CARNEVALE FIGLI DI BOCCO-PIEVI ROMANICHE-BORRO-GARGONZA

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Uno spettacolare Carnevale dal gusto barocco anima ogni anno il prezioso borgo medievale

Il caratteristico borgo di Castiglion Fibocchi è imbevuto del proprio passato e ciò si palesa anche nelle feste. Una in particolare, ogni anno, inonda piazze e vicoli di questo paese dell’Aretino di un’atmosfera incantata: è il Carnevale dei Figli di Bocco.

Le giornate gioiose di questo evento portano con sé una lunghissima storia, che si può leggere a ritroso a partire da questo curioso nome. Chi erano i figli di Bocco? Ma soprattutto: chi era Bocco? Ottaviano Pazzi, detto appunto “Bocco” per il suo aspetto un po’ deforme, era l’antico reggente di questo castello. Ai suoi figli lasciò in eredità l’intera gestione del villaggio, ma anche l’onere di dare il nome a questi tradizionali festeggiamenti. È quasi certo che questa ricorrenza abbia attraversato i secoli: pare che già intorno all’anno Mille da queste parti ci si divertisse con giornate di carnevale molto particolari e rinomate in tutto il circondario.

Ciò che è invece non lascia spazio a dubbi è la bellezza della manifestazione che ancora oggi viene celebrata nel mese di febbraio. Oltre duecento figuranti sfilano agghindanti con sfarzosi abiti barocchi, con il volto celato da maschere colorate ed eleganti che raccontano i vari personaggi. Il posto d’onore è rivestito da Re Bacco, che domina incontrastato e che è l’anima della festa, ma lo seguono regine, principesse, fate, maghi e arlecchini. Questo corteo dal sapore veneziano è accompagnato, oltre che dalla fantasia degli organizzatori e dall’entusiasmo dei visitatori, da tante iniziative collaterali che arricchiscono l’evento: tra le strade di Castiglion Fibocchi si muovono cantastorie, si animano spettacoli di magia e concerti e, al termine, giunge l’atteso momento che premia la maschera più bella.

Con il 2026 il Carnevale dei Figli di Bocco a Castiglion Fibocchi compie 30 anni di vita. Una storia che non ha conosciuto flessioni, sempre in crescendo, con costumi sempre più ricchi e fantasiosi.

Due giorni all’insegna del divertimento ma anche dell’arte, della storia, della cultura.

Piccolo borgo toscano

GARGONZA, situata nelle colline della Toscana, è un borgo fortificato del Duecento, proprio come quelli che avremmo voluto costruire da bambini sul pavimento della nostra camera, passando ore a sistemare la torre e i pozzi…Le prime notizie di Gargonza sono del 1150, quando viene citato un castello fortificato sulla strada che da Arezzo porta a Siena: è lo stesso castello dove Dante trascorse alcuni giorni del suo esilio nel 1304. Appartiene ai Conti Ubertini, famiglia Vescovile di Arezzo. Durante questo periodo Gargonza viene scelta come luogo di congregazioni dei Ghibellini fuoriusciti da Firenze e da Arezzo ed è qui che Dante Alighieri passa durante il suo lungo esilio da Firenze.

Il Borro: cosa vedere in questo borgo in Valdarno

Nascosto tra le pieghe del Valdarno, Il Borro è un tesoro da scoprire, un borgo antico incastonato nel cuore del comune di Loro Ciuffenna. Questo piccolo gioiello, situato a soli 20 km da Arezzo – alle pendici del Pratomagno – cattura l’immaginazione con la sua storia avvincente e il suo paesaggio mozzafiato.

Il nome stesso, “Il Borro“, evoca un senso di mistero e fascino, derivante dalla sua posizione su uno sperone roccioso, abbracciato da un profondo fossato scavato nei secoli dal torrente sottostante. Infatti, borro significa sia burrone sia fosso o torrente che nel corso del tempo si è scavato un letto profondo.

 

ALLA SCOPERTA DELLE PIEVI ROMANICHE

L’ambivalenza dell’acqua: dalle fonti sacre pagane alla lavorazione della ceramica lungo le sponde del fiume Arno, passando attraverso la visita delle più belle ed affascinanti pievi romaniche della provincia di Arezzo.
PIEVE DI SIETINA, un tesoro nascosto….
Uno degli esempi più alti del romanico in Toscana
La Chiesa di San Pietro, o Pieve di Gropina, si trova a circa due chilometri da Loro Ciuffenna, sulla via dei Sette Ponti verso San Giustino e costituisce uno degli esempi più alti della cultura romanica in Toscan

 

1° giorno – Sabato: Roma – Arezzo

Partenza  in luogo e orario  da concordare  in direzione della Toscana .Passando per la città di Monte San Savino6 e ammirare Il magnifico Castello di Gargonza, splendida testimonianza di borgo agricolo fortificato toscano, con la sua torre, i considerevoli resti delle sue mura e di una porta duecentesca, la sua Chiesa romanica del XIII° secolo con campanile a vela e bifora, le sue abitazioni affacciate sui suoi stretti vicoli è situato su un’altura dominante la Val di Chiana.

Castello di Gargonza - Monte San Savino - Arezzo

Oggi è una delle opere fortificate ‘non-colte’ meglio conservate del territorio aretino. Già nell’orbita di Arezzo come feudo dei Conti Ubertini, a causa della sua importanza strategica per la sua posizione fra la Val di Chiana e il senese, il castello fu nel medioevo oggetto di dispute fra guelfi e Ghibellini, come del resto quasi tutti i fortilizi della zona. Nella sua lunga storia l’evento più importante è forse quello della presenza di Dante Alighieri, guelfo bianco, a Gargonza nel 1304, il quale partecipò alla riunione fra i Ghibellini fuoriusciti da Firenze e gli aretini.

Monte San Savino, il borgo toscano con un (altro) borgo dentro

Pranzo libero in corso di escursione.

Si prosegue per la visita guidata a  Il Borro, caratteristico “borgo” medioevale, già residenza dei Savoia. Lungo la strada che collega San Giustino Valdarno a Laterina, circondato da un verde e ben tenuto contesto agricolo, si trova Il Borro, piccolo e antico gioiello architettonico di età medievale (si trova citato già in un documento del 1039).
Facile è capire l’etimologia del suo nome. Borro è il termine usato per definire un fosso o torrente che con i millenni si sono scavati un letto profondo. Borro sta anche per burrone. Entrambe queste definizioni si addicono perfettamente a Il Borro: questo nostro piccolo borgo toscano è posto infatti su uno sperone roccioso semi circondato da un profondo fossato scavato nei millenni dall’omonimo torrente.

IL BORRO - PIEVI E BORGHI Riscopri luoghi blog
Visitare Il Borro significa immergersi in un luogo fuori dal tempo. Innanzitutto le auto ci rimangono lontane e già questo da quella sensazione di trovarci “fuori dal mondo”. Un paesino che non conosce l’asfalto, solo strade lastricate. L’antico ponte che ci permette di attraversare “il borro” e farci accedere al paese ci immette nell’unica e stretta stradina di accesso al luogo. A sinistra di questa i vecchi edifici, a destra il profondo borro. Il Borro deve la sua notorietà a vari aspetti. Innanzitutto alla sua architettura e alla conformazione della zona in cui il borgo si trova. Poi alle importanti famiglie a cui nella sua storia è appartenuto e appartiene. Da citare le ultime due: i Savoia (il luogo è stato residenza del Duca Amedeo d’Aosta) e, dal 1993, la famiglia Ferragamo, noti imprenditori dell’alta moda. Il Borro, dal momento che è divenuto proprietà Ferragamo, è stato oggetto di un profondo, ma “invisibile” restauro. E’ divenuto sede di vari eventi e manifestazioni. Questo ha portato ad aumentare il numero dei visitatori di questo borgo fiabesco.

Passando per il Ponte Buriano che fu costruito all’incirca verso la seconda metà del 1200. il Ponte Buriano è il paesaggio della Gioconda, della enigmatica Monnalisa di Lonardo. Dietro il suo volto sorridente si intravede il ponte a schiena d’asino identificato da alcuni studiosi e ancor più in lontananza ecco apparire i calanchi del Valdarno, pinnacoli di argilla erosa detti “Balze”. E’ una prova che Leonardo aveva bene in mente la geografia di questi luoghi.

Arrivo ad Arezzo cena con menù della tradizione Toscana e il pernottamento.

2° giorno Domenica: Arezzo – Castiglion Fibocchi

 

“Carnevale Figli di Bocco”

 

Prima colazione e partenza per la visita di due bellissime pievi.

Pieve a Sietina. A poche centinaia di metri da questi incroci si trova questo monumento medievale che vale veramente la pena visitare. Pieve a Sietina è un esempio pressoché unico ed integro di architettura romanica situata nel Comune di Capolona, a qualche chilometro da Arezzo e vicinissima a quel tratto di Arno di cui Dante scrisse “torce il muso agli Aretini”. La Pieve di Sietina si trovava dunque in una zona ricca e potente e nelle vicinanze di un incrocio viario di grande importanza.Il borgo si sviluppa attorno all’incantevole pieve romanica di Santa Maria Maddalena che rappresenta una delle più preziose attrattive storico-artistiche del Basso Casentino.

Pieve a Sietina: testimonianza medievale nei pressi di Arezzo. Luogo d'arte

La pieve, la cui prima menzione scritta risale al 1022, è da oltre un secolo meta costante di un turismo anche internazionale ed a tale proposito è segnalata nella Guida Rossa del Touring Club Italiano. L’edificio, a tre navate divise da grossi pilastri rettangolari e concluse da altrettante absidi semicircolari, è ascrivibile alla prima fase del romanico, nonostante non manchino elementi di derivazione altomedievale.

PIEVE A SIETINA | I Luoghi del Cuore - FAI

L’interno è quasi completamente decorato da affreschi trecenteschi e rinascimentali. La navata centrale è impreziosita da una incantevole vetrata cinquecentesca che raffigura Santa Maria Maddalena, titolare della Pieve.

Uno degli esempi più alti del romanico in Toscana
La Chiesa di San Pietro, o Pieve di Gropina, si trova a circa due chilometri da Loro Ciuffenna, sulla via dei Sette Ponti verso San Giustino e costituisce uno degli esempi più alti della cultura romanica in Toscana.

La Pieve fu costruita intorno all’anno Mille e presenta una facciata in grandi bozze di pietra, con due monofore corrispondenti alle navate laterali e una bifora che sovrasta la porta d’ingresso. Sull’architrave della porta vi è la data 1422, che si riferisce probabilmente ad uno degli interventi di restauro; lo stemma di Leone X che sovrasta l’architrave porta la data 1522.

Il pulpito di Gropina | UP Magazine Arezzo

L’interno è diviso in tre navate con capitelli molto particolari: le colonne di sinistra raccontano episodi tratti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, mentre nelle colonne di destra le figure richiamano l’arte precristiana, etrusca ed orientale.
Appoggiato ad una colonna della navata destra si trova il Pergamo circolare, un pulpito dell’VIII secolo riccamente decorato, sorretto da due colonne annodate: un motivo che si presenta anche nella colonna centrale del decoro esterno dell’abside. Molto bella è la visione esterna dell’abiside con accanto il campanile del 1233, forse impiantato su una torre longobarda.

 

Visita guidata alla Pieve di Gropina e Loro Ciuffenna

Pranzo libero  e partenza per Castiglion Fibocchi per assistere al Carnevale .

Al Carnevale dei Figli di Bocco sospesi nel tempo tra sogno e realtà - Arezzo24

Bocco, da cui l’attuale nome del paese Fibocchi, era il soprannome di Ottaviano Pazzi, signore del paese in epoca medievale. La tradizione racconta che negli anni di Bocco, durante i giorni di carnevale, la popolazione per onorare il suo signore si ritrovasse nelle strade e piazze del borgo per momenti di festa e danza. Da qui l’ambiziosa idea degli instancabili promotori e organizzatori di questo carnevale di riproporre dopo centinaia di anni questi momenti attraverso l’elegante carnevale “I Figli di Bocco” che per il suo stile si potrebbe definire “un piccolo Carnevale di Venezia in terra di Arezzo”. Per vederlo ogni anno confluiscono a Castiglion Fibocchi migliaia di persone.

Tornano le maschere barocche protagoniste del Carnevale di Castiglion Fibocchi - ValdarnoPost - Notizie Valdarno

Un plauso e un grazie va a quelle persone che con costanza e dedizione hanno portato avanti negli anni, migliorandola costantemente, questa stupenda manifestazione. Un momento di elegante folklore che ha portato lustro non solo a Castiglion Fibocchi, ma anche alla terra di Arezzo.

Museo del Carnevale dei Figli di Bocco - Discover Arezzo
I figuranti e relative maschere del Carnevale I Figli di Bocco da qualche anno non si esibiscono solo tra le mura dell’antico borgo valdarnese. Questi “Figli di Bocco“, per la bellezza e l’originalità delle loro maschere sono chiamati a esibirsi in molte città e luoghi vicini, ma anche non, al piccolo borgo valdarnese.In serata partenza per il viaggio di rientro. Fine dei servizi.