EGADI: FAVIGNANA MARETTIMO LEVANZO AGOSTO

Quello delle Isole Egadi è un incantevole arcipelago della provincia di Trapani che comprende FavignanaLevanzo e Marettimo e i due isolotti di Maraone e Formica. Galera e Galeotta e Il Fariglione.

Qui il mare con i suoi tesori sono talmente preziosi da essere difesi da quella che è l’area marina protetta più grande d’Europa, l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi.

Patrimonio naturale e culturale non solo della Sicilia, ma dell’intera penisola italiana, Favignana vanta di una lunga storia fatta di tradizioni, pesca e commercio marittimo.Negli ultimi anni, l’isola ha beneficiato del grande sviluppo turistico, grazie alla valorizzazione dei suoi meravigliosi paesaggi, del mare cristallino e dell’ottima cucina locale.

Favignana, con una superficie inferiore a 20 km2, racchiude tanti tesori assolutamente da non perdere durante la tua vacanza.

Tra le proposte per gli appassionati di arte, storia e cultura spiccano l’ex stabilimento Florio di Favignana e l’Aquarium di Favignana, Villa Florio e il Castello di Santa Caterina. Chi invece ama il mare e le escursioni non può fare a meno di fermarsi alle Grotte Bue marino, alla Grotta perciata e a Cala Rotonda con l’Arco di Ulisse.

All’interno della Riserva Naturale delle isole Egadi, immersa nelle acque turchine del Mar Mediterraneo, Marettimo si presenta come la più bella isola dell’arcipelago egadiano, tanto che le guide turistiche internazionali l’hanno definita, a ragion veduta, la ‘perla del Mediterraneo’.

Proprio per il blu intenso delle sue acque incontaminate, per i fondali ricchi di vita e di colori, per l’enorme quantità di grotte naturali marine o a mezza costa (circa 400), l’isola può essere considerata un autentico paradiso terrestre. Il suo mare limpido e cristallino rappresenta la felicità dei turisti che, durante la stagione estiva, arrivano qui per fare il bagno e prendere la tintarella o fare gite in barca.

Levanzo- La più piccola fra le tre isole delle Egadi, offre suggestive e appartate spiaggette di sassi e sabbia localizzate lungo il sentiero che porta al Faraglione. Nella parte sud-est dell’isola il visitatore potrà apprezzare e godere le splendide acque di due cale, raggiungibili sia da terra che da mare: Cala Fredda, contraddistinta da una spiaggia di sassi e un comodo scivolo, e la più selvaggia Cala Minnola.Famosissima è la Grotta del Genovese risalente al paleolitico-neolitico con i suoi splendidi graffiti e pitture presenti sulle pareti. Alcuni di essi raffigurano animali che l’uomo primitivo si augurava di cacciare, mentre altri raffigurano figure impegnate in una danza rituale, a testimonianza di luogo adibito alla sfera magico-religiosa della vita degli uomini primitivi che lo abitavano. Infine è importante ricordare che nei pressi di Levanzo nel 241 a.c fu combattuta la battaglia delle Egadi che vide impegnati i cartaginesi guidati da Annone contro i romani guidati da Caio Lutazio Catulo. Questi ultimi, nascondendosi nella parte nord dell’isola,riuscirono a prendere di sorpresa i cartaginesi provenienti da Marettimo e a vincere.

Il periodo ideale per una breve fuga è questo: lontano dal turismo estivo la mente si espande. L’accoglienza siciliana abbraccia gli ospiti con generosità, dolce come la ricotta dei cannoli, piena come il sapore delle busiate, i lunghi maccheroni tipici del trapanese. Gabbiani ordinatamente in fila vi  attendono sul molo di Favignana. L’aliscafo attracca lentamente, dopo solo quaranta minuti di navigazione da Trapani. Monte Santa Caterina sullo sfondo osserverà silenzioso il vostro arrivo.

 

 

SONO PREVISTI VOLI DA TUTTA ITALIA

 

1° Giorno : Roma -Palermo – Favignana

Ritrovo dei partecipanti presso l’aeroporto e operazioni d’imbarco volo  diretto a Palermo ,da dove seguirà trasferimento  in bus privato  al porto di Trapani per imbarco diretto  a Favignana.

“La strada che conduce in piazza ci dà il benvenuto con sorrisi, profumo di caffè e dolci ancora caldi. La luce è gialla, ocra, oro, arancio, complementare con il blu tutto intorno. I colori appaiono vividi come in un film di Salvatores.”

Assegnazione delle camere e tempo libero a disposizione per  relax. Cena in ristorante  e pernottamento in hotel.

Favignana, la grande farfalla. Il mare limpido, le deliziose calette, i colori e i profumi della macchia mediterranea

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La più grande delle isole è Favignana, dalla caratteristica forma di una farfalla con le ali spiegate sulle acque del Mediterraneo, che con i suoi 19,8 Kmq è situata proprio di fronte alle isole dello Stagnone e all’aeroporto di Trapani Birgi.

L’isoletta si raggiunge in circa un’ora di navigazione via nave e in mezz’ora via aliscafo. Il panorama è molto vario anche per la presenza di cave di tufo, utilizzate un tempo per estrarre il materiale con il quale sono state edificate tantissime abitazioni in Sicilia e nel Nord Africa.

2° Giorno  : Favignana

Il giardino dell’impossibile” di villa Margherita

Prima colazione in hotel. Mattinata tempo libero per una passeggiata nella splendida Favignana o per concedersi del relax, in spiaggia o in piscina. Pranzo libero.

 

Nel pomeriggio visita guidata allo splendido giardino dell’impossibile” di villa Margherita. 

E’ una bellissima passeggiata nel giardino ipogeo allestito nelle antiche cave di calcarenite (pietra chiamata comunemente tufo) all’interno di villa Margherita. Sono circa 35mila mq. di giardino inaspettato carico di colori, profumi, ed emozioni in un ambiente creato da antichi maestri “i pirriaturi“, cavatori di “tufo”, vanto, storia ed identità dell’isola di Favignana.

 

                                        Una visita che vi lascerà senza parole.

Rientro in hotel, cena in ristorante e pernottamento.

 3° Giorno : Favignana-Levanzo-Favignana

A Levanzo, tra Cala Minnola e Capo Grosso

Dove i Romani sconfissero i Cartaginesi ponendo fine alla I Guerra Punica

Dopo la prima colazione in hotel, imbarco per un altra gita marinara che ci condurrà a Levanzo.

Con una superficie emersa di appena cinque chilometri quadrati, Levanzo è la più piccola delle isole Egadi e geologicamente la più antica. La sua formazione risale infatti, al periodo triassico cioè a circa 200 milioni di anni fa. L’isola ha una natura prevalentemente montuosa, con coste alte a strapiombo sul mare ed è costituita fondamentalmente da rocce calcaree bianche che presentano numerose grotte.

 

In queste acque ricche di storia, il 10 marzo del 241 a.C, si svolse uno dei più grandi scontri navali di tutti i tempi, in cui i romani distrussero la flotta cartaginese mettendo fine alla Prima Guerra Punica. Immersa nella quiete di una natura da sogno, l’isola è un luogo incantato che emerge da un mare cristallino e incontaminato dove e possibile trascorrere una vacanza all’insegna del relax. Si tratta di un’autentica oasi di pace, lontana dai circuiti del turismo di massa, con pochi negozi, senza discoteche, con un piccolo centro abitato a Cala Dogana dove ci si può deliziare delle tante specialità gastronomiche.

“Voglia di una giornata senza auto, senza rumore. È questo lo spirito con cui dirigersi verso la più piccola delle Egadi, per una parentesi di natura totale e dolce far niente. Dalla barca, Cala Dogana sembra il paese di un libro illustrato, adagiato su una distesa di azzurro irreale. Trapani è lontana milioni di chilometri… All’approdo, la mente si concentra sul movimento alato dei piedi, intorno solo il rumore della natura…

Si raggiunge Cala Minnola e ci si concede una lunga pausa, per riempirsi gli occhi di macchie blu, verde e marrone, stesi sulle panchine fra gli alberi della pineta. Si resta immobili per un tempo indefinito, incantati delle cicale. Le narici si riempiono di aghi di pino.”

Arrivati a Levanzo, chi lo desidera, seguendo il versante occidentale dell’isola , tra panorami mozzafiato e angoli pieni di fascino si può raggiungere la Grotta del Genovese, i cui graffiti, databili intorno al 9200 a.C., testimoniano la presenza di una comunità dedita alla caccia e alla pesca del tonno. La grotta, scoperta nel 1949, si può raggiungere via terra con tanto di guida in circa due ore a piedi o su un somaro oppure via mare.

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Giro in barca dell’isola con sosta per il bagno.

Al termine rientro a Favignana per la cena in ristorante e pernottamento in hotel.

4° Giorno : Favignana – Marettimo – Favignana

Marettimo, una montagna in mezzo al Mediterraneo

Ricchi fondali, grotte e panorami mozzafiato nella Itaca dello scrittore Samuel Butler

Dopo la prima colazione, imbarco  in aliscafo per una gita marinara diretta Marettimo, seconda isola più grande dell’arcipelago. Arrivati al porto,imbarco sulla barca che vi porterà ad effettuare l tour dell’isola via mare.

Il mare e la pesca rivestono ancora oggi un ruolo molto importante per l’economia, tanto che si dice che le barche di Marettimo siano le più belle dell’arcipelago e che sin dall’infanzia i ragazzini crescano a ‘pane e remi’.

L’isola ha l’aspetto di una vera e propria montagna in mezzo al Mediterraneo, un’oasi di quiete e di silenzio fuori dai circuiti del turismo di massa, ma ricca di proposte esclusive dove non circolano auto, c’è solo qualche piccolo esercizio commerciale, una chiesa, qualche locanda e una biblioteca storico-naturalistica molto fornita.

Navigando con la barca,potremo ammirare il  Castello di Marettimo .E’ probabilmente del periodo saraceno la costruzione di una torre di avvistamento sul promontorio di Punta Troia a 116 metri sul livello del mare. Durante la dominazione araba l’isola venne chiamata Gazìrat Malitimah. Attorno al 1140 Ruggero II, re di Sicilia, trasformò la vecchia torre saracena di Punta Troia in un vero Castello a presidio dell’estremità occidentale del regno più ricco e potente del Mediterraneo di quel periodo. Nei successivi periodi di dominazione sveva, angioina e aragonese Marèttimo seguì le sorti della Sicilia, accentuando un isolamento che ebbe il culmine durante il lungo dominio spagnolo, quando la parte di ponente dell’isola divenne ricettacolo di pirati e corsari di tutte le risme, con una prevalenza di quelli saraceni. I pochi abitanti erano costretti a vivere in grotte e l’unico vero presidio del potere centrale era costituito dal Castello e dalla sua sempre più esigua guarnigione. Nel 1637 la Corona spagnola, in bancarotta per le continue guerre, cedette l’arcipelago delle Egadi al marchese Pallavicino di Genova.Nel 1651, al largo tra Marèttimo e Lèvanzo, verso nord-est, venne trovato un grosso banco di coralli, e l’isola ospitò le barche dei corallari trapanesi, che passavano la notte allo Scalo Maestro, sotto la protezione della guarnigione del Castello di Punta Troia. Fu alla fine del XVIII secolo che l’isola cominciò a essere popolata in pianta stabile. In quel periodo il sovrano Ferdinando IV di Borbone, spinto dall’illuminato viceré Caracciolo, aveva iniziato timidi tentativi di riforma dello Stato e di valorizzazione dei territori del regno. Con la Rivoluzione francese, sotto il viceré Caramanico, il “Real Castello del Maretimo” divenne orrida prigione, soprattutto per prigionieri politici: nel 1793, in tempi di repressione antigiacobina e grande carestia, il Castello contava ben 52 prigionieri politici, ammassati in una prigione ricavata in una vecchia cisterna detta “la fossa”. Le condizioni della prigione vennero descritte nelle sue Memorie da Guglielmo Pepe, qui rinchiuso dal 1802 al 1803. Dal settembre del 1822 al giugno del 1825 la fossa di Marèttimo ospitò il marchigiano di Sant’Angelo in Pontano Nicola Antonio Angeletti, carbonaro oppositore del Regno di Napoli, che ci ha lasciato una dettagliata pianta da lui stesso disegnata su come era organizzato il forte di Marèttimo. Nella fossa furono rinchiusi anche il foggiano Nicola Ricciardi; il pittore siracusano, ma napoletano di origine, Antonio Leipnecher; e Gennaro Petraglione. E poi il napoletano Ferdinando Giannone, Carmine Curzio, il palermitano Bartolomeo Milone, il sacerdote don Pasquale Barbieri e l’arciprete Vincenzo Guglielmi (o di Gugliemo) di Andretta, in provincia di Avellino, trucidato nella fossa assieme all’avvocato Nicolò Tucci “per un gioco di parole malamente interpretate dai militari di guardia” .Nel 1844 il re Ferdinando II, dopo averlo ispezionato, abolì il Castello. Insieme cadde in rovina la vicina chiesetta dedicata a Sant’Anna e la cappelletta dedicata a Maria SS. delle Grazie, unico luogo sino a quel momento in cui i marettimari potevano ricevere i sacramenti. A metà Ottocento gli abitanti di Marèttimo lasciarono le grotte e cominciarono a costruire le loro casette di tufo. I Florio, con le loro iniziative, stavano facendo rifiorire le Egadi con le tonnare e la coltivazione dei campi, ma per Marèttimo ciò non bastò: le condizioni della comunità marettimara erano tali che cominciò, inarrestabile, il flusso migratorio “di qua e di la dal Mare” verso il Nord Africa, il Portogallo e, successivamente, le Americhe fino alle gelide acque dell’Alaska per la pesca al salmone. Oggi il centro abitato è racchiuso in un unico agglomerato non più lungo di 300 metri circa e largo 200. I residenti vivono per la maggior parte di turismo, ma in un non lontano passato la gran parte della popolazione era costituita da validissimi pescatori e naviganti, esperti salatori di pesce e, non ultimo, da bravi agricoltori e apicoltori.

La giornata prosegue con escursione in barca ,per conoscere  e ammirare le + belle cale dell’isola.

Pranzo in ristorante  a base di specialità del posto, e ovviamente di pesce pescato del giorno.

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 Rientro a Favignana nel tardo pomeriggio in aliscafo ,cena in ristorante e pernottamento .

5° Giorno : Favignana

Passeggiata nell’antico rione di Favignana sulle tracce della famiglia Florio

Dopo la prima colazione   alla visita degli edifici più illustri dell’isola, legati per sempre al nome dei Florio. Visiteremo l’immenso stabilimento Florio dove si svolgeva la lavorazione del tonno, ora area museale gestita dal comune. Una visita all’ex Stabilimento Florio è indispensabile per coloro che vogliano vivere un viaggio nel florido passato della tonnara e di quello che rappresentò per lo sviluppo dell’isola di Favignana. L’ex stabilimento Florio è un vero gioiello di archeologia industriale.

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La storia di Favignana è legata a filo doppio a quella della tonnara Florio, uno straordinario esempio di architettura industriale dove veniva lavorato e conservato il pesce e soprattutto il tonno. I Florio, durante la mattanza, si trasferivano in un palazzo vicino al porto che ancora oggi porta il loro nome, costruito nel 1876 dall’architetto Giuseppe Damiani Almeyda per esaltare la potenza e la ricchezza della loro famiglia. Esso non era solo il luogo dove venivano custodite le attrezzature, le ancore e le barche della mattanza in quella che diventò una delle più fiorenti industrie di lavorazione conserviere del tonno, ma rappresenta anche la storia della famiglia Florio e del suo intrecciarsi con la vita degli isolani, che trovarono riscatto sociale dalla povertà e fonte di sussistenza economica.

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Visiteremo il palazzo Florio, uno splendido edificio in stile neogotico, costruito nel 1878 su progetto di uno dei più famosi architetti dell’epoca, Damiani Almeyda. Pur presentandosi esternamente come un palazzo signorile ed aristocratico, all’interno lo stile serioso del neogotico è reso più leggero e allo stesso tempo elegante dagli arredi in stile liberty e da splendidi ferri battuti, opera della fonderia Oreta dei Florio. Il palazzo era collegato da sotterranei ai Pretti dove erano collegate le cucine, le scuderie e le stanze della servitù. Il palazzo non fu solo la residenza della famiglia Florio, ma anche luogo dove venivano ospitati personaggi illustri invitati a Favignana durante il periodo di mattanza, la cruenta e allo stesso modo suggestiva pesca dei tonni. Il palazzo non rappresentava solo una meta mondana e vacanziera per la famiglia Florio e i suoi ospiti, ma anche rifugio dallo stress e dai dispiaceri della vita. Proprio qui Donna Franca trascorse un lungo periodo dopo la morte della figlia Giovanna.

Una visita al Palazzo Florio, da poco restaurato, è certamente un’esperienza da non perdere per respirare aria di storia e di arte che regalano emozioni uniche. La giornata non finirà qui perchè visiteremo anche la  Chiesa Madre, dedicata alla Madonna dell’Immacolata Concezione, con la sua forma a croce, collocata in una posizione decentrata rispetto alla piazza per permettere la vista del mare e il tiro dei cannoni da Forte San Giacomo (che oggi è stato adibito a carcere).La Chiesa custodisce un prezioso crocifisso in legno dell’VIII secolo ed una statua in marmo dedicata a Sant’Antonio da Padova.

Passeggiata nell’antico quartiere S.Anna.Al termine delle visite pranzo libero e pomeriggio libero per attività individuali.

 

Al termine rientro in hotel, cena in  agriturismo e aperitivo al tramonto e pernottamento.

6° Giorno : Favignana

Prima colazione in hotel. Mattinata a disposizione per relax o qualsiasi visita vogliate fare, e soprattutto godere del mare incredibile. Pranzo libero.

                                                      “Passeggiando in bicicletta”

Nel pomeriggio vi aspetterà una splendida passeggiata in bicicletta(noleggio a pagamento ,bici tradizionale o elettrica) nella zona est dell’isola; un affascinante percorso paesaggistico, naturalistico e storico. Godrete di paesaggi unici che vi sorprenderanno e rimarranno per sempre impressi nei vostri ricordi. Partiremo dal paese e visiteremo diverse località, sostando in angoli emozionanti, accompagnati da notizie storiche, aneddoti e credenze del luogo che renderanno la passeggiata piacevole ed indimenticabile.

“A poche pedalate dal porto, l’isola a forma di farfalla dispiega le sue ali. Cactus e fichi d’India si affacciano dai muretti delle case. Pedalando verso Cala Azzurra il percorso conduce nell’entroterra, fra strade polverose e antiche tufare. Una sosta senza fretta, per guardare giù e assorbire il silenzio. L’aria odora di mirto e di ginepro. Intorno, nessuno. A poca distanza dalle tufare, qualche casa solitaria. Una sedia in plastica davanti ad una soglia. Qualche persona anziana cammina a bordo strada, un golf sulle spalle, le mani dietro la schiena.

Arrivati a Cala Azzurra il blu si spalanca, indisturbato. Il mare è fresco per un bagno, ma è sufficiente restare lì ad osservare le gradazioni di azzurro per sentirsi subito meglio”

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Cena in ristorante e pernottamento.

7° Giorno : Favignana

Prima colazione in hotel.

Giornata libera da dedicare alla scoperta della splendida Favignana o per rilassarsi nelle splendide acque cristalline del posto. Possibile effettuare un altra escursione in barca per fare il periplo dell’isola, informazioni  in loco.

Senza dubbio è emozionante fare il periplo dell’isola in barca e ammirare le dolomitiche pareti del versante occidentale, raggiungere le numerose grotte a pelo d’acqua che si aprono splendide e dai colori ineguagliabili.

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Favignana ha una costa molto varia che corre per circa 33 km e che è un continuo alternarsi di rocce alte e basse con sabbia fine, di colore bianco e rosa, dalle quali ci si può tuffare in un mare trasparente e ricco di aragostepolpi, molte varietà di “pesce bianco” (ricciola, salpa, sarago, scorfano), il “pesce azzurro” (il ‘cicireddu’ e la sarda).

Un paradiso naturale insomma, che possiede tutta una serie di calette nelle quali si può godere un mare incontaminato e un panorama mozzafiato, a cominciare dalla Cala Rossa, uno dei simboli dell’isola con il suo mare di colore turchese, in contrasto con le bianchissime pareti dei fondali.

Situata tra Punta Marsala e Punta Fanfalo c’è pure la Cala Azzurra con i suoi fondali bianchi; da non perdere il Bue marino, un tempo rifugio della foca monaca, luogo ideale per prendere il sole.

Nel tardo pomeriggio e in tempo utile, trasferimento in location ESCLUSIVA DEI VIAGGI DI GIORGIO  per un apericena davvero speciale, dove degusterete le specialità del posto, con vini locali e in ogni caso vini biologici e di nicchia, e con un calice in mano, musica in sottofondo, ammirerete un tramonto incredibile.

Rientro in hotel e pernottamento.

 

8° Giorno : Favignana -Palermo – Roma

Prima colazione in hotel. Ancora quale ora di tempo libero,prima del trasferimento al porto e imbarco aliscafo diretto  a Trapani e a seguire trasferimento con bus privato, presso aeroporto di Palermo  e operazioni di imbarco volo diretto a Roma  ,e altri passeggeri proseguono per la destinazione finale.

Arrivo e fine dei servizi.

 

La quota Include: 

  • Volo di linea   in classe economica franchigia  bagaglio 20 kg
  • 7 notti presso hotel  a   Favignana  in trattamento di camera e colazione
  • 5 cene in ristoranti, bevande escluse, a Favignana
  • 1 cena in agriturismo e aperitivo al tramonto
  • 1 apericena/cena in location ESCLUSIVA DEI VIAGGI DI GIORGIO bevande incluse(1 acqua minerale e 1/4 vino )
  • 1 pranzo di pesce a Marettimo bevande escluse
  • Tutti i tour descritti nel programma con guida autorizzata
  • Trasferimento da aeroporto al porto e viceversa con mezzi privati
  • Trasferimento dal porto di Favignana in hotel e viceversa con navetta hotel
  • Aliscafo Trapani-Favignana-Trapani
  • Aliscafo Favignana-Marettimo-Favignana
  • Escursioni in barca indicate nell’itinerario(Levanzo e Marettimo)
  • Assicurazione medica (massimale 10.000,00)bagaglio(1500,00)
  • ASSICURAZIONE ANNULLAMENTO AL VIAGGIO massimale intero valore del viaggio

La quota non include:

  • Tasse aeroportuali soggette a riconferma pari a 185,00 euro
  • Ingressi ai siti indicati nell’itinerario circa euro 15,00
  • Mance
  • Tutto ciò non espressamente menzionato nella “quota comprende”

 

 

 

 




EGADI: FAVIGNANA MARETTIMO LEVANZO Giugno

Quello delle Isole Egadi è un incantevole arcipelago della provincia di Trapani che comprende FavignanaLevanzo e Marettimo e i due isolotti di Maraone e Formica. Galera e Galeotta e Il Fariglione.

Qui il mare con i suoi tesori sono talmente preziosi da essere difesi da quella che è l’area marina protetta più grande d’Europa, l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi.

Patrimonio naturale e culturale non solo della Sicilia, ma dell’intera penisola italiana, Favignana vanta di una lunga storia fatta di tradizioni, pesca e commercio marittimo.Negli ultimi anni, l’isola ha beneficiato del grande sviluppo turistico, grazie alla valorizzazione dei suoi meravigliosi paesaggi, del mare cristallino e dell’ottima cucina locale.

Favignana, con una superficie inferiore a 20 km2, racchiude tanti tesori assolutamente da non perdere durante la tua vacanza.

Tra le proposte per gli appassionati di arte, storia e cultura spiccano l’ex stabilimento Florio di Favignana e l’Aquarium di Favignana, Villa Florio e il Castello di Santa Caterina. Chi invece ama il mare e le escursioni non può fare a meno di fermarsi alle Grotte Bue marino, alla Grotta perciata e a Cala Rotonda con l’Arco di Ulisse.

All’interno della Riserva Naturale delle isole Egadi, immersa nelle acque turchine del Mar Mediterraneo, Marettimo si presenta come la più bella isola dell’arcipelago egadiano, tanto che le guide turistiche internazionali l’hanno definita, a ragion veduta, la ‘perla del Mediterraneo’.

Proprio per il blu intenso delle sue acque incontaminate, per i fondali ricchi di vita e di colori, per l’enorme quantità di grotte naturali marine o a mezza costa (circa 400), l’isola può essere considerata un autentico paradiso terrestre. Il suo mare limpido e cristallino rappresenta la felicità dei turisti che, durante la stagione estiva, arrivano qui per fare il bagno e prendere la tintarella o fare gite in barca.

Levanzo- La più piccola fra le tre isole delle Egadi, offre suggestive e appartate spiaggette di sassi e sabbia localizzate lungo il sentiero che porta al Faraglione. Nella parte sud-est dell’isola il visitatore potrà apprezzare e godere le splendide acque di due cale, raggiungibili sia da terra che da mare: Cala Fredda, contraddistinta da una spiaggia di sassi e un comodo scivolo, e la più selvaggia Cala Minnola.Famosissima è la Grotta del Genovese risalente al paleolitico-neolitico con i suoi splendidi graffiti e pitture presenti sulle pareti. Alcuni di essi raffigurano animali che l’uomo primitivo si augurava di cacciare, mentre altri raffigurano figure impegnate in una danza rituale, a testimonianza di luogo adibito alla sfera magico-religiosa della vita degli uomini primitivi che lo abitavano. Infine è importante ricordare che nei pressi di Levanzo nel 241 a.c fu combattuta la battaglia delle Egadi che vide impegnati i cartaginesi guidati da Annone contro i romani guidati da Caio Lutazio Catulo. Questi ultimi, nascondendosi nella parte nord dell’isola,riuscirono a prendere di sorpresa i cartaginesi provenienti da Marettimo e a vincere.

Il periodo ideale per una breve fuga è questo: lontano dal turismo estivo la mente si espande. L’accoglienza siciliana abbraccia gli ospiti con generosità, dolce come la ricotta dei cannoli, piena come il sapore delle busiate, i lunghi maccheroni tipici del trapanese. Gabbiani ordinatamente in fila vi  attendono sul molo di Favignana. L’aliscafo attracca lentamente, dopo solo quaranta minuti di navigazione da Trapani. Monte Santa Caterina sullo sfondo osserverà silenzioso il vostro arrivo.

 

 

SONO PREVISTI VOLI DA TUTTA ITALIA

 

1° Giorno : Roma -Palermo – Favignana

Ritrovo dei partecipanti presso l’aeroporto e operazioni d’imbarco volo  diretto a Palermo ,da dove seguirà trasferimento  in bus privato  al porto di Trapani per imbarco diretto  a Favignana.

“La strada che conduce in piazza ci dà il benvenuto con sorrisi, profumo di caffè e dolci ancora caldi. La luce è gialla, ocra, oro, arancio, complementare con il blu tutto intorno. I colori appaiono vividi come in un film di Salvatores.”

Assegnazione delle camere e tempo libero a disposizione per  relax. Cena in ristorante  e pernottamento in hotel.

Favignana, la grande farfalla. Il mare limpido, le deliziose calette, i colori e i profumi della macchia mediterranea

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La più grande delle isole è Favignana, dalla caratteristica forma di una farfalla con le ali spiegate sulle acque del Mediterraneo, che con i suoi 19,8 Kmq è situata proprio di fronte alle isole dello Stagnone e all’aeroporto di Trapani Birgi.

L’isoletta si raggiunge in circa un’ora di navigazione via nave e in mezz’ora via aliscafo. Il panorama è molto vario anche per la presenza di cave di tufo, utilizzate un tempo per estrarre il materiale con il quale sono state edificate tantissime abitazioni in Sicilia e nel Nord Africa.

2° Giorno  : Favignana

Il giardino dell’impossibile” di villa Margherita

Prima colazione in hotel. Mattinata tempo libero per una passeggiata nella splendida Favignana o per concedersi del relax, in spiaggia o in piscina. Pranzo libero.

 

Nel pomeriggio visita guidata allo splendido giardino dell’impossibile” di villa Margherita. 

E’ una bellissima passeggiata nel giardino ipogeo allestito nelle antiche cave di calcarenite (pietra chiamata comunemente tufo) all’interno di villa Margherita. Sono circa 35mila mq. di giardino inaspettato carico di colori, profumi, ed emozioni in un ambiente creato da antichi maestri “i pirriaturi“, cavatori di “tufo”, vanto, storia ed identità dell’isola di Favignana.

 

                                        Una visita che vi lascerà senza parole.

Rientro in hotel, cena in ristorante e pernottamento.

 3° Giorno : Favignana-Levanzo-Favignana

A Levanzo, tra Cala Minnola e Capo Grosso

Dove i Romani sconfissero i Cartaginesi ponendo fine alla I Guerra Punica

Dopo la prima colazione in hotel, imbarco per un altra gita marinara che ci condurrà a Levanzo.

Con una superficie emersa di appena cinque chilometri quadrati, Levanzo è la più piccola delle isole Egadi e geologicamente la più antica. La sua formazione risale infatti, al periodo triassico cioè a circa 200 milioni di anni fa. L’isola ha una natura prevalentemente montuosa, con coste alte a strapiombo sul mare ed è costituita fondamentalmente da rocce calcaree bianche che presentano numerose grotte.

 

In queste acque ricche di storia, il 10 marzo del 241 a.C, si svolse uno dei più grandi scontri navali di tutti i tempi, in cui i romani distrussero la flotta cartaginese mettendo fine alla Prima Guerra Punica. Immersa nella quiete di una natura da sogno, l’isola è un luogo incantato che emerge da un mare cristallino e incontaminato dove e possibile trascorrere una vacanza all’insegna del relax. Si tratta di un’autentica oasi di pace, lontana dai circuiti del turismo di massa, con pochi negozi, senza discoteche, con un piccolo centro abitato a Cala Dogana dove ci si può deliziare delle tante specialità gastronomiche.

“Voglia di una giornata senza auto, senza rumore. È questo lo spirito con cui dirigersi verso la più piccola delle Egadi, per una parentesi di natura totale e dolce far niente. Dalla barca, Cala Dogana sembra il paese di un libro illustrato, adagiato su una distesa di azzurro irreale. Trapani è lontana milioni di chilometri… All’approdo, la mente si concentra sul movimento alato dei piedi, intorno solo il rumore della natura…

Si raggiunge Cala Minnola e ci si concede una lunga pausa, per riempirsi gli occhi di macchie blu, verde e marrone, stesi sulle panchine fra gli alberi della pineta. Si resta immobili per un tempo indefinito, incantati delle cicale. Le narici si riempiono di aghi di pino.”

Arrivati a Levanzo, chi lo desidera, seguendo il versante occidentale dell’isola , tra panorami mozzafiato e angoli pieni di fascino si può raggiungere la Grotta del Genovese, i cui graffiti, databili intorno al 9200 a.C., testimoniano la presenza di una comunità dedita alla caccia e alla pesca del tonno. La grotta, scoperta nel 1949, si può raggiungere via terra con tanto di guida in circa due ore a piedi o su un somaro oppure via mare.

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Giro in barca dell’isola con sosta per il bagno.

Al termine rientro a Favignana per la cena in ristorante e pernottamento in hotel.

4° Giorno : Favignana – Marettimo – Favignana

Marettimo, una montagna in mezzo al Mediterraneo

Ricchi fondali, grotte e panorami mozzafiato nella Itaca dello scrittore Samuel Butler

Dopo la prima colazione, imbarco  in aliscafo per una gita marinara diretta Marettimo, seconda isola più grande dell’arcipelago. Arrivati al porto,imbarco sulla barca che vi porterà ad effettuare l tour dell’isola via mare.

Il mare e la pesca rivestono ancora oggi un ruolo molto importante per l’economia, tanto che si dice che le barche di Marettimo siano le più belle dell’arcipelago e che sin dall’infanzia i ragazzini crescano a ‘pane e remi’.

L’isola ha l’aspetto di una vera e propria montagna in mezzo al Mediterraneo, un’oasi di quiete e di silenzio fuori dai circuiti del turismo di massa, ma ricca di proposte esclusive dove non circolano auto, c’è solo qualche piccolo esercizio commerciale, una chiesa, qualche locanda e una biblioteca storico-naturalistica molto fornita.

Navigando con la barca,potremo ammirare il  Castello di Marettimo .E’ probabilmente del periodo saraceno la costruzione di una torre di avvistamento sul promontorio di Punta Troia a 116 metri sul livello del mare. Durante la dominazione araba l’isola venne chiamata Gazìrat Malitimah. Attorno al 1140 Ruggero II, re di Sicilia, trasformò la vecchia torre saracena di Punta Troia in un vero Castello a presidio dell’estremità occidentale del regno più ricco e potente del Mediterraneo di quel periodo. Nei successivi periodi di dominazione sveva, angioina e aragonese Marèttimo seguì le sorti della Sicilia, accentuando un isolamento che ebbe il culmine durante il lungo dominio spagnolo, quando la parte di ponente dell’isola divenne ricettacolo di pirati e corsari di tutte le risme, con una prevalenza di quelli saraceni. I pochi abitanti erano costretti a vivere in grotte e l’unico vero presidio del potere centrale era costituito dal Castello e dalla sua sempre più esigua guarnigione. Nel 1637 la Corona spagnola, in bancarotta per le continue guerre, cedette l’arcipelago delle Egadi al marchese Pallavicino di Genova.Nel 1651, al largo tra Marèttimo e Lèvanzo, verso nord-est, venne trovato un grosso banco di coralli, e l’isola ospitò le barche dei corallari trapanesi, che passavano la notte allo Scalo Maestro, sotto la protezione della guarnigione del Castello di Punta Troia. Fu alla fine del XVIII secolo che l’isola cominciò a essere popolata in pianta stabile. In quel periodo il sovrano Ferdinando IV di Borbone, spinto dall’illuminato viceré Caracciolo, aveva iniziato timidi tentativi di riforma dello Stato e di valorizzazione dei territori del regno. Con la Rivoluzione francese, sotto il viceré Caramanico, il “Real Castello del Maretimo” divenne orrida prigione, soprattutto per prigionieri politici: nel 1793, in tempi di repressione antigiacobina e grande carestia, il Castello contava ben 52 prigionieri politici, ammassati in una prigione ricavata in una vecchia cisterna detta “la fossa”. Le condizioni della prigione vennero descritte nelle sue Memorie da Guglielmo Pepe, qui rinchiuso dal 1802 al 1803. Dal settembre del 1822 al giugno del 1825 la fossa di Marèttimo ospitò il marchigiano di Sant’Angelo in Pontano Nicola Antonio Angeletti, carbonaro oppositore del Regno di Napoli, che ci ha lasciato una dettagliata pianta da lui stesso disegnata su come era organizzato il forte di Marèttimo. Nella fossa furono rinchiusi anche il foggiano Nicola Ricciardi; il pittore siracusano, ma napoletano di origine, Antonio Leipnecher; e Gennaro Petraglione. E poi il napoletano Ferdinando Giannone, Carmine Curzio, il palermitano Bartolomeo Milone, il sacerdote don Pasquale Barbieri e l’arciprete Vincenzo Guglielmi (o di Gugliemo) di Andretta, in provincia di Avellino, trucidato nella fossa assieme all’avvocato Nicolò Tucci “per un gioco di parole malamente interpretate dai militari di guardia” .Nel 1844 il re Ferdinando II, dopo averlo ispezionato, abolì il Castello. Insieme cadde in rovina la vicina chiesetta dedicata a Sant’Anna e la cappelletta dedicata a Maria SS. delle Grazie, unico luogo sino a quel momento in cui i marettimari potevano ricevere i sacramenti. A metà Ottocento gli abitanti di Marèttimo lasciarono le grotte e cominciarono a costruire le loro casette di tufo. I Florio, con le loro iniziative, stavano facendo rifiorire le Egadi con le tonnare e la coltivazione dei campi, ma per Marèttimo ciò non bastò: le condizioni della comunità marettimara erano tali che cominciò, inarrestabile, il flusso migratorio “di qua e di la dal Mare” verso il Nord Africa, il Portogallo e, successivamente, le Americhe fino alle gelide acque dell’Alaska per la pesca al salmone. Oggi il centro abitato è racchiuso in un unico agglomerato non più lungo di 300 metri circa e largo 200. I residenti vivono per la maggior parte di turismo, ma in un non lontano passato la gran parte della popolazione era costituita da validissimi pescatori e naviganti, esperti salatori di pesce e, non ultimo, da bravi agricoltori e apicoltori.

La giornata prosegue con escursione in barca ,per conoscere  e ammirare le + belle cale dell’isola.

Pranzo in ristorante  a base di specialità del posto, e ovviamente di pesce pescato del giorno.

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 Rientro a Favignana nel tardo pomeriggio in aliscafo ,cena in ristorante e pernottamento .

5° Giorno : Favignana

Passeggiata nell’antico rione di Favignana sulle tracce della famiglia Florio

Dopo la prima colazione   alla visita degli edifici più illustri dell’isola, legati per sempre al nome dei Florio. Visiteremo l’immenso stabilimento Florio dove si svolgeva la lavorazione del tonno, ora area museale gestita dal comune. Una visita all’ex Stabilimento Florio è indispensabile per coloro che vogliano vivere un viaggio nel florido passato della tonnara e di quello che rappresentò per lo sviluppo dell’isola di Favignana. L’ex stabilimento Florio è un vero gioiello di archeologia industriale.

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La storia di Favignana è legata a filo doppio a quella della tonnara Florio, uno straordinario esempio di architettura industriale dove veniva lavorato e conservato il pesce e soprattutto il tonno. I Florio, durante la mattanza, si trasferivano in un palazzo vicino al porto che ancora oggi porta il loro nome, costruito nel 1876 dall’architetto Giuseppe Damiani Almeyda per esaltare la potenza e la ricchezza della loro famiglia. Esso non era solo il luogo dove venivano custodite le attrezzature, le ancore e le barche della mattanza in quella che diventò una delle più fiorenti industrie di lavorazione conserviere del tonno, ma rappresenta anche la storia della famiglia Florio e del suo intrecciarsi con la vita degli isolani, che trovarono riscatto sociale dalla povertà e fonte di sussistenza economica.

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Visiteremo il palazzo Florio, uno splendido edificio in stile neogotico, costruito nel 1878 su progetto di uno dei più famosi architetti dell’epoca, Damiani Almeyda. Pur presentandosi esternamente come un palazzo signorile ed aristocratico, all’interno lo stile serioso del neogotico è reso più leggero e allo stesso tempo elegante dagli arredi in stile liberty e da splendidi ferri battuti, opera della fonderia Oreta dei Florio. Il palazzo era collegato da sotterranei ai Pretti dove erano collegate le cucine, le scuderie e le stanze della servitù. Il palazzo non fu solo la residenza della famiglia Florio, ma anche luogo dove venivano ospitati personaggi illustri invitati a Favignana durante il periodo di mattanza, la cruenta e allo stesso modo suggestiva pesca dei tonni. Il palazzo non rappresentava solo una meta mondana e vacanziera per la famiglia Florio e i suoi ospiti, ma anche rifugio dallo stress e dai dispiaceri della vita. Proprio qui Donna Franca trascorse un lungo periodo dopo la morte della figlia Giovanna.

Una visita al Palazzo Florio, da poco restaurato, è certamente un’esperienza da non perdere per respirare aria di storia e di arte che regalano emozioni uniche. La giornata non finirà qui perchè visiteremo anche la  Chiesa Madre, dedicata alla Madonna dell’Immacolata Concezione, con la sua forma a croce, collocata in una posizione decentrata rispetto alla piazza per permettere la vista del mare e il tiro dei cannoni da Forte San Giacomo (che oggi è stato adibito a carcere).La Chiesa custodisce un prezioso crocifisso in legno dell’VIII secolo ed una statua in marmo dedicata a Sant’Antonio da Padova.

Passeggiata nell’antico quartiere S.Anna.Al termine delle visite pranzo libero e pomeriggio libero per attività individuali.

 

Al termine rientro in hotel, cena in  agriturismo e aperitivo al tramonto e pernottamento.

6° Giorno : Favignana

Prima colazione in hotel. Mattinata a disposizione per relax o qualsiasi visita vogliate fare, e soprattutto godere del mare incredibile. Pranzo libero.

“A poche pedalate dal porto, l’isola a forma di farfalla dispiega le sue ali. Cactus e fichi d’India si affacciano dai muretti delle case. Pedalando verso Cala Azzurra il percorso conduce nell’entroterra, fra strade polverose e antiche tufare. Una sosta senza fretta, per guardare giù e assorbire il silenzio. L’aria odora di mirto e di ginepro. Intorno, nessuno. A poca distanza dalle tufare, qualche casa solitaria. Una sedia in plastica davanti ad una soglia. Qualche persona anziana cammina a bordo strada, un golf sulle spalle, le mani dietro la schiena.

Arrivati a Cala Azzurra il blu si spalanca, indisturbato. Il mare è fresco per un bagno, ma è sufficiente restare lì ad osservare le gradazioni di azzurro per sentirsi subito meglio”

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Cena in ristorante e pernottamento.

7° Giorno : Favignana

Prima colazione in hotel.

Giornata libera da dedicare alla scoperta della splendida Favignana o per rilassarsi nelle splendide acque cristalline del posto. Possibile effettuare un altra escursione in barca per fare il periplo dell’isola, informazioni  in loco.

Senza dubbio è emozionante fare il periplo dell’isola in barca e ammirare le dolomitiche pareti del versante occidentale, raggiungere le numerose grotte a pelo d’acqua che si aprono splendide e dai colori ineguagliabili.

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Favignana ha una costa molto varia che corre per circa 33 km e che è un continuo alternarsi di rocce alte e basse con sabbia fine, di colore bianco e rosa, dalle quali ci si può tuffare in un mare trasparente e ricco di aragostepolpi, molte varietà di “pesce bianco” (ricciola, salpa, sarago, scorfano), il “pesce azzurro” (il ‘cicireddu’ e la sarda).

Un paradiso naturale insomma, che possiede tutta una serie di calette nelle quali si può godere un mare incontaminato e un panorama mozzafiato, a cominciare dalla Cala Rossa, uno dei simboli dell’isola con il suo mare di colore turchese, in contrasto con le bianchissime pareti dei fondali.

Situata tra Punta Marsala e Punta Fanfalo c’è pure la Cala Azzurra con i suoi fondali bianchi; da non perdere il Bue marino, un tempo rifugio della foca monaca, luogo ideale per prendere il sole.

Nel tardo pomeriggio e in tempo utile, trasferimento in location ESCLUSIVA DEI VIAGGI DI GIORGIO  per un apericena davvero speciale, dove degusterete le specialità del posto, con vini locali e in ogni caso vini biologici e di nicchia, e con un calice in mano, musica in sottofondo, ammirerete un tramonto incredibile.

Rientro in hotel e pernottamento.

 

8° Giorno : Favignana -Palermo – Roma

Prima colazione in hotel. Ancora quale ora di tempo libero, prima del trasferimento al porto e imbarco aliscafo diretto  a Trapani e a seguire trasferimento con bus privato, presso aeroporto di Palermo  e operazioni di imbarco volo diretto a Roma  ,e altri passeggeri proseguono per la destinazione finale.

Arrivo e fine dei servizi.

 




BOLOGNA :I PORTICI-MICHELANGELO-LA CERTOSA-LA GASTRONOMIA-RINASCIMENTO-GHETTO

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BOLOGNA…LE SUE BELLEZZE DA SCOPRIRE

Un tour fuori dai canoni tradizionali del turismo di massa, mordi e fuggi.

Un tour di ben 4 giorni interi, alla scoperta dei luoghi più suggestivi e interessanti e sconosciuti di Bologna.

Un tour che comprende anche gastronomia d’eccellenza.

Un tour ideato, pensato e creato da me per il Viaggiatore più esigente.

Claudio Tomassini 

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Storia e informazioni sui portici di Bologna

Nel 2021 l’Unesco ha inserito nel Patrimonio dell’Umanità 12 tratti tra i più significativi dei Portici di Bologna, riconosciuti dall’agenzia delle Nazioni Unite come un elemento identificativo della città di Bologna.

I portici di Bologna sono un biglietto da visita unico per i turisti e un salotto cittadino in cui vivere la città come si è fatto per secoli.

L’origine dei portici è legata al periodo di espansione della Bologna medievale, quando l’inaugurazione dell’Università nel 1088 portò in città studenti e dotti da ogni parte d’Italia e del mondo. Di fronte al forte incremento della popolazione fu necessario ampliare gli spazi abitativi e le attività commerciali e artigiane del tessuto urbano, senza però occupare il suolo pubblico e togliere spazio utile alla vita cittadina.

I portici erano la soluzione ideale: permettevano di ampliare la parte superiore degli edifici e, allo stesso tempo, offrire riparo dalle intemperie e dal sole. I portici, nati in modo quasi spontaneo, furono regolamentati dal 1288 con un bando del Comune che impose l’aggiunta dei portici alle case già edificate e stabilì che le nuove costruzioni dovevano essere erette con un portico.

                               Il riconoscimento dell’UNESCO

                              I portici di Bologna  sono patrimonio dell’Umanità UNESCO!

A Bologna, come ogni anno, da metà novembre (circa) il portico monumentale della Chiesa di Santa Maria dei Servi accoglie l’Antica Fiera di Santa Lucia, la più antica fiera di Bologna. Tra le numerose bancarelle si possono comprare originali idee regalo, addobbi e decorazioni natalizie, prodotti dell’artigianato, giocattoli e dolci della tradizione gastronomica locale. Si tratta di una delle principali fiere della Regione Emilia Romagna che da secoli dà il via al Natale e allo shopping festivo.

Bologna e il Michelangelo che non c’è

E’ cosa nota che Bologna conservi alcune delle prime opere di Michelangelo Buonarroti. Nel 1495 infatti, in fuga da Firenze dopo la caduta dei Medici, il giovane artista trovò ospitalità presso Giovan Francesco Aldrovandi. Per sua intercessione gli furono commissionate tre sculture destinate all’arca di san Domenico nell’omonima chiesa: un angelo reggicandela, il San Petronio e il san Procolo, che ancora oggi possiamo ammirare nella visita a quello straordinario capolavoro.

La Certosa di Bologna è un cimitero-museo dove perdersi tra le opere nel silenzio

“È Un’immensa soddisfazione e un grande riconoscimento che ci rende felici”.

(Sindaco di Bologna).

“L’inclusione della Certosa nel Patrimonio UNESCO dimostra ancora una volta quanto il Cimitero Monumentale sia parte della storia e della memoria della città, non solo a livello locale ma a livello internazionale”

Il cimitero storico monumentale Certosa di Bologna sorge poco fuori dal centro della città, collegato con un portico a San Luca, ed è uno dei cimiteri più antichi d’Europa. La passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione di sepolcri familiari ha reso il cimitero della Certosa un vero e proprio museo a cielo aperto, dove trovano riposo i personaggi più illustri del panorama bolognese e lo stesso cimitero è stato fonte di ispirazioni per artisti e letterati di tutta Europa come Chateaubriand, Byron, Dickens, Mommsen e Stendhal.

                        La Certosa è uno dei luoghi più suggestivi di Bologna.

Non solo un cimitero: le storie dei grandi bolognesi del passato si intrecciano al verde che circonda le opere d’arte costruite per mantenere vivo il loro ricordo.

I Bentivoglio e la Bologna del Rinascimento

I Bentivoglio (in latino Bentivolius) furono una famiglia feudale insediatasi a Bologna nel XIV secolo. Trinciato dentato d’oro e di rosso. Furono signori della città, fra alterne vicende e spesso in contrasto con il potere papale, dal 1401 al 1506, quando papa Giulio II li costrinse all’esilio. Signori di fatto dall’inizio del Quattrocento fino alla rovinosa cacciata avvenuta nel 1506, per mano del pontefice Giulio II e degli stessi cittadini, i Bentivoglio furono protagonisti di una stagione unica di potere e splendore artistico, le cui tracce ancora si trovano nelle strade, nelle piazze e nelle chiese di Bologna: dalla splendida architettura del Palazzo del Podestà in Piazza Maggiore ai magnifici dipinti di Francesco Francia e Lorenzo Costa in San Giacomo Maggiore, celebrazione del potere dei Bentivoglio, dalla “Cappella Sistina Bolognese” nell’Oratorio di Santa Cecilia, opera degli stessi Francia e Costa insieme ad Amico Aspertini, all’unicità della forza espressiva del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dall’Arca, capolavoro d’ineguagliabile bellezza, fino alle prove scultoree nella Basilica di San Domenico di un giovanissimo Michelangelo, il cui stile esce profondamente trasformato dal soggiorno bolognese del 1494.

L’affascinante e antico ghetto ebraico

L’antico ghetto ebraico, in pieno centro medievale, conserva ancora oggi la sua struttura originaria. Un dedalo di viuzze e passaggi sospesi, ponti coperti e piccole finestre che racconta la storia di un’intera comunità, costretta a vivere in un’area specifica delle città italiane dallo Stato della Chiesa a partire dal 1556.

Gli ebrei di Bologna vissero qui fino al 1569, quando furono espulsi una prima volta, e poi nuovamente tra il 1586, quando fu loro permesso di rientrare in città, e il 1593, anno della cacciata definitiva.

L’arteria principale del Ghetto è via dell’Inferno, verso la quale confluisce un intreccio di altre piccole stradine: via de’ Giudei (un tempo via S. Marco e poi via delle due Torri), via Canonica (un tempo via Canonica S. Donato), vicolo di S. Giobbe, vicolo Mandria, via del Carro e via Valdonica.

CONSERVA DI VALVERDE (BAGNI DI MARIO)

Ci troviamo a sud della città fuori da Porta Mamolo e per la precisione lungo la piccola via dei Bagni di Mario. Erroneamente intrepretato come un complesso termale, questa struttura fu realizzata nel 1563 da Tommaso Laureti con un unico obiettivo: alimentare d’acqua pulita la fontana di Nettuno donata alla città dal cardinale Donato Cerisi per celebrare il papato di Pio IV de’ Medici (1499-1565).

Ciò che oggi potete vedere è un grande ambiente ottagonale realizzato in mattoni che al tempo raccoglieva le acque drenate da quattro diverse gallerie provenienti dalle colline per purificarla grazie a un sistema di vasche di decantazione; un complesso di condotte permetteva poi di portare l’acqua fino alla base del Nettuno.

Dal 1932: anni di ininterrotta attività, celebrata da guide, riviste, libri di gastronomia, ghiottoni viaggiatori di mezzo mondo.

La ditta “A.F. Tamburini” è nel cuore del centro storico di Bologna, città famosa nel mondo per la sua cucina, ma soprattutto per i suoi insaccati, la mortadella, i tortellini, i sapori potenti e intensi. Una cucina definita, al di qua della odierna “demonizzazione” del termine, “grassa”. “Grave”, secondo l’Artusi, “perché il clima così richiede; ma succulenta, di buon gusto e salubre, tanto è vero che colà le longevità di ottanta e novant’anni sono più comuni che altrove”.

 

PARTENZE DA TUTTE LE CITTA ITALIANE IN AEREO O TRENO

-Coloro arrivano da altre città diverse da Roma, ritrovo in stazione di Bologna.

-Per chi arriva in aereo, volo diretto a Bologna a.r. e ritrovo in hotel.

 

1° GIORNO: ROMA – BOLOGNA

Ritrovo dei partecipanti e partenza dalla stazione di Roma Termini con treno AV diretto a Bologna.

Arrivo in stazione a Bologna e trasferimento a piedi (hotel posizionato strategicamente a pochi passi dalla stazione) in hotel per depositare i bagagli, e iniziamo subito la scoperta della città con guida autorizzata Regione Emilia Romagna.Tour a piedi.

Un nuovo tour a piedi per visitare i portici di Bologna - Lonely Planet

Dov’è il portico più alto? E il più largo? Attraverso le diverse epoche e i diversi stili scopriremo come l’elemento architettonico “Portico” sia cresciuto insieme al tessuto urbano, integrandosi ad esso fino a diventare uno dei tratti distintivi di Bologna.

Nominati Patrimonio dell’Umanità UNESCO, i portici di Bologna, lunghi quasi 62 km di cui 40 km solo nel centro storico, rendono la città felsinea unica al mondo. Fin dal 1100, quando la crescita dell’Università spinse a inventarsi un nuovo spazio urbano, i portici sono diventati un luogo, a un tempo pubblico e privato, di socialità e commercio, salotto all’aperto simbolo stesso dell’ospitalità bolognese.

Passeggiando per la città, si possono percorrere varie tipologie di portici. Da quelli in legno, come la duecentesca casa Isolani in strada Maggiore e i portici di via Marsala, fino ai trecenteschi “beccadelli”, semi-portici senza colonna come quello presente nella facciata posteriore di Palazzo d’Accursio e nel Palazzo Ghisilardi-Fava. Molto noto è l’altissimo portico “dei Bastardini” in via D’Azeglio, così chiamato perché sotto le sue volte, fino al 1797, aveva sede l’orfanotrofio, e il portico dell’Archiginnasio, noto come “Pavaglione”.

Unesco: i portici di Bologna patrimonio dell'Umanità. Merola esulta: "Un grande onore" - la Repubblica

Il portico più largo della città è il quadriportico della basilica di S.Maria dei Servi in strada Maggiore, progettato a fine Trecento, il più stretto, con i suoi 95 cm, si trova in via Sanzanome.

Il portico più alto di Bologna è il Portico della Zanichelli, nota casa editrice bolognese, in via Irnerio, con i suoi 12.94 metri (nel sommo del riquadro più alto del soffitto a cassettoni). Una novità nell’immaginario collettivo perché spesso attribuito al Portico di via Altabella, di 10.02 metri, o al Portico di legno di Casa Isolani, di 12.58 metri, su strada Maggiore.

I portici di Bologna: Patrimonio Mondiale UNESCO | Bologna Experience

Terminata la visita dei portici, pranzo libero per poter assaggiare i famosi tortellini bolognesi specialità del posto.

                          SULLE TRACCE DI MICHELANGELO

Proseguiamo il nostro viaggio con una visita guidata a piedi partendo dalla Piazza Maggiore e dall’antico Palazzo d’Accursio, ora sede del Comune, che ci riporta alle prime testimonianze della presenza michelangiolesca a Bologna.

Piazza Maggiore Bologna, cosa vedere | Elle Decor

Cosa vedere a Piazza Maggiore a Bologna - Sixt Magazine

Percorrendo le strade medioevali del centro storico bolognese, si aprono inaspettate piccole piazze, sulle quali si affacciano chiese, alte torri medioevali, segno distintivo di una Bologna d’altri tempi, antichi palazzi, fino al Portico del Pavaglione, la piazza che in passato fu sede del fiorente mercato della seta, che vide Bologna leader nella produzione serica fin dal XV secolo.
Attraversando Piazza Cavour, la famosa “Piazza Grande” cantata da Lucio Dalla,

La statua di Lucio Dalla sulla panchina della vera Piazza Grande - la Repubblica

si raggiunge la Basilica di San Domenico, un tempo sede dell’Inquisizione, che custodisce la famosissima Arca del Santo, impreziosita da sculture di Michelangelo e da altri illustri artisti come Nicola Pisano e Alfonso Lombardi.

La Basilica di San Domenico – Guida di Bologna

Cultura - Museo della Basilica di San Domenico

Termineremo la  giornata con una “VISITA ESCLUSIVA PER I VIAGGI DI GIORGIO”

Rientro in hotel. Cena e pernottamento.

Nb. Cena potrebbe essere prevista in ristorante vicino hotel.

2° GIORNO-I BENTIVOGLIO-SCAVI ARCHEOLOGICI-SAN LUCA

I BENTIVOGLIO E LA BOLOGNA DEL RINASCIMENTO

Colazione in hotel, e proseguiamo la  nostra scoperta di Bologna.

Riscopriamo gli anni d’oro del Rinascimento bolognese all’epoca dei Bentivoglio, signori della città felsinea, attraverso luoghi, capolavori d’arte e curiose leggende che ancora oggi testimoniano la presenza di questa importante famiglia: dal Palazzo di Re Enzo e la leggendaria origine della famiglia Bentivoglio alla Basilica di San Giacomo Maggiore, scrigno d’arte, che insieme all’Oratorio di Santa Cecilia,  custodisce il più importante ciclo pittorico del rinascimento bolognese, sottolinea l’amore di questa famiglia per l’arte, la musica e la cultura.

Capella Bentivoglio

Cappella Bentivoglio, Bologna | Wall paintings by Lorenzo Co… | Flickr

Pala Bentivoglio - Wikipedia

Splendida sintesi di architettura e arte del primo rinascimento bolognese, la cappella Bentivoglio si inserisce nella maestosa, luminosa chiesa due-trecentesca di San Giacomo Maggiore. Conclusa nel 1486, il suo armonioso spazio quadrato con cupola è rivestito da affreschi del ferrarese Lorenzo Costa, che riproducono soggetti legati alla famiglia di Giovanni Bentivoglio, tra i quali esponenti femminili ritratte in forme eleganti ed espressive. All’altare spicca la tavola del bolognese Francesco Francia – una Sacra conversazione – considerata uno dei suoi capolavori.

GLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI SALA BORSA

Un pavimento in vetro separa il presente dal passato. Ci troviamo all’interno di Sala Borsa, uno dei centri bibliotecari più attivi e importanti d’Italia, ospitato all’interno di Palazzo d’Accursio, sede storica del Comune di Bologna.

Sotto i nostri piedi la storia della città emerge con prepotenza e ci spinge ad avvicinare lo sguardo e acuire l’attenzione.

Ogni giorno gruppi di visitatori vengono condotti in profondità, metro dopo metro, alla scoperta della stratificazione millenaria del cuore della città, in un viaggio a ritroso che dai giorni nostri ci conduce fino al VII sec. a.C.

Biblioteca Sala Borsa - Angolazioni Rotonde

Visite guidate agli scavi archeologici | Biblioteca Salaborsa

Pranzo libero.

Nel pomeriggio trasferimento al Santuario della Beata Vergine di San Luca, e dalla terrazza panoramica si può godere di una splendida vista sulla città di Bologna. Visita all’interno della Chiesa e al termine si scende a piedi fino a Porta Saragozza all’Arco del Meloncello.

San Luca Sky Experience
La cupola visitabile più alta d’Europa

Una passeggiata lungo i portici di San Luca a Bologna

In serata rientro in hotel cena e pernottamento.

 

3° GIORNO: CERTOSA-FOOD TOUR-CISTERNA DI VALVERDE (Bagni di Mario)

Prima colazione in hotel la nostra giornata inizia con la visita guidata della Certosa di Bologna.

Trasferimento in bus.

Un abbraccio lungo tutta la città: i portici di Bologna  sono patrimonio dell’Umanità UNESCO!

Nel progetto del Comune di Bologna erano inclusi anche alcuni luoghi identitari della città per cui erano stati creati dei portici: San Luca, il Baraccano e la Certosa.

“È Un’immensa soddisfazione e un grande riconoscimento che ci rende felici”. 

Sindaco di Bologna

“L’inclusione della Certosa nel Patrimonio UNESCO dimostra ancora una volta quanto il Cimitero Monumentale sia parte della storia e della memoria della città, non solo a livello locale ma a livello internazionale”

Il cimitero della Certosa di Bologna venne fondato nel 1801 riutilizzando le strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796. La chiesa di san Girolamo è testimonianza intatta della ricchezza perduta del convento. Alle pareti spicca il grande ciclo di dipinti dedicati alla vita di Cristo, realizzato dai principali pittori bolognesi della metà del XVII secolo. Fulcro del cimitero è il Chiostro Terzo, riflesso fedele della cultura neoclassica locale dove, alle iniziali tombe dipinte, si sostituirono poi opere in stucco e scagliola e – a partire dalla metà dell’Ottocento – in marmo e bronzo. Il complesso nel corso dei secoli è il risultato di una articolata stratificazione di logge, chiostri ed edifici che vanno dal XV secolo ad oggi, che man mano assumono caratteri di progressiva ampiezza e monumentalità. All’interno si conserva un vastissimo patrimonio di pitture e sculture realizzate da quasi tutti gli artisti bolognesi attivi nel XIX e XX secolo, testimonianza delle complesse vicende artistiche, storiche e intellettuali di Bologna, cui si sono aggiunte in anni recenti alcuni interventi di artisti contemporanei. Notevoli le presenze artistiche ottocentesche ‘forestiere’, vero banco di confronto e stimolo per gli artisti locali.

Nel cimitero sono ospitate alcune figure importanti per la storia locale e nazionale, tra cui lo statista Marco Minghetti; i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti; il premio Nobel per la letteratura Giosue Carducci e lo scrittore Riccardo Bacchelli; il cantante d’opera Carlo Broschi detto Farinelli, il compositore Ottorino Respighi e il cantante Lucio Dalla; il generale Giuseppe Grabinski e il primo ministro Taddeo Matuszevic, polacchi; i fondatori delle aziende Maserati, Ducati e Weber e della casa editrice Zanichelli. La Certosa è stata per tutto l’Ottocento meta privilegiata del visitatore a Bologna. Lord Byron, Jules Janin, Charles Dickens e Theodor Mommsen hanno lasciato traccia scritta della loro passeggiata nel cimitero.

Visita Guidata alla Certosa di Bologna dedicata all'Ottocento

La Certosa si trova appena fuori le mura della città, e conserva la più ricca e preziosa raccolta di arte neoclassica italiana , esteso per una superficie di circa a 30 ettari il cimitero della Certosa è tra i più grandi d Europa tra quelli di maggior pregio storico artistico su tutto il territorio nazionale

Certosa di Bologna. Calendario estivo - Mostra - Bologna - Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna - Arte.it

Ritorniamo in centro e assaporeremo un’

“esperienza” gastronomica speciale per I Viaggi Di Giorgio

 in via esclusiva
BOLOGNA FOOD TOUR TAMBURINI MERCATO DI MEZZO

Questo tour permetterà a tutti di scoprire la gastronomia bolognese con una passeggiata all’interno del mercato del Quadrilatero, vero cuore pulsante delle specialità locali dove potremmo immergerci in questa atmosfera assaggiando molte delle specialità del posto. Si scopriranno tutti gli aneddoti sulla cucina bolognese lasciandosi trasportare dalla magica atmosfera del centro città. Visita alle famose botteghe storiche di Bologna e assaggio di specialità tipiche accompagnate da un ottimo bicchiere di vino locale in uno dei locali più caratteristici del Mercato di Mezzo.

Antica Salsamenteria Tamburini a Bologna | Tamburini dal 1932

Tra i massimi custodi di tanta fama vanno considerati i “salsamentari”, gastronomi da banco, di cui Tamburini è stato tra gli interpreti più fedeli e generosi e della cui Società di mutuo soccorso, fondata nel 1876Giovanni Tamburini è stato Presidente. L’evoluzione della specie ha, per così dire, spostato gli interessi e il raggio d’azione dell’ultimo Tamburini, Giovanni, verso direzioni e luoghi gastronomico-culturali vari e diversificati: il Bistrot (di lettura) diurno veloce e di qualità (Velocibò), l’Accademia dei Notturni, luogo canonico per riunioni conviviali di tradizione (nozze, riunioni Lyons, convegni) ma anche, da alcuni anni, eventi gastronomico-culturali di eccellente livello, fantasia e di travolgente successo e simpatia, il Down-Town CafèMensa, etc.

L’altro ieri

Nel 1860 circa è proprietaria della bottega la famiglia Benni, amministratori del patrimonio del Principe Baciocchi, marito di Elisa Bonaparte. Sono loro che installano il sistema di carrucole e binari, con i ganci ai quali venivano appese le mezzene. Il bestiame veniva lavorato e trasformato, in questa sorta di “catena di smontaggio del maiale” all’interno della bottega e la vendita iniziava direttamente, appena finita la lavorazione.

Fino al 1973 era possibile vedere entrare in bottega le mezzene fumanti, macellate da meno di mezz’ora, uno spettacolo che infatti catturava ogni volta la curiosità di decine di persone. La pratica (quella relativa alle mezzene, non quella relativa al “tifo”) fu sospesa solo nel 1973, ma rimangono, in ottimo stato, e ben visibili all’interno dell’attuale Bistrot, le attrezzature, pezzi ormai rarissimi di archeologia industriale.

Proseguiremo  il pomeriggio con delle visite seguendo itinerari  particolari e curiosi da un perdere a Bologna!      

                                        La finestrella di via Piella

Storie e segreti di Bologna | Travel Emilia Romagna Via Piella e la finestrella di Bologna | Dove Viaggi

Uno dei suggestivi scorci di Bologna, è la particolare finestrella di via Piella. Una volta aperta ci sembrerà di essere in una piccola Venezia, pur senza muoversi da Bologna. Da qui si può infatti ammirare il canale delle Moline scorrere tra le case, una delle poche occasioni rimaste, ormai, per vedere lo scorrere di un canale in centro. Una volta la città era attraversata da numerosi canali artificiali e vie d’acqua, che venivano usati per alimentare i mulini e le macchine idrauliche per la produzione di seta, lana e altri prodotti che venivano poi esportati in tutta Europa. Ora questi canali continuano a scorrere sotterranei, ma esistono ancora alcuni punti in cui ammirarli anche in superficie. Uno è appunto via Piella, tra gli altri si ricordano gli affacci sul Canale sui ponti in via Oberdan e via Malcontenti.

Proseguiremo la visita della Cisterna di Valverde (Bagni di Mario)

La Cisterna di Valverde è un sistema di captazione delle acque di epoca rinascimentale (1564) eseguito da Tommaso Laureti, architetto palermitano, fu realizzato per alimentare la Fontana del Nettuno.

Sotto i piedi dei passanti che continuano ad attraversare Bologna in lungo ed in largo, la città conserva i suoi segreti artistici, architettonici e storici.

Una volta che si accede ai sotterranei di Bagni di Mario si può ammirare il suo suggestivo sistema di captazione e raccolta delle acque risalente al Cinquecento, con cunicoli con volta a sesto acuto, i decori rinascimentali alle pareti della grande sala ottagonale e si possono sbirciare ed esplorare i suoi affascinanti passaggi.

Qui infatti è conservato l’ingegnoso sistema di captazione delle acque che serviva all’approvvigionamento della Fontana del Nettuno, uno dei simboli più conosciuti di Bologna.

Conserva di Valverde | Zero

La costruzione è formata da una vasca principale di forma ottagonale, da quattro condotti ciechi che si inoltrano nella collina e da tre conserve di raccolta collegate fra di loro. Di notevole bellezza un altissimo camino completamente ricoperto da incrostazioni calcaree secolari.

Perché visitare i Bagni di Mario a Bologna - Liberamente Traveller

            

La leggenda della Goliardia

Cappello Goliardia

Infine seguiremo un’itinerario per scoprire scherzi e leggende del posto… La Goliardia… che cos’è precisamente? dove nasce? A Bologna ovviamente! E proprio all’ombra delle due torri è ancora possibile incontrare giovani Goliardi con la feluca in testa, ma sono molte le curiosità e le domande su quella che è una delle più antiche tradizioni studentesche bolognesi.

Cena libera, rientro in hotel,  pernottamento.

4° GIORNO: BOLOGNA – ROMA

Dopo la colazione in hotel raggiungiamo il centro storico per una scoperta della BOLOGNA EBRAICA.
Visita ai luoghi che testimoniano la presenza di quella che un tempo fu un’importante comunità ebraica fino all’istituzione del ghetto nel 1555. Inizieremo il percorso ricordando i fatti più interessanti sulla cultura ebraica in Emilia Romagna. Cammineremo per le strade del ghetto contemplando alcuni dei suoi edifici più emblematici, come il Palazzo Malvasia, sede del Museo Ebraico, o la torre degli Uguzzoni.

Natura Impegnato miliardo palazzo pannolini bologna rotaia Allestero Riflessione

Visiteremo anche la cosiddetta via dell’Inferno, l’arteria principale del quartiere ebraico di Bologna. Il tour ci porterà fino alla facciata di Palazzo Bocchi, dallo stile rinascimentale, dove parleremo dell’Accademia letteraria che fu fondata in questo edificio e dei suoi legami con il cristianesimo e l’ebraismo. Infine, visiteremo la Sinagoga di Bologna .

L'Accademia di Palazzo Bocchi: ebraismo ed eresia - turismo.bologna.it

Sinagoga Ebraica (Bologna) - Tripadvisor

Pranzo libero.

Non possiamo salutare Bologna senza la visita di tre bellezze da non perdere, che si trovano adiacenti: il Teatro Romano, il Teatro Anatomico e il Santuario di Santa Maria della Vita.

IL TEATRO ANATOMICO Visitabile all’interno del Palazzo dell’Archiginnasio

La sala, chiamata Teatro per la caratteristica forma ad anfiteatro, fu progettata nel 1637 per le lezioni anatomiche dall’architetto bolognese Antonio Paolucci detto il Levanti, scolaro dei Carracci.

Venne costruita in legno d’abete e decorata con due ordini di statue raffiguranti in basso dodici celebri medici (Ippocrate, Galeno, Fabrizio Bartoletti, Girolamo Sbaraglia, Marcello Malpighi, Carlo Fracassati, Mondino de’Liuzzi, Bartolomeo da Varignana, Pietro d’Argelata, Costanzo Varolio, Giulio Cesare Aranzio, Gaspare Tagliacozzi) e in alto venti dei più famosi anatomisti dello Studio bolognese.

La cattedra del lettore, che sovrasta quella del dimostratore, è fiancheggiata da due statue dette “Spellati”, scolpite nel 1734 su disegno di Ercole Lelli, famoso ceroplasta dell’Istituto delle Scienze.

Sopra al baldacchino una figura femminile seduta, allegoria del’Anatomia, riceve come omaggio da un putto alato non un fiore, ma un femore.

La sala anatomica ha subito gravissimi danni nel bombardamento che il 29 gennaio 1944 distrusse quest’ala dell’edificio ed è stata ricostruita nell’immediato dopoguerra riutilizzando le sculture lignee originali, fortunatamente recuperate dalle rovine.

LA DECORAZIONE DEL SOFFITTO
Il soffitto a cassettoni, realizzato nel 1645 da Antonio Levanti, è decorato con figure simboliche rappresentanti quattordici costellazioni e al centro Apollo, nume protettore della medicina.

La scelta del tema astrologico risale alla tradizione di consultare gli astri prima di procedere alle operazioni o di somministrare farmaci, secondo una concezione della medicina che risente dell’influsso esercitato in tutt’Europa dalla scienza diffusa dagli Arabi fin dai tempi della conquista della Spagna.

L’astrologia veniva associata alla medicina, ed ogni parte del corpo era posta sotto la tutela di un segno zodiacale, del resto l’Astrologia continuò ad essere materia di studio anche all’università bolognese fine a tutto il secolo XVII.

La decorazione del soffitto riflette un certo modo di concepire l’uomo e la sua vita biologica in rapporto con la natura e il cosmo.

Archiginnasio di Bologna e il Teatro Anatomico - Visitup Bologna

Teatro anatomico dell'Archiginnasio | Zero

Il TEATRO ROMANO

Nel cuore antico della città, un palazzo risalente al ‘700, cela al suo interno i resti del primo Teatro Romano costruito in pietra. Data di ascita 88 a.C.

Il Teatro Romano rivive grazie al lending crowdfunding: il progetto su Build Lenders

Teatro romano (Bologna) - Wikipedia

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VITA  – Compianto sul Cristo Morto

Il complesso monumentale di Santa Maria della Vita sorge nel Quadrilatero, cuore pulsante del centro storico di Bologna. All’interno della chiesa in Barocco bolognese, la cui cupola venne disegnata dal Bibiena, è custodito il famoso Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, risalente alla seconda metà del Quattrocento e definito “Urlo di pietra” da Gabriele D’Annunzio.
Accanto alla chiesa l’Oratorio, in cui è possibile ammirare il gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, e il Museo della Sanità e dell’Assistenza, che illustra la storia della sanità a Bologna attraverso strumenti sanitari e materiali scientifici, dipinti e arredi.

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Nel tardo pomeriggio, passiamo in hotel a ritirare i bagagli e ci dirigiamo in stazione per il nostro treno e rientriamo a Roma.

Fine dei servizi.

 

La quota comprende:

Pernottamenti in hotel 4*** centrale  nei pressi della stazione in camera e colazione.
Brunch degustazione di prodotti tipici locali e la famosa lasagna bolognese, Food Tour Tamburini
Guida professionale per tutta la durata del tour.
Guida interna alla Certosa
Assicurazione medica e bagaglio
Assicurazione ANNULLAMENTO VIAGGIO CHE COPRE INTERO VALORE
Kit da Viaggio.
Iva di legge

La quota non comprende :

Quota treno andata e ritorno  € 120,00 a persona
INGRESSI SITI MUSEI E MONUMENTI
Bologna Arte Card (facoltativa)
Mance
Bevande ai pasti
Eventuale trenino turistico per salire e riscendere da San Luca
Extra personali e tutto quanto non previsto nella quota comprende.
Tasse di soggiorno.

 




Isola d’Elba – Luglio

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L’Elba è un libro e ogni pagina è una storia diversa

Posizione strategica e ricchezza del territorio: ecco la carta vincente dell’isola d’Elba!

Un susseguirsi di pretendenti, un intreccio di popoli e le loro testimonianze

Una realtà unica, in cui ammirare fantastici scorci, indimenticabili tramonti e godere dell’immenso fascino di quest’isola dell’arcipelago toscano.

Natura rigogliosa e incontaminata, spiagge di ogni tipo e colore, storia, arte e tradizioni culinarie uniche al mondo… Un’isola selvaggia e accogliente, circondata dal mare più limpido che possiate immaginare.

Ogni giorno un mare diverso. Sarebbe limitativo ridurre la scelta a sassi, scogli o sabbia. La sabbia varia le sue tonalità dal bianco all’oro, al rossastro, fino al nero. I sassi? Si va dalla ghiaia agli scogli o alle scogliere impervie. Domani potreste fare snorkeling all’isolotto di Ortano e, spinti dal brivido dell’esplorazione, conquistare le calette selvagge tra l’Innamorata e Calanova.

Un territorio poliedrico, intriso di storia e natura. Godersi il tramonto dalle spiagge di Chiessi e Pomonte, o dalla terrazza di Capoliveri. Partire alla ricerca delle orchidee su sentieri profumati di macchia mediterranea, tra vallate e dirupi a picco sul mare. O immergersi nell’incanto dei fondali marini… Lasciatevi guidare dai venti che qui regolano storie e persone: ogni luogo, ogni granello di sabbia, ogni respiro porta con sé racconti di terra e di mare variegati e affascinanti, come i paesaggi dell’isola.

Fenici, etruschi, romani. Barbari e pirati. Pisani, genovesi, fiorentini, napoletani. E ancora spagnoli, inglesi e francesi. Si può vivere l’isola ogni volta seguendo un racconto diverso, immedesimandoci in un pirata saraceno in agguato dietro gli scogli o in un generale francese al servizio di Napoleone. Innumerevoli sono gli spunti per scoprire la storia e il territorio.

Altre partenza previste:

23 giugno – 29 giugno

18 agosto – 24 agosto

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1° Giorno : Roma – Piombino – Portoferraio

Ritrovo dei partecipanti presso la stazione Termini e partenza in treno. Pranzo libero. Arrivo e con bus privato ci si dirige a Piombino per l’imbarco sul traghetto per l’Isola d’Elba, la più grande delle isole dell’Arcipelago Toscano e terza isola più grande d’Italia, con oltre 150 chilometri di coste (la durata della traversata è di circa 1 ora).

Prenota il tuo traghetto da Piombino all'Elba con Blu Navy

All’arrivo passeggiata a  Portoferraio, il vivace capoluogo dell’isola il cui nome deriva dalle miniere di ferro, già sfruttate nell’antichità al tempo di Etruschi e Romani.

Nel tardo pomeriggio trasferimento in hotel. Sistemazione nelle camere riservate. Cena e pernottamento.

Portoferraio: cosa fare, cosa vedere e dove dormire - Toscana.info

2° Giorno: Isola di Pianosa (intera giornata)

Una terra bassa e bianca fatta di conchiglie, che si confonde col mare tanto da risultare invisibile ai naviganti del passato

Quando Napoleone vi fece il primo sopralluogo, nel 1814, l’isola era completamente disabitata: qualche capra e cavalli selvaggi, ma come tutte le isole dell’Arcipelago anche Pianosa – “Planasia” per i Romani – cela numerosi misteri.

Gli arcani dell’antico passato dell’isola. Qui fu esiliato Agrippa Postumo, nipote di Augusto, nell’anno 6 d.C. per volere di Livia, moglie dell’Imperatore. Ella lo fece assassinare qualche anno dopo, inviando un sicario sull’isola, dopo la morte del marito. Oggetto di mistero sono anche le estese Catacombe cristiane di epoca romana (tra il III e IV Secolo d.C.), un labirinto sotterraneo che si snoda lungo il ventre calcareo di Pianosa. Troverete il loro ingresso a pochi metri dall’approdo: avrete il coraggio di addentrarvi?

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Prima colazione in hotel partenza per Marina di Campo, imbarco per Pianosa. Quasi invisibile da lontano, a causa della modesta altezza. La storia narra che nel 1553l’isola fu messa a ferro e fuoco dai pirati Dragut e Kara Mustafà, che distrussero il castello pisano, uccisero buona parte della popolazione e deportarono i superstiti. Pianosa rimase allora disabitata fino a quando non divenne penitenziario di massima sicurezza, chiuso nel 1998. Pianosa ha un suo tesoro archeologico che è rappresentato delle catacombe che narrano gli aibori della civiltà cristiana: si tratta di un complesso monumentale che risalirebbe al III – IV secolo d.C., quando i prigionieri cristiani, vittime delle persecuzioni imperialistiche vennero condannati a lavorare nelle cave di tufo dell’isola. Cavato nella roccia, il sistema di gallerie occupa uno spazio di circa tre ettari e mezzo ed è diviso in due aree: una  destinata ai sepolcri, l’altra alla celebrazione dei riti e alle riunioni.

Escursioni guidate isola di Pianosa - Info Park Arcipelago Toscano

Dalla splendida Cala Giovanna si giunge alle uniche vestigia romane rimaste sull’isola, i bagni e la villa di Agrippa. Tempo libero a disposizione per una sosta nella lunga spiaggia di sabbia dorata e fine. Tuffandosi nelle sue acque basse e cristalline, è possibile ammirare la ricchezza della fauna marina presente nei fondali.

Nel tardo pomeriggio imbarco per Marina di Campo. Rientro in hotel. Cena e pernottamento.

3° Giorno: Porto Azzurro

Dal villaggio di pescatori alla fortezza spagnola di Longone, questo splendido territorio racchiude tesori storici e naturali di grande valore, tutti da scoprire.

Già solo osservando lo stemma attuale del Comune di Porto Azzurro è possibile individuare le antiche origini del paese: un villaggio di pescatori e contadini a cui venne dato il nome di Longone e la cui storia – risalente circa al 1600 – è legata indissolubilmente alla dominazione spagnola, tanto che ancora oggi molte famiglie portano cognomi risalenti a quel periodo.

Durante le varie vicende storiche che portarono all’Elba numerose battaglie sanguinarie, resistenze e conquiste, l’imponente Forte di Longone, costruito proprio dagli spagnoli nel secolo precedente, fu prima occupato nel 1646 dalle truppe Francesi e, in seguito, venne riconquistato dagli stessi spagnoli. L’agglomerato cittadino risiedeva nella zona sottostante la fortezza spagnola, chiamata la “marina”, ottimale come scalo merci e di rifugio per le navi. La sua economia, anche per il clima mite della zona, si sviluppò soprattutto nell’agricoltura e nella pesca.

Nel frattempo il territorio passò al Regno di Napoli (dove rimase fino al 1801) quando le truppe Napoleoniche lo acquisirono fino all’arrivo di Napoleone in persona che divenne “Sovrano dell’isola d’Elba”. In seguito alla caduta di Napoleone (1815) l’isola dell’Elba passò al Granducato di Toscana, fino all’Unità d’Italia.

Dopo il secondo conflitto mondiale, gli abitanti di Portolongone chiesero ed ottennero nel 1947 la possibilità di cambiare nome al paese che diventò Porto Azzurro.  Inizia da allora una nuova storia di vita più indipendente dalla “Fortezza spagnola”, che nel frattempo è diventata una famosa Casa di Reclusione.

Pur convivendo con la realtà del Carcere, Porto Azzurro inizia con gli anni ’50 e ’60 a valorizzare i suoi tesori storici e naturali, incentivando così il turismo nel territorio. Così, Porto Azzurro diventa una delle mete preferite di migliaia di turisti italiani e stranieri.

Prima colazione in hotel. Mezza giornata. Partenza per Porto Azzurro, un piccolo borgo di pescatori adagiato nel Golfo di Mola, balza immediatamente agli occhi l’imponente fortezza di San Giacomo costruita nei primi anni del ‘600 sulla sommità del promontorio che domina il paese per volere degli spagnoli, interessati al controllo e alla difesa dell’area circostante. Dalla fine del XIX secolo il forte è divenuto penitenziario civile. Ai piedi della fortezza si è sviluppato il grazioso borgo marinaro. Dalla centrale Piazza Matteotti, affacciata sul mare e recentemente ristrutturata, si può ammirare il porto turistico che in estate ospita maestosi panfili e in inverno è vivacizzato prevalentemente dalla presenza di pescherecci e piccole imbarcazioni.

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Addentrandosi tra le numerose viuzze, è possibile ammirare la Chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna del Carmine e l’oratorio del Sacro Cuore di Maria, entrambe risalenti al XVIII secolo. Non lontano dal paese sorge il Santuario della Madonna di Monserrato, in cui è conservata l’immagine della Madonna Nera.

Scopri Porto Azzurro: una gemma incantevole sull'Isola d'Elba

Gita in barca lungo la costa orientale.

Rientro in hotel. Pomeriggio tempo libero a disposizione per godersi le spiagge. Cena e pernottamento in  hotel.

4° Giorno: Rio Marina – Rio nell’Elba 

Uno degli insediamenti più antichi dell’isola d’Elba, ricco di storia fra vestigia dell’attività mineraria e luoghi di interesse storico e culturale

Il centro abitato del piccolo paese di Rio è arroccato su di un colle a circa 170 metri sopra il livello del mare, nel versante nord-orientale dell’isola. Si tratta certamente di uno dei più antichi paesi di tutta l’Elba, in quanto le sue origini scavano indietro nel tempo fino all’età del bronzo. Il territorio conserva numerose tracce del suo antico passato e tra queste vi sono anche reperti archeologici e relitti navali di diverse epoche, che potrete scoprire accompagnati da una guida esperta.

Rio, famosa per le sue miniere di ferro che risalgono all’epoca etrusca, è stata il cuore minerario dell’isola.

Una grande varietà di minerali, la Collezione della Gente di Rio, è esposta nel locale Museo civico archeologico del Distretto minerario. Altri luoghi di interesse storico culturale sono il Castello del Volterraio, l’imponente fortezza nelle vicinanze del paese, la Chiesa Parrocchiale di SS. Giacomo e Quirico, l’Eremo di Santa Caterina, l’Orto dei Semplici elbano, la Chiesa della Santissima Trinità, nota come la Chiesa del Padreterno. Fa parte del territorio comunale anche l’isolotto di Cerboli, gemma naturalistica dell’Arcipelago Toscano.

A pochi passi dal centro storico si trova la suggestiva Fonte dei Canali, recentemente restaurata, formata da cinque bocche e alimentata da una ricca sorgente. Accanto ai Canali avrete invece l’opportunità di visitare i Lavatoi Pubblici, una suggestiva struttura con soffitto a capriate e finestroni. Alimentati dalla stessa fonte del Canali, i Lavatoi sono stati utilizzati fino agli anni ‘80 del secolo scorso.

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Prima colazione in hotel. Mezza giornata. Partenza per Rio Marina dove si potranno ammirare il Museo Mineralogico e del Parco Minerario a cielo aperto di Rio Marina, la più antica miniera dell’Isola d’Elba che ha un grande valore scientifico e storico. Tour delle miniere a bordo di un caratteristico trenino che conduce attraverso i principali cantieri della miniera di Rio Marina, ognuno con i suoi colori e caratteristiche.

Rio Marina | Appartamenti e Ville all'Isola d'Elba da Soltur Elba

Trasferimento a Rio nell’ Elba, uno dei più antichi paesi di tutta l’Elba, in quanto le sue origini scavano indietro nel tempo fino all’età del bronzo. Il territorio conserva numerose tracce del suo antico passato e tra queste vi sono anche reperti archeologici e relitti navali di diverse epoche.

Isola d'Elba - Rio nell'Elba - Cosa Fare a Rio nell'Elba

Rientro in hotel. Pomeriggio tempo libero a disposizione per godersi le spiagge. Cena e pernottamento.

5° Giorno: Portoferraio – Marciano Marina – Marina – Monte Capanne.

Gli evidenti segni del passato minerario di questo incantevole territorio, racchiuso fra mare e montagna, sono divenuti oggi attrattiva turistica di grande interesse.

Il comune più piccolo dell’isola, nonché uno dei più piccoli d’Italia, regala alcuni dei più suggestivi scorci dell’isola, dove tranquillità e divertimento vanno a braccetto

Prima colazione in hotel. Mezza giornata.

Iniziamo con la visita della Villa San Martino questa residenza, non fu abitata a lungo da Napoleone, che comunque qui trascorreva momenti di vita privata. Oggi vi si possono ammirare stampe napoleoniche dell’’800 e arredi d’epoca strategicamente collocati nelle belle sale affrescate. il Museo dei Cimeli di Napoleone. Conserva tra le altre cose, un calco in bronzo della testa e della mano di Napoleone e la riproduzione del sarcofago nel quale sono conservati i resti dell’Imperatore.

Villa di San Martino - Residenza napoleonica - Isola d'Elba

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Proseguiamo verso Marciana Marina, borgo di pescatori, è caratterizzato dalle sue case dai colori pastello che si affacciano sul mare. Conserva ancora oggi il fascino dell’antico borgo, con i suoi ritmi più lenti e i vecchi edifici. Il simbolo di Marciana Marina è la Torre degli Appiani, torre costiera già quattrocentesca situata al porto. Oggi la torre è di proprietà del demanio. Il nucleo più caratteristico e suggestivo di Marciana Marina è il Borgo al Cotone, il centro storico. Questo è costituito da un grande scoglio di granito e da una matassa di viuzze, scale e case antiche. Proseguiamo con la visita di Marciana, è uno dei paesi più antichi e ricchi di testimonianze storiche e archeologiche. Tutto il paese conserva ancora oggi quella impronta medioevale di un tempo, dalle porte d’accesso, alle strette viuzze a gradoni, ornate da piante e fiori che i marcianesi coltivano sui propri balconi.
Ci spostiamo per prendere la cabinovia per raggiungere Monte Capanne.

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Sulla vetta del monte più alto dell’isola (1019 metri), durante una giornata particolarmente chiara, si può godere di un panorama unico, oltre che ammirare un panorama unico, si può spingere lo sguardo fino alle lontane isole dell’arcipelago: Pianosa, Capraia, Montecristo, Gorgona ed anche la Corsica.
Sosta per la degustazione gratuita, dei vini e dolci tipici dell’Elba, presso un negozio che vende prodotti tipici.
Rientro in hotel. Pomeriggio tempo libero a disposizione per godersi le spiagge.

Cena e pernottamento in hotel.

6° Giorno: Capraia (intera giornata)

Scogliere altissime a picco sul mare e l’aroma di cisto marino che aleggia dalle falesie verso il mare. L’isola di Capraia è la terza isola dell’Arcipelago Toscano per grandezza. La sua caratteristica forma ellittica è disposta lungo la frattura nella microplacca corso-sarda da cui uscì il magma. Sì, la sua origine è vulcanica e potrete ammirare la suggestiva spaccatura che resta di questo antico vulcano, lo Zenobito. Corroso per millenni dagli elementi a Cala Rossa (parte sud dell’isola), si tratta di un’enorme parete di roccia rossa – un rosso acceso – a picco sul mare.

Isola di Capraia

Prima colazione in hotel trasferimento al porto ed imbarco per l’Isola di Capraia. Quest’isola è forse la più “selvaggia” tra le isole dell’arcipelago, sono presenti due centri abitati: il nucleo del porto e il paese, borgo più antico a ridosso del forte di San Giorgio. Le coste scoscese a picco sul mare, suggestive rocce portate a nudo dall’erosione del vento e del mare, documentano il susseguirsi delle eruzioni e delle stratificazioni laviche. Tutto ciò è ben visibile nella famosa Cala Rossa, sicuramente una delle cale più particolari dell’Arcipelago, dove le pareti rocciose a forma di tronco di cono presentano dei colori che variano dal rosso al nero. L’area centrale di Capraia è la più montuosa dell’isola e il rilievo maggiore è Monte Castello. Capraia è considerata un piccolo paradiso geologico, in quanto unica isola vulcanica dell’Arcipelago, offre numerosi siti di interesse storico raggiungibili grazie a sentieri e mulattiere: Ex Colonia Penale, Torre del Porto, Chiesa di Santo Stefano, Chiesa dell’Assunta, Chiesa di San Nicola, Chiesa e convento di San Antonio, Forte San Giorgio e numerose spiagge, calette e grotte.

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Rientro in hotel. Cena e pernottamento in hotel.

7° Giorno: Napoleone e i suoi luoghi-out

Prima colazione in hotel partenza per Portoferraio, visita ai luoghi Napoleonici.

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La Villa dei Mulini (detta anche Palazzina dei Mulini) fu scelta da Napoleone come residenza principale. La Villa fu costruita tra due mulini a vento, da qui il suo nome, che erano però già stati abbattuti al tempo di Napoleone. Al suo arrivo sull’isola il nuovo sovrano progettò personalmente i lavori alla Villa: fece costruire il piano superiore e programmò la ristrutturazione del vicino piccolo teatro e si occupò personalmente della scelta degli arredi dell’abitazione, che purtroppo però sono andati perduti. Parte del mobilio oggi visibile nella Villa risale comunque all’epoca napoleonica.

La Villa è oggi Museo Nazionale.

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Visita del centro storico, dal colore rosato, dovuto alle lastre in pietra calcarea rossa utilizzate per la pavimentazione.

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Al termine della visita trasferimento al porto ed imbarco per Piombino, proseguimento  in treno per Roma. Arrivo a destinazione. Fine dei servizi.

La quota comprende:

  • Trasferimento in treno da Roma
  • Traghetto a/r Piombino – Portoferraio
  • N. 6 notti in hotel
  • Mezza pensione
  • N. 3 mezze giornate visite guidate guida autorizzata Regione Toscana
  • Escursione in barca  Isola di Capraia, intera giornata con guida
  • Escursione in barca  Isola di Pianosa, intera giornata con guida
  • Gita in barca lungo la costa orientale
  • Biglietto cabinovia per Monte Capanne
  • Assicurazione medica e bagaglio e annullamento viaggio (copre intero valore del viaggio)

La quota non comprende:

  • Ingressi ai musei
  • I pasti non menzionati
  • Eventuali Tasse locali da pagare in loco
  • Mance
  • Tutto ciò non espressamente incluso alla voce “la quota comprende”

 

 

 

 




Isola d’Elba – Giugno

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L’Elba è un libro e ogni pagina è una storia diversa

Posizione strategica e ricchezza del territorio: ecco la carta vincente dell’isola d’Elba!

Un susseguirsi di pretendenti, un intreccio di popoli e le loro testimonianze

Una realtà unica, in cui ammirare fantastici scorci, indimenticabili tramonti e godere dell’immenso fascino di quest’isola dell’arcipelago toscano.

Natura rigogliosa e incontaminata, spiagge di ogni tipo e colore, storia, arte e tradizioni culinarie uniche al mondo… Un’isola selvaggia e accogliente, circondata dal mare più limpido che possiate immaginare.

Ogni giorno un mare diverso. Sarebbe limitativo ridurre la scelta a sassi, scogli o sabbia. La sabbia varia le sue tonalità dal bianco all’oro, al rossastro, fino al nero. I sassi? Si va dalla ghiaia agli scogli o alle scogliere impervie. Domani potreste fare snorkeling all’isolotto di Ortano e, spinti dal brivido dell’esplorazione, conquistare le calette selvagge tra l’Innamorata e Calanova.

Un territorio poliedrico, intriso di storia e natura. Godersi il tramonto dalle spiagge di Chiessi e Pomonte, o dalla terrazza di Capoliveri. Partire alla ricerca delle orchidee su sentieri profumati di macchia mediterranea, tra vallate e dirupi a picco sul mare. O immergersi nell’incanto dei fondali marini… Lasciatevi guidare dai venti che qui regolano storie e persone: ogni luogo, ogni granello di sabbia, ogni respiro porta con sé racconti di terra e di mare variegati e affascinanti, come i paesaggi dell’isola.

Fenici, etruschi, romani. Barbari e pirati. Pisani, genovesi, fiorentini, napoletani. E ancora spagnoli, inglesi e francesi. Si può vivere l’isola ogni volta seguendo un racconto diverso, immedesimandoci in un pirata saraceno in agguato dietro gli scogli o in un generale francese al servizio di Napoleone. Innumerevoli sono gli spunti per scoprire la storia e il territorio.

Altre partenza previste:

14 luglio – 20 luglio

18 agosto – 24 agosto

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1° Giorno : Roma – Piombino – Portoferraio

Ritrovo dei partecipanti presso la stazione Termini e partenza in treno. Pranzo libero. Arrivo e con bus privato ci si dirige a Piombino per l’imbarco sul traghetto per l’Isola d’Elba, la più grande delle isole dell’Arcipelago Toscano e terza isola più grande d’Italia, con oltre 150 chilometri di coste (la durata della traversata è di circa 1 ora).

Prenota il tuo traghetto da Piombino all'Elba con Blu Navy

All’arrivo passeggiata a  Portoferraio, il vivace capoluogo dell’isola il cui nome deriva dalle miniere di ferro, già sfruttate nell’antichità al tempo di Etruschi e Romani.

Nel tardo pomeriggio trasferimento in hotel. Sistemazione nelle camere riservate. Cena e pernottamento.

Portoferraio: cosa fare, cosa vedere e dove dormire - Toscana.info

2° Giorno: Isola di Pianosa (intera giornata)

Una terra bassa e bianca fatta di conchiglie, che si confonde col mare tanto da risultare invisibile ai naviganti del passato

Quando Napoleone vi fece il primo sopralluogo, nel 1814, l’isola era completamente disabitata: qualche capra e cavalli selvaggi, ma come tutte le isole dell’Arcipelago anche Pianosa – “Planasia” per i Romani – cela numerosi misteri.

Gli arcani dell’antico passato dell’isola. Qui fu esiliato Agrippa Postumo, nipote di Augusto, nell’anno 6 d.C. per volere di Livia, moglie dell’Imperatore. Ella lo fece assassinare qualche anno dopo, inviando un sicario sull’isola, dopo la morte del marito. Oggetto di mistero sono anche le estese Catacombe cristiane di epoca romana (tra il III e IV Secolo d.C.), un labirinto sotterraneo che si snoda lungo il ventre calcareo di Pianosa. Troverete il loro ingresso a pochi metri dall’approdo: avrete il coraggio di addentrarvi?

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Prima colazione in hotel partenza per Marina di Campo, imbarco per Pianosa. Quasi invisibile da lontano, a causa della modesta altezza. La storia narra che nel 1553l’isola fu messa a ferro e fuoco dai pirati Dragut e Kara Mustafà, che distrussero il castello pisano, uccisero buona parte della popolazione e deportarono i superstiti. Pianosa rimase allora disabitata fino a quando non divenne penitenziario di massima sicurezza, chiuso nel 1998. Pianosa ha un suo tesoro archeologico che è rappresentato delle catacombe che narrano gli aibori della civiltà cristiana: si tratta di un complesso monumentale che risalirebbe al III – IV secolo d.C., quando i prigionieri cristiani, vittime delle persecuzioni imperialistiche vennero condannati a lavorare nelle cave di tufo dell’isola. Cavato nella roccia, il sistema di gallerie occupa uno spazio di circa tre ettari e mezzo ed è diviso in due aree: una  destinata ai sepolcri, l’altra alla celebrazione dei riti e alle riunioni.

Escursioni guidate isola di Pianosa - Info Park Arcipelago Toscano

Dalla splendida Cala Giovanna si giunge alle uniche vestigia romane rimaste sull’isola, i bagni e la villa di Agrippa. Tempo libero a disposizione per una sosta nella lunga spiaggia di sabbia dorata e fine. Tuffandosi nelle sue acque basse e cristalline, è possibile ammirare la ricchezza della fauna marina presente nei fondali.

Nel tardo pomeriggio imbarco per Marina di Campo. Rientro in hotel. Cena e pernottamento.

3° Giorno: Porto Azzurro

Dal villaggio di pescatori alla fortezza spagnola di Longone, questo splendido territorio racchiude tesori storici e naturali di grande valore, tutti da scoprire.

Già solo osservando lo stemma attuale del Comune di Porto Azzurro è possibile individuare le antiche origini del paese: un villaggio di pescatori e contadini a cui venne dato il nome di Longone e la cui storia – risalente circa al 1600 – è legata indissolubilmente alla dominazione spagnola, tanto che ancora oggi molte famiglie portano cognomi risalenti a quel periodo.

Durante le varie vicende storiche che portarono all’Elba numerose battaglie sanguinarie, resistenze e conquiste, l’imponente Forte di Longone, costruito proprio dagli spagnoli nel secolo precedente, fu prima occupato nel 1646 dalle truppe Francesi e, in seguito, venne riconquistato dagli stessi spagnoli. L’agglomerato cittadino risiedeva nella zona sottostante la fortezza spagnola, chiamata la “marina”, ottimale come scalo merci e di rifugio per le navi. La sua economia, anche per il clima mite della zona, si sviluppò soprattutto nell’agricoltura e nella pesca.

Nel frattempo il territorio passò al Regno di Napoli (dove rimase fino al 1801) quando le truppe Napoleoniche lo acquisirono fino all’arrivo di Napoleone in persona che divenne “Sovrano dell’isola d’Elba”. In seguito alla caduta di Napoleone (1815) l’isola dell’Elba passò al Granducato di Toscana, fino all’Unità d’Italia.

Dopo il secondo conflitto mondiale, gli abitanti di Portolongone chiesero ed ottennero nel 1947 la possibilità di cambiare nome al paese che diventò Porto Azzurro.  Inizia da allora una nuova storia di vita più indipendente dalla “Fortezza spagnola”, che nel frattempo è diventata una famosa Casa di Reclusione.

Pur convivendo con la realtà del Carcere, Porto Azzurro inizia con gli anni ’50 e ’60 a valorizzare i suoi tesori storici e naturali, incentivando così il turismo nel territorio. Così, Porto Azzurro diventa una delle mete preferite di migliaia di turisti italiani e stranieri.

Prima colazione in hotel. Mezza giornata. Partenza per Porto Azzurro, un piccolo borgo di pescatori adagiato nel Golfo di Mola, balza immediatamente agli occhi l’imponente fortezza di San Giacomo costruita nei primi anni del ‘600 sulla sommità del promontorio che domina il paese per volere degli spagnoli, interessati al controllo e alla difesa dell’area circostante. Dalla fine del XIX secolo il forte è divenuto penitenziario civile. Ai piedi della fortezza si è sviluppato il grazioso borgo marinaro. Dalla centrale Piazza Matteotti, affacciata sul mare e recentemente ristrutturata, si può ammirare il porto turistico che in estate ospita maestosi panfili e in inverno è vivacizzato prevalentemente dalla presenza di pescherecci e piccole imbarcazioni.

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Addentrandosi tra le numerose viuzze, è possibile ammirare la Chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna del Carmine e l’oratorio del Sacro Cuore di Maria, entrambe risalenti al XVIII secolo. Non lontano dal paese sorge il Santuario della Madonna di Monserrato, in cui è conservata l’immagine della Madonna Nera.

Scopri Porto Azzurro: una gemma incantevole sull'Isola d'Elba

Gita in barca lungo la costa orientale.

Rientro in hotel. Pomeriggio tempo libero a disposizione per godersi le spiagge. Cena e pernottamento in  hotel.

4° Giorno: Rio Marina – Rio nell’Elba 

Uno degli insediamenti più antichi dell’isola d’Elba, ricco di storia fra vestigia dell’attività mineraria e luoghi di interesse storico e culturale

Il centro abitato del piccolo paese di Rio è arroccato su di un colle a circa 170 metri sopra il livello del mare, nel versante nord-orientale dell’isola. Si tratta certamente di uno dei più antichi paesi di tutta l’Elba, in quanto le sue origini scavano indietro nel tempo fino all’età del bronzo. Il territorio conserva numerose tracce del suo antico passato e tra queste vi sono anche reperti archeologici e relitti navali di diverse epoche, che potrete scoprire accompagnati da una guida esperta.

Rio, famosa per le sue miniere di ferro che risalgono all’epoca etrusca, è stata il cuore minerario dell’isola.

Una grande varietà di minerali, la Collezione della Gente di Rio, è esposta nel locale Museo civico archeologico del Distretto minerario. Altri luoghi di interesse storico culturale sono il Castello del Volterraio, l’imponente fortezza nelle vicinanze del paese, la Chiesa Parrocchiale di SS. Giacomo e Quirico, l’Eremo di Santa Caterina, l’Orto dei Semplici elbano, la Chiesa della Santissima Trinità, nota come la Chiesa del Padreterno. Fa parte del territorio comunale anche l’isolotto di Cerboli, gemma naturalistica dell’Arcipelago Toscano.

A pochi passi dal centro storico si trova la suggestiva Fonte dei Canali, recentemente restaurata, formata da cinque bocche e alimentata da una ricca sorgente. Accanto ai Canali avrete invece l’opportunità di visitare i Lavatoi Pubblici, una suggestiva struttura con soffitto a capriate e finestroni. Alimentati dalla stessa fonte del Canali, i Lavatoi sono stati utilizzati fino agli anni ‘80 del secolo scorso.

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Prima colazione in hotel. Mezza giornata. Partenza per Rio Marina dove si potranno ammirare il Museo Mineralogico e del Parco Minerario a cielo aperto di Rio Marina, la più antica miniera dell’Isola d’Elba che ha un grande valore scientifico e storico. Tour delle miniere a bordo di un caratteristico trenino che conduce attraverso i principali cantieri della miniera di Rio Marina, ognuno con i suoi colori e caratteristiche.

Rio Marina | Appartamenti e Ville all'Isola d'Elba da Soltur Elba

Trasferimento a Rio nell’ Elba, uno dei più antichi paesi di tutta l’Elba, in quanto le sue origini scavano indietro nel tempo fino all’età del bronzo. Il territorio conserva numerose tracce del suo antico passato e tra queste vi sono anche reperti archeologici e relitti navali di diverse epoche.

Isola d'Elba - Rio nell'Elba - Cosa Fare a Rio nell'Elba

Rientro in hotel. Pomeriggio tempo libero a disposizione per godersi le spiagge. Cena e pernottamento.

5° Giorno: Portoferraio – Marciano Marina – Marina – Monte Capanne.

Gli evidenti segni del passato minerario di questo incantevole territorio, racchiuso fra mare e montagna, sono divenuti oggi attrattiva turistica di grande interesse.

Il comune più piccolo dell’isola, nonché uno dei più piccoli d’Italia, regala alcuni dei più suggestivi scorci dell’isola, dove tranquillità e divertimento vanno a braccetto

Prima colazione in hotel. Mezza giornata.

Iniziamo con la visita della Villa San Martino questa residenza, non fu abitata a lungo da Napoleone, che comunque qui trascorreva momenti di vita privata. Oggi vi si possono ammirare stampe napoleoniche dell’’800 e arredi d’epoca strategicamente collocati nelle belle sale affrescate. il Museo dei Cimeli di Napoleone. Conserva tra le altre cose, un calco in bronzo della testa e della mano di Napoleone e la riproduzione del sarcofago nel quale sono conservati i resti dell’Imperatore.

Villa di San Martino - Residenza napoleonica - Isola d'Elba

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Proseguiamo verso Marciana Marina, borgo di pescatori, è caratterizzato dalle sue case dai colori pastello che si affacciano sul mare. Conserva ancora oggi il fascino dell’antico borgo, con i suoi ritmi più lenti e i vecchi edifici. Il simbolo di Marciana Marina è la Torre degli Appiani, torre costiera già quattrocentesca situata al porto. Oggi la torre è di proprietà del demanio. Il nucleo più caratteristico e suggestivo di Marciana Marina è il Borgo al Cotone, il centro storico. Questo è costituito da un grande scoglio di granito e da una matassa di viuzze, scale e case antiche. Proseguiamo con la visita di Marciana, è uno dei paesi più antichi e ricchi di testimonianze storiche e archeologiche. Tutto il paese conserva ancora oggi quella impronta medioevale di un tempo, dalle porte d’accesso, alle strette viuzze a gradoni, ornate da piante e fiori che i marcianesi coltivano sui propri balconi.
Ci spostiamo per prendere la cabinovia per raggiungere Monte Capanne.

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Sulla vetta del monte più alto dell’isola (1019 metri), durante una giornata particolarmente chiara, si può godere di un panorama unico, oltre che ammirare un panorama unico, si può spingere lo sguardo fino alle lontane isole dell’arcipelago: Pianosa, Capraia, Montecristo, Gorgona ed anche la Corsica.
Sosta per la degustazione gratuita, dei vini e dolci tipici dell’Elba, presso un negozio che vende prodotti tipici.
Rientro in hotel. Pomeriggio tempo libero a disposizione per godersi le spiagge.

Cena e pernottamento in hotel.

6° Giorno: Capraia (intera giornata)

Scogliere altissime a picco sul mare e l’aroma di cisto marino che aleggia dalle falesie verso il mare. L’isola di Capraia è la terza isola dell’Arcipelago Toscano per grandezza. La sua caratteristica forma ellittica è disposta lungo la frattura nella microplacca corso-sarda da cui uscì il magma. Sì, la sua origine è vulcanica e potrete ammirare la suggestiva spaccatura che resta di questo antico vulcano, lo Zenobito. Corroso per millenni dagli elementi a Cala Rossa (parte sud dell’isola), si tratta di un’enorme parete di roccia rossa – un rosso acceso – a picco sul mare.

Isola di Capraia

Prima colazione in hotel trasferimento al porto ed imbarco per l’Isola di Capraia. Quest’isola è forse la più “selvaggia” tra le isole dell’arcipelago, sono presenti due centri abitati: il nucleo del porto e il paese, borgo più antico a ridosso del forte di San Giorgio. Le coste scoscese a picco sul mare, suggestive rocce portate a nudo dall’erosione del vento e del mare, documentano il susseguirsi delle eruzioni e delle stratificazioni laviche. Tutto ciò è ben visibile nella famosa Cala Rossa, sicuramente una delle cale più particolari dell’Arcipelago, dove le pareti rocciose a forma di tronco di cono presentano dei colori che variano dal rosso al nero. L’area centrale di Capraia è la più montuosa dell’isola e il rilievo maggiore è Monte Castello. Capraia è considerata un piccolo paradiso geologico, in quanto unica isola vulcanica dell’Arcipelago, offre numerosi siti di interesse storico raggiungibili grazie a sentieri e mulattiere: Ex Colonia Penale, Torre del Porto, Chiesa di Santo Stefano, Chiesa dell’Assunta, Chiesa di San Nicola, Chiesa e convento di San Antonio, Forte San Giorgio e numerose spiagge, calette e grotte.

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Rientro in hotel. Cena e pernottamento in hotel.

7° Giorno: Napoleone e i suoi luoghi-out

Prima colazione in hotel partenza per Portoferraio, visita ai luoghi Napoleonici.

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La Villa dei Mulini (detta anche Palazzina dei Mulini) fu scelta da Napoleone come residenza principale. La Villa fu costruita tra due mulini a vento, da qui il suo nome, che erano però già stati abbattuti al tempo di Napoleone. Al suo arrivo sull’isola il nuovo sovrano progettò personalmente i lavori alla Villa: fece costruire il piano superiore e programmò la ristrutturazione del vicino piccolo teatro e si occupò personalmente della scelta degli arredi dell’abitazione, che purtroppo però sono andati perduti. Parte del mobilio oggi visibile nella Villa risale comunque all’epoca napoleonica.

La Villa è oggi Museo Nazionale.

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Visita del centro storico, dal colore rosato, dovuto alle lastre in pietra calcarea rossa utilizzate per la pavimentazione.

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Al termine della visita trasferimento al porto ed imbarco per Piombino, proseguimento  in treno per Roma. Arrivo a destinazione. Fine dei servizi.

La quota comprende:

  • Trasferimento in treno da Roma
  • Traghetto a/r Piombino – Portoferraio
  • N. 6 notti in hotel
  • Mezza pensione
  • N. 3 mezze giornate visite guidate guida autorizzata Regione Toscana
  • Escursione in barca  Isola di Capraia, intera giornata con guida
  • Escursione in barca  Isola di Pianosa, intera giornata con guida
  • Gita in barca lungo la costa orientale
  • Biglietto cabinovia per Monte Capanne
  • Assicurazione medica e bagaglio e annullamento viaggio (copre intero valore del viaggio)

La quota non comprende:

  • Ingressi ai musei
  • I pasti non menzionati
  • Eventuali Tasse locali da pagare in loco
  • Mance
  • Tutto ciò non espressamente incluso alla voce “la quota comprende”

 




L’incanto della Valle d’Aosta

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Un viaggio indimenticabile tra castelli fiabeschi, arte millenaria e natura incontaminata. Un programma molto ricco che toccherà sotto ogni aspetto la bellezza della Valle d’Aosta, studiato nei dettagli, che vuole valorizzare alcune peculiarità della Regione: l’archeologia romana, i Castelli medievali, le montagne, la verticalità, il bilinguismo, le eccellenze enogastronomiche e – soprattutto – l’ambiente, protagonista assoluto.

I 5 laghi più belli della Valle d'Aosta facilmente raggiungibili

Tour Valle d’Aosta: alla scoperta di una storia millenaria

I tour in Valle d’Aosta stanno andando sempre più in voga. Non perderti l’occasione unica di visitare un territorio incantevole pregno di arte e storia. Il paesaggio di montagna ricco di elementi bucolici rende questa regione un’attrattiva impossibile da non visitare almeno una volta nella vita. Le biodiversità e la tranquillità sono le caratteristiche principali della regione valdostana.

LE  ATTRATTIVE MIGLIORI

 

Architettura romana

Nel I secolo avanti Cristo, vinta la popolazione indigena, i Romani iniziarono a urbanizzare il territorio conquistato: impostarono l’organizzazione fondiaria, tracciarono la rete viaria, collegando i valichi alpini Piccolo e del Gran San Bernardo con la strada consolare delle Gallie, e fondarono la città di Augusta Praetoria (Aosta). Iniziavano così cinque secoli di dominazione romana in Valle d’Aosta.

Castelli

Contraddistinta da un gran numero di castelli, fortezze e piccoli borghi che sembrano essere rimasti intatti al trascorrere del tempo, la Valle d’Aosta porta a sé un numero sempre maggiori di turisti. Nel corso del nostro tour programmato avrete la possibilità di visitare tutti i luoghi principali di questa splendida regione che conserva ancora a oggi un nutrito seguito di chi ama la storia e l’arte.

Sia nel capoluogo regionale, Aosta, che nel resto dei piccoli paesi che sono incastonati tra le montagne alpine, sono presenti infatti castelli medioevali e reperti storici risalenti addirittura all’epoca dell’Impero romano. Il castello di Issogne e la fortezza di Bard ne sono degli esempi lampanti. Opere architettoniche uniche che dimostrano tra le altre cose un legame indissolubile vissuto tra la popolazione locale e la famiglia reale dei Savoia. Per secoli infatti queste colline e questi territori sono stati sotto il dominio della Casata che poi ha preso le redini dell’Italia un secolo e mezzo fa.

 

I castelli più belli che visiteremo durante il nostro viaggio…

 

Castello Savoia
Il castello Savoia sorge a Gressoney-Saint-Jean, tra i colori di un giardino roccioso alpino. Fu residenza estiva della regina Margherita di Savoia.

Forte di Bard
Il forte di Bard, inespugnabile fortezza di sbarramento ottocentesca, è oggi un centro culturale europeo, con spazi museali ed espositivi.

Castello di Issogne
Espressione della metamorfosi del gotico nel rinascimentale, il castello di Issogne racchiude tesori d’arte sorprendenti, come la fonte del melograno.

La Valle d’Aosta come gemma d’Europa e splendido manifesto della bellezza paesaggistica e territoriale d’Italia. Un’esperienza tutta da vivere e da gustare giorno dopo giorno all’insegna del totale relax che solo questo territorio riesce a trasmettere.

SONO PREVISTE PARTENZE DA TUTTE STAZIONI D’ITALIA

1° GIORNO: ROMA – TORINO – AOSTA

Ritrovo dei partecipanti, incontro con l’accompagnatore e partenza dalla stazione Roma Termini ed arrivo in treno alla stazione di Torino Porta Nuova.

Partenza in pullman GT con aria condizionata da Torino in direzione Aosta, pranzo libero all’arrivo ad Aosta.

Dopo il pranzo inizio con la visita guidata della città di Aosta romana e medievale, una suggestiva passeggiata nel tempo e nello spazio alla scoperta dell’antica colonia romana di Augusta Praetoria Salassorum e dei suoi incantevoli tesori monumentali di epoca medievale.

Augusta Prætoria Salassorum (Aosta, Italy) : r/papertowns
L’incontro con la colonia fondata dall’imperatore Augusto nel 25 a.C. dopo lunghi e cruenti scontri con la popolazione locale dei Salassi, inizia in corrispondenza della cappella di San Rocco lungo Corso Ivrea, area un tempo occupata dalla maggiore delle necropoli di epoca romana; si raggiunge quindi il poderoso ponte romano costruito sull’antico letto del torrente Buthier.

vista dalla piazza - Foto di Arco Onorario d'Augusto, Aosta - Tripadvisor

Si raggiunge così la piazza dominata dall’Arco d’Augusto, qui voluto dal fondatore di Augusta Praetoria al fine di esaltare la definitiva sconfitta dei Salassi e celebrare la nascita di una colonia che doveva porsi come baluardo dell’Impero al di qua delle Alpi.
Si prosegue quindi in via Sant’Anselmo, l’antico Decumano Massimo, ma occorre ricordare che si è ancora fuori dalla cinta muraria e si sta attraversando un quartiere sviluppatosi in epoca medievale grazie alla presenza attrattiva del noto complesso ecclesiastico di Sant’Orso che, sicuramente, merita una visita.

Collegiata di Sant'Orso e Chiostro romanico - Guida Turistica Valle d'Aosta
Notevole l’impatto visivo dell’imponente campanile romanico di Sant’Orso, nato però come torre difensiva pertinente alla cinta fortificata che in origine doveva proteggere il borgo; a est del campanile si eleva la chiesa dei SS. Pietro e Orso, la cui facciata tardo-gotica si caratterizza per la svettante ghimberga in terracotta e i pinnacoli sommitali. All’interno della chiesa, connotata da un ricco apparato liturgico, si apprezza in particolar modo la cripta romanica (inizi XI secolo) sottostante il bel coro ligneo del presbiterio, dove si dice sia stato sepolto Sant’Orso (vissuto nell’VIII secolo d.C.). Pregevole inoltre il ciclo di affreschi ottoniani del sottotetto (X-XI secolo), la cui visita però è consentita solo con l’accompagnamento di un custode.

Altro elemento affascinante è il mosaico raffigurante il cosiddetto “Quadrato magico”: un elegante tappeto musivo di forma quadrata risalente all’XI-XII secolo e riportato alla luce da scavi archeologici condotti nel 1999. Accanto alla chiesa il meraviglioso chiostro: un vero e proprio gioiello di architettura e arte romanica che con i suoi 40 capitelli di marmo istoriati richiama folle di studiosi e visitatori ogni anno.

L'anello magico alla Collegiata di Sant'Orso | Átopon
Alla sinistra del sagrato, uscendo dal chiostro, è impossibile non notare lo splendido Priorato rinascimentale con le sue raffinate quanto inusuali finestre a crociera in terracotta scolpita.
Tornati quindi su via Sant’Anselmo, dopo pochi passi si raggiunge la splendida Porta Praetoria, la più imponente delle quattro porte dell’originaria città romana, vero e proprio ingresso monumentale, ideologico e simbolico della colonia di Augusta Praetoria Salassorum. Da notare la torre nord della Porta, nota come “Torre dei Signori di Porta Sant’Orso” in quanto, durante l’epoca medievale (XI-XII secolo) occupata da questa nobile e potente famiglia locale che qui aveva creato la sua residenza urbana.

Porta Praetoria di Aosta - Visite della città - Guida Turistica Valle d' Aosta
Si prosegue in direzione di piazza Giovanni XXIII, meglio nota come “piazza della Cattedrale” che, in epoca romana, rappresentava la zona sacra del foro cittadino, costituita da una terrazza sopraelevata occupata da due templi gemelli affiancati e aperti verso sud, di cui sono ancora visibili i resti di parte di quello orientale.

Criptoportico forense di Aosta - Ministero della cultura
Volendo iniziare l’esplorazione dell’area con le vestigia di epoca romana, sorge spontanea la curiosità di cominciare col Criptoportico, monumento singolare e affascinante che poche città del mondo romano possono vantare. Realizzato prioritariamente con funzione costruttiva, questo articolato corridoio seminterrato a doppia navata deve probabilmente aver rivestito anche la funzione di galleria legata al culto dell’imperatore. Durante la visita di Aosta assaporeremo alcuni prodotti tipici locali con degustazioni.

Rientro in hotel, per la nostra cena e il pernottamento.

2° GIORNO: AOSTA- FORTE DI BARD-LA BASSE VALLE – AOSTA

Prima colazione in hotel, e partenza per la visita alla località di Bard.

Forte di Bard - Wikipedia

Ci dirigeremo al “Forte di Bard”, complesso monumentale situato su una collina e rimasto inalterato della sua costruzione. Il Forte di Bard è un grandioso bastione sabaudo, costruito sulle rovine di un’antica fortificazione distrutta da Napoleone nel 1800. La Fortezza è divenuta oggi un polo culturale che ospita musei stabili e mostre temporanee di alto livello. Il Museo delle Alpi occupa 30 sale dell’Opera sommitale ed è concepito per rendere la visita stimolante mediante un ampio ricorso a moderni audiovisivi.

Museo delle alpi - Forte di Bard - Ministero della cultura

Ai piedi del Forte si stende il piccolo borgo medievale di Bard, ben conservato, con alcune costruzioni di pregio.

Ponte Romano - Pont Saint Martin | MontMars.it

Sosta per la pausa pranzo, e ci dirigiamo per la visita del Ponte Romano di Pont St. Martin.
Ancorato alla viva roccia da entrambi i lati, è alto 25 metri e la sua unica arcata è larga 35 metri. Alla base sono visibili, scavati nella viva roccia, gli alloggiamenti per le travi lignee che hanno costituito l’impalcatura necessaria per la costruzione dell’arcata in pietra. A fine Ottocento furono collocate alcune chiavi in ferro per consolidare la struttura. All’inizio dell’Ottocento fu costruito, poco più a valle, un altro ponte in legno, sostituito poi nel 1876 dall’attuale costruzione in muratura.

Proseguiamo il viaggio verso la strada romana delle Gallie, costruita per collegare Roma alla Valle del Rodano, ha nel tratto di Donnas uno dei suoi punti più caratteristici e spettacolari, intagliata com‘è nella viva roccia per una lunghezza di 221 metri.

Sull'antica Via delle Gallie: Pont-Saint-Martin e Donnas - Forte di Bard
In un luogo dove, in antico, il promontorio roccioso arrivava a tuffarsi nelle acque della Dora, i Romani hanno lanciato una vera e propria sfida alla natura intagliando una roccia viva su cui hanno saputo tirare pareti perfettamente verticali e nel cui grembo hanno ricavato il sedime stradale.
Emozionante ed insolita, qui la Via delle Gallie dà il meglio di sé offrendo lo spettacolo di un passaggio ad arco di 4 metri di spessore, 4 metri di altezza e quasi 3 metri di larghezza che illustra eloquentemente la mole di roccia asportata, mostrando tutta la raffinatezza di una tecnica stradale mai più raggiunta fino ai viadotti e alle gallerie moderne.
Nel Medioevo servì come porta del borgo, che veniva chiusa durante la notte; le altre difese erano naturali: da una parte la montagna e dall’altra il fiume.
Una strada fondamentale, molto utilizzata nel corso dei secoli come, effettivamente, testimoniano i profondi segni lasciati dal passaggio dei carri e l’usura del piano di calpestio che, in più punti, presenta rattoppi e risarciture operate nel tempo.
Poco oltre, sulla destra, si riconosce il profilo aggettante di un miliario, anch’esso risparmiato nel banco roccioso, che ci informa in merito alla distanza da Augusta Praetoria (l’attuale città di Aosta): XXXVI miglia (circa 54 km).

Rientro in hotel, per la nostra cena e il pernottamento.

3° GIORNO: AOSTA – COURMAYEUR -L’ALTA VALLE- AOSTA

Prima colazione in hotel, e ci dirigiamo verso la stazione Skywaye, per la salita sul Monte Bianco.

Dalla terra al cielo, un viaggio per tutti
Skyway Monte Bianco è una meraviglia tecnologica e ingegneristica, un orgoglio tutto italiano.
La costruzione di questa funivia sfida le leggi della natura avvicinando l’uomo alla montagna e al cielo, in un viaggio che permette di allargare gli orizzonti e superare i confini.
Nasce da una visione diversa e avveniristica rispetto alle funivie precedenti, con l’obiettivo di creare un’esperienza a 360° di ascesa verticale.
Grazie alla funivia, la salita da Courmayeur a Punta Helbronner (3.466 m) è un’esperienza straordinaria alla portata di tutti.

Skyway Monte Bianco - La funivia che ti porta sul tetto d'Europa

Il percorso della funivia Skyway
L’impianto è stato inaugurato nel 2015 e comprende 3 stazioni in bellissime strutture di vetro e acciaio che si inseriscono armoniosamente nell’ambiente circostante: Courmayeur/The Valley (1.300 m), Pavillon/The Mountain (2.173 m) e Punta Helbronner/The Sky (3.466 m).

COURMAYEUR – The Valley (1.300 m)
Il sogno ha inizio a Courmayeur, a 1.300 metri di quota, con l’ascesa verso la vetta più alta delle Alpi. Nella prima stazione di Skyway Monte Bianco trovi un bar dove effettuare una sosta per la colazione o un pranzo veloce.

La lunga estate di Courmayeur

Courmayeur si estende ai piedi del massiccio del Monte Bianco, in un anfiteatro verdeggiante cinto da foreste di conifere, montagne e ghiacciai.
Pur essendo una località turistica di rilevanza internazionale, Courmayeur conserva un’atmosfera alpina autentica, che si avverte sia passeggiando tra i negozi del centro sia nei villaggi che circondano l’abitato principale e che si spingono fino alla testa della valle centrale, dove la Dora della Val Veny e la Dora della Val Ferret confluiscono nella Dora Baltea.
L’atmosfera alpina si ritrova anche negli alberghi e nelle altre strutture ricettive – dall’albergo di lusso al rifugio alpino e al campeggio -, nei caffè storici del centro e nei ristoranti sulle piste: a Courmayeur accoglienza, amore per la tradizione e rispetto dell’architettura locale sono curati nel dettaglio.

Rientro in hotel, per la nostra cena e il pernottamento.

4° GIORNO: AOSTA –  IL GRAN PARADISO – VALLE DI COGNE – AOSTA

Prima colazione in hotel. La prima destinazione del nostro quarto giorno di viaggio è quella del Parco Nazionale del Gran Paradiso, che attrae ogni anno migliaia di visitatori in quanto rappresenta una delle aree verdi protette più antiche d’Italia.
Risalendo la valle faremo una tappa per visitare il ponte acquedotto romano di Pondel, opera realizzata nell’anno 3 A.C.

Attraverseremo il piccolo villaggio di Pondel per raggiungere l’impressionante ponte acquedotto romano. Qui troveremo anche un pavimento vetrato nel passaggio interno che ne rende leggibile la struttura a compartimenti e rende adrenalinica la visita.

Ponte-acquedotto di Pont d'Ael - Ministero della cultura

 

All’interno di questo territorio è presente la Valle di Cogne, cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, con il suo caratteristico paesino.

Qualche giorno a Cogne: 3 direzioni e un mondo da scoprire - Emotion Recollected in Tranquillity

Si proseguirà a piedi in una passeggiata per il centro dove si potranno ammirare edifici più significativi come la chiesa, la maison Grappein o Casa dell’Orologio, la fontana sui prati di Sant’Orso e la Cooperativa delle Dentellieres.

Recuperare la casa dell'orologio di Cogne - crowdfunding

Sosta per pranzo libero ,il pomeriggio sarà incentrato sulla visita alle cascate di Lillaz, raggiungibili tramite una piacevole passeggiata di c.a 20 minuti. Altra tappa fondamentale è il “Pont D’Ael”, nei pressi di Aymavilles, dove l’attrattiva principale è rappresentata dal ponte-acquedotto di epoca romana risalente al III° secolo a.C. Il tour si snoderà poi verso Cogne.

Cogne si affaccia sull’ampio prato di Sant’Orso, annoverato tra le più vaste praterie di montagna in Europa. Sorge a 1.544 metri di altitudine e la sua vetta più alta, con 4.061 metri, è il Gran Paradiso, unico “quattromila” completamente in territorio italiano. Un tempo importante centro minerario per l’estrazione del ferro, Cogne è oggi una delle Perle delle Alpi, località turistica molto conosciuta, ma tranquilla e accogliente, particolarmente apprezzata per aver saputo sviluppare un’ospitalità di qualità nel rispetto e nella salvaguardia del suo patrimonio naturale.

Al termine rientro in hotel, per la nostra cena e il pernottamento.

5° GIORNO:  AOSTA -CASTEL SAVOIA – LA VALLE GRESSONEY- AOSTA

Il quinto giorno del nostro viaggio sarà caratterizzato da una tappa immancabile del nostro tour in Valle d’Aosta…il famoso Castel Savoia! Immerso nel verde dei boschi limitrofi. Fatto edificare addirittura dalla Regina Margherita nel 1894 come residenza per le villeggiature estive della famiglia reale sabauda. Si visiterà il castello e il suo particolare giardino botanico.

Castel Savoia | Gressoney Monterosa

Successivamente pranzo libero, e continueremo il nostro tour alla scoperta della Valle di Gressoney per la visita all’omonimo villaggio. L’elegante località turistica si trova in alta montagna a 1385 metri di altitudine.

Gressoney – DoveMontagna

Il panorama scenografico che si può ammirare è particolarmente interessante per la vista offerta sul ghiacciaio del Lyskamm e sull’imponente massiccio del Monte Rosa. Altra caratteristica di rilievo è il centro storico di Gressoney-Saint-Jean. Gli edifici in pieno stile “Walser”, tipiche delle zone alpine e prealpine soprattutto del territorio germanico sono ancora in ottimo stato e di pregevole fattura. Nel centro cittadino la chiesa di San Giovanni Battista, ricostruita nel 1725 su un precedente edificio databile al XVI secolo, questa chiesa ha il tetto molto sporgente e un bel campanile cinquecentesco aperto da bifore e sormontato da cuspide.

Chiesa di San giovanni Battista - Gressoney-Saint-Jean - VisitItaly

Rientro in hotel, per la nostra cena e il pernottamento.

6 GIORNO:  AOSTA – VALPELLINE – AOSTA

Colazione in hotel, e successivamente ci trasferimento a Valpelline, 40′ da Aosta, il Centro visitatori della Cooperativa produttori fontina permette di entrare nelle grotte di stagionatura ricavate in antiche miniere di rame abbandonate. Qui potremo ammirare la lavorazione del formaggio, ma soprattutto le grotte anche di epoca romana, dove viene messo a stagionare.

La Fontina

La Fontina è un formaggio conosciuto in tutto il mondo e indubbiamente il prodotto alimentare tipico più noto della nostra regione. Questo capolavoro è il risultato di un savoir faire antico, profondamente legato ad un territorio ed un ambiente unico. Si tratta di un formaggio prodotto esclusivamente in Valle d’Aosta, con latte crudo intero, ottenuto da bovine di razza valdostana. Il latte viene lavorato entro poche ore dalla mungitura, 2 volte al giorno, alla temperatura di 36 °C, utilizzando caglio di vitello per la coagulazione. La cagliata viene quindi spezzettata e riscaldata fino a 48 °C. Dopo la spremitura si ottengono delle forme cilindriche dal tipico aspetto schiacciato (altezza 7-10 cm, diametro 43 cm, peso 8-12 Kg). La stagionatura avviene in grotta (umidità elevata e temperature di 10-12 °C) per un periodo di almeno tre mesi, durante il quale le forme vengono ripetutamente salate e strofinate per ottenere la caratteristica crosta rossastra. Il formaggio maturo ha una pasta morbida, con occhiatura sparsa e un colore giallo paglierino pallido. Il gusto è molto caratteristico, dolce, con un’intensità che aumenta con la maturazione.

Magazzino di stagionatura della fontina

La Fontina è legata allo sfruttamento degli alti pascoli durante la breve stagione estiva, negli alpeggi che costellano le praterie alpine della Valle d’Aosta fino a 2.500 m di quota. Sono i pascoli di montagna, costituiti da piante basse ma nutrienti, ricchi di fiori profumati, a fornire un aroma speciale alla fontina.

Rientro in hotel e pomeriggio libero per attività individuali e relax.

Cena e pernottamento.

7° GIORNO: AOSTA – CASTELLO DI ISSOGNE– TORINO – ROMA

Prima colazione in hotel, partenza per la visita del Castello di Issogne.

Castello di Issogne - Wikipedia

Castello di Issogne, Valle d'Aosta, visita guidata per #valdayasindiretta - YouTube

La raffinata dimora di Giorgio di Challant, nonostante il suo aspetto esterno austero e modesto, custodisce al suo interno secoli di storia e splendidi capolavori: ammira i suoi splendidi affreschi e la suggestiva fontana del melograno.

La storia del castello
Inizialmente dominio dei vescovi di Aosta, la proprietà passò successivamente nelle mani della famiglia Challant. Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati ed uniti, fino alla trasformazione radicale avvenuta tra il 1490 circa e il 1510 ad opera di Giorgio di Challant, priore di Sant’Orso, che ne fece una sontuosa dimora per la cugina Margherita de La Chambre ed il figlio Filiberto. Fu allora che il castello assunse l’aspetto attuale, diventando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all’italiana, sul cui alto muro di cinta furono dipinti personaggi importanti ed eroi; il porticato al piano terreno fu ornato da una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre al centro del cortile sorse la celebre fontana in ferro battuto detta del Melograno, simbolo di prosperità. Sempre in quel periodo molti ambienti interni furono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, tra cui gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica: acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo, divenne oggetto di un’attenta campagna di restauro che le restituì l’antico splendore. Donato allo Stato nel 1907, oggi il castello appartiene alla Regione Autonoma Valle d’Aosta e si presenta con alcuni elementi dell’originale mobilia ed altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento, che insieme a numerosi oggetti d’uso domestico ripropongono l’ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo.

Castello di Issogne: storia, fotografie, video e informazioni utili

La visita
Entrando nel palazzo ci si trova nel cortile, attorniato da edifici sulle cui pareti sono ritratti gli stemmi del casato Challant e delle famiglie con esso imparentate. Oltrepassata la fontana del melograno si prosegue verso l’androne: gli affreschi nelle lunette del porticato rappresentano con notevole realismo la vita quotidiana del borgo, raffiguranti il corpo di guardia, la bottega del beccaio e del fornaio, il mercato di frutta e verdura, il sarto, lo speziale e il pizzicagnolo. Saranno previste degustazioni di prodotti tipici locali.

Al termine della visita pranzo libero, e partenza per la stazione di Torino Porta Nuova in bus. Freccia da Torino con arrivo a Roma Termini.

Fine del Viaggio.

 

La quota comprende:

  • 6 pernottamento ad Aosta hotel 3*
  • Trattamento mezza pensione
  • Degustazioni di prodotti tipici locali ad Aosta ed Issogne
  • Guida professionale  per tutta la durata del tour.
  • Accompagnatore i Viaggi di Giorgio dall’Italia
  • Tutti i trasferimenti e le visite in bus gran turismo con A/C
  • Assicurazione medica e bagaglio
  • Assicurazione ANNULLAMENTO VIAGGIO CHE COPRE INTERO VALORE SPESO
  • Kit da Viaggio.

Iva di legge

La quota non comprende :

  • Quota treno a partire da € 140,00, tariffa da riconfermare all’emissione del biglietto
  • biglietto SALITA SKY WAY altezza 2.200 metri quota € 26,00
  • Mance
  • Tasse di soggiorno eventuali
  • Extra personali e tutto quanto non previsto nella quota comprende
  • Bevande ai pasti
  •  € 30,00 Totale ingressi ai seguenti musei e siti compresi: siti romani di Aosta, chiostro romanico di Sant’Orso, Forte di Bard, Ingresso al Ponte-acquedotto di Pont d’Aël, Castel Savoia, Castello di Issogne

 

 

 

 

 




Per non dimenticare Sant.’Anna Stazzema-Garfagnana-Versilia-Apuana

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Questo viaggio è l’ideale per chi riesce a trovare appagamento tra la natura e i panorami mozzafiato che offrono tutte queste località in provincia di Lucca e le tradizioni materiali e non. In questo viaggio emozionante e dinamico scoprirete alcuni tra i borghi più belli d’Italia come Casoli che ha da offrire anche i suoi suggestivi graffiti. Ma il tour non si ferma solo alla visita di borghi ma anche di vere e proprie meraviglie architettoniche come il Ponte della Maddalena, il Tunnel del Cipollaio che oltre al loro aspetto sorprendente hanno anche una storia dietro molto interessante.

Ovviamente dopo essersi immersi nella natura incontaminata attraverso la visita dell’Isola Santa e Camaiano si darà spazio anche ad un pò di sana cultura, ovviamente  dove, se non nei musei come quello della Resistenza a Sant’Anna di Stazzema…che va a tramandarci l’orribile tragedia dell’eccidio avvenuto nel ’44.

LA TRADIZIONE DEI TAPPETI ARTISTICI DI CAMAIORE È UNICA IN ITALIA

Stiamo parlando di tappeti di Segatura ovvero meravigliosi strati di segatura colorata che danno vita a sontuosi e pregiati tappeti colorati e differenti per forme e raffigurazioni.

Si tratta di uno spettacolo unico in Italia. Ogni anno tantissime persone corrono ad ammirare perché è davvero meraviglioso. La notte precedente alla festa religiosa del Corpus Domini, a Camaiore, gli abitanti del posto scendono in strada e tessono tappeti di segatura. Questi hanno vita davvero breve. Vengono, infatti, cancellati poi dalla processione religiosa che attraversa il centro storico il giorno seguente.

UN ARTE CHE SI DISSOLVE IN UNA NOTTE MA CHE DURA SECOLI

Ma si andranno a visitare pure gli scavi archelogici di Luni cui conservano secoli di storia romana. Concludendo in poche parole questo è un itinerario che nonostante comprenda località tristemente note sono comunque ricche di storia da raccontare per non dimenticare ciò che è successo negli anni passati, ed anche un fiore all’occhiello giustamente per i visitatori.

Immaginate una falce di luna montuosa che divide la costa tirrenica della Toscana, dalla sua anima più aspra e alpina: la Garfagnana. Uno spicchio di rocce accigliate che si vedono ad occhio nudo, dal mare della Versilia. Stiamo parlando del Parco delle Alpi Apuane, una delle aree montane più importanti della regione. Ospita paesaggi e ambienti naturali di insolita bellezza.

La Garfagnana è situata nel nord della Toscana, al confine fra la Lunigiana ed i territori di Matilde di Canossa in Emilia: è una Toscana diversa, selvaggia e autentica. La Garfagnana è una verdissima valle incantata ricca di perle meravigliose da visitare.La Garfagnana, racchiusa tra Alpi Apuane ed Appenini, seppur vicina a città importanti come Lucca, Pisa, Firenze e alla Versilia, è rimasta nel tempo autentica.

La Versilia è quella parte della Toscana nord-occidentale che fa capo alla provincia di Lucca e si estende tra le Alpi Apuane e la costa bagnata dal Mare Tirreno.

Oggi la Versilia moderna, comprende sette comuni toscani: Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Viareggio.

Un tempo invece la situazione era diversa. La cosiddetta “Versilia storica” o “Versilia medicea” comprendeva le comunità di Forte dei Marmi, Pietrasanta, Seravezza e Stazzema. Si trattava di un vero e proprio territorio riconosciuto nel 1513 da Papa Leone X, come possedimento della famiglia fiorentina dei Medici.

Ci piace pensare alla Versilia non solo come ad una terra benedetta da un clima mite e dalla sabbia fine, ma come un mondo a parte, fatto di cultura, mare e montagna in grado di suscitare forti emozioni in chiunque passi di qui, anche solo per un giorno.

Un mondo affascinante ruota intorno alle Alpi Apuane. Un universo composto di panorami straordinari, sentieri e passeggiate nel verde. Non è stato facile selezionare alcune delle attrattive da vedere. Contiamo che gli itinerari scelti possano farvi davvero apprezzare il paesaggio e regalarvi un’esperienza unica da vivere. Allacciate le cinture, si parte.

 

BARGA: LO SAPEVI CHE C’È UN’OPERA UNICA IN TOSCANA?

Per non dimenticare

Gli orrori di una guerra, di tutte le guerre

A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.

La furia omicida dei nazi-fascisti si abbattè, improvvisa e implacabile, su tutto e su tutti. Nel giro di poche ore, nei borghi del piccolo paese, alla Vaccareccia, alle Case, al Moco, al Pero, ai Coletti, centinaia e centinaia di corpi rimasero a terra, senza vita, trucidati, bruciati, straziati.

Quel mattino di agosto a Sant’Anna uccisero i nonni, le madri, uccisero i figli e i nipoti. Uccisero i paesani ed uccisero gli sfollati, i tanti saliti, quassù, in cerca di un rifugio dalla guerra. Uccisero Anna, l’ultima nata nel paese di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle, uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente, uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma. 560 ne uccisero, senza pietà in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe. E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie. A Sant’Anna, quel giorno, uccisero l’umanità intera.

La strage di Sant’Anna di Stazzema desta ancora oggi un senso di sgomento e di profonda desolazione civile e morale, poiché rappresenta una delle pagine più brutali della barbarie nazifascista, il cancro che aveva colpito l’Europa e che devastò i valori della democrazia e della tolleranza. Rappresentò un odioso oltraggio compiuto ai danni della dignità umana. Quel giorno l’uomo decise di negare se stesso, di rinunciare alla difesa ed al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati.

LA MEMORIA

Siccome eravamo bambini tutti piccoli, la mi mamma ci nascose in un bosco e si rimase in quel bosco fino a che non si sentì degli spari. Finiti gli spari, quando fu tutto calmo, si sparse la voce che avevan distrutto il paese e che avevano ammazzato la gente.

Luciano Lazzeri, superstite dell’eccidio

 

1° GIORNO: ROMA – CASOLI 31 maggio

Ritrovo dei partecipanti in luogo e orario da definire e partenza in direzione di Casoli. Casoli è tra i Borghi più belli d’Italia e ha scorci suggestivi che si svelano a chi girovaga senza meta tra i suoi vicoli, è diventato particolarmente famoso negli ultimi anni per i bellissimi graffiti, realizzati in ogni angolo del paese da artisti e studenti della scuola d’arte. Dalla Piazza si può iniziare una passeggiata addentrandosi nel paese verso la Chiesa, trovando molti graffiti lungo la stradina e passando davanti alla Casa Museo Murabito. Sono proprio dedicati al grande artista Rosario Murabito, che ha abitato a Casoli per lungo tempo, i graffiti che negli ultimi anni sono stati fatti durante le edizioni dell’evento “Sgraffiti a Casoli”, celebrando il primo graffito fatto da Murabito nella piazza principale nella metà del ‘900.

Casoli, il Paese dei Graffiti

Proseguendo lungo la strada si trova una bella Chiesa con piazzale, la Chiesa di San Rocco.

Casoli: il paese dei graffiti – Michelangelo Buonarroti è tornato

 

Accanto alla chiesa c’è una stradina che porta fino alla località di Rombolo in circa 5 minuti a piedi. E’ un viottolo nel bosco ma fattibile anche con bimbi piccoli, a metà strada si trova una marginetta con la Madonna molto suggestiva, mentre più avanti arriverete al famoso “lavatoio” utilizzato un tempo per lavare i panni. Tornando alla Chiesa e ripercorrendo il cammino si raggiunge di nuovo la piazza.

 

Casoli a Camaiore, la perla decorata dell'Alta Versilia -

Da qui si può percorrere la via principale verso Trescolli e scendere dalla via della Margina per raggiungere dopo alcuni scalini il Lavatoio, un luogo molto particolare dove un tempo le donne andavano a lavare i panni. Proprio qui c’è uno dei più bei graffiti, anche se con gli anni si è un po’ sciupato con l’umidità. Scendendo si trova la località della “Margina”, dalla raffigurazione della Madonna, accanto ci sono degli scalini che portano verso un sentiero nel bosco, dal quale si raggiunge in circa 5-10 minuti il cimitero del paese. E’ un bel sentiero che passa accanto ad un piccolo fiume, ricco di vegetazione, in mezzo alla natura.

Trasferimento in hotel cena e pernottamento.

2°GIORNO: SANT’ANNA DI STAZZEMA – CAMAIORE

Prima colazione e partenza verso Sant’Anna di Stazzema.

Sant'Anna di Stazzema, Parco nazionale della Pace

Nell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, compiuto dai nazifascisti, vennero uccisi 560 civili, tra cui 130 bambini. La memoria della strage è conservata in un museo ricavato sulla vecchia struttura delle scuole elementari del paese ed inaugurato nel 1982. Il percorso museale accompagna i visitatori con una narrazione che parte dalla data dell’armistizio del settembre 1943 per arrivare ai terribili eventi dell’eccidio. Al suo interno il Museo è ricco di contenuti multimediali e di un importante centro di documentazione (Archivio e Biblioteca). Lo spazio museale è immaginato come l’articolarsi di un percorso aperto, con elementi di corrispondenza e punti di visuale che evidenziano il rapporto spaziale tra le esposizioni interne ed il paesaggio circostante, dove gli eventi descritti di verificarono.

Scuola e memoria - SANT'ANNA DI STAZZEMA

Visita al Museo Storico della Resistenza, All’alba del 12 agosto 1944, sui monti dell’Alta Versilia, si consumò una delle pagine più tragiche della Seconda guerra mondiale.

Il Museo Storico di Sant’Anna di Stazzema è stato inaugurato nel 1982, dal Presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini, ed è dedicato ai temi della Seconda Guerra Mondiale, della Resistenza e degli atroci eccidi nazi-fascisti.

Il percorso museale accompagna i visitatori con una narrazione che parte dalla data dell’armistizio del settembre 1943 per arrivare ai terribili eventi dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, avvenuto all’alba del 12 agosto 1944, in cui morirono per mano dei nazi-fascisti circa 540 persone tra uomini, donne e bambini.

Al suo interno il Museo è ricco di contenuti multimediali e di un importante centro di documentazione (Archivio e Biblioteca) E’ possibile visitare i luoghi che furono il doloroso teatro dell’eccidio: la piazza della Chiesa e i borghi del paese su cui si abbatté la furia omicida dei nazi-fascisti. Nel percorso è possibile seguire delle opere artistiche che raffigurano la via Crucis, ponendo a parallelo tra la passione di Gesù Cristo e i principali avvenimenti della strage di Sant’Anna, luogo simbolico è il Monumento Ossario, il sacrario dove riposano le vittime della strage, in un punto panoramico che abbraccia idealmente tutta la Versilia.

Museo Storico della Resistenza di Sant'Anna di Stazzema | Visit Tuscany

Sulla facciata esterna, al fianco della lapide che riporta l’epigrafe di Calamandrei a Kesselring, è posta una riproduzione scultorea di un particolare di “Guernica” di Picasso.

Pranzo libero  a Camaiore.

Cosa vedere a Camaiore, dal centro storico ai dintorni

Passeggiare tra le vie di Camaiore vuol dire fare un salto indietro nel tempo e scoprire la sua anima medievale. Infatti, nel lontano 1374 Lucca decise di trasformare la città in un castello fortificato e fece costruire un’imponente cinta muraria. Le mura avevano 13 torri e 4 diverse porte cittadine.

L’unica porta ancora in piedi è la Porta di San Pietro, chiamata anche Porta Lombricese, che si trova nell’incrocio tra via Tabarrani e via Sterni, nel centro storico. Anche le mura sono ormai andate perse in gran parte, l’unica parte della struttura difensiva rimasta è un piccolo tratto sempre vicino la porta.

Colleggiata Santa Maria Assunta E’ una delle attrazioni principali, nonché principale luogo di culto. Si trova proprio nel centro della città, è un vero punto di riferimento e anche il punto di partenza perfetto per sviluppare un itinerario alla scoperta della centro storico.

Costruita nel 1278, è in stile romanico e al suo interno custodisce dei bellissimi affreschi, come l’Incoronazione della Vergine di Benedetto Brandimarte, dipinto sulla cupola, e la Comunione degli apostoli di Piero Dandini. Fuori la chiesa si trova l’imponente campanile che fu costruito in seguito, nel 1365.

Dopo questa bella passeggiata a Camaiore,rientro in hotel cena e pernottamento.

Oggi a c’è la possibilità di assistere ad un evento UNICO  in Italia:

LA TRADIZIONE DEI TAPPETI ARTISTICI DI CAMAIORE È UNICA IN ITALIA

Stiamo parlando di tappeti di Segatura ovvero meravigliosi strati di segatura colorata che danno vita a sontuosi e pregiati tappeti colorati e differenti per forme e raffigurazioni.

Lo abbiamo anticipato poco sopra, per realizzare il tappeto di segatura ci vuole una sola notte.

Come nascono i tappeti di segatura di Camaiore? Un'arte effimera che è già un ricordo - Versiliatoday.it

Il lavoro di progettazione, però, inizia molti mesi prima, solitamente a gennaio. Dapprima viene stabilito un tema che dovrà essere rievocato in ogni tappeto. In base al tema i vari gruppi iniziano con la stesura del progetto.

La segatura viene preparata e colorata nel corso dei mesi, così come gli “stampi” da utilizzare durante la notte. Un lavoro minuzioso frutto dell’esperienza dei responsabili dei singoli gruppi cittadini.

LA SCELTA DEI TEMI DI ANNO IN ANNO

Ogni gruppo di tappetari è libero di interpretare il tema a proprio piacimento, anche se in molte edizioni tutti i gruppi si sono accordati per realizzare tappeti che avessero un proseguimento logico tra loro, come ad esempio l’edizione del 2018 a tema “Via Francigena”.

Tappeti di segatura - Camaiore (Lucca) | Eventi in Toscana By Toscana Tascabile

Ogni gruppo di lavoro ha realizzato due delle tappe del cammino della via Francigena come se ogni tappeto fosse il passaggio per una delle città che compongono il percorso.

Quindi , fare visita a Camaiore durante questa festività per ammirare uno degli spettacoli più suggestivi e particolari che offre il panorama delle tradizioni religiose italiano,è una grand  fortuna.

Camaiore ] Torna la tradizione dei Tappeti di Segatura a Camaiore | Tempo Libero Toscana | Eventi, sagre, mostre della Toscana

Al momento della pubblicazione di quest’itinerario,non è stato ancora pubblicato il programma con orari,ecc.Pertanto  se dovesse essere effettuato ad un orario,non consono per le ore di guida dell’autista,si provvederà con il Vostro accompagnatore,a trovare una soluzione che permetta di assistere alla manifestazione,prenotando un mezzo di trasporto,cui costo non è incluso,per tornare in hotel.

3° GIORNO: PONTE DEL DIAVOLO ( BORGO A MOZZANO )BARGA-

Prima colazione e partenza verso Il ponte “del Diavolo” conosciuto principalmente come Ponte della Maddalena. Il suo profilo singolare, con la grande arcata a tutto sesto affiancata agli altri tre archi minori, ha ispirato numerosi artisti e fatto fiorire leggende sulla sua costruzione.
Il suo aspetto slanciato, che tuttora colpisce chi lo ammira, doveva essere ancora più suggestivo in passato, quando non era stata ancora costruita la diga che, dal secondo dopoguerra, ha innalzato il livello dell’acqua nei pressi del ponte. Secondo la leggenda il ponte fu costruito da San Giuliano che, non riuscendo a completarlo per l’eccessiva difficoltà, chiese aiuto al Diavolo in persona, promettendogli in cambio l’anima del primo essere vivente che l’avesse attraversato. Una volta terminato il ponte però, San Giuliano vi tirò sopra un pezzo di focaccia, attirandovi un cane e ingannando così Satana.

Ponte del Diavolo | Visit Tuscany

A proseguire visita di Barga, la chiamano la perla della Valle del Serchio, ed effettivamente Barga è una tappa irrinunciabile se vi trovate ad esplorare la verdissima vallata che si apre a nord di Lucca. Annoverata tra I Borghi più belli d’Italia, Barga è anche Città Slow ed è stata insignita della Bandiera Arancione per la vivacità culturale e per il ricco calendario di eventi.

Barga in Tuscany: one of Italy's "Most Beautiful Villages" | dooid Magazine

Tutto ciò fa sì che ogni anno la cittadina riesca ad attrarre un pubblico sempre maggiore ed eterogeneo, dagli amanti del jazz e dell’opera ai cultori delle tradizioni e del buon cibo.

Arrivati in città visita del Duomo di San Cristoforo, uno dei migliori esempi di Romanico presenti in Toscana. Si trova nel punto più alto della città vecchia, al centro di uno spiazzo erboso conosciuto come il prato dell’Arringo per via che i cittadini vi si riunivano in assemblea ai tempi del libero Comune. Inizialmente l’edificio era a navata unica e non molto grande a dire il vero. Nasce infatti come chiesa castellana, mentre le funzioni principali avvenivano nella vicina Pieve di Loppia. Dal XIV secolo, però, col passaggio di Barga sotto la tutela di Firenze, la chiesa aumentò di importanza e dimensioni fino a diventare monumentale.

Duomo di San Cristoforo a Barga | Visit Tuscany

Il pulpito istoriato del duomo di Barga fa parte dei più bei e completi pulpiti istoriati di Toscana. L’opera è databile al secolo XIII, fra 1235 e 1245 realizzata da maestri scalpellini del ambito di Guida Bigarelli da Como. Si tratta di un’opera composta da un pulpito, un recinto presbiterale e una vasca battesimale, elaborata in marmo colorato intarsiato e decorato di motivi, rilievi e sculture.

Il duomo di Barga - Chiese storiche a Barga

Punto di congiunzione fra il presbiterio sopraelevato e la dove stavano i fedeli sulla parte anteriore della navata, il pulpito diventò un mezzo di comunicazione per i predicatori e una « bibbia pauperum » per i fedeli che non sapevano leggere ne scrivere. Col passare del tempo il pulpito diventò oggetto d’arte pregiato per il quale venivano chiamati i più grandi scultori. La sua trasformazione segue il lento movimento della predicazione nelle Chiese : semplice « cassa » sopraelevata a motivi geometrici, si copre di rappresentazioni per poi saturarsi in un « Horror vacui « tipico del medioevo. Il pulpito assume la funzione di « alto-parlante” permettendo al predicatore di dominare la folla e di essere sentito meglio nella lettura sacra delle profezie, delle epistole e dei Vangeli. I pulpiti illustrano un momento chiave nella storia dell’arte in Italia per vari motivi. Testimoniano il passaggio dal romanico al gotico, della crescita degli ordini mendicanti e il cambiamento nel modo di predicare, la transizione della riforma gregoriana e infine la nascita della scultura in Italia quasi sparita dopo i romani (476 dc).

Barga, Duomo di San cristoforo, particolare del pulpito con scene del Nuovo Testamento — Giorni Rubati

L'Antica Collocazione del pulpito del Duomo di Barga - Giornale di Barga

Dopodichè si procede alla visita della Fondazione Giovanni Pascoli, costituita nel 1998, si occupa della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale lasciato dal grande poeta italiano. Suoi scopi sono diffondere e mantenere viva la produzione lettera a pascoliana, promuovere la Casa Museo di Castelvecchio – lasciata in eredità da Giovanni e dalla sorella Maria alla comunità barghigiana, insieme all’archivio e alla biblioteca – e divulgare la conoscenza del territorio di Barga e della Valle del Serchio, di cui il poeta amò e studiò così profondamente la lingua, la storia e le tradizioni.

Pranzo libero.

Giro in  bus attraverso Castelnuovo, cuore pulsante della regione della Garfagnana, Castelnuovo è uno dei borghi più interessanti da visitare per chi si trova da queste parti. Situata in provincia di Lucca, questa amena località abitata da quasi 6000 persone rappresenta una delle principali attrazioni della Garfagnana. Castelnuovo di Garfagnana coniuga infatti un bel borgo medievale con una serie di servizi moderni, scuole, la biblioteca, il teatro sono elementi che fanno di questa cittadina il centro di riferimento per tutto il territorio.

Castelnuovo di Garfagnana: cosa fare, cosa vedere e dove dormire - Toscana.info

Proseguimento in bus verso Isola Santa una meraviglia sconosciuta della Toscana affacciato su acque verdi, circondato da boschi di castagno e protetto dalle cime della Alpi Apuane, un luogo incantevole di villeggiatura in ogni stagione dell’anno.

Isola Santa, il paese più romantico della Garfagnana | Vanity Fair Italia

Isola Santa: cosa fare, cosa vedere e dove dormire - Toscana.info

Come destinazione finale vedremo il Tunnel del Cipollaio. Lunga 1.135 metri, la storica galleria del Cipollaio, aperta al traffico pedonale e ferroviario nel 1926, costituiva l’opera più notevole della vecchia linea ferroviaria Forte dei Marmi-Arni di Stazzema: scavata nel ventre dell’omonimo colle, infatti, permetteva di mettere in collegamento il versante versiliese delle Apuane con quello arnino-garfagnino, assicurando rapidi scambi di merci e passeggeri fra la montagna ed il mare.

Lo spettacolo terrificante della galleria ghiacciata in Alta Versilia Il Tirreno

Cena e pernottamento in hotel.

4° GIORNO: LERICI -SCAVI DI LUNI-ROMA

Prima colazione e visita a Lerici.Questa località è famosa per le sue splendide spiagge, il suo mare cristallino, e per il soggiorno, tra 1913 e 1914, dello scrittore inglese David Lawrence. Dalla spiaggia di possono ammirare i tramonti più romantici del Golfo.Il centro storico di Lerici è costituito dai classici carrugi e dalle casette colorate.

Lerici: mare, cosa vedere e hotel consigliati - Liguria.info

Passeggiando si giunge al centro nevralgico che è Piazza Garibaldi, una delle piazze più belle del borgo marinaro vicino a La Spezia, affollata da tavolini all’aperto e turisti, e alla famosa Torre di San Rocco con l’annesso oratorio. La torre ebbe la funzione di difesa e di avvistamento, per poi divenire il campanile della chiesa dell’oratorio. L’oratorio, invece, venne costruito laddove si trovava un ospitale per i pellegrini della Via Francigena.

A circa 300 metri dall’oratorio di San Rocco è da vedere una chiesa di notevole interesse artistico, ovvero la Chiesa di San Francesco. L’aspetto esterno è sobrio, con la facciata in tipica pietra rosa ligure. L’interno è costituito da una sola grande navata mentre ai lati le nicchie accolgono altari settecenteschi in marmo. Diverse sono le opere ospitate nella Chiesa di San Francesco, di artisti come Domenico Piola e Domenico Fiasella.

Prezioso il dipinto della Madonna di Maralunga, patrona di Lerici, posto nella cappella dedicata alla Vergine.

Lerici e la Madonna di Maralunga: “Quest'anno niente festa, resta la nostalgia” - Il Secolo XIX

 

Tra le cose da vedere a Lerici ci sono le tante residenze settecentesche, la maggior parte situate nel centro storico, appartenute alle ricche famiglie, che costituiscono parte cospicua della ricchezza complessiva cittadina.Tra quelle più interessanti Villa Magni, ammirata da molti perché considerata una terrazza a picco sul mare.

Villa Marigola | GRANDI GIARDINI ITALIANI

Pranzo libero.

Infine visita nel pomeriggio agli Scavi Archeologici di Luni.

A Luni spunta un tempio nel quartiere di Porta Marina

L’antica città di Luna alle foci del fiume Magra continua a riservare sorprese.

Una recente campagna archeologica dell’Università di Pisa volta a ricostruire le diverse fasi di vita della città, ha portato alla luce non solo i vari ambienti di due domus individuate negli scavi degli anni precedenti, ma anche un tempio della seconda metà del I secolo d.C. Principale istituzione archeologica del Levante ligure per dimensioni e importanza scientifica delle sue raccolte, l’antica colonia romana di Luni è nota da sempre. Gli storici e i poeti romani ricordano, infatti i suoi vini e i formaggi, i tronchi delle foreste dell’Appennino, eccellenti come travi da costruzioni, e soprattutto il marmo delle cave apuane.

Il Museo archeologico nazionale di Luni conserva i resti della storia, lunga 1400 anni, della colonia romana di Luna. La colonia romana di Luna viene fondata nel 177 a.C. nel territorio dei Liguri Apuani lungo la sponda occidentale dell’ampio bacino di un porto oggi interrato.

 

Museo archeologico nazionale di Luni - Wikipedia

Numerose campagne di scavo hanno riportato in luce gran parte dell’area pubblica centrale, edifici di culto, di spettacolo e ricche domus.

A Luni spunta un tempio nel quartiere di Porta Marina

 

La città deve la sua fama allo sfruttamento delle vicine cave di marmo che oggi chiamiamo di Carrara, ma in epoca romana era definito “lunense”.

 

Museo archeologico nazionale e zona archeologica di Luni - Ministero della cultura

 

Al termine della visita rientro a Roma. Fine dei servizi

 




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Casa Museo Covili

La Casa Museo COVILI, voluta da CovilArte, prevede un percorso espositivo di oltre 120 opere allestite su tre piani e ogni spazio offre un’esperienza multisensoriale al visitatore, fra giochi di luce che esaltano i lavori del grande Maestro. Ogni angolo della casa consente di vivere, grazie alla musica e ai suoni che accompagnano la promenade domestica, un viaggio immersivo in quelle che sono le camere della memoria in cui nascevano le opere pittoriche di Covili. Tra queste lo studio di Gino, una stanza a più livelli che aveva lo scopo di ricercare visioni prospettiche e punti di vista differenti dove il “Cimone”, la montagna, diventa nella pittura una sorta di bussola per chi deve orientarsi nella propria dimensione spazio-temporale. La luce e le vetrate che guardano gli alberi del bosco sono il filo conduttore dell’osservazione artistica di Gino Covilicon cui il pittore incontra sulla tela eroi ed emarginati, volti e mani che lavorano. Come in un mito di creazione, terre, animali e uomini compongono il cosmo di Gino Covili. Nella sua casa rientrano cronache ordinarie, cicli, epopee di un mondo selvatico selezionati tra dipinti, acquerelli, disegni e sculture dove l’umanità fa da padrona. CoviliArte propone al visitatore un percorso emozionale con visita guidata sia per gruppi composti, sia per gruppi organizzati, anche con possibilità di aperture dedicate per visite private con servizi di accoglienza personalizzati affinché ogni incontro possa essere vissuto come un piccolo evento. L’ingresso è consentito solo su prenotazione con visita guidata e preventiva conferma di appuntamento.

Luciano Pavarotti
Se Dio non ce lo avesse regalato
avremmo dovuto crearcelo da soli.

Franco Zeffirelli

Benvenuti nel luogo che Pavarotti chiamava casa. Il Maestro ha costruito questa casa per accogliere gli amici, insegnare ai giovani cantanti e godersi la vita in famiglia. Entrate a scoprire la sua collezione privata di cimeli, costumi e premi raccolti durante la sua lunga carriera.

 

Unitevi a noi nel ricordare e preservare l’eredità artistica e filantropica dell’uomo “che ha emozionato il mondo”.
Quando nacque,
Dio gli baciò le corde vocali.

“Herbert Von Karajan”

 

Dove nasce la leggenda
MUSEO ENZO FERRARI MODENA

Il museo Enzo Ferrari, originariamente museo casa Enzo Ferrari e noto anche con l’acronimo MEF, è un museo di Modena dedicato alla vita e al lavoro di Enzo Ferrari, il fondatore della casa automobilistica Ferrari.
Là dove Alfredo, padre di Enzo Ferrari, aveva la sua officina all’inizio del ‘900, si trova lo spazio dedicato ai motori che hanno fatto la storia di Ferrari.

Un allestimento che racconta l’evoluzione nel tempo di ciò che Ferrari ha da sempre considerato come il cuore di ogni sua vettura: il motore.

Lo spazio espositivo è diviso in diversi settori e in particolare tre aree principali dedicate a queste categorie: i propulsori classici 12 cilindri, gli 8 cilindri e, infine, uno spazio dedicato alla Formula 1. In ognuno dei tre settori viene esposta anche una vettura Ferrari esemplificativa per ogni tipologia di propulsore.

All’interno del percorso è presente anche uno spazio multimediale in cui è possibile visionare un video storico in cui Enzo Ferrari racconta la sua visione riguardo i motori.

Breve storia della città di Modena

Mutina fu proclamata colonia romana nel 183 a.C., ma le origini della città risalgono probabilmente al periodo etrusco. Con l’arrivo dei Romani la città ebbe un nuovo impianto urbano, connesso direttamente all’asse viario della via Emilia, che diventò il decumano massimo. Da prospero municipio in età imperiale, con la crisi dell’Impero incominciò la decadenza, segnata dalle guerre fra Costantino e Massenzio (312 d.C.) e soprattutto da eventi alluvionali, fra cui il peggiore, nel VI secolo, costrinse gli abitanti a trasferirsi al di fuori della città. In seguito il borgo cominciò a riformarsi e nell’891 fu cinto da mura solo grazie alla tenacia dei vescovi, che nel corso dei secoli non accettarono che le spoglie del patrono S.Geminiano fossero trasferite dall’antica basilica che le custodiva.

Visita anche al bellissimo :
Palazzo Ducale di Sassuolo: una vera Delizia.

Siamo  talmente abituati  a visitare il resto d’Europa, che certe meraviglie nostrane non riusciamo  a prenderle nemmeno in considerazione…e Dio solo sa quanto sbagliamo.

Casa Covili ,Palazzo Ducale e il resto delle visite, Vi lasceranno un ricordo e un emozione MEMORABILE.

Sono previsti voli di avvicinamento a Bologna o in treno da tutta Italia.

1°Giorno: Roma – Sassuolo – Modena

Ritrovo dei partecipanti in luogo e orario da stabilire e partenza in direzione di Modena, soste in autostrada.

 

Palazzo Ducale di Sassuolo - VisitModena

Arrivo a Sassuolo e visita al Palazzo Ducale, una vera DELIZIA.

Il Palazzo Ducale di Sassuolo sorge dove un tempo c’era un castello medievale. Ad essere precisi, il castello pre-esistente è stato trasformato da maniero difensivo a luogo di delizie e bellezza.

Infatti l’attuale aspetto risale al 1634 quando, Francesco I d’Este, perdendo Ferrara e Comacchio (tornate alla Chiesa), fece di Modena la capitale del suo ducato e la residenza divenne luogo di villeggiatura estiva, oltre che sede di rappresentanza della Corte. Entrare nel Palazzo è come rimanere incantati davanti ad una tela di un enorme quadro, ricca di colore, di meraviglia e bellezza.

Di castelli e manieri ne avrete visti davvero tanti, ma pochi lasciano a bocca aperta come il Palazzo Ducale di Sassuolo. Gli ambienti della residenza sono stati dipinti da un equipe di artisti dell’epoca, che hanno saputo interpretare magnificamente il gusto per l’estetica ed il mecenatismo di Francesco I.

La visita comincia dalla Galleria di Bacco. Si configura come uno degli spazi più scenografici della ‘Delizia’ sassolese. I colori sono sgargianti ed i soggetti molto differenti. Natura morta si intreccia con putti e figure allegoriche e mitologiche. Il trompe-l’œil è protagonista di molte pareti.

Si continua entrando negli appartamenti della Duchessa, Maria Farnese, sposa di Francesco I d’Este.

Palazzo Ducale di Sassuolo, Sassuolo | Orari, mostre e opere su Artsupp

 

Spicca nell’anticamera un grande dipinto della famiglia, per mano del fiammingo Nicolas Regnier, e due busti in marmo bianco di Carrara, di Francesco II d’Este, sulla falsa riga di quello di Luigi XIV. I disegni sono del Bernini.

Dalla camera successiva si accede al Belvedere, dove lo sguardo spazia sulla valle del fiume Secchia e sulla Peschiera, di cui parlerò dopo. Un tempo, al posto della terrazza c’era una delle torri di avvistamento dell’antico castello, parzialmente demolita per addolcire le forme del palazzo, come ho spiegato inizialmente.

Si continua con Camerino dell’Innocenza, dove i dipinti alle pareti, illustrano esempi di vita virtuosi da prendere ad esempio per la Duchessa. In pratica le veniva detto: comportati bene, mi raccomando…mah…

Si passano altre stanze, tutte molto gradevoli, ma quando arriverete nel Salone delle Guardie, rimarrete nuovamente a bocca aperta. Si gioca molto sulla prospettiva e sui colori vivaci. Alle due estremità della sala sono dipinte colonne e balconi…si ha davvero l’illusione che possano essere veri!

La terrazza c’è o non c’è?

Le tre camere successive, parte dell’appartamento del Duca, erano quelle destinate alle sue pubbliche udienze. Si tratta della Camera della FortunaCamera dell’Amore e Camera delle Virtù Estensi. Il Palazzo Ducale di Sassuolo non finisce davvero di stupire! Le persone che attendevano qui, dovevano letteralmente rimanere senza parole per la bellezza del posto, dovevano rimanere di stucco…e vedrete che ci rimarrete pure voi!

La visita termina nelle stanze dell’appartamento stuccato. Qui cambiano i pavimenti, non più in cotto ma in marmo, e non ci sono più pitture alle pareti. Ora dominano il color oro associato all’avorio, che donano grande eleganza oltre che molta luce.

Quale delle due porte è vera?

Alle pareti un tempo erano ospitati gran parte dei quadri di Francesco I, venduti successivamente per far fronte alle spese del ducato. Ora, a parte 4 grandi dipinti relativi alla famiglia, ci sono opere contemporanee monocromatiche che personalmente non mi hanno detto gran chè. Però non fate caso al mio pensiero, perchè sono assolutamente ignorante in materia.

Se pensate che il Palazzo Ducale di Sassuolo abbia finito di stupire vi sbagliate e non poco.

All’esterno ed accessibile gratuitamente a tutti, si trova la Peschiera, un tempo il ‘Teatro delle Fontane’.

Il Palazzo Ducale di Sassuolo - Guido Barbi

Si strutturava su vari piani, di cui se ne vede ancora l’ossatura. Sembra una costruzione in rovina. In realtà era stata voluta così fin dall’inizio, essendo costituita da laterizio e rocce calcaree. Un tempo, nelle nicchie che ancora si vedono, erano ospitate statue che emettevano getti d’acqua. La Corte si riuniva in questo luogo per assistere a rappresentazioni teatrali oppure anche solo per svago.

Tutto, qui al Palazzo Ducale di Sassuolo, è stato creato all’insegna della leggerezza d’animo, del divertimento e della bellezza. Non a caso si parla della ‘Delizia Estense’.

Trasferimento in hotel in zona Modena e cena in ristorante  e pernottamento.

2°Giorno: Modena

Prima colazione in hotel e inizio delle visite della città.

                                   MODENA UNO SCRIGNO DI MISTERI PER LE VIE DELLA CITTÁ

Nella sua comoda piazza Grande, Modena si racconta, svelando i suoi misteri… i suoi segreti: dalla pietra Ringadora alla statua della Bonissima. La Cattedrale, uno splendido impianto dell’XI secolo narra le storie magiche dei simboli medievali, dal portale dei mesi al concetto di tempo nella visione trascendente e via via verso un’ascesa sublime. Il ciclo misterioso di Re Artù e ancora i Templari, ma anche eretici e fumosi esperimenti… per cercare l’oro. La Cabala occidentale creata da Pico della Mirandola e l’oscura ‘strega’ con le sue storie di erbe e malie per le vie di Modena Magica. Il Palazzo Ducale,(esterno) simbolo di potere, simbolo della magia della corte estense e dei personaggi che, attorno ad essa, ruotarono… La storia di Modena si colora di devianze ideologiche ed eresie, tali da interessare l’occhio sempre vigile del Tribunale inquisitoriale che, anche in questa città, sferrò i suoi colpi. Processi, condanne, roghi in un susseguirsi di avvenimenti nei quali furono coinvolti, da personaggi colti e nobili, a streghe e maghi di strada.

Visita del palazzo comunale.

Al termine pranzo libero.

Al pomeriggio la visita continua con 2 musei di eccellenza tutta italiana.

La Casa-Officina Museo di Enzo Ferrari e la Casa Museo di Luciano Pavarotti.

Il Museo Enzo Ferrari sviluppa un’esperienza museale unica e coinvolgente, che arriva fino alle origini più autentiche del marchio più famoso al mondo. Stagliandosi nello skyline modenese con la sua inconfondibile forma a cofano giallo, racchiude la storia del fondatore della Ferrari, oltre che a presentare alcune tra le auto più belle e vincenti di sempre.

 

 

Quello dedicato ad Enzo Ferrari non è solo un museo, ma uno spettacolo coinvolgente ed emozionante dove si mescolano ingredienti unici. Nell’avveniristico padiglione di oltre 2500 metri quadrati, oltre ad ammirare le automobili esposte, si assiste ad uno spettacolo che racconta, attraverso un filmato avvincente, la magica storia dei 90 anni di vita di Enzo Ferrari. Dal bambino, che all’inizio del ‘900 scopre le corse, al pilota, dall’animatore della Scuderia al costruttore e ai suoi trionfi.

A questo tuffo nell’emozione, si affianca, nell’officina del padre di Enzo ora perfettamente restaurata, il Museo dei Motori Ferrari. Nella struttura sono visitabili anche alcune stanze della casa dove Enzo nacque nel 1898, e a completare l’offerta sono a disposizione una saletta cinema, un raffinato ristorante e un corner Ferrari Store

                     Un esempio mondiale di architettura

È l’ultima grande opera del geniale architetto Jan Kaplicky dello studio londinese Future Systems

Il grande padiglione che adotta  soluzioni innovative nell’ambito del rispetto dell’ambiente, copre senza colonne né ostacoli i 5 mila metri quadrati di esposizione. Chi entra ha l’impressione di accedere in un tempio consacrato all’automobile e alla sua storia, con un’architettura ispirata ai cofani delle vetture da corsa degli anni ‘50.  Uno spazio unico, totalmente bianco, che ogni 50 minuti, si trasforma in una avvolgente sala di proiezione dove, dal soffitto alle pareti, scorrono le immagini degli uomini e della storia della Ferrari.

Trasferimento per la visita guidata del Maestro Pavarotti.

Alcuni possono cantare l’opera, Luciano Pavarotti era un’opera.

Bono

Credevo che tutti i tenori si somigliassero. Poi sono andato a sentire Pavarotti dal vivo. E ho capito che era unico.

Ennio Morricone.

La Casa Museo Luciano Pavarotti è la dimora che il Maestro Pavarotti ha fatto costruire nella campagna modenese, all’interno di una grande tenuta, ove egli ha vissuto gli ultimi anni della sua vita.

É stata aperta al pubblico nel 2015 per legare saldamente la memoria del Maestro alla sua amata terra d’origine e per far meglio conoscere al grande pubblico l’uomo LUCIANO dietro al grande artista PAVAROTTI.

La casa è ancora oggi come il Maestro l’ha lasciata ed è interamente visitabile. Custodisce tutti gli oggetti di cui egli amava circondarsi e racchiude i ricordi dei giorni trascorsi in compagnia della famiglia, degli amici e degli studenti cui ha impartito lezioni di canto.

Un luogo semplice ma leggendario

Ogni centimetro di questa casa riflette la personalità vibrante del suo proprietario. La luce calda riempie lo spazio, un’enorme finestra sul cielo illumina gli ambienti – che custodiscono foto, quadri e lettere care di amici come Frank Sinatra, Bono e la Principessa Diana – mentre la cucina è gialla come il sole. Costumi sontuosi, cimeli unici e innumerevoli premi rendono omaggio alla sua illustre carriera – ma sono gli oggetti di tutti i giorni che rivelano l’uomo di casa smessi i panni del grande artista.

Al termine trasferimento in hotel cena e pernottamento.

3°Giorno: Modena – Museo Casa Covili – Roma

Prima colazione, check-out e trasferimento in bus a Pavullo nel Friganano per raggiungere Casa Museo Covili.

Casa Museo Covili si trova a Pavullo nel Frignano (MO) sull’Appennino tosco-emiliano. È situata al confine tra bosco e città, per ricordare che il percorso di Gino Covili è sempre stato in equilibrio tra arte, natura e cultura. La famiglia Covili, fedele a questa visione, per legare il lascito di storie e di immagini alla forza ancestrale dei luoghi dell’Appennino e del Frignano, dal 21 marzo 2019, in occasione del 101° anno dalla nascita dell’artista apre la Casa Museo con un suggestivo allestimento dedicato a visite guidate sia private che individuali, che per gruppi organizzati, con spazi che accolgono l’esposizione permanente ed iniziative temporanee organizzate in tutte le stagioni.

Brunch ESCLUSIVA DEI VIAGGI DI GIORGIO.

 

Casa Museo Covili - Bologna Welcome

Rientro a Roma e fine dei servizi.

 

La Quota Comprende:

  • Trasferimento in Bus privato Gran Turismo da Roma a Modena A/R e tutti i trasferimenti come da programma
  • Soggiorno in hotel 3****  Modena  in mezza pensione (bevande escluse)
  • Visite guidate come da programma  con guida autorizzata Regione Emilia Romagna
  • Esperienza Multisensoriale presso Casa Museo Covili
  • Accompagnatore dei Viaggi di Giorgio
  • Assicurazione Medico Bagaglio
  • Assicurazione ANNULLAMENTO AL VIAGGIO
  • Iva di legge
  • Kit da Viaggio

La Quota non comprende:

  • Ingressi a siti e musei (indicativamente € 45,00)
  • Pasti non menzionati nel programma
  • Mance
  • Tutto quanto non espressamente previsto nella quota comprende.

 




TRANSIBERIANA D’ITALIA

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Un grande Viaggio

Il Treno Storico della Transiberiana d’Italia, un’escursione nel cuore dell’Abruzzo  tra Parchi Nazionali e Riserve Naturali che attraversa montagne e strette gole. Un tracciato spettacolare, quello della Transiberiana d’Italia, che da solo vale un viaggio lento alla scoperta dei piccoli borghi e grandi centri dove la storia e le tradizioni locali sono custodite dalle comunità locali…

Un viaggio che unisce il massiccio della Majella con le sue ragguardevoli cime e i suoi grandiosi altipiani carsici con monumenti, opere d’arte e lavoro dell’uomo di queste magnifiche terre.

«Chissà, forse tra qualche anno, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali metterà sotto tutela anche le linee ferroviarie locali. Non più rami secchi bensì musei viaggianti a “bassa velocità” alla scoperta della geografia, cultura e storia d’Italia. Gli stranieri le scoprono, le usano e ce le invidiano, noi le snobbiamo e preferiamo l’automobile».

Inizia così Giuseppe Furno nella sua guida In treno alla scoperta dell’Abruzzo, nel presentare la linea ferroviaria Sulmona-Carpinone.

In autunno il paesaggio che scorre dal finestrino del treno storico è un vero e proprio dipinto dai mille colori, grazie alla ricchezza di specie vegetali che caratterizzano la montagna attraversata dagli antichi binari e che rendono il viaggio un autentico spettacolo da vivere con intensità a bordo.

Partenza: 25/10/2024
Durata: 2 Giorni 1 Notte
Costo per persona: € 350,00
Suppl.Singola: € 35,00
Prenotazioni entro: 20 Luglio
Saldo entro: 30 giorni prima della partenza
Versando un acconto di: € 130,00

1° giorno: Roma – Bominaco – Sulmona

Ritrovo dei partecipanti in luogo e orario da definire e partenza per l’Abruzzo in bus privato. Prima tappa Bominaco.

Visita di Bominaco, piccolo centro dell’Abruzzo Aquilano, importante per l’Abbaziale di S. Maria Assunta e l’oratorio di S. Pellegrino uno dei maggiori complessi artistici della regione. La cappella è stata definita la Cappella Sistina d’Abruzzo.

Bominaco - Wikipedia

L’Abbaziale di S. Maria Assunta è la massima espressione dell’architettura romanica abruzzese risalente al XII sec. All’interno la chiesa custodisce arredi liturgici di notevole importanza: L’ambone in pietra del 1180 nella tipica forma a cassa quadrilatera poggiato su quattro colonne dai ricchissimi capitelli, l’altare e il ciborio datati 1223 il cero pasquale sorretto dal leoncino stiloforo.

L’Oratorio di San Pellegrino, ricostruito nel 1263 per iniziativa dell’Abate Teodino che ne fa risalire la costruzione a Carlo Magno secondo quando si legge in due iscrizioni. L’interno con volta ogivale è completamente rivestito da affreschi che costituiscono uno dei più importanti cicli della pittura italiana. Furono eseguiti da tre pittori ancora legati ai modi bizantini ma aggiornati ai nuovi modi provenienti d’oltralpe che raccontano scene della vita di Gesù: Importante il Calendario Bominacense con i dodici mesi dell’anno, i segni zodiacali e gli influssi lunari utilizzato dai monaci Benedettini per il lavoro e la preghiera.

Gli affreschi furono concepiti come emanazione della stessa liturgia che i monaci celebravano nel coro conventuale. Per questo si ritiene plausibile che gli autori dei vari affreschi furono gli stessi monaci. “L’insieme pittorico esprime una simbiosi culturale che soltanto la comune educazione teologica e la medesima sensibilità monastica potevano produrre. I cicli pittorici furono quindi dipinti da maestri differenti e precisamente: Il Maestro dell’Infanzia, il Maestro della Passione, il Maestro Miniaturista, il Calendario Bominacense.

BOMINACO E LA CAPPELLA SISTINA D'ABRUZZO – Civitarese

Ci guardammo intorno, senza proferire parole, quei dipinti meritavano un religioso silenzio, mentre lasciammo che l’energia del luogo “ci parlasse”. Ad una prima lettura della serie di affreschi osservammo un ciclo sull’infanzia di Cristo e uno sulla Passione, scene tratte dal Giudizio Universale, storie di San Pellegrino e di altri santi ed una serie sui mesi del Calendario.

Trasferimento presso il Borgo di Fumari per il pranzo a base di antipasti e pasta fatta in casa.

Al termine del pranzo, trasferimento a Sulmona per la visita guidata.

Sulmona, un tassello da non perdere nell’Italia da scoprire, quella dal volto semplice ma affascinante delle piccole realtà di provincia, in cui borghi e città si incastonano in contesti paesaggistici di eccezionale valore.

Monastero di Santa Chiara (Sulmona) - Wikipedia

Famosa in particolare per la bontà dei suoi confetti, vicina alle mete turistiche più conosciute del centro Italia, luogo ideale per una vacanza tranquilla, fatta di gusti e sapori genuini propri dell’Abruzzo interno, dove ancora forti sono i legami con la tradizione che mirabilmente si fonde con storia, arte e cultura.

I confetti di Sulmona – La Tua Italia

Autentica città d’arte, celata dai monti più alti della catena appenninica, Sulmona vanta un consistente numero di monumenti, frutto della sua storia, da abitato italico a municipio romano e fiorente borgo dal medioevo in poi.Cena e pernottamento in hotel.

2° giorno: Sulmona – Transiberiana – Sulmona – Roma

Prima colazione in hotel e trasferimento in stazione per imbarco sulla “Transiberiana d’Italia”.

Assegnazione dei posti riservati e inizio del percorso che da Sulmona parte alle ore 08.45

Una vacanza a Campo Giove, in Abruzzo

PROGRAMMA TRANSIBERIANA

Ritrovo presso il binario 1 della stazione di Sulmona.

Partenza del treno storico da Sulmona, itinerario panoramico risalendo la Valle Peligna e il Colle Mitra superando Pettorano sul Gizio, entrando nel territorio del Parco Nazionale della Majella.

Arrivo alla stazione di Campo di Giove, per sosta intermedia nel paese ai piedi della Majella. Dalla stazione si raggiunge il centro del borgo in circa cinque minuti a piedi, dalla cui piazza si snoda nella parte alta il centro storico caratterizzato da vicoli, archi e antichi palazzi in pietra. In piazza mercatino di prodotti tipici e dell’artigianato locale.

Transiberiana d'Italia, un viaggio in treno indietro nel tempo - Riparto da un viaggio

Partenza del treno storico dalla stazione di Campo di Giove, si supera la Majella presso il Valico della Forchetta, oltrepassando gli Altipiani Maggiori d’Abruzzo nel punto altimetrico più elevato della linea, a quasi 1300 mt. slm.

Il treno storico raggiunge l’attestamento di giornata, Pescocostanzo, per trascorrere la lunga sosta in questa splendida cittadina.

Visita Pescocostanzo: scopri il meglio di Pescocostanzo, Abruzzo, nel 2022 | Viaggia con Expedia

Nella regione degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo, tra immensi e silenziosi pascoli che sono alla base dell’insediamento umano e dello sviluppo dei centri sorti in questi luoghi, a 1.400 s.l.m. è situata Pescocostanzo. Centro di antica origine e luogo di intensa civiltà, può vantare una favorevole temperie culturale, rappresentata  dall’eccezionale patrimonio di monumenti rinascimentali e barocchi a testimonianza della straordinaria vicenda artistica e culturale che sviluppò soprattutto tra il 1440 e 1700. La tradizione artigiana è riuscita a rimanere viva e a salvare il patrimonio di esperienza, capacità tecnica, stile e qualità. Delle numerose doti artigianali che ancora rivestono una posizione di rilievo nel comune ricordiamo la tradizione artigianale del merletto a tombolo, conosciuto semplicemente come ‘tombolo’, secondo lo stile rinascimentale o con il metodo del punto antico. Questo patrimonio culturale femminile è mantenuto in vita dalla scuola di merletto a tombolo e da un museo dedicatogli.  Pescocostanzo ha saputo recuperare l’antico ruolo, accreditandosi definitivamente come meta di turismo arte e cultura, oltre che di soggiorno estivo ed invernale.

Lavoro al tombolo - Predoi - Valle Aurina

Pranzo libero. Incontro con la guida e visita di uno dei borghi storici più belli nel cuore dell’Abruzzo.

Iniziamo visitando la Basilica della Madonna del Colle che si presenta con la sua imponente facciata rinascimentale e al cui interno, nell’ampio spazio creato dalle cinque navate, vi sono custoditi affreschi preziosi.

Proseguiremo lungo le antiche vie del paese imbattendoci nel Palazzo Fanzago, storico palazzo decorato da mensole in legno a forma di draghi e privo di finestre per via della sua originaria funzione di convento di clausura.

Tempo libero a disposizione prima di ritrovarsi in stazione per la partenza del treno.

In Viaggio sulla Ferrovia dei Parchi

Ferrovia dei Parchi, viaggi d'autunno tra gli Altopiani Maggiori d'Abruzzo e le terre dell'Alto Sangro - Tesori d'Abruzzo

DOVE VEDERE IL FOLIAGE. 6 METE + 1 TRENO | PLEINAIRCLUB

 Partenza del treno storico.

 Rientro finale a Sulmona.

Trasferimento in bus diretto a Roma, arrivo e fine dei servizi.

 

 

La quota comprende :

  • Bus per la durata del tour
  • Biglietto Transiberiana 2° Classe come da itinerario € 45,00
  • 1 pernottamenti in hotel in mezza pensione
  • Pranzo del sabato presso Borgo dei Fumari  (antipasti misti, primo della casa, bevande)
  • Visita guidata come da programma
  • Assicurazione medica e bagaglio e annullamento al viaggio
  • Accompagnatore da Roma dei Viaggi di Giorgio
  • Kit viaggio

Non comprende:

  • Mance
  • Spese personali
  • Eventuali biglietti di ingresso ai siti e monumenti da pagare in loco.
  • Auricolari € 10,00
  • Tutto quanto non espressamente previsto nella ” quota comprende”

N.B. l’itinerario del treno potrebbe cambiare senza preavviso.

Info:

Sulmona-Carpinone. Quasi come una previsione, una premonizione che oggi è diventata realtà. Non per opera della Soprindendenza ma della Fondazione FS Italiane che sensibile alla tematica, ha tutelato la “nostra ferrovia” all’interno del proprio progetto denominato Binari senza tempo: quattro spettacolari linee ferroviarie, che diventano un vero e proprio “museo dinamico” che la Fondazione stessa intende preservare e valorizzare

Oggi è possibile viaggiare ancora su quella che sicuramente è la linea ferroviaria più bella d’Italia e forse va anche oltre. L’associazione LeRotaie, già protagonista con un treno storico il 4 marzo 2012, dal novembre 2014 ha iniziato una stretta collaborazione con la Fondazione FS Italiane per far sì che questa linea rimanga ancora viva.

A bordo di un convoglio storico con carrozze “centoporte” e “terrazzini” realizzate tra il 1920 e 1930, trainate dal locomotore diesel D445.1145 per l’occasione colorato con la classica livrea FS verde e marrone, si può rivivere tutta l’atmosfera di quasi un secolo fa, di quando i viaggiatori seduti su quelle stesse panche di legno avevano mete diverse da quelle che oggi noi vi proponiamo.

Durante il viaggio sono presenti guide di bordo dello staff che descrivono la storia della ferrovia e la geografia del territorio attraversato e musica popolare itinerante tra le carrozze per tutta la giornata. A terra, invece, oltre alla musica che fa sempre da cornice, stands gastronomici per assaporare la locale tradizione culinaria e visite guidate alla scoperta di musei, borghi antichi e tradizioni. Purtroppo tutto questo non basta a salvare una delle linee più belle d’Europa, noi de LeRotaie-Molise (ma non solo) siamo convinti, e lo abbiamo sempre espresso chiaramente, che la salvezza per la Sulmona-Carpinone sta nel ripristino del collegamento Pescara-Napoli.

Il termine “Transiberiana” associato alla ferrovia Sulmona-Carpinone lo troviamo per la prima volta sulla rivista Gente Viaggi del novembre 1980 dove il giornalista Luciano Zeppegno, descrivendo questa ferrovia appenninica la apostrofò come “la piccola Transiberiana” a causa delle abbondandi nevicate nel periodo invernale che la fanno somigliare alla vera Transiberiana che da Mosca raggiunge Vladivostok. Da allora, per tutti noi, è diventata la Transiberiana d’Italia. E con questo appellativo preferiamo presentarla e farla conoscere a tutti.




CAPODANNO IN ROMAGNA-RIMINI DINTORNI E VISITA ESCLUSIVA

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CAPODANNO IN ROMAGNA  2023

             E VISITA ESCLUSIVA DEI VIAGGI DI GIORGIO

       La Romagna: una terra autentica, fonte di continua    ispirazione. Un luogo di paesaggi e di culture senza tempo.

Il toponimo Romagna deriva dal tardo latino Romània e risale al VI secolo d.C., quando l’Italia fu divisa in longobardica e Romana. Questa terra ha dato natali a personaggi d’illustre fama artistica e letteraria, che hanno formato la storia dal punto di vista culturale d’Italia.

L’ospitalità e il divertimento caratterizzano la riviera romagnola e la rendono così una meta prediletta dal turismo italiano e internazionale.

Per scoprire fino in fondo lo splendore della terra di Romagna non resta che visitarla, ammirarla, viverla e l’unico pericolo che si possa correre facendo ciò è di appassionarsi a questo territorio, alla sua vita, ai profumi e ai colori tipici così inconfondibili del verde prato che sconfina arrivando all’incontro con le colline da cui si apre un cielo azzurro che fa brillare il mare.

Il termine “Romagna” è sinonimo di buona tavola, a partire dall’attrazione che emette su di sè grazie a piatti unici, rinomati in tutto il mondo.

La cucina è costituita da specialità come la Piadina, che con la sua semplicità ha creato un simbolo vero e proprio o come la pasta all’uovo fatta in casa in tutte le sue forme a partire dai cappelletti fino alle lasagne, prodotti a mano con tecnica tramandata da generazioni.

Seguono poi affettati e insaccati di produzione locale, accompagnati da formaggi anch’essi caserecci. Dolci tipici quali la Ciambella e delizie di Carnevale vengono di consuetudine accompagnati da vini Doc, il primo che ha ottenuto tale certificazione è il Sangiovese di Romagna, legato al più diffuso vitigno di bacca rossa, o come dal verace Albana che, in versione Dolce forma un’accoppiata vincente con il dessert.

Rimini, sinonimo di divertimento e cultura, può essere visitata tutto l’anno. I suoi tesori d’arte contemplano capolavori unici che vanno dal periodo romano a quello rinascimentale. Un luogo da conoscere seguendo le tracce imponenti e suggestive lasciate da venti secoli di storia come l’Arco d’Augusto, il Ponte di Tiberio, Castel Sismondo, il Tempio Malatestiano, la romana piazza Tre Martiri o la medioevale piazza Cavour, per terminare con il Museo della città che custodisce il suo passato, attraverso oltre 1500 opere.

Da non perdere una passeggiata fra i luoghi immortalati da Fellini, dal centro storico al Grand Hotel di Rimini, passando per la Fondazione Fellini e il lungo mare, fino ad approdare al bellissimo Borgo San Giuliano, affrescato con murales che ricordano i personaggi e le battute del grande regista riminese.

Tra scorci incantati e tesori archeologici, quartieri chiassosi e piazze incantevoli, RIMINI è forse una delle città più belle dell’Emilia Romagna.

Un itinerario di viaggio per ammirare la bellezza, l’arte e la storia tra piazze e vicoli, come molti dei più importanti centri urbani d’Italia, infatti, anche Rimini affonda le sue radici nella storia fino al tempo dei Romani, artefici della sua fondazione all’indomani del 268 a.C.
Camminando per le vie del centro sono ancora rintracciabili in più punti le antiche vestigia, un vero museo a cielo aperto che da Piazza Tre Martiri ci porta in pochi passi a scorgere alcuni dei più importanti reperti storici della città, come il ponte di Tiberio, l’Arco d’Augusto o la Domus del Chirurgo  e una ricchissima serie di palazzi e monumenti da visitare.

Ma Rimini è anche memoria, una gloriosa città di pescatori e commercianti che ha saputo reinventarsi e mettersi alla prova più volte nel corso della storia. Basta fare un giro tra i vecchi banchi della Pescheria tra cantine e pub oppure aggirarsi tra le vie del suggestivo borgo San Giuliano per rendersene conto, che oggi con le sue vie strette in pietra e le sue case basse e colorate rappresenta una vera e propria “città nella città” dove un turista può ritrovare le sensazioni di una volta. Da oltre 160 anni, Rimini è nei ricordi e nei sogni di generazioni di vacanzieri. Il segreto del suo successo sono la cordialità, l’ospitalità dei luoghi, dei suoi abitanti e i suoi 2000 anni di storia è un piccolo scrigno d`arte.

 

                                            Biblioteca Malatestiana di Cesena.

La Biblioteca Malatestiana di Cesena rappresenta il primo esempio di biblioteca civica in Italia e in Europa. Nata da un piccolo nucleo di biblioteca conventuale, alla metà del XV secolo mutò la sua natura e divenne un luogo aperto agli studiosi e quindi patrimonio della comunità civile. Un altro primato che spetta a questa magnifica Biblioteca è quello di aver conservato intatti nei secoli struttura, arredi e patrimonio librario, un primato per cui è stata inserita dall’Unesco nel Registro della Mémoire du Monde.

E poi ancora due borghi bellissimi considerati tra i i Borghi più belli d’Italia.

                                DOVE DORMIRETE : VILLA ADRIATICA

1 km dal Centro Storico.

, che soggiornarono in una delle nostre camere Novecento.

Biblioteca Malatestiana di Cesena è stata fondata nel XV secolo. Inserita nel 2005 dall’Unesco nel Registro della Memoria del Mondo, è stata la prima biblioteca civica sia in Italia sia in Europa. È una biblioteca monastica collocata tra palazzi ottocenteschi, con esterni sobri e interni arricchiti da pezzi unici, come la mazza da cerimoniale che Papa Pio VI regalò alla sua città. La Biblioteca si divide in una parte antica di 250 mila volumi, la Biblioteca Moderna con 100 mila volumi, la Mediateca, l’Emeroteca e la Biblioteca dei Ragazzi.

Biblioteca Malatestiana a Cesena: 1 opinioni e 18 foto

Straordinario esempio di biblioteca umanistica la Malatestiana, nata da un precedente nucleo conventuale, fu radicalmente modificata da Malatesta Novello, signore di Cesena, che per le precarie condizioni di salute, l’indole più vicina a dedicarsi al buon governo che alle azioni militari e l’influenza della moglie, la colta Violante da Montefeltro, da dux equitum, cioè uomo d’armi, si fece litteratus.  La “libraria” voluta dal signore di Cesena ha una pianta basilicale a tre navate (più alta e stretta quella centrale con volta a botte, più larghe e basse quelle laterali coperte a crociera). Non più dunque un ambiente a pianta rettangolare secondo la tradizione medievale, ma una struttura destinata a diventare il prototipo della biblioteca umanistica. Le navate laterali sono illuminate da finestrelle ad arco acuto che lasciano entrare una bella luce diffusa, mentre la centrale è illuminata dal grande rosone di fondo. L’intervento signorile è sottolineato dai simboli araldici di cui è ricca la biblioteca, una presenza visivamente diffusa del fondatore riproposta dai colori della biblioteca che rimandano agli stemmi malatestiani: il bianco delle colonne (fede), il rosso del pavimento in cotto (speranza), il verde dell’intonaco riportato alla luce dai restauri del 1920 (carità).
Grande fu la lungimiranza di Malatesta Novello che volle legare da subito la biblioteca alla città, scegliendo simbolicamente come data di inaugurazione il 15 agosto 1454, giorno dell’Assunzione che, per tradizione secolare, a Cesena è una grande festa cittadina. Inoltre, grazie ad una felice intuizione del suo fondatore, la Malatestiana detiene il primato di prima biblioteca civica d’Italia e d’Europa. Egli infatti preferì affidarla al Comune piuttosto che alla sua casata o all’autorità ecclesiastica.
Le collezioni che si sono aggiunte al gioiello quattrocentesco rendono la Malatestiana un complesso monumentale-documentario unico al mondo, dove la bellezza artistica accoglie e conserva uno straordinario patrimonio librario e dove passato e presente convivono in felice armonia.

Si riparte  in direzione di Rimini.

Una volta giunti sul ponte ecco la parte più bella di Rimini e una delle cose da vedere assolutamente, Borgo San Giuliano.

Qui nacque il Maestro Federico Fellini, un antico quartiere popolare con i panni stesi alle finestre, le botteghe ed i ristoranti tipici. Le case sono curate e colorate e la particolarità di questo borgo sono i murales che ricordano il grande regista.

Avanti. Il Borgo San Giuliano a Rimini | Rimini turismo

Passeggeremo per i vicoli cercando di riconoscere le scene tratte dai suoi film. Una tappa obbligata prima di andare via è l’Abbazia di San Giuliano, che dà il nome al borgo e che contiene un’opera di Paolo Veronese.

RIMINI E FELLINI: UN ITINERARIO D'AUTORE | Romagna.com

Continueremo la nostra passeggita, visitando il Museo di Fellini, il vero fiore all’occhiello di Rimini, si trova all’interno di Castel Sismondo e alla vicina Piazza Malatesta. Non è un classico museo, ma una vera e propria esperienza attraverso le opere del maestro.

Proprio davanti al castello si trova una fontana molto particolare che ogni 30 minuti si svuota e nebulizza l’acqua trasformandola in una nebbia felliniana.

Arrivo in hotel ,assegnazione delle camere riservate,cena e pernottamento.

2° Giorno -Rimini (31 dicembre )

Prima colazione in hotel e inizio delle visite.

Partiremo dal Tempio Malatestiano, una chiesa dedicata a Santa Colomba nonché Duomo di Rimini. La definizione di Tempio deriva dalle sue forme classiche mentre malatestiano perché fu voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini dal 1432 al 1462. Per sostituire la pre-esistente chiesa di San Francesco.

La pace come cammino di speranza che unisce tutti

Sigismondo chiamò il più illustre architetto del Rinascimento: Leon Battista Alberti che si ispirò per la facciata all’arco di trionfo romano. Usò marmi proveniente dall’Arco di Augusto e sul basamento in pietra d’Istria fece inserire delle ghirlande con i simboli malatestiani: l’elefante, la “I” e la “S” intrecciate (sigla di Sigismondo e Isotta, sua moglie), la doppia fascia a scacchi e il fiore di Isotta.

Prima di entrare all’interno visiteremo il lato destro della strutture con sette arcate che ospitano i sarcofagi dei personaggi più illustri della corte di Sigismondo.

Meritano una visita “La Cappella dei Pianeti” con la più antica immagine di Rimini e “La Cappella degli antenati” con “L’Arca degli antenati e dei discendenti” scolpita da Agostino di Duccio. Qui sono ospitate le spoglie degli antenati dei Malatesta. Le opere principali del Duomo sono il crocifisso di Giotto del 1312 e un affresco di Piero della Francesca in cui è raffigurato Sigismondo inginocchiato ai piedi di San Sigismondo.

Crocifisso di Rimini - Wikipedia

Dal Tempio Malatestiano si arriva a Piazza dei Tre martiri, l’antico foro romano della città.

Dalla fondazione di Ariminum, nel 268 a.C, la piazza ha sempre svolto il ruolo di centro politico e commerciale di Rimini. La statua di Giulio Cesare ci ricorda che un tempo questo spazio era dedicato a lui. Un cippo messo nel 1.500 ricorda che proprio qui l’imperatore avrebbe rivolto un discorso alle sue legioni dopo il passaggio del Rubicone e aver pronunciato il famoso “il dado è tratto“.

Percorrendo il Corso d’Augusto si incontra Piazza Cavour, la più importante piazza di Rimini, luogo di incontro di cittadini e turisti.

File:Rimini Piazza Cavour Fontana della Pigna.jpg - Wikipedia

La “Fontana della Pigna” è un punto di riferimento certo per darsi un appuntamento in questa piazza affollata in ogni periodo dell’anno grazie al richiamo di bar e ristoranti. La fontana, in origine, aveva alla sommità una statua di San Paolo, sostituita dalla pigna nel 1809. Fino al 1912 è stata l’unica fonte d’acqua potabile nel centro di Rimini. L’armonia della forma e dei giochi d’acqua affascinò anche Leonardo da Vinci, come ricorda l’iscrizione. Accanto alla fontana il Monumento a Paolo IV e di fronte il Palazzo dell’Arengo, massima espressione dell’architettura civile medievale a Rimini.

Pranzo libero.

Nel pomeriggio continueremo la nostra visita di Rimini e andremo a visitare la  “Domus del chirurgo”.

In realtà si tratta di un complesso di origine romana che nel corso dei secoli è stato usato anche come orto, chiesa, cimitero, come dimostrano le 30 tombe con scheletri ancora visibili.

ARIMINUM - RIMINI (Emilia Romagna)

La struttura più bella è la villa abitata fino al II secolo d.C da un certo Eutyches (Eutiche) un medico militare di origine greca che doveva averne viste di tutte i colori. La sua collezione di 150 strumenti chirurgici, infatti, era specializzata nelle ferite e i traumi da guerra, compreso un rarissimo Cucchiaio di Diocle, che serviva per estrarre le punte di freccia conficcate nel corpo. Nella villa sono ancora perfettamente visibili i bellissimi mosaici, tra cui quello di Orfeo nello “studio medico” del chirurgo di Rimini.

Lo scavo di piazza Ferrari e la Domus del chirurgo | Comune di Rimini

Grazie a delle passerelle che camminano sopra i mosaici e le fondamenta del complesso è possibile ripercorre l’architettura e la storia di questa abitazione.

Si prosegue con  uno dei simboli di questa città: l’Arco di Augusto, che segna l’ingresso alla Città, per chi proviene dalla Flaminia, la via tracciata dal console Flaminio nel 220 a.C. per collegare Roma a Rimini, fu eretto nel 27 a.C. come porta onoraria, esprime la volontà del Senato di celebrare la figura di Ottaviano Augusto, così come manifestato dall’iscrizione posta sopra l’arcata.

L'Arco di Augusto a Rimini | Travel Emilia Romagna

Rimini, i 2000 anni del ponte di Tiberio tra leggenda e curiosità - Blog | Gusto Rimini

Proseguiremo per  il Ponte Tiberio, di epoca romana che venne fatto costruire da Augusto, sul fiume Marecchia, ma la costruzione fu portata poi a termine da Tiberio, dal quale prende il nome.E’ realizzato in pietra d’Istria e segna l’inizio della via Emilia.

Raggiungeremo il Museo Diffuso della Marineria – Lungofiume degli Artisti e dei Capanni da Pesca – è uno spazio aperto, che nasce dal bisogno di rappresentare la tradizione marinara riminese lungo un unico filo conduttore, un itinerario per la città che mette fra loro in relazione i luoghi simbolo del mare.

Museo Diffuso della Marineria: inaugurato il nuovo percorso culturale per la marineria riminese | Comune di Rimini

Il Museo Diffuso della Marineria si dedica alla comunicazione del mare sul territorio e racconta le tematiche legate alla pesca, alla marineria e alla vita del marela storia di un patrimonio che da secoli caratterizza l’identità e l’economia del territorio e delle comunità riminesi. Si tratta di un “museo senza barriere” il cui racconto espositivo inizia dalle sponde del fiume Marecchia, dove su plance appositamente illustrate con immagini e testi ha inizio la descrizione della marineria di Rimini. Perché vuole racchiudere e dar voce ai diversi luoghi caratteristici disseminati per la città di Rimini, come la Vecchia Pescheria, il Mercato Ittico, Il Mercato Coperto, Borgo San Giuliano, il Museo della Città, il Museo E’Scaion e tanti altri luoghi storici.

Rientro in hotel.Cenone  di Capodanno e festeggiamenti.

 3° giorno ( 1 gennaio) Montegridolfo-Verrucchio

Prima colazione in hotel.

                    Un piccolo castello sulla linea gotica

Sveglia con comodo e più tardi partenza alla scoperta di Montegridolfo, considerato uno dei borghi più belli d’Italia, appare tra la vegetazione: salendo a piedi la vita irta che ci conduce all’unica porta d’accesso, scopriamo un piccolo mondo medievale chiuso nelle alte mura difensive, con una torre che sovrasta la porta cinquecentesca. Un luogo sospeso nel tempo e perfettamente conservato.

Viaggio a Montegridolfo, uno dei borghi più belli d'Italia

Posto geograficamente al confine tra le signorie dei Malatesta e dei Montefeltro, con l’intensificarsi delle lotte, nel 1233 Montegridolfo scelse liberamente di appoggiare Rimini.

Divenne di conseguenza teatro di violente incursioni da parte dei Duchi di Urbino che nel 1336 rivolsero un rovinoso saccheggio che portò alla sua distruzione. Tempestiva fu la ricostruzione tanto che l’anno successivo Montegridolfo riappariva con mura ancora più imponenti.

In un’altalenarsi di proprietà, il castello passò nelle mani dapprima dei Montefeltro per tornare, pochi anni dopo, tra i domini dei Malatesta. ll borgo presenta una pianta poligonale controllata da quattro torrioni e mura a sbalzo con un caratteristico torrione all’ingresso dell’abitato.

Con le strette e pittoresche vie, le locande e la chiesa parrocchiale, appare oggi una specie di piccola bomboniera racchiusa in una palla di vetro protetta dallo scorrere del tempo.

File:Porta del Castello - Montegridolfo 2.jpg - Wikipedia

Dalla piazzetta centrale tre viottoli convergono verso Palazzo Viviani, l’unica casa patrizia del borgo e centro direttivo di un albergo “diffuso” che coinvolge l’intero abitato.

 

Tra gli edifici, tutti rigorosamente in mattoni: il Castello Malatestiano (XIV sec), sede del Comune; la Chiesa di San Rocco, databile a poco prima del 1400 che conserva al suo interno due affreschi (due dei quali sovrapposti) e un dipinto su tela del Cagnacci; il Santuario della Beata Vergine delle Grazie posto nella vicina località di Trebbio, e infine il Museo della Linea dei Goti con oggetti, documenti e reperti bellici legati alla Seconda Guerra Mondiale.

Pranzo in ristorante tipico.

Nel pomeriggio andremo alla scoperta del borgo di Verrucchio,la culla dei Malatesta.

Verucchio si trova in Valmarecchia e fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”. Le sue origini sono antichissime, alcuni ritrovamenti fanno pensare alla presenza di civiltà villanoviane, precedenti a quelle etrusche; a conferma di questa presenza, nel Museo Civico Archeologico sono raccolti numerosi esemplari di oggetti, soprattutto legati ai riti funebri.

La Rocca Malatestiana di Verucchio è anche nota con il nome di Rocca del Sasso, per la posizione (sopra lo sperone di roccia su cui sorge il borgo) in cui è stata costruita. Rappresenta una delle fortificazioni malatestiane più imponenti e meglio conservate del territorio: dalla passeggiata del Mastio si gode un panorama molto suggestivo su tutta la Valmarecchia; mentre all’interno sono presenti molti elementi originali come l’albero genealogico della famiglia Malatesta ospitato nella grande Sala Magna.

La Pieve Romanica di San Martino in Rafaneto si trova nella frazione di Villa Verucchio. Immersa nel verde, ai piedi della valle, si presenta come una struttura massiccia con parti tondeggianti e un campanile. Risalente all’anno 990, visse un periodo di rilievo tra il Medioevo e il Rinascimento anche se cadde in disuso nel XVII secolo, sino a diventare magazzino agricolo (per questo motivo la facciata è stata ricostruita secondo lo stile tipico della casa coloniale). Nel complesso è un luogo molto suggestivo, gli interni spogli e essenziali, com’è tipico delle pievi romaniche.

Associazione Pro Loco Verucchio

 

 

Rientro in hotel.Cena e pernottamento.

4° Giorno ( 2 Gennaio)  Rimini – Roma o altre città.

                          VISITA ESCLUSIVA DEI VIAGGI DI GIORGIO 

Prima colazione in hotel e rilascio delle camere.

Oggi Vi aspetta una visita  fuori dai canoni tradizionali del turimo,sia di gruppo che individuale e che NESSUN TOUR OPERATOR E NESSUNA AGENZIA DI VIAGGI VI POTRA’ MAI PROPORRE.

Questa visita,sorprendente,emozionante,a tratti sconcertante,nasce dall’intuizione del titolare dei Viaggi di Giorgio,Claudio Tomassini,e  grazie a questa sua passione per la conoscenza e la scoperta,potrete ammirare delle opere fatte una persona  UNICA.

Volutamente non viene indicata la zona e la visita .

Al termine di questa visita  che Vi lascerà incredulità ed emozione,è previsto il pranzo di saluti in ristorante tipico Romagnolo.Al termine rientro a Roma ,o stazioni o aereoporti per coloro che arrivano da altre città e fine dei servizi.