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Oltre Venezia: le esperienze più suggestive da fare in laguna
Laguna di Venezia. Viaggio tra le isole poco note al turismo di massa, dove i tramonti sono unici e calli e campielli ricordano una Venezia di paese, più raccolta e alla mano. Partecipate a questo tour, per scoprire le esperienze da insider, su un peschereccio o a “casa di Hugo Pratt”. Un territorio tutto da assaporare, anche fuori stagione.
Casette colorate -ma meno scenografiche di quelle buranesi – qualche osteria in cui mangiare del buon pesce, alberghetti che si affacciano sulla laguna, e tramonti incantevoli, sono gli elementi di una giornata trascorsa qui. Scorci pittoreschi, reti da pesca, e pescherecci attraccati. Un’atmosfera autentica, lontana dallo sfarzo del Canal Grande, che da qui dista solo mezz’ora. Imperdibile e suggestiva, la passeggiata lungo i murazzi, la barriera lunga 14 km, che si estende dal Lido fino a Sottomarina di Chioggia, e che ha permesso a Pellestrina di resistere alla furia del mare. Si diceva che i veneziani vengono a Pellestrina soprattutto per mangiare. In estate, imperdibile è la sagra. Tra i ristoranti più amati ci sono Da Celeste, noto per le sue specialità a base di pesce e per la terrazza affacciata sulla laguna, Da Memo, Da Nane e Stravedo – che ha anche delle camere dove fermarsi a dormire. Non ci sono molte altre soluzioni sull’isola, se non qualche affittacamere, ma è un’esperienza speciale dormire e risvegliarsi sull’isola essendo un luogo che sorprende con la sua semplicità e autenticità. Pellestrina è un rifugio lontano da tutto e diversa da qualsiasi altra isola veneziana. Vi entrerà sottopelle.Molti conoscono la Laguna Nord di Venezia – per intenderci quella dove sorgono le Isole di Torcello, Burano, Murano – ma pochi hanno visitato la Laguna Sud che, per sua natura, si presta a percorsi lenti, in armonia con la natura, alla scoperta delle valli e delle barene dove svernano molte specie di avifauna e dove la sapienza e le passioni dell’uomo, caccia e pesca, esistono ancora, sia pur regolamentate.
L’isola di Pellestrina, piccolo gioiello nella laguna di Venezia
L’isola di Pellestrina è un piccolo gioiello, una sottile striscia di terra tra mare e laguna di Venezia, meta preziosa per gli amanti della tranquillità, del cicloturismo, del birdwatching, dei pellegrinaggi e non da ultimi, dagli appassionato del buon cibo.
L’isola di Pellestrina è molto apprezzata soprattutto da chi desidera scoprire i luoghi meno turistici e più caratteristici della laguna veneziana. E’ la meta ideale per chi cerca luoghi autentici e tanta pace.
L’isola di Pellestrina è sicuramente unica nel suo genere, tra le più affascinanti isole della laguna di Venezia con le sue case vivacemente colorate, i piccoli campielli, i vicoli stretti, le barca dei pescatori, i tramonti mozzafiato. A Pellestrina il tempo sembra essersi fermato.Immaginati una strettissima lingua di terra, lunga otto miglia fra Malamocco e Chioggia, […].
[…] una vera isola fra mare e laguna difesa dalla parte del primo dai famosi Murazzi – a metà fra questa lingua sorge Pellestrina, a 15 miglia da Venezia, paese di pescatori e di marinai lungo due miglia e largo 30 passi che contiene nelle sue case ammucchiate un 8mila anime. In questo cantuccio del mondo io e Cologna abbiamo scelto il terreo pel nostro duello ad ultimo sangue con la Procedura.
Lettera ad Andrea Cassa, estate 1854, in “Nievo e Venezia”, Ippolito Nievo
Pellestrina, la consapevolezza della sua unicità
La bellissima isola di Pellestrina è una sottile striscia di terra lunga circa 12 chilometri e larga nel suo punto massimo 1,2 chilometri, ma solo 23 metri nel punto più stretto, separa da nord a sud dalla laguna di Venezia dal mare Adriatico.L’isola conta oggi circa 4mila abitanti, ha due strade che corrono parallele ed è divisa in tre borghi: Santa Maria del Mare, San Piero in Volta, Pellestrina. Quest’isola era abitata fin dai tempi delle invasioni dei barbari e il suo nome è legato a quello della Fossa Phillistinae, antico canale scavato in epoca romana (o forse etrusca) per collegare le varie isole della laguna.Molte sono però le versioni sull’origine del nome. Un’altra fa derivare il nome da “pelle strana”, ovvero quella dal colore innaturale dei pescatori, bruciati dal sole. Nel primo Medioevo fu colonizzata dai profughi padovani in fuga da Monselice, poi abbandonata per diversi anni e ricolonizzata nel XIV secolo ad opera del doge Contarini. Tra il XV e il XVIII secolo si formò il borgo e venne poi realizzata la diga per la protezione dalle acque alte, i caratteristici Murazzi, che ancor oggi aiutano nella lotta contro le mareggiate e le inondazioni. Pellestrina, in realtà, è stata inondata solo 2 volte: nel 1966 e nel 2019 a causa della combinazione di forti mareggiate con fenomeni importanti di acqua alta. Da sempre Pellestrina vive di pesca ma ora si punta anche al turismo slow ed esperienziale che sta portando molto turismo, molti visitatori interessati, curiosi e che sanno amare questa terra. La rinascita di Pellestrina è legata proprio alla consapevolezza della propria unicità. I veneziani a Pellestrina vengono soprattutto per mangiare. Qua il pesce è freschissimo e si possono assaggiare le tipiche cozze mitilla, il tesoro gastronomico di Pellestrina, un simbolo della cucina locale. Allevate nelle acque salmastre della laguna, queste cozze sono hanno un sapore intenso e una consistenza carnosa. La raccolta delle mitille è una pratica secolare, tramandata di generazione in generazione dai pescatori dell’isola, che conoscono alla perfezione i tempi e le tecniche per garantire un prodotto di altissima qualità. Mangiarle sull’isola, magari al tavolo di un ristorante affacciato sulla laguna, ha un gusto in più. La Serenissima Repubblica di Venezia, oltre che salvaguardare le coste dalle furie del mare, ha sempre pensato anche a delle difese marittime, provvedendo a costruire dei forti ed a interrare piccole parti di laguna costruendo dei “bastioni” come seconde difese contro l’eventuale entrata di navi nemiche all’interno dei suoi porti.Sono posizionati in prossimità dei canali d’entrata alla laguna in modo da poter colpire le navi nemiche nel tentativo di entrata, ma erano anche collocati in fondali di pochi centimetri d’acqua; ciò impediva al nemico di raggiungerli.Venivano chiamati dal popolo “cani da guardia” perché erano posizionati davanti ai porti e che erano considerati le porte d’entrata all’isola.Forte Ca’Roman – Forte Barbarigo-Forte di S. Stefano-Forte di S. Pietro in Volta-Forte di S. Pietro
Tra il litorale del Lido e Pellestrina si trova il porto di Malamocco, mentre è divisa da Chioggia (a cui è molto legata storicamente e culturalmente) dal porto di Chioggia. I Murazzi sono una diga in pietra d’Istria bianca, costruita dalla Repubblica di Venezia per arginare il mare. Sono divisi in tre sezioni: quella del Lido (circa 5 chilometri tra Ca’ Bianca ed Alberoni), quella di Pellestrina ( 10 chilometri tra Santa Maria del Mare e Ca’ Roman) e la sezione di Sottomarina (1255 metri tra il Forte San Felice e Sottomarina, fagocitati dalla vegetazione e dalla cementificazione e ora privi di funzioni difensive). La parte più bella e spettacolare è quella tra il cimitero di Pellestrina e Ca’ Roman: vi si può camminare sopra con la laguna da un lato e il mare dall’altro lato, separati solo da questa diga. L’ideazione e la realizzazione dei murazzi durarono per quasi tutto il XVIII secolo. Essi vennero danneggiati dalle mareggiate nel 1825 e soprattutto il 4 novembre 1966, quando il loro cedimento fu una delle cause dell’eccezionale acqua alta che sommerse Venezia. Recentemente la struttura difensiva orizzontale dei murazzi settecenteschi è stata rinforzata dal lato mare da una serie di pennelli perpendicolari alla diga, formati da massi, il cui scopo è frangere il moto ondoso e favorire la formazione di bassifondi e di arenile. Infine, ultima ma non meno importante, nell’estremità meridionale dell’isola si trova la Riserva Naturale di Ca’Roman, gestita dalla Lipu, dove per appassionati della natura e di birdwatching, si può camminare nel bosco e poter ammirare la vastità di numerose specie di uccelli insediati nell’oasi, fino ad arrivare alla selvaggia spiaggia.5 cose da fare a Pellestrina almeno una volta nella vita…
ASPETTARE IL TRAMONTO: è certamente uno degli spettacoli naturali più suggestivi da vivere all’interno dell’isola; E’ meraviglioso infatti soffermarsi ad ammirare questo momento della giornata, seduti in riva alla laguna, mentre il sole si specchia e riempie di luminosi riverberi colorati il circostante fino a quando non scompare all’orizzonte, tuffandosi proprio lì, al cospetto dei Colli Euganei. Tutto si fa silenzioso in quegli istanti e la magia aumenta di secondo in secondo. PERCORRERE I MURAZZI A PIEDI DA CA’ ROMAN FINO A SANTA MARIA DEL MARE: è vero, sono almeno 11 km, ma la scorpacciata di aria sana e paesaggio saranno garantite. Nessuno vi obbliga a percorrerlo tutto da un capo all’altro, ma fidatevi, fare a piedi sopra il murazzo almeno il tratto da Cà Roman fino al Cimitero di Pellestrina vi farà emozionare tantissimo e giuro, non lo dimenticherete mai. Non dimenticate inoltre che in qualche tratto del percorso dai murazzi riuscirete a vedere il mare arrivare quasi a lambire la laguna. FERMARSI A CHIACCHIERARE CON I PESCATORI: l’ecosistema locale è famoso per i prodotti ittici e derivati, non dovrete sforzarvi molto per trovare in isola persone disposte a raccontarsi un pò, ma se siete timidi potrete fare un giro nei bar o presso le imbarcazioni, comunque capiterà sicuramente anche senza andare a cercare di trarre degli aneddoti difficili da dimenticare. ASCOLTARE IL SUONO DEL SILENZIO: uno dei tratti distintivi di questo luogo è proprio il suono inconfondibile del silenzio; qui infatti non c’è frastuono di motori, rumore di fondo o smog come in città. Qui siamo al cospetto di uno dei più fulgidi esempi di contemplazione ed integrazione della vita quotidiana con la natura circostante ed il suo ecosistema. ASSAGGIARE IL CIBO TIPICO E PORTARSI A CASA DEI BUSSOLAI: è vero, ci sono molti ristoranti, è vero ci sono bar e gelaterie, ma non me ne vogliano, i bussolai sono la più grande tentazione tra i prodotti tipici isolani. Impossibile non assaggiarli, impossibile resistervi! La stessa cosa vale comunque anche per la cucina locale, semplice e squisita!Tradizioni locali dell’isola di Pellestrina
- orticoltura-pesca-lavorazione del merletto a fuselli chiamato “Tombolo“.
L’isola “segreta” delle Vignole: dove il turismo non arriva
L’isola è aperta alla visita dei turisti: occasione per una cultura storico-religiosa, ma anche per gustare la pace e la tranquillità che il luogo offre. Vivi la magia della laguna Sud di Venezia, tra natura e tradizione.Olanda? No, la laguna sud di Venezia
Tra salicornia e ibis sacri nella pace della laguna
Un’uscita a bordo del vaporetto Cornio con gli esperti di birdwatching di Laguna Sud, è regalarsi una pace edificante al ritmo della natura, ritrovare la bellezza silenziosa e sopita delle cose semplici, seguendo il volo di un gabbiano che sfrutta le correnti ascensionali per un fermo immagine in cielo. Ritagliarsi anche solo un pomeriggio di navigazione, è vivere un’esperienza contemplativa e al contempo riconciliarsi con il creato. Perché questo sì che è un autentico angolo di paradiso, dove in tarda estate la salicornia in fiore incendia di rosso carminio la superficie dell’acqua e d’inverno il limonium (lavanda di palude) stende il suo tappeto di petali viola sul mare. Uno specchio d’acqua e uno spicchio di terra veneziana straordinariamente somigliante ai polder olandesi, dove sono arrivati a stabilirsi persino gli ibis sacri, arrivati dall’Egitto. A riprova che il surriscaldamento climatico in corso ha trasformato la laguna Sud di Venezia anche in un angolo di Nordafrica.Vivi la Natura
Chioggia
Le isole lagunari erano riunite in confederazione di dodici comunità,tra le quali la XII Clodia Maior (Chioggia) e la XI Clodia Minor (Sottomarina).
Le altre isole erano: I Grado, II Bibione, III Caprule (Caorle), IV Eracliana (Eraclea), V Equilio (Jesolo), VI Torcello, VII Moriana (Murano), VIII Rivo-Alto e Olivolo (Rialto e Castello, sestieri di Venezia), IX Malamocco, X Pupilia (Poveglia).
1 Giorno -Roma Padova-Isola Pellestrina
Ritrovo dei partecipanti a Roma Termini in tempo utile e partenza con treno Frecciarossa diretto a Padova,arrivo e trasferimento in bus privato al molo di Chioggia,per imbarco motonave diretta a Pellestrina.
Un tempo si poteva dire che si trattava di un gioiello poco conosciuto, oggi (purtroppo?) – soprattutto d’estate – ci sono giorni in cui l’isola di Pellestrina straborda di persone. Nonostante questo è ancora una delle isole della laguna veneziana più affascinanti. Lunga circa 11 chilometri e larga solo poche centinaia di metri, Pellestrina è una sottile lingua di terra che si affaccia da un lato sulla laguna e dell’altro sul mare Adriatico. Un periodo migliore per visitarla non c’è: se la vostra priorità non è il mare – l’acqua qui è molto pulita – allora forse dovreste venire in autunno o inverno, quando di turisti non ce ne sono.
Una storia che racconta il mare La storia di Pellestrina è la storia della millenaria lotta tra uomo e natura. Il lato che affaccia sul Mare Adriatico è caratterizzato dai murazzi. I murazzi, possenti dighe in pietra d’Istria costruite nel XVIII secolo per proteggere l’isola e la laguna dalle maree, sono considerati l’ultima costruzione della Repubblica di Venezia prima della sua caduta e sono stati concepiti per arginare l’azione del mare, avendo sostituito altri sistemi difensivi precedenti che non erano sufficienti. Prima esistevano delle palafitte rinforzate con sassi e sabbia e poi le cosiddette “palàe”, file di pali di legno. Questo intervento, tuttora visibile, rappresenta un esempio straordinario di ingegneria idraulica e una testimonianza dell’importanza che la Serenissima attribuiva alla salvaguardia del suo fragile ecosistema. Ancora oggi Pellestrina conserva intatte le sue tradizioni marinare: il lavoro dei pescatori, la costruzione delle barche e la cura delle reti sono scene quotidiane che raccontano la profonda simbiosi tra gli abitanti e il mare.Tra il litorale del Lido e Pellestrina si trova il porto di Malamocco, mentre è divisa da Chioggia (a cui è molto legata storicamente e culturalmente) dal porto di Chioggia. Lungo tutta l’isola si può vedere il Murazzo, cioè un rinforzo per il centro abitato dalle maree che spingono il mare verso l’interno della laguna.Gli abitanti vengono chiamati Pellestrinotti. La località di Pellestrina è suddivisa in sestieri: Busetti, Vianelli, Zennari e Scarpa, che richiamano le quattro famiglie chioggiotte che si furono insediate nell’isola dopo la Guerra di Chioggia dove i centri abitati vennero distrutti. Ai giorni d’oggi, questi quattro cognomi sono i più diffusi. Sistemazione dei bagagli in hotel,pranzo libero. Iniziamo subito con la visita guidata del piccolo Museo di Pellestrina. Il Piccolo Museo della Laguna sud è un’esposizione che parla attraverso le immagini, i testi, i colori, le luci, iniziando il racconto dell’isola e della sua forma modellata nei secoli dalla natura e dall’uomo.Oltre che mostra permanente è centro di documentazione, importante e originale strumento culturale polivalente che si propone alla popolazione dell’isola e ai suoi numerosi visitatori che giungono da fuori.Materiali preziosi per la memoria dell’isola di Pellestrina e di Venezia e della sua laguna hanno trovato una casa sicura. È stato l’inizio di un percorso. Da allora l’Associazione Abitanti in Isola gestisce il museo, rendendolo fruibile a un vasto e qualificato pubblico, tanto da diventare meta fissa di visite guidate da parte di università italiane e straniere. Già ora il Piccolo Museo costituisce un punto di forza per un progetto di nuovo modello di sviluppo per l’isola, che si pone al centro di un turismo lento e rispettoso dell’ambiente, in armonia con le caratteristiche dell’isola. L’isola di Pellestrina è bella da vedere nella sua semplicità, passeggiando per le piccole vie, tra le casette colorare e imbarcazioni dei pescatori con le caratteristiche reti da pesca. L’isola di Pellestrina è possibile percorrerla in tutta la sua lunghezza in bicicletta grazie ai percorsi cicloturistici: direi la soluzione miglior per chi vuole visitarla.Passeggiare sui Murazzi, tra mare e laguna
Pellestrina ha dovuto sempre combattere contro la furia del mare, fino al al 24 aprile 1744 quando si diede inizio ai lavori su progetto del cosmografo ed ingegnere Vincenzo Maria Coronelli, Fu costruita una vera e propria diga, un muraglione con grossi massi in Pietra d’Istria, cementati con pozzolana, sopra strati di ciottoli ben compatti e grosse palafitte, che permise agli abitanti dell’isola di poter vivere più tranquilli e godersi il loro mare e la loro laguna. Fu l’ultima grande opera della Repubblica Serenissima di Venezia.
Visitare la riserva naturale di Ca’ Roman, tra uccelli e spiagge selvagge
Ca’ Roman è un lembo di terra dell’isola di Pellestrina che parte dalle bocche di porto di Chioggia, ovvero la parte sud dell’isola, e si collega a Pellestrina con la diga artificiale dei Murazzi. Ca’ Roman è un gioiello naturalistico, uno dei pochissimi ambienti dunali dell’Alto Adriatico rimasti quasi inalterato nel tempo, una vera spiaggia naturale.La Riserva naturale di Ca’ Roman è un ecosistema unico e di eccezionale interesse naturalistico, un luogo di particolare attrazione per gli appassionati di birdwatching.Questo perché si trova su una delle più importanti rotte migratorie d’Italia e moltissime specie d’uccelli (si parla di 190 censite complessivamente sino al 2012) la utilizzano in autunno e primavera per riposarsi e nutrirsi prima di riprendere il viaggio.Si possono trovare uccelli marini come gabbiani corallini, gabbiani reali, sterne, beccacce, piovanelli, ma anche i cormorani cinerini, le garzette, gli svassi, il marangone dal ciuffo e i rapaci come il gheppio, l’assiolo, il falco della palude, lo sparviero.La LIPU, associazione per la conservazione della natura, la tutela della biodiversità, la promozione della cultura ecologica in Italia, si occupa della gestione naturalistica dell’Oasi di protezione e riserva naturale di Ca’Roman. Contattandoli si può chiedere una visita guidata alla Riserva.La visita a Ca’ Roman si effettua solo a piedi, attraverso sentieri attrezzati con pannelli didattici ed informativi. La sua spiaggia è considerata tra le più belle e selvagge del Veneto. Rientro in hotel,sistemazione nelle camere e cena degustazione. Speriamo poter ammirare uno dei famosi tramonti di Pellestrina.
2 Giorno Isole Sant Erasmo-San Francesco del Deserto
Dopo la prima colazione in hotel,partenza in battello per esplorare la laguna con le isole di Sant Erasmo-Vignole e San Francesco del Deserto. L’isola di Sant’Erasmo, una delle tante che formano Venezia e la seconda per estensione. Si trova al centro del triangolo turistico Murano, Burano, Punta Sabbioni ed è perciò una meta che consigliamo di visitare, soprattutto in estate, a chi viene a Venezia.




Una storia che inizia nel 1220
Frate Francesco d’Assisi nella primavera del 1220 ritorna dall’oriente. Si era recato presso i “Saraceni”, a Damietta, là dove i Crociati tentavano con le armi di vincere le resistenze nemiche e conquistare la Terra Santa. aveva incontrato pacificamente – nel dialogo – il Sultano d’Egitto Malek-el-Kamel, suscitando sentimenti di amicizia e di ammirazione. Tornato con una nave veneziana, probabilmente giunge a torcello, centro storico di rilievo e sede del Vescovo. In Italia Francesco dovrà affrontare gravi problemi creati dalle numerosissime persone che desiderano seguirlo sulla strada del Vangelo, ma prendendo orientamenti diversi; pertanto egli cerca un luogo tranquillo dove fermarsi nel silenzio a pregare e riflettere. Arrivato su una piccola isola che è proprietà del nobile veneziano Jacopo Michiel, è accolto dal canto di una moltitudine di uccelli; lo racconta il suo biografo san Bonaventura da Bagnoregio. Si deduce che l’isola fosse quella che ora si chiama “San Francesco del Deserto” dal fatto che nel 1233 (appena 5 anni dopo la canonizzazione di frate Francesco d’Assisi), Jacopo Michiel – di famiglia dogale – dona l’isola ai frati minori, affermando che su di essa è già stata edificata una chiesetta dedicata a san Francesco.
Continua la navigazione per il Lido e Malamocco.
Visita la famoso Lido di Venezia.




Ritorno a Pellestrina in hotel cena a base di pesce e pernottamento.
3 giorno Laguna Sud
Prima colazione in hotel e ci spostiamo al molo dove un battello tipico della navigazione della laguna ,verra’ a prendervi per condurvi in quella che sara’ un giornata memorabile.
Laguna di Venezia: uno storico vaporetto del 1956, di quelli verdolini dell’Actv con le panchine in fòrmica beige e il pavimento in legno di teak, è stato accuratamente restaurato e appositamente dedicato alle escursioni guidate nella laguna Sud di Venezia.
Sul tetto dell’imbarcazione sono state fissate delle sedie con la messa in sicurezza di tutto il perimetro di sporgenza mediante rialzi in ferro e sono stati installati degli altoparlanti per la spiegazioni dell’accompagnatore.La laguna meno nota
Proprio qui, tra barene e velme (le terre affioranti sommerse dall’alta marea), la bocca di porto di Malamocco poco distante, il polo industriale di Marghera all’orizzonte e la romantica Venezia alle spalle, si fa conoscenza con la porzione di laguna meno nota ai turisti – e in verità anche ai locali – e che a pari merito di Murano, Burano e Pellestrina svela un incanto magico e inedito e rappresenta soprattutto un interessante itinerario faunistico. Il tour in laguna Sud comincia passando al cospetto di ruderi di casoni abbandonati dove, sparsi qua e là, in punti strategici, si intravvedono gli appostamenti imboscati: le coveglie, i palchetti e le botti amate da Ernest Hemingway che frequentava spesso questa parte di Adriatico.

Valle Zappa, stile fiammingo in laguna
Appena fuori dal canale salmastro del Cornio, il fascino fiammingo di Valle Zappa appare come d’improvviso dal nulla a dominare la piatta scena lagunare con la sua originalissima tridimensionalità. È un mix curioso tra il colorato stile olandese e la sinuosità di Parc Guell, censito nei mappali di terra e indicato nelle carte nautiche come casone di caccia. A progettare questa pittoresca ed eclettica meraviglia dall’aspetto nordico-goticizzante, fu nel 1923 l’architetto veneziano Duilio Torres, che si racconta disegnasse ponti e casoni sui sogni.La magione fatata scelta dalle rondini
Effettivamente l’aria onirica la possiede tutta il complesso di Valle Zappa, che comprende anche una torretta di osservazione con scala a chiocciola dalle sembianze di un faro, oltre a un giardino traboccante di oleandri e rose, ed è tuttora perfettamente mantenuto in quanto di proprietà privata della famiglia Roncato, l’industria padovana di valigeria. In una dependance, oltre all’orangerie, un’intera sala è stata dedicata all’andirivieni delle moltissime rondini: è una stanza che mantiene le grate costantemente aperte per consentire ai volatili l’ingresso indisturbato ai nidi sulle travi, ed è coperta da teloni di nylon per preservare gli arredi e le pareti dal guano.

La Laguna nel Cuore
Riserva di bellezza accanto all’oasi del WWF
La motonave prosegue il suo giro per fare rientro in terraferma, scivolando lenta tra i cordoni litoranei fiancheggiati da canneti, dove si alzano in volo uccelli migratori e stanziali. Il Parco d’Acqua della Laguna Veneta Sud di Venezia è stato istituito nel 1988. È una riserva di una bellezza incredibile, assolutamente da vedere: un pezzo di mare basso (meno di 3 metri di profondità) incastrato tra lunghissimi lidi di sabbia, dove le correnti cambiano continuamente direzione. Qui è facile incontrare alzavole e cormorani, folaghe e germani reali, trampolieri e aironi cinerini, talvolta anche i fenicotteri rosa più presenti a Lio Piccolo.

4 giorno Pellestrina-Chioggia-Padova-Roma
Dopo la prima magnifica colazione in hotel,avremo ancora qualche ora per gustare,assaporare in autonomia,questo angolo di Paradiso e le sue atmosfere. Tarda mattina ,trasferimento al molo e imbarco sulla barca che ci condurra’ a Chioggia. Durante la traversata,non potremo che pensare a questi giorni,spensierati e ricchi di poesia..e perchè no..anche di ottimo cibo. Visita in barca di Chioggia e a seguire ,dopo il pranzo libero,via terra, dall’origine antica, è costruita infatti su isole unite da ponti ed è caratterizzata dalla curiosa struttura a spina di pesce. Da ammirare oltre alla CATTEDRALE, PALAZZO POLI che per qualche anno fu la CASA DI CARLO GOLDONI padre della commedia italiana. Poi PALAZZO GRASSI, ora sede universitaria, per arrivare nell’affascinante PIAZZETTA VIGO dove dall’alto di una colonna domina l’antistante bacino lagunare UN LEONE MARCIANO, emblema della Serenissima Repubblica, meglio noto come “EL GATO” per le ridotte dimensioni. La zona del centro si presenta particolarmente piacevole grazie al rifacimento delle tre piazze principali: Piazza Europa, Piazza Italia e Piazza Todaro; inoltre i numerosi negozi e boutique consentono di poter effettuare acquisiti di ogni genere, potendo disporre dei migliori marchi e delle ultime tendenze. Sottomarina, anch’essa molto caratteristica: infatti se ci si ferma sopra il ponte, appena passata l’Isola dell’Unione si noteranno abitazioni tipiche lagunari, con i colori che le contraddistinguono.Vedrete tipi di Pescherecci e piccole imbarcazioni, con la strada che continua per la Laguna del Lusenzo.



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Maggiori informazioni su questo tour
Laguna di Venezia: l'incanto delle valli da pesca
In equilibrio tra la terra emersa e l’acqua, nella Laguna di Venezia c’è un ambiente unico nel suo genere, in cui il fascino di una lussureggiante biodiversità fa il paio con un bagaglio inestimabile di antichi saperi: le valli da pesca.
Fazzoletti di terra più o meno grandi delimitati da arginature, presentano un aspetto selvaggio sebbene forgiato dalla presenza dell’uomo, che proprio nel rispetto e nel mantenimento delle caratteristiche naturali originarie vi pratica la caccia e la pesca.
La prima, più per diletto. L’altra, secondo competenze e consuetudini tipiche dell’allevamento estensivo del pesce, che qui prende il nome di vallicoltura.
Attività dalle radici vecchie di secoli, affidate alle mani esperte del capovalle, che opera per conto dei proprietari di un tale patrimonio così delicato e fragile, così affascinante.
Una tela complessa, in cui le fila dello zigzagare tra i fondali di orate, branzini e cefali si intreccia alle traiettorie descritte nel cielo dai fenicotteri o dai coloratissimi gruccioni.
«Quello delle valli da pesca – racconta il veneziano Davide Prevedello, appassionato conoscitore delle valli da pesca, consulente finanziario impegnato nel tempo libero a tramandare i segreti della Laguna – è un mondo che ci riporta indietro nella storia a recuperare la vita rurale nella Laguna di Venezia».
Un passato remoto, abitato da popolazioni locali alle quali non era di certo sfuggito il comportamento dei pesci al cambiare delle stagioni e che, a furia di ingegnarsi, negli anni hanno trovato un modo per farli crescere nei bacini e nei canali delle valli, per pescarli una volta raggiunta la giusta taglia e poi venderli al mercato.
Nati nel mare, i pesci più piccoli salivano spontaneamente verso la laguna su richiamo delle sue acque più calde per via della scarsa profondità (la cosiddetta montata del pesce, oggi invece il novellame viene perlopiù preso da pescatori esperti che poi approvvigionano le valli da pesca) e tornavano al mare all’arrivo delle temperature più rigide (è tra l’autunno e l’inverno che avviene la raccolta del pesce definita in gergo fraìma, intercettato mentre attraversa il lavoriero, un imbuto terminante in un canale di pesca chiamato colauro in cui sono presenti delle griglie.
«È compito del capovalle – precisa Prevedello – decidere e organizzare le uscite per la pesca e la caccia, i giorni di tratta. Giornate imperniate attorno a tradizioni secolari, a riti di una cultura orale tramandata da una famiglia nobiliare all’altra, da un imprenditore veneto all’altro. Un tempo ad esempio per la valle ci si muoveva in sandolo vogando alla valesana e la sera prima della battuta di caccia ci si ritrovava tutti davanti al fuoco del camino del casone, antico manufatto presente nelle valli da pesca».
Sono 33 le valli da pesca della Laguna di Venezia.
Di varia grandezza, sono concentrate principalmente a nord e a sud.
Tra queste, Valle Cavallino, anticamente appartenuta a una famiglia di armatori e ora portata avanti da una cordata di soci di cui fa parte Paola Fantin, che nel definire il fascino delle valli non usa mezze misure: «La valle da pesca esercita lo stesso fascino dell’Africa: una volta che ti colpisce, non ti molla più», dice.
Di cosa fosse il richiamo di una valle, del resto, lo sapeva bene uno dei suoi più illustri frequentatori: lo scrittore americano Ernest Hemingway.
«Per chi ama la natura, è impossibile resistere alla magia dei tramonti che rendono la valle affascinante in ogni periodo dell’anno, al canto notturno degli usignoli, alla meraviglia dei voli di migliaia di anatre – spiega ancora Fantin -.Il nostro impegno quotidiano è finalizzato al mantenimento del particolare stato di questo patrimonio unico nel suo genere e alla salvaguardia della meraviglia di biodiversità che lo contraddistingue, oltre che alla sopravvivenza della scienza e dei mestieri che vi gravitano intorno».
L’ESPERTO
Branzini, orate, cefali. «I prodotti che arrivano nei nostri piatti direttamente dalle valli da pesca – garantisce il veneziano Andrea Chinellato, biologo marino che insieme a quattro amici ha messo in piedi “Itticosostenibile”, una realtà finalizzata alla vendita e alla valorizzazione delle produzioni ittiche locali – sono di pregio dal punto di vista organolettico e nutrizionale. Si tratta di pesci che si sono nutriti attingendo alla catena alimentare presente nella valle, niente mangimi né trattamenti sanitari, cresciuti in ambienti controllati e nel rispetto dei tempi naturali. Il nostro motto è portare la tradizione in tavola, rispettando il più possibile l’ambiente: perché mangiare, in fondo, è un altro modo per conoscere la storia della Laguna».
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