Garda: terra di gusti e sapori

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La parte sud-occidentale del lago di Garda è una meta perfetta per una fuga di un weekend. Terra di buon vino , paesi graziosi, rocche e castelli, il giusto mix di natura, cultura ed enogastronomia.

A questo territorio ha dedicato versi anche Catullo, poeta dell’amore sensuale, ma ne hanno scritto anche Foscolo e Carducci. Grazie a queste peculiarità il lago ha attratto turisti, e li attrae tuttora, da tutto il mondo. Con una superficie di 370 Kmq. il lago di Garda è il più vasto tra quelli italiani. La parte meridionale si apre come un mare mentre la costa settentrionale, incassata tra monti, è simile a un fiordo. Anticamente conosciuto come Benaco, è un lago dalle numerose sfaccettature. Lungo l’intero periplo la strada costeggia quasi sempre le rive presentando spesso scorci molto suggestivi e attraenti paesini ricchi di storia che conservano testimonianze comprese tra l’età romana e il medioevo. Le colline moreniche che racchiudono a sud il lago sono infatti punteggiate di piccoli borghi attraversati da strade panoramiche e fiancheggiati da vigneti.

Sirmione Tours - 2021

1° giorno: Roma – Sirmione

In orario da stabilire partenza con pullman Gran Turismo da Roma. Sosta per il pranzo libero lungo il percorso. Arrivo nel primo pomeriggio a Sirmione. Su una striscia di terra che divide il basso lago di Garda si trova questa piccola cittadina, che incanta in visitatori con la bellezza dei paesaggi mozzafiato e architetture piene di storia. Incontro con la guida per visita al Castello Scaligero.

Il Castello di Sirmione, la Rocca Scaligera sul Lago di Garda

Posto a guardia dell’unico punto d’accesso via terra al centro storico della città, il Castello Scaligero è una rocca costruita intorno alla metà del XIII secolo durante l’epoca scaligera, una dinastia che governò la città di Verona per centoventicinque anni. Si tratta di uno dei rari esempi di fortificazione lacustre nonché di uno dei castelli più completi e meglio conservati d’Italia.
La rocca, con le sue tre torri e il mastio alto quarantasette metri, è circondata da tutti e quattro i lati dalle acque del lago, caratteristica che dona alla struttura un aspetto fiabesco e suggestivo. Percorrendo una scalinata composta da 146 gradini è possibile accedere alle ronde di camminamento e godere di una vista spettacolare che offre il castello di Sirmione, affacciato sul Garda.

Castello Scaligero di Sirmione - Ministero della cultura

Proseguiremo la visita alle grotte di Catullo. Anche se il nome può far pensare alle tipiche cavità sotterranee, appena arrivato alle Grotte di Catullo, sulla punta della penisola, ti ritroverai davanti una domus romana costruita tra la fine del I secolo a.C e il I secolo d.C. Questo è il complesso archeologico, considerato il più rilevante esempio di villa romana presente sul territorio dell’Italia settentrionale.

GROTTE DI CATULLO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI SIRMIONE

Prima degli scavi, le rovine della villa erano coperte da folta vegetazione e apparivano all’occhio del visitatore sotto forma di caverne, proprio da qui deriva il termine “grotte”. Anche se non ci sono dati certi in proposito, secondo la tradizione questa villa era di proprietà di Gaio Valerio Catullo, il quale sosteneva in un carme di avere possedimenti a Sirmione ai quali non vedeva l’ora di tornare. Il luogo offre un’atmosfera intrisa di storia, completata da un panorama mozzafiato.
La Villa Romana di Sirmione venne edificata agli inizi del I secolo dopo Cristo e, anche se non si conosce il periodo e il motivo del declino della villa, il ritrovamento di tombe, sia all’interno che all’esterno dell’edificio, risalenti al IV e al V secolo indica che in quel periodo la struttura era già stata abbandonata e trasformata in una cava di estrazione delle antiche pietre da utilizzare come materiali da costruzione.

L'area archeologica delle Grotte di Catullo a Sirmione | Brescia a Tavola
I resti della villa romana vennero riscoperti e descritti da cronisti e viaggiatori del XVI e XVII secolo, ma i primi studi sulle rovine furono effettuati solo nel 1801 da un generale di Napoleone durante la Campagna d’Italia.

Per finire visiteremo il centro storico, e noteremo immediatamente che presenta bellezze artistiche di inestimabile valore culturale, panoramiche di straordinaria bellezza e numerosi edifici religiosi di grande pregio storico.

In centro storico col bus navetta

A fine tour ci sposteremo presso una rinomata cantina del territorio, per degustazione del caratteristico Lugana.

Degustazione Lugana Doc Superiore della Cantina Ca' Lojera - Vinos.it - La Cultura del Buon Bere

Sistemazione in hotel, cena e pernottamento.

2° giorno: Riviera dei Limoni

Prima colazione in hotel. Partenza per Gargnano, percorrendo la famosa Gardesana Occidentale, strada panoramica suggestiva, che costeggia il lago dalla costa ovest e attraversa la cosiddetta “Riviera dei Limoni”.

Lombardia, l'eco resort sul GardaIl centro storico di Gargnano si sviluppa attorno al porto, sul quale si affacciano eleganti palazzi, e tra questi spicca la sede comunale con la sua facciata rivolta verso il lago dove sono murate le palle di cannone che una nave austriaca sparò verso il paese nel 1866, durante la terza Guerra d’Indipendenza.

La chiesa di San Giacomo, risale al XII secolo ed è la più antica di Gargnano.

CHIESA DI SAN GIACOMO | I Luoghi del Cuore - FAI

Da ammirare sono i tre affreschi trecenteschi che impreziosiscono la parete laterale esterna, mentre al suo interno spicca la statua lignea di San Giacomo, adagiata su altare in cotto e raccolta in una nicchia.

Villa Feltrinelli, una delle numerose ville con lo sguardo sul lago, fu costruita alla fine dell’Ottocento ed è nota perchè ospitò la segreteria di Mussolini durante la Repubblica di Salò. A San Faustino, si trova la villa che Mussolini scelse invece come residenza.

Villa Feltrinelli: quando il lusso ha una vista mozzafiato! - Bertoldi Boats

Sosta per la visita con guida a Villa Bettoni, villa settecentesca che si affaccia in posizione dominante sul lago di Garda.

VILLA BETTONI - Residenze d'Epoca

Un giardino monumentale unico in tutta la Lombardia che si abbraccia a una villa che unisce imponenza e grazia ai più alti gradi, il tutto incastonato tra le cime dei monti e le rive del Lago di Garda, in uno dei suoi tratti più belli. È questa la storica abitazione dei conti Bettoni, a Bogliaco, dove tutt’ora risiedono i discendenti della famiglia.

Nel ‘700, quando ormai la fortuna della famiglia si era consolidata, tanto che era capitato loro di ospitare l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo in visita a Limone sul Garda, i sedici fratelli Bettoni, in procinto di ricevere il titolo di Conti dalla casa regnante viennese, decidono di costruirsi una dimora

“potendo noi in quel paese figurare nel primo rango, non ci converrebbe probabilmente di stare altrove nel secondo”“qui in villa possiamo distinguerci con un luogo, che non si troverebbe simile riguardo a tutte le sue qualità unite in tutto lo Stato Veneto, e pochi se ne troverebbero anche in tutta la Lombardia: all’incontro per quanto spendiamo in Città non supereremo mai gli altri: sicché amerei piuttosto singolarizzarmi in villa che restar nel rango di molt’altri in Città.”
come scriveva nel 1753 il conte Carlo al fratello Gian Maria, residente a Genova


La scalinata, affrescata dai fratelli Galliari, conduce al magnifico salone, sempre affrescato dai Galliari, che occupa in altezza tre interi piani della palazzo, e s’apre da una parte verso i monti e dall’altra verso il lago.

Delle molte bellezze di questa villa, che ospita numerose collezioni, tra cui la più notevole è senz’altro una quadreria che costituisce un notevole esempio di pinacoteca privata, possiamo ricordare la sala dedicata al maresciallo Gian Antonio Bettoni (1712-1773), modellata sull’esempio austriaco, con notevoli stucchi di Stanislao Somazzi e affreschi d’argomento marziale opera di Vincenzo Guaranà, figlio del Jacopo artefice del grande ritratto equestre del comandante della cavalleria di Maria Teresa d’Austria che domina l’ambiente.

Al termine della visita proseguiremo per il porto di Tignale e visita di una limonaia ancora in funzione con degustazione di prodotti legati alla coltivazione dei limoni.

Le limonaie

Gargnano è il paese con la tradizione più antica in fatto di limonaie e ne conta parecchie. Queste serre per la coltivazione dei limoni alle quali, per secoli Gargnano ha legato la propria economia ed il proprio volto.

Limonaia Lago di Garda Limone Hotel

Trasferimento a Limone sul Garda per pranzo libero e passeggiate nel bellissimo paesino.

Limone sul Garda ☀️ Lago di Garda

Rientro in hotel per cena e pernottamento

3° giorno: Salò – Roma

Prima colazione in hotel. In mattinata visita ad un frantoio con produzione dell’olio DOP del Garda.

Salò: la guida completa

Spostamento a Salò per visita con guida della cittadina, un ricco scrigno di architettura, arte e storia, sede durante la seconda guerra mondiale della Repubblica Sociale Italiana.
Sul bellissimo Lungolago di Salò, all’altezza dell’imbarcadero, noteremo “Il Palazzo della Magnifica Patria” e “il Palazzo del Podestà” che testimoniano la nobile storia della cittadina situata sul Lago di Garda bresciano.

PALAZZO DEL PODESTÀ DI SALÒ - da sempre la sede del potere
I Palazzi storici oggi ospitano gli uffici comunali, dove nell’atrio si possono ammirare gli affreschi di Angelo Landi e, sotto il portico che collega i due palazzi, antichi stemmi e lapidi commemorative.
Salò è posta su un incantevole golfo ai piedi del Monte S. Bartolomeo (m. 568) ed è la “capitale” dell’Alto Garda bresciano.

Proseguiremo con la visita alle deliziose chiese di Madonna del Rio e il Duomo di Sant’Annunziata. Dedicato all’Annunziata, il Duomo si presenta in stile sobrio con la sua facciata incompiuta in cotto non rivestito. Ma la vera meraviglia ha inizio appena varcato il portone: l’interno è infatti un vero scrigno di tesori che si susseguono dalle tre ampie navate fino al bellissimo presbiterio, dove possiamo ammirare il pregevole crocifisso in legno scolpito da Giovanni Teutonico e l’imponente Ancona di Salò di Pietro Bussolo con le dieci statue inserite nelle nicchie.

Bellissimo - Recensioni su Duomo Santa Maria Annunziata, Salò - Tripadvisor

Proseguendo la nostra passeggiata noteremo che il centro storico, compreso tra Piazza Carmine, la “Fossa”, e il lungolago, è un fitto susseguirsi di strade, vicoli e piazzette con dimore signorili, eleganti negozi, ristoranti e bar con i tavolini all’aperto.

Ci prenderemo del tempo per il pranzo libero e nel primo pomeriggio partenza per il viaggio di ritorno con arrivo a Roma in serata.

Fine dei servizi.

La quota comprende:

  • Bus Gran Turismo con distanziamento sociale e posti contingentati e sanificati
  • Hotel 3/4 stelle in trattamento di mezza pensione e bevande ai pasti
  • Servizio guida per le visite come da programma
  • Degustazione in cantina
  • Ingresso con degustazione ad una limonaia
  • Visita ad un frantoio
  • Ingresso con visita guidata a Villa Bettoni,
  • Auricolari per tutta la durata del tour,
  • Assicurazione medico-bagaglio (incluse spese sanitarie anche per Covid)
  • Polizza contro annullamento e pandemia Zero penali
  • Kit di Viaggio

La quota non comprende:

  • Pranzi,
  • Extra in genere
  • Tutto quanto non espressamente indicato sotto la voce la quota comprende.

La nostra assicurazione copre per eventuale pandemia.

Rispettiamo il DCPM che prevede il distanziamento sociale e obbligo di mascherina nei luoghi comuni e sul bus.
Gruppo dotato di auricolari per garantire ulteriore distanziamento e non perdere le spiegazioni della guida.
Utilizziamo tutti i mezzi e opportunità per fare si che la Vostra vacanza si svolga in totale serenità e sicurezza.
I Viaggi di Giorgio garantisce l’igienizzazione dei propri autobus nel rispetto di tutte le normative anti-Covid 19.
Effettuiamo  la misurazione della temperatura di tutti i passeggeri prima di salire a bordo del bus.
Garantiamo il distanziamento dei posti a sedere come da direttive governative,
I nostri bus sono dotati di prodotti igienizzanti e inoltre vi garantiamo il ricambio di aria grazie a impianti di aerazione costantemente monitorati.
A bordo è obbligatorio indossare le mascherine.
Essendo inclusa la polizza contro ANNULLAMENTO AL VIAGGIO, siete coperti in caso di Vostra rinuncia al tour.




SICILIA INEDITA SEGRETA

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Questo tour si può abbinare a quello della Sicilia di Charme  che inizia giorno 18 maggio 2025.

La Sicilia è la più grande isola dell’Italia e del Mediterraneo, una terra sorprendente ricca di storia e tradizioni, in cui arte e cultura si intrecciano con meravigliose bellezze naturali. Dal mare alla montagna passando per campagne, vulcani e borghi marinari, sono davvero tanti i motivi per visitare la Sicilia. Come ebbe a esclamare Federico di Svevia, re di Sicilia :

Non invidio a Dio il Paradiso, perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia”.

In questo splendido tour toccheremo fra le più importanti città e

sopratutto luoghi ,siti,palazzi,località non visitate dal turismo tradizionale,

che rappresentano il patrimonio culturale e  naturalistico di questa terra ricca di storia, arte e ottimo cibo, tutto nel totale comfort, sicurezza e allegria che solo

I Viaggi DI Giorgio vi può dare!

Esclusivo potrete ammirare la Testa di Ade recentemente riconsegnata all’Italia e La Venere di Morgantina

Un itinerario alla scoperta di una terra dalla storia millenaria, dove convivono testimonianze greche, romane, arabe, normanne e barocche, fino al liberty e al neoclassico.

Le Ville Storiche di Bagheria, le residenze aristocratiche dei “Gattopardi”

Bagheria, la Sicilia di Renato Guttuso e fonte di ispirazione per numerosi artisti tra cui il regista premio Oscar Giuseppe Tornatore, che lì è nato e vissuto per un breve periodo. Un viaggio alla scoperta di uno dei tesori nascosti dell’isola, fuori dalla mete turistiche classiche, ma di enorme importanza visto che si tratta delle più belle ville storiche della Sicilia. Costruite tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘900, veri e prorpi capolavori realizzati da valenti architetti e commissionati dalla nobiltà ed altissima borghesia siciliana dell’epoca, personaggi diventati celebri ai racconti pubblicati nel libro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa “Il Gattopardo” diventato un film di successo nel 1963 diretto da Luchino Visconti ed interpretato da Claudia Cardinale e Burt Lancaster.

Un triangolo di colori, sapori e odori: la Sicilia e la sua sicilianità - Sicilia Network

1° GIORNO: Roma o altre città ,Palermo

Ritrovo partecipanti in aereporto e operazioni volo diretto a Palermo. Arrivo a Palermo in prima mattinata dove un pullman ci attenderà e ci avvieremo per il primo giorno del nostro tour.

Inizieremo con il visitare il Palazzo dei Normanni, uno dei monumenti più visitati, che spesso viene anche chiamato Palazzo Reale di Palermo.

Il palazzo dei Normanni, che troveremo in Piazza Indipendenza, è la perfetta rappresentazione del mix culturale di Palermo. Costruito per ospitare gli emiri Arabi, fu in seguito occupato dai Normanni che lo espansero, e successivamente dagli spagnoli. Al giorno d’oggi, è la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.

Il suo stile architettonico è cosmopolita e conserva le tracce delle diverse culture che lo hanno abitato. Degli interni del palazzo, ciò che colpisce di più, sono stati i suoi cortili, i giardini e la Sala di Re Ruggero. I mosaici che riportano le scene di caccia sono davvero incredibili!

Ma il gioiello del palazzo dei Normanni è la cappella Palatina, un capolavoro in stile Arabo-Normanno-Bizantino. La cappella fu commissionata da Re Ruggero II per ospitare le messe della famiglia reale.

La Cappella Palatina di Palermo, dove "gli angeli cantano"

La cosa più incredibile presente all’interno della cappella Palatina sono gli incredibili mosaici d’oro, che decorano sia le pareti che il soffitto. In alcuni di essi vi sono rappresentate anche delle figure umane, cosa non molto comune per l’epoca.

È la più bella cappella bizantina di Palermo ed è considerata da molti la chiesa più bella di tutta la Sicilia.

Dopo il palazzo dei Normanni, visiteremo San Giovanni degli Eremiti, una chiesa medievale Normanna.

Famosa e facilmente riconoscibile dall’esterno grazie alle sue cupole dal colore rosso intenso, anche il suo interno merita una visita. Il chiostro ed i suoi giardini sono davvero splendidi, e rappresenta il luogo perfetto nel quale riposarsi dal trambusto della vita cittadina.

La chiesa, di per sé, è molto semplice, grazie al suo sapiente mix tra stile Musulmano e Normanno.

Proseguendo la nostra passeggiata non lontana dal Palazzo dei Normanni, risaliremo per Via Vittorio Emanuele e troveremo il 2° Monumento di Palermo da non perdere: la Cattedrale di Palermo.

Cattedrale di Palermo: orari e informazioni utili per la visita - Sicilia.info

Dall’esterno, la cattedrale è semplicemente spettacolare. Rimarrete particolarmente colpiti da quest’enorme architettura unica nel suo genere, un vero miscuglio di stili, con un aspetto esteriore decisamente più bello rispetto a quello di Palazzo dei Normanni!

Visiteremo la cripta e le tombe di re e regine, tra cui anche la tomba di Re Ruggero II. Qui è presente anche il tesoro della cattedrale, una collezione di gioielli reali provenienti dal 12° secolo.

Prenderemo del tempo per il pranzo, deliziando i nostri palati con del cibo tipico siciliano e per riposarci un po’ prima di continuare il nostro tour.

Passeggiando per il centro ci ritroveremo dunque Piazza dei 4 Canti, ci fermeremo per ammirare queste 4 facciate perfettamente simmetriche. Sono tutte state costruite seguendo lo stesso modello: alla base, è presente una fontana che rappresenta le stagioni; al primo livello sono presenti le statue dei re di Palermo mentre all’ultimo livello, vi sono riportate le rappresentazioni dei 4 santi patroni di Palermo.

Dai Quattro Canti, proseguiremo fino a giungere direttamente al Teatro Massimo Vittorio Emanuele, un altro luogo di interesse di Palermo.

Il Teatro Massimo di Palermo, inaugurato nel 1897, è il più grande teatro d’opera d’Italia ed il terzo più grande d’Europa. È preceduto solamente dai teatri d’opera di Parigi e di Vienna! Le sue immense dimensioni, all’epoca, sono state oggetto di controversie dato che le persone si chiedevano se Palermo avesse veramente bisogno di una simile opera .

Il Massimo di Palermo, il teatro più grande d'Italia :ilSicilia.it

Questo si trasformò velocemente in uno dei teatri più famosi d’Italia, grazie alla qualità delle rappresentazioni teatrali e delle opere che qui hanno luogo.

Chiuso nel 1974, è stato riaperto solamente nel 1997 dopo 23 anni di lavori accompagnati da scandali politici ed episodi di corruzione. Oggi, il teatro continua ad ospitare opere di livello mondiale.

Prima del rientro ci fermeremo per gustare una famosa granita o un gelato e goderci questo splendido panorama palermitano.

Rientro in hotel per cena e pernottamento.

2° GIORNO: Palermo-Monreale – Palermo

Dopo la prima colazione, visita del mercato di Ballaro’.

Mercati storici di Palermo - Ciuri ri puisia - Ciuri ri puisia

In questo coloratissimo mercato, potrete trovare i migliori prodotti di tutta la Sicilia, compresi frutta, verdura, formaggio e naturalmente pesce, e tutto questo viene offerto a dei prezzi imbattibili, il tutto contornato da uno scenario di palazzi e viuzze davvero tipiche del centro di Palermo. Per non dimenticare la cordialità e la disponibilità dei commercianti, che si prodigheranno nel farvi assaggiare le loro specialità.

Si prosegue con la visita di alcuni tra i palazzi nobiliari più belli e importanti di Palermo, che non vengono mai inclusi negli itinerari classici.

Inizieremo con il Palazzo Gangi: Questo sontuoso palazzo è ben noto per essere stato il luogo presso il quale è stato girato il film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti.
Grandeggia in tutta la sua imponenza il fronte principale di Palazzo Valguarnera Gangi, che per la grande magnificenza dei suoi ambienti, per l’integrale conservazione degli arredi interni, e per il suo impianto straordinariamente grandioso, si può considerare uno dei palazzi più rappresentativi del tardo barocco palermitano.

Riapre ai visitatori Palazzo Valguarnera Gangi dove fu girato il ballo de Il Gattopardo -

La storia documentata del palazzo inizia verso la metà del XVIII sec. , quando il principe Pietro Valguarnera esponente di uno dei casati più prestigiosi dell’ aristocrazia siciliana, di origine spagnola, decide, per la gloria e la grandezza della sua famiglia, di ampliare e riconfigurare in forme auliche, il proprio palazzo nel piano della Misericordia, anticamente chiamato piano della Guzzetta.

Per la realizzazione della sua dimora, il principe si rivolse ad artisti di chiara fama, tra cui un giovane e geniale architetto trapanese Andrea Gigante.
Un portale con due colonne in pietra grigia e con stemma della famiglia Mantegna principi di Gangi, introduce alla magnifica corte porticata, tra le più belle dei palazzi palermitani, da qui ha inizio l’originale scalone d’ingresso a più rampe, che porta al grande vestibolo che ha proporzioni di un vero salone, qui la ricchezza delle decorazioni, la raffinata bellezza degli ornati, e la policromia dei marmi anticipano l’esuberanza delle sale seguenti.

Varcando la sala d’ingresso si apre la spettacolare ENFILADE di saloni dove si rimane ammirati dallo sfarzo dei preziosi arredamenti, dalla ricercatezza e dall’estrosità dei decori, dai mobili, dalle tappezzerie ricamate e dal ragguardevole numero di oggetti, cristallerie e porcellane ( vera passione dell’aristocrazia ) cosi raffinate e rare.
Oggi il palazzo appartiene ai principi Vanni Mantegna di San Vincenzo, subentrati nella proprietà del palazzo per trasmissione ereditaria nel 1995.

Successivamente ci appresteremo a visitare il Palazzo Conte Federico: Si pensa che questo palazzo sia stato la sede della Corte dell’Inquisizione per oltre 150 anni.

Tour e biglietti Palazzo Conte Federico (Palermo) | Tripadvisor

La parte più antica del palazzo è una torre arabo-normanna del XII secolo.
Denominata “Torre di Scrigno”, era posta sopra le mura a difesa della città e ne costituiva anche l’accesso con la porta di Busuemi che lambiva uno dei bracci di mare che allora si inserivano nella città.
Oggi nella torre è possibile ammirare due bellissime finestre: una bifora normanna ed una finestra aragonese dove troviamo gli stemmi autentici della Città di Palermo, degli Svevi e degli Aragonesi che la governarono.

Palazzo Conte Federico - TERRADAMARE | Cooperativa Turistica. Palermo

Dal cortile interno, finemente decorato in pietra ad intaglio ad opera del grande architetto barocco Venanzio Marvuglia, ed attraverso la grande scala in marmo rosso si accede al piano nobile con i suoi numerosi saloni che rispecchiano le varie epoche attraverso le quali è passata la storia di questo palazzo.

Proseguiremo il tour dei palazzi nobili, con il Palazzo Ajutamicristo. Il Palazzo prende il nome da Guglielmo Ajutamicristo, barone di Misilmeri e di Calatafimi, che l’aveva fatto costruire per la sua famiglia tra il 1495 ed il 1501. Nei vari saloni, arredati con mobili originali e quadri di insigni artisti dell’epoca, si possono ammirare i soffitti lignei dipinti del XVII secolo, gli affreschi settecenteschi del Vito D’Anna e del Gaspare Serenario e le varie collezioni di armi e di ceramiche antiche.

Lo storico palazzo fu in quel tempo la dimora prediletta di ospiti illustri. La dimora, il cui impianto è tardo-quattrocentesco, è stata nei secoli ampliata e modificata.

Importanti lavori di restauro conservativo sono stati eseguiti in tutta la superficie del Palazzo. Di particolare interesse è la sala da ballo dal soffitto affrescato da Giuseppe Crestadoro, raffigurante “La Gloria del Principe Virtuoso“, la cui superficie, di 200 mq, si affaccia sulla terrazza fiorita.
Il Palazzo Ajutamicristo è Monumento Nazionale e fa parte dell’Associazione Dimore Storiche Italiane.

La storia - Palazzo Ajutamicristo
Per mantenere viva la tradizione del Palazzo, che già ha accolto fra le sue mura illustri personaggi, e che a tutt’oggi è sede di importanti eventi nazionali ed internazionali, l’accoglienza è curata personalmente dai proprietari.

Casa Museo del Palazzo Ajutamicristo - Sicilia in Rete
Il loggiato quattrocentesco e la terrazza fiorita denominata “Cortile del Petrosino“, che si affacciano su due grandiosi cortili ricchi di palme esotiche oleandri e banani.

Tempo libero per un pranzo veloce, e trasferimento a Monreale.

Visiteremo la grandiosa Cattedrale di Monreale.

Questa attrazione da non perdere si trova a 40 minuti in auto dal centro di Palermo  è classificata come patrimonio mondiale dell’UNESCO, rappresenta un capolavoro di architettura, specialmente il suo interno.

Duomo di Monreale: Cattedrale di Santa Maria Nuova | Il Viaggio in Sicilia

Questa chiesa in stile Normanno-Bizantino possedeva 2 torri. Dopo essere stata colpita da un fulmine, adesso ne rimane solamente 1 e mezza.

Appena metterete piede al suo interno, ne rimarrete estasiati! È ricoperta da oltre 6.500 metri quadrati di mosaici d’oro, raffiguranti scene del Nuovo e dell’Antico Testamento. Davvero incredibile!

Accanto alla cattedrale, potrete anche ammirare il chiostro. È davvero bello e ogni colonna ha una sua decorazione unica.

Duomo di Monreale - Chiesa - Duomo

Al termine rientro in hotel per cena e pernottamento.

3° GIORNO: Palermo-Bagheria-Portella della Ginestra- Palermo

Dopo la prima colazione, partenza in direzione di Portella della Ginestra ,zona Piana degli Albanesi

La Piana degli Albanesi è uno dei posti più caratteristici che vi capiterà mai di visitare. In questo luogo, si parla addirittura uno dei molteplici dialetti albanesi. Dista un po’ da Palermo: si trova a 720 metri sopra il livello del mare.

La sua storia si fa risalire al XV secolo. La Sicilia è stata attraversata per migliaia di anni da una miriade di popoli variegata. Arabi, normanni, albanesi… quest’ultimi in particolare si sono insidiati in questo punto della Sicilia. Nel corso degli anni, si sono tramandate determinati usi e costumi che non si trovano in altre parti della Sicilia. È una località davvero particolare, che merita una visita.

Arrivo a Portella della Ginestra e incontro con mediatore culturale dell’Associazione Libera(Addio Pizzo) ,il G(i)usto di Viaggiare .

Infatti spesso chi viene in Sicilia, viene solo “sfiorato” dal tema mafia, mentre con questa visita intendiamo portare al centro di questo tour, un fenomeno  noto in tutto il mondo e che associazioni come Libera, cercano di contrastare, e quindi con la Vostra presenza, darete un contributo alla diffusione di questa iniziativa.

  • Svolgimento del percorso nell’Alto Belice Corleonese, visita dei terreni e delle strutture confiscate gestite dalle cooperative di “Libera Terra”.
    Approfondimento sulla storia della mafia e dell’antimafia, con particolare riferimento al territorio, ai temi dei beni confiscati, alle leggi e alle attività delle cooperative.
  • Visita della cantina Centopassi.
    La Cantina nasce su un bene confiscato. La visita è un’opportunità per conoscere da vicino la realtà del riuso sociale dei beni confiscati alle mafie, come avviene la produzione del vino, quale approccio in tal senso hanno deciso di attuare le cooperative di Libera Terra e, per ragionare sui valori della cooperazione, dell’economia virtuosa delle imprese che operano correttamente nel rispetto sociale e del lavoro. 
  • Visita del Memoriale di Portella della Ginestra
    dove il 1° maggio 1947 avvenne la prima strage di Stato italiana per mano mafiosa.
  • Trasferimento presso un’azienda agrituristica Libera Terra
    dove sarà possibile assaporare taluni dei prodotti Libera Terra insieme a piatti tipici del territorio, all’interno di una cornice di bellezza straordinaria. 

Il 1° maggio e la strage di Portella della Ginestra tra ricordo e i diritti dei nuovi lavoratori - Giornale di Sicilia

Al termine si prosegue con le Ville di Bagheria.

Bagheria è la città delle ville. Ne possiede una ventina, barocche, neoclassiche e gotiche. Molte le bellezze legate a questi edifici e anche i misteri più inquietanti.

Bagheria: A Palazzo Butera la Festa del Volontariato

Per capire a pieno l’itinerario delle splendide ville di Bagheria, provincia di Palermo, bisogna ripercorrere la storia di questa località già nota agli Arabi come “zona che discende al mare” (bahàyaria). Sicuramente era sede di una fortificazione antica, che nel 1134 – in piena era Normanna – veniva chiamata Bacarìa. Era però anche in una pregevole posizione sul mare, elevata ma non troppo, panoramica quanto basta. Ottima per chi voleva dimenticare la città, i suoi problemi, e cercare quiete, sole e aria salubre. Il primo a trovare interessante questo luogo come residenza estiva fu il principe Giuseppe Branciforti che fece edificare qui il suo palazzo. Era il 1658 e da allora altri imitarono la sua trovata geniale. La città di Bagheria, sorse proprio intorno a queste ville signorili che davano lavoro a servi, artigiani, pescatori e dunque favorirono gli insediamenti.

Bagheria, gioiello Barocco della costa siciliana | SiViaggia

Famosa per la scalinata di accesso e per il portale principale con una fastosa decorazione barocca in stucco e pietra, questa villa è la più antica e anche la più ricca di statue incredibili. Sono statue a grandezza umana che ricordano monaci, servi, signori che vissero qui e che decorano … o infestano? … le stanze spettacolari del suo interno. Fino a metà del XX secolo, nella dependance neoclassica di Villa  Palagonia, detta “Villa dei mostri”.

Le Ville di Bagheria da visitare durante un viaggio in Sicilia | Club Med

Si prosegue andando a conoscere Villa Cattolica, dove oggi ha sede il Museo Guttuso. Edificata nel 1736 dal principe di Cattolica Eraclea, da cui il nome, divenne salone espositivo permanente delle opere di Renato Guttuso dal 1973 in poi. Al piano terra invece sono ospitate botteghe, negozi di souvenir artigianali e anche un piccolo laboratorio di teatro.

File:Villa Ramacca 02.jpg - Wikivoyage, guida turistica di viaggio

Molto bella è anche Villa Ramacca, costruita a metà secolo XVIII dai principi Gravina di Rammacca proprio alle falde della montagna che sovrasta Bagheria. Splendidi i suoi fregi in tufo, il parco esotico tutto intorno, il salone che accoglie i turisti all’ingresso. La doppia scalinata di accesso è stata usata come set per scene di diversi film, tra i quali “Johnny Stecchino” di Benigni.

Rientro in hotel e cena e pernottamento.

4° GIORNO: Palermo –  Aidone -Randazzo- Parco dei Nebrodi

Dopo la prima colazione faremo il check-out e saliremo in pullman ci dirigeremo, dunque, ad Aidone, a pochi km di distanza. Secondo alcuni studiosi, Aidone fu fondata alla fine dell’XI secolo dai Normanni, durante la conquista della Sicilia e la cacciata degli arabi; ma è molto più probabile che i Normanni si siano limitati a rifondare e ripopolare un borgo già esistente strappato ai Saraceni. I fratelli Altavilla, che guidarono la conquista, condussero a ripopolarlo i lombardi, che avevano contribuito all’impresa e che in buona parte provenivano dal Monferrato.

Ci prenderemo del tempo per il nostro pranzo in un ristorante tipico, per dirigerci subito dopo al Museo Archeologico di Aidone.

Il Museo, ubicato nel seicentesco convento dei Padri Cappuccini con annessa la chiesa dedicata a San Francesco, illustra la storia del sito archeologico di Morgantina, dall’età del bronzo all’età romano-repubblicana, i cui scavi furono effettuati a partire dagli anni ’50. Le collezioni, esposte in undici sale secondo criteri cronologici e tematici, constano di ceramiche, argenti, acroliti delle dee, elementi architettonici e termali di Morgantina. Tra i reperti più significativi troviamo la Venere di Morgantina, ovvero una statua di scuola fidiaca in calcare con tecnica acrolitica, in cui si ravviserebbe la dea Demetra.

Inoltre potrete ammirare un reperto appena restituito all’Italia: “La Testa di Ade” detta anche Barbablù, tornata in Italia. Il John Paul Getty Museum di Malibu ha restituito l’opera dallo straordinario valore artistico alla presenza del Console Generale d’Italia a Los Angeles, Antonio Verde, e delle Autorità giudiziarie e di polizia italiane.

Il museo ospita reperti provenienti da Morgantinae dal colle di Cittadella (sito su cui fu originariamente fondata Morgantina intorno al 1000 a.C.) ove si trovano anche i resti di un villaggio preistorico dell’Età del bronzo (1800 a.C.).

Museo Archeologico di Aidone: AGGIORNATO 2021 - tutto quello che c'è da sapere - Tripadvisor

S prosegue per Randazzo

Al termine di questa giornata ci dirigeremo sui Monti Nebrodi, dove ci attenderà il nostro Agriturismo direttamente immerso nel parco omonimo per la cena e il pernottamento.

Naturalmentesicilia - Parco dei Nebrodi

5° GIORNO: Parco dei Nebrodi – Tindari – Santo Stefano di Camastra-Tusa

Dopo la prima colazione, lasciamo il nostro agriturismo completamente immerso nella natura del  Parco, che è un’area naturale protetta istituita il 4 agosto 1993, con i suoi quasi 86000 ettari di superficie è la più grande area naturale protetta della Sicilia. Ci dirigeremo a Tindari.

Amena località nel golfo di Patti situata all’interno dell’omonimo comune in provincia di Messina. Fondata nel 396 a.c. da mercenari siracusani della guerra contro Cartagine per volere di Dionisio di Siracusa, l’antica città di Tindari deve il suo nome a Tindaro re di Sparta.

Base navale prima dei cartaginesi, poi dei romani, conquistata dai bizantini e distrutta dagli arabi, è nota per un’epica battaglia navale – la battaglia di Tindari – e per le parole che le dedicò Cicerone nelle Verrine, ma soprattutto per la presenza di una Madonna Nera ancora venerata presso il santuario che ne occupa l’antica acropoli.

I resti dell’antica città di Tindari sono relativamente ben conservati. L’impianto urbanistico a scacchiera tipico delle città romane evidente nell’isolato (le insulae erano i condominì romani) riportato alla luce fra due antichi decumani e la possente cinta muraria in opera quadrata sono assai suggestivi, ma a stupirci sarà il suo Teatro Greco. Risalente alla fine del IV secolo e ristrutturato in epoca romana è una meraviglia dell’ingegneria acustica e ospita da oltre sessant’anni festival di musica, danza e teatro. Addossato al fianco di un promontorio guarda verso il mare ed ha un diametro di oltre 60 metri.

Proseguiremo dunque per il santuario della Madonna Nera, attrattiva principale di Tindari che non possiamo perderci di poter ammirare. Al suo interno la scultura in legno di cedro che rappresenta la Vergine con bambino, sarebbe giunta a Tindari nel tentativo dei fedeli di sottrarla alla furia iconoclasta dell’VIII secolo. Secondo la leggenda fu abbandonata dai marinai di una nave approdata sotto il promontorio di Tindari per poter ripartire senza contrastare la volontà divina che avrebbe impedito al natante di salpare di nuovo.

Affacciandoci e ammirando il panorama noteremo che sotto il promontorio si estende la Laguna di Oliveri, detta anche di Tindari, un braccio di mare di eccezionale bellezza oggi riserva naturalistica per la presenza contemporanea di un caratteristico ambiente salmastro di tipo lacustre con sabbie marine, e meta dei turisti che si recano alla spiaggia di Marinello, anch’essa oggetto di una leggenda secondo cui si sarebbe formata in seguito alla caduta di una bambina – ritrovata illesa – dal promontorio del santuario.

Sulla costa settentrionale della Sicilia, a metà strada tra Palermo e Messina, e lungo la strada statale che collega le due città capoluogo, sorge Santo Stefano di Camastra, conosciuta da tutti come “La città della ceramica“. Un titolo che gli è stato attribuito non certo per caso, perché qui la ceramica non è soltanto l’attività principale della città, ma quella che la rappresenta in tutto e per tutto.

Santo Stefano di Camastra e la tradizione della ceramica - Io Amo La Sicilia

Fino al 1682 la città di Santo Stefano sorgeva in una zona più collinare e la popolazione viveva di agricoltura e pastorizia. Ma a causa delle forti piogge e di una rovinosa frana, la città venne fortemente danneggiata ed il nuovo centro abitato fu ricostruito più a valle, vicino la costa. Qui gli abitanti trovarono l’argilla, materiale che fu essenziale per la costruzione delle nuove abitazioni. Ben presto cominciarono a sorgere le prime botteghe artigianali che realizzavano oggetti di utilizzo quotidiano e pratico.

Ma il vero e proprio boom della ceramica ha inizio dalla seconda metà del ‘900, quando iniziarono a circolare le prime automobili. L’autostrada ancora non c’era (è stata ufficialmente inaugurata nel 2004) e per andare da Palermo a Messina occorreva per forza di cose attraversare Santo Stefano. Gli automobilisti incuriositi si fermavano ad ammirare i numerosi oggetti e ben presto si sparse la voce.

Passeggiare lungo le vie del centro ed ammirare le numerose botteghe e gli altrettanto numerosi negozi, vale già da solo il viaggio. Qui si attraversano secoli di storia della ceramica siciliana con moltissimi oggetti che fanno parte della nostra tradizione ma anche con oggetti più modern.

Visita al  Museo della Ceramica di S.Stefano di Camastra, ubicato all’interno di Palazzo Trabia. All’interno delle sue sale, suddivise per aree tematiche, scopriamo le ceramiche tradizionali stefanesi, quelle provenienti da altre città, e quelle più contemporanee e moderne. Affacciatevi  dall’ampio terrazzo panoramico e godete della splendida vista sulle isole Eolie: una vera e propria ciliegina sulla torta.

Durante questa visita a Santo Stefano ,se avremo ancora tempo e voglia, visiteremo un altro luogo molto suggestivo e che arricchisce il valore artistico della città: il Cimitero Vecchio. Si trova  nella parte più collinare della città, immerso nella natura. Ci sono circa 90 tombe, venne utilizzato per un periodo piuttosto breve e la particolarità che lo rende davvero unico sono le numerose decorazioni in ceramica che caratterizzano ogni tomba. Anche se molte di esse sono state danneggiate nel corso del tempo, questo nulla toglie al fascino di questo luogo.

Trasferimento a Castel di Tusa, località sul mar Tirreno, piccolo gioiello della costa e rinomata per aver ottenuto per anni di seguito la bandiera blu per le sue spiagge.
Arriveremo dunque al nostro hotel, unico nel suo genere.

L’albergo è situato in un territorio ricco di cultura e di tradizioni popolari. Inserito in uno scenario di rara bellezza, nella magnifica cornice di una natura incontaminata e magnetica, fra un mare cristallino e i monti dei Nebrodi.

Cena e pernottamento.

6° GIORNO: Tusa – Cefalù – Roma

Dopo il check-out e la prima colazione partiremo alla volta di Cefalù.

Dislocato ai piedi di un promontorio roccioso, in provincia di Palermo, sorge uno dei borghi più belli d’Italia, il Comune di Cefalù. La cittadina, sviluppatasi attorno al Duomo di Cefalù, voluto da Ruggero II, ha conservato con il passare dei secoli il suo antico aspetto, con le sue strade strette del centro storico, tipicamente medioevali. I palazzi che arricchiscono la città sono costituiti da decorazioni architettoniche e le numerose chiese presenti manifestano tutta l’importanza della sede vescovile. Particolarmente caratteristico è il borgo marinaro, con le case antiche fronteggianti il mare.

Inizieremo visitando per l’appunto il Duomo che nel 2015 è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco. e venne edificata per volere di Ruggero II d’Altavilla, re di Sicilia, Puglia e Calabria, nell’anno del Signore 1131.

Duomo di Cefalù - Sicilia360map
Vuole la tradizione che questo re, in viaggio per nave da Salerno a Palermo, imbattutosi in una tempesta, fece voto al Signore di erigere una chiesa nel luogo in cui avesse preso terra sano e salvo insieme al suo equipaggio. Approdato a Cefalù, fece costruire qui il tempio promesso a gloria del SS. Salvatore e dei Santi Pietro e Paolo.
Nel presbiterio erano collocati un tempo il trono regale a sinistra guardando il Pantocratore e il seggio episcopale a destra, posti l’uno di fronte all’altro. Di questi particolari seggi rimangono soltanto due lastre decorate con mosaico, con le scritte: sedes regia e sedes episcopalis.

Proseguiremo la nostra passeggiata per il centro storico della cittadina ove c’è una cinta muraria megalitica, risalente al V secolo a.C., che si conserva ancora oggi in gran parte. Particolarmente romantico un bacio sotto la Porta Marina, un arco con vista mare, l’ultima rimasta delle 4 porte originali.

Estremamente affascinante è anche il tempio di Diana, un santuario realizzato in un edificio megalitico, sovrastato da lastre di pietra dolmen ospitanti una cisterna risalente al IX secolo a.C.

Percorrendo via Vittorio Emanuele è possibile soffermarsi al Lavatoio medioevale, davanti al rinascimentale Palazzo Martino.

Al termine delle visite trasferimento all’aeroporto di Palermo e volo di rientro a Roma o altre citta’.

LA QUOTA COMPRENDE:

  • Volo a/r per Palermo in classe economica con franchigia bagaglio di kg. 20
  • Trasferimenti con pulmann G.T. come da programma
  • Sistemazione in hotel 4**** con pernottamento, prima colazione e cena
  • Pasti come da programma
  • Visite come da proghramma
  • Assicurazione medico bagaglio annullamento
  • Kit viaggio

LA QUOTA NON COMPRENDE:

  • Tasse aeroportuali circa € 100,00 soggette a riconferma
  • Pasti extra
  • Bevande ai pasti
  • Mance ed extra in genere
  • Tutto quanto non espressamente indicato ne LA QUOTA COMPRENDE

 




POMPEI NUOVE SCOPERTE-MOSTRA GLADIATORI E NAPOLI MAI VISTA – PASSEGGIATA REALE

Pompei continua a stupire con le sue scoperte e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno”.

“Si tratta di una scoperta di grande valore scientifico. Un plauso e un ringraziamento al Parco Archeologico di Pompei, alla Procura di Torre Annunziata e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale per la collaborazione che ha scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e illecitamente immessi sul mercato”.

Pompei continua a nascondere tesori che vengono alla luce e ci permettono di conoscere ancor di più la civiltà romana che la abitava.
Oltre le meraviglie affiorate fino ad oggi, è recente una  nuova straordinaria scoperta: nei nuovi scavi ripresi all’interno del progetto di manutenzione e restauro della Regio V, riaffiora un Termopolio perfettamente conservato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali. Ma a stupire è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce di alimenti che venivano venduti in strada.

 

                   Visita alla Mostra sui Gladiatori al Museo Archeologico di Napoli

“Gladiatori” sarà visibile dalla riapertura del MANN sino ad aprile 2022.
Cuore dell’allestimento sono centosessanta reperti che, nel Salone della Meridiana, risultano suggestivi tasselli di un affascinante viaggio di ricerca in sei sezioni: 1) Dal funerale degli eroi al duello per i defunti; 2) Le armi dei Gladiatori; 3) Dalla caccia mitica alle venationes; 4) Vita da Gladiatori; 5) Gli Anfiteatri della Campania; 6) I Gladiatori “da per tutto”. Parte integrante dell’itinerario è la “settima sezione” tecnologica che, intitolata significativamente “Gladiatorimania” e concentrata nel Braccio Nuovo del Museo, costituisce un vero e proprio strumento didattico e divulgativo per rendere accessibili a tutti, adulti e ragazzi, i diversi temi della mostra.

Nuova scoperta a Pompei: riaffiora intatto il Termopolio della Regio V

Visita esclusiva inedita al  Museo dell’Acqua della Pietrasanta.

Una esclusiva visita guidata serale nel percorso sotterraneo della Basilica della Pietrasanta a Napoli, alla scoperta del Museo dell’Acqua, itinerario che racconta le vie dell’acqua, dal Serino al decumano sommerso.

 

Riapre la Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte, ridecorata da Santiago Calatrava

NAPOLI 6 luglio 2021 – E’ stata inaugurata, martedì 6 luglio, la chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte, costruita nel 1745 dall’architetto e scenografo Ferdinando Sanfelice per volere del Re di Napoli Carlo di Borbone, oggi ornata con le opere dell’architetto Santiago Calatrava. La chiesa riapre al pubblico dopo 50 anni. 

L’intervento di Calatrava va a completare la mostra “Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli”,, a cura del direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger, e Robertina Calatrava, ospitata al Museo e Real Bosco di Capodimonte. La rassegna presenta con 400 opere tra sculture, disegni, maquette.

Hanno presenziato all’inaugurazione  l’architetto Santiago Calatrava, il ministro della Cultura Dario Franceschini e il direttore di Capodimonte Sylvain Bellenger. Si è recato nella chiesa, e ha incontrato Calatrava, anche il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. 

“Oggi è una giornata particolare – ha affermato Franceschini – per molto tempo abbiamo dimenticato che la bellezza dell’Italia è il sedimentarsi degli stili gli uni sugli altri. Abbiamo ritenuto per molto tempo che non fosse possibile inserire l’arte contemporanea, qui invece vediamo, e ringraziamo Calatrava per questo dono, un mescolarsi in modo inedito di arte contemporanea e barocco. E’ un esperimento straordinario che dovrà indicarci la strada”.

“La luce di Napoli – ha sottolineato Calatrava – è una luce millenaria che continua a brillare e prende corpo in queste maestranze, artisti e persone capaci di fare della porcellana un miracolo. Ho grande rispetto per il lavoro dell’architetto Sanfelice e ho compreso la sfida: dare risposte armoniose che complementino quest’opera straordinaria che possiamo riportare a una vita che sia comprensibile nel nostro tempo”.

                                                   PASSEGGIATA REALE 

                          Albori e Fasti del Miglio d’Oro Ercolanense

Ci tufferemo in un’esperienza unica nel suo genere, che ci porterà a vivere i tempi che furono in prima persona,con attori,musicisti e cantanti,il tutto narrato dall’antropologo Giovanni d’Angelo.

                         Un virtuale viaggio nel tempo alla scoperta della storia.

Il tutto dormendo in hotel 4 stelle sul lungomare di Castellamare di Stabia,c alcune camere tutte vista mare frontale (per i primi fortunati che prenoteranno per tempo sino ad esaurimento,dopo camere vista mare laterale).

Tutte le camere del Miramare Smart Hotel godono di vista sul mare,sul golfo di Napoli,Capri,Costiera Sorrentina e Ischia sulla sinistra, sono spaziose ed arredate con un personalissimo stile minimal-vintage caratterizzato da forme e trame naturali, rifiniture in legno bianco e sentori di colore blu e ciano. I dettagli, le incredibili vedute e la calorosa ospitalità italiana sono solo alcune delle qualità che vi faranno innamorare di questo luogo magico.

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Ristorante hotel:

Un’esperienza memorabile da poter inaugurare con uno stuzzicante cocktail accompagnato da una vasta gamma di gustosi tapas pensati appositamente in abbinamento dal nostro Chef.
Una ricerca sensoriale che spazia dal campo del gusto alla melodia delle onde che si infrangono sul bagnasciuga, ammirando il Mar Tirreno che si estende a perdita d’occhio.

 

IN AEREO,BUS E TRENO DA TUTTA ITALIA.Ritrovo anche direttamente all’aereoporto o alla stazione di Napoli.

1° GIORNO: Roma -Napoli

MOSTRA GLADIATORE -CHIESA REAL BOSCO CAPODIMONTE-

Ritrovo dei partecipanti in luogo  e orario da confermare e partenza per Napoli,

Ancora un altra “recente scoperta” : la Chiesa di San Gennaro nel Reale Bosco di Capodimonte,  gioiello barocco, riaperta al pubblico dopo oltre 50 anni a giugno 2021.

Costruita nel 1745 dall’architetto e scenografo Ferdinando Sanfelice per volere del Re di Napoli Carlo di Borbone, oggi ornata con le opere dell’architetto Santiago Calatrava. E’ stata riaperta dopo 50 anni di chiusura a giugno 2021 e ristrutturata con l’intervento di Calatrava,che  va a completare la mostra “Santiago Calatrava  Nella luce di Napoli”, e consiste in un’opera globale che rilegge completamente lo spazio della cappella settecentesca, dalle vetrate al soffitto, fino alle nicchie con disegni e installazioni in porcellana ispirate ai valori del Real Bosco di Capodimonte. I manufatti sono stati realizzati sotto la direzione di Calatrava, che ha scelto personalmente le maestranze locali. 

Tempo libero per il pranzo .

Si prosegue con la visita al Museo Archeologico  dove potrete ammirare la bellissima mostra sui Gladiatori.

Paolo Giulierini
Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli:

“Idoli delle folle, brama delle donne, agitatori di storiche ribellioni, i gladiatori già nell’antichità guadagnarono una fama che andò ben oltre l’arena e accomunò tutto l’Impero, anche le sue propaggini nordeuropee. Molti di questi echi hanno nutrito la filmografia hollywoodiana fino al capolavoro di Ridley Scott.
Con l’Antikenmuseum di Basilea abbiamo voluto raccontarne le vicende, attraverso centosessanta opere che descrivono l’arte gladiatoria, che permeava molti aspetti della vita quotidiana dei romani, dalle domus private (mosaici e affreschi interni, graffiti sulle facciate esterne, oggettistica e ornamenti) agli ambienti pubblici.
Stavolta, tuttavia, i gladiatori non sono rappresentati solo come uomini coraggiosi, pronti ad affrontare la morte in ogni scontro, ma anche nella loro dimensione privata, intima, come provano i testi delle iscrizioni funebri.
Oltre che dall’Antikenmuseum di Basilea, dalla Svizzera giungono importanti reperti come il mosaico di Augusta Raurica, che, visibile dopo il restauro, rappresenta scene di combattimenti su una superficie di eccezionale estensione.
Altri importanti prestiti provengono da Pompei, Roma, Paestum, Capua, Ravenna.
La mostra è anche una straordinaria occasione per costruire una superba rete degli anfiteatri campani, italiani ed europei che possa sopravvivere a lungo in armonia con quanto, da tempo, indica la Regione Campania, che promuove itinerari territoriali tematici.
I miei sentiti ringraziamenti vanno in primis ad Andrea Bignasca, a Valeria Sampaolo e a Friedrich-Wilhelm von Hase per aver concepito l’idea ed elaborato il progetto scientifico dell’esposizione.
Agli archeologi Esaù Dozio, Laura Forte e Valentina Cosentino va la mia riconoscenza per la curatela di tutti gli altri aspetti scientifici e organizzativi.
Ad Andrea Mandara e Francesca Pavese per il progetto allestitivo.
Ad Electa per la redazione del catalogo.
“Gladiatori” è la mostra più bella e, per le tristi vicende accadute nel mondo negli ultimi mesi, anche quella più sofferta per il MANN.
Siamo stati feriti, ma ci siamo rialzati.
Lo spettacolo nell’arena può continuare.”

 

Prima di andare in hotel, una visita inedita :

un tour guidato che accompagnerà i visitatori  nel ventre della città di Napoli.

 

Napoli, un ascensore per collegare le Catacombe di San Gennaro con il Rione Sanità - CorrieredelMezzogiorno.it

Nel cuore del centro storico della città, in Via dei Tribunali, all’interno del Complesso della Pietrasanta, prende il via questo percorso, realizzato in collaborazione con ABC Napoli (l’azienda idrica napoletana), che ha restituito l’originaria funzione alle due cisterne più grandi del centro storico di età greco-romana: la Cisterna dei Pozzari e la Sala delle Onde, ulteriormente valorizzate grazie ad un sofisticato impianto illumino-tecnico che, attraverso giochi di luci e colori, enfatizza volte e volumi di questi affascinanti ambienti sotterranei.

Il percorso del Museo dell’Acqua

Una discesa di circa 35 metri conduce i visitatori in questo decumano sommerso attraverso il primo ascensore archeologico per un viaggio lungo 2000 anni.

 

Napoli, un archeo-ascensore per calarsi nelle viscere della Pietrasanta - CorrieredelMezzogiorno.it

Diverse le sale da visitare in questo inedito sottosuolo partenopeo, che conservano tracce archeologiche e testimonianze storiche di vita quotidiana, tra cui la già citata Cisterna dei Pozzari, la Piscina del Principe, la Sala delle Lucerne e la Sala dei Ricoveri. Un suggestivo racconto tra arte antica, storia, leggenda che contribuisce alla narrazione di uno dei luoghi di culto più antichi di Napoli e la millenaria storia della città stessa.

La Piscina del Principe

Protagoniste indiscusse del percorso museale sono oggi le due grandi cisterne, con acqua e ruscellamenti. La più grande delle due, la Sala delle Onde, lunga 20 metri e larga 7, è anche detta Piscina del Principe, in onore del giurista Gaetano Filangieri, Principe d’Arianiello, il cui palazzo omonimo in Via Atri, si trova proprio in corrispondenza di questo ambiente.

A Napoli nasce il Museo dell'Acqua: un 'ascensore archeologico' porta fino a 35 metri sotto terra

Il percorso di visita consente di ammirare un tratto dell’acquedotto greco-romano dell’antica Neapolis, arricchito dalle “saracinesche” dell’ABC: enormi valvole che servivano per regolare i flussi d’acqua lungo le diramazioni idriche, tra cui spicca la piccola “scartellata”, valvola che, grazie alla caratteristica gobbetta, è diventata la mascotte beneaugurale del percorso.

L’area della Basilica della Pietrasanta era originariamente occupata da quello che si presuppone fosse il Tempio della dea Diana, e riserva emozioni straordinarie, offrendo un vero e proprio viaggio nella storia e nelle vicende di Napoli.

Trasferimento in hotel  per cena e pernottamento.

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Hotel Stabia

2° GIORNO: SCAVI POMPEI E NUOVI RITROVAMENTI-MONTE FAITO

Dopo la prima colazione, siamo pronti per immergerci nel favoloso mondo antico di Pompei.

Scavi di Pompei tra storia, archeologia e mito: viaggio alla scoperta del sito archeologico più noto al mondo | Napoli da Vivere

Città di origine Osca, dopo la guerra sociale, Pompei divenne colonia romana col nome di Cornelia Venera Pompeiana. Semidistrutta da un terremoto nel 62 d.C. l’intera città e le sue splendide ville suburbane furono sepolte mentre la ricostruzione era in corso. E fu proprio la grande quantità di materiale vulcanico che la ricoprì in pochi istanti a determinare lo stato di conservazione di edifici, suppellettili e corpi consegnandola ai posteri quasi intatta come in una capsula del tempo. Partendo dalla posizione dei corpi rinvenuti, quelli della “famiglia di Polibio”, del proprietario di una tintoria, di una donna che fuggiva con i suoi gioielli e molti altri, gli studiosi sono stati capaci di ricostruire gli ultimi momenti di vita della popolazione.

I suoi abitanti non sapevano di vivere all’ombra di un vulcano dormiente da oltre 1500 anni e per questo non riuscirono a fuggire in tempo nonostante Plinio il vecchio, ammiraglio della flotta romana cercò di portarli in salvo in seguito all’eruzione.
Ci addentreremo in questo fiorente porto e mercato mediterraneo, attraversando ciò che resta degli edifici civili, disposti lungo strade ben conservate, come la Casa del Chirurgo, quella del Fauno, dei Casti Amanti e per la famosa Villa dei Misteri. Quest’ultima prende il nome dalle pitture murali che raffigurano i riti di iniziazione al culto di Dioniso.

La nostra attenzione sarà sicuramente catturata dai caratteristici graffiti sulle pareti esterne degli edifici, che invece all’interno erano decorati da affreschi di grande gusto e scene di vita quotidiana da cui gli archeologi hanno desunto il carattere mondano della vita che vi svolgeva e testimoniano ancora oggi il lusso e l’amore per l’arte e la bellezza degli antichi romani.
Proseguiremo dunque ammirando il buono stato di conservazione  del foro principale e degli altri edifici pubblici, come il Capitolium, la Basilica, i bagni pubblici, il foro triangolare, i due teatri e le Terme Stabiane.

La città di Pompei raccoglie in se due mondi molto distanti: da un lato ciò che resta di una delle più ricche città dell’impero romano e dall’altro la spiritualità cristiana, testimoniata dai tanti pellegrini in visita al rinomato Santuario dedicato alla Beata Vergine del Rosario di Pompei, testimonianza tangibile della devozione verso la Madonna. Il mondo pagano e quello cristiano convivono a meno di 800 metri di distanza, vicini nello spazio, lontani nei principi e nelle aspirazioni, conseguenti nel tempo.
Arriveremo dunque alla parte più “toccante” di questo tour: la vista dei calchi in gesso, un'”istantanea” dell’agonia a cui gli antichi pompeiani furono sottoposti dai gas roventi provenienti dal Vesuvio.

Scoperta agli Scavi di Pompei, ritrovati due corpi perfettamente conservati

Sosta presso aerea attrezzata all’interno dei sito archeologico per il pranzo al sacco gourmet(incluso), proseguiremo verso la nostra scoperta della città sommersa.
Ci imbatteremo davanti la Villa dei Misteri come la Casa del Fauno fino ad arrivare all’anfiteatro di Pompei. Ognuno di questi reperti meriterà l’ascolto dei racconti della nostra guida che ci spiegherà minuziosamente la loro storia.
Finalmente arriviamo a ciò che ha sconvolto tutti gli appassionati di archeologia : i nuovi ritrovamenti emersi di recente, durante la manutenzione del Regio V: un Termopolio perfettamente conservato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali al suo fianco, con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali.  La cosa che più a stupito è però il ritrovamento nei recipienti del Termopolio, di tracce di alimenti che venivano venduti in strada.

STORIE | Termopolio di Pompei, la tavola calda antica duemila anni

Era infatti abitudine dei pompeiani quella di consumare all’aperto cibi e bevande calde. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana.
Di fronte al Termopolio, nella piazzetta antistante, potremo ammirare una cisterna, una fontana e una torre piezometrica per la distribuzione dell’acqua, dislocate a poca distanza dalla bottega già nota per l’affresco dei gladiatori in combattimento.

Pompei, scoperta straordinaria: un Termopolio con cibo

E trasferimento a Castellammare di Stabia per la salita in funivia al Monte Faito.

La Funivia Faito collega la città di Castellammare di Stabia al Monte Faito da cui appunto prende il nome, raggiungendo in soli 8 minuti i 1100 metri della cima del monte.

È stata aperta per la prima volta nel 1952 e la sua funzione è sempre stata prevalentemente di tipo turistico. Ottima dal punto di vista strategico poiché si trova molto vicino alla linea Napoli-Sorrento della Circumvesuviana.

Arrivare dal mare a 1050 metri in circa otto minuti può forse creare sorpresa, ma lo spettacolo del panorama che, salendo, progressivamente si apre davanti agli occhi man mano che ci si avvicina alla cima del monte Faito, è del tutto straordinario.

Al termine di questa intensa giornata, ritorneremo in hotel per la cena e il pernottamento.

3° GIORNO: Ville Vesuviane Ercolanesi- ROMA

Dopo la prima colazione e il check-out, oggi parteciperemo ad un’esperienza unica:

Un virtuale viaggio nel tempo alla scoperta della storia, dei personaggi, dei fatti e dei fatterelli che hanno dato vita agli albori e ai fasti delle “Ville Vesuviane Ercolanesi”, pluri-sito monumentale chiamato “Miglio d’Oro”.

Tour "il Miglio d'oro" - Vesuvio Made

Una “passeggiata reale” per rievocare i nobili che passeggiavano e festeggiavano nei viali alberati o lo schiamazzo dei popolani quando veniva loro concesso di usufruire delle attrazioni sparse lungo il parco;una passeggiata dove non mancheranno strani incontri con “ipotetici fantasmi” di importanti personaggi vissuti in questi luoghi.

121 Ville Vesuviane del Miglio d'Oro. Splendore e decadenza.
Una “visita drammatizzata” per ricordare l’allora reggente dinastia dei Borbone e gli episodi salienti che hanno segnato la storia e l’aspetto socio-economico-culturale dell’Unità d’Italia sul territorio, senza tralasciare un fatto di “cronaca rosa”: la struggente storia d’amore fra un avvocato del luogo e un’odalisca che portò a un incidente diplomatico fra lo Stato Italiano e l’allora l’Impero Ottomano.

File:Painting of the family of Ferdinando IV (Angelica Kauffmann, 1782).jpg - Wikimedia Commons
Il percorso si concentrerà principalmente sul sito museale di “Villa Campolieto” e nei suggestivi viali del “Parco a mare di Villa Favorita”, con didascalie, canti e pièce teatrali, a volte volutamente irriverenti.

Le drammatizzazioni prevedono l’impiego alternato di:

1 esperto di “Patrie Memorie”

1 chitarrista

1 percussionista di tamburi a sistro

3 cantanti attori.

Al termine, pizza verace con antipastini fritti,una bevande inclusa  e partenza per rientro direzione Roma o altre destinazioni(quindi vi condurremo in aereoporto o in stazione o al porto)

Arrivo e fine dei servizi.

 




Tour dei Balcani dell’Ovest

BALCANI-1

Civiltà antica, risultato dell’intreccio tra le culture greca, bulgara, serba e albanese, esempio di convivenza fra le religioni cristiano ortodossa e islamica, conserva un tesoro dal fascino, il mistero e la bellezza a tratti imbarazzante: monasteri e castelli medievali, bazar turchi, chiese bizantine, moschee ottomane e inesauribili ricchezze archeologiche.

Attorno, un paese verde, una natura viva che dona panorami mozzafiato. Oltre il 7% del territorio macedone è protetto e tutelato. I numeri parlano chiaro: 3 parchi nazionali, 4 riserve naturali integrali, 3 paesaggi protetti e 33 aree dichiarate “monumenti naturali”.

Lontana dalle mete tradizionali del turismo di massa, il paese mantiene una piacevole genuinità ormai estinta in buona parte della vecchia Europa.

Questo è il viaggio per chi vuole andare alla scoperta dei Balcani occidentali. Per chi non vuole perdersi queste meraviglie ancora poco conosciute dal turismo, in un itinerario di 8 giorni che toccherà Macedonia , Kossovo, Montenegro e Croazia. Completo e ricco come solo I Viaggi di Giorgio sa fare!

In macchina nei Balcani: i percorsi da non perdere - Lonely Planet

 1° Giorno:  ITALIA – Tirana- Ohrid

Ritrovo dei partecipanti in aeroporto di Fiumicino, disbrigo delle pratiche di imbarco e volo di linea diretto per Tirana.

Arrivo e trasferimento in pullman al centro di Tirana per visitarla.

Purtroppo famosa per i tristi avvenimenti storici, i più recenti risalgono addirittura agli anni Novanta, l’Albania ancora oggi è testimone di quegli anni bui, anche se sorprende la capacità dimostrata dal suo popolo di ripartire e rinnovarsi. Tirana, la capitale del Paese, è proprio il simbolo di una rinascita e, a differenza di quello che tanti credono, non è solo ricca di attrazioni turistiche, ma offre al visitatore anche quartieri con ristoranti alla moda e locali per divertirsi. Città molto vivace, giovane e colorata è la prima tappa del nostro tour. Arrivati la prima cosa che vedremo è Piazza Scanderberg

piazza skanderbeg monument

Dominata dalla grande statua dedicata all’eroe albanese Scanderbeg che sconfisse gli Ottomani, questa piazza per molti anni è stata palcoscenico del regime comunista. Prima che venisse abbattuto dalla folla nel 1991, al suo fianco era presente anche il monumento dedicato al dittatore Enver Hoxha.

Sulla piazza affacciano anche alcuni palazzi istituzionali, come quello del municipio e di alcuni ministeri, le cui facciate sono dipinte con i colori ocra e bordeaux. Nella parte più alta c’è una fontana e l’acqua scivolando lungo i piani fa brillare i colori della pavimentazione in pietra. Nella parte orientale, invece, sorge il minareto di una delle moschee più antiche della città, ritenuta uno dei più importanti monumenti culturali, il che le ha risparmiato la distruzione ad opera del regime comunista alla fine degli anni Sessanta.

Qui prenderemo del tempo per un pranzo libero prima di proseguire per la Torre dell’Orologio poco distante dalla piazza.

albania torre dell orologio tempo 1

Considerata uno dei principali simboli della città, la Torre dell’Orologio, conosciuta anche come Kulla e Sahatit e visibile da quasi ovunque. La sua costruzione iniziata nel 1821 è terminata grazie all’aiuto economico offerto dalle famiglie più facoltose di Tirana. Fa parte infatti della tradizione musulmana l’usanza che prevede che le famiglie più ricche riservino la decima parte dei loro guadagni annuali al finanziamento di opere pubbliche o di beneficenza.

Ultima tappa visiteremo la Moschea Et’hem Bey

moschea di tirana

Considerato il luogo di culto islamico più bello di tutta l’Albania, la moschea Et’hem Bey risale al periodo 1794-1821 ed è uno degli edifici meglio conservati del Paese.

Caratterizzata da una tipica architettura ottomana, ha uno stile unico che si può ammirare nella torre e nella cupola, oltre che nei fini decori presenti all’esterno e all’interno, dove figurano rappresentazioni di paesaggi ed elementi naturali, inusuali nell’arte islamica. Durante il periodo comunista rimase chiusa per anni, per essere riaperta (senza autorizzazione), nel 1991, da una folla di persone “armate” di bandiere dell’Albania: questo gesto di protesta fu il preludio alla caduta del regime comunista.

Al termine riprenderemo il pullman per essere portati presso il nostro Hotel a Ohrid.

Cena e pernottamento.

 2° Giorno: OHRID

Colazione in hotel e partiamo subito alla scoperta di questa perla della Macedonia , Ohrid 

Conosciuta nel medioevo come la “Gerusalemme slava” – tanto che il viaggiatore ottomano Evlia Celebia sosteneva, nel XV secolo, che la città contasse 365 cappelle, una per ogni giorno dell’anno –, Ohrid, anche nota con il nome di Ocrida, fu centro culturale, religioso e artistico tra i più importanti dell’intera Penisola Balcanica e dell’Europa Slava.

Il centro storico di Ohrid è un sogno: case ottomane, stradine lastricate, chiesette ortodosse, piazzette nascoste e muretti a secco dove i gatti dormono tranquilli. Vale la pena prendersi un po’ di tempo per camminare tra le viuzze della città e ammirare ogni singolo dettaglio di questa meraviglia che, dal 1979, è parte della lista dei patrimoni dell’umanità Unesco.

Quando Ohrid fa da casa

Dopo una visita alla Casa Robevi, una maestosa abitazione in stile ottomano del XIX appartenente ad una delle famiglie più facoltose della Macedonia, oggi sede del Museo Nazionale, che vanta una prestigiosa collezione di reperti archeologici rinvenuti nell’area, e alla Cattedrale Sveta Sofja, al cui interno sono custoditi preziosi affreschi risalenti all’XI secolo, raggiungeremo la Chiesa di Sveti Jovan Kaneo. Sarà per la sacralità del posto (la chiesa è infatti dedicata a Giovanni di Patmos considerato da molti studiosi come l’apostolo Giovanni, autore del Libro della Rivelazione, l’ultimo libro del Nuovo Testamento), sarà per le meravigliose viste che regala sul lago, sarà per la foresta rigogliosa che la costeggia, ma è impossibile non lasciarsi sedurre dall’eleganza e dal fascino di questo luogo.

Chiesa di San Giovanni a Kaneo - Recensioni su St. Jovan Kaneo, Ohrid - Tripadvisor

Ohrid regala sorprese continue, così, dopo aver passato qualche minuto in totale contemplazione del Kaneo, e oltrepassata la fitta pineta collocata alle sue spalle, si raggiunge Plaošnik, l’area archeologica più estesa della Macedonia. Qui si tocca la storia con le mani: è nell’attuale Monastero di San Pantaleone che, infatti, San Clemente, discepolo dei Santi Cirillo e Metodio, inventori del glagolitico, il più antico alfabeto slavo mai conosciuto, inventò l’alfabeto cirillico attuale. Nessuno si aspetterebbe un tale concentrato di storia in una destinazione così sconosciuta alla maggior parte delle persone, invece Ohrid stupisce per le sue testimonianze culturali dal valore inestimabile.

Plaošnik is an archaeological site and holy place in Ohrid, The church was built by St.Clement in 893 year on the … | Building, Early christian, Archaeological site

Proseguiamo visitando l’Antico Teatro, che Fu costruito nel 200 a.C. ed è l’unico teatro di tipo ellenistico del paese, poiché gli altri tre a Scupi , Stobi e Heraklea Lynkestis sono di epoca romana . Non è chiaro quante persone sedessero nel teatro originale, poiché esiste ancora solo la sezione inferiore. Il teatro all’aperto ha una posizione perfetta: le due colline che lo circondano lo proteggono dai venti che potrebbero interferire con l’acustica durante le rappresentazioni.

In epoca romana il teatro veniva utilizzato anche per i combattimenti dei gladiatori. Tuttavia, poiché il teatro era anche un luogo di esecuzioni di cristiani da parte dei romani, si trasformò rapidamente in un luogo altamente sgradito alla gente del posto. Infatti, a causa di questa avversione, il teatro fu abbandonato e seppellito dai locali dopo la caduta dell’Impero Romano. Ciò ha permesso di preservare la maggior parte della struttura, per poi essere scoperta accidentalmente negli anni ’80. Vale a dire, durante i lavori di costruzione intorno ad alcune delle case della zona, sono emersi grandi blocchi di pietra con intagli del dio greco Dionisio e delle muse, che hanno portato gli archeologi a credere che un teatro greco ( Dioniso e le muse fossero legati allo spettacolo arti) doveva essere situato nelle vicinanze.

Immagini Stock - Fortezza Di Samuil è Una Fortezza Nella Città Vecchia, Ohrid, Macedonia Image 28105838.

Dopo di ciò ci dirigeremo alla Fortezza di Samuil che dall’alto domina tutta la città. Era la capitale del Primo impero bulgaro durante il regno dello zar Samuel della Bulgaria a cavallo dell’XI secolo. Oggi, questo monumento storico è stato pesantemente restaurato nel 2003 con l’aggiunta di merli completamente nuovi dove nessuno era sopravvissuto.

Secondo recenti scavi di archeologi macedoni, si è sostenuto che questa fortezza fosse stata costruita sul luogo di una precedente fortificazione, datata al IV secolo a.C., che fu probabilmente costruita dal re Filippo II di Macedonia.

Proseguiremo il nostro viaggio ammirando la vastità del Lago di Ohrid, una distesa d’acqua lunga 32 chilometri, per due terzi in territorio macedone e per un terzo in Albania , esso rappresenta una vera e propria meraviglia, un mare d’acqua limpidissima con un panorama mozzafiato.

Ci prenderemo del tempo per il nostro pranzo in ristorante, per proseguire nel pomeriggio con una crociera sul lago, a bordo di un battello tipico ove potremmo ammirare le bellezze della natura e panorami davvero unici, fino a raggiungere il Monastero di San Naum.

Monastero di san naum la chiesa e il monastero - Viaggi, vacanze e turismo: Turisti per Caso

Il monastero fu fondato nell’impero bulgaro nel 905 dallo stesso San Naum di Ohrid. Dal XVI secolo nel monastero era in funzione una scuola greca. L’area dove si trova il monastero di St Naum appartenne all’Albania per un breve periodo dal 1912 al 28 giugno 1925, quando Zogu d’Albania lo cedette alla Jugoslavia come risultato dei negoziati tra Albania e Jugoslavia e come gesto di buona volontà.

La chiesa centrale del monastero fù costruita nel IX secolo. San Naum è sepolto nella chiesa e la leggenda dice che se ci si piega sopra la sua tomba, si può sentire il suo battito cardiaco. Fino agli anni ’40, in questo monastero, si preparavano una grande quantità di focacce e pane. C’era una persona incaricata a regalare questo cibo agli affamati e alle persone che viaggiavano. Queste focacce venivano pressate con un sigillo riconoscibile e la gente le prendeva non solo per nutrirsi, ma anche come un amuleto o per buona fortuna.

Oggi, nel cortile di questo monastero, si possono vedere bellissimi pavoni, bianchi e blu, che contribuiscono all’atmosfera insolitamente tranquilla di questo luogo. Quelli bianchi sono anche conosciuti come uccelli del cielo e sono considerati come un simbolo del cristianesimo.

Al termine della nostra giornata faremo rientro in hotel per cena e pernottamento.

3° Giorno: OHRID- SKOPJE

Colazione e con le valige pronte partenza per Skopje.

Cosa vedere a Skopje in Macedonia

Skopje è la capitale della Repubblica di Macedonia, nel centro della penisola balcanica. Nel tempo, ha subito la dominazione romana, bizantina e ottomana. Il Ponte di pietra del XV secolo collega il Vecchio Bazar ottomano (Čaršija), sulla riva nord del Fiume Vardar, alla moderna Piazza Macedonia, che si trova a sud. La Fortezza di Skopje (Kale), affacciata sul fiume, ha rappresentato per secoli la difesa della città.

Ci fermeremo a visitare una Casa vinicola tipica del territorio dove potremmo consumare una degustazione di cibi e vini locali. Successivamente andremo a visitare la Chiesa di San Panteleimon a Gorno Nerezi , vicino Skopje . Questa è una piccola chiesa bizantina del XII secolo situata in un complesso monastico. La chiesa e il monastero sono dedicati a San Panteleimon , patrono dei medici. La chiesa fu costruita nel 1164 come fondazione di Alessio Angelo, figlio di Costantino Angelo .

10 cose da vedere a Skopje in Macedonia - eViaggi.info

La chiesa ha un nucleo cruciforme a cupola, tre absidi e un nartece rettangolare . È costruito con blocchi di pietra irregolari e mattoni incastonati in spessi strati di malta. Il complesso monastico circostante è racchiuso da mura.

Gli affreschi della chiesa sono famosi esempi di arte bizantina di epoca comnena , raffiguranti scene della Passione di Cristo e varie illustrazioni agiografiche. Composizioni simili appaiono nel monastero di Latomou a Salonicco . La chiesa fu danneggiata da un terremoto nel XVI secolo. Nel successivo restauro sono stati ridipinti alcuni affreschi della zona medio-alta. L’iconostasi originale in marmo è sopravvissuta al terremoto, ma ha perso la sua arte plastica decorativa.

In un altro tentativo di restauro nel 1885, la maggior parte degli affreschi del naos fu dipinta in modo piuttosto maldestro. Durante la pulitura del 1923, furono restaurati alcuni degli affreschi originali del XII secolo.

La colorazione, la composizione drammatica e la purezza dell’espressione mostrate negli affreschi sono eccezionali esempi di pittura monumentale medievale bizantina nel tardo XII secolo.

La decorazione in stucco della chiesa è raffigurata sul dritto della banconota macedone da 50 denari , emessa nel 1996.

Dopo un pranzo in ristorante termineremo la nostra giornata visitando Skopje.

La prima cosa che salterà ai nostri occhi sarà un’enorme statua alta 22 metri che raffigura un guerriero a cavallo nel bel mezzo della principale piazza di Skopje. Tutti sanno che il guerriero è Alessandro Magno, considerato uno dei più grandi condottieri e strateghi militari di sempre, ma ufficialmente nessuno lo può dire. Alessandro Magno è infatti la figura più contesa tra Grecia e Macedonia, due paesi che da quasi trent’anni litigano sull’identità culturale e storica lasciata dal grande regno macedone del Quarto secolo a.C.  Questo moderno spazio si distingue per la splendida pavimentazione a mosaico, e per una bellissima fontana oltre che per la statua del guerriero. La grande e candida Porta Macedonia decora l’ingresso sudorientale della piazza come un arco di trionfo. Skopje è la città di origine di Madre Teresa, dichiarata santa nel 2016. Poco più a sud di Piazza Macedonia si trova la Casa museo di Madre Teresa, luogo in cui sorgeva l’antica chiesa cattolica in cui la santa venne battezzata.

Sapevate che Madre Teresa nacque a Skopje? - North Macedonia Timeless

Attraverseremo dunque il Ponte di Pietra di Skopje, anche conosciuto con il nome di Ponte Dusan, dall’imperatore serbo Stefano Dušan. Il ponte attraversa il fiume Vardar ed unisce due dei punti nevralgici della città: Piazza Macedonia e l’area del vecchio Baazar. Il ponte fu costruito dagli Ottomani nel XV secolo ed è divenuto nei secoli un simbolo della capitale macedone, esso infatti compare nello stemma cittadino a sua volta rappresentato nella bandiera cittadina. Potremo notare centinaia di statue presenti ovunque, una a fianco all’altra (si stima che siano circa un migliaio, ma non sono mai stati diffusi dati ufficiali): sulle rive del fiume, sui tetti degli edifici, sulle nuove facciate neoclassiche, in mezzo alle piazze, ai lati delle strade, al centro delle fontane.

Finalmente arriviamo a vedere la parte storicamente più antica, esclusa dal progetto “Skopje 2014” (progetto che ha modificata l’architettura della città con lo scopo di renderla più “moderna” iniziato nel 2010 e conclusosi nel 2014), e che oggi viene considerata l’unica parte autentica ancora visitabile dell’antica città. Il vecchio bazaar è rimasto un mondo a parte, con le sue stradine pedonali, moschee, ostelli per carovane, musei e piene di negozi di ogni tipo, i suoi ristoranti di cucina locale e la voce del muezzin che per cinque volte al giorno chiama alla preghiera i musulmani, che a Skopje appartengono per lo più alla minoranza albanese (20 per cento circa della popolazione) e turca (2 per cento). Questa zona è rimasta in buona parte in piedi durante il terremoto del 1963

Escursione a Skopje da Sofia - Prenotazione online a Civitatis.com

Al termine rientro in hotel per cena e pernottamento

 

4° Giorno: SKOPJE – PRISTINA

Palazzo monumentale - Recensioni su Pristina National Library, Pristina - Tripadvisor

Subito dopo la prima colazione e con le valige pronte ci dirigiamo alla volta del Kosovo per arrivare a Pristina, la Capitale politica e culturale del Kosovo, il piccolo Paese balcanico che poco più di 20 anni fa fu terribilmente attaccato dai nazionalisti serbi, sfociando nella guerra che ancora oggi riempie le pagine più recenti della storia europea. Il 17 febbraio 2008 il Kosovo ha proclamato unilateralmente la sua indipendenza dalla Serbia. Ma oggi è una terra selvaggia fatta di canyon, monasteri nascosti, località antichissime e natura incontaminata.
Iniziamo il nostro tour in questa bellissima città in cui la storia più antica ha lasciato tracce bellissime nei monumenti, nelle chiese e nel melting pot culturale che oggi si respira per le vie della città vecchia (Vëllusha), affascinante e coinvolgente. In questo dedalo di stradine tortuose a ogni angolo si incontrano vecchi hammam (tradizionali bagni turchi), mercati colorati con il loro caleidoscopio di merci, palazzi dell’epoca socialista jugoslava, la bella torre dell’Orologio (Sahat Kulla), antiche moschee ed edifici risalenti all’epoca degli Ottomani, che dominarono la città per quasi cinque secoli. Ne sono dei chiari esempi la meravigliosa moschea Memeth Faith, della seconda metà del Quattrocento, con le sue raffinate decorazioni interne ed esterne e la moschea Xhamia e Madhe, la più antica di Pristina, con i suoi motivi floreali e multicolori.

Kulla e Sahatit. La Torre dell'Orologio, a Prishtina, Kosovo | Urban, Rinascimento

Appena riemersi dall’incanto della città vecchia, non resta che scoprire l’anima più recente di Pristina, rappresentata dallo scenografico boulevard di Madre Teresa, un ampio viale pedonale pieno di ristoranti, pub e caffè alla moda. Il caffè è un vero e proprio stile di vita qui a Pristina. Il viale è introdotto da un’immensa piazza dove si affacciano alcuni edifici del governo e dell’Unione Europea, sulla quale si erge il monumento equestre a Giorgio Castriota detto Skanderbeg (1405-1468), condottiero ed eroe nazionale albanese, e si sviluppa verso sud ovest. A pochi passi da qui, in una zona di locali alla moda, il giorno dell’indipendenza è stata installata una moderna scultura composta dalle lettere della parola “Newborn”, ben presto divenuto simbolo della città e dell’intero Kosovo. Ogni anno la veste della scultura viene rinnovata, rappresentando di volta in volta temi differenti.

Skanderbeg statue (Pristina): AGGIORNATO 2021 - tutto quello che c'è da sapere - Tripadvisor
Al termine del viale, la passeggiata si conclude con l’imponente cattedrale di Pristina, consacrata quasi tre anni fa e progettata dall’architetto italiano Livio Sterlicchio, intitolata proprio a Madre Teresa (1910-1997), la suora premio Nobel per la Pace nel 1979 nata nella città macedone di Skopje da una famiglia di origine kosovara.

Tempo per un pranzo in ristorante, qualche foto e subito dopo questa bella visita ci dirigiamo a Prizren che dista poco meno di un’ora da Pristina.

Gita di un giorno in Kosovo: visita a Pristina e Prizren da Skopje - 2021

Ci immergeremo nel quartiere Shatërvan , l’area storica più importante (e turistica) della città. Colpisce per la presenza di numerose case colorate in stile ottomano, egregiamente conservate.  Prizren è, infatti, una delle città più multiculturali dei Balcani: le lingue ufficiali qui sono tre (albanese, serbo e turco) e, nonostante il numero delle moschee sia nettamente superiore, la città custodisce anche graziose chiese ortodosse e una chiesa cattolica. Lungo la nostra passeggiata arriveremo dinanzi all’edificio religioso più importante di Prizren, la moschea Sinan Pasha. Si tratta di un’imponente moschea, collocata all’ingresso del quartiere Shatërvan. Mi raccomando, una volta raggiunta la moschea, camminate con il naso all’insù perché le decorazioni, sia delle volte esterne che della cupola interna, sono semplicemente meravigliose.

Vista Alla Moschea Di Sinan Pasha In Prizren Immagine Editoriale - Immagine di costruzione, religione: 43356630

al ritorno per prendere il nostro pullman che ci attende, fate caso ai bagni turchi che costeggiano la riva del fiume Lumbardhi. Sono una piccola perla di questo posto!

Ultima tappa della giornata saranno Decani e Pec, ove potremo visitare i monasteri più belli della regione.

Nel Kosovo a maggioranza albanese, i monasteri serbo-ortodossi di Peć e Decani sono protetti dall’esercito internazionale della NATO impegnato per mantenere la pace in questo territorio.
Iniziamo con il Monastero patriarcale di Peć.

Patriarcato del PEC immagine stock. Immagine di limite - 73698745

Superati i controlli dell’esercito e appena lasciato alle spalle l’arco di accesso al monastero ci ritroviamo in un piccolo paradiso naturale, la Gola di Rugovo, con una vista piuttosto imponente delle montagne fra cui si fa spazio il fiume Lumbardhi i Pejës.
Il Monastero patriarcale di Peć è stato inserito nella lista del Patrimonio Culturale Mondiale dell’UNESCO. A prima vista assomiglia ad altri monasteri ortodossi che si possono ammirare in Serbia. Nella chiesa principale, che dall’esterno può passare piuttosto inosservata, invece, l’arte ortodossa medievale non lascia nemmeno un centimetro libero di respiro. Questo edificio, diviso in quattro piccole chiese, con un lungo porticato chiuso su tutti i lati, è un susseguirsi di affreschi dai toni blu, dalle icone impressionanti e dai sarcofagi di marmo che preservano i corpi dei precedenti patriarchi. A pochi chilometri a sud da questo luogo in cui il tempo si è fermato, si erge il Monastero di Dečani che andremo a visitare.
Anche qui ci attendono i controlli dell’esercito, ma subito dopo ci troveremo improvvisamente al centro di un grande prato dove si innalza la chiesa principale.

Kosovo: Militari italiani sventano attentato islamista al monastero di Decani | Il Primato Nazionale

Questo edificio è molto più alto e illuminato di quello di Peć ma, allo stesso modo, è impossibile posare lo sguardo su una parte sola della chiesa a causa dei tantissimi affreschi e icone che dipingono le sue pareti. Qui si trovano i resti del re Santo Stefano Uroš III di Dečani, il fondatore del monastero. Secondo la leggenda all’aprire la tomba, il suo corpo fu trovato pressoché intatto. Con molta probabilità vedremo le donne all’ingresso della chiesa, mettersi in fila per baciare o pregare il santo vicino al suo sarcofago scoperchiato e richiuso con delicatezza.
Al termine di questa intensa giornata, andremo in hotel per la nostra cena e il pernottamento.

 

5 Giorno: PEĆ – MOJKOVAC – KOLAŠIN – LAGO DI SCUTARI – TIVAT

Subito dopo la prima colazione e con le valige pronte, montiamo in pullman e ci dirigiamo alla volta del Lago di Scutari, il più grande della penisola Balcanica.

CNN: perché il lago di Scutari merita di essere visitato

Il lago di Scutari si trova al confine tra Albania e Montenegro ed è il più grande lago dell’Europa meridionale, con una natura incontaminata e un parco nazionale al suo interno.

Il lago non è toccato dallo sviluppo, almeno per ora.

Il lago ospita una notevole diversità di fauna selvatica. Cinquanta specie di pesci vivono nelle acque, 18 delle quali non si trovano da nessun’altra parte al mondo, confermando lo status di zona protetta di importanza internazionale.

Inoltre, ci sono 50 specie di lumache d’acqua dolce, quasi un terzo delle quali endemiche, che contribuiscono a rendere il lago uno dei più importanti siti d’Europa. Se saremo molto fortunati potremo anche intravedere una specie di lontra in via d’estinzione, i bei fiordalisi, insieme alle libellule rosse, arancioni e verdi, saranno nostri compagni di viaggio costanti.

Subito dopo il nostro pranzo in ristorante, faremo una piacevolissima crociera sul lago, che ci permetterà di vedere uno spettacolo di luci e profumi che solo la natura, in questo angolo di paradiso ci riserverà.
Al Seguito ci dirigeremo verso Tivat, passando per le città marittime del Montenegro come Petrovac, Sveti Stefan, Budva.

Il Montenegro è uno dei pochi Paesi a conquistare l’indipendenza nel 21° secolo. Tuttavia, la storia di diverse città montenegrine risale a più di mille anni fa. Questo è il caso di Kotor o Budva. Per Tivat, la storia è diversa. Secondo gli storici specializzati della regione, Tivat è la città più giovane delle Bocche di Cattaro e persino dell’intera costa montenegrina. Molti misteri circondano la città. Tra queste c’è l’origine del nome Tivat. È un omaggio alla regina illirica Teuta? È un derivato della parola celtica Touto che significa città? La risposta non è chiara, ma si preferisce la seconda opzione.

Tivat, the Town with a Modern Porto Montenegro Marina - My Magic Earth

Fondata nel XIV secolo, Tivat fu governata principalmente dai veneziani e dagli austro-ungarici fino alla creazione del regno jugoslavo alla fine della prima guerra mondiale. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia, Tivat si è sviluppata profondamente ed è diventata una delle principali attrazioni turistiche della regione.

Rientro in hotel per cena e pernottamento

 

6° Giorno: TIVAT– MONTENEGRO TOUR – TIVAT

Colazione e subito ci dirigeremo al Porto Montenegro. Il porto turistico è inseparabile dalla città ed è diverso da tutto ciò che si può trovare nel resto del Montenegro. Questo è il motivo per cui Tivat è a volte paragonata a Monaco ma alcuni miliardari preferiscono parcheggiare il loro yacht a Porto Montenegro per sfuggire ai prezzi esorbitanti della città dei Grimaldi!

porto turistico da sogno. - Recensioni su Porto Montenegro, Teodo - Tripadvisor

Costruita dagli austro-ungarici nel 1889, Porto Montenegro era allora una base navale per l’esercito dell’Impero asburgico e poi per la Jugoslavia. Cadde in rovina e nel 2016 fu trasformato in un porto turistico di lusso. Questo è quello che chiamiamo un grande cambiamento! Da allora, Porto Montenegro è diventata la visita principale a Tivat.
Noteremo ad occhio che il porto occupa quasi tutta la costa di Tivat, ricco di negozi di lusso e ristorantini tipici, ma decisamente molto costosi rispetto alla media del paese.

Budua, la perla del Montenegro: cosa vedere e magiare, spiagge e dintorni

Subito dopo ci dirigiamo verso Budua. Oltre 2500 anni di storia la rendono infatti l’insediamento più antico di tutto l’Adriatico: greci, romani, illiri si sono avvicendati sulle sue coste, lasciando tracce indelebili e suggestive. Inoltre, per ben 300 anni, fu soggetta anche alla dominazione veneziana, infatti i leoni di San Marco sono ancora visibili sulle sue porte. Una storia lunga e affascinante che si riflette nella Città Vecchia, il centro cinto di mura e collegato alla terraferma solo una sottile striscia di sabbia:. Qui ci aspettano viuzze, piazze, chiese e fortezze, bastioni e torri in grado di trasportavi direttamente nel Medioevo.
Dopo questa bella passeggiata ci spostiamo a Sveti Stefan: isolotto estremamente suggestivo, che raggiungeremo dalla terraferma tramite un sottile passaggio sabbioso. Una volta varcate le alte mura in pietra, non resta che perdersi tra le vie di questo antico villaggio di pescatori e godersi il mare da favola che lo circonda.
Nel Quindicesimo secolo durante la Repubblica Veneta, sulla penisola venne costruito un villaggio fortificato come difesa contro le incursioni del Turchi. La penisola era abitata da 12 famiglie e ospitò anche il re di Serbia e la sua corte.

Nell’Ottocento il villaggio arrivò a ospitare una popolazione di 400 abitanti. Tra il 1934 e il 1936, sulla terraferma, nell’area prospiciente all’isoletta venne edificata Villa Miločer, che venne utilizzata come residenza estiva dalla regina di Jugoslavia, Marija Karadordevic (1900–1961), della famiglia serba Karađorđević. La villa è circondata approssimativamente da 800 olivi che coprono un’area di circa 32 ettari.

Hotel Villa Milocer, Sveti Stefan

Tutti gli edifici della penisola vennero requisiti dal governo jugoslavo durante il regime di Tito. Gli abitanti vennero trasferiti sulla terraferma e venne creato un albergo di lusso per ospitare personalità di alto profilo. Una delle quattro chiese presenti sulla penisola venne trasformata in un casinò.

Dopo una sosta per il nostro pranzo in ristorante, nel primo pomeriggio proseguiremo il nostro tour a Cetinje, la vecchia capitale reale Montenegrina. Fondata nel XV secolo come monastero ortodosso, divenne il centro della vita economica, culturale e religioso del Montenegro.

Immagini Stock - CETINJE, MONTENEGRO - 20 Settembre: Questa è Una Delle Principali Vie Dello Shopping Nel Centro Storico Di Cetinje Dove Si Possono Vedere Edifici Colorati, Caffè E Negozi Di Souvenir

La sua costruzione iniziò nel 1482, quale ultima roccaforte del re dello stato medievale del Principato di ZetaIvan Crnojevic. Nella ritirata di fronte agli invasori ottomani, il sovrano montenegrino simbolo della resistenza si fermò in una piccola piana in mezzo al paesaggio carsico dell’altopiano del Lovcen, e vi costruì il palazzo reale e, dopo due anni, anche il monastero dove s’insediò l’arcivescovo di Zeta. Così questo piccolo e insignificante paesino divenne un fulcro nella storia del Montenegro.

La nascita della nuova Cettigne segna anche la fine dello stato medievale di Zeta e l’inizio della nuova storia montenegrina. Non divenne mai una vera città, ma in nessun modo può essere definita un grande villaggio in quanto non ebbe mai alcun carattere rurale, né è mai stata una fortezza: era e conserva la forma urbis di fulcro politico e spirituale dell’ultimo stato libero nei Balcani ottomani.

Nel 1692 il pascià di Scutari, in un’incursione devastatrice, rase al suolo la città e il suo monastero. Ma in vent’anni la città venne di nuovo ricostruita, per poi essere subito distrutta una seconda volta dal visir turco della Bosnia. Nel 1838 venne costruito il palazzo di Bilijarda, nuova sede reale. Nel periodo di regno del principe Nicola (a partire dal 1860), Cettigne conobbe un periodo di rapida crescita urbana e demografica.

Museo Di Re Nikola In Cetinje, Montenegro Fotografia Stock Editoriale - Immagine di entrata, bandierina: 71398918

Il primo che visiteremo sarà il Palazzo Reale che per più di 50 anni è stato la sede della famiglia reale montenegrina. Nel 1926 è diventato un museo e dal 1980 è stato uno dei dipartimenti del Museo Nazionale del Montenegro . Il piccolo palazzo fu costruito dal 1863 al 1867 in uno stile semplice tipico delle case di Cetinje con alcuni elementi di neoclassicismo . Gli interni sono stati progettati in stile storicismo e Art Nouveau . Nell’atrio potremo vedere esposti i gioielli della corona montenegrina, che sono la mostra più apprezzata del Museo Nazionale del Montenegro . All’esterno troveremo il Royal Garden che è stato costruito nel 1870 come una pineta. I giardini sono stati ristrutturati nel 1971. Ci sono molte aiuole con crochi, gerani, tulipani e cespugli di rose e gelsomini. Sul retro del giardino c’è un cedro con dominante villa con piccola casa estiva, che fungeva da foresteria per i visitatori stranieri.
Da qui ci dirigiamo al Vecchio Monastero che ci apprestiamo a visitare.

Monastero di Cettigne - Wikipedia
Il monastero medievale di Cetinje, noto anche come il vecchio monastero di Cetinje, fu costruito da Ivan Crnojević nel 1484 e fondato il 4 gennaio 1485, a Ćipur, e dedicato alla Natività della Theotokos. Durante il suo soggiorno ad Ancona , Crnojević si ispirò alla Basilica della Santa Casa di Loreto dove giurò che al suo ritorno a Zeta avrebbe costruito una chiesa dedicata anche alla Madre di Dio . Divenne la sede della neonata Eparchia di Cetinje , successore del Metropolitanate di Zeta. Intorno al monastero c’era un complesso di 1.400 metri quadrati (15.000 piedi quadrati) con due chiese più piccole e una locanda. Durante la guerra della Morea , il monastero fu in pericolo due volte. La leggenda popolare narra che le forze di spedizione iniziarono a rapinare il monastero, tuttavia, mentre uno dei soldati stava cercando di abbattere una croce dalla cima del tetto, fu colpito da un fulmine, che fu immediatamente percepito come segno di Dio. Venne ricostruita tra il 1701 e il 1704 dal metropolita Danilo Petrović-Njegoš sul sito dell’ex corte di Ivan Crnojević. Ci sono diverse reliquie nel monastero: resti di San Pietro di Cetinje, la mano destra di Giovanni Battista, particelle della Vera Croce ecc. ecc.

Al termine di questa giornata intensa, rientreremo in hotel per la cena e il pernottamento.

7° Giorno: TIVAT– BOCCHE DI CATTARO-TIVAT

Dopo la prima colazione ci imbarcheremo per una crociera sulle Bocche di Cattaro.

Bocche di Cattaro: dove si trovano, come arrivare e cosa vedere | SiViaggia
Si tratta di una baia splendida e spettacolare, che si trova nella costa dalmata meridionale e si affaccia sul mar Adriatico in Montenegro. Devono il loro nome alla vicina città di Cattaro (Kotor in montenegrino). caratterizzata da una serie di insenature che creano un suggestivo paesaggio costiero di grande impatto. Boka Kotorska, in italiano appunto Bocche di Cattaro, sono infatti circondate da una serie di montagne che raggiungono l’altezza di 1895 metri. A rendere ancora più unico il paesaggio è il Parco Nazionale di Lovćen e Orjen, che si estende per 12.000 ettari, di cui 2600 di acqua del mare

La baia è detta anche “la sposa dell’Adriatico”, per la struggente bellezza che si presenterà ai nostri occhi, quando ammireremo questo meraviglioso spettacolo naturale. Le Bocche di Cattaro sono considerate il più meridionale fiordo d’Europa, titolo conteso dal Fiordo di Furore, vicino ad Amalfi. In entrambi i casi si tratta di antichi valloni fluviali invasi dal mare.

Geografia: alla scoperta delle Bocche di Cattaro, paradiso quasi sconosciuto del mare Adriatico

Le Bocche di Cattaro Si tratta non solo del più grande fiordo del mare Mediterraneo, ma anche il più suggestivo: le Bocche di Cattaro . Le Bocche di Cattaro sono l’alternativa più vicina ed economica ai fiordi norvegesi, ai quali non hanno nulla da invidiare.

Subito dopo questa crociera ci dirigiamo alla volta della Chiesa della Madonna di Skrpjela o Chiesa di Nostra Signora delle Rocce, situata sull’omonima isola.

Nostra Signora delle Rocce a Kotor, viaggio sull'isola artificiale del Montenegro
A novanta chilometri da Dubrovnik sorge la baia di Kotor, una delle mete principali della costa del Montenegro, paese giovane ma pieno di paesaggi da favola. I simboli della spiaggia, non soltanto turistici, sono i due isolotti galleggianti, ma la nostra attenzione è verso una di queste isole, Skrpjela chiamata anche Nostra Signora delle Rocce.
L’isola artificiale venne creata nel XV secolo ma secondo la leggenda furono due fratelli marinai di Perast, il 22 luglio 1452, a trovare un’immagine della Madonna proprio in questo punto, su di una scogliera: la portarono a casa una e più volte ma sistematicamente l’icona scompariva per riapparire nel punto del ritrovamento. Alla fine si rassegnarono all’evidenza, era chiaro che la Vergine voleva rimanere lì per sempre. Così decisero di costruire una chiesa in suo onore come protettrice della gente di mare e dei pescatori e non solo, insieme ad essa fu necessario innalzare un’isola su cui erigerla.

Fu così che al centro venne costruita la Chiesa di Nostra Signora delle Rocce, un tempio cattolico dalle sembianze da moschea per evitare eventuali attacchi ottomani.
Visitiamo la chiesa e subito potremo ammirare un piccolo grande tesoro. Da vari oggetti arrivati dall’Oriente oltre a quasi settanta dipinti di Tripo Kokolja, famoso artista barocco del posto, a diversi manufatti. Uno fra tutti l’arazzo della Vergine realizzato con fili d’oro e d’argento da Jacinta Kunic, donna di Perast che in attesa del ritorno del marito marinaio ricamò l’opera infilandoci anche i propri capelli: venticinque anni di lavoro per poi diventare cieca.

Inoltre all’interno della Chiesa di Nostra Signora delle Rocce si trova un altare in marmo datato 1796 e realizzato dallo scultore genovese Antonio Kapelano; sopra di esso l’icona della Madonna delle Rocce dipinta nel XV secolo da un pittore locale.
Dopo aver visto questa piccola meraviglia, ci spostiamo a Perast dove potremo consumare il nostro pranzo in ristorante.

Al termine del pranzo ci avvieremo a Kotor o Cattaro, per visitarla ed apprezzare questa piccola cittadina medievale.

Kotor: cosa fare, cosa vedere e dove dormire - Croazia.info

Cattaro è una città fortificata sulla costa adriatica del Montenegro, in una baia vicina alle scogliere calcaree del monte Lovćen.

Qui noteremo subito la particolarità delle piazze e strade tortuose, il suo centro storico medievale ricco di chiese romaniche, tra cui la Cattedrale Cattolica di Cattaro chiamata Cattedrale di San Trifone, ricca di cenni romanici e bizantini.

La città è sede anche del Museo marittimo, che esplora la storia nautica locale. Sull’isola di San Giorgio, una di due piccole isole al largo dell’antica città di Perasto, si trova una chiesa secolare, che se saremo fortunati potremmo vedere anche a occhio nudo.

Al termine rientro in hotel per cena e pernottamento.

 

8 ° Giorno: TIVAT– DUBROVNIK – ITALIA

Le 20 cose da vedere a Dubrovnik, perla della Croazia | Explore by Expedia

Al mattino dopo la colazione e con le valige pronte ci dirigiamo verso la nostra ultima tappa di questo magico viaggio. Entreremo in Croazia per visitare la capitale Dubrovnik in italiano Ragusa, affacciata sul mare Adriatico e rinomata per il centro storico caratteristico, circondato da imponenti mura in pietra costruite nel XVI secolo, dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è un affascinante scrigno di palazzi, chiese e fontane che si specchiano nel blu del Mar Adriatico e raccontano la storia millenaria dell’antica Ragusa.  La città possiede edifici ben conservati, e inizieremo visitando la Chiesa di San Biagio, che campeggia nel mezzo della piazza della Loggia, dedicata a San Biagio, patrono della città, la cui statua sormonta l’armoniosa facciata barocca. Costruita all’inizio del Settecento sul sito di una preesistente chiesa romanica, vi si accede da una scalinata e all’interno si possono ammirare preziosi oggetti d’arte.  Proseguiremo con il Palazzo Sponza del periodo rinascimentale con la magnifica facciata a loggia del XVI secolo in stile gotico-rinascimentale e che è uno dei gioielli architettonici di Dubrovnik. Un tempo sede della Zecca e della Dogana, ospita l’archivio storico che raccoglie documenti e manoscritti accumulati in dieci secoli di storia della città. Proseguiremo con il Palazzo dei Rettori, elegante palazzo progettato da Onofrio de la Cava nel 1435, più volte modificato nel corso dei secoli, combina elementi tardogotici e del primo Rinascimento e conserva un delizioso cortile centrale. In epoca medievale era al tempo stesso palazzo pubblico e residenza del Rettore della città.

Pin su Medioevo Architettura Italia

Oggi come sede del Museo storico culturale vanta una collezione di 15 mila reperti che illustrano la storia della Repubblica di Ragusa, oltre a numerose opere di artisti veneziani e dalmati.

Passeggiando noteremo il corso pedonale noto come Stradun (o Placa) lastricato con pietra calcarea quanto sia pieno di negozi e ristoranti fino ad arrivare davanti la Torre dell’Orologio il principale punto di riferimento del centro storico, la torre del XV secolo svetta con la sua slanciata silhouette di 31 metri al termine dello Stradun, in Piazza della Loggia. Più che l’orologio, l’attrazione della torre sono i cosiddetti zelenci, i “gemelli verdi”, due figure in bronzo che allo scoccare dell’ora suonano la maestosa campana cinquecentesca di due tonnellate. Durante la nostra passeggiata vedremo l’elemento più caratteristico della città vecchia: le formidabili mura saldate alla scogliera che proteggevano Dubrovnik da attacchi e invasioni da terra e dal mare. Lunga circa 2 chilometri, alta fino a 25 metri e, in alcuni punti, spessa anche 6 metri, la cinta muraria abbraccia per intero il centro storico, rinforzata da forti, bastioni e dalle due torri Minceta e Bokar, che la rendevano praticamente inespugnabile. Un’esperienza assolutamente da non perdere, la passeggiata lungo gli antichi camminamenti di ronda regala ineguagliabili panorami sui tetti della città e sul mare saranno il tocco finale prima di riprendere il nostro pullman ed essere portati verso l’aeroporto di Dubrovnik.

Mura di Dubrovnik e della torre Minčeta senza rivali

Dopo un pranzo libero e gli ultimi acquisti, verremo portati all’aeroporto per le pratiche di imbarco e volo  per Italia nel pomeriggio.

Arrivo in Italia. Fine dei servizi.

 

La quota comprende: 

  • Volo di linea Alitalia diretto Roma-Tirana bagaglio in stiva franchigia 25 kg
  • Volo di linea Vueling diretto Dubrovnik-Roma bagaglio in stiva franchigia 25 kg
  • Pullman per tutta la durata del tour
  • Hotel 4* in trattamento di pensione completa + 1 pranzo il primo giorno
  • Guida esperta in lingua italiana
  • Assicurazione medico-bagaglio (incluse spese sanitarie anche per Covid)
  • Polizza contro annullamento e pandemia Zero penali
  • Crociera sul Lago di Ohrid
  • Crociera sul Lago dI Scutari
  • Crociera sulle Bocche di Cattaro
  • Ingressi ai siti di interesse come da programma
  • Kit di Viaggio

La quota non comprende: 

  • Tasse aeroportuali soggette a riconferma ad emissione dei biglietti  pari a 125,00 euro
  • Pranzo dell’ultimo giorno
  • Bevande ai pasti
  • Mance ed extra in genere
  • Quanto non specificato alla voce “la quota comprende”
  • Nb tariffa Vueling soggetta a riconferma sino ad emissione biglietti

La nostra assicurazione copre per eventuale pandemia.

Rispettiamo il DCPM che prevede il distanziamento sociale e obbligo di mascherina nei luoghi comuni e sul bus che sarà al 80 % massimo dei posti disponibili.

Gruppo dotato di auricolari per garantire ulteriore distanziamento e non perdere le spiegazioni della guida.

Utilizziamo tutti i mezzi e opportunità per fare si che la Vostra vacanza si svolga in totale serenità e sicurezza.

I Viaggi di Giorgio garantisce l’igienizzazione dei propri autobus nel rispetto di tutte le normative anti-Covid 19.

Effettuiamo  la misurazione della temperatura di tutti i passeggeri prima di salire a bordo del bus.

Garantiamo il distanziamento dei posti a sedere come da direttive governative,

I nostri bus sono dotati di prodotti igienizzanti e inoltre vi garantiamo il ricambio di aria grazie a impianti di aerazione costantemente monitorati.

A bordo è obbligatorio indossare le mascherine.

Essendo inclusa la polizza contro ANNULLAMENTO AL VIAGGIO, siete coperti in caso di Vostra rinuncia al tour.

 




POMPEI NUOVE SCOPERTE BOSCOREALE E MOLTO ALTRO

TERMOPOLIO

 

“Pompei continua a stupire con le sue scoperte e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno”.

“Si tratta di una scoperta di grande valore scientifico. Un plauso e un ringraziamento al Parco Archeologico di Pompei, alla Procura di Torre Annunziata e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale per la collaborazione che ha scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e illecitamente immessi sul mercato”.

Pompei continua a nascondere tesori che vengono alla luce e ci permettono di conoscere ancor di più la civiltà romana che la abitava.
Oltre le meraviglie affiorate fino ad oggi, è recente una  nuova straordinaria scoperta: nei nuovi scavi ripresi all’interno del progetto di manutenzione e restauro della Regio V, riaffiora un Termopolio perfettamente conservato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali. Ma a stupire è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce di alimenti che venivano venduti in strada.

Il nostro viaggio ci porterà alla scoperta della città sepolta, che era un fiorente porto e mercato mediterraneo, luogo di villeggiatura di ricchi romani, rimanendo così famosa per lo straordinario stato di conservazione degli edifici civili, disposti lungo strade ben conservate, come la Casa del Chirurgo, quella del Fauno, dei Casti Amanti e per la famosa Villa dei Misteri.
Sarà un viaggio indietro nel tempo che ci lascerà senza fiato.

Pompei, insieme alla città scomparsa di Ercolano e a Torre Annunziata (l’area suburbana dell’antica Oplontis) è stata inserita nel 1997 nel Patrimonio mondiale dell’Unesco proprio per questo: per essere una testimonianza senza paragoni al mondo della società del passato.

Prevista anche visita al museo archeologico di Boscoreale ove al suo interno sono custoditi reperti provenienti dagli scavi di  Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia e Boscoreale ed offre uno spaccato sugli usi e costumi della vita romana, nonché della natura durante tale periodo.

Visita alla Mostra sui Gladiatori al Museo Archeologico di Napoli

“Gladiatori” sarà visibile dalla riapertura del MANN sino al 6 gennaio 2022.
Cuore dell’allestimento sono centosessanta reperti che, nel Salone della Meridiana, risultano suggestivi tasselli di un affascinante viaggio di ricerca in sei sezioni: 1) Dal funerale degli eroi al duello per i defunti; 2) Le armi dei Gladiatori; 3) Dalla caccia mitica alle venationes; 4) Vita da Gladiatori; 5) Gli Anfiteatri della Campania; 6) I Gladiatori “da per tutto”. Parte integrante dell’itinerario è la “settima sezione” tecnologica che, intitolata significativamente “Gladiatorimania” e concentrata nel Braccio Nuovo del Museo, costituisce un vero e proprio strumento didattico e divulgativo per rendere accessibili a tutti, adulti e ragazzi, i diversi temi della mostra.

Nuova scoperta a Pompei: riaffiora intatto il Termopolio della Regio V

 

1° GIORNO: ROMA-NAPOLI-POMPEI

Ritrovo dei partecipanti in tarda mattina  e partenza in bus G.T. da Roma in direzione Pompei. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo e sistemazione in hotel.

Visita al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei.

Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei - Wikipedia

In Piazza Bartolo Longo sorge il celebre Santuario della Beata Vergine del Rosario. Un tempo, questa vasta area detta Campo Pompeiano fu feudo prima di Luigi Caracciolo e poi di Ferdinando d’Aragona, finchè nel 1593 divenne proprietà di Alfonso Piccolomini.Da questo momento inizia un lento ma inesorabile declino al quale pose termine Bartolo Longo, un avvocato della provincia di Brindisi, che giunse qui per amministrare le proprietà della Contessa De Fusco, che sposò nel 1885.Fu allora che i coniugi Longo decisero di impegnarsi nella divulgazione della fede. Istituirono nella chiesa del SS. Salvatore la Confraternita del Santo Rosario per la raccolta di fondi atti a costruire il Santuario dedicato alla Vergine.

Il 7 Maggio del 1891 il Santuario progettato dall’architetto Antonio Cua che si occupò dei lavori a titolo gratuito fu consacrato. A lui subentrò nel 1901 Giovanni Rispoli che diresse i lavori della facciata monumentale culminante nella statua della Vergine del Rosario, opera di Gaetano Chiaromonte scolpita in un unico blocco di marmo di Carrara; la facciata è a due ordini: quello inferiore è in stile ionico, quello superiore è in stile corinzio. Nel 1901 il Santuario è divenuto Basilica Pontificia grazie a papa Leone XIII.

Il campanile, che ha il suo ingresso da una porta di bronzo, è a cinque piani e fu disegnato da Aristide e Pio Leonori. La Basilica è a croce latina con tre navate; quella centrale culmina in una cupola di ben 57 m. d’altezza.

Storia e fede: il Santuario della Beata Vergine di Pompei - ècampania

 

Il quadro della Vergine del Rosario con il Bambino e ai lati San Domenico e Santa Caterina da Siena è custodito sull’altare maggiore ed ha una cornice di bronzo dorato contornata dai quindici misteri del Rosario dipinti da Vincenzo Paliotti; questa tela è diventata oggetto di profonda venerazione in tutto il mondo. Il dipinto fu comprato da un rigattiere da Padre Alberto Maria Radente del Convento di S. Domenico Maggiore che lo donò a Bartolo Longo. Accadde poi che, una giovane si era recata al Santuario per chiedere alla Madonna di essere guarita dall’epilessia, fossa guarita e, da quel momento, la chiesa è divenuta un luogo di pellegrinaggio internazionale. I fedeli hanno arricchito il quadro con le loro offerte votive: oro, gioielli, pietre preziose, che oggi sono stati allontanati dalla tela per evitare dei danni alla stessa.

Poco distante dal santuario c’è la casa di Bartolo Longo il cui piano superiore è stato adibito a museo ed ospita stampe che descrivono le eruzioni del Vesuvio dal 1621 al 1944, nonché frammenti di minerali e rocce vulcaniche e fotografie.

Inoltre, c’è una biblioteca con 1300 volumi all’incirca e vari reperti provenienti da svariati siti archeologici vesuviani.

Cena e il pernottamento in hotel.

2° GIORNO: SCAVI DI POMPEI E NUOVI RITROVAMENTI

Dopo la prima colazione, siamo pronti per immergerci nel favoloso mondo antico di Pompei.

Pompei - Campania - Scopri l'Italia

Città di origine Osca, dopo la guerra sociale, Pompei divenne colonia romana col nome di Cornelia Venera Pompeiana. Semidistrutta da un terremoto nel 62 d.C. l’intera città e le sue splendide ville suburbane furono sepolte mentre la ricostruzione era in corso. E fu proprio la grande quantità di materiale vulcanico che la ricoprì in pochi istanti a determinare lo stato di conservazione di edifici, suppellettili e corpi consegnandola ai posteri quasi intatta come in una capsula del tempo. Partendo dalla posizione dei corpi rinvenuti, quelli della “famiglia di Polibio”, del proprietario di una tintoria, di una donna che fuggiva con i suoi gioielli e molti altri, gli studiosi sono stati capaci di ricostruire gli ultimi momenti di vita della popolazione.

I suoi abitanti non sapevano di vivere all’ombra di un vulcano dormiente da oltre 1500 anni e per questo non riuscirono a fuggire in tempo nonostante Plinio il vecchio, ammiraglio della flotta romana cercò di portarli in salvo in seguito all’eruzione.
Ci addentreremo in questo fiorente porto e mercato mediterraneo, attraversando ciò che resta degli edifici civili, disposti lungo strade ben conservate, come la Casa del Chirurgo, quella del Fauno, dei Casti Amanti e per la famosa Villa dei Misteri. Quest’ultima prende il nome dalle pitture murali che raffigurano i riti di iniziazione al culto di Dioniso.

La nostra attenzione sarà sicuramente catturata dai caratteristici graffiti sulle pareti esterne degli edifici, che invece all’interno erano decorati da affreschi di grande gusto e scene di vita quotidiana da cui gli archeologi hanno desunto il carattere mondano della vita che vi svolgeva e testimoniano ancora oggi il lusso e l’amore per l’arte e la bellezza degli antichi romani.
Proseguiremo dunque ammirando il buono stato di conservazione  del foro principale e degli altri edifici pubblici, come il Capitolium, la Basilica, i bagni pubblici, il foro triangolare, i due teatri e le Terme Stabiane.

TERME STABIANE (Pompei)
La città di Pompei raccoglie in se due mondi molto distanti: da un lato ciò che resta di una delle più ricche città dell’impero romano e dall’altro la spiritualità cristiana, testimoniata dai tanti pellegrini in visita al rinomato Santuario dedicato alla Beata Vergine del Rosario di Pompei, testimonianza tangibile della devozione verso la Madonna. Il mondo pagano e quello cristiano convivono a meno di 800 metri di distanza, vicini nello spazio, lontani nei principi e nelle aspirazioni, conseguenti nel tempo.
Arriveremo dunque alla parte più “toccante” di questo tour: la vista dei calchi in gesso, un'”istantanea” dell’agonia a cui gli antichi pompeiani furono sottoposti dai gas roventi provenienti dal Vesuvio.

Scoperta agli Scavi di Pompei, ritrovati due corpi perfettamente conservati

Sosta presso aerea attrezzata all’interno dei sito archeologico per il pranzo libero, proseguiremo verso la nostra scoperta della città sommersa.
Ci imbatteremo davanti la Villa dei Misteri come la Casa del Fauno fino ad arrivare all’anfiteatro di Pompei. Ognuno di questi reperti meriterà l’ascolto dei racconti della nostra guida che ci spiegherà minuziosamente la loro storia.
Finalmente arriviamo a ciò che ha sconvolto tutti gli appassionati di archeologia : i nuovi ritrovamenti emersi di recente, durante la manutenzione del Regio V: un Termopolio perfettamente conservato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali al suo fianco, con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali.  La cosa che più a stupito è però il ritrovamento nei recipienti del Termopolio, di tracce di alimenti che venivano venduti in strada.

STORIE | Termopolio di Pompei, la tavola calda antica duemila anni

Era infatti abitudine dei pompeiani quella di consumare all’aperto cibi e bevande calde. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana.
Di fronte al Termopolio, nella piazzetta antistante, potremo ammirare una cisterna, una fontana e una torre piezometrica per la distribuzione dell’acqua, dislocate a poca distanza dalla bottega già nota per l’affresco dei gladiatori in combattimento.

Pompei, scoperta straordinaria: un Termopolio con cibo
Al termine di questa intensa giornata, ritorneremo in hotel per la cena e il pernottamento.

3° GIORNO: POMPEI-MUSEO BOSCO REALE-

Dopo la prima colazione visita al  Museo di Boscoreale detto anche Antiquarium di Boscoreale. 

Vale i soldi del biglietto. - Recensioni su Antiquarium Nazionale, Boscoreale - Tripadvisor

L’Antiquarium è stato inaugurato nel 1991 ad opera della Soprintendenza archeologica di Pompei per offrire ai visitatori la possibilità di conoscere il territorio vesuviano durante l’epoca antecedente l’eruzione del Vesuvio del 79, con reperti della flora e fauna del luogo, della vita agricola e degli usi quotidiani degli abitanti della zona. Potremo vedere reperti come del Pane carbonizzato dall’eruzione del 79 d.C.

Durante la nostra visita museale, che si sviluppa in un corridoio, nel quale sono esposte alcune illustrazioni che raffigurano l’evoluzione nel corso degli anni del bosco e della palude formata dal fiume Sarno, e in due sale: la prima dedicata alla flora e alla fauna, alla cosmesi, all’allevamento, all’agricoltura e alla medicina, mentre la seconda raccoglie reperti provenienti per la maggior parte dalle ville di Boscoreale ma anche da altri siti vesuviani.

 

Antiquarium di Boscoreale, così vivevano gli antichi - ècampania

Nella prima sala troveremo reperti come zappe, ami, resti vegetali di pini e pigne, anfore vinarie, il calco di una foglia di una villa stabiana e calchi di animale come quello di un cane con ancora indosso il collare e quello di un maiale.

Nella seconda sala sono conservati reperti provenienti da Villa Regina, come un’ermetta marmorea, una tazza in ceramica e delle lucerne, da Villa della Pisanella, come un frantoio in pietra lavica, dei sigilli in bronzo ed un plastico della villa che riproduce la grande cella vinaria con ben 84 dolia infossati; sono inoltre presenti reperti provenienti dalla villa di Marcus Livius Marcellus, di Numerius Popidius Florus e di altre ville parzialmente scavate nel territorio di Boscoreale.

Tesoro di Boscoreale

Accanto all’Antiquarium, vedremo i resti dell’unica villa romana della zona interamente scavata e ricostruita, chiamata Villa Regina: si tratta di una villa agricola, di modeste dimensioni, dedicata alla produzione del vino, così come testimoniato dalla vasca di pigiatura dell’uva, dal torchio vinario ligneo, di cui oggi rimane il calco e dalla cella vinaria con gli orci posti sotto terra per la conservazione del vino.

Pranzo in ristorante.

E trasferimento a Castellammare di Stabia per la salita in funivia al Monte Faito.

La Funivia Faito collega la città di Castellammare di Stabia al Monte Faito da cui appunto prende il nome, raggiungendo in soli 8 minuti i 1100 metri della cima del monte.

È stata aperta per la prima volta nel 1952 e la sua funzione è sempre stata prevalentemente di tipo turistico. Ottima dal punto di vista strategico poiché si trova molto vicino alla linea Napoli-Sorrento della Circumvesuviana.

Arrivare dal mare a 1050 metri in circa otto minuti può forse creare sorpresa, ma lo spettacolo del panorama che, salendo, progressivamente si apre davanti agli occhi man mano che ci si avvicina alla cima del monte Faito, è del tutto straordinario.

Cena e pernottamento  in hotel.

 

4°GIORNO: MOSTRA GLADIATORE CHIESA REAL BOSCO CAPODIMONTE-ROMA

Dopo la prima colazione in hotel e aver rilasciato le camere, trasferimento al Museo Archeologico di Napoli dove potrete ammirare la bellissima mostra sui Gladiatori.

 

Idoli delle folle, brama delle donne, agitatori di storiche ribellioni, i gladiatori già nell’antichità guadagnarono una fama che andò ben oltre l’arena e accomunò tutto l’Impero, anche le sue propaggini nordeuropee. Molti di questi echi hanno nutrito la filmografia hollywoodiana fino al capolavoro di Ridley Scott.
Con l’Antikenmuseum di Basilea abbiamo voluto raccontarne le vicende, attraverso centosessanta opere che descrivono l’arte gladiatoria, che permeava molti aspetti della vita quotidiana dei romani, dalle domus private (mosaici e affreschi interni, graffiti sulle facciate esterne, oggettistica e ornamenti) agli ambienti pubblici.
Stavolta, tuttavia, i gladiatori non sono rappresentati solo come uomini coraggiosi, pronti ad affrontare la morte in ogni scontro, ma anche nella loro dimensione privata, intima, come provano i testi delle iscrizioni funebri.
Oltre che dall’Antikenmuseum di Basilea, dalla Svizzera giungono importanti reperti come il mosaico di Augusta Raurica, che, visibile dopo il restauro, rappresenta scene di combattimenti su una superficie di eccezionale estensione. Altri importanti prestiti provengono da Pompei, Roma, Paestum, Capua, Ravenna.
La mostra è anche una straordinaria occasione per costruire una superba rete degli anfiteatri campani, italiani ed europei che possa sopravvivere a lungo in armonia con quanto, da tempo, indica la Regione Campania, che promuove itinerari territoriali tematici. I miei sentiti ringraziamenti vanno in primis ad Andrea Bignasca, a Valeria Sampaolo e a Friedrich-Wilhelm von Hase per aver concepito l’idea ed elaborato il progetto scientifico dell’esposizione.
Agli archeologi Esaù Dozio, Laura Forte e Valentina Cosentino va la mia riconoscenza per la curatela di tutti gli altri aspetti scientifici e organizzativi.
Ad Andrea Mandara e Francesca Pavese per il progetto allestitivo.
Ad Electa per la redazione del catalogo.
“Gladiatori” è la mostra più bella e, per le tristi vicende accadute nel mondo negli ultimi mesi, anche quella più sofferta per il MANN.
Siamo stati feriti, ma ci siamo rialzati.
Lo spettacolo nell’arena può continuare.

 

Al termine  ancora un altra “recente scoperta” :la Chiesa di San Gennaro nel Reale Bosco di Capodimonte,  gioiello barocco, riaperta al pubblico dopo oltre 50 anni a giugno 2021.

Costruita nel 1745 dall’architetto e scenografo Ferdinando Sanfelice per volere del Re di Napoli Carlo di Borbone, oggi ornata con le opere dell’architetto Santiago Calatrava. E’ stata riaperta dopo 50 anni di chiusura a giugno 2021 e ristrutturata con l’intervento di Calatrava,che  va a completare la mostra “Santiago Calatrava  Nella luce di Napoli”, e consiste in un’opera globale che rilegge completamente lo spazio della cappella settecentesca, dalle vetrate al soffitto, fino alle nicchie con disegni e installazioni in porcellana ispirate ai valori del Real Bosco di Capodimonte. I manufatti sono stati realizzati sotto la direzione di Calatrava, che ha scelto personalmente le maestranze locali. 

Al termine delle visite, partenza direzione Roma. Pranzo libero lungo il percorso.

Arrivo e fine dei servizi.

 




CANARIE: Tenerife-Gran Canarie-Lanzarote-Fuerteventura

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Le temperature miti e l’ambiente naturale sono la ragione per cui queste isole vengono soprannominate “le isole d’Europa”. Non a caso cinque di esse (El Hierro, La Palma, La Gomera, Fuerteventura e Lanzarote), più la parte occidentale di Gran Canaria e il Massiccio di Anaga di Tenerife, sono state dichiarate Riserva della Biosfera. L’arcipelago vanta inoltre quattro Parchi Nazionali.Nell’entroterra, invece, troverete paesaggi sorprendenti che invitano a praticare attività come sentierismo, cicloturismo, scalata o persino speleologia. Tra i paesaggi più sorprendenti, spiccano quelli vulcanici di Lanzarote, le spiagge di dune di Fuerteventura e Gran Canaria, i verdi boschi di La Palma e La Gomera o la tranquillità degli arenili di La Graciosa. Nelle Canarie, troverete anche proposte culturali come il complesso monumentale di San Cristóbal de La Laguna, a Tenerife, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO o le opere di César Manrique, a Lanzarote.

Tenerife: La tranquillità di passeggiare tutti i giorni a maniche corte senza sentire freddo. Il piacere di camminare con il mare sempre all’orizzonte. La sensazione di affondare i piedi nella sabbia. La freschezza momentanea di sentire l’acqua dell’Atlantico facendo un bagno sulla spiaggia. L’allegria di avere il sole come compagno di viaggio. A volte, il solo pensiero ci aiuta a rilassarci. Immagina di viverlo davvero ogni giorno della tua vacanza, con la sensazione di coccolarti senza farci caso, di entrare in contatto con ciò che ti circonda, di tornare alle origini e di connetterti con la natura. Tenerife è una delle isole Canarie, note anche come “isole fortunate”. Perché? Per il clima primaverile, il paesaggio naturale di origine vulcanica, le spiagge rilassanti, i centri storici in stile coloniale, i ristoranti che fondono alta cucina e ricette popolari, e i tanti alloggi speciali che rubano sempre un sorriso ai visitatori. Il sud dell’isola è la zona perfetta dove godere del bel tempo sulle spiagge, che occupano praticamente tutto il litorale. Sulla spiaggia di Las Vistas, sulla Costa del Silencio o sulle impressionanti scogliere di Los Gigantes, potrai trascorrere qualche ora di relax. Nella zona di Costa de Adeje, si concentrano hotel e boutique di lusso, per combinare le ore passate in spiaggia con lo shopping. Al nord, troverai altre mete sul mare, come la spiaggia di Puerto de la Cruz o le famose piscine del Lago Martiánez. L’ambiente naturale è una delle grandi attrazioni di Tenerife. Le origini vulcaniche favoriscono la presenza di scenari unici, che puoi esplorare attraverso visite dal fascino rurale nel nord dell’isola, un itinerario che tocca i suoi vulcani o un percorso attraverso il Parco Nazionale del Teide (dichiarato Patrimonio Mondiale). La Valle de La Orotava, le aree rurali di El Palmar o Teno Alto, sono zone in cui poter godere della tranquillità della natura. Dall’altro lato, c’è il Teide, la vetta più alta della Spagna, ai cui piedi è possibile alloggiare o su cui potrai salire in funivia. Assistere al tramonto da uno dei punti panoramici del parco nazionale oppure trascorrere qualche ora osservando il cielo stellato, sono magnifiche opzioni per rilassarsi a contatto con la natura. La cultura di Tenerife è ancora sconosciuta ai più. Si concentra soprattutto su San Cristóbal de La Laguna e Santa Cruz. La prima è una città tranquilla che può essere visitata passeggiando per le ampie zone pedonali tra edifici storici dal marcato stile coloniale. E poi c’è Santa Cruz, che è la capitale dell’isola. Oltre alla grande offerta commerciale, vale la pena visitare plaza de España, il parco García Sanabria, il mercato Nuestra Señora de África, il moderno auditorium o il centro d’arte TEA.

Gran Canaria: Il clima privilegiato e le spiagge sono solo due ragioni. Quest’isola offre infatti anche uno straordinario patrimonio naturale e un magnifico scenario per la pratica degli sport nautici. La varietà dei paesaggi di Gran Canaria è sorprendente. I suoi 236 chilometri di costa propongono innumerevoli possibilità di scelta. Dalle tranquille cale del sud fino a zone più turistiche come Las Palmas de Gran Canaria o San Bartolomé de Tirajana, con la famosa spiaggia dell’Inglés, attraversando ambienti singolari come la spiaggia di dune di Maspalomas o i selvaggi arenili di Güi-Güi. La natura di Gran Canaria rappresenta un’altra delle sue bellezze. Il 46% del territorio è stato dichiarato Riserva della Biosfera da parte dell’UNESCO. Seguendo la vasta rete di sentieri è possibile visitare a piedi o in bicicletta i vari parchi naturali, e addirittura osservare balene e delfini nel loro habitat naturale. Si tratta infatti di animali spesso presenti nella zona sud dell’isola.

Lanzarote: Una delle isole più affascinanti dell’arcipelago delle Canarie è indubbiamente Lanzarote. Appena arrivati, lo sguardo si sofferma sui colori inconfondibili dei paesaggi vulcanici, in contrasto con il blu dell’Atlantico. Sono pochi gli alberi, ma la bellezza della vegetazione che si fa spazio in questo luogo è sorprendente. I paesi si compongono di casette bianche e l’orizzonte è infinito. Qui la natura convive con l’arte. Il tempo sembra essersi fermato e il visitatore capisce che si tratta di un angolo speciale del nostro pianeta. Così si rilassa, ne approfitta per visitare i musei, le grotte e le spiagge solitarie dell’isola o per degustare i vini speciali, e comprende perché in questo luogo si respira tanta vita. Sull’isola sono presenti oltre 100 vulcani e guardandone i paesaggi sembra quasi di essere sulla Luna. Uno dei luoghi più spettacolari è il Parco Nazionale di Timanfaya, dove è possibile ammirare ben 25 crateri, altrettanto sorprendenti sono i parchi naturali dell’Archipelago di Chinijo e di Los Volcanes. Quest’ultimo, in particolare, affascina i visitatori con il suo Charco Verde, una laguna di colore verde acceso collegata al mare da fessure sotterranee. La bellezza delle sue peculiari spiagge, come quella di Famara e di Papagayo, non è da meno. Modellata da César Manrique , questo artista ha cercato di preservare il fantastico ambiente naturale dell’isola creando opere architettoniche che si integrano e rispettano la natura. Grazie a lui, oggi si possono visitare, per esempio, la Casa del Volcán (sua residenza), l’impressionante Mirador del Río con viste sull’isola di La Graciosa, tunnel di lava come i Jameos del Agua o la Grotta de los Verdes, in cui è possibile assistere a un concerto o ammirare un giardino con oltre 7.000 esemplari di cactus.

Fuerteventura: Fuerteventura , situata nelle Isole Canarie, ha una lunghezza di 210 chilometri da un’estremità all’altra. Si distingue prima di tutto per le splendide spiagge di sabbia bianca e per il sole che splende tutto l’anno. Destinazione obbligata per gli amanti del windsurf e del diving, offre scenari naturali impossibili da dimenticare. I suoi 340 chilometri di costa propongono oltre 150 spiagge, a sud e a nord. Le scogliere e le cale più intime compaiono invece sulla costa orientale. Il clima mite, le spiagge ondulate dalle dune, la splendida natura e le moderne infrastrutture alberghiere rendono Fuerteventura una destinazione turistica privilegiata. Un buon sistema per scoprire i luoghi più insoliti è percorrere i sentieri che attraversano l’isola e che conducono a zone in cui la natura domina incontrastata. Ne sono un esempio Montaña Tindaya o il Parco Rurale di Betancuria, lo spazio naturale più vasto dell’isola.SONO PREVISTI VOLI DA TUTTA ITALIA ,DA ALCUNI AEREOPORTI ANCHE DIRETTI

1° GIORNO: Roma-Tenerife

Partenza da Roma con voli di linea per Tenerife. Arrivo in Aeroporto e accoglienza staff per Escursione al Vulcano Teide.

Iniziamo subito il nostro tour con una delle escursioni più importanti di questo nostro viaggio, scopriremo la vita intorno alla vetta più alta della Spagna nel cuore dell’isola canaria di Tenerife, ove si trova uno dei Parchi Nazionali più visitati di tutta l’Europa. Qui il vero protagonista è il vulcano Teide, il “tetto” della Spagna, con i suoi 3.718 metri di altitudine. Aprite bene gli occhi perché ad ogni passo troveremo qualcosa di sorprendente. Tra l’ecosistema che le eruzioni hanno formato vive un’incredibile fauna, soprattutto di invertebrati, ma anche una flora adattata all’alta montagna e formazioni geologiche uniche in Europa.

Il Teide ed il suo parco nazionale Tenerife - Tenerifesurprise

Secondo le credenze degli aborigeni canari (guanches), Guayota, il re del male, il demonio, viveva all’interno del Teide (l’inferno) e rapisce il dio Magec (dio della luce e del sole), portandolo con sé all’interno del Teide. I guanches chiedono l’ausilio di Achaman, il loro dio supremo, che riesce a sconfiggere Guayota, a liberare Magec e a tappare il cratere del Teide. Dicono che il tappo collocato da Achaman sia l’ultimo cono del vulcano, di colore biancastro, che corona il Teide.

Nel mondo classico, il Teide ha suscitato sempre un grande fascino. Lo storico greco Erodoto fa riferimento al Teide in due occasioni: “(…) L’Atlante è elevato e ha una figura cilindrica. Si dice che è così alto che non si può vedere la sua cima per essere coperto sempre di nuvole sia d’inverno che d’estate, e i suoi abitanti lo chiamano la Colonna del Cielo (…)”. L’altro racconto di Erodoto dice: “(…) c’è in quei mari un monte chiamato Atlante, che è alto, rotondo e così eminente che non si può scorgere bene la sua cima (…)”.

Plinio Il Vecchio, scrittore romano, (24-79 d.c.), nella sua opera, “Naturalis Historia”, cita la neve che la spedizione del re Juba II vede una volta giunta alle isole: “(…) Ninguaria ricoperta di nuvole che ha ricevuto questo nome per le sue nevi perpetue (…).

Durante il Rinascimento, molti storici e avventurieri iniziano a identificare le isole atlantiche con i resti di Atlantide e il Teide con i Monti dell’Atlante, rappresentando le Isole Canarie le parti più alte del continente sommerso.

Nell’epoca dell’espansione europea, il Teide è considerato la montagna più alta del mondo, grazie alla sua imponente altitudine e viene utilizzato da tutti i navigatori, spagnoli, portoghesi e britannici, come faro durante la navigazione nell’Oceano Atlantico verso sud.

Cena e pernottamento in hotel .

2° GIORNO: Giornata libera 

Colazione e giornata libera, dedicata alla spiaggia, al relax o ad attività personali.

 

Canarie, Tenerife Sud (Costa Adeje) | Green Pass Golf

Oggi potrete godere del clima mite presente sull’isola anche in questo periodo dell’anno, ammirando l’Oceano davanti a voi e passeggiando sulle spiagge della Costa Adeje, una delle più belle di quest’isola, oppure potrete godere del meritato relax nella struttura 4* che vi ospita, usufruendo di servizi come piscine, lettini e bar.

Cena e pernottamento.

3° GIORNO: San Cristobal de la Laguna (Tenerife) – Gran Canaria

Dopo la prima colazione e con i bagagli pronti, andremo a visitare San Cristobal de la Laguna.

Turismo a San Cristóbal de La Laguna. Cosa vedere | spain.info in italiano
San Cristóbal de La Laguna, antica capitale di Tenerife, è una storica città delle Canarie che vanta una lunga tradizione universitaria, centro del potere politico, economico e culturale dell’arcipelago. Inoltre, è stata la prima città coloniale, non fortificata, che ha mantenuto intatto l’originaria configurazione delle strade del XV secolo. La sua peculiare pianificazione urbanistica coloniale le è valsa il titolo di Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1999; la città ospita alcuni dei monumenti religiosi più importanti dell’isola, tra cui la Cattedrale, come pure numerosissime dimore signorili dei secoli XVII e XVIII.

 

L’Università de La Laguna è una delle istituzioni più emblematiche di questo comune e una dimostrazione dell’importanza culturale di questa città.
Durante la nostra passeggiata avremo l’opportunità di visitare:

Casa de La Alhòndiga – è stata costruita agli inizi del XVII secolo e il suo nome deriva dalla sua funzione di casa pubblica dove avveniva la compravendita del grano.

La Casa Alvarado – Brancamonte – il bel patio che si trova al suo interno è un tipico esempio di patio canarino. Qui si trova uno degli uffici del turismo della città.

Palacio Lercaro– l’edificio è stato costruito nel XVI secolo per una importante famiglia genovese e adesso è sede del Museo della Storia e Antropologia di Tenerife.

Chiesa ed ex convento di San Agustin – il convento preserva molti degli elementi originari, nonostante le varie modifiche che ha subito durante i secoli. La chiesa, invece, è stata distrutta da un incendio nel 1964.

Chiesa Nuestra Senora de la Concepcion – la sua torre è uno degli edifici più rappresentativi del centro storico. Al suo interno si trova un importante patrimonio artistico, con numerose opere di Luján Pérez, Fernando Estévez e Cristobal Hernández de Quintana.

Iglesia de La Concepción di La Orotava - Wikipedia

Teatro Leal – inaugurato nel 1915, è uno dei principali spazi culturali del comune. Offre una varia programmazione teatrale e musicale durante tutto l’anno.

La Cattedrale di Nuestra Señora de los Remedios – la sua costruzione è iniziata nel 1515 ma dopo le varie restaurazioni nel corso degli anni, del disegno iniziale adesso rimane solo la facciata in stile neoclassico. Da vedere il suo splendido altare in marmo di Carrara.

Al termine trasferimento al porto di Tenerife. Imbarco in direzione Gran Canaria. L durata della traversata in traghetto sarà di circa un’ora e mezza.

All’arrivo trasferimento in Hotel cena e pernottamento.

4° GIORNO: Tour Gran Canaria

Subito dopo la prima colazione, rilascio delle camere e  ci avvieremo nell’escursione attraverso il centro dell’isola di Gran Canaria. Inizieremo visitando Mogan, che si trova nell’entroterra dell’isola di Gran Canaria, ed è il capoluogo di un comune che possiede un’enorme varietà orografica.

Gran Canaria: Cosa Vedere, Spiagge e Clima - Idee di viaggio - Zingarate.com

Dal suo centro storico, nella zona della valle, si gode di una magnifica veduta delle cime che si innalzano fino al centro dell’isola. La frondosa vegetazione dell’entroterra montuoso si trasforma, in pochi chilometri, in scogliere che arrivano fino alle acque dell’Atlantico, nelle quali si aprono ampie spiagge con servizi di prim’ordine. La gola di Arguineguín conduce a Puerto de Mogán, un antico quartiere di pescatori, che è diventato uno dei luoghi più attraenti delle Canarie. Qui, le antiche case della città marittima ricoprono i versanti della scogliera, seguendo i canoni dell’architettura canaria. Qui, anche i moderni impianti del porto turistico fanno riferimento alla tradizione, utilizzando forme rette, pareti bianche e spazi colorati. Nella zona più moderna, il lungomare offre una magnifica veduta sugli yacht del porto. Il Porto di Mogán è inoltre uno dei punti migliori per organizzare le uscite degli amanti della pesca sportiva. Le numerose zone residenziali di lusso sono state costruite in riva all’oceano. Proseguiremo la visita a Tejeda, dove si trova il Roque Nublo, roccia simbolo dell’isola di Gran Canaria.

Roque Nublo - Wikipedia

Il municipio di Tejada sorge al centro dell’isola di Gran Canaria. La depressione di Tejeda si apre su una caldera vulcanica sulla quale si erge una montagna sormontata da vari promontori rocciosi, come il Nublo, enorme roccia basaltica simbolo di Gran Canaria, e il Bentayga, dove si trovano le Grotte del Rey, luogo sacro preispanico in cui si possono ammirare una serie di pitture rupestri. L’ambiente naturale di questa zona è caratterizzato da immensi boschi di pino canario, che condividono lo spazio con enormi distese di mandorli. Non perderemo inoltre la visita alla chiesa parrocchiale di Nuestra Señora del Socorro e del Parador Nazionale di Tejeda. 

Proseguiremo dunque per Teror che è un importante centro religioso e di pellegrinaggio. Il municipio si trova nella parte settentrionale dell’isola. Fedeli di tutto l’arcipelago canario vengono qui per adorare la patrona della diocesi delle Canarie, la Madonna del Pino. La sua festa si celebra il sette settembre con un tradizionale pellegrinaggio e danze popolari. Effettueremo un percorso per il centro storico, che ci consentirà di scoprire le numerose costruzioni religiose e le case nobiliari che sono state edificate a ridosso del santuario della Madonna.

Tour dei mercatini di Teror e San Mateo, Gran Canaria

Dopo aver consumato il nostro pranzo libero nei ristoranti della zona dove potrete gustare le deliziose specialità locali., andremo alla volta di Firgas. Questa cittadina è famosa grazie alla produzione dell’omonima acqua minerale. Nei pressi di Firgas si trova infatti un impianto di imbottigliamento che produce all’incirca 200.000 bottiglie di acqua minerale ogni giorno. L’acqua Firgas è la più diffusa su tutta Gran Canaria.

Ed eccoci arrivati ad Arucas. Il comune offre la possibilità di contemplare alcuni angolini che conservano parte della loro antica bellezza naturale. Il comune di Arucas si trova al nord dell’isola di Gran Canaria, a circa 12 chilometri di distanza da Las Palmas de Gran Canaria. Distesa lungo il fianco di una montagna d’origine vulcanica, la città è circondata da campi coltivati a miglio e patate e da piantagioni di banani. Si possono anche osservare alcune piante d’eucalipto. Le eruzioni del vulcano o montagna di Arucas crearono la pianura di Arucas, una zona colma di sedimenti e piccoli promontori come la Punta de Camello.

Centro antico di Arucas - Gran Canaria - Centri storici

Visiteremo La chiesa di San Juan Bautista, ribattezzata cattedrale insulare.

Nel patrimonio storico e artistico della città di Arucas spicca la chiesa di San Juan Bautista, tempio che gli abitanti hanno ribattezzato come cattedrale fin dalla sua ricostruzione nel primo Novecento. Di stile neogotico, custodisce un notevole tesoro artistico, con sculture di origine italiana e dipinti fiamminghi e andalusi. A cielo aperto merita una passeggiata per il parco Gourie e il giardino botanico di Las Hespérides, che è stato costruito nel 1880.

Ultima tappa del nostro tour sarà Vegueta: è il quartiere originario di Las Palmas de Gran Canaria, capitale di Gran Canaria, e il luogo in cui nel 1478 le truppe di Juan Rejón eressero il Real de las Tres Palmas, nome che si rifà alle tre palme che si trovavano sul luogo. È stato inoltre il primo insediamento castigliano nell’Atlantico e il luogo da cui partì la conquista delle Canarie da parte della Corona di Castiglia.

Discover Vegueta, the oldest part of Las Palmas.

Cena e pernottamento.

5° GIORNO:  Gran Canaria- Lanzarote – Casa di Cesar Manrique

Prima colazione al sacco e valige pronte, trasferimento all’aeroporto di Gran Canaria per prendere l’aereo direzione Lanzarote. All’arrivo ci dirigeremo alla scoperta di questa zona dell’isola totalmente influenzata da Cesar Manrique.

Jardín de Cactus, il paradiso dei cactus | Visitare Lanzarote

Ci fermeremo a visitare Il Giardino dei Cactus: il settimo e l’ultimo giardino creato da Manrique.

Jardín de Cactus – Lanzarote – Musei e attrazioni turistiche

Inaugurato nel marzo 1990, ospita più di 10000 cactus di circa 1000 specie diverse. Cesare Manrique, partendo dalla flora autoctona dell´isola e utilizzando le sue risorse naturali più caratteristiche, l’ha dotata della sensibilità necessaria per queste piante apparentemente inerti, venire alla luce. Proseguiremo verso il Punto di vista del Fiume: sorge sul Risco de Famara a 475 m. sopra sul livello del mare, e ci permetterà  di osservare dalla sua scogliera le piccole isole che circondano Lanzarote, e che formano il noto Arcipelago Chinijo, godendo di una vista panoramica di bellezza eccezionale.

Parque Natural del Archipiélago Chinijo – Lanzarote – Spazi naturali

Qui avremo tempo per consumare il nostro pranzo libero e un pò di relax, complice lo scenario suggestivo.

Successivamente ci dirigeremo verso la Grotta dei Verdi: un tubo vulcanico che ci permette di entrare nelle sue cavità magistralmente disposte. Dentro potrete vedere il “tira e molla” della lava che nei secoli, mentre passava, intagliava e modellava le grotte e le sue cavità, a testimonianza del vigore della forza della natura. A nord di Lanzarote, ai piedi del vulcano Corona, la cui ultima eruzione fu 3.000 anni fa, iniziò uno dei sistemi di grotte e tubi più interessante del mondo.

Cueva de los Verdes: origine e come visitarla | C-Magazine

Jameos del Agua - Turismo Lanzarote

Successivamente andremo a I Jameos dell’Acqua: è stata la prima attrazione architettonica progettata da César Manrique nel 1968. Salendo a scala a chiocciola per la prossima bolla vulcanica, il Jameo Grande, lungo 100 metri e largo 30, raggiunge un bel giardino con grande piscina. Qui troveremo due ristoranti sono costruiti nelle nicchie delle rocce. Alla fine del Jameo Grande si apre una sala da concerto, con architettura e un’acustica ammirevole.

Lanzarote: 10 angoli tutti da scoprire di questa splendida isola

Jameos del Agua, tra natura e arte | Visitare Lanzarote

Rientro in hotel per cena e pernottamento

 

6° GIORNO: Timanfaya-Playa de Papagayo-Fuerteventura

LANZAROTE: VISITARE IL PARCO NAZIONALE DEL TIMANFAYA

Colazione e valige pronte, oggi ci dirigeremo verso Timanfaya. Le eruzioni del XVIII e XIX secolo trasformarono gran parte del paesaggio dell’isola, seppellendo una dozzina di villaggi e parte delle zone agricole più ricche. Una nuvola di cenere e detriti vulcanici si stabilì, formandosi i “calanchi” dei Monti di Fuoco, oggi Parco Nazionale del Timanfaya. Più di cento nuovi crateri sono emersi in Timanfaya dal 1730 al 1736. Da qui quell’aspetto lunare e fantastico del parco, esaltato da i toni ocra e grigi dei lapilli vulcanici e dal silenzio opprimente che avvolge l’atmosfera.

Timanfaya Lanzarote: Come Visitare Il Parco dei Vulcani

Le anomalie termiche fanno festa, sull’Isolotto di Hilario, infatti qui potremo vedere come un po’ d’acqua introdotta in un buco nel terreno, si trasformerà in un geyser di vapore bollente, in pochissimi secondi.  Proseguiremo il nostro tour sulla Strada dei Vulcani, ove potremo vedere la natura e la quantità di crateri esistenti. Proseguiamo verso il cratere El Golfo. Dentro troveremo una laguna naturale formata da infiltrazioni di acqua di mare. Accanto ad esso, sono Los Hervideros, un luogo dove le onde si infrangono con tale forza che hanno scolpito intagli stravaganti sugli scogli.

El Golfo | Visitare Lanzarote

Pranzo libero e pomeriggio dedicato al relax presso la spiaggia del Papagayo, una caletta di candida sabbia, piccole dimensioni ed enorme bellezza. Con la sua conformazione a mezzaluna o concha (come preferiscono definirla alcuni residenti), Papagayo seduce per le sue acque trasparenti di color smeraldo che rimangono immobili per tutto il giorno come se fosse una piscina. Escursione in 4×4.

Playas de Papagayo - Turismo Lanzarote

Trasferimento in hotel ove ci attende la cena e pernottamento.

7° GIORNO: Tour di Fuerteventura 

Trasferimento al porto di Lanzarote per imbarcarci in direzione Fuerteventura, ultima isola del nostro splendido tour. La traversata in traghetto dura circa mezz’ora. Andremo alla scoperta di quest’isola, che si distingue da sud a nord per i cambiamenti panoramici e la diversità di vegetazione.

 

Le 11 cose più belle da vedere a Fuerteventura | Costa Crociere

Inizieremo visitando La Pared; la spiaggia di La Pared si trova sulla costa occidentale dell’isola, il lato più selvaggio e sferzato dai venti immersa in un paesaggio lunare, tra montagne vulcaniche e una costa frastagliata disegnata dalle onde impetuose dell’oceano, La Pared mostra il volto più selvaggio di Fuerteventura. Il villaggio prende il nome dal muro ( pared in spagnolo) che divideva i due regni di Maxorata e Jandia al tempo dei primi colonizzatori. La strada che collega Costa Calma a la Pared è una striscia di asfalto che corre diritta per qualche chilometro tra un paesaggio arido ma pieno di fascino. Certamente uno dei percorsi on the road più belli di Fuerteventura!

Di seguito ci dirigeremo a la Pájara, sempre nel sud dell’isola nella penisola di Jandia, che è un paesino ordinato, con molti giardini e una bella chiesa del 1600, Nuestra Senora de Regla, piccola ma affascinante. Sul portale esterno ci sono simbolo Aztechi, forse portati alle Canarie da esploratori che erano stati in Messico quando le isole erano uno dei porti di scalo principali verso le colonie americane.

Turismo a Pájara nel 2021 - recensioni e consigli - Tripadvisor

Dopo questa bella passeggiata rimonteremo in pullman per dirigerci verso le Grotte naturali d´Ajuy. Affacciate sul versante ovest di Fuerteventura, le Grotte naturali dAjuy rappresentano una meta immancabile durante il nostro tour dell’isola. Spiaggia nera, un pittoresco borgo marinaro e un interessante sistema di grotte affacciate sul mare sarà quello che ci attenderà al nostro arrivo. L’area appena a nord del villaggio è un’area naturale protetta di interesse geologico (Monumento Natural de Ajuy) per gli strati di antiche rocce sedimentarie e fossili di creature marine estinte. Il Monumento Natural è situato all’interno del più ampio Parco Rurale di Betancuria ed è anche Zona di Protezione Speciale per gli Uccelli. Un paesaggio naturale davvero unico da vistare. All’estremità settentrionale della spiaggia inizia un breve sentiero costiero che conduce alle grotte marine. Qui si possono ammirare le rocce più antiche delle Isole Canarie – oltre 100 milioni di anni – formatesi prima che le placche americana e africana si separassero, insieme a strati di antiche spiagge e depositi di fiumi a lungo prosciugati. Il sentiero è facilmente percorribile e alla portata di tutti.

Escursione a Corralejo, El Cotillo e Ajuy dal sud di Fuerteventura

Dopo aver goduto di questo spettacolo che la natura ci ha regalato, riprenderemo il pullman e andremo a Betancuria l’antica capitale dell’isola. Si tratta del primo nucleo abitato fondato dai colonizzatori spagnoli e prende il nome da Jean de Béthencourt, che la fondò nel 1405 facendo costruire degli alloggi per i militari e una cappella.

Betancuria Old Town | Hello Canary Islands

Jean de Bethencourt decise di iniziare la costruzione della sua roccaforte in una nascosta valle interna, decisamente lontana dal mare e quindi più facilmente difendibile dagli attacchi dei pirati che ai tempi imperversavano sulle coste canarie con i loro devastanti saccheggi. Inoltre questa zona era anche molto florida a livello agricolo (per gli standard desertici di Fuerteventura) ed era in grado di regalare ottimi raccolti di cereali e quindi dare possibilità maggiori di sostentamento. Fin dalla sua nascita è stata destinata a essere importante e, dopo essere stata scalzata dal ruolo di capitale dell’arcipelago, divenne capoluogo di Fuerteventura. Nonostante la posizione difficile da raggiungere e le piccole dimensioni rimase tale fino al 1834.
Questa cittadina coloniale è famosa per le sue costruzioni religiose molto appariscenti. Riconosciuta nel 1979 come sito storico locale, è il luogo perfetto per chi vuole scoprire qualcosa di più sulla cultura canaria ai tempi dei primi conquistatori.

Senza dubbio il cuore religioso di Betancuria è la Chiesa Di Santa Maria, che venne costruita subito dopo la fondazione della città. L’edificio presenta ancora alcune parti originali come la base della torre campanaria, ma purtroppo gli attacchi pirateschi del famoso bandito Xaban Arraez e della sua ciurma hanno raso al suolo buona parte della struttura antica nel 1593.
Altro luogo che merita una visita è l’Eremita de San Diego (Eremo di San Diego) e l’antico convento francescano (il primo di tutto l’arcipelago) che si trova al suo fianco ovvero il Convento del San Buenaventura. Questi edifici di pietre e calce bianca sono solo parzialmente restaurati ma sono comunque bellissimi, circondati da un bel giardino. Il convento venne fondato nel 1416 e fu il primo di tutte le canarie costruito dall’ordine francescano. Era in origine un edificio costruito con materiali poveri locali come il legno di palma, per questo motivo solo alcune parti del convento sono arrivate fino a noi.
Altro motivo per il quale non possiamo godere della struttura originale è che anche questa è stata parzialmente distrutta dai pirati nel 1593. Il convento venne poi ricostruito nel XVII secolo e progettato per ospitare 18 monaci (sono ancora visibili le basi murarie delle loro celle). La chiesa arrivata fino a noi ha base a croce latina e 2 sagrestie sui lati.
A due passi si trova l’Eremo di San Diego che è in condizioni migliori. Secondo la tradizione è stato costruito sopra la grotta dove era solito pregare il santo. Questo edificio a due navate dal carattere molto tradizionale è un luogo bellissimo, spirituale e pacifico.

Betancuria: cosa vedere nell'antica capitale delle Canarie a Fuerteventura
Al termine della visita ci avvieremo al Cotillo, dove potremo rilassarci per un pranzo libero prima di poterla visitare un pò.

Il piccolo centro abitato è una delle poche zone della costa che è riuscita a mantenere intatto il proprio fascino tradizionale, il paesino vecchio è davvero grazioso affacciato sul mare e deliziosamente placido. Ma oltre al suo paesello El Cotillo è famosa per le spiagge da cartolina, tra le più belle dell’isola se non delle Canarie. Qui la sabbia è bianchissima e ci sono sia tratti di costa aperta lunghissima che piccole baie con l’acqua turchese

Proseguendo lungo la costa si trova il particolare faro del Tostón. È chiamato faro ma è in realtà un complesso di tre fari, quella al centro è alta 6 metri risale al 1897 ed è la più antica, un altro faro è stato costruito nel 1960 ed è alto 15 mt e un terzo, di ben 30 mt, è stato costruito nel 1986 ed è dipinto di rosso e bianco. Il complesso del faro ospita un museo molto carino sulla pesca tradizionale.
Ultima tappa della giornata è l’immancabile Corralejo, una cittadina adagiata sulla costa nord-orientale di Fuerteventura, la seconda delle Isole Canarie per superficie. Rinomato centro turistico, vanta moderne strutture ricettive e balneari, nonché meraviglie naturalistiche come il Parque Natural de Corralejo, con oltre dieci chilometri di dune, con spiagge ventose come Playa del Moro. Il Parco ospita fauna selvatica in via di estinzione e Montaña Roja, un vulcano con scorci panoramici. La città, un antico villaggio di pescatori, si affaccia di fronte la Isla de Lobo, un suggestivo isolotto vulcanico oggi trasformato in riserva naturale.
Terminata questa giornata entusiasmante, torneremo in Hotel per cena e pernottamento.

Parco Naturale di Corralejo – Fuerteventura – Aree naturali

8° GIORNO: Cofete 

Subito dopo la nostra colazione e con le valige pronte, andremo a visitare la spiaggia più impressionante dell’isola di Fuerteventura. Percorreremo per circa 20 km in Jeeps, una strada naturale e non asfaltata con delle auto chiamate buggies, fino ad arrivare in questa spiaggia piena di mistero.

Spiaggia di Cofete - Fuerteventura - Spiagge incontaminate

Situata a sud dell’isola canaria di Fuerteventura, in una zona ancora incontaminata di grande bellezza, questa spiaggia si estende per 14 chilometri ed è circondata da montagne. Data la posizione piuttosto periferica rispetto ai centri turistici, generalmente non è molto frequentata: ideale per chi desidera staccare e per gli amanti delle spiagge vergini. E’ un luogo abituale per il rilascio in mare di tartarughe. Qui troviamo la casa dei Winter, e un bel paesaggio che é stato teatro di diverse produzioni cinematografiche internazionali.

Geografía Canaria: Playa de Cofete - Fuerteventura #geografiacanaria #travel | Lugares hermosos, Playa, Beach life

Al termine rientro in hotel, tempo libero,cena e pernottamento.

9° GIORNO: Fuerteventura – Roma

Prima colazione, trasferimento in aeroporto, disbrigo delle pratiche e imbarco per Roma o altri aeroporti .Fine dei servizi.

 

La quota comprende: 

  • Volo di Linea A/R Italia-Canarie diretto
  • 8 notti in Hotel 4* in mezza pensione
  • Guida in italiano per tutto la durata del tour
  • Bus per intera durata del tour
  • Jeeps  in programma
  • Biglietti ingressi  ai siti e parchi indicati in programma
  • Biglietto traghetto  Tenerife-Gran Canaria
  • Biglietto  aereo  Gran Canaria-Lanzarote
  • Biglietto traghetto Lanzarote-Fuerteventura
  • Kit di Viaggio
  • Assicurazione medica massimale 4.000.000,00  (incluse spese sanitarie anche per Covid), fermo sanitario(quarantena in loco e volo di rientro alternativo) bagaglio massimale 1.500,00
  • Assicurazione annullamento per positività al Covid19 (prima durante e al rientro del viaggio)
  • Assicurazione ANNULLAMENTO AL VIAGGIO intero importo costo viaggio

La quota non comprende: 

  • Tasse Aeroportuali e adeguamento carburante soggetti a riconferma a partire da 90,00 euro
  • Pranzi
  • le mance e gli extra in genere
  • quanto non specificato alla voce “la quota comprende”

n.b. tariffa aerea soggetta a riconferma fino ad emissione dei biglietti aerei

 




Firenze – Da Dante ai Medici a Michelangelo

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Firenze, capoluogo della Toscana, ospita molti capolavori dell’arte e dell’architettura rinascimentale. Uno dei luoghi più celebri è il Duomo, la cattedrale con cupola di tegole progettata dal Brunelleschi e il campanile di Giotto. La Galleria dell’Accademia espone la scultura del David di Michelangelo mentre nella Galleria degli Uffizi si trovano La nascita di Venere di Botticelli e l’Annunciazione di Leonardo da Vinci. 

Toccheremo i maggiori siti di interesse alla scoperta dei suoi capolavori d’arte, i marmi colorati delle chiese e le architetture che ne rievocano il fasto e il ruolo svolto nello sviluppo della cultura e dell’arte rinascimentale, 4 giorni in cui Firenze per voi non avrà più misteri.

In questo viaggio alla scoperta dei mille tesori della città un occasione unica per voi:

VISITA ALLA CAPPELLA BRANCACCI!!!

Nata come un omaggio alla Vergine del Carmine, la Chiesa di Santa Maria viene costruita nel 1268 come parte di un convento delle suore carmelitane e ampliata nei secoli successivi. Nella seconda metà del Settecento la Chiesa venne quasi completamente distrutta da un incendio, che fortunatamente risparmiò la cosiddetta Cappella Brancacci.

Un ciclo di affreschi commissionati nel 1424 da Felice Brancacci, ricco mercante e politico fiorentino, illustrano la vita di San Pietro, protettore della famiglia. Gli affreschi furono realizzati a più mani da Masolino da Panicale e dal suo allievo Masaccio.

La cappella è stata recentemente sottoposta ad un eccellente restauro che ha rimosso lo strato nerofumo di fuliggine delle candele e la “pellicola” protettiva fatta di uovo e caseina, utilizzata nel 18 secolo per ravvivare i colori, che avevano oramai annerito gli affreschi. Gli affreschi hanno un’eccezionale brillantezza e vivacità, che permettono di individuare chiaramente le differenze tra l’opera di masolino e quella di Masaccio (confrontate la serenità e compostezza di Masolino nella Tentazione di Adamo ed Eva con la straziante agonia, trasfigurante, della Cacciata dal Paradiso Terrestre di Masaccio).

L’accurato restauro ha riportato alla luce le sinopie di due scene sulla parete dietro l’altare ed ha rivelato l’incomparabile maestria di Masaccio nella tecnica del chiaroscuro, che, insieme ad un interessante schema prospettico, creava molto stupore ed ammirazione tra i pittori Fiorentini del XV secolo. La sua raffigurazione di San Pietro che risana con l’ombra (a sinistra dell’altare nel registro inferiore) mostrava mendicanti e storpi con rivoluzionario realismo. Oggi i colori sono molto vividi e vivaci, tanto da sembrare quasi impossibile che siano stati dipinti oltre cinquecento anni fa.

Appartamenti lusso e ville in vendita Firenze, Sotheby's Realty1° Giorno: ROMA  – FIRENZE AI TEMPI DI DANTE 

Ritrovo dei partecipanti presso la stazione e  partenza  in treno per Firenze, arrivo in città e inizio della visita: FIRENZE AI TEMPI DI DANTE. Quando pensiamo a Dante una delle prime cose che ci vengono in mente è che sia nato e cresciuto a Firenze, Fiorenza come la chiama lui. Il sommo poeta e la sua città fondano un binomio indissolubile, sia perché egli è nato nella città gigliata sia perché una volta esiliato non smise mai di sperare di farvi ritorno. Il rapporto che lega Dante a Firenze è qualcosa di viscerale, che va al di là della mera finzione letteraria…  la visita inizia con con Piazza del Duomo cuore della città, dove si possono ammirare in un sol colpo d’occhio i monumenti principali del centro storico, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.


Qui si fronteggiano la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, iniziata da Arnolfo di Cambio nel 1296, e coronata solo nel 1436 dal capolavoro di Filippo Brunelleschi: la Cupola, simbolo di Firenze, una costruzione ardita e maestosa, dalla quale si gode un fantastico panorama sulla città, oltre che sull’interno del Duomo.
Di lato alla facciata svetta un altro gigante, il campanile di Giotto, slanciato nei suoi cromatismi, mentre di fronte al Duomo si trova l’antichissimo Battistero di San Giovanni, gioiello del romanico, ornato da porte in bronzo di Ghiberti e Andrea Pisano che da Dante veniva chiamato “mio bel San Giovanni” come nell’Inferno viene ricordato, dove Dante fu battezzato. A pianta ottagonale, interamente rivestito di lastre di marmo bianco e verde di Prato, il Battistero è coperto da una cupola ad otto spicchi poggiante sulle pareti perimetrali, mascherata all’esterno dall’elevazione delle pareti sopra l’arcata del secondo livello e da un tetto a piramide schiacciata. Questa struttura così affascinante, in cui si fondono fede, storia e arte, ha creato non pochi problemi per la sua datazione. Dopo la visita del Battistero continuiamo con il  Museo dell’ Opera del Duomo 6.000 metri quadrati di superficie articolati in 28 sale e suddivisi su tre piani: un progetto che si promette di rinnovare parzialmente il museo, allestire nuovi locali e inventare altri spazi interstiziali. Uno spettacolare allestimento in grado di valorizzare capolavori unici al mondo che per la prima volta vengono presentati in modo adeguato e fedele al senso per cui sono stati creati. Un museo nel museo, un concentrato di fede, arte e storia che non ha eguali al mondo.

Dopo il pranzo libero continuiamo alla scoperta dei luoghi di Dante. Proseguiamo  verso il Quartiere Dantesco racchiuso fra piazza della Signoria, Orsanmichele, la Torre della Castagna, l’oratorio dei Buonomini di San Martino e la Badia Fiorentina: insomma il cuore medievale di Firenze, stretto fra le case di pietra, con le torri che svettano. E’ qui che si concentra il più alto numero di lapidi dantesche: citazioni dalla Divina Commedia, collocate in luoghi significativi della città.

Le case torri appartenevano alle varie famiglie rivali, i Cerchi, i Donati, famiglie che si dichiaravano fedeli ai Bianchi o ai Neri, le fazioni che fecero sì che Dante, schierato dalla parte dei Guelfi Bianchi, fosse esiliato dalla sua città e non potesse più tornarvi. In un questa piccola porzione di città c’è anche la Casa di Dante, un museo molto frequentato. La casa – che è una ricostruzione ideale – fu edificata nel 1906 nell’area che anticamente era occupata dalle case degli Alighieri.

Autentica e antica è invece la chiesa di Dante, ovvero la chiesa di Santa Margherita de’ Cerchi. Qui si celebrò il matrimonio fra Dante Alighieri e Gemma Donati, fra queste antiche mura riposano nelle loro tombe sia i Donati che i Portinari, i familiari della Musa dantesca, l’“angelicata” Beatrice, che Dante forse incontrò proprio qui (un celebre dipinto ottocentesco inglese, opera di H. G. Holiday, ambienta questo incontro sul Lungarno, nei pressi di Ponte Santa Trinita).

Le piccole strade che costeggiano il Duomo, via della Canonica, via delle Oche e via Sant’Elisabetta (dove si può ammirare l’unica, antica torre circolare di Firenze, detta della Pagliazza) hanno ancora un respiro medievale, e sono rimaste praticamente intatte rispetto all’epoca di Dante. Completeremo la visita a Piazza di Santa Croce  con la visita alla Basilica di santa Croce. Nella basilica di Santa Croce si trova infatti il Cenotafio di Dante Alighieri, opera del 1829 di Stefano Ricci; mentre sul sagrato della stessa chiesa si erge la statua di Dante – un tempo al centro della Piazza – opera ottocentesca di Enrico Pazzi.

Rientro in Hotel, Cena e pernottamento.

2° Giorno: CAPPELLA BRANCACCI E LA FIRENZE DEI MEDICI 

Dopo la prima colazione in hotel riprendiamo il nostro tour.  Si parte dalla  Cappella Brancacci una piccola cappella all’interno dell’affascinante Chiesa di Santa Maria del Carmine, che fu quasi completamente distrutta da un devastante incendio nel 1771. Miracolosamente scamparono alla distruzione la Cappella Brancacci e la Cappella Corsini. La chiesa appartiene all’Ordine delle Suore Carmelitane e, come San Lorenzo, presenta una facciata incompiuta al grezzo.

Nel 2021 è iniziato il progetto di diagnostica e valorizzazione dedicato alla Cappella Brancacci e pertanto ai visitatori viene offerta un eccezionale occasione: visitare sui ponteggi la Cappella! Questo permettere agli ospiti di osservare da vicino tutti i tesori racchiusi in questo museo “in miniatura” che racchiude in uno spazio ridotto alcune delle opere corali più importanti del Rinascimento fiorentino e stenterete a credere che questi capolavori siano stati dipinti oltre cinquecento anni fa.

Continuiamo il nostro percorso che ci porta a scoprire oggi La FIRENZE DEI MEDICI proseguendo verso Piazza della Signoria dove vi troverete davanti a Palazzo Vecchio che grazie alla sua semplicità e solidità è divenuto il simbolo della città di Firenze e da sempre è sede del governo cittadino. Dalla sua costruzione avvenuta nel XIII secolo, il palazzo è stato chiamato in diversi modi: Palazzo dei Priori, Palazzo della Signoria e infine Palazzo Vecchio. Come sede del governo fiorentino, Palazzo Vecchio assunse diverse funzioni in base al periodo storico e politico. A metà del XVI secolo, l’edificio divenne dimora di Cosimo I de’ Medici, il quale decise di ampliare la residenza. Nel 1565, Cosimo I si stabilì a Palazzo Pitti e Palazzo della Signoria cambiò nome in Palazzo Vecchio. Ci troveremo così agli Uffizi che visitiamo. La sua incredibile collezione dell’arte italiana attrae i visitatori di tutto il mondo. Quasi tutti coloro che entrano nella Galleria vogliono ammirare i capolavori di Botticelli, Leonardo, Michelangelo e Caravaggio. Tuttavia gli Uffizi offrono molto più di questo! Basta pensare che la sua architettura unica, progettata da Giorgio Vasari, merita già da sola la sua visita…

Terminata la visita ci spostiamo a Piazza San Lorenzo, dove sorge l’antica chiesa della famiglia dei Medici. Secondo la tradizione, la basilica fu fondata nel IV secolo e per circa trecento anni fu la cattedrale di Firenze. Nel corso dei secoli, la chiesa è divenuta il luogo di sepoltura della famiglia. Qui è possibile visitare le Cappelle Medicee un complesso di spazi espositivi che fa parte della Basilica di San Lorenzo, progettata dal Brunelleschi e che ospita, tra le tante preziose opere, anche la Sagrestia Nuova di Michelangelo, capolavoro di architettura e scultura rinascimentale e luogo in cui sono stati sepolti due tra i più importanti esponenti della nobile famiglia fiorentina: Giuliano e Lorenzo de’ Medici.

Rientro in Hotel, Cena e pernotto.

3°Giorno:  FIRENZE ATTRAVERSO MICHELANGELO

Dopo la colazione in hotel oggi si scopre Firenze attraverso Michelangelo. 

Pochi artisti sono riusciti a lasciare un segno così profondo e duraturo nella storia dell’arte come quello lasciato da Michelangelo Buonarroti. Nato in Toscana in una piccola località vicino ad Arezzo, oltre la valle del Casentino vicino a La Verna, Michelangelo si trasferì ben presto insieme alla sua famiglia dalle parti di Firenze – ed in particolare Settignano – dove fu affidato alle cure di una balia a causa delle precarie condizioni di salute di sua madre. L’artista avrebbe più volte ribadito in futuro che dalla sua balia ricevette molto più del solo latte, assorbendo la cultura e la tradizione di famiglia, da sempre scalpellini. Nonostante abbia trascorso la maggior parte della sua vita a Roma, Michelangelo si è sempre considerato un fiorentino ed è proprio nel capoluogo toscano che è orgogliosamente esposta la maggior parte dei suoi capolavori.  La visita inizia con la Galleria dell’Accademia che accoglie i visitatori nella Sala del Colosso, nome riferito alla presenza dei Dioscuri di Montecavallo esposti fino a inizio Novecento. La Sala oggi ospita al centro il modello preparatorio di Giambologna per il Ratto delle Sabine, virtuoso esempio di scultura cinquecentesca oggi collocato sotto la Loggia dei Lanzi. Proverete un crescendo di emozione  nel percorrere la Galleria di Prigioni osservando da vicino i colossi non finiti di Michelangelo fino ad arrivare all’apice della perfezione formale, anatomica e contemplativa sotto il lucernario che ospita il David. Il miglior modo per assorbirne l’aura vittoriosa è ritagliarsi un momento di silenzioso stupore. Vi apparterrà per sempre.

Si prosegue con la visita alla Chiesa di Santo Spirito e al Crocifisso di Michelangelo in Oltrarno. La Basilica di Santo Spirito offre uno dei percorsi più suggestivi tra tutte le chiese italiane. Al suo interno, è possibile rivivere la bellezza frutto dei più famosi artisti fiorentini e ovviamente uo degli artisti che ha maggiormente contribuito alla maestosità della chiesa, appunto Michelangelo, che durante il suo percorso di studi giovanili ricevette la possibilità di godere dello splendore della basilica fino a trarne ispirazione per una delle sue opere più significative, il crocifisso ligneo. Il Crocifisso che Michelangelo fece per compiacenza al Priore di Santo Spirito, per ringraziarlo per l’ospitalità e l’opportunità di studiare anatomia, come è già noto, per secoli è rimasto nel «nascondimento» nel senso che non se ne conoscevano più le tracce. Si sapeva della sua esistenza solo grazie alla fonte del Vasari. Questa fonte ha incoraggiato la studiosa Margrit Lisner a non fermarsi nelle sue ricerche e grazie alla sua insistenza e all’accoglienza dell’agostiniano padre Guido Balestri, possiamo parlare del Cristo di Michelangelo ritrovato.

Al pomeriggi0 continua il nostro percorso con la visita di Palazzo Pitti  e del Giardino di Boboli. Quest’enorme palazzo è tra i più grandi esempi architettonici di Firenze. In origine il palazzo fu costruito dalla famiglia Pitti nel 1457 su disegno di Filippo Brunelleschi e realizzato dal suo allievo Luca Fancelli. La costruzione originale prevedeva soltanto la parte centrale dell’edificio attuale (le 7 finestre centrali al primo piano). Nel 1549, il palazzo fu venduto ai Medici, divenendo la residenza della famiglia granducale e quindi successivamente ampliato e rimaneggiato. La facciata è rimasta quasi immutata, eccezion fatta per le due ali che abbracciano il piazzale volute dai Lorena. Il palazzo si affaccia sul famoso Giardino di Boboli. Nato come giardino mediceo connesso alla residenza granducale di Palazzo Pitti, risulta immediatamente adiacente al Forte di Belvedere, avamposto militare strategico, che dall’alto della collina omonima, vigilava sulla sicurezza del sovrano, della sua famiglia e sul lato a sud della città. Il giardino,  rappresenta uno fra i più importanti e antichi esempi di giardino formale all’italiana nel mondo, incentrato sulle geometrie arboree e sul sapiente inserimento di statue, grotte e vasche monumentali scenografiche. Esso è definibile come un vero museo all’aperto, sia per l’impostazione architettonico-paesaggistica che per la collezione di sculture come per l’antica collezione botanica, che vanta specie e varietà altrimenti disperse.

Rientro in Hotel, Cena e pernotto.

4° Giorno: FIRENZE MUSEO SAN MARCO – CENACOLO SANTA APOLLONIA – ROMA 

Dopo la colazione in hotel ci dedichiamo al completamento della visita della città.

Ci dirigiamo al Museo di San Marco che merita di essere visitato anche solo per l’ambiente in cui si trova. Si trova infatti all’interno dell’ex convento dei Domenicani restaurato e ampliato da Michelozzo  su commissione di Cosimo Il vecchio de’ Medici. L’edificio, consacrato nel 1443, fu teatro di una fervente attività religiosa che contò personaggi del calibro Girolamo Savonarola. Fra’ Angelico, monaco domenicano diventato priore del convento, decorò in uno stile sublime ambienti pubblici e privati del cenobio, quali la sala capitolare, il chiostro e le celle del primo piano. Il Museo si offre ai visitatori come perfetto esempio di convento quattrocentesco, la cui pianta razionale e armoniosa è basata sulle innovazioni del Brunelleschi. Ogni cosa è progettata per coordinare e semplificare la vita monastica all’interno del convento così come la tranquillità del chiostro e la luminosa biblioteca, una tra le più belle del Rinascimento.

Ci spostiamo a pochi passi da Piazza San Marco e dall’affollata Galleria dell’Accademia per visitare uno dei tesori di Firenze: il Cenacolo di Santa Apollonia. Questo gioiello è stato per secoli custodito gelosamente dalle monache benedettine fino all’Ottocento, quando fu svelato alla città solo dopo le soppressioni conventuali, passando infine al demanio nel 1866. Si tratta del primo cenacolo rinascimentale di Firenze, dipinto all’interno del convento di Sant’Apollonia, abitato dalle suore di clausura benedettine fin dal 1339. Chiudiamo la mattina con, Piazza della SS. Annunziata e l’Ospedale degli Innocenti.

Dopo la visita partenza per Roma in treno da Santa Maria Novella. Arrivo e  fine dei servizi

La quota include: 

  • Accompagnatore de ” i viaggi di Giorgio”
  • 3 notti in Hotel *** centralissimo
  • Cene in ristorante
  • Guida professionale autorizzata 4 giornate intere
  • Guide ad hoc nei musei dove necessaria
  • Prenotazione dei biglietti
  • 4 giornate intere noleggio auricolari
  • Assicurazione medico/bagaglio e annullamento Covid19

La quota non include:

  • Treno Roma – Firenze A/R quota a partire da € 50,00 a tratta
  • Entrate a pagamento nei siti di interesse circa 114,00
  • Pranzi
  • Tassa di soggiorno
  • Extra
  • quanto non espressamente menzionate ne ” la quota include”



Isole Azzorre: Arte e Natura nell’Oceano Atlantico

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Un Tour nelle Isole Azzorre organizzato e dalla durata di ben 10 giorni. Un viaggio alla scoperta di un arcipelago incastonato all’interno dell’Oceano Atlantico in una cornice davvero splendida.

                                  Tour Isole Azzorre:

            la bellezza di un arcipelago meraviglioso

L’arcipelago delle Azzorre rappresenta geograficamente l’estremo lembo d’Europa situato quasi nel mezzo all’ Oceano Atlantico. Fa parte di una delle due regioni a “statuto speciale” del Portogallo e fino al 1500 non è mai stato abitato, proprio fino al dominio dei lusitani che ne hanno acquisito la territorialità totale.
Il fattore di completa non abitazione ha contribuito enormemente a favorire lo sviluppo naturale di queste isole che conserva ancora a oggi un panorama del tutto ricco di flora e fauna. Un angolo di paradiso in terra che appare ai turisti così come è: verdeggiante  e lussureggiante e per questo sempre più oggetto di un gran numero di turisti.
Un’ampia gamma di isole che sono sparse in circa 600 km di acqua all’interno dell’Oceano, distante poco più di 1000 km dal Portogallo e poco meno di 2000 km dal Canada.
Degni di nota anche i tantissimi crateri vulcanici che ne delineano la morfologia del territorio. Spettacolari le tipiche “fumarole” che fuoriescono da queste bocche vulcaniche e che si estraniano ancora di più col resto dei tipici paesaggi europei. Insomma, una sorta di territorio a sé. Con il tempo in questo mezzo millennio di dominio portoghese si è però instaurata anche una specifica tipologia di arte, di cultura e di archeologia, composta da chiese e palazzi barocchi che in qualche maniera cozzano pesantemente con il tipo di paesaggio circostante. Fanno parte delle Isole Azzorre anche un nutrito numero di musei che permette ai turisti anche di non immergersi totalmente solo sull’aspetto più naturistico dell’arcipelago.
Tranne l’isola di Santa Maria, tutte le altre sono di origine vulcanica e sono suddivise in tre grossi gruppi di isole. All’interno dell’arcipelago è possibile anche visitare la più alta montagna del Portogallo, ovvero il Monte Pico (2,350 metri).
Ciò che infine desta particolare attenzione nelle Isole Azzorre è il particolare clima che lo attraversa. Influenzata dalla famosa ‘corrente del Golfo’ e dall’azione mitigatrice dell’Oceano rende questi luoghi climaticamente quasi perfette con temperature che oscillano sempre tra i 15 e i 25 gradi.

 

Come organizzare un viaggio alle isole Azzorre | by BeBorghi

1°Giorno: Italia- Lisbona-Ponta Delgada

Partenza programmata dall’aeroporto di Roma Fiumicino con volo di linea per Lisbona. Arrivo e coincidenza per São Miguel, la più nota isola dell’arcipelago, detta anche Ilha Verde grazie al suolo fertilissimo, ai pascoli abbondanti e alle foreste lussureggianti. La montagna più alta, Pico da Vara (1.103 m), conserva ancora intatte piante endemiche nei pressi della cima (famosissima e splendida la foresta laurisilva), che hanno consentito in quest’area la sopravvivenza del passeriforme ciuffolotto delle Azzorre, autoctono dell’isola. Splendida anche la
conformazione della città di Ponta Delgada, che si sviluppa attorno ad una graziosa baia adattandosi alla conformazione della costa frastagliata e scoscesa.
Arrivo all’aeroporto João Paulo II di Ponta Delgada, incontro con lo staff locale, e trasferimento in hotel. Cena e p ernottamento.
Nota: il volo per Ponta Delgada, in base alle disponibilità, potrebbe essere pomeridiano e arrivare quindi in tarda serata, prevedendo quindi solo il servizio di trasferimento e notte in hotel.

Arrampicata Pico, la montagna più alta del Portogallo

2°Giorno: SAO MIGUEL “SETE CIDADES”

Prima colazione in hotel. Giornata dedicata alla scoperta della parte occidentale dell’isola, particolarmente nota per la sua bellezza naturalistica, in particolare per i laghi di Sete Citades.
Secondo una leggenda locale il loro colore differente, verde e blu, deriva dal colore degli occhi di due infelici amanti, le cui lacrime crearono questi splendidi bacini d’acqua, uno accanto all’altro per l’eternità. In realtà il loro colore deriva dalla differente profondità dei crateri vulcanici in cui si trovano, che riflette la luce del sole in modo differente. Dopo una prima sosta a Pico do Carvo, da dove si gode un magnifico panorama a 360 gradi sulle coste nord e sud dell’isola, procederemo per il belvedere Vista do Rei, famoso non solo per la sua bellezza
ma anche perché qui si fermò re Carlo di Portogallo durante una sua visita del 1901. Per godere appieno delle bellezze naturalistiche dell’area effettueremo una facile escursione a piedi, partendo dal punto più alto del vulcano per arrivare al grazioso villaggio di Sete Cidades, costruito all’interno del cratere. Chi non desidera effettuare l’escursione, la guida fornirà dei consigli alternativi.
La tranquillità delle acque e la dolcezza delle ortensie e azalee, che si affacciano sul bordo del cratere e contrastano con i suoi lati scoscesi, creano uno spettacolo affascinante. Pranzo libero.

Cosa fare in due giorni a Sao Miguel, Azzorre -

Nel pomeriggio nel corso del ritorno a Ponta Delgada faremo una sosta presso le piantagioni di ananas per osservare come questo frutto tropicale cresce in queste isole nel mezzo dell’Atlantico. Ci sarà anche la possibilità di degustarne il liquore, specialità azzorriana leggermente alcolica (180), invecchiata in antiche botti di quercia.  Rientro in Hotel cena e pernottamento.
☆ 9 migliori attrazioni turistiche a Ponta Delgada e Easy Day Trips ☆ - Attrazioni Turistiche

3°Giorno: PONTA DELGADA “LAGOA DO FOGO”

Prima colazione in hotel. Partenza in direzione della costa sud dove avremo la possibilità di osservare alcune delle particolarissime spiagge di sabbia nera di Ponta Delgada.

Posti segreti Azzorre » Blog di viaggi: cosa vedere a Azzorre

Sulla strada per Lagoa do Fogo, sosta a Lagoa, dal 1800 il principale centro per la produzione di ceramica nelle Azzorre. Anche se domina il tradizionale bianco e blu, sono in realtà innumerevoli le forme e i colori che si possono trovare, in particolare presso la fabbrica Ceramica Vieira, fondata nel 1862 e che ancora oggi produce ceramica di eccellente qualità ed ospita un museo dedicato alla produzione locale. Sosta al presso Lagoa do Fogo, un lago situato nel cratere di un vulcano al centro dell’isola. Circondato da un paesaggio idilliaco, acque
cristalline e da una penisola di sabbia bianca, il lago si trova in un luogo di grande tranquillità e bellezza dove potremo fare un bagno. Sulla strada in direzione della costa nord, ci fermeremo a Caldeira Velha, procedendo quindi per Ribeira Grande, il centro dell’arte barocca in San Miguel, famosa perché inizialmente popolata da artigiani francesi che cercavano di sfuggire alle persecuzioni religiose di Luigi XIV, che qui importarono l’arte della lavorazione del lino e della seta, dando anche un decisivo impulso alla costruzione delle chiese di Nossa Senhora da Estrella (da non perdere i dipinti fiamminghi custoditi in sagrestia), e della chiesa dello Spirito
Santo, che ha una delle più belle facciate barocche delle Azzorre. Pranzo libero. Nel pomeriggio, prima di ripartire, visiteremo la fabbrica di liquori Ferreira, dove il liquore più famoso e rinomato è tratto dal frutto della passione. Ritorno a Ponta Delgada passando per i numerosi villaggi lungo la costa. Rientro in hotel per cena e pernottamento.

4°Giorno: PONTA DELGADA “FURNAS”

Prima colazione in hotel. Partenza diretti verso l’interno dell’isola, con soste lungo la costa settentrionale fermandosi prima ad ammirare lo stupendo panorama visibile dal belvedere di Santa Iria, e poi alla fabbrica del tè di Gorreana, dove avremo la possibilità di osservare l’unica piantagione europea della famosa bevanda
orientale. Prima di arrivare al distretto di Furnas, ci fermeremo una seconda volta al belvedere di Pico de Ferro, che circondato da una fitta vegetazione offre un meraviglioso panorama alto sopra Furnas. È un’atmosfera unica, dove il colore dei fiori si mescola con la vegetazione rigogliosa proveniente dai diversi continenti.
Il viaggio prosegue verso il lago Furnas, tra le località più rinomate delle Azzorre, dove il contorno gotico della cappella di Nossa Senhora das Victorias si riflette nelle acque limpide. Impressionante il contrasto tra la tranquillità del lago e la verdissima vegetazione che lo circonda e le sorgenti di acqua ribollente e le fumarole, che insieme all’odore di zolfo nell’aria, ricordano che ci si trova nei pressi del cratere di un vulcano ancora attivo. Sono 22 le varietà di acque minerali, tutte con gusti differenti, che sgorgano dal sottosuolo.

The biggest attraction is the dish called Cozido das Furnas. | Portogallo

Una volta giunti al villaggio di Furnas, scenograficamente costruito all’interno della caldeira, verrà servito il rinomato cozido, tradizionalissimo piatto portoghese a base di verdure, carne, e legumi, che a Furnas viene cucinato direttamente all’interno delle fumarole vulcaniche.

Vila Franca do Campo Islet | Visit Azores

Nel pomeriggio avrà luogo una visita al Parco Terra Nostra. Il giardino è un perfetto esempio dei giardini romantici inglesi, con laghi verdi, grotte di basalto, tortuosi sentieri, fiori esotici provenienti da tutto il mondo, alberi secolari e una piscina di acque termali. Passeggiata a piedi all’interno del giardino. Il tour prosegue verso le sorgenti calde. Si tratta di un’area nel centro dell’isola con diverse forme di attività vulcanica, dove sgorgano e ribollono acqua e geyser di fango. Torneremo a Ponta Delgada dalla costa meridionale, passando per Vila Franca do Campo, l’antica capitale dell’isola prima di essere distrutta dal terremoto del 22 ottobre 1522, è tuttora una cittadina piccola ma vivace: da non perdere la visita del porto e della piazza principale, dove non si possono non assaggiare le queijadas, deliziosi dolci locali a base di latte e formaggio. Ritorno
in hotel, cena e pernottamento.

5°Giorno: PONTA DELGADA – FAIAL

Prima colazione in hotel. Al mattino tempo libero per relax, visite individuali e shopping –  pranzo libero – trasferimento in aeroporto – partenza con volo di linea per Faial. Nota come “Isola Blu” a causa del colore delle sue ortensie, Faial assume un colore meraviglioso nel corso della loro fioritura, tra luglio ed agosto. Ironicamente, il numero delle azalee è così elevato che anni fa è apparso un articolo sul Times di Londra, che chiedeva di piantare nell’isola qualcosa di diverso. L’apparenza dolce e rilassante dei verdissimi pascoli, delle siepi, dei piccoli e graziosi villaggi fa dimenticare che il centro dell’isola è dominato da un
vulcano alto 1.031 m.

Storia Faial | Visit Azores

All’arrivo trasferimento in hotel a Horta con cena e pernottamento.

6°Giorno: FAIAL – PICO – FAIAL

Prima colazione in hotel, trasferimento via mare all’Isola di Pico, attraccando al piccolo porto della cittadina di Madalena. L’isola, per molti viaggiatori, è nota soprattutto per via del vulcano, che con i suoi 2.351 m rappresenta la montagna più alta del Portogallo. Il cratere, che non è raro trovare ricoperto di neve fino ad
aprile, e le colate di lava lungo i fianchi della montagna, rendono l’isola la più inconfondibile dell’arcipelago. Visita del caratteristico Museo del Vino realizzato all’interno di un antico convento carmelitano. Da non perdere anche un’enorme dracena nel giardino del museo, che ha 850 anni di vita e ben 16 m di diametro.

Azzorre, Pico: il vulcano dove tutti vogliono salire

Proseguimento quindi lungo la costa nord, fino a raggiungere gli Arcos do Cachorro (toponimo che letteralmente significa “Archi dei Cani”), dove la nera scogliera vulcanica è stata suggestivamente erosa dalle onde fino a creare un curioso muso di cane che scruta fisso l’oceano. Attraversando l’isola da nord a sud
passeremo per il suggestivo villaggio di Sao Roque, ammireremo il piccolo lago Capitão prima di giungere Lajes, la prima area di insediamento dell’isola, caratterizzata da casette risalenti al 1600 e 1700, nota soprattutto per il suo Museo della caccia alla balena che rappresenta un esempio unico nell’intero paese dove
avremo l’opportunità di osservare una ricchissima collezione di oggetti legati al mare e alla navigazione oceanica, e gli strumenti utilizzati dai pescatori. Pranzo libero.
Proseguimento nel pomeriggio attraverso i Misterios de São João, un luogo marcato dai segni di antiche eruzioni vulcaniche ed i Misterios de São Mateus, dove visiteremo le rendeiras, negozi di ricami tradizionali. Proseguiremo quindi nell’area del Verdelho, dallo stupendo paesaggio naturale (Patrimonio dell’Umanità UNESCO), dove vvisitereo le famose piantagioni di vite, caratterizzate da un labirinto di muri di pietra vulcanica costruiti a mano utilizzando la tecnica a secco dalla gente del posto, che ha così creato currais e canadas. Cena e pernottamento in hotel.

7°Giorno: FAIAL

Prima colazione in hotel Intera giornata dedicata alla visita dell’isola di Faial. Partenza lungo la costa alta e rocciosa in direzione di Espalamaca, dove si effettuerà una breve sosta per godere della vista su Horta, sul suo porto, e sulle isole vicine di Pico, São Jorge e Graciosa. Si prosegue quindi verso la Vale dos Flamengos, nota per lo splendido scenario naturale caratterizzato dall’incredibile varietà di colori delle numerose piante e fiori che vi crescono. Si prosegue quindi verso il centro dell’isola che è dominato dalla caldeira, una delle sue più note attrattive. La caldeira è il vasto cratere di un vulcano spento, da cui l’isola ha avuto origine. Con i suoi 1.043 metri è il punto più alto dell’isola, è profonda 400 metri e ha un diametro di circa 2 chilometri. Offre un paesaggio unico con verdi pendii dove dominano ginepri, eriche, cedri e felci.

The Sete Cidades Crater Walk • Hiking Route » outdooractive.com

Quando le condizioni meteorologiche sono buone, la vista dal bordo del cratere spazia per tutta l’isola ed è spettacolare. La tappa successiva ci porterà a Capelo Park e nell’area del Vulcano Capelinhos, dove sono ancora visibili, nel paesaggio circostante, gli effetti dell’eruzione del 1957-1958. E’ affascinante vedere come a distanza di 60 anni la vegetazione stenti a ricrescere, e come il vento abbia modellato la colata lavica che domina il vulcano a strapiombo nel mare. Nei giorni di forte vento si possono avvertire sul volto le particelle di roccia che viene costantemente erosa. Davvero sorprendente il vicino Centro de Interpretação do Vulcão dos Capelinhos che è stato realizzato scavando sotto lo spesso strato di cenere e detriti che ha sepolto interi villaggi circostanti e metà del vicino faro. All’interno una drammatica ricostruzione ad ologrammi dei 13 mesi in cui è durata l’eruzione, oltre a numerose sale dedicate alla vulcanologia delle Azzorre. Seguirà una interessante passeggiata intorno al vulcano, della durata di circa un’ora. Pranzo libero. Sulla via del ritorno a Horta visiteremo Varadouro, un noto sito balneare caratterizzato da vasche naturali scavate dal mare nella roccia in cui sgorgano acque termali, nei pressi della imponente mole del Castelo Branco da cui si gode una stupenda vista della costa dell’isola. Cena e pernottamento in hotel.

8°Giorno: FAIAL– S. MIGUEL

Prima colazione in hotel e trasferimento in aeroporto in tempo per un volo per l’isola di São Miguel.

AZZORRE: LE 3 PERLE DELL'ATLANTICO - Issuu

All’arrivo all’aeroporto di S. Miguel, trasferimento in hotel. Pranzo libero. Escursione in gommone per l’avvistamento delle balene e dei delfini.

Cena e pernottamento in hotel.

9°Giorno: SÃO MIGUEL (PONTA DELGADA)

Colazione – Mattinata libera per attività opzionali. – pranzo libero –  Il pomeriggio è dedicato alla visita di Ponta Delgada, città che con 35.000 abitanti è grande e popolosa solo per gli standard azzorriani e incanta ancora oggi i visitatori grazie all’eleganza dell’architettura portoghese, ai viali pedonali dove è un piacere passeggiare senza fretta, fermandosi a fare shopping o a prendere un caffè in uno dei numerosi locali tradizionali che caratterizzano la pittoresca cittadina. Il porto è, al contrario, costantemente affollato di imbarcazioni e
marinai che qui fanno scalo nel corso delle traversate oceaniche.

Marina de Ponta Delgada | www.visitportugal.com

La città riflette la miscela di stili architettonici e di pianificazione urbana che sono stati influenti nel corso della sua storia; visiteremo il Convento di Esperança, fondato nel XVI sec., custodisce il Cristo dei Miracoli, che richiama ogni anno una folla numerosa per la festa di Santo Cristo. Per molti emigranti è l’occasione di un viaggio al paese. L’abbaziale, in stile barocco, accoglie un pregevole polittico dorato e degli azulejos del XVIII sec. realizzati da António de Oliveira Bernardes e infine le Portas da Cidade, uno dei principali monumenti e simbolo della città.

Azzorre isola di Sao Miguel architettura Piazza Goncalo Velho Cabral con l monumentale porta nella città di Ponta del Gada - Cuboimages photo agency

Rientro in hotel – Cena e pernottamento in hotel.

10°Giorno: PONTA DELGADA – LISBONA

Il nostro tour termina con una bella colazione nelle bellissime Isole Azzorre. Tempo libero per gli ultimi acquisti, pranzo libero e nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto di Ponta Delgada e da lì fino a Lisbona, trasferimento in hotel per il pernotto.

11°Giorno: LISBONA – ITALIA

Prima colazione in Hotel, trasferimento in aeroporto per il volo direzione Italia. Arrivo e fine dei servizi o proseguimento per altra destinazioni.




Isola d’Elba Giugno – Luglio – Agosto

         L’Elba è un libro e ogni pagina è una storia diversa

Posizione strategica e ricchezza del territorio: ecco la carta vincente dell’isola d’Elba!

Un susseguirsi di pretendenti, un intreccio di popoli e le loro testimonianze

Una realtà unica, in cui ammirare fantastici scorci, indimenticabili tramonti e godere dell’immenso fascino di quest’isola dell’arcipelago toscano.

Natura rigogliosa e incontaminata, spiagge di ogni tipo e colore, storia, arte e tradizioni culinarie uniche al mondo… Un’isola selvaggia e accogliente, circondata dal mare più limpido che possiate immaginare.

Ogni giorno un mare diverso. Sarebbe limitativo ridurre la scelta a sassi, scogli o sabbia. La sabbia varia le sue tonalità dal bianco all’oro, al rossastro, fino al nero. I sassi? Si va dalla ghiaia agli scogli o alle scogliere impervie. Domani potreste fare snorkeling all’isolotto di Ortano e, spinti dal brivido dell’esplorazione, conquistare le calette selvagge tra l’Innamorata e Calanova.

Un territorio poliedrico, intriso di storia e natura. Godersi il tramonto dalle spiagge di Chiessi e Pomonte, o dalla terrazza di Capoliveri. Partire alla ricerca delle orchidee su sentieri profumati di macchia mediterranea, tra vallate e dirupi a picco sul mare. O immergersi nell’incanto dei fondali marini… Lasciatevi guidare dai venti che qui regolano storie e persone: ogni luogo, ogni granello di sabbia, ogni respiro porta con sé racconti di terra e di mare variegati e affascinanti, come i paesaggi dell’isola.

Fenici, etruschi, romani. Barbari e pirati. Pisani, genovesi, fiorentini, napoletani. E ancora spagnoli, inglesi e francesi. Si può vivere l’isola ogni volta seguendo un racconto diverso, immedesimandoci in un pirata saraceno in agguato dietro gli scogli o in un generale francese al servizio di Napoleone. Innumerevoli sono gli spunti per scoprire la storia e il territorio.

 

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1° Giorno : Roma – Piombino – Portoferraio

Ritrovo dei partecipanti in luogo ed orario da concordare. Partenza  bus privato, in direzione di Piombino, località sul Mar Tirreno da cui salpano i traghetti per l’Isola d’Elba. Pranzo libero lungo il percorso. Nel primo pomeriggio imbarco sul traghetto per l’Isola d’Elba, la più grande delle isole dell’Arcipelago Toscano e terza isola più grande d’Italia, con oltre 150 chilometri di coste (la durata della traversata è di circa 1 ora).

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All’arrivo passeggiata a  Portoferraio, il vivace capoluogo dell’isola il cui nome deriva dalle miniere di ferro, già sfruttate nell’antichità al tempo di Etruschi e Romani.

 

Nel tardo pomeriggio trasferimento in hotel. Sistemazione nelle camere riservate. Cena e pernottamento.

 

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2° Giorno: Isola di Pianosa (intera giornata)

Una terra bassa e bianca fatta di conchiglie, che si confonde col mare tanto da risultare invisibile ai naviganti del passato

Quando Napoleone vi fece il primo sopralluogo, nel 1814, l’isola era completamente disabitata: qualche capra e cavalli selvaggi, ma come tutte le isole dell’Arcipelago anche Pianosa – “Planasia” per i Romani – cela numerosi misteri.

Gli arcani dell’antico passato dell’isola. Qui fu esiliato Agrippa Postumo, nipote di Augusto, nell’anno 6 d.C. per volere di Livia, moglie dell’Imperatore. Ella lo fece assassinare qualche anno dopo, inviando un sicario sull’isola, dopo la morte del marito. Oggetto di mistero sono anche le estese Catacombe cristiane di epoca romana (tra il III e IV Secolo d.C.), un labirinto sotterraneo che si snoda lungo il ventre calcareo di Pianosa. Troverete il loro ingresso a pochi metri dall’approdo: avrete il coraggio di addentrarvi?

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Prima colazione in hotel partenza per Marina di Campo, imbarco per Pianosa. Quasi invisibile da lontano, a causa della modesta altezza. La storia narra che nel 1553l’isola fu messa a ferro e fuoco dai pirati Dragut e Kara Mustafà, che distrussero il castello pisano, uccisero buona parte della popolazione e deportarono i superstiti. Pianosa rimase allora disabitata fino a quando non divenne penitenziario di massima sicurezza, chiuso nel 1998. Pianosa ha un suo tesoro archeologico che è rappresentato delle catacombe che narrano gli aibori della civiltà cristiana: si tratta di un complesso monumentale che risalirebbe al III – IV secolo d.C., quando i prigionieri cristiani, vittime delle persecuzioni imperialistiche vennero condannati a lavorare nelle cave di tufo dell’isola. Cavato nella roccia, il sistema di gallerie occupa uno spazio di circa tre ettari e mezzo ed è diviso in due aree: una  destinata ai sepolcri, l’altra alla celebrazione dei riti e alle riunioni. Dalla splendida Cala Giovanna si giunge alle uniche vestigia romane rimaste sull’isola, i bagni e la villa di Agrippa. Tempo libero a disposizione per una sosta nella lunga spiaggia di sabbia dorata e fine. Tuffandosi nelle sue acque basse e cristalline, è possibile ammirare la ricchezza della fauna marina presente nei fondali.

Nel tardo pomeriggio imbarco per Marina di Campo. Rientro in hotel. Cena e pernottamento.

3° Giorno: Porto Azzurro

Dal villaggio di pescatori alla fortezza spagnola di Longone, questo splendido territorio racchiude tesori storici e naturali di grande valore, tutti da scoprire.

Già solo osservando lo stemma attuale del Comune di Porto Azzurro è possibile individuare le antiche origini del paese: un villaggio di pescatori e contadini a cui venne dato il nome di Longone e la cui storia – risalente circa al 1600 – è legata indissolubilmente alla dominazione spagnola, tanto che ancora oggi molte famiglie portano cognomi risalenti a quel periodo.

Durante le varie vicende storiche che portarono all’Elba numerose battaglie sanguinarie, resistenze e conquiste, l’imponente Forte di Longone, costruito proprio dagli spagnoli nel secolo precedente, fu prima occupato nel 1646 dalle truppe Francesi e, in seguito, venne riconquistato dagli stessi spagnoli. L’agglomerato cittadino risiedeva nella zona sottostante la fortezza spagnola, chiamata la “marina”, ottimale come scalo merci e di rifugio per le navi. La sua economia, anche per il clima mite della zona, si sviluppò soprattutto nell’agricoltura e nella pesca.

Nel frattempo il territorio passò al Regno di Napoli (dove rimase fino al 1801) quando le truppe Napoleoniche lo acquisirono fino all’arrivo di Napoleone in persona che divenne “Sovrano dell’isola d’Elba”. In seguito alla caduta di Napoleone (1815) l’isola dell’Elba passò al Granducato di Toscana, fino all’Unità d’Italia.

Dopo il secondo conflitto mondiale, gli abitanti di Portolongone chiesero ed ottennero nel 1947 la possibilità di cambiare nome al paese che diventò Porto Azzurro.  Inizia da allora una nuova storia di vita più indipendente dalla “Fortezza spagnola”, che nel frattempo è diventata una famosa Casa di Reclusione.

Pur convivendo con la realtà del Carcere, Porto Azzurro inizia con gli anni ’50 e ’60 a valorizzare i suoi tesori storici e naturali, incentivando così il turismo nel territorio. Così, Porto Azzurro diventa una delle mete preferite di migliaia di turisti italiani e stranieri.

Prima colazione in hotel. Mezza giornata. Partenza per Porto Azzurro, un piccolo borgo di pescatori adagiato nel Golfo di Mola, balza immediatamente agli occhi l’imponente fortezza di San Giacomo costruita nei primi anni del ‘600 sulla sommità del promontorio che domina il paese per volere degli spagnoli, interessati al controllo e alla difesa dell’area circostante. Dalla fine del XIX secolo il forte è divenuto penitenziario civile. Ai piedi della fortezza si è sviluppato il grazioso borgo marinaro. Dalla centrale Piazza Matteotti, affacciata sul mare e recentemente ristrutturata, si può ammirare il porto turistico che in estate ospita maestosi panfili e in inverno è vivacizzato prevalentemente dalla presenza di pescherecci e piccole imbarcazioni.

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Addentrandosi tra le numerose viuzze, è possibile ammirare la Chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna del Carmine e l’oratorio del Sacro Cuore di Maria, entrambe risalenti al XVIII secolo. Non lontano dal paese sorge il Santuario della Madonna di Monserrato, in cui è conservata l’immagine della Madonna Nera.
Gita in barca lungo la costa orientale.

Rientro in hotel. Pomeriggio tempo libero a disposizione per godersi le spiagge. Cena e pernottamento in  hotel.

4° Giorno: Rio Marina – Rio nell’Elba 

Uno degli insediamenti più antichi dell’isola d’Elba, ricco di storia fra vestigia dell’attività mineraria e luoghi di interesse storico e culturale

Il centro abitato del piccolo paese di Rio è arroccato su di un colle a circa 170 metri sopra il livello del mare, nel versante nord-orientale dell’isola. Si tratta certamente di uno dei più antichi paesi di tutta l’Elba, in quanto le sue origini scavano indietro nel tempo fino all’età del bronzo. Il territorio conserva numerose tracce del suo antico passato e tra queste vi sono anche reperti archeologici e relitti navali di diverse epoche, che potrete scoprire accompagnati da una guida esperta.

Rio, famosa per le sue miniere di ferro che risalgono all’epoca etrusca, è stata il cuore minerario dell’isola.

Una grande varietà di minerali, la Collezione della Gente di Rio, è esposta nel locale Museo civico archeologico del Distretto minerario. Altri luoghi di interesse storico culturale sono il Castello del Volterraio, l’imponente fortezza nelle vicinanze del paese, la Chiesa Parrocchiale di SS. Giacomo e Quirico, l’Eremo di Santa Caterina, l’Orto dei Semplici elbano, la Chiesa della Santissima Trinità, nota come la Chiesa del Padreterno. Fa parte del territorio comunale anche l’isolotto di Cerboli, gemma naturalistica dell’Arcipelago Toscano.

A pochi passi dal centro storico si trova la suggestiva Fonte dei Canali, recentemente restaurata, formata da cinque bocche e alimentata da una ricca sorgente. Accanto ai Canali avrete invece l’opportunità di visitare i Lavatoi Pubblici, una suggestiva struttura con soffitto a capriate e finestroni. Alimentati dalla stessa fonte del Canali, i Lavatoi sono stati utilizzati fino agli anni ‘80 del secolo scorso.

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Prima colazione in hotel. Mezza giornata. Partenza per Rio Marina dove si potranno ammirare il Museo Mineralogico e del Parco Minerario a cielo aperto di Rio Marina, la più antica miniera dell’Isola d’Elba che ha un grande valore scientifico e storico. Tour delle miniere a bordo di un caratteristico trenino che conduce attraverso i principali cantieri della miniera di Rio Marina, ognuno con i suoi colori e caratteristiche.

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Trasferimento a Rio nell’ Elba, uno dei più antichi paesi di tutta l’Elba, in quanto le sue origini scavano indietro nel tempo fino all’età del bronzo. Il territorio conserva numerose tracce del suo antico passato e tra queste vi sono anche reperti archeologici e relitti navali di diverse epoche.

Rientro in hotel. Pomeriggio tempo libero a disposizione per godersi le spiagge. Cena e pernottamento.

5° Giorno: Portoferraio – Procchio- Marciano Marina – Marina – Monte Capanne.

Gli evidenti segni del passato minerario di questo incantevole territorio, racchiuso fra mare e montagna, sono divenuti oggi attrattiva turistica di grande interesse.

Il comune più piccolo dell’isola, nonché uno dei più piccoli d’Italia, regala alcuni dei più suggestivi scorci dell’isola, dove tranquillità e divertimento vanno a braccetto

Prima colazione in hotel. Mezza giornata.

Iniziamo con la visita della Villa San Martino questa residenza, non fu abitata a lungo da Napoleone, che comunque qui trascorreva momenti di vita privata. Oggi vi si possono ammirare stampe napoleoniche dell’’800 e arredi d’epoca strategicamente collocati nelle belle sale affrescate. il Museo dei Cimeli di Napoleone. Conserva tra le altre cose, un calco in bronzo della testa e della mano di Napoleone e la riproduzione del sarcofago nel quale sono conservati i resti dell’Imperatore.

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Proseguiamo con la visita di Procchio, piccolo borgo antico, ha origini che si perdono nella notte dei tempi, tanto che ripercorrendo con lo sguardo gli spazi è possibile riconoscere le diverse epoche, e le molteplici civiltà che l’hanno abitato, dalla fortezza fortificata di origine etrusca che si intravede sul Monte Castello che sovrasta la cittadina, sino ai resti archeologici che ricordano il passaggio romano. Proseguiamo verso Marciana Marina, borgo di pescatori, è caratterizzato dalle sue case dai colori pastello che si affacciano sul mare. Conserva ancora oggi il fascino dell’antico borgo, con i suoi ritmi più lenti e i vecchi edifici. Il simbolo di Marciana Marina è la Torre degli Appiani, torre costiera già quattrocentesca situata al porto. Oggi la torre è di proprietà del demanio. Il nucleo più caratteristico e suggestivo di Marciana Marina è il Borgo al Cotone, il centro storico. Questo è costituito da un grande scoglio di granito e da una matassa di viuzze, scale e case antiche. Proseguiamo con la visita di Marciana, è uno dei paesi più antichi e ricchi di testimonianze storiche e archeologiche. Tutto il paese conserva ancora oggi quella impronta medioevale di un tempo, dalle porte d’accesso, alle strette viuzze a gradoni, ornate da piante e fiori che i marcianesi coltivano sui propri balconi.
Ci spostiamo per prendere la cabinovia per raggiungere Monte Capanne.

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Sulla vetta del monte più alto dell’isola (1019 metri), durante una giornata particolarmente chiara, si può godere di un panorama unico, oltre che ammirare un panorama unico, si può spingere lo sguardo fino alle lontane isole dell’arcipelago: Pianosa, Capraia, Montecristo, Gorgona ed anche la Corsica.
Sosta per la degustazione dei vini e dolci tipici dell’Elba.
Rientro in hotel. Pomeriggio tempo libero a disposizione per godersi le spiagge.

Cena e pernottamento in hotel.

6° Giorno: Capraia (intera giornata)

Scogliere altissime a picco sul mare e l’aroma di cisto marino che aleggia dalle falesie verso il mare. L’isola di Capraia è la terza isola dell’Arcipelago Toscano per grandezza. La sua caratteristica forma ellittica è disposta lungo la frattura nella microplacca corso-sarda da cui uscì il magma. Sì, la sua origine è vulcanica e potrete ammirare la suggestiva spaccatura che resta di questo antico vulcano, lo Zenobito. Corroso per millenni dagli elementi a Cala Rossa (parte sud dell’isola), si tratta di un’enorme parete di roccia rossa – un rosso acceso – a picco sul mare.

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Prima colazione in hotel trasferimento al porto ed imbarco per l’Isola di Capraia. Quest’isola è forse la più “selvaggia” tra le isole dell’arcipelago, sono presenti due centri abitati: il nucleo del porto e il paese, borgo più antico a ridosso del forte di San Giorgio. Le coste scoscese a picco sul mare, suggestive rocce portate a nudo dall’erosione del vento e del mare, documentano il susseguirsi delle eruzioni e delle stratificazioni laviche. Tutto ciò è ben visibile nella famosa Cala Rossa, sicuramente una delle cale più particolari dell’Arcipelago, dove le pareti rocciose a forma di tronco di cono presentano dei colori che variano dal rosso al nero. L’area centrale di Capraia è la più montuosa dell’isola e il rilievo maggiore è Monte Castello. Capraia è considerata un piccolo paradiso geologico, in quanto unica isola vulcanica dell’Arcipelago, offre numerosi siti di interesse storico raggiungibili grazie a sentieri e mulattiere: Ex Colonia Penale, Torre del Porto, Chiesa di Santo Stefano, Chiesa dell’Assunta, Chiesa di San Nicola, Chiesa e convento di San Antonio, Forte San Giorgio e numerose spiagge, calette e grotte.

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Rientro in hotel. Cena e pernottamento in hotel.

7° Giorno: Napoleone e i suoi luoghi-out

Prima colazione in hotel partenza per Portoferraio, visita ai luoghi Napoleonici.

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La Villa dei Mulini (detta anche Palazzina dei Mulini) fu scelta da Napoleone come residenza principale. La Villa fu costruita tra due mulini a vento, da qui il suo nome, che erano però già stati abbattuti al tempo di Napoleone. Al suo arrivo sull’isola il nuovo sovrano progettò personalmente i lavori alla Villa: fece costruire il piano superiore e programmò la ristrutturazione del vicino piccolo teatro e si occupò personalmente della scelta degli arredi dell’abitazione, che purtroppo però sono andati perduti. Parte del mobilio oggi visibile nella Villa risale comunque all’epoca napoleonica.

La Villa è oggi Museo Nazionale.

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Visita del centro storico, dal colore rosato, dovuto alle lastre in pietra calcarea rossa utilizzate per la pavimentazione.

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Al termine della visita trasferimento al porto ed imbarco per Piombino, proseguimento  bus privato direzione  Roma. Arrivo a destinazione. Fine dei servizi.




TOUR ESCLUSIVO ISOLE EOLIE 30 Luglio

                        Le “Sette Sorelle” che affascinano il mondo

 

Le Eolie, sette isole adagiate al nord della costa siciliana, sono state proclamate Patrimonio dell’Umanità nel 2000 dall’Unesco. L’arcipelago è composto da isole di origine vulcanica: Lipari, la più grande, vero e proprio cuore delle Eolie; Vulcano, diventata famosa per i laghi di fango e le spiagge nere; Salina, divisa nei tre comuni di Santa Marina, Malfa e Leni; Panarea, la più piccola e al contempo la più “glamour”; Stromboli, adagiata ai piedi di Iddu, il vulcano che la sovrasta; Filicudi ed Alicudi, le più selvagge, ideali per chi ama stare a contatto con la natura. Gli straordinari paesaggi, la diversità floro-faunistica e le splendide spiagge rendono l’arcipelago delle Eolie una delle destinazioni turistiche più gettonate.
In questo Tour visiteremo tutte le isole, respirando a pieno la natura sorprendente di queste isole della Sicilia.

Isole dolci del dio. Isola è fine d’ogni viaggio, meta della più grande via per cui è sempre corsa ogni avventura, ha navigato la civiltà dell’uomo; isola è anelito e approdo, remissione d’ogni incertezza e ansia, superamento della natura, scoperta, inizio della conoscenza, progetto della storia, disegno della convivenza. Ma isola è anche sosta breve, attesa, pausa in cui rinasce la fantasia dell’ignoto, il desiderio del viaggio, il bisogno di varcare il limite, sondare nuovi spazi. Isola è metafora di questo nostro mondo: scoglio dentro l’immenso mare, granello vagante nello infinito spazio; è metafora della vita umana; sosta d’un attimo nell’eterno da cui veniamo, a cui il destino inesorabilmente ci sospinge. È materno grembo l’isola, schermo pietoso al panico, al terrore”.

Da: Vincenzo Consolo, nel convegno “Alle radici della vita civica nelle Eolie”, Lipari 17 maggio 1995.

Peculiarità del tour:

Arrivare alle Eolie dal mare,sarà un bellissima esperienza,infatti la nava arriva a Lipari,alle 09.40,e quindi dal mattino avrete la possibilità di ammirare nel loro splendore tutte le 7 isole ,avendo oltre tutto,per gli amanti della fotografia,la giusta luce(il sole sarà alle spalle).

Le cene a Lipari,saranno servite in ristoranti diversi tutte le sere,e il Vostro capogruppo,potrà scegliere di andare in un ristorante piuttosto che in un altro,e magari tornare dove siete stati bene ecc.ecc.Questa formula,impensabile per tour di gruppo organizzati,è un ESCLUSIVA dei Viaggi di Giorgio,che Vi consentirà di assaggiare le specialità eoliane in tutte le le ricette,e ovvio non potrà mancare il pesce fresco.

Altra cosa bellissima,trascorrere 1 notte a Stromboli:infatti l’isola non ha illuminazione per le strade ,si cammina con la torcia,e questo vi consentirà di ammirare un cielo stellato,come  mai forse avrete visto nella Vostra vita.Altre agenzie noterete che fanno la visita di Stromboli e poi rientrano in hotel a Lipari o Vulcano.

Inoltre avrete la camera a disposizione sino orario di partenza da Stromboli la sera della partenza.

Partire da Stromboli per Napoli,significa non rifare la navigazione  2 volte:una quando si ritorna dall’escursione a Stromboli in hotel a Lipari,due quando si riparte da Lipari,la nave passa per Stromboli.Mentre appunto dormendo a Stromboli,non si farà un tragitto due volte,e Napoli sarà più vicina.

Avrete la barca in ESCLUSIVA  solo al nostro gruppetto dei Viaggi di Giorgio.

Tutte le escursioni anche quelle in barca,avranno una guida autorizzata.

E’ inclusa assicurazione contro ANNULLAMENTO AL VIAGGIO

 
1° GIORNO: ROMA-NAPOLI-LIPARI
Partenza da Roma  con bus privato,per  il porto di Napoli, imbarco sulla nave Siremar, assegnazione cabine, partenza ore 20.00 e cena a bordo  . Pernottamento.

2° GIORNO: LIPARI
Sveglia al mattino, per poter ammirare il paesaggio unico ed emozionante dell’arcipelago eoliano,che avremo la fortuna di vedere navigando in direzione di Lipari. Prima colazione a bordo prima dello sbarco .Trasferimento in hotel, e  tempo libero e per relax  o passeggiare nelle viuzze del centro storico.

Visita dell’acropoli e del museo archeologico(facoltativo).

Pranzo in ristorante  di lusso.

Visita  dell’isola di Lipari in pullman e guida,attraversando i paesini di Pianoconte, Quattropani ed Acquacalda  con soste ai punti panoramici ed alle cave di pomice.

Belvedere Quattrocchi Lipari

 

Sosta alla casa vinicola “Castellaro “ località Quattropani, per brunch e degustazione al tramonto.
Cena libera e  pernottamento in hotel.

 

Visita alle Tenute di Castellaro
 

Tramonto su Filicudi da Chiesa Vecchia di Quattropani (Lipari) - LIPARINET

 

3° GIORNO: FILICUDI ED ALICUDI

Colazione in hotel. Partenza in barca per Alicudi, l’isola più incontaminata dell’arcipelago, tipica per le mulattiere e i muretti a secco. Sosta di circa un’ora nel villaggio, dove potrete apprezzare l’atmosfera retrò e fare un bagno rinfrescante. Proseguimento per Filicudi, visita alla Grotta del Bue Marino, la Canna (il più alto neck vulcanico delle Eolie), gli scogli di Giafante e Montenassari.

Pranzo libero. Sosta sull’isola e tempo a disposizione per la visita del villaggio preistorico di Capo Graziano o per una piacevole nuotata. Rientro a Lipari nel tardo pomeriggio.

Cena in ristorante di lusso e  pernottamento in hotel.

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4° GIORNO: VULCANO
Prima colazione in hotel. Escursione in motobarca per l’isola di Vulcano, lungo la parte sud-est dell’isola di Lipari fino al porto di Vulcano.  Giro dell’isola di Vulcano cominciando dal lato nord-ovest dell’isola, passando da Vulcanello, dalla baia delle “Sabbie nere”, dalla “Grotta del Cavallo” e dalla “Piscina di Venere” fino alla piccola località marina “Gelso”, dove si effettua, tempo permettendo, una breve sosta. Il giro continua lungo il lato sud-est dell’isola fin sotto il vulcano “Gran cratere” e successivamente verso il porto levante. Durante il giro possibilità di bagno.

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Il pomeriggio e’ dedicato all’ esplorazione individuale dell’isola con possibilità di bagno nei fanghi (vecchio costume da bagno consigliabile), nelle acque sulfuree e alle spiagge “Sabbie nere”. Nel pomeriggio rientro. Pranzo libero, cena in ristorante, pernottamento in hotel.

5° GIORNO  SALINA

Colazione in hotel. Partenza  per Salina, l’isola più verde dell’arcipelago . Arrivo a   Rinella,  giro dell’isola in bus privato. Sosta a Pollara per la visita di una cooperativa per la coltivazione dei capperi. Pranzo in ristorante .  Nel primo pomeriggio si prosegue con il giro dell’isola con sosta nel piccolo villaggio di Lingua.

Degustazione presso cantina Hanuer di 3 vini e taglieri.

Recensioni su Hauner Winery - Cantina a Lingua, Messina

 

Sosta da Alfredo per la degustazione delle famose granite (facoltative)  rientro a Lipari, costeggiando la parte occidentale dell’isola per ammirare gli splendidi faraglioni e le grotte nascoste . Cena libera e pernottamento.

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6° GIORNO:  PANAREA e STROMBOLI  (FACOLTATIVA)

Prima colazione in hotel. Rilascio delle camere .In mattinata partenza in motobarca per l’isola di Panarea.

Giunti a Panarea, la più chic dell’arcipelago, visita della Baia Di Calajunco, una delle più belle delle Eolie  e sosta per una nuotata nelle splendide acque della caletta degli Zimmari. Giunti al porto, tempo a disposizione per  passeggiare nelle strette e pittoresche viuzze, dedicarsi allo shopping e scoprire i tanti scorsi panoramici che l’isola nasconde. PRANZO A SACCO con specialità eoliane.

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Proseguimento per Stromboli, l’isola che ospita uno dei vulcani più attivi al mondo. Arrivo e sistemazione in hotel nelle camere riservate.

 per scoprire le suggestive stradine, i negozi nascosti tra le case bianche e rilassarsi nelle lunghe spiagge di sabbia nera. Prima del  tramonto in barca si raggiunge  la Sciara del Fuoco per assistere alla suggestiva eruzione notturna del vulcano. Cena con Pizzata  Strombolana.

Pernottamento in hotel.

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7° GIORNO STROMBOLI -PARTENZA

Prima colazione in hotel e intera giornata libera per attività individuali. Pranzo libero. Pomeriggio libero per rilassarsi in spiaggia, o effettuare attività individuali come la salita al vulcano.

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Cena in ristorante. Camere a disposizione sino orario di partenza.

In serata trasferimento al porto e operazioni imbarco nave Siremar diretta a Napoli delle ore 22.00.Pernottamento nelle cabine riservate, con bagno e doccia private. Pernottamento a bordo.

ps prima di andare a dormire, avremo l’opportunità di ammirare ancora nel suo splendore, la Sciara del Fuoco…

8° GIORNO : ARRIVO A NAPOLI E POI ROMA

Colazione a bordo, arrivo alle ore 08.00 e sbarco al porto di Napoli da dove si prosegue in bus privato in direzione Roma. Arrivo  fine dei servizi.