Marche Nascoste: i Templari e Osimo Sotterranea

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Marche nella Bassa valle del Chienti con guida scittore studioso della Regione Marche un grande valore aggiunto

 

Le Marche, una regione ricca di storia che si traduce nelle architetture dei suoi borghi di origine medievale dislocati sulle dolci colline dell’entroterra: ne sono esempio Gradara, Corinaldo, San Ginesio ecc.

Nelle Marche anche le grandi città come Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Urbino, Pesaro e Fermo, sono ricche di storia arte e cultura, infatti è possibile visitare edifici e piazze di alto valore storico-artistico.

Uno dei pregi delle Marche  è sicuramente il suo vasto patrimonio culturale da poter scoprire e conoscere. La storia, ovvero il passaggio e lo stanziarsi di antichi popoli, ha segnato le Marche, lasciando ancora oggi visibili segni nell’arte, nell’archeologia, nell’architettura legata a queste antiche civiltà che si sono susseguite nel tempo.

Noi, per scoprire questo affascinante passato, abbiamo scelto di effettuare un itinerario dove è più ricco il  patrimonio culturale.

 

1° giorno – Roma – Osimo – Recanati

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Ritrovo dei partecipanti in orario e luogo da stabilire e partenza in direzione di Osimo.Pranzo libero lungo il percorso. Visita del centro storico di Osimo. La città di Auximum fu abitata e contesa nel tempo da Piceni, Greco-Siculi, Galli Senoni e Romani.  Atrio del palazzo comunale, con interessanti reperti storici, vestigia del suo passato come municipio romano. Duomo di San Leopardo, eretto nell’VIII secolo sul luogo del Campidoglio e rifatto in conci di pietra, con forme romanico-gotiche nei secoli XII e XIII, successivamente rimaneggiato; notevole cripta a tre navate, con la tomba di San Leopardo (IV secolo). Al fianco, il bel battistero, o chiesa di San Giovanni, con un imponente fonte battesimale in bronzo, del 1627, dei fratelli Jacometti, soffitto a cassettoni e interessanti affreschi.Visita alle misteriose e suggestive grotte del Cantinone, scavate dagli osimani nei secoli e utilizzate in molte occasioni di pericolo.

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Le Grotte di Osimo costituisco una vera propria città sotterranea, una fitta e lunghissima serie di gallerie e cunicoli percorrono il paese da un lato all’altro sviluppandosi su più livelli tanto da essere collegati gli uni agli altri attraverso dei pozzi-camini.Nell’atrio delle grotte si racconta la storia del Piceno. Teatro La nuova Fenice e se possibile Palazzo Campana e l’Accademia lirica di Osimo. Santuario e tomba di San Giuseppe da Copertino (protettore degli studenti). Trasferimento in hotel per la cena e pernottamento.

 

 

2° giorno – Ancona e il Conero

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Dopo la prima colazione partenza in direzione di Ancona, passaggio in bus presso la Loggia del mercanti e facciata di Santa Maria della Piazza; visita del Duomo di San Ciriaco, sul colle Guasco, con vista sullo storico porto, sulla Mole vanvitelliana, sull’arco di Traiano (conquista della Dacia) e sul mare Adriatico, così ricco di storia e storie. Passeggiata verso la zona archeologica e alcuni palazzi storici nell’area portuale, sempre sul colle Guasco. Ripreso il bus, sosta al Passetto, presso il monumento ai caduti, con altra vista sull’Adriatico e poi giro in bus del Conero, con breve sosta sopra Portonovo. Girando dietro al monte Conero, arrivo a Sirolo, per il pranzo. Pranzo in ristorante tipico. Dopo pranzo, visita del piccolo centro storico di Sirolo, già abitata ben 100.000 anni fa! Caratteristico paesino medioevale fra il verde del monte e il blu del mare, è considerato “la perla dell’adriatico”: un prezioso scrigno d’arte incastonato in una paesaggio mozzafiato.Altra bellissima vista sulla riviera del Conero: dalla piazza panoramica nel centro del paese si ammirano le più belle spiagge della Riviera del Conero, gran parte della costa marchigiana e, nelle giornate più limpide, le isole Kornati e la Croazia. Passeggiata presso le fortificazioni e le vie del centro. Già castello di Ancona, Sirolo ospita interessanti monumenti fra cui la Badia di San Pietro sul Conero (XI sec.), piccola chiesa di architettura romanica, che prospetta su di una piccola piazzetta ed un portale barocco, la chiesa parrocchiale di San Nicola del 1765, costruita sui resti di una chiesa preesistente risalente al 1230, la chiesa del SS. Rosario del XVIII secolo, a pochi passi dalla porta medioevale e il teatro comunale Cortesi, minuscolo gioiello d’architettura di fine ‘800. Cena e pernottamento in hotel.

3° giorno – San Claudio al Chienti – Tolentino – Roma

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Prima colazione in hotel e rilascio delle camere. Trasferimento a  San Claudio al Chienti, località  situata nel comune di Corridonia.
La chiesa di San Claudio al Chienti è un edificio romanico che si trova nel comune di Corridonia (Macerata), in posizione isolata, nella valle del Chienti. È stata dichiarata monumento nazionale nel 1902. Documentata fin dall’XI secolo, si tratta di una delle più importanti ed antiche testimonianze dell’architettura romanica nelle Marche, ancora integra nella sua conformazione originaria ed inserita in un paesaggio ancora intatto. La chiesa presenta numerose particolarità tipologiche. Presenta infatti una pianta articolata internamente da quattro pilastri a formare una croce greca iscritta in un quadrato. Sono presenti absidi semicircolari lungo il perimetro: sui fianchi e sul lato orientale. La costruzione inoltre si presenta su due piani con una chiesa inferiore ed una superiore. Infine la facciata è affiancata da due torri cilindriche. Generalmente la sua particolare struttura a pianta centrale è riferita ad una influenza bizantina così come le torri Pranzo di saluti in ristorante tipico.

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Nel pomeriggio a Tolentino, visita al santuario di San Nicola, con molto da vedere, a partire dal chiostro e la basilica, ma più di tutto il cappellone, con un ciclo di affreschi trecenteschi di Pietro da Rimini, il museo con  i quadri ex-voto, le ceramiche, i presepi e la storia stessa di San Nicola anche attraverso il diorama. Al termine partenza per il rientro a Roma e fine dei servizi.




Salento,Gran Tour

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Nel Salento il sole vi bacia tutto l’anno. Il fascino dell’arte, l’ottima cucina mediterranea e l’ospitalità sincera vi accolgono in un paesaggio da sogno. Qui il Medioevo si colora d’Oriente e antiche filastrocche in “griko” risuonano nella Grecìa Salentina. Siete nella penisola verde tra due mari, terra magica in cui misteriosi dolmen e menhir indicano il cammino, nascosti tra gli ulivi e i muretti a secco nelle campagne, dove sorgono antiche masserie oggi trasformate in affascinanti strutture ricettive.
Una passeggiata a Lecce è un viaggio nel barocco, tra chiese e palazzi ricamati nella pietra, cortili, giardini segreti e la sorpresa di un anfiteatro romano nel cuore della città.
Nei borghi si svelano le botteghe artigiane di cartapesta e pietra leccese e sulla tavola stanno tutti i sapori del Salento, da accompagnare con ottimo vino locale: la “tria”, pasta fatta in casa preparata con i ceci, saporite verdure selvatiche e dolci prelibati come il “pasticciotto” dal cuore di crema e lo “spumone”, ottimo gelato artigianale.


1° giorno: ROMA – TRANI – LECCE

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Ritrovo dei partecipanti in luogo e orario da stabilire e partenza in bus privato in direzione di Trani. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo e incontro con la guida e inizio visita guidata della cittadina. Città, conosciuta anche come “la perla dell’Adriatico”, è famosa per la Cattedrale romanica che si affaccia direttamente sul mare, inserita nella lista delle “meraviglie italiane”, oltre che per la produzione di un particolare tipo di marmo (la pietra di Trani) e di vino Moscato. Importante meta turistica, la città è ricca di bellezze artistiche ed architettoniche, chiese di ogni epoca e palazzi signorili, testimonianze del suo glorioso passato: importante scalo commerciale fino al XVI secolo, si pensa vi sia stato promulgato il primo codice marittimo del mondo occidentale nel 1063. La Basilica cattedrale di San Nicola Pellegrino è il principale luogo di culto cattolico della città di Trani. Si tratta di un esempio di architettura romanica pugliese. La chiesa si distingue per il suo vistoso transetto e per l’uso dell’arco a sesto acuto nel passaggio situato sotto il campanile, fenomeno non molto diffuso nell’architettura romanica. Oltre alla Cattedrale, nel centro storico si affaccia l’edificio che Federico II fece costruire nel XII secolo, ovvero il Castello. Costruito su pianta quadrangolare, il Castello è stato rimaneggiato più volte nel corso dei secoli. Nel centro storico di Trani si trovano altri edifici meritevoli di interesse, come il quattrocentesco Palazzo Caccetta, in stile tardo-gotico, ed il palazzo Antonacci, in stile barocco. Altri edifici degni di visita sono la chiesa di Ognissanti della prima metà del XII secolo, in stile romanico, la chiesa di S. Francesco della seconda metà del XII secolo e la chiesa di S. Andrea di tipo bizantino. Il pittoresco porto di Trani è un porto naturale protetto a levante dal molo S.Antonio e a ponente dal molo S. Nicola: le sue rive sono completamente banchinate. All’interno del porto sono posizionati alcuni pontili galleggianti. La zona del porto è ricca di pizzerie, pub, ristoranti caratteristici. Dopo proseguimento per Lecce, check-in albergo. Cena e pernottamento IN HOTEL.

2° giorno: LECCE

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Prima colazione in hotel e inizio delle visite di Lecce. Lecce con il suo duomo esempio del barocco Leccese, il cuore di Lecce è senza dubbio la parte della città capace di racchiudere, semplicemente passeggiando, le maggiori bellezze architettoniche cittadine in una commistione di stili ed epoche. Il Centro Storico è un “must” che va necessariamente ammirato se ci si trova a Lecce anche per un solo giorno. l’Obelisco e da Porta Napoli, una delle storiche porte della città che vi offre un ingresso magico alla scoperta delle meraviglie della città vecchia, una sorta di passaggio che, quasi come uno “stargate” sarà in grado di riportarvi indietro nel tempo. L’anfiteatro Romano, insieme al teatro, è il monumento più espressivo dell’importanza raggiunta da Lupiae , l’antenata romana di Lecce, tra il I e il II secolo d.C. Il monumento venne scoperto durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d’Italia, effettuati nei primi anni del ‘900. Le operazioni di scavo per riportare alla luce i resti dell’anfiteatro iniziarono quasi subito, grazie alla volontà dell’archeologo salentino Cosimo De Giorgi e si protrassero sino al 1940. Attualmente è possibile ammirare solo un terzo dell’intera struttura, in quanto il resto rimane ancora nascosto nel sottosuolo di piazza Sant’Oronzo dove si ergono alcuni edifici e la chiesa di Santa Maria della Grazia, il più grande anfiteatro romano in Puglia.

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Brunch esclusivo e  dopodiché visiteremo Il Museo Faggiano che è un edificio storico – archeologico privato ubicato nel centro storico di Lecce. Tutto è nato quasi per caso nel 2001, quando il proprietario dell`immobile, Luciano Faggiano, fu costretto a rompere i pavimenti allo scopo di cambiare i tubi della fogna che, essendo vecchi, procuravano continua umidita`ai muri. E fu proprio durante i suddetti lavori che iniziarono a riaffiorare testimonianze storico-archeologiche di notevole interesse,che testimoniano la presenza di popoli antichi succedutisi nel tempo. Si prosegui` allora con un lavoro di restauro effettuato per intero dalla famiglia Faggiano con la supervisione della Soprintendenza dei beni archeologici di Taranto che ha portato la messa a nudo del banco roccioso e lo svuotamento di tutte le opere scavate in roccia, rendendo quindi la casa un vero e proprio sito archeologico, in cui si possono ammirare più di 2000 anni di storia. Tempo libero per visite facoltative. Cena in Hotel

3°giorno: LECCE – GALLIPOLI – NARDO’ – LECCE

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Dopo aver consumato la sontuosa colazione in hotel trasferimento a Gallipoli. Gallipoli in dialetto gallipolino conosciuta come Perla dello Ionio, si trova lungo la costa occidentale del Salento, protesa sul mar Ionio, ed è divisa in due parti: il borgo (città nuova) e il centro storico. Il centro storico di Gallipoli si caratterizza per le sue viuzze strette e tortuose, pullulanti di chiese e di antichi edifici storici, civili e militari, appartenenti a diverse epoche culturali. Ancora oggi il centro storico di Gallipoli è organizzato secondo il modello classico delle città greche: via Antonietta De Pace, la strada principale, divide la Perla dello Ionio in due zone lungo la direttiva est-ovest, ovvero scirocco e tramontana. La caratteristica che rende unico e stupefacente il centro storico è che si estende su un piccolo e grazioso isolotto completamente circondato dal mare limpido e cristallino del Salento e collegato alla parte nuova della città da un ponte pullulante di vita.Una cinta bastionata, lunga circa un chilometro e mezzo, circonda interamente il centro storico. Tutta attorno all’isoletta su cui si erge il centro storico di Gallipoli, una suggestiva strada panoramica, la Riviera, costruita al posto delle antiche mura della città, permette di costeggiare la parte antica passeggiando e ammirando panorami belli da mozzare il fiato e scenari indimenticabili per gli occhi e per il cuore.Ponte di Gallipoli, il Rivellino di Gallipoli, il Castello di Gallipoli finalmente restaurato in tutto il suo splendore che conserva ancora oggi tracce delle numerose antiche stratificazioni. Il Barocco e gli edifici sacri del centro storico di Gallipoli. Le architetture religiose, come quelle civili, di cui il centro storico di Gallipoli è interamente punteggiato, lo stile Barocco, ricco e maestoso, a rendere le architetture religiose del centro storico di Gallipoli così attraenti, uno spettacolo a cui concedersi, capace di far gioire appassionati d’arte e di cultura e non. Basilica Concattedrale di Sant’Agata. Uno dei più importanti edifici sacri è la Basilica Concattedrale di Sant’Agata, che racconta il Barocco di Gallipoli in tutta la sua incantevole bellezza. La chiesa di San Francesco d’Assisi. La Chiesa di San Francesco di Paola edificata di fronte al porto di Gallipoli nel 1621, si contraddistingue per la sua facciata semplice, dalla forma rettangolare e dal sobrio portale che è sormontato da una nicchia ospitante la statua di San Francesco di Paola.La chiesa di Santa Maria della Purità. Costruita nel 1664, delimitata ai lati da due lesene e in alto da un cornicione in carparo sul quale campeggia un frontone con due pinnacoli, attrae subito l’attenzione con i suoi tre pannelli in maiolica che raffigurano la Madonna della Purità, San Giuseppe e San Francesco d’Assisi. La Chiesa di San Domenico al Rosario sorge sulle rovine di un antico tempio ed è oggi annessa all’ex convento dei Domenicani. chiesa del Santissimo Crocifisso. La Chiesa del Santissimo Crocifisso eretta nel 1750 e si caratterizza per la sobrietà della facciata. Ad impreziosire e arricchire ulteriormente il centro storico del gioiellino del Salento, anche gli edifici civili realizzati in stile rinascimentale e barocco, molti dei quali in passato erano di proprietà delle famiglie nobili del Regno delle Due Sicilie. Tra questi, Palazzo Pirelli edificato nel XVI secolo, ristrutturato in stile barocco, il Palazzo Pirelli ti lascerà di stucco con le sue ricche decorazioni. Palazzo Tafuri pregevole e tipica espressione del Barocco leccese, Palazzo Tafuri fu fatto costruire da un esperto di diritto della vicina Matino. Palazzo Specolizzi antica residenza signorile della famiglia Specolizzi. La Fontana greco-romana, uno dei monumenti più importanti della città di Gallipoli, imperdibile per la sua rilevanza storica, la Fontana greco-romana fu costruita intorno al III secolo a. C., motivo per cui molto probabilmente è la più antica d’Italia. Visiteremo un antico frantoio ipogeo, non si può andare a Gallipoli e non visitare questo magnifico frantoio! E’ un pezzo di storia della nostra civilità, non solo italiana ma europea! Si prosegue per Nardò che rappresenta un vero tripudio d’arte barocca, grazie alla raffinatissima Piazza Salandra ed alle numerose chiese che testimoniano l’indiscusso valore religioso e artistico di una cittadina diventata già nel 1413 sede di diocesi. Ricordiamo tra le altre la Chiesa di San Domenico, la Chiesa di San Trifone, la Chiesa di Sant’Antonio e il monumento dell’Osanna nei pressi di Porta San Paolo. Piazza Salandra ospita la Guglia dell’Immacolata di origine quattrocentesca, il Palazzo di città, il Sedile. Visiteremo la basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina considerata l’Assisi del Sud per la ricchezza di affreschi. Inoltre nelle chiese barocche potremo ammirare i presepi di carta pesta. Rientro in hotel cena e pernottamento.

4°giorno: LECCE – OTRANTO – LEUCA – ANDRIA

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Prima colazione e rilascio delle camere,partenza per la visita della stupenda Otranto. Otranto, splendida città sulla costa adriatica del Salento, è conosciuta per il suo suggestivo borgo antico. La struttura urbanistica della cittadina, infatti, è originale: si costituisce di un intreccio di stradine, un labirinto di vicoli, improvvise svolte e strade cieche. Il varco di ingresso al centro è “Porta Terra”, la“Porta Alfonsina”, costruita nel 1481 e dedicata ad  Alfonso d’Aragona, liberatore della città dall’assedio turco. Percorrendo la rete di strade del centro storico si possono ammirare costruzioni antiche, risalenti a diverse epoche. Nel cuore del borgo c’è la basilica di S. Pietro e, nella parte più alta, ci sono la Cattedrale e il Seminario. Il Castello Aragonese, invece, è situato in direzione del mare ed è circondato da un immenso fossato. Visiteremo la cattedrale con i suoi affreschi parietali rimanenti evidenziano tracce bizantine, come l’immagine della Madonna col Bambino nella navata destra. Lungo le navate laterali, coperte da un soffitto a tavole dipinte realizzato nel 1827 dall’arcivescovo Andrea Mansi, sono visibili sei altari dedicati alla Resurrezione di Gesù, a san Domenico di Guzman, alla Madonna Assunta (a destra), alla Pentecoste, alla Visitazione della Beata Vergine Maria e a sant’Antonio da Padova (a sinistra). Nella navata sinistra è presente il battistero barocco commissionato dall’arcivescovo Michele Orsi intorno alla metà del XVIII secolo. Pranzo ESCLUSIVO DEI VIAGGI DI GIORGIO  .Proseguimento a Santa Maria di Leuca. Dopo la visita, partenza in direzione di  Andria ,consegna camere assegnate, cena in hotel e pernottamento.

5°giorno: ANDRIA – ROMA con Visita Castel del Monte

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Prima colazione in hotel e  rilascio camere , e   visita di Castel del Monte Patrimonio Mondiale UNESCO  inserito nella World Heritage List, fatto realizzare da Federico II di Svevia  intorno al 1240. Il solo documento di epoca federiciana riguardante il monumento è un mandato del 29 gennaio 1240, con il quale il sovrano, da Gubbio, ordinava a Riccardo da Montefuscolo, Giustiziere di Capitanata, di acquistare calce, pietre e quant’altro fosse necessario “…pro castro quod apud Sanctam Mariam de Monte fieri volumus”.Pranzo e rientro a Roma nel luogo prestabilito.




Lago d’Orta, Sacri Monti, Isola di San Giulio 2018 ecc ecc

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TRA GIOIELLI ARTE PITTORICA E SCULTOREA E GRANDI PANORAMI

Tour guidato da guida superba storica dell’arte,un valore aggiunto a questo tour davvero inedito.

Il Sacro Monte d’Orta è posto a circa 400 metri d’altitudine in magnifica posizione panoramica sull’abitato di Orta e sul lago omonimo. Al suo interno sono state costruite  venti cappelle affrescate, in cui 375 statue in terracotta di grandezza naturale illustrano la vita di San Francesco d’Assisi.

L’UNESCO descrive il sito I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia come segue: I nove Sacri Monti dell’Italia settentrionale sono gruppi di cappelle e di altri elementi architettonici realizzati tra la fine del XV e la fine del XVII secolo dedicati a diversi aspetti della fede cristiana. In aggiunta al loro signifi cato religioso simbolico, sono inoltre di una grande bellezza grazie all’abile integrazione degli elementi architettonici nei paesaggi naturali circondati di colline, foreste e laghi. Contengono inoltre opere d’arte molto importanti sotto forma di affreschi e di statue.

Il Comitato del Patrimonio Mondiale ha iscritto il sito nella Lista per le seguenti ragioni:

La realizzazione di un’opera di architettura e di arte sacra in un paesaggio naturale, per scopi didascalici e religiosi, ha raggiunto la sua più alta espressione nei Sacri Monti dell’Italia settentrionale e ha avuto una profonda influenza sui successivi sviluppi del fenomeno nel resto d’Europa.I Sacri Monti dell’Italia settentrionale rappresentano la riuscita integrazione tra architettura e belle arti in un paesaggio di notevole bellezza realizzati per ragioni religiose in un periodo critico della storia della Chiesa Cattolica.

Isola di San Giulio: tra spiritualità e architettura

Sulle sponde del lago d’Orta sorge una cittadina dall’imperdibile fascino: Orta San Giulio, fronteggiata dalla stupenda Isola di San Giulio. Il caratteristico aspetto di Orta è dato dall’arte Rinascimentale e Barocca che contraddistingue i suoi Palazzi Signorili e i suoi magnifici giardini. Da ammirare le splendide residenze di Villa Perone e di Villa Crespi, nonché il Palazzo della Comunità, un tempo sede del Consiglio della Riviera. La piccola Isola di San Giulio, raggiungibile in battello o in motoscafo, è dominata dalla basilica romanica, dal palazzo vescovile e dall’abbazia benedettina.

Il turista viene accolto sull’isola da una breve scalinata che conduce alla suggestiva basilica romanica, la principale attrattiva del posto. La visita prosegue attraverso una stradina che percorre l’intera isola; si tratta della “via del silenzio e della meditazione“, suggestivo connubio tra spiritualità e architettura. Camminando per i vicoli di San Giulio si raggiunge l’ottocentesco Palazzo dei Vescovi e l’Abbazia Benedettina Mater Ecclesiae: in questo affascinante convento di clausura femminile le monache, che risiedono stabilmente sull’isola, trascorrono le loro giornate dedicandosi alla preghiera, allo studio, al restauro di antichi e preziosi paramenti sacri, alla confezione delle ostie e alla preparazione del celebre “pane di San Giulio”. Gli altri edifici dell’isola, ora residenze private, costituivano un tempo le abitazioni dei canonici: tra le più antiche si segnala la Villa Tallone, dove ogni anno si svolgono prestigiosi concerti di musica classica.


 1° Giorno: Roma-Milano-lago d’Orta

Ritrovo dei partecipanti presso la stazione di Roma Termini e imbarco treno freccia rossa delle ore 07.00 arrivo a Milano alle ore 10.00 e proseguimento in bus privato in direzione del lago’d’Orta.Sistemazione in hotel pranzo libero.Escursione in trenino turistico dal borgo di Pella fino al santuariodella Madonna del Sasso (che si visita), in assoluto il luogo più panoramico del lago d’Orta  e visita anche alla chiesina diS. Maria di Luzzara ,medievale, con begli affreschi, può vedere sul mio sito la scheda. Tempo per  una semplice merenda a Pella dove c’è una delle migliori gelateria, creperie del lago!!!Il complesso è formato da diversi elementi che si sono sviluppati e modificati nel tempo. In cima a uno scenografico sperone di roccia si trovano il convento, che comprende anche un piccolo museo, e il santuario dell’Assunta detto della Madonna del Sasso, ai quali si ascende percorrendo due vie.

Madonna del Sasso, Loggia

Rientro in hotel per la cena e pernottamento.

 2° Giorno: Sacro Monte – Orta – Isola San Giulio

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Dopo la prima colazione in hotel.Questo itinerario è tra i più collaudati   e apprezzati dal turismo internazionale, di innegabile   bellezza paesaggistica e rilevanza artistica. Si   snoderà sul lago d’Orta, tra splendidi scorci e testimonianze artistiche   di prim’ordine, e interesserà il borgo di Orta   San Giulio, il Sacro Monte   di Orta, dedicato a san Francesco d’Assisi, e l’isola di San Giulio.

Unico Sacro Monte ad essere dedicato a un santo, dal 2003 inseritonel patrimonio mondiale dell’UNESCO, questo complesso di 21 cappelle dedicate alla vita e ai miracoli di san Francesco  d’Assisi sorge sulla cima del monte (400 m.slm. ca.) che sovrasta Orta San Giulio, denominato anticamente Selva di San Nicolao. Qui sorgeva infatti una fortificazione altomedievale con cappella dedicata a san  Nicola di Mira, protettore per eccellenza dei naviganti.A fine Cinquecento la comunità di Orta decise di erigere un Sacro Monte e affidarlo alle cure dei francescani. Insieme alle cappelle  venne costruita una nuova chiesa (tutt’ora visitabile) e un grande convento per i frati. Per secoli luogo di devozione e penitenza, il Sacro Monte di Orta attira oggi soprattutto gli amanti di arte e architettura per la peculiarità e la bellezza delle sue cappelle edificate nell’arco di due secoli. Esse permettono di apprendere con facilità e chiarezza l’evoluzione degli stili artistici e della sensibilità religiosa dall’età borromaica a quella neoclassica. Centinaia sono le statue in terracotta dipinta realizzate dai grandi maestri dell’epoca, tutte collocate  entro ambienti riccamente affrescati.I panorami mozzafiato che si godono dal Sacro Monte valgono da soli la visita, consigliata  anche a tutti coloro che, semplicemente, amano passeggiare tra il verde e rilassarsi all’ombra di piante rare e secolari. Il   sacro Monte è collocato entro una Riserva Naturale sottoposta  a particolare tutela.

Pausa per ammirare il lago da questa bellissima posizione.Pranzo in ristorante.Si prosegue con la visita guidata del borgo di Orta.Il borgo di Orta San Giulio è il luogo  più incantevole  e romantico della provincia di Novara.

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Il piccolo abitato sorge  ai piedi del promontorio che si estende tra l’azzurro delle acque del Lago d’Orta, una piccola penisola sulla cui cima si ammirano, tra la vegetazione, le cappelle del Sacro   Monte. Camminando tra le strette viuzze prive di auto – e caratterizzate dalla pietra e dal ferro battuto, lavorato come un pizzo – sembra  di tornare indietro nei secoli; tra i palazzi barocchi e i massicci muri medievali spuntano, di quando in quando, meravigliosi scorci di lago.Il cuore di Orta è la bella, ariosa piazza Motta che, delimitata su tre lati da portici, si affaccia a ovest sul lago con la scenografica Isola di San Giulio nel mezzo, raggiungibile in pochi minuti di motoscafo o battello. Dietro la piazza si srotola la bella Salita della Motta che culmina nella graziosa facciata barocchetta della parrocchiale dell’Assunta. Negozi, botteghe e luoghi di ristoro vivacizzano l’abitato e  lo rendono perfetto per ogni esigenza: silenzioso e magico in alcune ore del giorno, vociante e pieno di vita nelle “ore  di punta”.A seguire imbarco in barca privata per approdare all’Isola di San Giulio insieme alla vostra guida per ammirarne i suoi gioielli.

Piccola eppure ricca di testimonianze storiche, l’Isola di San Giulio conserva un fascino misterioso e particolare che la rendono davvero unica.La si raggiunge in pochi minuti  di navigazione Al centro si erge  l’imponente mole del monastero benedettino “Mater  Ecclesiae“, dove le monache di clausura trascorrono la loro giornata nella preghiera e nel lungo e complesso lavoro di restauro di tessuti preziosissimi. I pellegrini giungono qui da secoli per fare visita alla splendida chiesa romanica di San Giulio, dedicata  al primo evangelizzatore del Cusio. Il corpo del santo riposa  nella cripta, realizzata in età barocca, in una sontuosa teca di argento e cristallo. Di particolare pregio i reperti altomedievali conservati nel locale-museo adiacente.

All’isola  sono legati alcuni avvincenti fatti storici, come il lungo assedio tenuto dall’imperatore Ottone I nel 962, o il ritrovamento del corpo decapitato del duca longobardo Mimulfo in quella che oggi è una cassa marmorea adibita alle elemosine. Ma il vero gioiello della chiesa, ricca di testimonianze artistiche importanti, è lo splendido pulpito romanico sorretto da quattro antiche colonne e interamente scolpito nel raro serpentino verde di Oira.Usciti dalla basilica non si può non percorrere, nelle belle giornate di sole, il vialetto ad anello  che circonda l’isola perdendosi tra le antiche abitazioni dei  canonici trasformate nei secoli in eleganti residenze private  e circondate da piccoli, seducenti giardini fioriti.

Rientro in barca a Orta cena e pernottamento in hotel.

 3° Giorno: Orta – Milano – Roma

Dopo la prima colazione rilascio delle camere e trasferimento per la visita guidata al  borgo in collina di Miasino (Villa Nigra e parrocchiale di S. Rocco), e alla la famosa chiesa romanica di Armeno tutta affrescata.

Miasino è un piccolo comune a pochi minuti di auto da Orta San Giulio.

Di origini medievali, l’abitato si è arricchito e sviluppato tra il Cinque e il Seicento e ancora oggi si presenta come un tempo: le sobrie facciate barocche, i vicoli acciottolati e i cortiletti interni, spesso nascosti dai pesanti portoni lignei tutti lavorati. Il moderno a Miasino è quasi inesistente e vi si respira un passato più vivace e movimentato di oggi. Ma sono anche il silenzio e la tranquillità dei viottoli a renderlo affascinante e pieno di mistero. In paese sorge anche un monastero di clausura abitato dalle monache agostiniane.

Gioielli incontrastati di Miasino sono la splendida Villa Nigra,dagli esterni quasi tutti completamente affrescati, edificata in età rinascimentale  dalla ricca e potente famiglia dei Martelli, e la grandiosa chiesa parrocchiale di San Rocco, progettata dal grande architetto  lombardo Francesco M. Richino nel 1627 ed espressione tipica dell’età borromaica. All’interno, veri tesori d’arte custoditi con attenzione, molti dei quali recentemente restaurati. Dal romantico sagrato erboso della chiesa si godono Miasino dall’alto, coi suoi antichi tetti in beola, e le verdi, incontaminate colline del Vergante.

Pranzo libero e al termine trasferimento in bus privato alla stazione di Milano Centrale e imbarco sul treno frecciarossa che in sole 3 ore ci riporta a Roma.Arrivo e fine dei servizi.




Castelli dell’Emilia

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Montecchio, Montechiarugolo, Canossa, Rossena, Bianello, Scandiano



Così la marchesa di Toscana e Lorena siglava i documenti ufficiali: “Matilde che, se mai è qualcosa, lo è per grazia di Dio”.
A tale personaggio, autentico protagonista della lotta delle investiture tra impero e papato, è dedicata la mostra che Palazzo Magnani ospita a Reggio Emilia dal titolo “Matilde e il tesoro dei Canossa tra castelli e città”.
I castelli sono in realtà il filo conduttore dell’itinerario che, condotto dall’esperta competenza del prof. Luca Silingardi, passa in rassegna i più rappresentativi manieri che popolano le valli appenniniche del reggiano.

 

1° giorno Roma-Reggio nell’Emilia

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Arrivando a Reggio Emilia sull’Autosole, si dedica la prima parte della visita sarà dedicata  al Teatro Municipale Valli, la cui elegante architettura neoclassica fa da sipario a Piazza Cavour: protagonisti della visita il portico scandito da dodici colonne e la magnifica sala con quattro ordini di palchi disposti a ferro di cavallo.

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Al termine sistemazione presso il prestigioso hotel Posta di Piazza del Monte nel cuore del centro storico. Dopo la colazione che sarà servita nella Sala del Capitano, si prosegue con la visita della Città di Reggio nell’Emilia.

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Si rientra quindi in albergo per una pausa di tempo libero in coda alla quale è previsto il servizio di un aperitivo con salatini e spumante.Cena  e pernottamento.

2° giorno

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Da Reggio si sale allo sperone di arenaria bianca di Canossa, dove a perpetuare la memoria della drammatica vicenda che nel gennaio 1077 ebbe per protagonisti papa Gregorio VII, l’imperatore Enrico IV e la Gran Contessa Matilde, restano le pittoresche rovine di un castello sorto verso la metà del X secolo. Lo scenario da sempre presente nell’immaginario collettivo, possiede tutta la suggestione dei luoghi dove si decise la storia.
Insieme ai ruderi che si raggiungono con una salita di circa dieci minuti, la visita comprende la raccolta del museo Campanini, tra cui spiccano un fonte battesimale e il codice miniato dell’XI secolo che per mano del monaco Donizone racconta le gesta dei signori di Canossa.

All’origine dello stesso casato, è anche il vicino castello di Rossena che prende nome dal colore rossastro degli spalti rocciosi su cui è stato costruito intorno al 950: la poderosa struttura difensiva trasformata in residenza signorile nel XVIII secolo e il borgo che la ospita fanno ora da palcoscenico a un nutrito programma annuale di rievocazioni storiche.

La mattinata si conclude nel castello di Bianello, parte integrante del sistema castellano matildico insieme a Monte Vetro, Monte Lucio e Monte Zane: le sue mura potrebbero aver dato ospitalità a Enrico IV prima dell’incontro di Canossa. L’originario complesso venne in seguito ampliato fino a comprendere, come a Rossena, un borgo contadino e ad assumere nel 1644 per volere di Gaetano Canossa la definitiva destinazione di residenza d’elite.
Dopo la colazione presso il rinomato ristorante “La Maddalena” di Quattro Castella, l’ultima visita dell’itinerario porta nel castello di Scandiano, già splendida dimora signorile che i marchesi Boiardo fecero decorare con “Le storie dell’Eneide” di Nicolò dell’Abate oggi conservate presso la Galleria Estense di Modena. Nell’edificio che vide nascere Matteo Maria Boiardo, l’autore dell’Orlando innamorato, ed ebbe tra gli ospiti illustri Francesco Petrarca, papa Paolo III Farnese e Giovanni Calvino, l’arte medievale accostata a quella del Rinascimento e del barocco, illustra un percorso di visita anticipato dalla denominazione dei diversi ambienti: Sala dei Gigli, Sala del Camino, Sala del Drappo, Sala dell’Alcova, Sala delle Aquile.Rientro in hotel cena e pernottamento.




Costiera Amalfitana & Furore una fiaba suadente,da vivere almeno una volta nella vita !!!

Costiera-Amalfitana

 

                                   TRA ALTA GASTRONOMIA  E ITINERARI INSOLITI

CAMPANIA , regione dai mille volti…Furore…..sulla costiera amalfitana, l’altra faccia della costiera sconosciuta, 3 giorni all’insegna della Cultura e Arte e Archeologia, del Paesaggio della Buona Cucina.

Furore è un piccolo comune della costiera amalfitana  che assieme ad essa nel 1997 è entrato a far parte del Patrimonio Mondiale Unesco.

Per la conformazione del paese, questo borgo viene definito “il paese che non c’è”, le sue case sono delle macchie di colore che spuntano lateralmente dalla montagna.

Il centro del paese, che è costituito da 837 abitanti, inoltre è formato da tre contrade: Sant’Agnello – Contrada della Gatta, Sant’Elia -contrada della Cicala e Santo Jaco – Contrada del Ciuccio.

Fa parte del Club dei borghi più belli d’Italia.

 

                                                             “”a maronna e’ l’arc:
                         una visita in forma spettacolo,tra arte, fede e tradizione presso il
                               santuario della madonna dell’arco e al museo degli ex voto
                           SULLE TRACCE DEI “FUJENTI” DI MADONNA DELL’ARCO
                   culto, simboli, rituali, canti e danze dei pellegrini di Madonna dell’Arco
                              a cura del laboratorio “Voci e Suoni della Memoria”

                                                                   diretto da    Giovanni D’Angelo  

 

CAMPANIA , regione dai mille volti…Furore…..sulla costiera amalfitana, l’altra faccia della costiera sconosciuta, 4 giorni all’insegna della Cultura e Arte e Archeologia, del Paesaggio della Buona Cucina!!

E poi la sublime Amalfi… Positano…, i borghi di Raito e Albori.

Ci sono luoghi il cui spazio fisico è  solo un punto di riferimento. Sembrano nati,e forse lo sono,per essere anzitutto luoghi dello spirito,porti franchi nei quali cercare approdo con quel carico di piccole eversioni e di infinite complicità che accompagna la vita di ognuno di noi.Furore è anzitutto questo,e la sua geografia lo conferma!

Il Fiordo con la sua irripetibile magia: il borgo intatto,un pugno di case aggrappate alla roccia,il mare che s’ingorga e spumeggia!!

 

Risultati immagini per FURORE


2 ottobre :Roma-Raito-Albori -Agerola-Furore

Ritrovo dei partecipanti  in luogo da stabilire e partenza in bus privato ,con sosta in autostrada lungo il percorso.Sosta a Roma per carico altri partecipanti.

N.B :  per coloro che arrivano da altre città d’Italia appuntamento e luogo da concordare sia presso stazioni ferroviarie che aeroporti o direttamente se arrivate con auto propria,in hotel.

Albori cosa vedere e cosa fare nel piccolo borgo | Volopiuhotel Blog

Sulle colline della Costiera Amalfitana

Per chi arriva da Salerno o dall’autostrada A3, la porta d’accesso al paradiso è Vietri sul Mare, capitale indiscussa della ceramica artistica. L’abitato della marina è dominato dalla cinquecentesca Cupola della Chiesa di San Giovanni Battista, rivestita da centinaia di “scandole”, maioliche a forma di pesce di tre colori: giallo, verde e azzurro. L’effetto iridescente delle maioliche non passa inosservato, nè da terra, nè da mare: fa, anzi, del tempio dedicato al Patrono il simbolo stesso di Vietri.

 

Vietri sul Mare: la città della ceramica | PaesiOnLine
Ma il vero biglietto da visita della città è rappresentato dal Palazzo della Ceramica Solimene, realizzato dall’architetto Paolo Soleri sul modello del Guggenheim Museum di New York. Aggrappata alla roccia, questa imponente costruzione, articolata su un corpo centrale di fabbrica e otto torrioni altissimi, e sede di una dei più antichi e prestigiosi opifici di ceramica dell’intera Italia meridionale, ha la facciata interamente ricoperta da tubuli cilindrici in cotto di colore rosso mattone e verde. L’impatto è semplicemete spettacolare. Non mancano le testimonianze storiche, artistiche e architettoniche di uno splendido passato. Della straordinaria Cupola della Colleggiata di San Giovanni Battista si è già detto. All’interno, il tempio custodisce una serie di pregevolissimi altari in ceramica riccamente decorati e preziosi dipinti di Andrea Sabatino, Francesco Solimena, Pietro De Rosa e Lorenzo Fiammingo. Felicissimo intreccio di stili, dal romanico, al rinascimentale al barocco, la chiesa è stata interessata da numerosi restauri. Tra la Cupola e l’alto campanile sorge Palazzo della Guardia, l’Arciconfraternita, che presenta un bellissimo pavimento in maiolica. Il palazzo è un esempio di quell’arte barocca testimoniata anche dai palazzi De Simone, Del Plato e Punzi.

Risultati immagini per Palazzo della Ceramica Solimene

Previsto  un pranzo nella natura, osservando dall’alto le spiagge all‘Agriturismo Il Cavaliere dei Conti‘: una splendida struttura che ha ristrutturato sapientemente un’antica torre saracena e permette di gustare gli agrumi e le verdure che sono la ricchezza della cucina locale, e ovvio anche un lauto pranzo con prodotti del territorio.

VIETRI E INCANTA

L’itinerario  prevederà la visita narrata al centro storico.

Durante il percorso i visitatori verranno allietati dall’interpretazione dell’attrice Elisabetta D’Acunzo, che traendo spunto dall’ambente fiabesco della cittadina, si esibirà in degli interventi teatrali ispirati alle più belle fiabe classiche della tradizione meridionale fondendole con quelle Europee.

 

Borghi d'Italia: Furore, in costiera amalfitana, il paese che non c'è

Arrivo  in hotel con vista mozzafiato sulla costiera e accoglienza e saluto di benvenuto agli ospiti ,sarà anche servito un aperitivo con stuzzichini  e formaggi dei Monti Lattari(il provolone del Monaco è un eccellenza) sulla terrazza dell’hotel.

A seguire cena e pernottamento in hotel.

3 ottobre:Agerola- Amalfi -Positano,gita in barca in costiera.

Dopo aver consumato la prima colazione nella terrazza dell’hotel,trasferimento ad  Amalfi con bus di linea Sit ,con le sue case bianche in pittoresco disordine sulle gradinate di un pendio,   visita guidata  del Duomo,il Chiostro del Paradiso.

Amalfi: descendit ex patribus romanorum – Inchiostro Virtuale

La visita continua tra i vicoli di Amalfi.

I 4 vicoli di Amalfi | JuzaPhoto

Pranzo  libero. Ci imbarchiamo su una barca privata,attrezzata con bagno,parte interna coperta,parte esterna per chi vuole prendere il sole ecc.ecc.,e costeggeremo tutta la costiera,ammirando appunto il panorama unico,da un altra posizione.

Escursione Positano e Costiera Amalfitana, Gita in barca Positano e Amalfi - Capitano Ago

Sosta al fiordo di Furore e altri punti interessanti della costiera.E attenti ai pirati…..

Furore, il paese abbandonato in Costiera Amalfitana | Artribune

ps chi vuole visitare il fiordo,potrà farlo via terra,in questa escursione non è prevista la discesa al fiordo.

Arrivo a Positano e  insieme alla vostra guida, effettueremo una  passeggiata per cogliere gli angoli più suggestivi di questo angolo meraviglioso di costa.Tempo libero per prendere il sole o fare il bagno,o fare shopping.Al termine rientro sempre in barca privata ad Amalfi,e da qui in bus  di linea trasferimento in hotel, cena  e pernottamento.

Costiera Amalfitana, 55 km di curve

Durante la cena saremo allietati dal caro Amico Davide con la sua chitarra e canzoni napoletane che ormai molti di Voi conoscono.

Domenica  : Furore- Santa Anastasia-Roma o altre città.

Terminata la prima colazione lasceremo il nostro hotel,con un po di nostalgia ,ma felici per avervi trascorso 3 bellissimi giorni che difficilmente dimenticherete,per avviarci sulla strada del ritorno a casa .Prima ancora una visita ESCLUSIVA DEI VIAGGI DI GIORGIO :

 

SANTUARIO DELLA MADONNA DELL'ARCOPomigliano Jazz in Campania | concerti, eventi e novità sul Festival

Visita narrata + pizza
L’itinerario mattutino partirà con un  narrato con una modalità nuova e suggestiva, protagonisti  miti e leggende che hanno popolato nell’immaginifico popolare. Il narratore ,regista e antropologo Giovanni D’Angelo condurrà il visitatore alla scoperta delle storie e degli aneddoti del Santuario della Madonna dell’Arco.Attraverso le leggende e le tradizioni più misteriose, ricche di aneddoti e collegamenti storici, vi condurrà alla scoperta del Santuario. Momenti questi di cultura e narrazione, che si chiuderanno con un luculliano pranzo. Assisterete all’ emozionante ed energica esibizione del “Laboratorio voci e suoni della memoria”. La compagnia teatrale, composta per quest’occasione da cantanti attori, ballerini e  musicisti, diretta dal Maestro Giovanni D’Angelo, regalerà intensi momenti musicali e recitati, narrando, con brani tratti dalla tradizione popolare partenopea, storie di cibo, alimenti, vino e piaceri della tavola.
Il Santuario di Madonna dell’Arco è uno dei maggiori luoghi italiani di culto connesso alla Religiosità Popolare. In esso si venera l’immagine della Vergine dal volto ferito (tra le più antiche fra le Madonne che sanguinano)alla quale vengono attribuiti molti miracoli relativi a guarigioni e fenomeni prodigiosi documentati.Nel giorno di “pasquetta” del Lunedì in Albis, Madonna dell’Arco è meta di oltre 100.000 pellegrini provenienti dalla sola Campania.Entrati nel santuario piangono, pregano, gridano, strisciano, implorano, imprecano, si gettano in ginocchio e avanzano fino all’altare. Lì, al cospetto della miracolosa icona, culmina un pellegrinaggio rituale iniziato il giorno dell’Epifania (6 gennaio).I devoti della Madonna dell’Arco sono i “fujenti”, detti anche “battenti”.

I Fujenti e il culto della Madonna dell'Arco - ècampania

La visita  prevede: visita al Santuario di Madonna dell’Arco a Sant’Anastasia (NA) e relativo Museo degli Ex Voto dove è custodita una delle più grandi collezione di ex voti del “mondo cristiano”.
Il Santuario ospita anche il Centro Studi di Religiosità Popolare. Accoglienza nel teatrino del plesso “Gregorio Rocco”, annesso al Santuario, nel quale si potrà assistere ad un seminario-spettacolo con    Proiezioni, musica, canti e danze dal vivo riguardante i seguenti aspetti   connessi a Madonna dell’Arco: le pratiche cultuali (culto mariano, culto agreste, ex voti, corporazioni, etc…) i simboli (vestiario, colori, stendardi, gestualità, etc…) i rituali (questua, processioni, carri votivi, etc…) i canti (preghiere, giaculatorie, canti popolari, etc…) le danze (tammurriata).

A MADONNA DELL'ARCO – Il Lunedì in Albis post pandemia: no alle bancarelle, accesso consentito solo alle associazioni di battenti accreditate – L'Ora Vesuviana

Pizza con bevande incluse.

La Tammurriata Nera", la storia e il significato della canzone

 

Al termine partenza per il rientro a  Roma  in bus,o alle proprie città in auto o treno o aereo  e  fine dei servizi!!




L’ANTICHISSIMA FESTA DEI FAUGNI DI ATRI

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L’Abruzzo non è soltanto la natura più integra dell’Appennino: questi ambienti intatti conservano anche luoghi di grandissimo interesse storico ed artistico e feste ed usanze particolarissime.  Questo tour Vi permetterà di visitare l’Abruzzo proprio in uno di questi periodi: splendidi panorami, colori vivi anche d’inverno, il fascino delle montagne più alte dell’Appennino che si specchiano nel “verde Adriatico selvaggio” cantato da D’Annunzio e luoghi e riti che risalgono all’affascinante periodo storico dell’incontro tra paganesimo e cristianesimo. Un tour per persone curiose e desiderose di vedere cose belle e di scoprire luoghi incantati, con una buona sistemazione alberghiera e ristoranti che propongono la cucina tipica del territorio.

      i 3 giorni di questo itinerario sono stati pensati per donare sempre una sensazione di scoperta e di avventura!


teramo-atri-cattedrale1° Giorno (7 Dicembre)

Roma- Moscufo-Loreto Aprutino-Atri

Ritrovo dei partecipanti ore 13.00 in luogo da stabilire e partenza  per l’entroterra pescarese dove, tra fertili campagne ammantate di olivi, si trovano caratteristici centri storici e bellissime chiese romaniche. Arrivo a Moscufo, dove sorge Santa Maria del Lago, chiesa romanica del XII secolo. All’interno si conserva un ambone policromo del 1159 (forse il più bello della regione, capolavoro indiscusso dell’arte medievale). Visita ad un oleificio dei dintorni, dove vengono molite esclusivamente le olive prodotte nella zona, per una degustazione guidata dell’olio DOP Aprutino–Pescarese. Arrivo a Loreto Aprutino, centro storico situato tra le colline e visita, nella campagna circostante, della chiesa duecentesca di Santa Maria in Piano. Pranzo in ristorante tipico ubicato nel centro storico del paese. Nel pomeriggio si giungerà in Abruzzo, e ci sistemerà nelle camere riservate in hotel 3 stelle ubicato ad Atri. Pomeriggio dedicato alla visita di Atri, tra le più belle ed importanti città rinascimentali abruzzesi che sorgevano sulla fascia costiera. Ricchissima di opere d’arte quali la Cattedrale dell’Assunta (monumento nazionale,che conserva uno splendido ciclo pittorico rinascimentale), il Palazzo Ducale degli Acquaviva, il Teatro Comunale e la chiesa degli Agostiniani. A seguire arrivo in hotel, cena e pernottamento.

 

2° Giorno (8 Dicembre)

Atri. 

Prima colazione e giornata dedicata alla visita di Atri, tra le più belle ed importanti città rinascimentali abruzzesi che sorgevano sulla fascia costiera. Ricchissima di opere d’arte quali la Cattedrale dell’Assunta (monumento nazionale,che conserva uno splendido ciclo pittorico rinascimentale), il Palazzo Ducale degli Acquaviva, il Teatro Comunale e la chiesa degli Agostiniani.

 Nella notte, ad Atri, si assisterà ad una delle cerimonie che, pur essendo state integrate nella festività cristiana dell’Immacolata, ha mantenuto più intatte le sue caratteristiche peculiari di festa pagana: i “faugni” (fauni ignis – i fuochi del fauno): la cittadina viene percorsa da un fiume di enormi fasci di canne fiammeggianti, portate dagli atriani fino alla piazza della Cattedrale, dove finiscono in un’enorme falò che raggiunge dimensioni impressionanti, mentre la folla intona un ritornello la cui musicalità ha origini antichissime. La cerimonia è una notevole sopravvivenza del culto, diffusissimo in Europa fin dalla preistoria, dei fuochi sacri che si levavano a scacciare le tenebre ed il gelo dell’inverno.

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 A seguire rientro in hotel, cena e pernottamento.

3° Giorno (9 Dicembre)

Atri-Civitella del Tronto-Roma

Prima colazione in hotel e rilascio delle camere. In mattinata partenza per Civitella del Tronto dominata da una delle fortezze più grandi d’Europa, posta in una spettacolare posizione panoramica, fatta edificare da Carlo V su una struttura preesistente e ultimo baluardo della resistenza borbonica contro i Savoia. Il paese è disteso su un colle ai piedi della fortezza ed ha mantenuto intatto il suo impianto urbanistico seicentesco. Al termine della visita partenza per il rientro .Fine dei servizi.




CINQUE TERRE E TIGULLIO, IL GOLFO DEI POETI

Cinque-Terre


POSSIBILITA’ DI PARTENZA DA TUTTA ITALIA  CON VOLI (O TRENI) DI AVVICINAMENTO SU GENOVA QUOTAZIONI SU RICHIESTA

Genova-Piazza_De_Ferrari-angolo1 GIORNO: ROMA-GENOVA

Ritrovo dei Sigg. partecipanti  a Roma in luogo e orario da stabilire e partenza in bus privato direzione di Genova.

Coloro che arrivano in treno o aereo da altre città, appuntamento sarà  a Genova, presso l’aeroporto o la stazione ferroviaria ad orario da concordare e inizio del giro orientativo in pullman passando davanti al palazzo di Andrea Doria e ai quartieri ottocenteschi con sosta in un punto panoramico per una visione completa della città dall’alto. Si prosegue con la visita  del Palazzo Ducale, antica residenza dei Dogi e Piazza San Matteo su cui si affacciano i palazzi e la Chiesa gentilizia della famiglia Doria. Nel pomeriggio visita alla Cattedrale di San Lorenzo, e attraverso i tipici “carrugi” genovesi si arriva all’aristocratica Via Garibaldi quartiere elitario delle grandi famiglie nobili della Repubblica Marinara. Si prosegue attraverso i “carrugi” visitando l’esterno del Palazzo Spinola, prestigiosa residenza patrizia, attualmente museo, e si percorre Via del Campo, resa famosa dalle canzoni di Fabrizio De Andrè, fiancheggiata dal maestoso Palazzo dei Cybo, famiglia del Papa Innocenzo VIII. Arrivo nei pressi dell’Acquario e tempo libero  per eventuale visita o passeggiare lungo le stradine del borgo. Incontro con il pullman, trasferimento in hotel a Chiavari o Lavagna, cena e pernottamento.

2 GIORNO: CINQUE TERRE

Prima colazione in hotel e trasferimento a La Spezia, per l’imbarco sul traghetto  e partenza per le Cinque Terre: si ammira dal mare la costa pittoresca e il ripido pendio modellato con tenacia dall’uomo per ricavare sul fianco scosceso della montagna i terrazzamenti coltivati a vigneto per la produzione del celebre vino Cinque Terre D.O.C. e del prezioso passito chiamato Schiachetr. Si costeggiano dal mare i paesini di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e infine si arriva a Monterosso il borgo più grande . Visita di questa caratteristica località e degustazione libera del vino locale in enoteca. Pranzo in ristorante con specialità marinare. Partenza da Monterosso Mare in treno per Vernazza e sosta per la visita. Rientro in treno e da qui in bus sino a Chiavari o Lavagna ,cena e pernottamento in hotel.

Cinque-Terre

3 GIORNO: TIGULLIO

Prima colazione in hotel e trasferimento a Rapallo, celebre località climatica del Golfo del Tigullio. Imbarco sul battello delle ore 9:00 per San Fruttuoso, suggestiva insenatura tra la cui vegetazione incastonata la medioevale Abbazia benedettina restaurata recentemente a cura del FAI. (Fondo per l’Ambiente Italiano). Arrivo e visita dell’abbazia. Partenza per Portofino e visita della celebre città mondana. Rientro via mare a Santa Margherita, località famosa per l’eleganza dei suoi alberghi, per la verde passeggiata a mare e per le tipiche case liguri con le facciate dipinte in teneri colori pastello. Pranzo in ristorante e visita del borgo. Rientro in hotel per un poco di tempo libero per riposarsi e rinfrescarsi. Trasferimento a Moneglia per cena in LOCATION  DI LUSSO ESCLUSIVA DEI VIAGGI DI GIORGIO

Pernottamento in Hotel.

4 GIORNO:  -CHIAVARI – ROMA  o altre città

Prima colazione in hotel  Si percorre il tratto molto panoramico della Statale n”1 Aurelia tra Rapallo e Chiavari .Sosta per la visita del piccolo e suggestivo Santuario della Madonna delle Grazie, immerso nel verde da cui si gode il panorama del Promontorio di Portofino. Attraverso l’elegante e laboriosa cittadina di Chiavari e Lavagna, antico centro dell’ardesia, si giunge a San Salvatore dei Fieschi, nucleo di origine di una delle pi importanti famiglie della Liguria. Si visita la splendida Basilica, gioiello dell’architettura romanico-gotica-ligure, voluta da due importantissimi Papi della famiglia Fieschi, Innocenzo IV e Adriano V.  Nel pomeriggio partenza per Roma.Chi deve proseguire per altre città verranno condotti alla stazione di Chiavari per  prendere treni diretti in tutta Italia,o aereoporto,Genova o Pisa(chiedeteci informazioni)dove i partecipanti saranno accompagnati in aeroporto e/o stazione per prendere i mezzi di trasporto per il ritorno ai luoghi di origine. FINE DEI SERVIZI




Festa dei serpenti a Cocullo

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Visita di Bominaco ( la Capella Sistina d’Abruzzo)4018OP6817


Cocullo-1Ritrovo dei partecipanti in luogo e ora da definire (sono previsti 2 luoghi di salita) e partenza in bus
privato per Cucullo. Al mattino si assiste alla pittoresca processione dei “serpari”, conosciuta anche
come la più pagana fra i riti cristiani, meglio descritta in presentazione.
Il primo di maggio a Cocullo, nell’aquilano, si festeggia San Domenico e, come per altre usanze in
cui il rito pagano si intreccia con la devozione cristiana, così accade anche in questa occasione, in
cui la devozione per San Domenico, protettore dal morso dei serpenti, si intreccia con il rito arcaico
dei “serpari”, manipolatori dei serpenti, nel suggestivo quanto unico Rito dei Serpari. Prima della
processione sono questi uomini a mostrare i serpenti ai visitatori, permettendo loro di toccarli e
maneggiarli, mentre si intonano canti popolari per le vie del paesino. Pranzo in ristorante locale.

Nel tardo pomeriggio visita di Bominaco, piccolo centro dell’Abruzzo Aquilano, importante per l’Abbazia di S. Maria Assunta e l’oratorio di S. Pellegrino uno dei maggiori complessi artistici dell’Abruzzo. La cappella è stata definita: la Cappella Sistina d’Abruzzo.
l’Abbaziale di S. Maria Assunta massima espressione dell’architettura romanica abruzzese risalente al XII sec. All’interno la chiesa custodisce arredi liturgici di notevole importanza: L’ambone in pietra del 1180 nella tipica forma a cassa quadrilatera poggiato su quattro colonne dai ricchissimi capitelli , l’altare e il ciborio datati 1223, il cero pasquale sorretto dal leoncino stiloforo.
L’Oratorio di San Pellegrino, ricostruito nel 1263 per iniziativa dell’Abate Teodino che ne fa risalire la costruzione a Carlo Magno secondo quando si legge in due iscrizioni. L’interno con volta ogivale è completamente rivestito da affreschi che costituiscono uno dei più importanti cicli della pittura italiana . Furono eseguiti da tre pittori ancora legati ai modi bizantini ma aggiornati ai nuovi modi provenienti d’oltralpe che raccontano scene della vita di Gesù: Importante il Calendario Bominacense con i dodici mesi dell’anno, i segni zodiacali e gli influssi lunari utilizzato dai monaci Benedettini per il lavoro e la preghiera. Al termine partenza per il rientro a Roma previsto in serata e fine dei servizi.




FESTA DI S. EFISIO – CAGLIARI

LA FESTA

Ogni anno, dal primo al quattro di maggio, la festa di Sant’Efisio riunisce i fedeli, gli abiti tradizionali e i colori di tutta la Sardegna in una processione commovente e grandiosa. Parte dalle stradine di Stampace, nel centro di Cagliari, gremite di folla e trasformate in un tappeto di petali di fiori, per arrivare alla spiaggia di Nora e quindi tornare alla chiesetta da cui è partita. È un lunghissimo pellegrinaggio con migliaia di devoti venuti da ogni parte dell’Isola, che sfilano a piedi, a cavallo o sulle tracas, i carri trainati dai buoi e ornati di fiori e frutta. Non è solo la più grande manifestazione
religiosa, della cultura e dell’identità della Sardegna: è soprattutto una Promessa solenne fatta l’11 luglio 1652 dalla città al suo protettore.
Da allora è sempre stata onorata, ogni primavera, per più di 350 anni, con profonda devozione e gratitudine sincera.

LA STORIA

Nel 1652 in Sardegna infuriava la peste. Le autorità cittadine chiesero aiuto con un Voto solenne a Sant’Efisio martire. Era un militare romano che, appena prima di essere giustiziato per la sua fede, aveva promesso di proteggere per sempre Cagliari e i suoi cittadini. Con il Voto, la città si impegnava a portare ogni anno la statua del Santo in processione, dal luogo in cui Sant’Efisio era stato incarcerato, nel quartiere di Stampace, fino alla spiaggia di Nora, a occidente sul golfo, dove aveva subìto il martirio. La peste finì. Da allora Cagliari ogni anno scioglie il suo Voto. Dall’anno della peste il Santo è stato invocato molte volte e, nella salvezza, i cittadini di Cagliari hanno sempre visto il suo intervento. Perché Sant’Efisio e la città sono legati indissolubilmente: dall’amore, dalla venerazione e dalle reciproche promesse, intrecciate e rispettate da secoli.

1° Giorno: Roma – Cagliari

Incontro dei partecipanti presso l’ aeroporto di Roma Fiumicino e partenza per CAGLIARI.

Scorci di quartieri storici con vista sul mare, vie dello shopping e terrazze panoramiche, tra cui l’inimitabile bastione di Santa Croce, dove trascorrere romantiche serate dopo tramonti infuocati. Cagliari è la città principale e più popolosa dell’Isola, al centro di un’area metropolitana di 430 mila abitanti. Custodisce nei quattro quartieri storici vicende millenarie che vanno dalla preistoria al governo sabaudo. Il quartiere Castello sorge sul colle più alto, caratterizzato da antichi bastioni, oggi terrazze in cui si anima la movida, e da pittoresche stradine su cui si affacciano dimore nobiliari: Palazzo Regio e Palazzo di Città, oltre alla cattedrale di santa Maria. Di grande fascino sono le torri medievali di ingresso al castello, dell’Elefante e di san PancrazioVillanova è collegata a Castello dalla scalinata del bastione di saint Remy: ogni anno a Pasqua nel quartiere si respira un’aria di appassionata devozione durante la Settimana Santa, tutto l’anno, invece, ti accoglie nelle sue eleganti boutique e fra i suoi tesori: chiostro di san Domenicochiesa di san Saturnino e basilica di Nostra Signora di Bonaria, tempio cristiano della Sardegna.

 

Ai piedi del Castello scenderai alla Marina, che ti rimarrà impressa per gli splendidi edifici e i portici di via Roma, compreso il Palazzo Civico. Nata per accogliere pescatori e mercanti, è simbolo di una città multietnica. Nel quartiere troverai la chiesa di sant’Eulalia, con preziosi resti di epoca romana. Mentre l’altro quartiere storico di Stampace si colora ogni primo maggio per la Festa di sant’Efisio, appuntamento atteso da tutta l’Isola. Tra le sue strette stradine c’è la chiesa barocca di sant’Anna. A pochi passi dal centro storico, non perdere l’Anfiteatro, una delle maggiori testimonianze romane della Sardegna, e l’Orto Botanico, oasi verde nel centro città. Fuori dal centro città, ammirerai castello di san Michele e Tuvixeddu, la più grande necropoli fenicio-punica del Mediterraneo (VI-III secolo a.C.). Alla fine del tour culturale, potrai immergerti nelle mille attrazioni naturalistiche: la laguna di Cagliari, il parco di Molentargius-Saline, da percorrere in mountain bike osservando il volo dei fenicotteri rosa, e il mare. Fai un tuffo al Poetto, spiaggia cittadina di morbida sabbia lunga otto chilometri fiancheggiati da percorso pedonale e pista ciclabile. Splendida anche di notte, quando rivela il suo lato glamour. Dal Poetto puoi partire in escursione verso Calamosca e la Sella del diavolo. Infine gusta le prelibatezze: gli spaghetti con bottarga e carciofi, la burrida, a base di gattuccio di mare e noci, e la fregula con cocciula, palline di semola con le vongole.

 

 

Nel pomeriggio visita al Museo Archeologico

Si trova nell’antico quartiere di Castello, all’interno della Cittadella dei Musei realizzata tra il 1956 e il 1979 con il recupero del regio Arsenale e delle mura medievali su progetto degli architetti Libero Cecchini e Piero Gazzola.

È il più importante museo archeologico della Sardegna con oltre 4000 oggetti che raccontano una storia lunga quasi 7000 anni, dalla Preistoria all’Alto Medioevo, dalle dee madri neolitiche ai bronzi nuragici, dai gioielli fenici e punici alla statuaria romana per arrivare agli oggetti di culto di epoca bizantina.

Visita alla Pinacoteca Nazionale

 

situata all’interno del complesso museale della Cittadella dei Musei, nasce sulla preesistente struttura del Regio Arsenale.

Dopo essere stata ospitata fin dalla fine dell’Ottocento nel Palazzo delle Seziate nella vicina Piazza Indipendenza e, per più di un secolo, chiusa al pubblico, ha trovato la sua definitiva collocazione nell’attuale sede inaugurata nel 1992.

Dal punto di vista architettonico l’edificio rappresenta un interessante connubio tra le antiche mura spagnole, progettate da Rocco Capellino ed ampliate da Giorgio e Jacopo Palearo nel XVI secolo, e l’attuale assetto razionalista moderno che perfettamente si inserisce all’interno dello suggestivo quartiere medievale di “Castello”.

La sua felice ubicazione offre al visitatore un’incantevole veduta panoramica della città di Cagliari.

Il primo nucleo della collezione pittorica si formò nel XIX secolo quando, a seguito della soppressione degli enti ecclesiastici nel 1866 e della distruzione nel 1875 della chiesa cagliaritana di S. Francesco di Stampace, confluirono nel patrimonio dello Stato numerosi dipinti. All’inizio del Novecento nuove acquisizioni e donazioni hanno arricchito la Pinacoteca di una interessante e bella collezione etnografica (tessuti, splendidi gioielli sardi, arredi, ceramiche e armi), che viene esposta a rotazione. Dal 1919, inoltre, fa parte della collezione uno straordinario acquamanile a forma di volatile, realizzato nel XII secolo da un artista di cultura bizantina, raro pezzo di scultura bronzea simile, per fattura e decorazione, all’esemplare “gemello” del Museo del Louvre.

Cena e pernottamento.

 

2° Giorno: Processione Sant’Efisio

Dopo la prima colazione, partecipazione alla processione in onore di S. Efisio.

 

LA PROCESSIONE:

Per tutto l’anno ci si prepara alla festa. In ogni paese della Sardegna i devoti dedicano ogni cura agli abiti tradizionali, spesso antichi e preziosi,
tramandati per generazioni. Cavalli e cavalieri si esercitano a sfilare in parata, i conducenti preparano i giganteschi e pazienti buoi alla fatica di trainare le tracas, i carri decorati di fiori che precederanno il cocchio dorato del Santo. La mattina del primo di maggio la carrozza esce nella piazzetta, dove lo aspettano, con le corna adorne di pannocchie di fiori, i due buoi scelti per trainarlo. Le strade sono coperte dall’arramadura: un coloratissimo e profumato tappeto di petali ed essenze odorose. Tutta la processione prepara il passaggio di Sant’Efisio: prima di lui sfilano i fedeli in abito tradizionale, le tracas, le confraternite religiose, i miliziani a cavallo con le antiche divise dalla giubba rossa.

 

 

Cavalcando in frac e cilindro accompagna il Santo anche l’Alter Nos: colui che è delegato a rappresentare il sindaco e tutta la città. Davanti al
Municipio Sant’Efisio si ferma a ricevere l’omaggio della comunità, mentre suonano a festa le campane delle chiese e le sirene delle navi in porto.
È forse il momento più suggestivo, quello in cui è tangibile la profonda partecipazione che accompagna questa giornata, ma è solo l’inizio del lungo
pellegrinaggio fino alla spiaggia di Nora. Il Santo passa in un cocchio più semplice, quindi fa tappa per la notte e arriva al luogo del suo martirio solo il
giorno successivo. Lo aspettano due giorni di celebrazioni, poi il lungo ritorno.
Il quattro di maggio il rientro in città nella notte, insieme ai miliziani e ai tantissimi fedeli, è emozionante come un sogno.

Cena e pernottamento.

 

3° Giorno: Sant’Antioco

Trasferimento a SANT’ANTIOCO che si affaccia nel bellissimo Golfo di Palmas.

Sant’Antioco è l’isola del sulcis situata a sud ovest della Sardegna. Vanta un mare incontaminato, paesaggi di altissimo livello. Ideale per le vacanze estive e non solo. Molti luoghi di interesse storico e paesaggistico ne fanno una meta ideale per chi ami la bellezza e la natura.

Porticciolo, case colorate e ristoranti che inebriano l’aria di invitanti profumi: è l’anima di mare di Sant’Antioco. La rinomata cittadina dell’arcipelago del Sulcis, popolata da undicimila residenti e decine di migliaia di visitatori in estate, è il centro principale della maggiore isola della Sardegna, cui è collegata da un istmo artificiale, costruito forse dai punici e perfezionato dai romani. In origine fu Sulky, fondata dai fenici, poi conquistata dai cartaginesi. Ne rimangono tophet e necropoli (V-III secolo a.C.) che occupa l’intero colle della basilica e su cui sorsero la necropoli romana e poi un cimitero di catacombe, unico in Sardegna.

Il nome di isola e città deriva dal patrono della Sardegna, martire africano esiliato nell’Isola, cui è dedicata la basilica di sant’Antioco.

Le coste, alte e frastagliate a sud con falesie di trachite scura, più sabbiose a nord, hanno fondali ideali per immersioni.

 

Visita guidata al Museo Etnografico 

 

 

L’esposizione del museo ETNOGRAFICO è articolata in due ambienti, una parte coperta “su magasinu” e un grande cortile, tipica del Sulcis.
L’ambiente al coperto ripropone la tipologia del classico “medau” sulcitano, all’interno del quale trovano posto gli attrezzi per lo svolgimento dei vari lavori divisi in sezioni.
Molto interessante la sezione casearia, con gli utensili necessari alla raccolta del latte e alla successiva trasformazione in formaggio;
da apprezzare la sezione riservata alla panificazione, che viene presentata nelle sue diverse e complesse fasi, ponendo così in evidenza la centralità del ruolo della donna nella società agropastorale.
Segue la sezione degli attrezzi ad uso agricolo che testimonia la vocazione cerealicola sulcitana;
un cenno a parte merita la sezione dedicata al lavoro della vite, con gli attrezzi necessari alla potatura, al trattamento antiparassitario, alla raccolta dell’uva, alle diverse fasi della vinificazione.
Altro importante angolo del Museo Etnografico è quello dedicato alla palma nana (Chamaerops humilis) e a tutte le fasi della sua lavorazione. Sono infatti esposte scope, corde, borse, pennelli, vari tipi di intrecci. Dalle foglie essiccate di tale pianta si ottenevano tutti questi oggetti.
Di eccezionale importanza il settore riservato al raro bisso marino, conosciuto anche come “seta di mare”, ed alla PINNA NOBILIS, il grosso bivalve dal quale veniva appunto ricavato il bisso. Dalle notizie riportate nella Bibbia sino alla scuola di tessitura di Italo Diana che negli anni 30 del Novecento ridiede vigore ad un’attività artigianale in quegli anni sopravvissuta nelle famiglie Antiochensi.
All’esterno, sotto la “lolla”, si trovano gli attrezzi relativi ai mestieri collaterali, quali il bottaio (su buttaiu), il falegname (su maistu ‘e linna), il fabbro (su ferreri).

 

 

Visita al villaggio ipogeo

Il Villaggio ipogeo è una sezione della necropoli punica di Sulky, antico nome fenicio – punico di Sant’Antioco. A partire dal Settecento, con il ripopolamento dell’isola di Sant’Antioco, numerose tombe puniche furono utilizzate come abitazioni ( is gruttas) dalle classi più povere del paese ( is gruttaius) .

         

Tra le necropoli di eta’ punica in Sardegna, attualmente quella di Sulcis, e’ la piu’ importante per la vastita’ dell’impianto funerario, per la complessita’ architettonica e per i reperti archeologici rinvenuti nelle tombe durante gli scavi. La sezione attualmente visibile e’ stata utilizzata tra la fine del VI e la fine del III sec. a.C. cioe’ durante il periodo che corrisponde alla conquista cartaginese della Sardegna. L’estensione originaria della necropoli era di oltre sei ettari e considerando che in media ogni tomba occupava quaranta metri quadrati si puo’ valutare che il numero di ipogei fosse di circa millecinquecento.

 

È il motivo per cui gli antiochensi erano definiti gruttaiusu (grottai): come Cagliari, Matera e altre città con tombe ipogee scavate nel tufo (generalmente tra il VI e il III sec. a. C.), anche a Sant’Antioco le famiglie meno abbienti si erano ricavate un’umile dimora all’interno delle grotte, dalla fine del ‘700 fino agli anni ’70 del ‘900. Oggi all’interno di alcune di queste è possibile vedere com’erano arredate.

 

 

 

Visita al fortino sabaudo

Il forte sabaudo, conosciuto anche col nome di “guardia de su Pisu” oppure “il castello” domina da una collina alta 60 mt. l’abitato di Sant’Antioco, e’ una piccola costruzione di 270 mq., edificato nel 1812, su una preesistente struttura punica, a protezione della cittadina dalle incursioni barbaresche, una garitta a piu’ feritoie controllava l’ingresso e permetteva il controllo di un vasto tratto di mare. Nel 1815, in occasione dell’ultima incursione in Sardegna dei pirati tunisini, fu teatro di una sanguinosa battaglia, in seguito alla quale il comandante della guarnigione, Efisio Melis Alagna, dopo una valorosa ed eroica resistenza fu ucciso dai barbareschi. Almeno cinque abitanti di Sant’Antioco furono fatti prigionieri e portati a Tunisi in attesa del riscatto.

Qui accadde un fatto di importanza Europea, a seguito del quale cessarono le incursioni navali dei pirati barbareschi in tutto il Mediterraneo e cessò quindi la vendita di schiavi di pelle bianca

Visita alla basilica e catacombe di Sant’Antioco,

 

 

La chiesa è dedicata a Sant’Antioco Martire, patrono dell’isola e dell’intera Sardegna.
Un’antica tradizione ritiene che fosse un medico originario della Mauretania, corrispondente alle attuali Algeria e Marocco, vissuto all’epoca dell’imperatore Adriano, educato alla fede cristiana dalla madre, Santa Rosa.

 

Le catacombe sulcitane, uniche in Sardegna, hanno riutilizzato preesistenti ipogei punici, collegandoli fra loro per creare un cimitero comunitario, secondo la prassi cristiana.
Sono attestate tutte le tipologie sepolcrali tipiche dei cimiteri ipogei dell’epoca antica.
I defunti erano deposti in semplici loculi, o in fosse terragne (formae), cassoni in pietra, ma anche in arcosoli. Una tomba “a baldacchino” è nell’ambiente denominato “camera del santo”, forse proprio la spelonca in cui Antioco sarebbe spirato. Si conserva una pietra che la tradizione popolare chiama “cuscino del santo”.

 

 

Nel pomeriggio visita al museo archeologico e area Tophet

Il museo conserva ed espone al suo interno un’ampia gamma di reperti provenienti dall’isola di Sant’Antioco.


Gran parte della collezione si riferisce all’importante insediamento urbano sorto sulle sponde orientali dell’isola al principio dell’VIII sec. a.C. e conosciuto con il nome di Sulky o Sulci, caposaldo portuale del distretto territoriale della Sardegna sud-occidentale che, insieme al comparto metallifero dell’Iglesiente, costituisce la sub-regione del Sulcis-Iglesiente.

Il percorso museale segue un criterio topografico e cronologico incentrato sulle tre componenti principali dell’insediamento urbano sin dalle sue origini: l’abitato, le necropoli e il tofet.

All’estremità settentrionale della cittadina di Sant’Antioco, in posizione periferica rispetto all’abitato fenicio, si trova il tofet, una particolare tipologia di santuario cittadino di matrice culturale fenicia. La località conserva ancora oggi il nome di “Sa guardia ‘e is pingiadas” (la guardia delle pentole), reminiscenza popolare della presenza di numerosi contenitori in ceramica che spesso emergevano nella zona. Il termine tofet viene comunemente utilizzato per identificare una particolare tipologia di santuario diffusa nelle città fenicie e puniche del Mediterraneo centrale. Il tofet è un’area sacra a cielo aperto, posta in posizione periferica rispetto all’abitato e dotata di recinti, altari o sacelli.

Sulla roccia naturale o sul terreno venivano deposte le urne contenenti le ceneri di bambini mai nati o deceduti prematuramente, i quali venivano cremati e spesso accompagnati da un’offerta funeraria, perlopiù agnelli e volatili anch’essi incinerati. Il tofet costituiva un’area sacra e funeraria dedicata a coloro che non possedevano ancora un’identità sociale definita e pertanto venivano riconsegnati alla divinità poiché bisognosi di particolari protezioni e rituali. In una fase avanzata della vita del santuario iniziarono ad essere deposti, accanto alle urne, alcuni votivi litici: le stele.

 

 

 

a seguire tour dell’isola e visita al complesso nuragico di “Grutt’i acqua”: imponente complesso nuragico abbarbicato su un’altura che domina l’ampia e fertile pianura, sono visibili crolli di capanne dell’antico villaggio, mentre poco a valle si trova l’antica vena sorgiva, racchiusa in un tempio a pozzo dove in particolari occasioni venivano celebrati i riti sacri. Immerso in una lussureggiante vegetazione dove sono presenti tutte le specie appartenenti alla macchia mediterranea. Poco distante, verso la località denominata “SU NIU ‘E SU CROBU” e’ possibile ammirare una delle varie “tombe dei giganti” presenti nell’isola di Sant’Antioco. Questa conserva ancora integro lo sviluppo planimetrico, riproducente il classico impianto a protome taurina, tipico della cultura nuragica.

Cena e pernottamento.

4° giorno

Prima colazione in Hotel

visita a BARUMINI del complesso nuragico e  del polo museale “Casa Zapata”, una meravigliosa e complessa residenza fatta erigere dall’antica e nobile famiglia aragonese degli Zapata a partire dalla fine del XVI secolo. I membri di questa famiglia giunsero in Sardegna nel 1323 al seguito dell’Infante Alfonso che si preparava alla conquista dell’isola, si stabilirono, quindi, a Cagliari (una delle Città Reali) e nel 1541 acquistarono la Baronia di Las Plassas, Barumini e Villanovafranca, divenendone signori e poi baroni, e arrivando ad amministrarla fino alla soppressione del regime feudale. Tra i diversi edifici che costituiscono la residenza si distinguono: uno splendido palazzo, con elegante giardino annesso, Sede Baronale e dimora del feudatario, e altri due corpi murari di pertinenza agricola, utilizzati come magazzini, stalle e casa del fattore aperti su una grande corte che consentiva il libero movimento di uomini, merci e animali. Innanzi a “Casa Zapata” è ubicata la Parrocchia della Beata Vergine Immacolata, la cui costruzione fu probabilmente commissionata dalla stessa nobile famiglia aragonese.
Oggi la residenza spagnola è sede del cosiddetto Polo Museale “Casa Zapata”.

 

 

 

 

 

 

Nel pomeriggio visita a LACONI del castello medievale nel parco Aymerich

Tra piante esotiche e l’incanto della flora locale, il Castello Aymerich a Laconi è immerso nel parco naturalistico che porta lo stesso nome.

Si tratta di un angolo naturale raro in Sardegna, una regione temprata dal sole, dove solo pochi paesi possono vantare abbondanza d’acqua in ogni periodo dell’anno.

Il Castello Aymerich sorge su un tacco calcareo di circa 500 metri che apparteneva al territorio giudicale di Arborea. In questo periodo storico, il borgo aveva ancora il nome di Villa de Lacon, in omaggio alla famiglia nobile che qui aveva numerose terre e interessi economici.

 

 

Al termine della visita trasferimento in aeroporto e fine dei servizi.

 

 

La quota comprende:

  • Sistemazione in Hotel 3*** in camera doppia
  • Volo andata e ritorno  in classe economica con franchigia bagaglio kg. 20
  • Trasferimento in BUS GT per tutta la durata del viaggio.
  • Guida-accompagnatore  locale per tutta la durata del viaggio
  • Ingressi ed entrate ai siti e monumenti previsti in programma
  •  Cene come da programma
  • Assicurazione medico bagaglio

La quota non comprende:

  • Tasse  aeroportuali soggette a riconferma sino emissione dei biglietti aerei 50,00.
  • Biglietto per sfilata S. Efisio Euro 20.00.
  • Pasti non menzionati
  • Extras di carattere personale ed escursioni facoltative
  • Mance per guida, autista, camerieri
  • Tutto quanto non espressamente incluso nella quota comprende
  • NB tariffa voli non garantita sino effettiva prenotazione

 




Furore Vietri e……non solo

scorcio

TRA ALTA GASTRONOMIA  E ITINERARI INSOLITI

 

CAMPANIA , regione dai mille volti…Furore…..sulla costiera amalfitana, l’altra faccia della costiera sconosciuta, 3 giorni all’insegna della Cultura e Arte e Archeologia, del Paesaggio della Buona Cucina

“”a maronna e’ l’arc:
una visita in forma spettacolo,tra arte, fede e tradizione presso il
santuario della madonna dell’arco e al museo degli ex voto
SULLE TRACCE DEI “FUJENTI” DI MADONNA DELL’ARCO
culto, simboli, rituali, canti e danze dei pellegrini di Madonna dell’Arco
a cura del laboratorio “Voci e Suoni della Memoria”

  diretto da    Giovanni D’Angelo  

 

                                                                                  

 

IL TOUR PUO’ ESSERE ABBINATO AL TOUR DI PROCIDA DEL 09 SETTEMBRE

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1° Giorno :  Roma-Vietri-Furore/Agerola

Ritrovo dei partecipanti alle ore 08.00 in luogo da stabilire e partenza in bus privato ,con sosta in autostrada lungo il percorso.
Ps. per coloro che arrivano da altre città d’Italia appuntamento e luogo da concordare sia presso stazioni ferroviarie che aereoporti o direttamente se arrivate con auto propria, in agriturismo.
Questa volta invece ho deciso (sapete che non ripeto mai o stesso tour e infatti Furore è  un tour in cui i posti si esauriscono in brevissimo tempo..) di portarvi alla scoperta  dei paesini arroccati tra le montagne e le colline della Costiera, trascorrendo una giornata tra le mete meno battute della Costiera, lontano dagli itinerari che vengono presi d’assalto dai turisti. All’arrivo è previsto  un pranzo nella natura, osservando dall’alto le spiagge all‘Agriturismo Il Cavaliere dei Conti‘: una splendida struttura che ha ristrutturato sapientemente un’antica torre saracena e permette di gustare gli agrumi e le verdure che sono la ricchezza della cucina locale, e ovvio anche un lauto pranzo con prodotti del terra .

SULLE COLLINE DELLA COSTIERA AMALFITANA

Per chi arriva da Salerno o dall’autostrada A3, la porta d’accesso al paradiso è Vietri sul Mare, capitale indiscussa della ceramica artistica. L’abitato della marina è dominato dalla cinquecentesca Cupola della Chiesa di San Giovanni Battista, rivestita da centinaia di “scandole”, maioliche a forma di pesce di tre colori: giallo, verde e azzurro. L’effetto iridescente delle maioliche non passa inosservato, nè da terra, nè da mare: fa, anzi, del tempio dedicato al Patrono il simbolo stesso di Vietri.

Ma il vero biglietto da visita della città è rappresentato dal Palazzo della Ceramica Solimene, realizzato dall’architetto Paolo Soleri sul modello del Guggenheim Museum di New York. Aggrappata alla roccia, questa imponente costruzione, articolata su un corpo centrale di fabbrica e otto torrioni altissimi, e sede di una dei più antichi e prestigiosi opifici di ceramica dell’intera Italia meridionale, ha la facciata interamente ricoperta da tubuli cilindrici in cotto di colore rosso mattone e verde. L’impatto è semplicemete spettacolare. Non mancano le testimonianze storiche, artistiche e architettoniche di uno splendido passato. Della straordinaria Cupola della Colleggiata di San Giovanni Battista si è già detto. All’interno, il tempio custodisce una serie di pregevolissimi altari in ceramica riccamente decorati e preziosi dipinti di Andrea Sabatino, Francesco Solimena, Pietro De Rosa e Lorenzo Fiammingo. Felicissimo intreccio di stili, dal romanico, al rinascimentale al barocco, la chiesa è stata interessata da numerosi restauri. Tra la Cupola e l’alto campanile sorge Palazzo della Guardia, l’Arciconfraternita, che presenta un bellissimo pavimento in maiolica. Il palazzo è un esempio di quell’arte barocca testimoniata anche dai palazzi De Simone, Del Plato e Punzi.

Arrivo ad Agerola   in hotel (vista mozzafiato) e accoglienza e saluto di benvenuto agli ospiti ,sarà anche servito un aperitivo con stuzzichini  e formaggi dei Monti Lattari(il provolone del Monaco è un eccellenza) sulla terrazza dell’hotel. Cena e pernottamento in hotel.

2° Giorno:  Agerola-Amalfi -Minori -Positano

Dopo aver consumato la prima colazione nella terrazza dell’hotel con vista incredibile sulla costiera, trasferimento ad  Amalfi con le sue case bianche in pittoresco disordine sulle gradinate di un pendio, con il suo Duomo,il Chiostro del Paradiso,e si  effettuerà la visita guidata al centro storico.Al termine si prosegue per Minori,dove vista ormai l’ora avremo un languorino allo stomaco e quindi :degustazione presso la famosa pasticceria De Riso del dolce tipico della costiera.Al termine riprendiamo il nostro percorso culturale-archeologico in questo caso con la visita guidata alla Villa romana di Minori e l’Antiquarium. La villa sorgeva in un’insenatura della costiera amalfitana, nel punto in cui il torrente Regina Minor sfocia a mare. Questo tratto di costa, ricco d’insenature e approdi naturali, era in età imperiale uno dei luoghi preferiti dall’aristocrazia romana che qui fece costruire le proprie residenze, come attestano i ritrovamenti di Vietri, Amalfi, Positano e Li Galli. Essa rispecchia la tipologia della villa maritima strutturata su due piani, con ambienti di rappresentanza nell’area ovest e ambienti termali nell’area est. Di alcuni ambienti si conserva la decorazione pittorica in III stile e quella in stucco delle volte: essi sono disposti intorno a una vasta sala tricliniare con ninfeo (circa 70 mq), con volta decorata a stucco con motivo a cassettoni e motivi geometrici e resti di affreschi in IV stile, e con splendidi mosaici pavimentali. La sala si apre verso il mare nel lato sud, dove si trova un viridarium, cioè un giardino, al centro del quale è una piscina di circa 12 m × 7 m. L’Antiquarium, accanto alla villa, raccoglie i materiali provenienti dagli scavi della villa stessa, suddivisi per classi di appartenenza.

MINORI INCANTA

Visita narrata con letture teatrali

Durante il percorso i visitatori verranno allietati dall’interpretazione dell’attrice Elisabetta D’Acunzo, che traendo spunto dall’ambente fiabesco della cittadina, si esibirà in degli interventi teatrali ispirati alle più belle fiabe classiche della tradizione meridionale fondendole con quelle Europee.

Al termine imbarco sulla motonave privata per Positano, navigando lungo  la bellissima ed unica costiera amalfitana,che vista dal mare ne coglierete l’aspetto migliore.Saranno effettuate soste lungo il percorso per ammirare gli scorci più suggestivi ,come il Fiordo di Furore.              Arrivati a Positano tempo libero per passeggiare in questa perla della costa .Pranzo libero.

Tardo pomeriggio rientro via mare sempre ad Amalfi cosi da poter ammirare sotto un’altra luce,la costiera nel suo incredibile insieme di case e casette arroccate sulla roccia.

Quindi trasferimento in hotel per la cena degustazione. Durante la cena saremo allietati dal caro Amico Davide con la sua chitarra e canzoni napoletane che ormai molti di Voi conoscono.

3° Giorno: Furore- Santa Anastasia-Roma o altre città.

Terminata la prima colazione lasceremo il nostro hotel, con un pò di nostalgia ,ma felici per avervi trascorso 3 bellissimi giorni che difficilmente dimenticherete, per avviarci sulla strada del ritorno a casa .Prima ancora una visita ESCLUSIVA DEI VIAGGI DI GIORGIO :

Visita narrata + pizza
L’itinerario mattutino partirà con un  narrato con una modalità nuova e suggestiva, protagonisti  miti e leggende che hanno popolato nell’immaginifico popolare. Il narratore ,regista e antropologo Giovanni D’Angelo condurrà il visitatore alla scoperta delle storie e degli aneddoti del Santuario della Madonna dell’Arco.Attraverso le leggende e le tradizioni più misteriose, ricche di aneddoti e collegamenti storici, vi condurrà alla scoperta del Santuario. Momenti questi di cultura e narrazione, che si chiuderanno con un luculliano pranzo. Assisterete all’ emozionante ed energica esibizione del “Laboratorio voci e suoni della memoria”. La compagnia teatrale, composta per quest’occasione da cantanti attori, ballerini e  musicisti, diretta dal Maestro Giovanni D’Angelo, regalerà intensi momenti musicali e recitati, narrando, con brani tratti dalla tradizione popolare partenopea, storie di cibo, alimenti, vino e piaceri della tavola.
Il Santuario di Madonna dell’Arco è uno dei maggiori luoghi italiani di culto connesso alla Religiosità Popolare. In esso si venera l’immagine della Vergine dal volto ferito (tra le più antiche fra le Madonne che sanguinano)alla quale vengono attribuiti molti miracoli relativi a guarigioni e fenomeni prodigiosi documentati.Nel giorno di “pasquetta” del Lunedì in Albis, Madonna dell’Arco è meta di oltre 100.000 pellegrini provenienti dalla sola Campania. Entrati nel santuario piangono, pregano, gridano, strisciano, implorano, imprecano, si gettano in ginocchio e avanzano fino all’altare. Lì, al cospetto della miracolosa icona, culmina un pellegrinaggio rituale iniziato il giorno dell’Epifania (6 gennaio).I devoti della Madonna dell’Arco sono i “fujenti”, detti anche “battenti”.

La visita  prevede: visita al Santuario di Madonna dell’Arco a Sant’Anastasia (NA) e relativo Museo degli Ex Voto dove è custodita una delle più grandi collezione di ex voti del “mondo cristiano”.
Il Santuario ospita anche il Centro Studi di Religiosità Popolare. Accoglienza nel teatrino del plesso “Gregorio Rocco”, annesso al Santuario, nel quale si potrà assistere ad un seminario-spettacolo con    Proiezioni, musica, canti e danze dal vivo riguardante i seguenti aspetti   connessi a Madonna dell’Arco: le pratiche cultuali (culto mariano, culto agreste, ex voti, corporazioni, etc…) i simboli (vestiario, colori, stendardi, gestualità, etc…) i rituali (questua, processioni, carri votivi, etc…) i canti (preghiere, giaculatorie, canti popolari, etc…) le danze (tammurriata).Pizza con bevande incluse.

Al termine partenza per il rientro a Roma in bus,o alle proprie città in auto o treno o aereo  e  fine dei servizi!!

 

La quota comprende:;Bus G.T.;Bus di linea Sit;2 notti in Hotel 4**** in mezza pensione (2 cene), 1 pranzo in agriturismo e 1 pizza; acqua e vino inclusa ai pasti ¼ ; aperitivo di benvenuto con stuzzichini in hotel; visite guidate come da programma, con guide specializzate; 2 visite in forma spettacolo a Vietri  e Santa Anastasia; intrattenimento musicale di Davide; parcheggi bus in costiera! Materiale informativo sull’itinerario; assicurazione medico bagaglio, ! Accompagnatore I Viaggi di Giorgio.Iva.

Non comprende: eventuali ingressi a siti e monumenti durante le visite ;extra carattere personale!! Mance euro 6,00 a persona da versare all’accompagnatore giorno della partenza. Tasse di soggiorno.