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Dal 07/12/2024 al 09/12/2024
Costo 430,00 per persona.
Prenotazioni entro il 31 luglio con acconto di euro 130,00
Saldo 30 giorni prima della partenza.
L’Abruzzo non è soltanto la natura più integra dell’Appennino: questi ambienti intatti conservano anche luoghi di grandissimo interesse storico ed artistico e feste ed usanze particolarissime.
Questo tour Vi permetterà di visitare l’Abruzzo proprio in uno di questi periodi: splendidi panorami, colori vivi anche d’inverno, il fascino delle montagne più alte dell’Appennino che si specchiano nel “verde Adriatico selvaggio” cantato da D’Annunzio e luoghi e riti che risalgono all’affascinante periodo storico dell’incontro tra paganesimo e cristianesimo.
L’appuntamento più magico della città vetusta: “Li Faegn” prende il via la sera del 7 dicembre, alle ore 19, con l’accensione, in Piazza Duomo, di un grande falò.
Dopo la benedizione del fuoco, è tradizione fare la veglia per poi, all’alba dell’8 dicembre, prendere parte alla processione dei Faugni, rinnovando così un antico rito che oggi rappresenta la perfetta commistione tra la cultura sacra e quella profana.
La Processione dei “Faugni” in Atri (TE) risale al periodo preromano, quando la città era la capitale del Piceno del Sud e le feste di fuochi in onore di Fauno, antica divinità pagana associata alla fertilità della terra, protettrice di pastori, greggi e agricoltura, erano organizzate in segno di purificazione e di buon auspicio per l’attività contadina. I “Faugni” appaiono per la prima volta nei riti religiosi nel 431 d.C. con il concilio di Efeso. In seguito la cerimonia fu riproposta in occasione della traslazione della Santa Casa da Nazaret a Loreto, attuando un vero e proprio processo di “cristianizzazione” di un rito profondamente radicato nel mondo pagano. L’Abruzzo è una di quelle regioni che ha mantenuto intatta e viva la tradizione dei fuochi.
Anticamente i contadini delle campagne limitrofe accendevano, durante la notte, dei falò in onore di Fauno. Nel corso dei secoli i festeggiamenti si sono spostati tra le mura del centro storico, dando vita ad un corteo festante di grande suggestione. Durante tutta la notte, in attesa dell’alba, la città ducale si anima a festa con cenoni, canti, balli, musiche e riti propiziatori.
Un tour per persone curiose e desiderose di vedere cose belle e di scoprire luoghi incantati, con una buona sistemazione alberghiera e ristoranti che propongono la cucina tipica del territorio.
I 3 giorni di questo itinerario sono stati pensati
per donare sempre una sensazione di scoperta e di avventura!
1° giorno (7 Dicembre): Roma – Atri
Ritrovo dei partecipanti in luogo da stabilire e partenza. Nel pomeriggio si giungerà in Abruzzo, e ci sistemerà nelle camere riservate.
Pomeriggio dedicato alla visita di Atri, tra le più belle ed importanti città rinascimentali abruzzesi che sorgevano sulla fascia costiera. Ricchissima di opere d’arte quali la Cattedrale dell’Assunta (monumento nazionale,che conserva uno splendido ciclo pittorico rinascimentale), il Palazzo Ducale degli Acquaviva, il Teatro Comunale e la chiesa degli Agostiniani. A seguire rientro in hotel, cena e pernottamento.
Immersa nell’incanto delle prime colline teramane affacciate sull’Adriatico, Atri è uno scrigno di monumenti e palazzi storici, chiese, opere d’arte e suggestivi paesaggi naturali fanno di questo centro della provincia teramana un autentico museo a cielo aperto, una delle più belle città d’arte d’Abruzzo.
In un suo reportage, il giornalista e scrittore Giorgio Manganelli così la descrive: «Città di montana contemplazione, giacché guarda sia la Majella che il Gran Sasso d’Italia, è risolutamente una città più che antica, arcaica».
Tra i suoi gioielli la Cattedrale di Santa Maria Assunta, dove è possibile ammirare il ciclo di affreschi di Andrea De Litio, autentico capolavoro del Rinascimento abruzzese, il Museo Capitolare, annesso alla Cattedrale, è uno dei più antichi musei diocesani in Italia, la Chiesa di Sant’Agostino dal bellissimo portale ed un interessante affresco di Andrea Delitio, il Teatro Comunale, la Chiesa di Santa Chiara, il Palazzo Ducale degli Acquaviva, dal 1917 sede del comune, edificato a fine Trecento sui resti di un complesso termale romano, la Riserva naturale dei Calanchi, dallo splendido paesaggio lunare offerto dalle maestose architetture naturali originate da una forma di erosione dinamica, caratterizzata dalla presenza di una fauna ricca e diversificata e da una notevole componente floristica. Tra i prodotti che caratterizzano l’offerta culinaria cittadina, è possibile assaporare il famoso formaggio pecorino ottenuto da latte intero crudo con caglio d’agnello oppure lasciarsi tentare da prodotti a base di liquirizia, pianta storicamente diffusa in tutte le terre argillose del Cerrano. Altra tipicità della zona, coinvolta ultimamente in un progetto di recupero dopo anni di oblio, è la gallina nera atriana, razza autoctona caratterizzata dalla produzione di uova bianche, piccole e saporite. Gustoso si presenta anche il Pan Ducale, dolce tipico cittadino la cui ricetta risale al 1300, realizzato con un impasto di uova, farina e mandorle e farcito con cioccolato fondente.
Nella notte, ad Atri, si assisterà ad una delle cerimonie che, pur essendo state integrate nella festività cristiana dell’Immacolata, ha mantenuto più intatte le sue caratteristiche peculiari di festa pagana: i “faugni” (fauni ignis – i fuochi del fauno): la cittadina viene percorsa da un fiume di enormi fasci di canne fiammeggianti, portate dagli atriani fino alla piazza della Cattedrale, dove finiscono in un’enorme falò che raggiunge dimensioni impressionanti, mentre la folla intona un ritornello la cui musicalità ha origini antichissime. La cerimonia è una notevole sopravvivenza del culto, diffusissimo in Europa fin dalla preistoria, dei fuochi sacri che si levavano a scacciare le tenebre ed il gelo dell’inverno.
Per chi desidera partecipare alla manifestazione ,ecco il programma di massima da riconfermare:
Piazza Duomo: ore 19.” accensione del Sacro Fuoco
ore 21.00 – teatro comunale: merry christmas in jazz.
a seguire:
- concerto di pizzica e taranta con il gruppo “gli zingari felici“
- piazza duomo: concerto di pizzica, tarantelle e tammurriata
- i Faugni processione all’alba
Al rintocco del campanone.
All’alba dell’8 dicembre, al rintocco del “campanone” della Basilica Cattedrale, alle ore 5 del mattino, ci si raduna in Piazza Duomo dove, dal falò benedetto, acceso la sera precedente, vengono incendiati i “Faugni”, fasci di canne secche e ben legati tra loro. Preceduti dalla banda cittadina, al suono dell’orecchiabile e inconfondibile marcia “Marisa”, centinaia di persone di ogni età, abbracciando ognuna il proprio “faugno”, sfilano in corteo.
La sfilata dei “Faugni” acquista un particolare fascino dovuto anche alla cornice storica in cui essa si ripete: si percorrono le vie e i quartieri del centro storico ducale, costeggiando i resti di un antico teatro del I secolo d.C., le chiese dal XIII al XVIII secolo e al palazzo ducale degli Acquaviva (una delle famiglie più potenti dell’Italia centro meridionali dal XIV al XVIII secolo).
La processione de “Li Faegn” termina il suo giro da dove era partita, e i mozziconi di ciascun “faugno” vengono buttati tra i resti ardenti del falò.
Le campane della Basilica Cattedrale suonano a distesa chiamando i fedeli a partecipare alla Messa solenne.
La gelida notte dicembrina, che pervade le strade, è scaldata dall’odore dei camini fumanti e dal “sacro fuoco” che crepita, custode della maestosa Cattedrale. Si celebra così il solstizio atriano, la notte più lunga dell’anno, vissuta, da sempre, tutta d’un fiato, in una mistica attesa.
Al termine della cerimonia (in ogni caso facoltativa) verrà data ancora qualche ora per riprendere il riposo in hotel.
2° giorno (8 Dicembre): Atri – Moscufo – Loreto Aprutino – Atri
Prima colazione in hotel e partenza per l’entroterra pescarese dove, tra fertili campagne ammantate di olivi, si trovano caratteristici centri storici e bellissime chiese romaniche. Arrivo a Moscufo, dove sorge Santa Maria del Lago, chiesa romanica del XII secolo. All’interno si conserva un ambone policromo del 1159 (forse il più bello della regione, capolavoro indiscusso dell’arte medievale).
Visita ad un oleificio dei dintorni, dove vengono molite esclusivamente le olive prodotte nella zona, per una degustazione guidata dell’olio DOP Aprutino–Pescarese.
Percorrendo una strada panoramica che dalla costa si arrampica sulle colline pescaresi, oggi andremo a scoprire un interessante ciclo di affreschi risalenti ‘400, tra i più importanti della regione. Si tratta di un Giudizio Universale che contiene una rarità: il “Ponte del Capello”.
Sulla parete vicina esamineremo con la lente d’ingrandimento anche una scena medievale perché sembra svelare un famoso giallo storico ancora oggi irrisolto. Ma prima faremo un salto nel centro storico del paese per visitare un’antica nobile dimora e un museo dalla curiosa architettura.
Il viaggio tra le colline abruzzesi rivelatrici di storie e passioni, impressioni d’occhio e di cuore, è sempre piacevole, grazie anche al bel panorama mare-monti, un classico della costa adriatica che non stanca mai, soprattutto se accompagnato dalla giusta colonna sonora.
Arrivo a Loreto Aprutino, centro storico situato tra le colline e visita, nella campagna circostante, della chiesa duecentesca di Santa Maria in Piano.
Pranzo in ristorante tipico.
Nel pomeriggio visita del centro storico di Loreto Aprutino, che sorge su un colle dal quale lo sguardo spazia sulle campagne circostanti e corre dal Gran Sasso al mare.
Dalla strada che conduce a Loreto Aprutino si scorge il suo profilo dal quale emergono le linee del possente Castello Chiola e quelle dell’altrettanto maestoso campanile della Chiesa patronale di San Pietro Apostolo. Simboli dell’antico potere temporale e spirituale, entrambi dominano un mosaico di case e palazzi che al tramonto sembrano fatti di pietra dorata.
Il paese sembra un presepe, così appare anche in una serigrafia realizzata nel 1970 dall’artista pescarese Franco Summa, ma anche 200 anni prima intagliato da un ignoto scultore abruzzese nel reliquiario in legno policromo con il busto del patrono San Zopito.
Scrutandola dall’elegante loggiato rinascimentale di San Pietro Apostolo, Santa Maria in Piano, la chiesa abbaziale che custodisce i citati affreschi, appare come un’isola circondata da un mare di secolari alberi di ulivo. In effetti mi dice un abitante del posto l’olio “Aprutino Pescarese” prodotto in queste terre mare-monti, un’area che comprende anche i vicini paesi di Pianella e Moscufo, rappresenta una delle eccellenze d’Abruzzo. “È stato il primo olio in Italia ad ottenere la Denominazione di Origine Protetta dall’Unione Europea”, tiene a precisare un loretese che incontro appena giunto a destinazione.
Le origini della chiesa di Santa Maria in Piano risalgono attorno all’anno 800. Nell’864 è documentata tra le pertinenze dell’abate di Montecassino Bertario. Nel 1091 la chiesa risulta tra le proprietà dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno, per poi passare all’abbazia di San Bartolomeo a Carpineto della Nora. Ricostruita dopo un incendio nel 1280, la chiesa fu restaurata nella metà del ‘500 dall’abate Giovanni Battista Umbriani di Capua, il quale diede all’edificio l’attuale forma architettonica.
Gli affreschi sulla controfacciata rappresentano uno dei cicli pittorici più significativi del ‘400 abruzzese. Descrivono un monumentale Giudizio Universale, di gran pregio artistico e iconografico. La rappresentazione è caratterizzato da una particolare brillantezza dei colori. Così brillanti in Abruzzo non si riscontra in nessun altro ciclo di affreschi.
Il suggestivo effetto cromatico è dovuto all’encausto, dal greco “enkaustès”, ossia “mettere a fuoco”. Una tecnica pittorica che consisteva nello sciogliere i colori a caldo nella cera per far acquisire ai pigmenti una particolare brillantezza. In uso fin dall’antichità, la tecnica ad encausto era diffusa nella pittura romana pompeiana.
Mentre osserverete questi affreschi ,fermatevi ad immaginare nel ‘400 l’autore, che ancora oggi non ha un nome certo e documentato, lavorare all’interno di questa chiesa nella penombra delle candele, intento a mescolare i colori nella cera d’api fusa, nel mentre i suoi aiutanti di bottega accendevano torce e grandi bracieri, perché l’affresco ad encausto dev’essere asciugato il prima possibile, ma il calore può essere avvicinato alla parete appena affrescata seguendo una tecnica e una tempistica ben precisi altrimenti il colore non si fissa e si stacca.
Ed è quello che probabilmente accadde a Leonardo da Vinci nella sua pittura murale “La Battaglia di Anghiari” (1503) a Palazzo Vecchio di Firenze, opera rimasta incompiuta e abbandonata dallo stesso artista a causa di errori tecnici.
Si visiterà, tra l’altro, la splendida collezione di ceramiche castellane del barone Acerbo.
A seguire rientro in hotel, cena e pernottamento.
3° giorno (9 Dicembre): Atri – Civitella del Tronto – Roma
Prima colazione in hotel e rilascio delle camere. In mattinata partenza per Civitella del Tronto dominata da una delle fortezze più grandi d’Europa, posta in una spettacolare posizione panoramica, fatta edificare da Carlo V su una struttura preesistente e ultimo baluardo della resistenza borbonica contro i Savoia. Il paese è disteso su un colle ai piedi della fortezza ed ha mantenuto intatto il suo impianto urbanistico seicentesco.
Al termine della visita partenza per il rientro. Fine dei servizi.
Di più EUROPA
Maggiori informazioni su questo tour
Si ripete, come ogni anni, l'appuntamento più magico ed incantevole dell'antica città ducale, rinnovando il millenario legame con un rito che, ancora oggi, stupisce e sorprende. I faugni sono alti fasci di canne secche ed accese che, all'alba dell'8 dicembre, vengono portati in processione, accompagnati dalle note musicali della tradizionale banda, per le vie del centro storico di atri. nelle ore che precedono questo rito, ovvero "la notte dei faugni", è tradizione fare la veglia per l'accensione dei faugni. E’ il solstizio atriano, la notte più lunga dell'anno, vissuta, da sempre, tutta d'un fiato, in una mistica attesa, in totale adesione ad un rito che si rinnova... nelle taverne, nelle case, in ogni luogo d'incontro... una città che si anima a festa. osterie, piazze, negozi, bar e ristoranti si trasformano, per tutta la notte del 7 dicembre, in tanti luoghi del divertimento e dell'attesa: cene tipiche, dj, concerti ed animazione. fuori, la gelida notte dicembrina, che pervade le strade, è scaldata dall' odore dei camini fumanti e dal "sacro fuoco" che crepita, custode della maestosa cattedrale... in attesa dell'alba.
E’ difficile, nella società contemporanea, ricostruire il significato originario di alcuni riti delle società arcaiche e uno di questi prevedeva come usanza accendere i fuochi, sia individualmente che da vere e proprie forme collettive.
Nell’antichità i fuochi erano considerati feste di rinnovamento, di buon auspicio e di purificazione per il nuovo ciclo del tempo e l’Abruzzo conserva, nelle sue tradizioni, molte feste di fuochi e ogni anno, all'alba dell'8 dicembre, ad Atri, località in provincia di Teramo, si ripete l'antichissima tradizione popolare dei faugni (dal latino "fauni ignis", cioè fuoco di Fauno).
Quindi riprendendo simbologie solari delle feste latine, i faugni nascono dalla fusione di una consuetudine pagana e contadina: infatti, un tempo, nelle campagne attorno ad Atri, i contadini accendevano dei fuochi, a fini propiziatori prima del solstizio d'inverno, in onore di Fauno, divinità pagana associata alla fertilità della terra, protettrice di pastori, greggi e agricoltura.
Da questo magico rito deriva appunto la tradizione dei faugni, che consiste nell'accendere e portare in processione per la città, all'alba dell'8 dicembre, alti fasci di canne legati da lacci vegetali; la sera del 7 dicembre il parroco della concattedrale benedice il falò che servirà all'accensione dei faugni all'alba del giorno dopo. Il giro dei faugni all'alba dell'8 Dicembre per vie e piazze dell'incantevole centro storico di Atri, termina nella spettacolare piazza del Duomo, dove i fasci di canne ardenti formano un grande falò.
Nei secoli, con l’affermarsi del Cristianesimo, le feste popolari presentano una consistenza di elementi pagani e cattolici fusi fra loro e i fuochi della festa pagana, che adesso sono “cristianizzati”, esercitano la loro funzione purificatrice, non solo per ottenere un buon raccolto, ma per mondare la comunità dai peccati, e in questo senso preparare un nuovo anno propizio.
Ad Atri l'originario rito pagano s'è mescolato a quello della festa cattolica per l'Immacolata Concezione di Maria: i faugni sono apparsi per la prima volta nei riti religiosi nel 431 d.C. con il Concilio di Efeso quando i Padri della Chiesa nominarono la Madonna “Madre di Dio” e i fuochi furono accesi per festeggiare ciò.
La quota comprende:
- 2 notti in hotel 3 stelle ubicato nel centro storico di Atri in mezza pensione
- Sistemazione in camera doppia con servizi privati, telefono diretto e TV Color
- Bus G.T. per tutta la durata del tour
- Degustazione di olio DOP aprutino–pescarese
- Pranzo in ristorante tipico a Loreto Aprutino
- Bevande ai pasti (¼ vino e ½ minerale x pax a pasto) per tutti i pasti previsti nel programma
- Ingressi Museo delle Ceramiche e Fortezza di Civitella del Tronto
- Guida locale–accompagnatore per tutto il tour in Abruzzo
- Assicurazione medico bagaglio
La quota non comprende:
- Extra in genere
- Mance per guida, autista, camerieri pari a euro 8,00 a persona
- Tutto quanto non espressamente indicato nella voce “La quota comprende”
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