e un viaggio in questa regione nel cuore dell’Asia è in grado di restituirci una fotografia antica di noi stessi, quando, agli albori della nostra umanità, nomadi, ci spostavamo per adattare le nostre esistenze ai cicli stagionali. Ancora non c’era separazione con la natura, e i confini tra la vita e la morte, l’umano e il divino, erano difficili da distinguere, così come il cielo dalla terra, nello sconfinato orizzonte delle steppe. È in questo spazio senza tempo, dove l’essenza del nostro essere al mondo si staglia nitida, che ci conduce il libro di Federico Pistone, un diario di viaggio che avvince e si legge come un romanzo, emozionante, perché racconta non solo le storie, le abitudini e la vita quotidiana di un popolo abituato da oltre cinquemila anni a vivere nelle tende sfidando inverni che arrivano a cinquanta gradi sottozero, ma ne cattura anche i sogni, le credenze, i misteri. Quel senso del sacro, che i mongoli non hanno mai perso, dato dal rapporto quotidiano con una natura ostile e imponente, che può essere assecondata e mai sfidata, e attraverso cui viene naturale sentire di essere una parte del Tutto, strettamente legati al destino delle piante, degli animali, dei fili d’erba, dell’aria, dell’acqua, di ogni essere vivente. Per i mongoli c’è uno spirito in ogni elemento della natura a cui rapportarsi, con rispetto e familiarità; sentimenti che, se fossero stati mantenuti dall’umanità che ha conquistato il mondo nei tempi moderni, avrebbero evitato la catastrofe ecologica che sta investendo il Pianeta. Federico ci accompagna sotto cieli che ancora si accendono di stelle, perché la Mongolia è uno dei Paesi meno abitati al mondo, dove le stelle si vedono, e sono così luminose da rischiarare la notte. Ci fa entrare nelle tende dei nomadi, che chiamano gher la propria casa. Provate a pronunciare questa parola a voce alta e vi accorgerete che ha un suono dolcissimo, caldo, come la loro ospitalità. Ci fa conoscere vite faticose, dove però la mancanza di beni di consumo lascia spazio all’essenziale, alle cose veramente importanti e necessarie, al senso di comunità, di famiglia, di amicizia. Scopriamo insieme a lui le sfide della Mongolia moderna, dove l’urbanizzazione intorno alla capitale crea nuove povertà, e l’allevamento intensivo di capre provoca una desertificazione devastante, mentre la corsa allo sfruttamento delle risorse minerarie rischia di compromettere aree naturali ancora intatte, tra le ultime rimaste al mondo, di cui oggi ne è simbolo e abitante il leopardo delle nevi. È alla ricerca di questo animale meraviglioso, continuamente evocato e quasi mai incontrato, che andremo in queste pagine, inseguendo anche il misterioso «almas», la creatura paurosa e leggendaria, l’uomo selvatico di ogni mitologia di montagna. Un racconto che si fa spesso poetico, perché Federico guida il lettore in un Paese di cui ha una conoscenza profondissima, senza, per questo, essere invadente. Non giudica, ci lascia guardare, come se fossimo accanto a lui, in questo viaggio straordinario nella nostra umanità. Sa che non c’è un punto di appoggio per raccontare il mondo e le altre culture, che la vita è in continuo movimento, sotto ogni sua forma, e che i confini, in fondo, non esistono. Perché, come gli dice, il Santo Jamiyan, che legge Dante, e che Federico incontra a Shambala, il centro delle energie dell’Universo secondo la spiritualità tibetana, «le nostre vite sono un miracolo, così come le nostre trasformazioni, i nostri sensi, la nostra fede». Sveva Sagramola.
L'ospitalità della popolazione della Mongolia
La popolazione della Mongolia è per tradizione ospitale, tranquilla e tollerante. E' consuetudine qui essere contornati da grandi silenzi tipici della steppa e i comportamenti decorosi, ispirati a un’educazione severa e a una profonda spiritualità, che li ha temprati a superare ogni ostacolo e ogni difficoltà. Lo stile di vita è prettamente non sedentario e questa caratteristica li ha abituati ad usufruire dell’essenziale e ad adattarsi a cio' che la natura aveva da offrire. La storia ci parla di una popolazione fiera e orgogliosa che discende dai famosi cavalieri che fanno sempre riferimento al ricordo di Genghis Khan, l'artefice del più grande impero della storia.
Letteratura
Il paese possiede una letteratura molto ricca, ma gran parte dei capolavori mongoli sono pressoché sconosciuti in occidente. I primi saggi di letteratura locale sono rappresentati da poemi epici e cronache storiche, tra cui l’esempio più rappresentativo è costituito dalla Storia Segreta dei Mongoli, un’impressionante testimonianza delle usanze ai tempi di Gengis Khan, scritta nel 1240: una sorta di vangelo mongolo all’insegna di una filosofia di guerra e di competizione esasperata, ma anche di coraggio e generosità. Da segnalare poi Inginash, acuto narratore dell’Ottocento, mentre nel Novecento si assiste ad una letteratura solenne e celebrativa.
Artigianato
E' presente una fiorente produzione di gioielli. Se ne possono trovare di tutti i tipi e di diversi materiali, sebbene principalmente ci siano gioielli in argento, oro, corallo e cuoio, di ornamenti per il corpo e per l’acconciatura, di selle e di altri oggetti, preziosi e funzionali insieme.
Pittura
Nell’arte mongola è difficile distinguere le forme espressive del luogo. Come tutti i popoli nomadi di origine altaica, anche i mongoli sembrano aver mostrato scarsa predisposizione artistica anche se le conquiste territoriali di Genghis Khan e dei suoi successori portarono a contaminazioni espressive di altre etnie, in seguito alle deportazioni di artigiani musulmani, tibetani e cinesi. Nel 1623 nacque Zanabazar, massima espressione della cultura autoctona.
Seguendo gli insegnamenti del Dalai Lama, Zanabazar riuscì ad apportare su queste terre dei significativi cambiamenti culturali. Manifestazioni tangibili che si possono vedere dalla realizzazione di sculture, ma anche attraverso la creazione dell'alfabeto soyombo (la cui prima lettera compare sulla bandiera mongola ed è stato adottato come simbolo di libertà).
Si è rivelato essere anche un politico di notevole spessore morale.
Nei nuclei di culto sono state ritrovate testimonianze di pittura murale e di "tanka" (pittura su seta con cornice di broccato) di ispirazione tibetana. Le tappezzerie trovate nelle tombe a tumulo di Noin Ula presentano temi magici ed emblematici riscontrabili anche nelle placche metalliche nelle quali si trovano simboli di caccia. La stoffa trapuntata e ricamata con scene fantastiche ci riportano all’arte unnica, che si estenderà, anche dopo la fine dell’impero mongolo, nelle regioni dell’Asia nord occidentale.
Musica
Le danze che si possono notare in un tour in Mongolia sono diverse e tutte particolari, molto legate allo spirito ancestrale e mistico di questi luoghi. Ad esempio le danze "tsam", eseguite per esorcizzare gli spiriti maligni, si basano sul nomadismo e sullo sciamanesimo. C'è stato un periodo, sotto il regime comunista, in cui queste credenze religiose sono state bandite, in quanto come ogni dittatura di qualsiasi colore politico, l'obiettivo era quello di annullare usi, costumi e culture già esistenti ricostruendone da capo una nuova. oggi le danze stanno tornando a nuova vita. La musica tradizionale viene suonata con un’ampia gamma di strumenti e di stili vocali. Le principali espressioni musicali sono l’uurtyn duu (canzone lunga), accompagnata dal morin huur (uno strumento a corda di crine di cavallo) e l’hoomy (il canto di gola) con cui vengono imitati i suoni della natura. Un canto questo molto particolare, composto da voci maschili sapientemente impostate in modo da produrre corposi suoni armonici di gola e più note in una stessa emissione. La musica e la danza mongole implicano sempre un certo grado di contorsionismo, un’antica tradizione mongola.
Forniamo qui una selezione di dischi, utili per imparare ad apprezzare la tradizione musicale mongola:
- THE BEST COLLECTION 3-Hurd: Gli Hurd (che significa “veloce”)è il gruppo rock più famoso della Mongolia, si ispirano a Eminem e agli AC/DC ma che compongono brani gradevoli e densi di richiami alla tradizione mongola. I temi più frequentati sono quelli della patria, della famiglia, dei valori antichi degli antenati. Il primo brano di questo cd, “Ich oron”, è stato adottato (e suonato agli altoparlanti fino all’ossesso) nel 2006 durante le manifestazioni nella piazza di Ulaanbaatar contro la corruzione.
- MORE LIVE: Huun-Huur-Tu Splendida testimonianza live di uno dei quartetti più celebri della Repubblica di Tuva. Gli Huun-Huur-Tu si esibiscono in una serie di motivi tradizionali che li vedono impegnati in tutti e tre gli stili principali del loro tipico canto, lo xöömej, il kargyraa e il sygyt.
- Gobi: I migliori interpreti, strumentali e vocali, della musica tradizionale mongola in questo disco che raccoglie celebri melodie di tutto il Paese e in particolare delle regioni occidentali.
- Tengis, songs of the Darkhad people I darkat, o darkhad, sono una popolazione del nord della Mongolia dalla storia particolarmente sofferta che esprimono il loro dolore in alcune struggenti canzoni brevi affidate a un gruppo collaudato.
- Mongolie – Chamanes et Lamas: Due viaggi sciamanici e due messe lamaiste in presa diretta. Il disco è un tipico esempio di musica religiosa mongola Questo cd ci avvicina a un’arte estrema, difficilmente comprensibile a orecchie occidentali , con i canti quasi tribali dei darqad e dei buriati.
- Xoomii music of Mongolia: Brevi canzoni per questo disco del 1996 proposto dallo Jargalant Altai. Si tratta di esempi di tradizionale canto di gola, l’hoomi o xoomi come recita il titolo del cd. La tecnica utilizzata per questo canto è molto difficile e coinvolge la gola, il palato e lo stomaco. Si tratta di una delle forme d’arte più peculiari e affascinanti del popolo mongolo.
- Stepmother city: Nella regione di Tuva, al nord della Mongolia, si concentrano alcune delle tendenze musicali più interessanti del panorama etnico mondiale. Una delle esponenti più autorevoli è Sainkho Namchylak, figlia di nomadi, legata saldamente ai riti dello sciamanesimo. Utilizza la voce come strumento musicale, ora melodioso ora ossessivo, sempre stupefacente. Nel 2003 è uscito un nuovo disco di Sainkho, ormai entrata nel business discografico occidentale.
- Mongolie-Mongolia: 17 brani tradizionali mongoli, affidati all’Ensemble Mandukhai: un’ora di canzoni, pezzi strumentali e danze
CIBI E BEVANDE MONGOLI, I "MUST"
Uno dei modi migliori per scoprire un paese sia il cibo! La carne e il latte sono da sempre la base dell'alimentazione dei mongoli. Gli animalisti possono consolarsi considerando che in Mongolia gli animali sono rispettati, se non addirittura venerati. In Mongolia gli alimenti vengono definiti "grigi" (carni) o "bianchi" (latte e derivati). Gli alimenti grigi, soprattutto montone e pecora (la carne è piuttosto grassa e saporita e costa poco ai mercati mongoli), vengono quasi sempre bolliti e lasciati galleggiare a pezzetti nel brodo. Vengono accompagnati dai buuz, grossi ravioli di carne e cipolla cotti al vapore o dai khushuur, la versione fritta dei buuz. Al mattino e di pomeriggio il tè al latte viene servito con i boortsog, biscotti fritti in olio, e carne lessa.
- Art: sostenere artigiani locali è un buon modo per restituire all'economia locale. Nei mercati e in molte gallerie si possono trovare dipinti vivaci di artisti mongoli.
- Cashmere: il Cashmere della Mongolia è tra i più belli del mondo, perché non acquistare una sciarpa, un maglione prima di tornare a casa?
- Feltro: i prodotti in feltro sono facilmente reperibili nella maggior parte dei negozi e mercati della Mongolia. Le pantofole sono in particolar modo apprezzate, morbide e calde sono sicuramente un dono perfetto per amici e parenti.
HIGHLIGHTS MONGOLIA
Non vorreste mica tornare a casa senza un souvenir della Mongolia? Anche se il paese non offre una grande varietà di produzioni locali, ecco una breve lista di cosa poter comprare:
- Art: sostenere artigiani locali è un buon modo per restituire all'economia locale. Nei mercati e in molte gallerie si possono trovare dipinti vivaci di artisti mongoli.
- Cashmere: il Cashmere della Mongolia è tra i più belli del mondo, perché non acquistare una sciarpa, un maglione prima di tornare a casa?
- Feltro: i prodotti in feltro sono facilmente reperibili nella maggior parte dei negozi e mercati della Mongolia. Le pantofole sono in particolar modo apprezzate, morbide e calde sono sicuramente un dono perfetto per amici e parenti.
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