- Informazioni
- Mappa
- Recensioni
- Informazioni aggiuntive
- Tour simili
Cosa è incluso
Il Festival di Thimphu
Il Tshechu, festa buddista che significa “decimo giorno”, si tiene ogni anno in vari templi, monasteri e dzongs in tutto il Bhutan. E’ celebrato il decimo giorno del mese del calendario lunare corrispondente al compleanno di Guru Rimpoche, colui che introdusse il buddismo in Bhutan. Gli Tshechus sono grandi eventi dove intere comunità si riuniscono per assistere a danze con maschere religiose, ricevere le benedizioni e socializzare. Ogni danza con le maschere eseguita durante un Tshechu ha un significato speciale o una storia di molto tempo fa. Nei monasteri le danze vengono eseguite da monaci e nei villaggi remoti ad essi si aggiungono le persone comuni. Uno dei Tshechus più popolare del Paese, in termini di partecipazione, è il Thimphu Tshechus. La festa dura quattro giorni; il primo giorno nel cortile del dzong e l’ultimo giorno con l’esposizione del Thanka sacro che è un dipinto sulla seta e vederlo è considerato una benedizione. Il Festival di Thimphu è un momento straordinario per osservare il dinamismo e l’energia dei monaci danzanti. Un viaggio incredibile per scoprire uno dei centri più vivi nel mondo dove funzioni religiose, trame teatrali mitiche ed evocazioni vicine allo spiritismo sono immerse in un folclore intenso e toccante. Il Bhutan, detto anche “terra del Dragone Tonante” (Druk Yul) è una piccola regione buddista, celata tra le piane della catena dell’Himalaya, racchiusa tra la Cina e l’India. Qui i paesaggi sono decisamente mozzafiato: picchi innevati e foreste incontaminate sono gli assoluti protagonisti di un autentico viaggio nel passato. La cultura e le tradizioni tipiche del Bhutan traggono origine dal Buddismo, religione principale che tuttavia sul territorio viene vissuta come una vera e pratica filosofica che influenza ogni genere di attività quotidiana. Tra le celebrazioni tipiche del Buthan, si distingue in particolar modo il Festival di Thimphu, occasione primaverile per celebrare la comunità, attraverso rituali e preghiere volte alla salute e alla felicità. Nel corso dei secoli, molti sapienti Lama, istituirono la tradizione di eseguire danze propiziatorie con l’intento di invocare gli dei Tantrici in grado di annientare il male attraverso il loro potere e le loro benedizioni, questo per permettere al Buthan di godere della perpetua felicità. Caratterizzano ad oggi la celebrazione tipica del Buthan, danze in maschera quali la Guru Tshengye ovvero le “8 manifestazioni del Guru” e la Shaw Shachi o “danza dei cervi” particolarmente apprezzate poiché del tutto simili a quelle teatrali. Ad esse si alternando gli Atsaras, che rivalutano la figura del “clown occidentale” attraverso precisi significati tradizionali e storici che evocano e uniscono “sacro e profano”. Sono invece i Dupthob o Acharya, ovvero l’ordine degli insegnanti che solo può permettersi di “burlarsi del credo buddhista” a fornire protezione alla popolazione: si ritiene infatti che le danze e i loro scherzi contribuiscano a impedire l’ingresso alle forze del male per non causare danni durante il Tshechu. Durante la celebrazione essi recitano inoltre brevi scenette volte a diffondere messaggi di salute e sensibilizzazione sociale. Insomma, il Festival di Thimphu, ogni anno rappresenta l’occasione per festeggiare, per ricevere le benedizioni pregando per la salute e la felicità. I suggestivi suoni di cimbali e tamburi, il turbinio di maschere e colori, alimentano in questo modo il tipico aspetto incantevole che echeggia tra le vallate dell’Himalaya, contribuendo a rendere il territorio del Buthan, ancora più suggestivo e imperdibile.
SONO PREVISTI VOLI DI AVVICINAMENTI A ROMA O VOLI DA MILANO E DA ALTRE CITTA’
1° giorno: Roma – Delhi
Incontro dei partecipanti presso aereoporto di Roma Fiumicino e operazioni imbarco volo diretto a Delhi con scalo. Arrivo a Delhi, accoglienza e trasferimento in hotel, sistemazione in camera e pernottamento.2° giorno: Delhi
Colazione in hotel e la visita della vecchia Delhi: antica città murata.
In segno di rispetto verso il posto, bisogna togliersi le scarpe quando ci si avvicina alla piattaforma di marmo. Il posto è molto silenzioso e si sente l’emozione della gente.



3° giorno: Delhi – Paro – Thimphu
Nelle prime ore del mattino, colazione box e trasferimento in aeroporto per l’imbarco sul volo per Paro. Il volo ci porterà nel cuore dell’Himalaya e – se il meteo lo consente – ammireremo dall’alto le più famose vette al Mondo, dall’Everest… in giù!




4° giorno: Thimphu
Eccoci giunti alla giornata più caratteristica del nostro tour, quella dedicata al Thimphu Tsechu, il Festival più conosciuto ed il più frequentato di tutto il Paese. È un evento religioso celebrato nel decimo giorno del mese del calendario lunare corrispondente al compleanno dei Guru Rinpoche (o Guru Padmasambhava). Si celebra il Prezioso Maestro che si dice “sia nato da un fiore di loto”. Questo santo contribuì enormemente alla diffusione del Buddhismo tantrico nelle regioni Himalayane del Tibet, del Nepal, del Bhutan attorno all’VIII secolo. È considerata una grande attrazione e molte persone dei distretti vicini partecipano alle festività. La cerimonia comprende grandi eventi che riuniscono intere comunità per assistere a danze religiose in maschera, per ricevere le benedizioni e per socializzare. Si svolgono anche esibizioni di vivaci danze Bhutanesi e altre forme di intrattenimento. Si crede che ognuno debba partecipare ad un Tshechu e assistere alle danze in maschera almeno una volta nella vita per poter ricevere le benedizioni e lavare via tutti i propri peccati. Quasi tutte le performance nascondono particolari significati storici e molte sono basate su storie e avvenimenti della vita del Guru Rinpoche. Nei monasteri sono eseguite dai monaci, nei villaggi da monaci e uomini locali. Due dei più famosi Tshechu del paese sono quelli di Paro e Thimphu, in termini di partecipazione e pubblico. Oltre ai locali, tantissimi turisti da tutto il mondo sono attirati da queste uniche, colorate ed emozionanti manifestazioni di cultura tradizionale. Quello di Thimphu si tiene a partire dal decimo giorno dell’ottavo mese del calendario lunare, ogni anno verso settembre.








5° giorno: Thimpu – Dochula Pass – Punakha
Colazione e nella mattina proseguimento per Punakha lungo una strada panoramica attraverso il famoso valico Dochula Pass: si trova ad un’altitudine di circa 3.100 metri sul livello del mare, rendendolo uno dei principali punti di passaggio attraverso l’Himalaya orientale. Sul passo, vi attendono 108 stupende Chorten e bandiere di preghiera vi salutano. Ogni chorten è stato costruito per onorare i soldati bhutanesi che hanno perso la vita in un conflitto armato contro gruppi insurrezionali nell’India nord-orientale. Oltre a commemorare i soldati caduti, le 108 Chorten rappresentano anche un omaggio al re del Bhutan per aver vinto la guerra e portato la pace nel paese. Il numero 108 ha una grande importanza simbolica e spirituale in molte tradizioni buddiste e induiste ed è considerato sacro.





6° giorno: Punakha – Paro
Colazione e partenza per Paro, a 2.280 metri di altitudine, in una vallata ricca di risaie, boschi lussureggianti e fiumi sinuosi, ad est della montagna sacra Jhomolhari.


7° giorno: Paro
Abbiamo così l’opportunità di visitare il Rinpung Dzong, uno fra i più massicci e noti del Bhutan, visibile in tutta la valle per i suoi contrafforti imponenti. Eretto nel 1644 sulle fondamenta di un antico monastero, la sua costruzione fu commissionata da Ngawang Namgyal, il fondatore del Bhutan unificato, per difendere la valle di Paro dalle incursioni tibetane.




8° giorno: Paro – Delhi
Colazione in hotel e trasferimento in aeroporto e partenza per Delhi. All’arrivo visita di Nuova Delhi: appare ai visitatori come un tesoro dell’architettura classica mista di elementi indiani; è fatta di ampi viali e spettacolari edifici governativi, residenze maestose, verdi parchi e giardini.
9° giorno: Delhi – ITALIA
In nottata, trasferimento in aeroporto e volo di rientro. All’arrivo in Italia, fine dei servizi. La quota comprende:- Voli di linea Roma Delhi Roma in classe economica con scalo franchigia bagaglio 23 kg
- Voli di linea Delhi Paro Dehli in classe economica
- Tutti i trasferimenti
- Sistemazione in hotel di categoria 5 stelle a Delhi e strutture di categoria A in Buthan;
- I pasti dettagliati nel programma;
- Visite ed escursioni come da programma;
- Ingressi durante le visite guidate;
- Assistenza di personale locale qualificato e di guida accompagnatore parlante italiano per tutto il viaggio;
- Visto d’ingresso in Bhutan e tassa di soggiorno pari a USD 100
- Kit da viaggio
- Accompagnatore dall’Italia dei Viaggi di Giorgio
- Tasse aereoportuali pari a euro 380,00 soggette a riconferma
- Visto di ingresso in India pari a 80,00
- Bevande, mance e quant’altro non espressamente indicato.
- Passaporto: necessario, con validità residua di almeno sei (6) mesi al momento dell’arrivo nel Paese.
- Visto d’ingresso: necessario per il Bhutan – necessario per l’India
Di più Bhutan
Maggiori informazioni su questo tour
La quota comprende:
- Voli di linea Roma Delhi Roma in classe economica con scalo franchigia bagaglio 23 kg
- Voli di linea Delhi Paro Dehli in classe economica
- Tutti i trasferimenti
- Sistemazione in hotel di categoria 5 stelle a Delhi e strutture di categoria A in Buthan;
- I pasti dettagliati nel programma;
- Visite ed escursioni come da programma;
- Ingressi durante le visite guidate;
- Assistenza di personale locale qualificato e di guida accompagnatore parlante italiano per tutto il viaggio;
- Visto d’ingresso in Bhutan e tassa di soggiorno pari a USD 100
- Kit da viaggio
- Accompagnatore dall'Italia dei Viaggi di Giorgio
La quota non comprende:
- Tasse aereoportuali pari a euro 380,00 soggette a riconferma
- Visto di ingresso in India pari a 80,00
- Bevande, mance e quant’altro non espressamente indicato.
Scelta del posto a bordo dell’aereo:
I voli sono previsti in una specifica classe di prenotazione. Nel caso sia consentita una preassegnazione gratuita del posto da parte del vettore aereo, la preassegnazione verrà effettuata automaticamente all’emissione del biglietto.
Eventuali preferenze sull’assegnazione del posto ci devono pervenire al momento della conferma del viaggio.
Ricordiamo che con alcune compagnie, la preassegnazione del posto è a pagamento e che la preassegnazione di posti speciali (es. uscita di sicurezza…) è soggetta a restrizioni.
Eventuali modifiche sui posti preassegnati vanno richieste direttamente al banco di accettazione del volo.
I posti preassegnati possono subire cambi per esigenze aereoportuali e nessuna pretesa, reclamo o rimborso può essere avanzato se non verranno assegnati i posti prescelti; nel caso di cambi di posti precedentemente pagati, potrà essere richiesto il rimborso dell’importo pagato.
L’assegnazione del posto specifico verrà convalidata solo al momento del check-in sulla carta d’imbarco.
Documenti per l’espatrio:
- Passaporto: necessario, con validità residua di almeno sei (6) mesi al momento dell’arrivo nel Paese.
- Visto d’ingresso: necessario per il Bhutan - necessario per l'India
Bhutan e felicità sono due parole sempre più associate l’una all’altra. Il Bhutan è uno Stato poco più grande della Svizzera, incastonato tra i monti dell’Himalaya e circondato da India e Cina. Felicità è un termine da sempre al centro dell’interesse di tutti, politici, economisti, filosofi, religiosi. Dagli anni ’70 del ‘900 è diventata la parola d’ordine per il monarca bhutanese appena diciottenne, Jigme Singye Wangchuck. Se, infatti, le potenti vicine, India e Cina, sempre più in espansione, aumentano di anno in anno il loro Pil, investendo su economia e produzione, il piccolo Bhutan si interessa al Fil, l’indice per misurare la Felicità Interna Lorda. Questo regno paradisiaco, sospeso tra Medioevo e modernità, ha posto al centro della politica nazionale il benessere dei cittadini. I bhutanesi sono tra i più poveri al mondo, con un Prodotto Interno Lordo tra i più bassi, eppure nel questionario che viene loro sottoposto ogni due anni, solo una piccola percentuale della popolazione dichiara di non essere felice.
Il Bhutan è la dimostrazione tangibile del proverbio: «i soldi non fanno la felicità». Piuttosto che privilegiare uno sviluppo economico che crea divari sociali e spesso distrugge l’ambiente, Jigme Singye Wangchuck si è reso conto della possibilità e della necessità di costruire il benessere della propria nazione su altri standard, in nome di altri principi e valori. Secondo il monarca del Bhutan, la felicità sarebbe racchiusa in un forte senso della comunità, negli stimoli culturali che provengono da una tradizione tutelata e viva, e nella spiritualità, potenziata da un sentimento religioso scelto come principio guida del quotidiano. Nella “terra del drago” si pratica la religione buddhista, la maggior parte del territorio è ricoperto da foreste, di cui un quarto sono aree protette, la biodiversità la fa da padrone, con specie di flora e fauna uniche al mondo. Si conduce una vita semplice e dedita principalmente all’agricoltura. Di recente, poi, il Bhutan si è trasformato da monarchia assoluta a costituzionale, suscitando ancora di più l’attenzione e la curiosità del mondo. L’ONU ha, infatti, assunto il Bhutan come modello propositivo di cambiamento anche per le civiltà occidentali. Non si tratterebbe di un ritorno al “primitivo” che punti a stili di vita del passato, bensì di una prospettiva sul futuro che abbia al centro valori alternativi al consumismo sempre più sfrenato dei nostri giorni.
In questo periodo di crisi, di smarrimento, non solo dal punto di vista economico e sociale, ma anche spirituale, interiore e morale, l’accoppiata Bhutan e felicità sembra davvero aprire uno spiraglio alla possibilità di un mondo diverso e migliore.
Certo, le contraddizioni e le difficoltà esistono anche all’interno di tanta perfezione: il Bhutan è in parte finanziato dall’India e la ricerca di un’omogeneità culturale ha causato problemi etnici con la comunità di origine nepalese, costretta a lasciare il Paese. Neanche in Bhutan la felicità ha ancora una ricetta assoluta e definitiva, ma di sicuro tra i monti dell’Himalaya si è sulla buona strada.
Noi che viviamo nel caos delle nostre città occidentali, rincorrendo successo e denaro, potremmo cominciare a seguire l’esempio del Bhutan coltivando la cosa più importante che spesso dimentichiamo di possedere: il nostro mondo interiore, il nostro spirito, la nostra anima, al di là di qualunque sfumatura religiosa si voglia e si possa dare a questi termini. Un viaggio in questi luoghi sarebbe un primo passo per dare un nuovo assetto alla propria interiorità, ma l’intenzione non è così semplice da attuare.
Fidatevi di questo consiglio. Non vi pentirete.
Non ci sono ancora commenti.