Oltre Venezia: le esperienze più suggestive da fare in laguna

Il tramonto di pellestrina toglie il fiato: un tripudio di colori di rara intensità cromatica dipinge il cielo sfumando sull’ acqua, penellando d’arancio Pescherecci, Gondole e Vongolare.
Oltre Venezia: le esperienze più suggestive da fare in laguna
Laguna di Venezia. Viaggio tra le isole poco note al turismo di massa, dove i tramonti sono unici e calli e campielli ricordano una Venezia di paese, più raccolta e alla mano. Partecipate a questo tour, per scoprire le esperienze da insider, su un peschereccio o a “casa di Hugo Pratt”. Un territorio tutto da assaporare, anche fuori stagione.
Casette colorate -ma meno scenografiche di quelle buranesi – qualche osteria in cui mangiare del buon pesce, alberghetti che si affacciano sulla laguna, e tramonti incantevoli, sono gli elementi di una giornata trascorsa qui.
Scorci pittoreschi, reti da pesca, e pescherecci attraccati. Un’atmosfera autentica, lontana dallo sfarzo del Canal Grande, che da qui dista solo mezz’ora. Imperdibile e suggestiva, la passeggiata lungo i murazzi, la barriera lunga 14 km, che si estende dal Lido fino a Sottomarina di Chioggia, e che ha permesso a Pellestrina di resistere alla furia del mare.
Si diceva che i veneziani vengono a Pellestrina soprattutto per mangiare. In estate, imperdibile è la sagra. Tra i ristoranti più amati ci sono Da Celeste, noto per le sue specialità a base di pesce e per la terrazza affacciata sulla laguna, Da Memo, Da Nane e Stravedo – che ha anche delle camere dove fermarsi a dormire. Non ci sono molte altre soluzioni sull’isola, se non qualche affittacamere, ma è un’esperienza speciale dormire e risvegliarsi sull’isola essendo un luogo che sorprende con la sua semplicità e autenticità. Pellestrina è un rifugio lontano da tutto e diversa da qualsiasi altra isola veneziana. Vi entrerà sottopelle.
Molti conoscono la Laguna Nord di Venezia – per intenderci quella dove sorgono le Isole di Torcello, Burano, Murano – ma pochi hanno visitato la Laguna Sud che, per sua natura, si presta a percorsi lenti, in armonia con la natura, alla scoperta delle valli e delle barene dove svernano molte specie di avifauna e dove la sapienza e le passioni dell’uomo, caccia e pesca, esistono ancora, sia pur regolamentate.
L’isola di Pellestrina, piccolo gioiello nella laguna di Venezia
L’isola di Pellestrina è un piccolo gioiello, una sottile striscia di terra tra mare e laguna di Venezia, meta preziosa per gli amanti della tranquillità, del cicloturismo, del birdwatching, dei pellegrinaggi e non da ultimi, dagli appassionato del buon cibo.
L’isola di Pellestrina è molto apprezzata soprattutto da chi desidera scoprire i luoghi meno turistici e più caratteristici della laguna veneziana. E’ la meta ideale per chi cerca luoghi autentici e tanta pace.
L’isola di Pellestrina è sicuramente unica nel suo genere, tra le più affascinanti isole della laguna di Venezia con le sue case vivacemente colorate, i piccoli campielli, i vicoli stretti, le barca dei pescatori, i tramonti mozzafiato.
A Pellestrina il tempo sembra essersi fermato.
Immaginati una strettissima lingua di terra, lunga otto miglia fra Malamocco e Chioggia, […].
[…] una vera isola fra mare e laguna difesa dalla parte del primo dai famosi Murazzi – a metà fra questa lingua sorge Pellestrina, a 15 miglia da Venezia, paese di pescatori e di marinai lungo due miglia e largo 30 passi che contiene nelle sue case ammucchiate un 8mila anime. In questo cantuccio del mondo io e Cologna abbiamo scelto il terreo pel nostro duello ad ultimo sangue con la Procedura.
Lettera ad Andrea Cassa, estate 1854, in “Nievo e Venezia”, Ippolito Nievo
Pellestrina, la consapevolezza della sua unicità
La bellissima isola di Pellestrina è una sottile striscia di terra lunga circa 12 chilometri e larga nel suo punto massimo 1,2 chilometri, ma solo 23 metri nel punto più stretto, separa da nord a sud dalla laguna di Venezia dal mare Adriatico.L’isola conta oggi circa 4mila abitanti, ha due strade che corrono parallele ed è divisa in tre borghi: Santa Maria del Mare, San Piero in Volta, Pellestrina.
Quest’isola era abitata fin dai tempi delle invasioni dei barbari e il suo nome è legato a quello della Fossa Phillistinae, antico canale scavato in epoca romana (o forse etrusca) per collegare le varie isole della laguna.Molte sono però le versioni sull’origine del nome. Un’altra fa derivare il nome da “pelle strana”, ovvero quella dal colore innaturale dei pescatori, bruciati dal sole.
Nel primo Medioevo fu colonizzata dai profughi padovani in fuga da Monselice, poi abbandonata per diversi anni e ricolonizzata nel XIV secolo ad opera del doge Contarini.
Tra il XV e il XVIII secolo si formò il borgo e venne poi realizzata la diga per la protezione dalle acque alte, i caratteristici Murazzi, che ancor oggi aiutano nella lotta contro le mareggiate e le inondazioni. Pellestrina, in realtà, è stata inondata solo 2 volte: nel 1966 e nel 2019 a causa della combinazione di forti mareggiate con fenomeni importanti di acqua alta.
Da sempre Pellestrina vive di pesca ma ora si punta anche al turismo slow ed esperienziale che sta portando molto turismo, molti visitatori interessati, curiosi e che sanno amare questa terra.
La rinascita di Pellestrina è legata proprio alla consapevolezza della propria unicità.
I veneziani a Pellestrina vengono soprattutto per mangiare. Qua il pesce è freschissimo e si possono assaggiare le tipiche cozze mitilla, il tesoro gastronomico di Pellestrina, un simbolo della cucina locale. Allevate nelle acque salmastre della laguna, queste cozze sono hanno un sapore intenso e una consistenza carnosa. La raccolta delle mitille è una pratica secolare, tramandata di generazione in generazione dai pescatori dell’isola, che conoscono alla perfezione i tempi e le tecniche per garantire un prodotto di altissima qualità. Mangiarle sull’isola, magari al tavolo di un ristorante affacciato sulla laguna, ha un gusto in più.
La Serenissima Repubblica di Venezia, oltre che salvaguardare le coste dalle furie del mare, ha sempre pensato anche a delle difese marittime, provvedendo a costruire dei forti ed a interrare piccole parti di laguna costruendo dei “bastioni” come seconde difese contro l’eventuale entrata di navi nemiche all’interno dei suoi porti.Sono posizionati in prossimità dei canali d’entrata alla laguna in modo da poter colpire le navi nemiche nel tentativo di entrata, ma erano anche collocati in fondali di pochi centimetri d’acqua; ciò impediva al nemico di raggiungerli.Venivano chiamati dal popolo “cani da guardia” perché erano posizionati davanti ai porti e che erano considerati le porte d’entrata all’isola.
Forte Ca’Roman – Forte Barbarigo-Forte di S. Stefano-Forte di S. Pietro in Volta-Forte di S. Pietro
Tra il litorale del Lido e Pellestrina si trova il porto di Malamocco, mentre è divisa da Chioggia (a cui è molto legata storicamente e culturalmente) dal porto di Chioggia.
I Murazzi sono una diga in pietra d’Istria bianca, costruita dalla Repubblica di Venezia per arginare il mare. Sono divisi in tre sezioni: quella del Lido (circa 5 chilometri tra Ca’ Bianca ed Alberoni), quella di Pellestrina ( 10 chilometri tra Santa Maria del Mare e Ca’ Roman) e la sezione di Sottomarina (1255 metri tra il Forte San Felice e Sottomarina, fagocitati dalla vegetazione e dalla cementificazione e ora privi di funzioni difensive). La parte più bella e spettacolare è quella tra il cimitero di Pellestrina e Ca’ Roman: vi si può camminare sopra con la laguna da un lato e il mare dall’altro lato, separati solo da questa diga. L’ideazione e la realizzazione dei murazzi durarono per quasi tutto il XVIII secolo. Essi vennero danneggiati dalle mareggiate nel 1825 e soprattutto il 4 novembre 1966, quando il loro cedimento fu una delle cause dell’eccezionale acqua alta che sommerse Venezia. Recentemente la struttura difensiva orizzontale dei murazzi settecenteschi è stata rinforzata dal lato mare da una serie di pennelli perpendicolari alla diga, formati da massi, il cui scopo è frangere il moto ondoso e favorire la formazione di bassifondi e di arenile.
Infine, ultima ma non meno importante, nell’estremità meridionale dell’isola si trova la Riserva Naturale di Ca’Roman, gestita dalla Lipu, dove per appassionati della natura e di birdwatching, si può camminare nel bosco e poter ammirare la vastità di numerose specie di uccelli insediati nell’oasi, fino ad arrivare alla selvaggia spiaggia.
5 cose da fare a Pellestrina almeno una volta nella vita…
ASPETTARE IL TRAMONTO: è certamente uno degli spettacoli naturali più suggestivi da vivere all’interno dell’isola; E’ meraviglioso infatti soffermarsi ad ammirare questo momento della giornata, seduti in riva alla laguna, mentre il sole si specchia e riempie di luminosi riverberi colorati il circostante fino a quando non scompare all’orizzonte, tuffandosi proprio lì, al cospetto dei Colli Euganei. Tutto si fa silenzioso in quegli istanti e la magia aumenta di secondo in secondo.
PERCORRERE I MURAZZI A PIEDI DA CA’ ROMAN FINO A SANTA MARIA DEL MARE: è vero, sono almeno 11 km, ma la scorpacciata di aria sana e paesaggio saranno garantite. Nessuno vi obbliga a percorrerlo tutto da un capo all’altro, ma fidatevi, fare a piedi sopra il murazzo almeno il tratto da Cà Roman fino al Cimitero di Pellestrina vi farà emozionare tantissimo e giuro, non lo dimenticherete mai. Non dimenticate inoltre che in qualche tratto del percorso dai murazzi riuscirete a vedere il mare arrivare quasi a lambire la laguna.
FERMARSI A CHIACCHIERARE CON I PESCATORI: l’ecosistema locale è famoso per i prodotti ittici e derivati, non dovrete sforzarvi molto per trovare in isola persone disposte a raccontarsi un pò, ma se siete timidi potrete fare un giro nei bar o presso le imbarcazioni, comunque capiterà sicuramente anche senza andare a cercare di trarre degli aneddoti difficili da dimenticare.
ASCOLTARE IL SUONO DEL SILENZIO: uno dei tratti distintivi di questo luogo è proprio il suono inconfondibile del silenzio; qui infatti non c’è frastuono di motori, rumore di fondo o smog come in città. Qui siamo al cospetto di uno dei più fulgidi esempi di contemplazione ed integrazione della vita quotidiana con la natura circostante ed il suo ecosistema.
ASSAGGIARE IL CIBO TIPICO E PORTARSI A CASA DEI BUSSOLAI: è vero, ci sono molti ristoranti, è vero ci sono bar e gelaterie, ma non me ne vogliano, i bussolai sono la più grande tentazione tra i prodotti tipici isolani.
Impossibile non assaggiarli, impossibile resistervi!
La stessa cosa vale comunque anche per la cucina locale, semplice e squisita!
Tradizioni locali dell’isola di Pellestrina
La terra e il mare hanno offerto ed offrono tuttora le attività che danno i mezzi di sopravvivenza alla popolazione dell’isola; ma le principali attività economiche che le hanno dato vita e sviluppato sono state:
- orticoltura-pesca-lavorazione del merletto a fuselli chiamato “Tombolo“.
L’orticoltura è stata meno praticata perché al posto delle terre coltivate si costruivano abitazioni, e per quanto riguarda la pesca c’era sempre più un basso rendimento.
Anche se in quantità minore di un tempo, la pesca, offre tutt’oggi alle genti della laguna una fonte di vita. E’ l’attività più tradizionale, più antica esercitata dagli abitanti del litorale.
I pescatori, al largo della laguna, utilizzavano tipiche costruzioni fatte di vimini e canne chiamati “casoni“, che oggi sono in pietra. In un unico vano si trova il focolare con appesi alle pareti gli attrezzi per la pesca, e mentre le “nasse” (reti da pesca) sono lasciate fuori. Solo pochi “casoni” si sono conservati nella loro struttura originaria.
Per quanto riguarda le donne, passavano il loro tempo con la lavorazione del “tombolo“, così riuscivano a guadagnare qualche soldo in più per il sostentamento della famiglia. Nelle belle giornate si mettevano sulla porta di casa o sulla riva della laguna, in compagnia,a lavorare il pizzo sul tombolo. I merletti venivano poi usati per decorare la biancheria sia signorile che popolana.
Ora la maggior parte delle donne che conoscono questo tipo di “arte” sono signore anziane in pensione che dedicano il loro tempo libero alla lavorazione e raramente all’insegnamento.
Il piccolo Museo della Laguna Sud di Pellestrina è un concentrato di storia che consente di comprendere perché sia complicato ma molto affascinante vivere qui, e scoprire l’essenza di questi luoghi. Qui si ripercorrono la storia dei Murazzi, la pesca di mare, la laguna.
L’isola “segreta” delle Vignole: dove il turismo non arriva
L’isola è aperta alla visita dei turisti: occasione per una cultura storico-religiosa, ma anche per gustare la pace e la tranquillità che il luogo offre.
Vivi la magia della laguna Sud di Venezia, tra natura e tradizione.
Olanda? No, la laguna sud di Venezia
Tra salicornia e ibis sacri nella pace della laguna
Un’uscita a bordo del vaporetto Cornio con gli esperti di birdwatching di Laguna Sud, è regalarsi una pace edificante al ritmo della natura, ritrovare la bellezza silenziosa e sopita delle cose semplici, seguendo il volo di un gabbiano che sfrutta le correnti ascensionali per un fermo immagine in cielo. Ritagliarsi anche solo un pomeriggio di navigazione, è vivere un’esperienza contemplativa e al contempo riconciliarsi con il creato. Perché questo sì che è un autentico angolo di paradiso, dove in tarda estate la salicornia in fiore incendia di rosso carminio la superficie dell’acqua e d’inverno il limonium (lavanda di palude) stende il suo tappeto di petali viola sul mare. Uno specchio d’acqua e uno spicchio di terra veneziana straordinariamente somigliante ai polder olandesi, dove sono arrivati a stabilirsi persino gli ibis sacri, arrivati dall’Egitto. A riprova che il surriscaldamento climatico in corso ha trasformato la laguna Sud di Venezia anche in un angolo di Nordafrica.
Vivi la Natura
Venite a scoprire un mondo incantato, sospeso tra acqua e cielo. A bordo dei nostri battelli, sarete immersi in un ambiente silenzioso e armonioso, dove la natura regna sovrana: uccelli che danzano nel vento, piante che raccontano storie di antichi equilibri e l’infinito riflesso dell’acqua.
Vi guideremo attraverso una storia intensa e autentica, fatta di tradizioni secolari dei misteriosi casoni, di toponimi evocativi, di leggende di pescatori e dei racconti di caccia che animano la laguna.
Naviga tra canali nascosti, barene e valli da pesca, immerso in un paesaggio unico e suggestivo. Accompagnato da guide esperte, vivrai un’esperienza autentica tra storia, natura e tradizioni secolari.
Turismo naturalistico, amore per la natura e l’ambiente. Gli itinerari ideati da ATN Laguna Sud sono il risultato di un insieme di conoscenze tecniche, morfologiche, ed etnografiche dell’ambiente lagunare. Promuoviamo un turismo ecocompatibile, che si pone come obiettivo principale la salvaguardia e la riqualificazione del nostro territorio e dei suoi valori storici e naturali.
Chioggia
Le isole lagunari erano riunite in confederazione di dodici comunità,tra le quali la XII Clodia Maior (Chioggia) e la XI Clodia Minor (Sottomarina).
Le altre isole erano: I Grado, II Bibione, III Caprule (Caorle), IV Eracliana (Eraclea), V Equilio (Jesolo), VI Torcello, VII Moriana (Murano), VIII Rivo-Alto e Olivolo (Rialto e Castello, sestieri di Venezia), IX Malamocco, X Pupilia (Poveglia).
1 Giorno -Roma Padova-Isola Pellestrina
Ritrovo dei partecipanti a Roma Termini in tempo utile e partenza con treno Frecciarossa diretto a Padova,arrivo e trasferimento in bus privato al molo di Chioggia,per imbarco motonave diretta a Pellestrina.
Un tempo si poteva dire che si trattava di un gioiello poco conosciuto, oggi (purtroppo?) – soprattutto d’estate – ci sono giorni in cui l’isola di Pellestrina straborda di persone. Nonostante questo è ancora una delle isole della laguna veneziana più affascinanti. Lunga circa 11 chilometri e larga solo poche centinaia di metri, Pellestrina è una sottile lingua di terra che si affaccia da un lato sulla laguna e dell’altro sul mare Adriatico. Un periodo migliore per visitarla non c’è: se la vostra priorità non è il mare – l’acqua qui è molto pulita – allora forse dovreste venire in autunno o inverno, quando di turisti non ce ne sono.
Una storia che racconta il mare
La storia di Pellestrina è la storia della millenaria lotta tra uomo e natura. Il lato che affaccia sul Mare Adriatico è caratterizzato dai murazzi. I murazzi, possenti dighe in pietra d’Istria costruite nel XVIII secolo per proteggere l’isola e la laguna dalle maree, sono considerati l’ultima costruzione della Repubblica di Venezia prima della sua caduta e sono stati concepiti per arginare l’azione del mare, avendo sostituito altri sistemi difensivi precedenti che non erano sufficienti. Prima esistevano delle palafitte rinforzate con sassi e sabbia e poi le cosiddette “palàe”, file di pali di legno. Questo intervento, tuttora visibile, rappresenta un esempio straordinario di ingegneria idraulica e una testimonianza dell’importanza che la Serenissima attribuiva alla salvaguardia del suo fragile ecosistema.
Ancora oggi Pellestrina conserva intatte le sue tradizioni marinare: il lavoro dei pescatori, la costruzione delle barche e la cura delle reti sono scene quotidiane che raccontano la profonda simbiosi tra gli abitanti e il mare.Tra il litorale del Lido e Pellestrina si trova il porto di Malamocco, mentre è divisa da Chioggia (a cui è molto legata storicamente e culturalmente) dal porto di Chioggia.
Lungo tutta l’isola si può vedere il Murazzo, cioè un rinforzo per il centro abitato dalle maree che spingono il mare verso l’interno della laguna.Gli abitanti vengono chiamati Pellestrinotti.
La località di Pellestrina è suddivisa in sestieri: Busetti, Vianelli, Zennari e Scarpa, che richiamano le quattro famiglie chioggiotte che si furono insediate nell’isola dopo la Guerra di Chioggia dove i centri abitati vennero distrutti. Ai giorni d’oggi, questi quattro cognomi sono i più diffusi.
Sistemazione dei bagagli in hotel,pranzo libero.
Iniziamo subito con la visita guidata del piccolo Museo di Pellestrina.
Il Piccolo Museo della Laguna sud è un’esposizione che parla attraverso le immagini, i testi, i colori, le luci, iniziando il racconto dell’isola e della sua forma modellata nei secoli dalla natura e dall’uomo.Oltre che mostra permanente è centro di documentazione, importante e originale strumento culturale polivalente che si propone alla popolazione dell’isola e ai suoi numerosi visitatori che giungono da fuori.Materiali preziosi per la memoria dell’isola di Pellestrina e di Venezia e della sua laguna hanno trovato una casa sicura. È stato l’inizio di un percorso.
Da allora l’Associazione Abitanti in Isola gestisce il museo, rendendolo fruibile a un vasto e qualificato pubblico, tanto da diventare meta fissa di visite guidate da parte di università italiane e straniere.
Già ora il Piccolo Museo costituisce un punto di forza per un progetto di nuovo modello di sviluppo per l’isola, che si pone al centro di un turismo lento e rispettoso dell’ambiente, in armonia con le caratteristiche dell’isola.
L’isola di Pellestrina è bella da vedere nella sua semplicità, passeggiando per le piccole vie, tra le casette colorare e imbarcazioni dei pescatori con le caratteristiche reti da pesca.
L’isola di Pellestrina è possibile percorrerla in tutta la sua lunghezza in bicicletta grazie ai percorsi cicloturistici: direi la soluzione miglior per chi vuole visitarla.
Passeggiare sui Murazzi, tra mare e laguna
Pellestrina ha dovuto sempre combattere contro la furia del mare, fino al al 24 aprile 1744 quando si diede inizio ai lavori su progetto del cosmografo ed ingegnere Vincenzo Maria Coronelli,
Fu costruita una vera e propria diga, un muraglione con grossi massi in Pietra d’Istria, cementati con pozzolana, sopra strati di ciottoli ben compatti e grosse palafitte, che permise agli abitanti dell’isola di poter vivere più tranquilli e godersi il loro mare e la loro laguna. Fu l’ultima grande opera della Repubblica Serenissima di Venezia.
La parte più bella e spettacolare è proprio quella dell’Isola di Pellestrina, tra il cimitero e Ca’ Roman: vi si può camminare sopra, con la laguna da un lato e il mare dall’altro lato.
I murazzi fanno parte dei Beni del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, che ha il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano.
Visitare la riserva naturale di Ca’ Roman, tra uccelli e spiagge selvagge
Ca’ Roman è un lembo di terra dell’isola di Pellestrina che parte dalle bocche di porto di Chioggia, ovvero la parte sud dell’isola, e si collega a Pellestrina con la diga artificiale dei Murazzi.
Ca’ Roman è un gioiello naturalistico, uno dei pochissimi ambienti dunali dell’Alto Adriatico rimasti quasi inalterato nel tempo, una vera spiaggia naturale.La Riserva naturale di Ca’ Roman è un ecosistema unico e di eccezionale interesse naturalistico, un luogo di particolare attrazione per gli appassionati di birdwatching.Questo perché si trova su una delle più importanti rotte migratorie d’Italia e moltissime specie d’uccelli (si parla di 190 censite complessivamente sino al 2012) la utilizzano in autunno e primavera per riposarsi e nutrirsi prima di riprendere il viaggio.Si possono trovare uccelli marini come gabbiani corallini, gabbiani reali, sterne, beccacce, piovanelli, ma anche i cormorani cinerini, le garzette, gli svassi, il marangone dal ciuffo e i rapaci come il gheppio, l’assiolo, il falco della palude, lo sparviero.La LIPU, associazione per la conservazione della natura, la tutela della biodiversità, la promozione della cultura ecologica in Italia, si occupa della gestione naturalistica dell’Oasi di protezione e riserva naturale di Ca’Roman. Contattandoli si può chiedere una visita guidata alla Riserva.La visita a Ca’ Roman si effettua solo a piedi, attraverso sentieri attrezzati con pannelli didattici ed informativi. La sua spiaggia è considerata tra le più belle e selvagge del Veneto.
Rientro in hotel,sistemazione nelle camere e cena degustazione.
Speriamo poter ammirare uno dei famosi tramonti di Pellestrina.
2 Giorno Isole Sant Erasmo-San Francesco del Deserto
Dopo la prima colazione in hotel,partenza in battello per esplorare la laguna con le isole di Sant Erasmo-Vignole e San Francesco del Deserto.
L’isola di Sant’Erasmo, una delle tante che formano Venezia e la seconda per estensione. Si trova al centro del triangolo turistico Murano, Burano, Punta Sabbioni ed è perciò una meta che consigliamo di visitare, soprattutto in estate, a chi viene a Venezia.
L’isola è circondata da rovine, tra cui la Torre Massimiliana ricordo del periodo di dominazione austriaca. Ispirata a fortificazioni medievali, la torre – risalente al periodo 1830-40 e ideata dall’arciduca Massimiliano, ha una base poligonale di 25 metri di diametro. Veniva usata come alloggio e come magazzino militare.
Lontano dagli itinerari più scontati, Sant’Erasmo è stato per secoli “l’orto di Venezia”, celebrato per le sue pregiate primizie e, fino agli anni settanta, coltivato in ogni più piccolo appezzamento.
Oggi le cose sono cambiate ma rimangono alcune caratteristiche, come il terreno sabbioso e salmastro che dà un sapore inconfondibile ai carciofi, raccolti anticipatamente, che prendono il nome di castraure. E a un gradevole vinello asprigno, a cui è dedicata anche la Sagra del mosto, ogni prima domenica di ottobre, una delle più popolari feste di Venezia.
Frequentatissima dai veneziani, anche per raccogliere nei vicini bassi fondali le capeonghe, i caparozzoli e altri molluschi o rilassarsi nella lingua di sabbia detta Bacan, quest’isola è protagonista, a fine maggio, di un’importante regata, quella di S.Erasmo, i cui gli atleti gareggiano per divertimento e per prepararsi alla più importante Regata Storica della prima domenica di settembre dove verranno premiate varie categorie di regatanti.
A poca distanza da Sant’Erasmo, nel verde dei cipressi secolari, sorge l’isola di San Francesco del Deserto (qui sopra), quattro ettari di relax e un convento che la tradizione vuole essere fondato dallo stesso San Francesco d’Assisi nel 1220, quando, di ritorno dalla Terrasanta, sostò in meditazione sull’isola.Dopo la sua morte l’isola venne donata ai Frati Minori da Jacopo Michiel per fondarvi un convento. Ma due secoli dopo, attorno al 1400, l’isola fu abbandonata e divenne una polveriera per gli austriaci.Solo nel 1858 il terreno venne donato alla Diocesi veneziana che acconsentì la rifondazione del monastero e il ritorno alla sua antica vocazione. Il monastero è tuttora attivo.
Come quasi tutti i luoghi della laguna anche San Francesco ha la sua leggenda, si narra infatti che una donna molto ricca, raggiunta l’isola per pregare, decise improvvisamente di cambiare vita e infilò un prezioso anello al dito della statua del Santo che lo piegò miracolosamente; da quel punto non fu più possibile toglierlo.
Una storia che inizia nel 1220
Frate Francesco d’Assisi nella primavera del 1220 ritorna dall’oriente. Si era recato presso i “Saraceni”, a Damietta, là dove i Crociati tentavano con le armi di vincere le resistenze nemiche e conquistare la Terra Santa. aveva incontrato pacificamente – nel dialogo – il Sultano d’Egitto Malek-el-Kamel, suscitando sentimenti di amicizia e di ammirazione. Tornato con una nave veneziana, probabilmente giunge a torcello, centro storico di rilievo e sede del Vescovo. In Italia Francesco dovrà affrontare gravi problemi creati dalle numerosissime persone che desiderano seguirlo sulla strada del Vangelo, ma prendendo orientamenti diversi; pertanto egli cerca un luogo tranquillo dove fermarsi nel silenzio a pregare e riflettere. Arrivato su una piccola isola che è proprietà del nobile veneziano Jacopo Michiel, è accolto dal canto di una moltitudine di uccelli; lo racconta il suo biografo san Bonaventura da Bagnoregio. Si deduce che l’isola fosse quella che ora si chiama “San Francesco del Deserto” dal fatto che nel 1233 (appena 5 anni dopo la canonizzazione di frate Francesco d’Assisi), Jacopo Michiel – di famiglia dogale – dona l’isola ai frati minori, affermando che su di essa è già stata edificata una chiesetta dedicata a san Francesco.
Continua la navigazione per il Lido e Malamocco.
Visita la famoso Lido di Venezia.
Lido di Venezia, itinerario alla scoperta delle ville Liberty
Un braccio di terra teso a proteggere quel prezioso specchio d’acqua della Laguna senza il quale Venezia non avrebbe mai potuto nascere.
Da un lato, un balcone a cui affacciarsi per farsi baciare dal sole al tramonto dietro San Marco, dall’altra parte, la fine sabbia delle sue spiagge con il profumo del sale e le variopinte conchiglie. Qui al Lido di Venezia, c’è un piacere particolare a sprofondare i piedi nella fresca ombra delle capanne che punteggiano la riva e a passare lo sguardo dall’orizzonte marino alla seducente silhouette dell’Excelsior e del Des Bains, i due leggendari hotels simbolo dei tempi in cui l’arte e il cinema hanno reso la città meta ineludibile del jet set internazionale.
Ma basta voltarsi un po’ indietro e passeggiare per le strade più interne dell’isola per ritrovare la raffinatezza di questi luoghi nel profilo di ville e palazzi, eleganti testimoni dello stile che più ha segnato l’architettura lidense: quel liberty d’oltralpe così originalmente unito a uno stile tipicamente veneziano del decoro. Percorrendolo si stenta a credere che fino alla metà dell’Ottocento qui non ci fossero che dune sabbiose e desolate, interrotte da pochi campi coltivati ad ortaglie e vigne.
La trasformazione urbana e architettonica è stata rapida: iniziata infatti solo negli ultimi due decenni del XIX secolo, giunge all’apice del suo sviluppo intorno agli anni 1910-1920, “epoca d’oro” del Lido, quando l’isola poteva definirsi la più elegante stazione balneare d’Europa.
Un tripudio decorativo che coniuga cemento armato e ferro con i mattoni, la maiolica, la bianca pietra istriana, mescolati in evocazioni neo gotiche e neo bizantine nelle residenze dell’isola. Una ricca costellazione di questi edifici è concentrata nella zona che collega Riviera S. Maria Elisabetta a via Negroponte, via Zara, via Cipro e via Parenzo: tra gli altri, Villa Perez, Villa Elisa, Villa Igea, il Russo Palace Hotel, l’Hotel Mabapa e poi la “Grande Italia”, Villa Fanna, Villa Lisa, Villa Licia, fino al Lungomare D’Annunzio con Villa Margherita e Villa Elena.
Forme arrotondate, cornici lussureggianti di soggetto fito e zoomorfo, bifore e torrette merlate spesso protette da giardini silenziosi e fioriti. Molte di queste ville, un tempo case private, sono oggi adibite ad alberghi 3 e 4 stelle e mantengono della loro originaria destinazione gli arredi originari. Il continuum delle ville trova una sua espressione alternativa nell’architettura di regime del Luna Park dove si è stato allestito anche uno dei planetari più importanti d’Italia.
Da lì si procede verso l’hotel Des Bains per incrociare un’altra collana di questi preziosi edifici verso il centro dell’isola: Villa Mon Plaisir, Villa Iolanda, Villa Gemma, Villa Asta, Villa Romanelli, Villa Otello, Casa Nardi, e Villa Rossa dei Padri Armeni o Villa Terapia, che ricorda come il Lido fosse meta privilegiata, anche di chi necessitava delle benefiche cure della salsedine.
Il confine di questa zona è segnato da una parte dallo storico Des Bains, ora chiuso, da 110 anni richiamo per la cultura internazionale e, dall’altra, dall’Hotel Hungaria in V.le S. Maria Elisabetta, la cui facciata ricoperta in maioliche di Nove esalta la floridezza nei tralci di vite e nelle allegorie danzanti che rappresentano Venezia e l’Ungheria.
Si prosegue poi con la visita di Malamocco
Malamocco, un tempo l’antico porto di Padova, è il borgo sospeso nel tempo di cui si era innamorato il fumettista Hugo Pratt, che qui ha ambientato diverse storie di Corto Maltese. È una zona defilata e silenziosa del Lido unica nel suo genere, che si trova nella zona centro-sud dell’isola, in cui passeggiare lungo il canale, tra calli e campi, proprio come a Venezia.La storia di questo antico borgo è affascinante e millenaria, affonda le radici nella civiltà romana ed è ammantata da leggende incrostate di salsedine che si ascoltano nei racconti dei pescatori veneziani. Discreta e defilata rispetto all’atmosfera frizzante di altre zone del Lido, Malamocco è un borgo circondato da un canale, in cui il tempo sembra essersi fermato.Tra calli, campi e campielli, a Malamocco si trovano la Chiesa di Santa Maria Assunta, dove sono conservate la statua della Madonna di Marina e un Cristo proveniente da Poveglia, il Palazzo del Podestà e i resti di un forte austriaco.
Ci sono anche un piccolo cimitero accanto al mare, una particolare scuola elementare su palafitte e i Murazzi, la diga di pietra costruita dalla Repubblica di Venezia per proteggere l’isola dall’erosione del mare. E, infine, numerosi orti famosi per i carciofi di Malamocco, tra i più pregiati al mondo
Sembra che l’origine del nome “Malamocco” sia il Medoacus Maior, cioè l’attuale fiume Brenta, da cui Metamauco. C’è una leggenda locale che racconta che l’antica Metamauco, più vicina al mare rispetto all’attuale, sia stata distrutta da un maremoto intorno al 1110 e si dice che oggi, nei giorni in cui le acque sono più calme, si scorgono le sue rovine sommerse, a cui si impigliano le reti dei pescatori.
I nomi che si leggono sulle targhe di questo borgo ricordano le sue origini come porto della città di Padova: infatti, ci sono il Bassanello e la Stanga (come gli omonimi quartieri padovani), così come Piazza delle Erbe.
Ritorno a Pellestrina in hotel cena a base di pesce e pernottamento.
3 giorno Laguna Sud
Prima colazione in hotel e ci spostiamo al molo dove un battello tipico della navigazione della laguna ,verra’ a prendervi per condurvi in quella che sara’ un giornata memorabile.
Laguna di Venezia: uno storico vaporetto del 1956, di quelli verdolini dell’Actv con le panchine in fòrmica beige e il pavimento in legno di teak, è stato accuratamente restaurato e appositamente dedicato alle escursioni guidate nella laguna Sud di Venezia.
Sul tetto dell’imbarcazione sono state fissate delle sedie con la messa in sicurezza di tutto il perimetro di sporgenza mediante rialzi in ferro e sono stati installati degli altoparlanti per la spiegazioni dell’accompagnatore.
La laguna meno nota
Proprio qui, tra barene e velme (le terre affioranti sommerse dall’alta marea), la bocca di porto di Malamocco poco distante, il polo industriale di Marghera all’orizzonte e la romantica Venezia alle spalle, si fa conoscenza con la porzione di laguna meno nota ai turisti – e in verità anche ai locali – e che a pari merito di Murano, Burano e Pellestrina svela un incanto magico e inedito e rappresenta soprattutto un interessante itinerario faunistico. Il tour in laguna Sud comincia passando al cospetto di ruderi di casoni abbandonati dove, sparsi qua e là, in punti strategici, si intravvedono gli appostamenti imboscati: le coveglie, i palchetti e le botti amate da Ernest Hemingway che frequentava spesso questa parte di Adriatico.
Un’intera giornata immersi nella natura unica della Laguna Sud, a bordo di un battello ispirato allo stile tradizionale veneziano.Durante la navigazione, costeggeremo le splendide valli dell’Averto, del Cornio e Zappa, raggiungendo il celebre Casone di Valle Zappa, costruzione unica in tipico stile olandese. Qui effettueremo una breve sosta dalla barca per ammirare, fotografare e scoprire curiosità e storie raccontate dalla nostra guida,da chi ama profondamente la laguna e ne rispetta le peculiarità, da chi l’ha vissuta attraverso i racconti tramandati da generazioni.
Valle Zappa, stile fiammingo in laguna
Appena fuori dal canale salmastro del Cornio, il fascino fiammingo di Valle Zappa appare come d’improvviso dal nulla a dominare la piatta scena lagunare con la sua originalissima tridimensionalità. È un mix curioso tra il colorato stile olandese e la sinuosità di Parc Guell, censito nei mappali di terra e indicato nelle carte nautiche come casone di caccia. A progettare questa pittoresca ed eclettica meraviglia dall’aspetto nordico-goticizzante, fu nel 1923 l’architetto veneziano Duilio Torres, che si racconta disegnasse ponti e casoni sui sogni.
La magione fatata scelta dalle rondini
Effettivamente l’aria onirica la possiede tutta il complesso di Valle Zappa, che comprende anche una torretta di osservazione con scala a chiocciola dalle sembianze di un faro, oltre a un giardino traboccante di oleandri e rose, ed è tuttora perfettamente mantenuto in quanto di proprietà privata della famiglia Roncato, l’industria padovana di valigeria. In una dependance, oltre all’orangerie, un’intera sala è stata dedicata all’andirivieni delle moltissime rondini: è una stanza che mantiene le grate costantemente aperte per consentire ai volatili l’ingresso indisturbato ai nidi sulle travi, ed è coperta da teloni di nylon per preservare gli arredi e le pareti dal guano.
L’escursione sul vaporetto Cornio comprende una sosta d’attracco all’edificio per ammirarlo da vicino in tutto il suo splendore d’insieme. All’ingresso, un’iscrizione in rima sul marmo racconta che si è approdati in una delle più belle ville della laguna veneta, che «appare al navigator che dal mare proviene come la magione da una fata abitata. Quivi il profumo dei fiori si fonde a quello del mare mentre la brezza marina fa increspare le onde e dei pini marini ondeggiare le fronde».
Da qui la tradizione, la cultura, la conoscenza e la passione, saranno raccontate,da chi ama profondamente la “nostra” laguna e ne rispetta le peculiarità; ne ha conosciuto il passato attraverso i racconti tramandati da generazione, l’ha vista al massimo dello splendore quando era la laguna dei tanti “casoni”, tutti diversi per stile e usanze, e rifugio di una moltitudine di pesci e migliaia di uccelli; quando la pesca era un’arte e la caccia un rito dai cerimoniali unici e memorabili.
La Laguna nel Cuore
“Abbiamo vissuto la nostra laguna da bambini, nei casoni di valle, attorno a un camino, ad ascoltare appassionati e suggestivi racconti di strepitose battute di caccia, straordinarie fraimè, ospiti illustri, storie di grandi burle e di fantasmi. Conosciamo la fragilità e la forza di questo luogo, gli aspetti più seducenti e quelli più insidiosi; sappiamo muoverci nell’intricato dedalo dei suoi canali e barene.”
Riserva di bellezza accanto all’oasi del WWF
La motonave prosegue il suo giro per fare rientro in terraferma, scivolando lenta tra i cordoni litoranei fiancheggiati da canneti, dove si alzano in volo uccelli migratori e stanziali. Il Parco d’Acqua della Laguna Veneta Sud di Venezia è stato istituito nel 1988. È una riserva di una bellezza incredibile, assolutamente da vedere: un pezzo di mare basso (meno di 3 metri di profondità) incastrato tra lunghissimi lidi di sabbia, dove le correnti cambiano continuamente direzione. Qui è facile incontrare alzavole e cormorani, folaghe e germani reali, trampolieri e aironi cinerini, talvolta anche i fenicotteri rosa più presenti a Lio Piccolo.
Poco lontano, c’è Valle Averto, oasi del WWF e zona protetta insieme agli Alberoni del Lido e Caroman di Pellestrina. Anche per questo la Laguna Sud è ricchissima di biodiversità: conta circa 300 specie di uccelli migratori e di passo, ossia quelli che, in viaggio da migliaia di chilometri di volo, si fermano un paio di settimane nelle zone naturali per rifocillarsi. E la laguna Sud è una delle più fornite dell’ecosistema.
Ritorno a Pellestrina tardo pomeriggio.Cena gourmet in ristorante di lusso.
Aperitivo al tramonto guardando il mare.
Cena in ristorante di lusso sul lungomare, con menu’ degustazione.
Uno dei più famosi ristoranti di Pellestrina, è da……….!! che da quasi 40 anni fa conoscere la tradizione veneziana pura, inizialmente con la cucina “di casa, la cucina della nonna” e oggi anche con un visione più creativa, con uno sguardo verso un futuro.Ha una posizione unica, invidiabile, sulla laguna, e durante la bella stagione, potendo sfruttare la veranda esterna, si può cenare ammirando tramonti mozzafiato che spaziano sulla laguna, sui colli padovani fino all’arco alpino nelle giornate più terse.
La specialità gastronomica di Pellestrina è naturalmente la cucina di mare. Ci sono tanti ristoranti, trattorie ed osterie dove mangiare specialità a km zero.Schie, moeche, anguille, seppie, gamberetti, canocchie e capesante, cappelunghe, peoci e caparossoli, ma anche verdure coltivate negli orti della laguna.A Pellestrina potete assaggiare anche la cozze Mitilla, la cozza di Pellestrina, allevata tra laguna e mare aperto da Lorenzo Busetto, che ha conquistato i migliori chef italiani, tra cui Massimo Bottura e i fratelli Alajmo.Il segreto della loro bontà sta proprio nell’unicità del luogo in cui hanno origine e nella selezione che viene fatta per far sì che nelle nostre tavole arrivi sempre il miglior prodotto.
4 giorno Pellestrina-Chioggia-Padova-Roma
Dopo la prima magnifica colazione in hotel,avremo ancora qualche ora per gustare,assaporare in autonomia,questo angolo di Paradiso e le sue atmosfere.
Tarda mattina ,trasferimento al molo e imbarco sulla barca che ci condurra’ a Chioggia.
Durante la traversata,non potremo che pensare a questi giorni,spensierati e ricchi di poesia..e perchè no..anche di ottimo cibo.
Visita in barca di Chioggia e a seguire ,dopo il pranzo libero,via terra, dall’origine antica, è costruita infatti su isole unite da ponti ed è caratterizzata dalla curiosa struttura a spina di pesce.
Da ammirare oltre alla CATTEDRALE, PALAZZO POLI che per qualche anno fu la CASA DI CARLO GOLDONI padre della commedia italiana. Poi PALAZZO GRASSI, ora sede universitaria, per arrivare nell’affascinante PIAZZETTA VIGO dove dall’alto di una colonna domina l’antistante bacino lagunare UN LEONE MARCIANO, emblema della Serenissima Repubblica, meglio noto come “EL GATO” per le ridotte dimensioni.
La zona del centro si presenta particolarmente piacevole grazie al rifacimento delle tre piazze principali: Piazza Europa, Piazza Italia e Piazza Todaro; inoltre i numerosi negozi e boutique consentono di poter effettuare acquisiti di ogni genere, potendo disporre dei migliori marchi e delle ultime tendenze.
Sottomarina, anch’essa molto caratteristica: infatti se ci si ferma sopra il ponte, appena passata l’Isola dell’Unione si noteranno abitazioni tipiche lagunari, con i colori che le contraddistinguono.Vedrete tipi di Pescherecci e piccole imbarcazioni, con la strada che continua per la Laguna del Lusenzo.
Visita della la Chiesa di San Martino, un imponente costruzione che si eleva nel centro delle abitazioni.
Un tempo ricca di monumenti e chiese, tanto che era chiamata “Clodia minor”, cioè una piccola Chioggia. Con la Guerra del 1379 tra Veneziani e Genovesi, Sottomarina venne distrutta e non più ricostruita per secoli. La parrocchiale di San Martino è un rifacimento ottocentesco.
LA ZONA VECCHIA
La zona vecchia di Chioggia, un’isola artificiale, offre molte curiosità legate alla sua storia, dalla sua forma di lisca di pesce ai Murazzi, diga in pietra che proteggeva gli argini della laguna. La città è stata costruita in epoca romana, con tracce del cardo e del decumano ancora visibili, ed è stata citata anche nella Storia Naturale di Plinio il Vecchio.
Seguiamo la stradina che porta a sinistra, seguendo la Fondamenta Lungolaguna, vedremo alcuni spiazzi: di cui il primo che troviamo è Campo Traghetto e poco più avanti Piazza Mercato Vecio, zone che ci portano alla zona storica di Sottomarina, la parte più vissuta.
La Laguna , le Calli storiche con le abitazioni dai tanti colori, accompagnano la passeggiata..Tra pittoreschi canali, case colorate sull’acqua, calli e ponti dal sapore Veneziano.
Al termine delle visite,trasferimento in bus privato a Padova,in tempo utile prendere il treno Frecciarossa ,diretto a Roma.
Fine dei servizi.
La quota comprende:
Bus per il trasferimento dalla Stazione di Padova al molo di Chioggia e viceversa.
3 notti presso Locanda Stravedo in camera doppia colazioni incluse.
2 cene in hotel a base di pesce
1 cena in ristorante di lusso
Barca privata per il trasferimento dal molo di Chioggia a Pellestrina e viceversa.
Escursione in barca privata del giorno 27 e 28 settembre.
Servizio di guida in italiano durante escursioni in barca.
Visita al museo di Pellestrina.
Assicurazione medica e bagaglio.
Assicurazione ANNULLAMENTO AL VIAGGIO.
Iva del 22%
Accompagnatore da Roma dei Viaggi di Giorgio
Non comprende:
Treno a partire da euro 70,00;ingresso al museo di Pellestrina ed eventuali altri ingressi.
Bevande ai pasti. I pranzi.