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Cosa è incluso
- Acqua in bottiglia illimitata
- Aereo internazionale, se non espressamente pagato
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LA TRADIZIONE DEI TAPPETI ARTISTICI DI CAMAIORE È UNICA IN ITALIA
Stiamo parlando di tappeti di Segatura ovvero meravigliosi strati di segatura colorata che danno vita a sontuosi e pregiati tappeti colorati e differenti per forme e raffigurazioni. Si tratta di uno spettacolo unico in Italia. Ogni anno tantissime persone corrono ad ammirare perché è davvero meraviglioso. La notte precedente alla festa religiosa del Corpus Domini, a Camaiore, gli abitanti del posto scendono in strada e tessono tappeti di segatura. Questi hanno vita davvero breve. Vengono, infatti, cancellati poi dalla processione religiosa che attraversa il centro storico il giorno seguente.UN ARTE CHE SI DISSOLVE IN UNA NOTTE MA CHE DURA SECOLI
Ma si andranno a visitare pure gli scavi archelogici di Luni cui conservano secoli di storia romana. Concludendo in poche parole questo è un itinerario che nonostante comprenda località tristemente note sono comunque ricche di storia da raccontare per non dimenticare ciò che è successo negli anni passati, ed anche un fiore all’occhiello giustamente per i visitatori. Immaginate una falce di luna montuosa che divide la costa tirrenica della Toscana, dalla sua anima più aspra e alpina: la Garfagnana. Uno spicchio di rocce accigliate che si vedono ad occhio nudo, dal mare della Versilia. Stiamo parlando del Parco delle Alpi Apuane, una delle aree montane più importanti della regione. Ospita paesaggi e ambienti naturali di insolita bellezza. La Garfagnana è situata nel nord della Toscana, al confine fra la Lunigiana ed i territori di Matilde di Canossa in Emilia: è una Toscana diversa, selvaggia e autentica. La Garfagnana è una verdissima valle incantata ricca di perle meravigliose da visitare.La Garfagnana, racchiusa tra Alpi Apuane ed Appenini, seppur vicina a città importanti come Lucca, Pisa, Firenze e alla Versilia, è rimasta nel tempo autentica. La Versilia è quella parte della Toscana nord-occidentale che fa capo alla provincia di Lucca e si estende tra le Alpi Apuane e la costa bagnata dal Mare Tirreno. Oggi la Versilia moderna, comprende sette comuni toscani: Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Viareggio. Un tempo invece la situazione era diversa. La cosiddetta “Versilia storica” o “Versilia medicea” comprendeva le comunità di Forte dei Marmi, Pietrasanta, Seravezza e Stazzema. Si trattava di un vero e proprio territorio riconosciuto nel 1513 da Papa Leone X, come possedimento della famiglia fiorentina dei Medici. Ci piace pensare alla Versilia non solo come ad una terra benedetta da un clima mite e dalla sabbia fine, ma come un mondo a parte, fatto di cultura, mare e montagna in grado di suscitare forti emozioni in chiunque passi di qui, anche solo per un giorno. Un mondo affascinante ruota intorno alle Alpi Apuane. Un universo composto di panorami straordinari, sentieri e passeggiate nel verde. Non è stato facile selezionare alcune delle attrattive da vedere. Contiamo che gli itinerari scelti possano farvi davvero apprezzare il paesaggio e regalarvi un’esperienza unica da vivere. Allacciate le cinture, si parte.BARGA: LO SAPEVI CHE C’È UN’OPERA UNICA IN TOSCANA?
Per non dimenticare
Gli orrori di una guerra, di tutte le guerre
A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia. La furia omicida dei nazi-fascisti si abbattè, improvvisa e implacabile, su tutto e su tutti. Nel giro di poche ore, nei borghi del piccolo paese, alla Vaccareccia, alle Case, al Moco, al Pero, ai Coletti, centinaia e centinaia di corpi rimasero a terra, senza vita, trucidati, bruciati, straziati. Quel mattino di agosto a Sant’Anna uccisero i nonni, le madri, uccisero i figli e i nipoti. Uccisero i paesani ed uccisero gli sfollati, i tanti saliti, quassù, in cerca di un rifugio dalla guerra. Uccisero Anna, l’ultima nata nel paese di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle, uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente, uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma. 560 ne uccisero, senza pietà in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe. E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie. A Sant’Anna, quel giorno, uccisero l’umanità intera. La strage di Sant’Anna di Stazzema desta ancora oggi un senso di sgomento e di profonda desolazione civile e morale, poiché rappresenta una delle pagine più brutali della barbarie nazifascista, il cancro che aveva colpito l’Europa e che devastò i valori della democrazia e della tolleranza. Rappresentò un odioso oltraggio compiuto ai danni della dignità umana. Quel giorno l’uomo decise di negare se stesso, di rinunciare alla difesa ed al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati.LA MEMORIA
Siccome eravamo bambini tutti piccoli, la mi mamma ci nascose in un bosco e si rimase in quel bosco fino a che non si sentì degli spari. Finiti gli spari, quando fu tutto calmo, si sparse la voce che avevan distrutto il paese e che avevano ammazzato la gente. Luciano Lazzeri, superstite dell’eccidio1° GIORNO: ROMA – CASOLI 31 maggio
Ritrovo dei partecipanti in luogo e orario da definire e partenza in direzione di Casoli. Casoli è tra i Borghi più belli d’Italia e ha scorci suggestivi che si svelano a chi girovaga senza meta tra i suoi vicoli, è diventato particolarmente famoso negli ultimi anni per i bellissimi graffiti, realizzati in ogni angolo del paese da artisti e studenti della scuola d’arte. Dalla Piazza si può iniziare una passeggiata addentrandosi nel paese verso la Chiesa, trovando molti graffiti lungo la stradina e passando davanti alla Casa Museo Murabito. Sono proprio dedicati al grande artista Rosario Murabito, che ha abitato a Casoli per lungo tempo, i graffiti che negli ultimi anni sono stati fatti durante le edizioni dell’evento “Sgraffiti a Casoli”, celebrando il primo graffito fatto da Murabito nella piazza principale nella metà del ‘900.


2°GIORNO: SANT’ANNA DI STAZZEMA – CAMAIORE
Prima colazione e partenza verso Sant’Anna di Stazzema.



LA TRADIZIONE DEI TAPPETI ARTISTICI DI CAMAIORE È UNICA IN ITALIA
Stiamo parlando di tappeti di Segatura ovvero meravigliosi strati di segatura colorata che danno vita a sontuosi e pregiati tappeti colorati e differenti per forme e raffigurazioni. Lo abbiamo anticipato poco sopra, per realizzare il tappeto di segatura ci vuole una sola notte.
LA SCELTA DEI TEMI DI ANNO IN ANNO
Ogni gruppo di tappetari è libero di interpretare il tema a proprio piacimento, anche se in molte edizioni tutti i gruppi si sono accordati per realizzare tappeti che avessero un proseguimento logico tra loro, come ad esempio l’edizione del 2018 a tema “Via Francigena”.
![Camaiore ] Torna la tradizione dei Tappeti di Segatura a Camaiore | Tempo Libero Toscana | Eventi, sagre, mostre della Toscana](https://www.tempoliberotoscana.it/wp-content/uploads/2016/04/02.jpg)
3° GIORNO: PONTE DEL DIAVOLO ( BORGO A MOZZANO )BARGA-
Prima colazione e partenza verso Il ponte “del Diavolo” conosciuto principalmente come Ponte della Maddalena. Il suo profilo singolare, con la grande arcata a tutto sesto affiancata agli altri tre archi minori, ha ispirato numerosi artisti e fatto fiorire leggende sulla sua costruzione. Il suo aspetto slanciato, che tuttora colpisce chi lo ammira, doveva essere ancora più suggestivo in passato, quando non era stata ancora costruita la diga che, dal secondo dopoguerra, ha innalzato il livello dell’acqua nei pressi del ponte. Secondo la leggenda il ponte fu costruito da San Giuliano che, non riuscendo a completarlo per l’eccessiva difficoltà, chiese aiuto al Diavolo in persona, promettendogli in cambio l’anima del primo essere vivente che l’avesse attraversato. Una volta terminato il ponte però, San Giuliano vi tirò sopra un pezzo di focaccia, attirandovi un cane e ingannando così Satana.









4° GIORNO: LERICI -SCAVI DI LUNI-ROMA
Prima colazione e visita a Lerici.Questa località è famosa per le sue splendide spiagge, il suo mare cristallino, e per il soggiorno, tra 1913 e 1914, dello scrittore inglese David Lawrence. Dalla spiaggia di possono ammirare i tramonti più romantici del Golfo.Il centro storico di Lerici è costituito dai classici carrugi e dalle casette colorate.


A Luni spunta un tempio nel quartiere di Porta Marina
L’antica città di Luna alle foci del fiume Magra continua a riservare sorprese.
Una recente campagna archeologica dell’Università di Pisa volta a ricostruire le diverse fasi di vita della città, ha portato alla luce non solo i vari ambienti di due domus individuate negli scavi degli anni precedenti, ma anche un tempio della seconda metà del I secolo d.C. Principale istituzione archeologica del Levante ligure per dimensioni e importanza scientifica delle sue raccolte, l’antica colonia romana di Luni è nota da sempre. Gli storici e i poeti romani ricordano, infatti i suoi vini e i formaggi, i tronchi delle foreste dell’Appennino, eccellenti come travi da costruzioni, e soprattutto il marmo delle cave apuane.



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Maggiori informazioni su questo tour
La quota comprende :
Bus per la durata del tour.
3 pernottamenti in hotel 3*** in mezza pensione.
Visite guidate come programma con guide autorizzate Regione Toscana
Assicurazione medica e bagaglio
Assicurazione ANNULLAMENTO AL VIAGGIO
Accompagnatore dei Viaggi di Giorgio
Kit da viaggio
Iva di legge
Non comprende:
Eventuali ingressi a siti e monumenti ove previsti
Eventuale tassa di soggiorno
Bevande ai pasti
Mance
I tappeti artistici di Camaiore
Camaiore è una località della provincia di Lucca che oltre alla bellezza del posto e alla vicinanza al mare offre anche una particolare attrazione turistica di tipo storico-culturale. Stiamo parlando dei famosi tappeti artistici di Camaiore.
I festeggiamenti tradizionali di cui stiamo per parlarvi risalgono forse al 1495 quando si ha nota del costo delle torce impiegate per i festeggiamenti di questa tradizionale cerimonia.
Dopo aver parlato della Pieve e della Chiesa di San Michele parliamo di una festa religiosa che vede nascere i tappeti artistici di Camaiore. Sono realizzati, infatti, in occasione del Corpus Domini. Come vedremo tra poco durano una sola notte ma i cittadini impiegano un anno di intensi preparativi.
[Testimonianze]
Enio Mancini
6 anni
Non avevo ancora compiuto sette anni all’alba di quello splendido sabato estivo; niente faceva presagire ai circa quattrocento abitanti di Sant’Anna e agli oltre mille sfollati che si trattasse di un cupo giorno di terrore e di morte, il giorno del massacro di cinquecentosessanta vittime innocenti, delle quali circa centocinquanta erano bambini sotto i quattordici anni.
Mio padre aveva scorto le colonne naziste che scendevano dai passi montani sui borghi di Sant’Anna.
Prima di andare a nascondersi con gli altri uomini nel bosco, ci sveglio’ e ci invito’ a mettere in salvo la nostra "roba".
Pensavamo si trattasse di un rastrellamento e temevamo l’incendio delle nostre case, come era avvenuto nel vicino paese di Farnocchia.
Nessuno immaginava che donne, vecchi e bambini avessero a subire violenze.
Poco dopo ecco entrare in casa un gruppetto di S.S., indossavano la tuta mimetica, erano armati fino ai denti e portavano l’elmetto sul capo; notammo che due nascondevano il volto con una specie di maschera e parlavano come noi.
Ci buttarono letteralmente fuori, non permettendoci di prendere nemmeno gli zoccoli e, mentre alcuni con strani attrezzi che lanciavano lunghe lingue d fuoco incendiavano la casa, altri ci condussero sull’aia che dominava il borgo di Sennari.
Li’ trovammo gia’ molte persone, ci addossarono contro un muro di una casa e iniziarono ad installare, su un poggio sovrastante, degli strani attrezzi, tipo treppiedi.
Qualcuno comincio’ a piangere e ad implorare per la disperazione; una vecchina, forse per ingenuita’ o per sdrammatizzare il momento, disse di non preoccuparci che forse stavano per farci una fotografia.
Quando anche la mitragliatrice fu montata e lo sgomento e la paura erano ormai generali, arrivo’ nell’aia un ufficiale tedesco, forse un generale, che imparti’ degli ordini in tedesco: "Raus... Valdicastello", ripeteva.
Le spregevoli belve con il volto mascherato tradussero: l’ordine era quello di scendere verso Valdicastello.
Al nostro nucleo familiare si erano aggiunti la nonna materna, la zia e gli altri.
Scendendo, passammo davanti alle nostre case, ormai quasi completamente incendiate (si udiva ancora il muggito della mucca rimasta intrappolata nella stalla).
Decidemmo di non ubbidire all’ordine di scendere a Valdicastello, ma di nasconderci nei pressi, con la speranza di poter fare presto ritorno alle nostre case per salvare il salvabile.
Ci nascondemmo in un anfratto naturale che si trovava nella selva, duecento metri sotto casa.
Dopo circa mezz’ora si udirono quelle voci gutturali che si avvicinavano al nostro nascondiglio; lo sgomento fu totale, ci videro, erano una decina, alzammo le mani in segno di resa.
Ci incolonnarono e ci spintonarono lungo il sentiero che portava verso il centro del paese, verso la chiesa di Sant’Anna.
Malgrado le pedate e i colpi coi calci dei fucili nella schiena, si riusciva a procedere molto lentamente.
Alcuni, infatti, erano scalzi ed il sentiero era pieno di rovi e ricci di castagno.
Ad un certo punto decisero di proseguire (sembrava avessero molta fretta), lasciando di guardia un solo soldato che, nel frattempo, si era tolto l’elmetto dal capo; era molto giovane, quasi un adolescente e non ci faceva piu’ tanta paura.
Quando il gruppo dei tedeschi scomparve dalla nostra vista, il giovane soldato comincio’ ad impartirci degli ordini, che non capivamo, ma ci faceva anche dei gesti eloquenti.
Questi si’ erano facilmente intuibili: ci diceva di tornare velocemente indietro.
Salimmo il ripido pendio, si udi’ una scarica di arma automatica che ci fece trasalire, ci girammo di scatto temendo che ci stesse sparando addosso ed invece imbracciava il fucile verso l’alto e sparava verso le fronde dei castagni.
Si continuo’ a salire verso Sennari, mentre sul versante opposto, verso la chiesa, si udivano in un frastuono generale crepitio di spari, scoppi di bombe, tetti di case che crollavano, lamenti di animali che stavano bruciando vivi nelle stalle e poi si scorgeva il fuoco ed il fumo nero che proveniva da ogni direzione, da ogni borgo del paese.
Non ci rendevamo pero’ conto di tutto quello che realmente stava accadendo.
Giungemmo a casa poco prima delle dieci e tutti ci adoperammo per salvare dal fuoco quella parte non ancora completamente distrutta.
Ci sembrava cosa gravissima aver perso gran parte della nostra roba e soprattutto la mucca che, in quel periodo, ci aveva permesso di sopravvivere.
Verso le cinque del pomeriggio, pero’, la tremenda notizia.
Un giovane della borgata, allontanatosi al mattino con gli altri uomini per nascondersi nei boschi e che, al ritorno, aveva attraversato il centro e gli altri borghi, arrivo’ a Sennari urlando, sembrava impazzito: "Una strage! Sono tutti morti! Sono bruciati!" ripeteva.
Lasciammo le nostre case che ancora fumavano per correre verso il centro, verso la chiesa.
Ogni gruppo andava la’ dove abitavano i propri congiunti, i propri parenti.
Passammo al "Colle".
Ne avevano uccisi diciassette (una ragazza, ferita, ed un uomo anziano si erano miracolosamente salvati sotto il cumulo dei cadaveri).
Arrivammo alle "Case" dove abitavano i nostri parenti: cadaveri sparsi dappertutto, rovine, fuoco e i pochi sopravvissuti impietriti dal dolore.
In una casa, sventrata dal fuoco, su una trave che ancora ardeva - incastrata - una rete di un letto e sopra tre corpi quasi completamente consumati.
Al nero dei tessuti carbonizzati faceva contrasto il bianco dello scheletro; uno dei corpi era piccolo, il corpo di un bambino.
E poi l’odore acre, intenso, della carne arrostita.
Una nonna, per fortuna, riprese noi bambini per riportarci verso Sennari.
Avevamo visto molto, troppo per la nostra tenera eta’.
Una esperienza drammatica che segna per sempre un’esistenza, ma comunque meno tragica di altri giovani ragazzi sopravvissuti nell’eccidio che, feriti o incolumi, videro massacrare i propri cari.
Poi ci fu il dopo, ma quella e’ un’altra storia.
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