Capodanno Marche Segrete e Abruzzo

Terre ricche di storia e cultura.Una Regione nascosta fatta di dolci colline, villaggi medievali, spiagge dorate con la magnifica città rinascimentale di Ascoli Piceno in travertino – una festa per la mente e per i sensi.Le Marche sono state un territorio misterioso, molto vicino a Roma ma tagliato completamente dalle montagne dei Sibillini e dalle colline che si adagiano sul mare Adriatico. In effetti è una regione poco conosciuta anche dagli stessi italiani e forse qualche volta più conosciuta dai turisti. Grande motivo di attrazione di questo tour è la location dove andremo a dormire:

Nel cuore delle colline marchigiane, a pochi km da Ascoli Piceno, sorge l’Hotel Ristorante Villa Pigna, il posto ideale in cui trascorrere delle giornate all’insegna del relax e della tranquillità.

PER TUTTE LE PRENOTAZIONI PERVENUTE ENTRO IL 31/8/2024 CON FORMULA PRENOTA E SALDA SUBITO SARA’ ASSEGNATA UNA SUITE CON SUPPLEMENTO DI € 40,00 PER PERSONA, OPPURE SARA’ ASSEGNATA UNA CAMERA CON POUF DIVANO GRATUITAMENTE. OFFERTE VALIDE SINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI.

 

 

Castelfidardo è conosciuta come la “Capitale della Fisarmonica”, e la città dell’Unità d’Italia.

Montefortino, il borgo fortificato nei Sibillini.

Montefortino è un piccolo borgo fortificato all’interno del Parco dei Sibillini, circondato da natura e montagne.l borgo fortificato di Montefortino è inserito nel Parco Nazionale dei Sibillini, incorniciato da cime alte affascinanti: il Monte Priora, il Monte Sibilla e il Cannafusto. Montefortino si trova nella Valle del fiume Tenna, siamo nell’entroterra della provincia di Fermo.

Loreto, la città spirituale delle Marche, dove da più di sette secoli sorge la Santa Casa di Maria di Nazareth, cioè l’originale casa di Maria, visitata ogni anno da 4 milioni di pellegrini mariani provenienti da tutto il mondo.

 

 

Amandola è un delizioso borgo Bandiera Arancione nel cuore del Parco dei Monti Sibillini. Qui natura, storia, arte e tradizioni si fondono creando magiche atmosfere e panorami incantevoli.

30 Dicembre -ROMA-RIPATRANSONE-GROTTAMMARE-ASCOLI PICENO

Ritrovo dei partecipanti ,orario e luogo da stabilire,e partenza in direzione Marche.

Vi porteremo alla scoperta di Ripatransone, il “Belvedere del Piceno”, affascinante borgo ascolano che vanta una posizione panoramica mozzafiato, un notevole patrimonio storico-artistico, tradizioni folkloristiche ed enogastronomiche di grande interesse.

RIPATRANSONE | I Luoghi del Cuore - FAI

Ripatransone è uno dei centri più antichi ed importanti della provincia di Ascoli Piceno. Ridente località climatica a 12 km dal Mare Adriatico, il centro storico si presenta medioevale nell’impianto urbano, con edifici dal XV al XIX secolo, palazzi nobiliari, visibili soprattutto lungo il Corso Vittorio Emanuele. Nei quartieri si aprono piccole piazzette con angoli e scorci caratteristici, tra i quali spicca il Vicolo più stretto d’Italia. Città d’arte e di storia con numerose strutture museali, vive di turismo, d’artigianato e d’agricoltura emergendo nella produzione del Vino e dell’Olio. Una delle sue principali caratteristiche è il ricco patrimonio storico-artistico e museale.

Ripatransone – Agriturismo Cossignani

Un affascinante borgo marchigiano che vanta una posizione panoramica mozzafiato, un patrimonio storico-artistico di pregio, tradizioni folkloristiche ed enogastronomiche uniche e un curioso guinness dei primati: il Vicolo più Stretto d’Italia.

10 curiosità sulle Marche, dal "Grand Canyon italiano" al vicolo più stretto d'Italia

Poco distante dal “Vicolo più stretto d’Italia” è possibile affacciarsi lungo la romantica scalinata di via Margherita che ci regala un affascinante e suggestivo scorcio. È uno dei luoghi simbolo del centro storico che gode di una forte popolarità.

Ripatransone: il belvedere nelle Marche - Riviera di Bellezza

Questo luogo magico fa da sfondo, a piacevoli serate dedicate alla musica Jazz in un format chiamato “Le Scale Musicali.

Passeggiando per le vie del borgo è possibile fare un tuffo nel passato visitando il Museo della Civiltà Contadina e Artigiana del Medio Piceno, che documenta la tradizione rurale della città di Ripatransone e le testimonianze della vita nei campi. La raccolta del museo risale al 1990 grazie a donazioni private, l’allestimento è tra i più ricchi ed estesi del Centro-Italia. Nel cuore del museo è possibile entrare all’interno di una ricostruzione di una casa colonica, con la sua cucina, camera da letto, stalla e magazzino. Il viaggio nel passato continua con la fedele riproduzione di un’aula di scuola e delle botteghe degli artigiani di un tempo.

Uno scrigno di tesori che vi farà rivivere la cultura e le tradizioni di un paese fortemente legato ai prodotti della terra. L’esperienza cognitiva e sensoriale della tradizione può continuare anche una volta usciti dal museo con la scoperta delle specialità enogastronomiche del posto.

La gastronomia è sana, genuina, gustosa e diversificata. Nei ristoranti tradizionali ed in quelli agrituristici, nelle sagre paesane si preparano piatti seguendo antiche ricette alcune delle quali riproposte di recente come il Ciavarro. In dialetto ripano “lu ciavarre”, è un piatto originario di Ripatransone, una sorta di zuppa a base di ben 12 varietà di cereali e legumi: fagioli rossi, fagioli cannellini, fagioli borlotti, fagioli bianchi di Spagna, piselli secchi, ceci, fava, favino, cicerchia, lenticchie, grano e granoturco.

Un tempo era il piatto tipico del 1° Maggio, di quando venivano svuotate le dispense e si poteva dar fondo alle rimanenze. Oggi è possibile degustare in qualsiasi stagione dell’anno questo piatto prelibato sedendosi in uno dei ristoranti del paese.

Un’altra specialità del posto è il Vino Santo, un vino dolce passito. È un’ottima bevanda per la meditazione regalando momenti di grande piacere. Il Vino Santo sa rendersi un eccellente vino di accompagnamento alle preparazioni di pasticceria, come il Frustingo di Ripatransone, dolce tipico della tradizione gastronomica locale natalizia.

Pranzo libero.

Al termine trasferimento per la visita di Grottammare,chiamata “La Perla dell’Adriatico”,  è affacciata sulla costa, tra il verde delle sue pinete, degli aranceti e delle palme, con le sue spiagge dorate e il limpido chiarore del mare.Fa parte dei Borghi più Belli d’Italia.

Comune di Grottammare - Sito istituzionale della Città di Grottammare

A Grottammare è possibile visitare il caratteristico Teatro dell’Arancio. Questo teatro risale al Settecento, ed esattamente in una nicchia della facciata è possibile vedere una statua del Papa Sisto V realizzata nel 1794 da uno scultore svizzero, al di sotto della statua si legge “SISTO V P.O.M. CIVI MUNIFCENTISSIMO“, scritta che sottolinea il legame tra il papa e la sua terra natale. Il teatro deve il suo nome alla rigogliosa pianta che si trovava al centro della piazza antistante, Piazza Peretti, custodita da un incaricato del comune scelto ogni anno tra le famiglie del paese, che riceveva come compenso l’esenzione dalla tassa comunale sui fuochi domestici. Da questa zona di Grottammare è possibile ammirare il panorama mozzafiato sul mare.

A Grottammare si possono trovare diverse esposizioni artistiche che invitano il visitatore ad ammirarne le fattezze e a comprenderne il significato.

Una di queste è “Il Ragazzo coi Gabbiani” di Pericle Fazzini. Questa esposizione in bronzo porta a conoscere lo scultore, nato il 4 maggio 1913 proprio a Grottammare. Il “Ragazzo coi gabbiani” si trova lungo la pista ciclo-pedonale che collega Cupra Marittima a Grottammare. Ma quello che colpisce più di tutto di questo punto esatto è il panorama che si può ammirare, in particolar modo durante il tramonto è davvero suggestivo.

Il Ragazzo con i Gabbiani e il Percorso Fazziniano - Città di Grottammare

Un’altra esposizione è “La Metamorfosi” sempre dello stesso artista. La scultura si trova in pieno centro ed è dedicata a John Fitzgerald Kennedy. E’ stata personalmente voluta dalla moglie che, appassionata di arte e di libri, fu allieva e grande estimatrice del celebre scultore al quale commissionò nel 1964 il progetto di un scultura che celebrasse la figura del marito assassinato l’anno prima. La First Lady fece visita di persona allo studio il 2 febbraio del 1966.

Per gli amanti dello stile Liberty, invece, il lungomare di Via Cristoforo Colombo, è il luogo ideale per ammirare gli edifici costruiti tra l’Ottocento e il Novecento. Oggi il viale è caratterizzato da una pavimentazione in porfido e marmo di Carrara, i disegni pavimentali riprendono la tradizione decorativa degli anni Venti e una serie di palme rendono il viale fresco e ombroso durante le calde estati, pensate che le palme sono state importate dalle Canarie nei primi decenni del Novecento.

Cena e pernottamento ad Ascoli Piceno, Villa Pigna di Folignano presso l’hotel Villa Pigna.

La storia dell’Hotel Ristorante Villa Pigna nasce da una festa in famiglia quando, nel 1976, Santola e Fefè Troiani decidono di allestire nella propria cantina uno spazio per festeggiare la comunione di Fabio, il loro terzogenito. L’euforia, la condivisione con gli oltre cento invitati, l’ottimo cibo e l’atmosfera così speciale che respirano in quell’occasione risvegliano in Fefè la voglia di ripetere quell’esperienza e far sì che possa diventare un’attitudine. E credeteci se oggi ci piace definirla una vera e propria vocazione verso l’accoglienza più vera e sincera.

Risultato immagine per hotel villa pigna ascoli piceno

Risultato immagine per hotel villa pigna ascoli piceno

Villa Pigna, Ascoli Piceno - logitravel

 

 

HOTEL VILLA PIGNA (Provincia di Ascoli Piceno/Folignano): Prezzi 2018 e ...

Villa Pigna en Ascoli Piceno, (provincia) | BestDay.com

 

 

31 DICEMBRE 2024: CIVITELLA DEL TRONTO-ASCOLI PICENO

Prima colazione in hotel e partenza per una visita straordinaria :Civitella del Tronto

Civitella del Tronto, gestione della Fortezza: esposto ad Anac e Procura - Notizie - NUOVO Cityrumors Abruzzo Notizie

Un piccolo paesino che è considerato una delle perle d’Abruzzo. Situata nella Val Vibrata, in quella che è la parte più settentrionale della regione quasi al confine con le Marche, Civitella sorge su una rupe rocciosa di travertino che concede a tutti i suoi visitatori di ammirare panorami meravigliosi.

Civitella del Tronto , sorprendente borgo abruzzese,e’ annoverato tra i borghi più belli d’Italia. Il suo centro storico,  è ricco di palazzi storici costruiti in pietra e travertino.

Non importa quante volte avete già visitato Civitella del Tronto, non vi stancherete mai di passeggiare per le sue rue, gli stretti vicoli del centro storico. Il borgo è capace di regalarvi sempre uno scorcio inedito, un particolare nuovo, un’emozione che vi lascia a bocca aperta. Il nome del borgo, Civitella, sembra derivare dal latino “Civitas” mentre Tronto è stato aggiunto in riferimento al fiume Tronto che scorre proprio in questa zona.

Civitella del Tronto è una città che è riuscita a conservare la sua antica struttura di borgo medioevale caratterizzata da stretti vicoli, rampe di scale e affascinanti piazze, L’entrata al paese avviene attraverso Porta Napoli, l’unica porta rimasta intatta fino ai giorni nostri.

L'eredità dei Borbone di Napoli a Civitella del Tronto

Già dall’esterno noterete la maestosità di questa porta di origine duecentesca. Porta Napoli è arricchita dallo stemma della città di Civitella del Tronto, ovvero cinque torri merlate, sulla sommità dell’arco e da una lapide in marmo che celebra la vittoria del paese contro l’invasione delle truppe napoleoniche. L’arco è scandito da blocchi di travertino.

Dalla grande Porta Napoli si raggiungere subito Piazza Filippo Pepe la principale del centro storico medievale.

Cosa vedere a Civitella del Tronto | In giro a più non posso

Questo è un lungo spazio rettangolare un cui lato è un balcone panoramico. Da qui infatti puoi affacciarti sulla vallata sottostante con un panorama affascinante.

L’altro lato lungo di piazza Filippi Pepe è chiuso da palazzi storici e botteghe, mentre sui lati corti trovi un edificio degno di nota: il palazzo Portici.

Proseguendo per corso Giuseppe Mazzini la strada si fa stretta e delimitata dai palazzi in pietra. Quello che in lontananza ci sembra una piccola chiesa, scopriamo poi essere il municipio di Civitella del Tronto. In effetti è stato ricavato nel novecento all’interno del convento storicamente annesso alla vicina chiesa di San Francesco.

La vera attrazione della città è però la fortezza borbonica. Questa domina il centro e ha reso celebre nei corsi dei secoli questa cittadina di confine.

La Fortezza di Civitella del Tronto, situata a 600 m. s.l.m. in posizione strategica rispetto al vecchio confine settentrionale del Viceregno di Napoli con lo Stato Pontificio, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d’Europa caratterizzata da una forma ellittica con un’estensione di 25.000 mq ed una lunghezza di oltre 500 m…

Costruita a 600 metri sul livello del mare, occupa la posizione che una volta era il confine settentrionale tra il viceregno di Napoli e lo Stato Pontificio. La rocca aragonese venne costruita su di una precedente di origine medievale, e a sua volta fu trasformata dal 1564 su volontà di Filippo II d’Asburgo, Re di Spagna. Nel 1734 Civitella del Tronto passò dalla dominazione degli Asburgo a quella dei Borboni. Dopodiché la fortezza venne abbandonata e in parte saccheggiata dagli abitanti della città. Attraverso un importante lavoro di restauro, la fortezza è stata riaperta. Oggi è possibile visitarla attraversando le piazze d’Armi, i camminamenti coperti, le cisterne, i resti dell’antico palazzo del Governatore e tanto altro.

Un lungo insieme di casupole, per buona parte diroccate, erano gli alloggi dei soldati. Alcune di queste sono state ricostruite per mostrare le loro sembianze originarie e l’arredamento dell’epoca. Siamo nell’area occidentale della fortezza e qui si svolgeva buona parte della vita extra militare dei soldati. Ciò è testimoniato anche dalla presenza di svariati edifici che svolgevano particolari funzioni, come i bagni e i forni.

All’interno della fortezza è stato ricavato il museo delle Armi. Il primo piano è diviso in quattro sale con oggetti vari: dai ritratti e documenti di Cavour, Garibaldi e dei Savoia, fino a un elmo e una divisa dello stato pontificio, da baionette, fucili, sciabole, pistole degli eserciti borbonici e sardo-piemontesi a una stampa che descrive l’assedio di Civitella del Tronto del 1577. Da vedere anche la parte con i pezzi più antichi, ovvero schioppi a miccia del quattrocento e pistole a pietra focaia del settecento.

Aperitivo brunch in corso di escursione.

Trasferimento ad Ascoli Piceno per la visita della cittatina.

Ascoli Piceno è una delle città monumentali d’Italia: il suo centro storico è interamente costruito in travertino, una roccia sedimentaria calcarea estratta dalle cave del territorio, ed ha come fulcro la rinascimentale piazza del Popolo dove si trovano alcuni degli edifici più importanti tra i quali il palazzo dei Capitani, lo storico Caffè Meletti e la chiesa di San Francesco.

Altro fulcro cittadino è lo spazio urbano di piazza Arringo, la piazza più antica di Ascoli, dove si elevano il medioevale battistero di San Giovanni, la cattedrale di Sant’Emidio, che racchiude al suo interno la cripta dedicata anch’essa al santo patrono. Vi sono inoltre il palazzo Vescovile, il palazzo dell’Arengo, sede della pinacoteca civica e di alcuni uffici comunali. Non solo le piazze, ma anche le strade ed i vicoli di impronta schiettamente medievale contribuiscono a caratterizzare il centro storico come via Pretoriana, via di Solestà, via delle Stelle, via Soderini, via del Trivio, antico cardo e corso Mazzini, decumanus maximus, che attraversa da ovest ad est il centro urbano.

Tra i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di Solestà, uno dei pochi in Italia, visitabili anche al suo interno, le rovine del teatro romano, le grotte dell’Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano, la Fortezza Pia ed il Forte Malatesta, il palazzetto Longobardo con la torre degli Ercolani, una delle poche torri superstiti tra le decine che compaiono nelle cronache medioevali, in ricordo delle quali Ascoli ha il soprannome di Città delle cento torri.

Meritevoli di essere citati sono anche i tempietti dedicati al patrono quali: Sant’Emidio alle Grotte e Sant’Emidio Rosso ed inoltre la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio dalla caratteristica facciata suddivisa in riquadri.

Saranno le dimensioni contenute del centro storico o i palazzi antichi in travertino, ma Ascoli Piceno conserva tutt’oggi il fascino ineguagliabile dei borghi del centro Italia, dove il tempo sembra non essere passato. Le piazze signorili ed eleganti, le chiese storiche ricche di tesori, le torri e i campanili che ne punteggiano il profilo. Ad Ascoli Piceno cultura e fascinazione popolare non potranno che rubarvi il cuore.

Ascoli Piceno, la città delle cento torri - Italia.it

La storia di Ascoli Piceno si fonda su origini antichissime. i Romani si insediarono nel territorio dei Piceni facendo di Asculum un centro nevralgico grazie anche alla sua posizione sulla via Salaria. Tante e variegate le vicende che coinvolsero la città nel corso dei secoli ma il periodo romano per Ascoli Piceno, e tutte le Marche, fu sinonimo di grande prosperità.

Ascoli Piceno venne dominata da diverse signorie, Malatesta e Sforza per citarne alcune, e fu sotto il possesso dello Stato Pontificio fino alla metà dell’Ottocento.

Ascoli Piceno | Turismo Marche

Ascoli è una città di torri, chiese, piazze e palazzi. La pietra, quindi, è protagonista del paesaggio. Questo lo rende straordinariamente armonioso e uniforme, elegante ed accogliente. La sintesi di tutta questa bellezza si incontra in Piazza del Popolo e tutto concorre a dare questa sensazione: la maestosa facciata del Palazzo dei Capitani del Popolo, le mura possenti della Chiesa di San Francesco, i palazzi rinascimentali, i portici e logge e anche le vetrine un po’ fuori moda dello storico Caffè Meletti. Piazza del Popolo è il salotto di Ascoli, punto di passaggio obbligato per turisti e cittadini, che qui si danno appuntamento per il rito del caffè o dell’aperitivo.

Ascoli Piceno: monumenti e luoghi di interesse

Entrate e godetevi lo spettacolo dello storico Caffè Meletti. Inserito tra i 150 caffè storici d’Italia, è dal 1905 un’istituzione di Ascoli, nonché luogo di ritrovo per pittori, scrittori, imprenditori e gente comune. Ai tavoli sotto i portici affrescati o nelle sale in stile Liberty si sono seduti Sartre, Hemingway, Mascagni, Guttuso, Pertini, Soldati e tanti altri.

Sulla facciata rosa esterna spicca, accanto al Palazzo dei capitani, la secolare scritta “Anisetta Meletti”, liquore a base d’anice che ha reso famoso il caffè. Prodotta per la prima volta nel 1870, si ottiene dalle piante di anice (Pimpinella Anisum) coltivate nei terreni argillosi intorno ad Ascoli. Si gusta “con la mosca” cioè aggiungendo un chicco di caffè nel bicchiere. Ogni pranzo o cena in un ristorante di Ascoli si conclude sempre con un’anisetta Meletti. 

Il Caffè Storico Meletti di Ascoli Piceno

Considerata una delle piazze più belle d’Italia, Piazza del Popolo si contende il cuore degli ascolani con la vicina Piazza Arringo dove si trovano gli altri monumenti più importanti di Ascoli.

Piazza Arringo, Ascoli Piceno - Italia.it

 Piazza Arringo o “dell’Arengo compete con Piazza del Popolo per il ruolo di centro civile e religioso di Ascoli. Molto più estesa ma non meno armonica e proporzionata, la piazza prende il nome dalle adunate (arringhe) del popolo che si svolgevano sotto un olmo.

Sono quattro le costruzioni principali di Piazza Arringo: il Duomo di Sant’Emidio, patrono di Ascoli e protettore dai terremoti, è da visitare soprattutto per la cripta in cui è conservato il mausoleo con il corpo del santo e il meraviglioso Polittico del Crivelli.

Il Polittico di Carlo Crivelli - I viaggi di Racconti di Marche

Rientro in hotel in tempo utile per riposarsi e prepararsi al cenone in hotel.

 

01 GENNAIO 2025: BUON ANNO!!! ASCOLI PICENO- CASTELFIDARDO-LORETO-ASCOLI

Sveglia con comodo e prima colazione in hotel.Trasferimento per la visita guidata di Castelfidardo.

Il borgo sorge su un dolce colle tra due fiumi, l’Aspio e il Musone.

Castelfidardo è la città e della musica. Qui gli artigiani proseguono tradizioni secolari. Nelle dolci colline della Riviera del Conero sorge un paese particolarmente famoso nel mondo per aver dato i natali alla fisarmonica, strumento che si caratterizza per la sua forte capacità di aggregare e intrattenere in allegria le persone.

Castelfidardo | Turismo Marche

Oggi in paese, proprio sotto al palazzo comunale, è possibile ammirare il Museo della Fisarmonica. Il Museo intende rendere omaggio agli artigiani che con la loro opera hanno contribuito a trasformare culturalmente questa zona delle Marche arricchendo l’economia del luogo, un tempo legata solo all’agricoltura. Custoditi in suggestivi ambienti seicenteschi, oltre 350 esemplari di fisarmoniche.

È stato poi Giancarlo Francanella, nel 2003, a vincere il Guinnes dei primati per la sua incredibile creazione. La fisarmonica gigante (e anche perfettamente funzionante) ha fatto il giro del mondo, ed è solo grazie ad essa se oggi il nome di Castelfidardo risuona famigliare in ogni paese del globo.

                         Cosa Fare e Vedere a Castelfidardo

Castelfidardo è anche una cittadina ricca di storia: proprio in questi luoghi si è infatti disputata la battaglia di Castelfidardo, tappa fondamentale del Risorgimento italiano, che ha visto combattere l’esercito piemontese contro quello pontificio. In memoria di questo evento sorge un monumento in bronzo dello scultore Vito Pardo, che dall’alto di una collina domina un parco immerso nel verde.

Monumento Nazionale delle Marche

La nostra visita inizia dal possente Monumento Nazionale delle Marche, all’interno del Parco delle Rimembranze, in memoria della battaglia che si svolse a Castelfidardo il 18 settembre 1860. La battaglia vinta dai Savoia contro lo Stato Pontificio portò all’annessione delle Marche e dell’Umbria prima al Regno di Sardegna e successivamente nel 1861, al Regno d’Italia.

Monumento ai vittoriosi - Museo del Risorgimento di Castelfidardo

Il monumento fu realizzato nel 1912 dallo scultore veneziano Vito Pardo, in bronzo e travertino bianco di Ascoli Piceno, rappresenta un gruppo di soldati in marcia capitanati dal generale Enrico Cialdini. Dietro l’opera scultorea si cela una piccola cripta in stile assiro decorata dai Maestri Giustini e Sollazzini di Firenze.

All’interno del parco si trova anche un Sacrario, dove riposano le spoglie dei soldati dell’uno e dell’altro schieramento.

Giardini di Porta Marina

Usciti dal parco, ci incamminiamo verso via Giosuè Carducci per prendere la scala mobile ed arrivare al cuore del medievale Castrum Ficardi. Giunti in cima ci sono i Giardini di Porta Marina, uno spazio verde ben curato con al centro una singolare e moderna fontana in pietra e vetro “Il bosco della musica”, progettata dal noto poeta Tonino Guerra. Dalla terrazza si gode un meraviglioso panorama fino al Mar Adriatico!

Oltrepassiamo la settecentesca Porta Marina o Vittoria caratterizzata da un pannello in legno e un orologio, uno dei tre accessi al paese assieme alla Porta del Sole o dei Bersaglieri e Porta del Cassero.

Il primo edificio che vediamo è il Palazzo Tomasini del XVIII secolo, che ospita dal 1850 il Convento di Sant’Anna con annessa una piccola cappella.Proseguiamo la passeggiata tra i negozi del centro fino ad arrivare in Piazza della Repubblica dove si affacciano l’antico Palazzo Priorale Comunale del XIV secolo, la Torre Civica del’500 e la Chiesa della Collegiata di Santo Stefano Protomartire.

Contributi per nuove imprese nel centro storico e per nuove imprese di agricoltura bio | Comune di Castelfidardo

La Collegiata fonda le sue origini nel medioevo, venne ristrutturata nei secoli e attualmente si presenta in stile neoclassico. La facciata è impreziosita da un bel affresco del 1931 dipinto da Luigi Morgari, la Lapidazione di Santo Stefano.

Pranzo in ristorante e al termine trasferimento a  Loreto, un luogo altamente spirituale e carismatico per l’intero mondo cattolico.

Città della Fede del Conero sulla cima della collina che ospita la città sorge la Santa Casa di Maria. Non solo una delle principali mete di pellegrinaggio nel mondo, ma anche paese con una vista su tutta la Riviera.Con il profilo inconfondibile del suo Santuario e la maestosità del Palazzo Apostolico, si impone subito col fascino delle cose belle, che suscitano curiosità e voglia di saperne di più su questa cittadina.

La Basilica della Santa Casa - Loreto | Riviera del Conero

Per giungere al centro della città ci sono diverse strade,anche in bus, e chi lo desidera, potrà scegliere quella della  scalinata Santa, 330 gradini fino ad arrivare alla Basilica. Lungo il tragitto si trova  il Cimitero Militare Polacco dove sono custoditi 1080 soldati della Seconda Guerra Mondiale. Questo percorso viene adottato da tutti i pellegrini che vogliono purificare la propria anima prima di prostrarsi alla Madonna Nera.

La Scala è stata recentemente oggetto di un importante progetto di restauro che l’ha resa nuovamente fruibile ai pellegrini sia di giorno che di notte.

Cimitero Militare Polacco di Loreto

Giunti in cima il vostro  sguardo si soffermerà sulla cinta muraria che difende tutto il cuore di Loreto. La fortificazione è in stile rinascimentale, con quattro imponenti bastioni, il più famoso Sangallo, e difendeva la città dagli attacchi dei Turchi che attraversavano il Mar Adriatico.

Oltrepassiamo la Porta Marina per trovarci in Piazza della Madonna dove si nota la maestosa Basilica di Loreto, il Palazzo Apostolico, il monumento a Papa Sisto V, il Palazzo della Provincia, l‘Acquedotto degli Archi e la Fontana Maggiore opera barocca di Carlo Moderno e Giovanni Fontana.
Entriamo subito in Basilica, iniziata a costruire nel 1468 e completata nel 1755 ad opera di molti architetti (Bramante, Pontelli, Vanvitelli…). E’ in stile gotico -rinascimentale con pianta a croce latina a tre navate separate da colonne quadrate.

Loreto è nata e si è sviluppata intorno al Santuario della Madonna, e proprio a questo deve la sua fama nel mondo. All’interno della Basilica è custodito uno dei più grandi tesori della spiritualità cattolica del mondo: la Santa Casa di Nazareth, dove la Vergine Maria nacque, crebbe e dove avvenne l’annunciazione della sua divina maternità. Le semplici mura in pietra che costituiscono il nucleo originale della casa sono riccamente decorate all’esterno con bassorilievi cinquecenteschi di grande pregio, realizzati dai migliori artisti dell’epoca su disegno del Bramante, chiamati appositamente per dare degna copertura ad un luogo di così grande importanza spirituale.

LORETO - La finestra sul Conero

Entrate in silenzio dentro la Casa e percepite l’intensità dei pensieri e delle emozioni che da secoli la abitano.

La Santa Casa è custodita all’interno della Basilica edificata tra il 1469 e 1587 ed è il cuore del Santuario Della Madonna. Essa è costituita da tre pareti che secondo l’antica e autorevole tradizione sarebbe la parte antistante la grotta di Nazareth dove nacque, visse e ricette l’Annunzio la Beata Vergine Maria. La devota tradizione narra che la traslazione della Santa Casa da Nazareth fino a Loreto sia opera degli angeli. Successivamente nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294 fu trasportata nell’antico comune di Recanati, prima presso il porto, poi su un colle in una via pubblica, dove tutt’ora è custodita.

Santuario di Loreto: tra fede, storia e cultura - Italia.it

La devozione alla Santa Casa si diffonde dapprima nei territori marchigiani, poi oltre confine, fino a tutto il mondo cattolico. Molti sono i luoghi dedicati alla Vergine Lauretana, e molte sono vere e proprie riproduzioni della Santa Casa anche con il rivestimento marmoreo. Si pensi, ad esempio, nel territorio europeo si pensi a Praga, e nel continente asiatico alla chiesa dedicata alla Madonna di Loreto a Taiwan.

Al suo interno possiamo ammirare la Cappella dell’Annunciazione, decorata da affreschi di Federico Zuccari, la Madonna Nera e la splendida Santa Casa di Nazareth riccamente decorata con bassorilievi di pregio, protetta da un recinto marmoreo realizzato dal Bramante.

n. 1 – Loreto: visita guidata alla Santa Casa ed alla Madonna Nera – Guidamico – Visite guidate Loreto, Porto Recanati, Ancona, Osimo, Macerata, Castelfidardo

Ci prendiamo del tempo per ammirare tutta la grandezza e la bellezza di questo Santuario, ma anche un momento di riflessione, di abbandono al sentimento e alla purificazione dell’anima.

Da molti studi emerge che la Santa Casa di Nazareth, la casa di Maria dalla nascita all’annunciazione della maternità, venne smontata e riassemblata a Loreto dai Crociati ritornati dalla Terra Santa, per volontà di Carlo II D’Angiò.

Al termine di questa giornata, intensa di bellezza e commozione,

 

02 GENNAIO 2025: ASCOLI PICENO-AMANDOLA-MONTEFORTINO-ROMA

Prima colazione in hotel e rilascio delle camere.

Trasferimento per la visita guidata di Amandola ,un piccolo centro medievale situato sul versante orientale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il paese deve il suo nome alla pianta del mandorlo che un tempo doveva primeggiare nella zona. Rappresenta uno dei più importanti centri storico-culturali dei Monti Sibillini. È caratterizzato inoltre da un patrimonio ambientale e paesaggistico di grande valenza per la molteplicità dei paesaggi presenti: le montagne aspre e selvagge, le valli disegnate dai fiumi e i piccoli borghi ben incastonati sono gli elementi che lo rendono straordinario.

 

Amandola, la Regina dei Sibillini - 5 cose da non perdere - Viaggi e Sorrisi

La nostra visita inizia dalla Piazza Risorgimento, punto principale di tante attività commerciali. Ci siamo arrivati oltrepassando la Porta di San Giacomo, l’unica rimasta delle cinque originarie. E’ inserita nella lunga cinta muraria, con arco a sesto acuto e merli, sormontata da un orologio appartenuto alla chiesa di Sant’Agostino.

Palazzo Comunale

L’edificio più importante che si affaccia sulla piazza è lo splendido Palazzo Comunale abbellito dal porticato ottocentesco.

Il centro storico, è adagiato su tre colli e si compone di architetture civili e religiose, di imponenti e sontuosi palazzi, di nascosti e graziosi vicoli. Dal Belvedere si può avere una meravigliosa vista sul lato orientale del parco.

 

Di particolare importanza Piazza Umberto I, o Piazza Alta, antico nucleo sociale e religioso della località, che ospita il teatro storico “La Fenice” e il torrione del Podestà, di epoca quattrocentesca. La cittadina, in un lontano passato, importante centro di produzione di tessuti di lana, offre un artigianato fiorente e servizi per il turismo montano, quali mountain bike ed escursionismo. Il lago di San Ruffino rappresenta un’ulteriore risorsa per gli amanti dell’aria aperta e per gli sport praticabili.

 

Visiteremo anche l’abbazia dei Santi Ruffino e Vitale che, edificata in stile romanico, nei secoli ha subito costanti restauri che ne hanno parzialmente cancellato la sua primitiva forma. Sotto l’altare sono conservate le reliquie di San Ruffino e sotto di queste si trova un foro che la tradizione popolare vuole che i malati di ernia debbano attraversare a carponi per tre volte, invocandone la guarigione. Documenti che parlano di questo Santo non ve ne sono ma una leggenda narra che si trattava di un giovane contadino che arò, con grande sforzo, più di 100 moggi di terra (antica unità di misura) in una sola notte, donando sollievo e beneficio ai contadini del luogo.

iluoghidelsilenzio

Qui potrete comprare il Tuber Magnatum, ovvero il Tartufo Bianco Pregiato dei Sibillini, la cui raccolta e commercializzazione va dall’ ultima domenica di Settembre al 31 Dicembre. Riconosciuto a livello nazionale ed internazionale per le qualità organolettiche, la fa da padrone in appetitose pietanze, tra le quali spiccano le amandolesi “Fregnacce”.

In Piazza Alta potrete ammirare una vista mozzafiato al tramonto sulla grande Catena Montuosa dei Sibillini.

10 cose da fare e vedere ad Amandola, la Regina dei Sibillini

Pranzo di saluti in ristorante.

Si prosegue dopo pranzo con la visita di Montefortino,che  sorge su di un colle alle pendici orientali dei Monti Sibillini, al cospetto delle maestose cime del monte Priora (2332 m) e del monte Sibilla (2173 m). Il centro storico fu costruito sapientemente allineando vie e case lungo semicerchi concentrici, secondo una tipica pianta medievale che caratterizza l’architettura di molti dei comuni dell’Appennino Umbro-Marchigiano. Sulla sommità di questo percorso a terrazze, s’innalza la chiesa di S. Francesco, costruita sui resti dell’antica chiesa di S. Maria del Girone.

Le vicende storiche di Montefortino sono una perfetta rappresentazione della storia della costruzione di civiltà del Piceno. Nel 15 a.C. l’organizzazione romana modella l’area con la centuriazione augustea. Nel Medioevo la diocesi di Fermo controlla Montefortino inserendolo nel sistema feudale delle plebes. Infine nel XIII secolo, quando gli insediamenti comunali accentrati prevalgono sull’ordine feudale, nasce il comune di Montefortino.

Borgo di Montefortino, Fermo in Marche - e-borghi

Lasciata alle nostre spalle la chiesa ci incamminiamo a sinistra verso il principale ingresso al centro storico, la Porta Santa Lucia, uno dei tre ingressi medievali (San Biagio o Portarella e Valle o di Vetice). Costruita nel XIV secolo in muratura mista è affiancata da una “torre di rinfianco” con due troniere sormontate da feritoie.

Borgo di Montefortino, Fermo in Marche - e-borghi

Il borgo

Proseguiamo la passeggiata a destra, salendo le scale tra le caratteristiche abitazioni locali in pietra e cotto, tra cunicoli e viuzze. L’architettura urbanistica del borgo ha una forma conica e le vie sono disposte su gradoni semicircolari che convogliano in cima al colle dove è posta la chiesa di San Francesco, la quale sovrasta il paese.

Cosa vedere visitando il borgo medievale di Montefortino

Chiesa di San Francesco

La Chiesa di San Francesco o Santa Maria del Girone in stile romanico-gotico è circondata dal boschetto e prese il posto di un’antica fortificazione militare smantellata nel ‘400. All’interno conserva una pregiata “Madonna del Rosario” di Simone De Magistris, stucchi in stile barocco, un Crocifisso ligneo e un tabernacolo del’600. Attualmente la struttura viene utilizzata per speciali eventi dalla Confraternita del Santissimo Sacramento.

Palazzo Leopardi

Prendiamo la discesa passando tra antichi palazzi fino al Palazzo Leopardi, in prossimità della Porta San Biagio. Una singolare costruzione attira il nostro sguardo “la Casa delle Colonne” con blocchi di pietra spugna (noto anche come il Tempietto dell’Orologio). L’edificio neoclassico venne realizzato nell’800 dall’artista Fortunato Duranti, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.

Terminiamo il nostro tour con una visita magnifica.

Il Santuario Madonna dell’Ambro prende il suo nome dal vicino Torrente Ambro, è uno dei santuari delle Marche più antichi e più visitati (dopo Loreto).

Montefortino: Santuario della Madonna dell'Ambro - italiani.it

Definito anche la piccola Lourdes dei Monti Sibillini, è situato a 658 m di altitudine, incastonato tra Monte Priora e Monte Castel Manardo.

Santuario della Madonna dell'Ambro a Montefortino - Viaggi e Ritratti

Il Santuario ha avuto origine dall’ apparizione della Vergine ad una bambina di nome Santina sordomuta fin dalla nascita. In cambio delle preghiere e delle offerte di fiori che la ragazza era solita portare presso un’immagine della Madonna posta nella cavità di un faggio, la Santa Vergine le dette il dono della parola.

Il Santuario, il porticato ed il campanile risalgono al 1037 quando i feudatari del luogo, legati all’Abbazia Benedettina di S. Anastasio, la abbellirono donando ai frati alcuni beni. Nel 1602 l’edicola divenuta troppo piccola e danneggiata dall’usura del tempo, fu ricostruita più grande, ma nell’anno successivo, l’architetto Venturi di Urbino iniziò la costruzione di una nuova grande chiesa incorporandovi la precedente in modo che l’immagine della Madonna, attraverso un ampio finestrone, apparisse come pala dell’altare maggiore. A tutt’oggi è ancora così: la statua di Maria, una figura maestosa, scolpita in pietra e seduta in trono, sorride dalla grata sopra l’altare.

Santuario della Madonna dell'Ambro: tra storia e leggenda

All’interno della chiesa ci sono dipinti di Sibille, a testimonianza di quanto la tradizione della Sibilla sia così radicata negli abitanti di questa terra che la connotazione negativa è una deformazione avvenuta soltanto in epoca recente: nel passato il sacro ed il profano si intrecciavano continuamente e senza traumi.

Santuario Madonna dell'Ambro

Oltre alla spiritualità, presente in questo luogo, visitare il Santuario consente di accedere a luoghi di indiscutibile bellezza.

Al termine delle visite ,rientro a Roma previsto in serata e fine dei servizi.

LA QUOTA COMPRENDE:

  • Itinerario con pullman G.T.
  • 3 Pernottamenti in hotel 4 * Villa Pigna con trattamento di colazione e cena
  • Cena di Capodanno del 31/12 con veglione
  • 2 pranzi tipici
  • Bevande ai posti (1/4 di vino, 1/2 litro di acqua)
  • 1 aperitivo brunch il 31/12
  • 1 degustazione di olive ascolane
  • Guida autorizzata Regione Marche
  • Accompagnatore de I VIAGGI DI GIORGIO
  • Gadget
  • IVA di legge al 22%
  • Assicurazione medico bagaglio e annullamento

LA QUOTA NON COMPRENDE:

  • Auricolari € 15,00
  • Ingressi siti e musei e monumenti
  • Mance
  • Tutto quanto non espressamente menzionato ne LA QUOTA COMPRENDE

 

 




CAPODANNO IN EGITTO

                Itinerario nella terra dei FARAONI

Fin dall’antichità imperatori romani, eruditi arabi e antichi viaggiatori si abbandonarono al fascino della terra dei Faraoni. E ancora oggi le piramidi di Giza, i templi di Karnak, le sepolture della Valle dei Re, con la tomba rupestre di Tutankhamon, ed i templi di Abu Simbel, emanano un fascino di rara intensità. Secolo dopo secolo la grande civiltà dell’antico Egitto ha saputo mantenere intatto il suo potere di attrazione, con le maestose vestigia dell’architettura, dell’arte e della tecnica, con l’eccezionale grado di perfezione della scrittura (geroglifici) e dell’arte orafa, e infine con una concezione globalizzante del mondo, nella quale scienza e religione formano un tutt’uno indissolubile.

egitto

 1° Giorno: Roma – Cairo

Ritrovo dei partecipanti in aeroporto e operazioni di imbarco. Volo diretto per il Cairo. Arrivo e trasferimento in hotel.

Pernottamento.

Immagini Cittadella Cairo | Vettori Gratuiti, Foto Stock e PSD

2° Giorno: Cairo

Prima colazione in hotel. Incontro con la guida e inizio delle escursioni alla Piana di Giza, dove si trovano le tre Piramidi dedicate ai tre Faraoni della IV dinastia: Cheope, Chefren e Micerino.

Visitare le Piramidi di Giza: info orari e prezzi biglietti - Egitto & Sharm el Sheikh

I faraoni, alla loro morte, erano imbalsamati e collocati all’interno di sarcofagi che, successivamente, erano introdotti nelle piramidi insieme ad un sontuoso corredo funebre che comprendeva una gran varietà di suppellettili, dagli oggetti personali agli alimenti, che dovevano accompagnare il regale defunto nel suo viaggio verso l’aldilà. Anche se è difficile stabilire con esattezza l’anno di costruzione di questi templi funerari, gli egittologi ritengono che i lavori siano iniziati verso il 2500 a.C.

Cheope

Conosciuta anche come la Grande Piramide di Giza, Cheope (Khufu) è la piramide più grande, oltre ad essere la più importante di tutte. È alta 140 metri e il perimetro della sua base è di quasi 1 chilometro.

Chefren

La Piramide di Chefren è la seconda più grande d’Egitto e, attualmente, è l’unica che conserva sulla sommità una parte della copertura in calcare bianco di Tura che originariamente ricopriva l’intera struttura.

Micerino

La Piramide di Micerino è la più piccola delle tre, ma non per questo la meno interessante. Raggiunge un’altezza di 66 metri e il lato della sua base quadrata misura circa 100 metri.

Infine ammireremo infine la Sfinge, maestosa guardiana della Piramide di Kephren e il Tempio della Valle.

La Sfinge | Sfinge Egitto | La Sfinge di Giza

Dove si trova la tomba di Tutankhamon e perché si dice che sia maledetta

Pranzo in corso di escursione.

Si prosegue con la visita al souk Khan Al-Khalili. Nessuna visita al Cairo può dirsi completa senza fare il classico giro al mercato di Khan Al-Khalili. Il quartiere di Khan al-Khalili è il mercato principale del quartiere islamico del Cairo ed è una delle attrazioni più importanti dove fare shopping. Questo colorato, rumoroso, affollato ed eccitante mercato offre ogni tipo di articoli e scintillante chincaglieria.

Tripadvisor | Tour a piedi islamico del Cairo: Khan el Khalili, moschea di Al-Azhar fornito da Deluxe Travel Egypt | Egitto

In serata crociera sul Nilo con cena e spettacolo. Rientro in hotel e pernottamento.

3° Giorno: Cairo

Dopo colazione visita Grande Museo Egizio

Dove si trova la tomba di Tutankhamon e perché si dice che sia maledetta

Successivamente visita Chiesa Sospesa, visita Chiesa dei Santi Sergio e Bacco.

Cena di gala di Capodanno in hotel.

Pernottamento.

 

4° Giorno: Cairo- Aswan

Dopo colazione trasferimento all’aeroporto del Cairo e partenza con volo diretto per Aswan.
Arrivo e trasferimento a bordo della motonave, sistemazione in cabina per la crociera sul Nilo. Pranzo e inizio delle visite: Diga Alta, Obelisco incompiuto e il Tempio di Philae.

Cena e pernottamento a bordo.

 

IFornita da egyptianstreets.com

I templi di File (talvolta il nome dell’isola si può trovare nella forma greco-latina Philae, in uso presso altre lingue) sono il complesso dei templi che sorgevano sull’omonima isola del Nilo in Egitto, poi smontati e trasferiti sulla vicina isola di Agilkia nel 1977. Il tempio di Iside rappresentava il principale centro del culto isiaco.

Nel 1979 i templi di File sono stati inseriti nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Il suo nome in lingua egizia era “l’isola del tempo”.

Cena e pernottamento a bordo.

5° Giorno: Abu Simbel

 

Giornata dedicata alla visita di Abu Simbel e visita dei templi di Kom Ombo e Edfu.

Visita al grandioso complesso monumentale costituito dal Grande Tempio di Ramses (o Ramsete) II e al Tempio di Hathor. Ma facciamo un passo indietro per meglio capire i fatti che hanno determinato l’attuale situazione nella Bassa Nubia. Oggi la Bassa Nubia può essere citata a pieno titolo come uno degli esempi più evidenti dell’intervento dell’uomo sull’ambiente, intervento che può modificare in profondità l’assetto originario, creando paesaggi del tutto nuovi. Di colpo apparve chiaro anche all’opinione pubblica: la costruzione della Diga Alta di Assuan avrebbe sommerso nella Bassa Nubia un’ampia fascia della Valle del Nilo, cancellando di colpo non solo campi e villaggi, ma anche straordinarie testimonianze dell’Egitto faraonico.

All’ondata di emozione generale seguì, l’8 marzo 1960, un solenne appello lanciato dall’UNESCO, che conferì al problema una dimensione mondiale e mise in moto una serie d’interventi finanziari e scientifici decisivi.

Gita con pernottamento ad Assuan da Luxor con visita al Tempio di Abu Simbel - 2022 - Viator

La motivazione fondamentale per la visita di questa regione del Sud Egitto rimane tuttavia legata a quei 14 grandiosi templi e monumenti che, disseminati lungo questo tratto della Valle del Nilo e condannati a essere inghiottiti dal lago, sono stati invece smontati e ricostruiti al riparo dalle acque. Si tratta di uno straordinario patrimonio storico e artistico, che merita un’attenta visita anche perché immagine chiarissima dell’ideologia politico-religiosa della società che lo produsse. Questa tocca il vertice nel Grande Tempio di Abu Simbel, dove il faraone appare divinizzato già in vita e compare con dignità e dimensione pari a quelle delle massime divinità del Paese. Impossibile, però, non correre col pensiero anche alla grandiosa opera di salvataggio e all’eccezionale tecnologia che la rese possibile. Un lavoro davvero difficile e complesso, che idealmente richiama le fatiche ciclopiche sostenute dagli antichi costruttori di questi templi. Dopo aver scartato numerosi progetti troppo audaci e di difficile realizzazione, venne approvato il progetto dello scultore egiziano Ahmad Osmad che prevedeva di tagliare in numerosi blocchi i templi e di ricomporli, come un enorme puzzle, in un luogo più sicuro, poco distante dal sito originale. I lavori iniziarono nella primavera del 1964 quando il lago Nasser aveva raggiunto un’altezza tale che i templi dovettero essere pro-tetti da delle paratie. I due templi furono divisi, rispettivamente, in 807 e 235 blocchi del peso massimo di 20 tonnellate e accuratamente numerati. I tagli dei vari blocchi vennero eseguiti in modo da essere il meno visibili possibile una volta ricomposti. I due edifici furono quindi ricomposti in una posizione 65 m più in alto e 200 m verso l’interno rispetto all’originale (ciò ha ritardato, di qualche minuto, il raggio di sole che penetra all’interno del tempio illuminando la statua del faraone, e questo avviene due volte all’anno: il 21 febbraio – giorno della nascita di Ramesse II e il 22 ottobre – il giorno della sua incoronazione). Per dare solidità al complesso i due templi furono fissati ad una struttura di cemento armato quindi ricoperti da cupole di cemento con una campata rispettivamente di 50 e 24 m con all’interno uno spazio libero di 19 e 7 m, spazi destinati a contenere varie infrastrutture turistiche. Per eseguire questi ”faraonici” lavori furono impegnate circa 2000 maestranze tra le quali avevano un ruolo rilevante e delicato numerosi tagliatori delle cave di marmo di Carrara, che eseguirono i tagli per dividere in blocchi i due monumenti. I lavori furono completati nell’estate del 1968, cioè dopo soli 4 anni.

Entrambi i templi sono stati costruiti durante il regno di Ramesse II (nato nel 1297 a.C., regnò dal 1278 al 1213 data della sua morte) e furono completati per il trentesimo anniversario del suo regno, cioè nel 1248 a.C.. Trenta anni per costruirli e soli 4 per smontarli e ricostruirli (è una semplice considerazione). Il tempio grande è consacrato al dio Amon-Ra di Tebe e a Harmakhis di Eliopoli che erano le principali divinità dell’Alto e Basso Egitto. Inoltre, in questo luogo, si veneravano il dio Ptah di Menfi e lo stesso Ramesse II divinizzato. Nel “sacta santorum”, cioè nel fondo del Grande tempio, ci sono infatti 4 statue: (da sinistra a destra) Ptah, Amon-Ra, Ramesse II, e Harmakhis. Il tempio più piccolo è invece consacrato alla dea Hathor e alla sposa favorita di Ramesse, Nefertari divinizzata anche lei come il marito. Non si conoscono i motivi perché Ramesse II decise di far costruire i templi in questi luoghi, si è praticamente certi che la costruzione fu il principale passo per la sua completa divinizzazione, ma la scelta di erigere questi maestosi monumenti nella Nubia fu, probabilmente, dovuto al fatto di dare un forte segno del potere faraonico in queste terre molto importanti per l’economia dell’Egitto dell’epoca a causa delle miniere di rame e d’oro che si trovavano in questa regione.

Pranzo a bordo, navigazione verso Kom Ombo.

Il luogo è celebre per le imponenti rovine di un tempio, costruito sulla piatta cima di una collina, unico esempio in Egitto di complesso monumentale dall’aspetto di acropoli : questo è il Tempio di Sobek e Haroeris. Aristocratica e solenne l’immagine di questo antico complesso che domina i campi coltivati e le acque del Nilo. Fu costruito in epoca tolemaica e la particolarità del tempio è quella di essere un edificio ”doppio”, che unisce allo schema tolemaico classico il dualismo di molti elementi, con due entrate, una doppia fila di porte parallele e un duplice santuario, realmente separato da un muro divisorio. Questo si deve al fatto che il tempio è contemporaneamente dedicato a due divinità differenti: la parte meridionale è consacrata a Sobek, dio coccodrillo, mentre quella settentrionale al dio guaritore Haroesis, Horus il Grande dalla testa di falco.

navigazione verso Edfu, cena e pernottamento a bordo.

Visit to Egypt's Kom Ombo Temple - Travel Addicts

6° Giorno: navigazione verso Esna

Dopo la prima colazione, visita al Tempio di Horus a Edfu.

Temple of Horus at Edfu, Egypt: The Complete Guide

Risalente all’Antico Regno, fu restaurato durante il Nuovo Regno nella XVIII dinastia da Thutmosi III ed inglobato successivamente nella nuova ricostruzione durante la dinastia tolemaica, le cui antiche vestigia sono tuttora visibili.

Nel 1860 venne liberato, da Mariette, dalle sabbie che lo seppellivano quasi completamente rivelando la sua ottima conservazione sia dell’edificio, naos compreso, che delle tre statue colossali di falchi in granito nero recanti la doppia corona dell’Alto e Basso Egitto.

Tempio di Edfu, ingresso della Sala ipostila

Risulta essere l’archetipo del tempio egizio con struttura “a cannocchiale” con una teoria di sale sempre più piccole e sempre più buie fino al sacrario del naos completamente avvolto nell’oscurità. Esattamente il contrario della tipologia del tempio solare.

Esternamente il pilone presenta vari decori e numerosi personaggi tra cui Tolomeo XII che sacrifica dei prigionieri al dio, altri sovrani tolemaici e la triade locale composta da Horo di BehedetHathor ed il figlio Ihi.

Vi sono anche rappresentati molti antichi dogmi religiosi quali i quattordici ka del dio solare Ra ed altre divinità quali Ra-Harakhti, Hathor e Horo Sema-tawi, ossia Horo “che unisce le due Terre”.

Mammisi di Tolomeo VIII Evergete

Numerosi i dettagliati rilievi, tra i quali la processione delle barche solari, la “Festa annuale di Opet“, la posa della prima pietra del tempio, le personificazioni dei nomoi e lo splendido decoro astrale delle barche del Sole e della Luna con quattordici divinità simboleggianti le fasi di luna calante.

Sopra i varchi di accesso del sacrario è rappresentato il disco solare alato simbolo di Horus di Behedet, nome egizio della località del delta del Nilo ove, in origine, nacque il culto.

Sul fondo, come già accennato vi era l’ultima segreta stanza, quella del sacrario contenente il tabernacolo monolitico in granito, con la statua del dio falco Horo, eretto dal sovrano Nectanebo I della XXX dinastia e che risulta essere il reperto più antico insieme al supporto della barca sacra.

Le numerose e particolareggiate iscrizioni del tempio ci dicono che le cerimonie della fondazione si erano svolte il 7 del mese di Epihi e cioè il 23 agosto del 237 a.C. nel X anno del regno di Tolomeo III Evergete I e che il suo architetto era Imhotep, figlio di Ptah, recante il titolo di “Primo Celebrante del Tempio” e da non confondere con il suo omonimo e famoso predecessore vissuto circa 23 secoli prima.

Il tempio fu terminato il 5 dicembre del 57 a.C. dopo circa due secoli di lavori ed è il secondo per dimensione, dopo quello di Karnak per la sua estensione di quasi settemila metri quadrati comprendente anche un mammisi di Tolomeo VIII Evergete II ma che fu decorato solo successivamente da Tolomeo IX Soter II.

Numerose le cerimonie religiose che vi si svolgevano, tra le quali tre feste molto importanti come la “Festa del Nuovo Anno”, il matrimonio annuale di Horus con Hathor di Dendera e la vittoria del dio su Seth.

Navigazione verso Luxor via Esna, Visita alla riva est dove si trovano il Tempio di Karnak e il Tempio di Luxor.

Tempio di Karnak | Complesso templare di Karnak

Il complesso templare di Karnak (di cui il Grande tempio di Amon e il Tempio di Luxor costituiscono solo una parte) si trova sulla riva destra, rispetto alla sorgente del Nilo e la sua costruzione procede di pari passo con la storia egiziana antica; esso è, infatti, un sovrapporsi di strutture successive tanto che è oggi quasi impossibile individuare il nucleo originale (vedi fig. b.), risalente al Re Sesostri I della XII Dinastia, che era costituito da tre piccoli locali orientati Est-Ovest, oggi inesistenti, e di cui si conservano solo le soglie ubicate nell’area posteriore al santuario della “barca sacra” di Filippo Arrideo, e nei pressi del “Chiosco di Sesostri I” ricostruito con componenti rinvenuti quale materiale di riempimento del III Pilone (Seti IXIX Dinastia).

Dalla XII alla XXX Dinastia, in un arco di oltre 1600 anni, ogni Re o Faraone ha lasciato la propria traccia apportando modifiche, talvolta sfruttando le preesistenti costruzioni come cave di materiale o “usurpandole” a proprio nome.

Secondo la convenzione egiziana, la perfezione divina era costituita da una triade, o trinità; anche nel caso del complesso templare di Karnak, si assiste alla medesima immagine talché la triade è costituita dal citato Amon, dalla sua sposa Mut e dal figlio Khonsu che, pur non godendo di un complesso proprio, viene celebrato, come nella Festa di Opet, in entrambi i recinti dei genitori con un tempio a lui dedicato in ciascuno. Il recinto templare della Dea Mut (di circa m 250 x 400) è collegato a quello del marito Amon da un “dromos”, un viale di sfingi criocefale (ovvero con corpo di leone e testa di ariete), mentre in ognuno dei recinti maggiori si trova un lago per i lavacri sacri dei sacerdoti.

Cena e pernottamento a bordo.

7° Giorno: sbarco

Colazione a bordo. sbarco e partenza per la visita della riva ovest di Luxor (la Valle dei Re, il Tempio della Regina Hatschepsut e i Colossi di Memnone.

Il Tempio di Hatshepsut, Guida - Egitto 2024 | Arché Travel

Il tempio funerario di Hatshepsut, noto anche come Djeser-Djeseru (“Santo fra i Santi”), è un tempio situato sotto le scogliere di Deir el-Bahari, sulla riva occidentale del Nilo, vicino alla Valle dei Re in Egitto. L’edificio è una ricostruzione ottocentesca del tempio funerario dedicato alla divinità solare Amon-Ra, e si trova vicino al tempio di Mentuhotep II, entrambi serviti come fonte di ispirazione e, in seguito, come fonte di materiale edilizio. È considerato uno degli “incomparabili monumenti dell’antico Egitto“.

Colossi of Memnon - Wikipedia

Colossi di Memnone (anche noti in arabo come el-Colossat o es-Salamat) sono due enormi statue di pietra del faraone Amenhotep III. Eretti oltre 3400 anni fa nella necropoli di Tebe, lungo le rive del Nilo, di fronte sulla riva opposta all’attuale città di Luxor, le due statue facevano parte del complesso funerario eretto da Amenhotep III. Le statue successivamente alla morte del faraone divennero già famose nell’antichità, quando, a causa del progressivo degrado, da una di esse si propagavano rumori che all’epoca furono interpretati come il saluto di Memnone a sua madre.

Alla fine delle visite, trasferimento all’aeroporto di Luxor per volo di rientro  al Cairo. Sistemazione in hotel e pernottamento.

 

8° Giorno: Cairo – Italia

Nelle prime ore del mattino, trasferimento in aeroporto e imbarco sul volo diretto a Roma.

Fine dei servizi.

 

La quota comprende:

  • Volo internazionale Roma-Cairo-Roma franchigia bagaglio 23 kg
  • 2 voli interni Cairo-Aswan  e Luxor-Cairo con Nile Air
  • Incontro e assistenza all’aeroporto Internazionale del Cairo all’arrivo e alla partenza
  • Sistemazione in hotel 5 ***** al Cairo per 4 notti con prima colazione
  • Sistemazione a bordo di una crociera Cat. 5 *****e per 3 notti in trattamento pensione completa
  • Tutti i trasferimenti in bus privato munito di aria condizionata
  • Biglietti d’ingresso ai vari siti menzionati nel programma
  • Pasti menzionati nell’itinerario
  • Guida turistica parlante italiano durante tutte le visite del programma
  • Kit da viaggio
  • Assicurazione medica annullamento (massimale 10.000,00) bagaglio (1.500,00) e Covid19

La quota non comprende:

  • Tasse aeroportuali (soggette a riconferma sino emissione dei biglietti aerei) € 250,00
  • Ingressi esclusi a pagamento
  • Bevande ai pasti
  • Visto € 25,00  da pagare in loco
  • Mance per guida, autisti, equipaggio, facchini e camerieri
  • Tutto ciò non indicato nella voce “la quota comprende”

N.B : L’APERTURA O LA CHIUSURA DI ALCUNI SITI, SOPRATTUTTO TOMBE, DIPENDE DALLE AUTORITA’ EGIZIANE, LE QUALI ANCHE SENZA PREAVVISO, POSSONO DECIDERE DI CHIUDERE I SITI E ALCUNE TOMBE PREVISTE NEL PROGRAMMA

Scelta del posto a bordo dell’aereo:  

I voli sono previsti in una specifica classe di prenotazione. Nel caso sia consentita una preassegnazione gratuita del posto da parte del vettore aereo, la preassegnazione verrà effettuata automaticamente all’emissione del biglietto.

Eventuali preferenze sull’assegnazione del posto ci devono pervenire al momento della conferma del viaggio.

Ricordiamo che con alcune compagnie, la preassegnazione del posto è a pagamento e che la preassegnazione di posti speciali (es. uscita di sicurezza…) è soggetta a restrizioni.

Eventuali modifiche sui posti preassegnati vanno richieste direttamente al banco di accettazione del volo.

I posti preassegnati possono subire cambi per esigenze aereoportuali e nessuna pretesa, reclamo o rimborso può essere avanzato se non verranno assegnati i posti prescelti; nel caso di cambi di posti precedentemente pagati, potrà essere richiesto il rimborso dell’importo pagato.

L’assegnazione del posto specifico verrà convalidata solo al momento del check-in sulla carta d’imbarco.

Documenti per l’espatrio:

  • Passaporto: necessario, con validità residua di almeno sei (6) mesi al momento dell’arrivo nel Paese.
  • Solo per turismo, è possibile l’ingresso nel Paese con carta d’identità cartacea o elettronica valida per l’espatrio, con validità residua superiore ai sei mesi, accompagnata da due foto formato tessera (*), necessarie per ottenere il visto che si richiede alle locali Autorità di frontiera, all’arrivo nel Paese (in mancanza delle foto NON viene rilasciato il visto di ingresso): si raccomanda, pertanto, di munirsi delle foto prima della partenza dall’Italia.
    Consultare la Sezione “Requisiti di Ingresso” di questa Scheda per maggiori informazioni.
  • Visto d’ingresso: necessario



CAPODANNO IN OMAN

28 dicembre – 1° giorno: Roma – Muscat 

Ritrovo dei partecipanti in  aeroporto e operazioni di imbarco per Muscat. Pasti e pernottamenti a bordo.

29 dicembre – 2° giorno – Muscat

Arrivo all’aeroporto Internazionale di Muscate(II visto dell’Oman on line possiamo farlo noi) e dopo aver espletato le formalità di ingresso, incontro con il nostro rappresentante e trasferimento in hotel.

Cena libera e pernottamento Hotel.

30 dicembre – 3° giorno:  -MUSCAT – QURIYAT – BIMAH SINKHOLE-WADI SHABSe il Souk di Muscat è un intricato labirinto di vicoli in cui la vostra vista era rimasta offuscata dal fumo e profumo dell’incenso, noterete subito che il Souk di Niwza è molto diverso. Sicuramente ha un aspetto più moderno e vi sorprenderà l’ordine e la pulizia che regna sovrana. Se quello di Muscat vi era piaciuto, ora preparatevi a lustrarvi gli occhi. Troverete fucili, pugnali, argento, otre giganti, ceramiche, spezie coloratissime, legumi di ogni tipo. I monili in argento sono più cari rispetto a Muscat e non si contratta, il prezzo è fisso ma la qualità nettamente superiore. Io nel dubbio ho comprato un ricordino in entrambi i posti. Qui i venditori sono omaniti, e non pakistani o indiani e rispetto al Souk di Muscat potrete curiosare con calma senza l’assillo dei negozianti che tentano di vendersi ogni cosa su cui posate gli occhi.

Forte Bahla, e il Forte di Jabrin 2024 - Mascate

 

 

Misfat Al Abriyeen, Oman: The Ancient Mud Village

 

 

Nizwa (Oman), Al Dakhiliya: città storica, dintorni interessanti

 

31 dicembre – 4° giorno: -MUSCAT CON TOUR IN BARCA AL TRAMONTO

Prima colazione e Inizia la giornata con una visita alla magnifica Grande Moschea del
Sultan Qaboos. Ammira la stupefacente architettura islamica, le decorazioni intricate e
la grandiosità di questo luogo spirituale. Dedica del tempo ad apprezzare la bellezza
della sala delle preghiere, la cupola imponente e l’atmosfera serena. Si consiglia ai
visitatori di vestirsi in modo modesto, con le donne che coprono testa, spalle e
ginocchia. Prosegui il tuo viaggio verso il Souk di Mutrah, uno dei mercati più antichi
dell’Oman. Perditi nei vicoli stretti pervasi dal profumo di spezie esotiche, tessuti
colorati e manufatti tradizionali omaniti. Contratta per i souvenir e immergiti
nell’atmosfera vivace interagendo con i venditori locali. Questo souk vivace offre una
ricca panoramica della cultura omanita ed è un luogo ideale per acquistare autentici
ricordi. Dopo l’esplorazione del souk, recati al Museo Bait Al Zubair. Immergiti
nell’eredità culturale dell’Oman, poiché il museo presenta una collezione diversificata
di manufatti, costumi tradizionali omaniti, antiche armi e documenti storici. Ottieni una
prospettiva sulla evoluzione del paese dall’antichità ai giorni nostri attraverso le
esposizioni attentamente curate. Successivamente, dirigiti verso il Palazzo Al-Alam, il
palazzo cerimoniale di Sua Maestà il Sultan Qaboos. Ammira la sua sorprendente
facciata blu e oro e le due fortezze portoghesi, Mirani e Jilali, che ne presidiano i lati.
Sebbene l’ingresso al palazzo possa essere limitato, la sua estetica offre un’anteprima
della ricca storia reale dell’Oman

Birkat al Mawz a Nizwa: 2 opinioni e 13 foto

Luxury Wahiba Sands Tours, Private & Tailor-made | Jacada Travel

 

01 gennaio   – 5° giorno: MUSCAT – FABBRICA DI PROFUMI – WADI BANI KHALID – WAHIBA SANDS(circa 350 km) 

 

niziate la giornata con una deliziosa colazione prima di intraprendere un tour del quartiere delle
ambasciate dei profumi, con particolare attenzione all’incantevole “Amouage”, dove scoprirete i
segreti di queste mitiche fragranze. Successivamente, dirigetevi verso Wadi Bani Khalid, una vera oasi
incastonata in una valle stretta e lussureggiante, nota per il suo bacino naturale dalle acque turchesi.
Avrete l’opportunità di nuotare in queste acque calde e godere di un magnifico paesaggio. Dopo la
visita all’oasi, il viaggio prosegue attraverso le maestose montagne alla volta del deserto di Wahiba
Sands, una vasta distesa di dune che variano in colore, simili a montagne di sabbia. Pranzo in un
ristorante locale o in un luogo suggestivo, circondato da dune alte anche più di 100 metri. Questo
territorio è l’habitat naturale dei beduini da oltre 7000 anni. Lungo il percorso, fermatevi per esplorare
caratteristici borghi che sembrano fermi nel tempo, catturando scatti fotografici suggestivi. Il
pernottamento al campo completerà questa giornata avvolta dalla magia delle dune di Wahiba
Sands.Pernottamento al Campo.

Wadi Bani Khalid: how to escape the crowds at Oman's most popular wadi — Walk My World

BIMMAH SINKHOLE: Tutto quello che c'è da sapere (AGGIORNATO 2024) - Tripadvisor

02 gennaio  – 6° giorno: -WAHIBA SANDS SINAW JABRIN BAHLA NIZWA
(circa 250km) 

 

Inizia la vosta giornata con una colazione nutriente, quindi esplora il vasto deserto che vi
circonda. Prosegui l’avventura con un viaggio in 4×4 verso Al Mintrib, godendoti il paesaggio
mozzafiato. Una sosta a Sinaw per visitare l’antico villaggio e il vostro vivace souk locale, dove
potete immergerti nelle tradizioni omanite.
Dopo Sinaw, dirigivi verso Jabrin per visitare il vostro magnifico castello, famoso per i soffitti
dipinti e le decorazioni elaborate. Continua il vostro viaggio con un pranzo a Bahla, gustando
piatti tipici locali e visitando il vostro storico forte preislamico.
Concludi la vostra giornata a Nizwa, dove potete passeggiare nel suo rinomato souk, perfetto
per acquistare artigianato locale e assorbire l’atmosfera culturale della città. Questo itinerario
vi permetterà di vivere un giorno ricco di storia, cultura e avventure naturalistiche in Oman.

 

03 gennaio – 7° giorno -NIZWA – AL HAMRA-MISFAH-DJEBEL SHAMS
MUSCAT (circa 230km)

Iniziate con una ricca colazione prima di dirigervi a Nizwa, la capitale dell’interno
dell’Oman e fulcro dell’Islam nel Sultanato. Esplorate il maestoso Forte di Nizwa e
immergetevi nell’atmosfera vivace del mercato del bestiame. Ammirate la moschea
antica mentre vi dirigete verso Al Hamra per una visita a Bait Al Safah, un’esperienza
autentica della vita tradizionale omanita. Proseguite verso Misfah per una
passeggiata tra le strade del villaggio e poi verso Jebel Shams per ammirare il Grand
Canyon dell’Oman. Godetevi una pausa pranzo nel campeggio prima di continuare il
viaggio verso Muscat in autobus o macchina, concludendo la giornata con una cena
libera e un pernottamento confortevole in hotel.

 

04 gennaio – 8° giorno Partenza Per L’aeroporto

Prelievo dall’hotel come da programma dei voli.

Arrivo in Italia e fine dei servizi.

 

LA QUOTA COMPRENDE

  • Volo di linea Roma – Muscat in classe economica con franchigia bagaglio di 20 kg.
  • • Trasferimento andata e ritorno dall’Aeroporto Internazionale di Muscat all’hotel
    • 04 notti di alloggio presso l’hotel Ramada o simile, Muscat
    • 01 notte di alloggio presso il Desert Rose Campo o simile, Wahiba Sands
    • 01 notte di alloggio presso il Nizwa heritage o simile, Nizwa
  • Trasferimenti durante il tour
  • Colazione e cene come da programma
  • Guida in lingua italiana
  • Ingressi ai siti come da programma
  • • Pranzo il giorno 02(Pranzo Picnic), 04.
    • 06 Cena in hotel dal 01 GG al 06 Giorno
  • Cena di gala il 31 dicembre
  • • Tutte le visite come da itinerario
    • Acqua in omaggio durante il tour
    • Tasse e oneri di servizio applicabili
    • Guida parlante italiano
  • Assicurazione medico bagaglio
  • Assicurazione annullamento

LA QUOTA NON COMPRENDE

  • Tasse aeroportuali € 390,00
  • Bevande ai pasti
  • Mance guida e autista
  • Extra di carattere personale
  • • Costi del VISTO on line € 80,00
    • Tutti i pasti non menzionati
    • Tutte le spese di natura personale
  • Tutto quanto non espressamente indicato alla voce “la quota comprende”

Scelta del posto a bordo dell’aereo:  

I voli sono previsti in una specifica classe di prenotazione. Nel caso sia consentita una preassegnazione gratuita del posto da parte del vettore aereo, la preassegnazione verrà effettuata automaticamente all’emissione del biglietto.

Eventuali preferenze sull’assegnazione del posto ci devono pervenire al momento della conferma del viaggio.

Ricordiamo che con alcune compagnie, la preassegnazione del posto è a pagamento e che la preassegnazione di posti speciali (es. uscita di sicurezza…) è soggetta a restrizioni.

Eventuali modifiche sui posti preassegnati vanno richieste direttamente al banco di accettazione del volo.

I posti preassegnati possono subire cambi per esigenze aereoportuali e nessuna pretesa, reclamo o rimborso può essere avanzato se non verranno assegnati i posti prescelti; nel caso di cambi di posti precedentemente pagati, potrà essere richiesto il rimborso dell’importo pagato.

L’assegnazione del posto specifico verrà convalidata solo al momento del check-in sulla carta d’imbarco.

Documenti per l’espatrio:

  • Passaporto: necessario, con validità residua di almeno sei (6) mesi al momento dell’arrivo nel Paese.
  • Visto d’ingresso: non necessario



CAPODANNO NAPOLI E CAMPANIA INEDITA…..

SONO PREVISTI  VOLI AVVICINAMENTO A ROMA O NAPOLI DA TUTTA ITALIA

ANCHE IN TRENO ALTA VELOCITA’ CON ARRIVO STAZIONE DI NAPOLI

30 Dicembre  Roma-Napoli 

Ritrovo dei partecipanti,luogo e orario da definire,e partenza in bus privato in direzione della Campania.Soste lungo autostrada.

Esiste a Napoli sulla collina di Poggioreale un luogo particolare che è il cimitero di Santa Maria del Popolo, conosciuto in città e nel mondo intero come Cimitero delle 366 fosse. Voluto da re Carlo di Borbone fu poi realizzato nel 1762 dall’architetto Ferdinando Fuga su incarico di Re Ferdinando IV di Borbone.

Un’opera straordinaria e particolare progettata e realizzata dal Fuga secondo lo spirito dell’epoca dei “lumi” e che introdusse la sepoltura per i poveri razionalizzando al tempo stesso il criterio degli interramenti.

All’epoca per le persone nobili e per i ricchi c’erano le sepolture nelle cappelle delle chiese mentre i poveri erano sepolti in fosse comuni appena fuori la città come ad esempio il Cimitero delle Fontanelle o in una cavità dell’Ospedale degli Incurabili.

L’architetto Fuga, già autore dello straordinario Albergo dei Poveri di piazza Carlo III, progetto unico per l’accoglienza e l’assistenza dei poveri del Regno ideò così, su volontà reale, un luogo per dargli degna e sicura sepoltura.

Un luogo importante che anticipò di almeno cinquant’anni gli editti napoleonici riguardanti l’igiene delle sepolture e il conseguente obbligo di edificare i cimiteri lontano dall’abitato.

Una fossa per ogni giorno dell’anno compreso gli anni bisestili

La particolarità del luogo, oltre a un posto degno di sepoltura, era di disporre di 366 fosse, una per ogni giorno dell’anno, che consentivano la sepoltura ordinata dei morti secondo il giorno del decesso e un criterio cronologico che teneva conto anche degli anni bisestili.

Le fosse erano numerate e ogni giorno veniva aperta una fossa diversa che corrispondeva al numero progressivo del giorno, che a sera veniva poi richiusa e sigillata dopo la benedizione del sacerdote. Una volta messi i cadaveri del giorno nella fossa si provvedeva a ricoprire di calce e terra la fossa che veniva poi riaperta l’anno successivo.

Le sepolture avvenivano tutti i giorni dalle sei e mezza della mattina alle sei e mezza della sera. In questo modo anche le persone povere del regno avevano una sepoltura degna e i familiari un luogo dove pregare.

Pranzo libero.

Siamo in via Duomo, lungo la «Via dell’Arte» o meglio ancora sulla «Via dei Musei» come è stata recentemente battezzata; una passeggiata culturale che racchiude ben 7 splendide meraviglie dell’arte napoletana, uno scrigno prezioso che abbraccia simbolicamente chiese e musei.
E se a queste aggiungessimo l’8 meraviglia?

La Chiesa di San Giorgio Maggiore (ai Mannesi) ubicata in via Duomo, rappresenta per Napoli una rilevante testimonianza dell’ arte Paleocristiana ben conservata, costruita fra la fine del IV e l’inizio del V secolo d.C durante il Medioevo era fra le prime quattro chiese di Napoli, insieme a quella di dei Santi Apostoli, di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni Maggiore che primeggiava nel cuore del centro storico, divenendo l’edificio di culto e di devozione locale da parte del popolo, tra Forcella e Spaccanapoli.

La Chiesa di San Giorgio Maggiore - ècampania

Inizialmente fu chiamata «La Saveriana» appellativo derivante dal nome del Vescovo fondatore che volle erigere la Chiesa: Saverio di Napoli, un uomo molto amato dai suoi fedeli sopratutto in un’epoca carica di paganesimo, un pastore di grande spessore umano e religioso, venerato come un santo e canonizzato dalla Chiesa Cattolica dopo la sua morte.
Il suo culto secondo una leggenda, pare che sia legato al «primo miracolo» di San Gennaro ovvero della liquefazione dei santi grumi; infatti San Saverio è eletto il secondo compatrono di Napoli e Patrono della diocesi San Severo a Foggia.
Le sue spoglie risalgono al V secolo d.C.  e furono scoperte presso le Catacombe nel cuore della Sanità, da Gennaro Aspreno Galante nel 1867. Queste furono traslate in San Giorgio Maggiore , dove tutt’ora sono conservate gelosamente, custodite sotto la mensa dell’altare maggiore della chiesa; insieme ai resti mortali è custodito anche il famoso «Battistero» (impiegato per officiare il rito del Battesimo) considerato il più antico d’Occidente ed il più importante di Napoli.

Il dipinto nascosto nella Chiesa di San Giorgio Maggiore

«La Saveriana» durante il IX secolo,fu intitolata al grande martire guerriero San Giorgio una delle figure cristiane più importanti e suggestive, legata al mito fantasioso del «Drago» simbologia dell’eterna lotta del bene contro il male.

Dove è custodito il dipinto nascosto?

Il tesoro nascosto della Chiesa di San Giorgio Maggiore è custodito alle spalle dell’altare e rivela (per chi non l’ha mai vista) qualcosa di sorprendente e misterioso. L’altare maggiore è di impianto rettangolare ed è stretto da un solido abbraccio da un fascio di colonne bianche disposte a semicerchio; qui alle spalle si possono ammirare due capolavori della pittura napoletana del seicento: opere di Alessio D’Elia legato alla grande scuola di Francesco Solimena. Le due enormi tele si fronteggiano in un’armonico sguardo, quella a lato destro raffigura la maestosità del ciclo di battaglia di «San Giorgio e il Drago» e quella a lato sinistro ha come soggetto la vita di San Severo, il santo fondatore.

La sorpresa è celata dietro al dipinto di San Giorgio e il Drago che rivela il medesimo soggetto ritratto alcuni decenni prima da un brillante pittore.
Dopo un recente restauro di qualche anno fa che ha visto impegnato la parte del coro, si è notato che sotto al quadro del D’Elia di San Giorgio e il Drago, veniva alla luce un bellissimo affresco ancora integro e dai colori brillanti. Immaginate lo stupore e il suo valore artistico.

Chiesa di San Giorgio Maggiore di Napoli: come visitarla - Napoliving

Trattasi dell’affresco di San Giorgio e il Drago di Aniello Falcone databile attorno al 1645, un’opera carica di forza emotiva e di impatto suggestivo che descrive con pochi e chiari elementi, le atmosfere «fiabesche» del mito medioevale. Cosa ci faceva lì?

L’affresco è custodito con parsimonia, nascosto dalla tela del D’Elia che è stata sistemata su un forte telaio con cerniere, come un possente libro che viene aperto tramite una lunga cordicella che svela il dipinto retrostante: la magnificenza di San Giorgio e il Drago di Aniello Falcone.

Natale al Castello di Lettere 2022: orari e prezzi

IL CASTELLO DI LETTERE ILLUMINATO CHE VEDRETE DAL VOSTRO HOTEL.

Al termine delle visite trasferimento in hotel per la cena e pernottamento.

Durante la cena è prevista la Tombola della Vajassa a cura dei Viaggi di Giorgio.

La Tombola Vajassa è la spettacolarizzazione del gioco della tombola così come viene giocato nei “bassi” napoletani esclusivamente da femminielli e donne. Il femmenello estrae i numeri dal panaro proclamandoli ad alta voce. Di solito non dice direttamente i numeri: ma il loro significato secondo la smorfia napoletana. E qui sta il divertimento della tombolata: man mano che i numeri escono, il femmenello li associa creando una storia che si forma dalla casualità del sorteggio e dalla sua fantasia!

 

31 Dicembre -Castellammare-Napoli-Castellammare 

Dopo la prima colazione,Vi aspetta una visita magnifica di grande spessore e curiosità,inedita.

Nell’area postindustriale di Napoli una grande fabbrica della produzione metallica manifatturiera è stata trasformata dall’intervento progettato dallo studio Vulcanica Architettura in una fabbrica della nuova produzione delle idee e della creatività, che accoglie al suo interno uffici, alimentazione a km 0, startup. L’esperienza di Brin 69 mette insieme una visione d’impresa e la visione dell’architettura, puntando a creare un nuovo paesaggio urbano, attento alla specificità del luogo e alla sostenibilità ambientale, con un valore simbolico di riscatto sociale e un valore urbano nell’ottica della rivalutazione del paesaggio ex industriale.
Il progetto crea un’immagine nitida e contemporanea, insieme legata alla memoria del tempo, rispettando la preesistenza della fabbrica col suo impianto geometrico rigoroso, sviluppando una nuova relazione con il paesaggio circostante. I nuovi volumi, trasparenti in direzione della città storica, pieni verso la città industriale, appaiono sospesi, immersi nello spazio della fabbrica, attraversano la griglia strutturale a differenti quote, oltrepassano le facciate, ritmano i prospetti, svelano l’interno/esterno dell’architettura. Lungo la galleria aperta si snoda uno dei segni più caratterizzanti, il giardino pensile con alberi d’alto fusto; l’acqua, la luce solare, la ventilazione naturale, assicurano un microclima salubre e confortevole. Un edificio simbolo di quella periferia industriale che aveva divorato le superfici verdi allontanando gli elementi naturali dalla città, ora accoglie al proprio interno luce, acqua, aria, terra.

BRIN 69 - Open House Napoli

 

 

Aedifica: riconversione dell'edificio industriale Brin 69 a Napoli

Al termine, Vi aspetta ancora una visita inedita,bellissima :

                            Castello di Lettere di Castellammare di Stabia.

Castello di Lettere, Napoli: perla della Campania | Viaggiamo.it

Il Castello di Lettere fu edificato dal Ducato Amalfitano nel corso del X secolo per difendere i suoi confini settentrionali ed era parte di una rete di fortificazioni che assicurava agli amalfitani il controllo dei due versanti dei monti Lattari. Il sito, infatti, gode tuttora di una splendida posizione panoramica che permetteva di controllare l’area dal porto di Castellammare fino alla foce del Sarno e tutto il golfo di Napoli, ma anche la Valle del Sarno dominata dal Vesuvio e dai monti di Sarno fino a Pagani.

Fin dalla sua fondazione il castello aveva la forma di un villaggio fortificato con case a più piani, come ci raccontano documenti del 1030 e del 1033. La costruzione della rocca, quella che oggi chiamiamo castello, è probabilmente da collegarsi all’insediamento di un feudatario che la edificò come luogo di residenza all’interno delle mura e simbolo del suo potere. L’edificio ha una forma trapezoidale e conserva quattro torri di cui la più alta con funzione di mastio. All’interno della cinta muraria fu realizzata anche una cattedrale, sede dal 987 di un vescovato. A questo primo edificio fu addossato nel XII secolo il bel campanile decorato con tarsie in tufo grigio e arenaria gialla che formano stelle, croci e losanghe.

Castello di Lettere: nuovo allestimento museale realizzato nel Torrione della Rocca

La Torre del Grano e il Mastio ospitano il Museo del Parco Archeologico del Castello di Lettere, con l’esposizione dei reperti rinvenuti nel corso delle campagne di scavo condotte a partire dal 2007 quali ceramiche, oggetti in bronzo e moltissime ossa animali e la rievocazione dell’assedio del 1500. I reperti esposti illustrano non solo le modalità alimentari e la dieta del villaggio tra il X ed il XVI sec., ma evidenziano anche la rete di commerci mediterranei in cui Lettere era inserita grazie alle rotte gestite dagli amalfitani, con contenitori da trasporto e ceramiche invetriate dall’Africa Settentrionale, dalla Spagna e dalla Sicilia.

Castello Medievale di Lettere (NA) - Napoli Turistica

Rientro in hotel e tempo libero per prepararsi al veglione in hotel.

Il centro storico di Castellammare in questo periodo è  illuminato da centinaia di luminarie.

Consigliamo una passeggiata sul lungomare per ammirare il tramonto con questa bellissima atmosfera.

Castellammare, ecco tutti gli eventi natalizi - Ottopagine.it Napoli

Veglione con musica e balli in hotel.

01 Gennaio -BUON ANNO-Castellammare-Napoli-Castellammare.

Sveglia e colazione con comodo.

                 La leggenda delle scarpe consumate della Madonna Annunziata

                   LA BASILICA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA MAGGIORE.

La leggenda delle scarpe consumate della Madonna Annunziata - Voce di Napoli

Uno dei tratti più teneri della Madonna è il suo ruolo di madre. Un ruolo che la avvicina a tante madri che hanno fatto esperienza dell’amore per i propri figli. Questa condivisione dello stesso sentire fa si che il momento dell’Annuncio, nel quale l’Arcangelo Gabriele rivela a Maria che sarà madre del Figlio di Dio, venga vissuto in maniera particolarmente emozionante da tante madri o aspiranti tali.

E non solo dalle madri. Tutti noi ci siamo ritrovati nell’infanzia ad immaginare quel momento: lo splendido angelo che scende lentamente dal cielo, la Madonna che lo accoglie con calma ed umiltà, come se di fronte a lei non vi fosse un prodigio più unico che raro, la voce dell’Arcangelo, la risposta di Maria. A Napoli la devozione per la Santissima Annunziata ha delle ragioni che vanno oltre questo semplice immaginario.

La Madonna dell'Annunziata e le scarpine consumate - Il Punto Quotidiano

                                           LA REAL CASA DELL’ANNUNZIATA

Ragioni molto concrete, riassunte in una frase ed in secoli di storia: “A Santa Annunziata, tutto ‘o popolo è saziàt”. Il detto popolare si riferisce all’iniziativa oggi commemorata ogni 25 di marzo, ma intrapresa nel 1304 da due giovani fratelli napoletani, Nicolò e Jacopo Scondito, quando i due provarono ad arginare il dilagante fenomeno dell’abbandono di minori.

Successivamente si occupò dell’iniziativa la Congregazione della Santissima Annunziata, finché Roberto d’Angiò, sollecitato da sua moglie la regina Sancia di Majorca, non le riconobbe un valore giuridico preciso, rinominandola Real Casa dell’Annunziata di Napoli. Soprattutto in seguito al riconoscimento statale ufficiale, la Congrega necessitava di sedi ufficiali.

                  LA BASILICA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA MAGGIORE

Gli Angioini non perdettero tempo, e la sede più importante fu costruita a Napoli: si trattava della chiesa di Sant’Annunziata, in Via dell’Annunziata 34. Passata attraverso incendi e bombardamenti, giunge ai giorni nostri in perfette condizioni grazie ai numerosi restauri, e regala gioie per gli occhi quali Cappella del Tesoro e Cappella Carafa, una scultura in legno del 1300 (la Madonna dei Repentiti, altrimenti detta “Mamma Chiatta”.)

Le scarpe consumate della Madonna - Libero Ricercatore

Più che le meraviglie artistiche, però, ha contribuito alla notorietà della chiesa la cosiddetta “Ruota degli Esposti”. In questa specie di ruota di legno orizzontale venivano adagiati i neonati da parte di chi non aveva intenzione o possibilità di tenerli. I registri del convento non segnano nomi (per forza di cose, sconosciuti), ma caratteristiche: morfologia, peculiarità fisiche, eventuali oggetti, tutto quanto potesse essere utile ad un futuro riconoscimento del neonato da parte della famiglia.

I neonati affidati alle cure delle suore dell’Annunziata venivano chiamati Figli della Madonna, Figli d’a Nunziata, o semplicemente “Esposti”, da cui “Esposito”, che nel tempo è diventato uno dei cognomi più diffusi a Napoli (e questo la dice lunga sulla portata del fenomeno legato all’abbandono di minori, protrattosi per secoli).

Se i fratelli Scondito provarono a far qualcosa di caritatevole per aiutare i bambini abbandonati, chi usò tutt’altre maniere fu Gioacchino Murat, avviando quel processo che portò alla chiusura della Ruota degli Esposti nel 1875. Le madri napoletane intenzionate a non allevare i propri figli, spesso per indigenza estrema, non cambiarono però le proprie abitudini: cominciarono a lasciare neonati sulle scale della Chiesa, anziché nella ruota.

                       LE SCARPE CONSUMATE DELL’ANNUNZIATA

La fiducia nelle suore che operavano all’interno della Basilica dell’Annunziata, ereditata dalla fiducia nell’aiuto della Madonna, è testimoniata dal calore con cui viene percepita la festa dell’Annunciazione a Napoli, il 25 Marzo, e da una credenza molto particolare. Si dice che di notte la statua della Madonna presente nella Basilica dell’Annunziata si aggiri tra le vie della città per portare sostegno e conforto ai meno fortunati, soprattutto bambini.

L’instancabile opera di bene le procura però un problema: le suole delle sue scarpe si consumano. Si può e si deve credere questa sia solo una leggenda. Ma le suole delle scarpe risultano effettivamente consumate, man mano che trascorrono i mesi. Una volta all’anno, quindi, le scarpe della Madonna vengono sostituite con scarpe nuove.

E le vecchie? Vengono donate a genitori che hanno figli malati gravemente, per fornire un aiuto ed una speranza in più. Le scarpe dell’Annunziata, per quanto logore, continuano incessantemente il loro cammino, anche se ufficialmente dismesse. Come continua incessante la devozione di chi crede profondamente nella Madonna dell’Annunziata a Napoli, affidandole i propri figli.

“Per le donne del quartiere “La Madonna va a visitare tutti i suoi figli“ e quelle scarpine consumate vengono curate e considerate come una reliquia, anche se la Chiesa non riconosce il fatto. Vengono affidate a chi ha bisogno di una grazia: c’è chi le infila sotto al cuscino del figlio malato o chi le chiede per il proprio caro in fin di vita.

Suor Maura racconta che ancora oggi la Madonnina vegli sui bimbi dell’Annunziata. “Un giorno un medico in servizio di notte ha sentito una voce chiamare il suo nome. Quella voce lo ha trascinato davanti alla culla di un neonato, poi è sparita. Quel bimbo stava soffocando, la Madonna l’ha salvato. La Madonna che consuma le scarpe, quella notte vegliava su uno dei suoi figli“.

Pranzo/brunch.

Si prosegue con la visita della :

Chiesa Di San Giovanni A Carbonara E I Suoi Misteri

La trecentesca chiesa di San Giovanni a Carbonara si trova nell’omonima strada a Via Carbonara 4, è di origine trecentesca ed è tra quella più ricca di opere d’arte della città e senza alcun dubbio una delle più belle chiese della città di Napoli.

La Via Carbonara si chiamava così perché era in origine una discarica a cielo aperto per i residui della combustione del legno, del carbone appunto e tutta la cenere veniva stipata lungo questa strada.

Questa zona era anche luogo di incontro e scontro con cruenti duelli tra cavalieri descritti anche dal Petrarca che assistette sgomento ad alcuni di essi.La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1339 grazie alle donazioni del patrizio napoletano Gualtiero Galeota durante il regno di Ladislao di Durazzo, nel luogo dove sorgeva un piccolo convento di agostiniani.

Chiesa di San Giovanni a Carbonara e i suoi misteri - Napoli misteriosa

L’ampliamento del quattrocento portò alla costruzione di un nuovo chiostro e la chiesa fu abbellita con marmi pregiati.E’ un monumento architettonicamente molto importante perché è un elemento di transizione tra l’arte gotica e l’arte rinascimentale.

Uno degli elementi più pregiati il magnifico mausoleo di Ladislao che Giovanna II regina di Napoli volle dedicare al proprio fratello Re Ladislao, prematuramente morto all’età di 37 anni.

Molto bella è anche la rinascimentale cappella Caracciolo del Sole, accessibile passando sotto al monumento funebre di re Ladislao nella quale è sepolto Sergianni Caracciolo.

 

Da visitare anche la Cappella Recco, che ospita un presepe del 1400, inizialmente fornito di 45 pastori originali dell’epoca.

Merita sicuramente una attenta osservazione anche la Crocifissione del Vasari che è possibile ammirare nel presbiterio della chiesa accanto alla tomba di Ladislao.

             I misteri di San Giovanni a Carbonara

I primi misteri della chiesa di San Giovanni a Carbonara risiedono innanzitutto nei due personaggi che vi sono sepolti.

Il fratello della regina Ladislao, che fu assassinato con un veleno su parti intime di una fanciulla che desiderava possedere, ma soprattutto Sergianni Caracciolo, un maniscalco anch’egli assassinato che era ritenuto amante della regina.

La chiesa di San Giovanni a Carbonara è intrisa di massoneria, di simboli misteriosi ed esoterici che si celano tra i suoi monumenti, i suoi marmi ed i suoi pavimenti.

Innanzitutto è orientata est ovest verso il sole nascente e verso Gerusalemme, cosa insolita e chiaramente di derivazione massonica di cui ci sono diverse tracce nella chiesa.

Ad esempio su un monumento funebre nella cappella di Somma ci sono molte simbologie che si rifanno al mondo esoterico come immagini di satiri, figure demoniache che un tempo era impensabile poterli imprimere su elementi funerari.

Chiesa di San Giovanni a Carbonara: storia e informazioni - Napoliving

Sul tetto c’è un occhio onniveggente racchiuso in un triangolo che è un simbolo massone che indica i tre princìpi morali: lealtà uguaglianza e fraternità.

Napoli, riaperta la splendida Chiesa di San Giovanni a Carbonara dall'11 novembre 2022 - Campania For You

Sull’altare Miroballo invece sono simboleggiate delle pigne che si rifanno al culto egizio, il non ti scordar di me e l’aquila che è il massimo simbolo della perfezione tutti simboli massoni presenti anche sul dollaro americano voluti dal presidente Roosevelt e dal ministro dell’agricoltura Henry Agard Wallace entrambi massoni.

Nella cappella Caracciolo del Sole il pavimento ottagonale con tanti ottagoni che si intersecano tra di loro vanno a formare il simbolo dell’infinito, simbolo matematico che rappresenta due universi che si succedono tra loro eternamente.

סלח לי שופר חלזון ים la cappella caracciolo del sole a san giovanni a carbonara תבלוט פרידה שבריר

Questo simbolo richiama quello dei nodi d’amore presenti in tutti i templi massonici.

Inoltre nella Cappella Caracciolo del Sole è visibile anche un’incisione che riporta le parole: “antico ed accettato”. Questi erano i termini del rito scozzese iniziatico con cui venivano accolti nuovi adepti nelle logge massoniche per ottenere il primo grado di Apprendista Libero Muratore.

Alla scoperta di Napoli: San Giovanni a Carbonara -

Se ne desume che questa cappella veniva utilizzata, probabilmente nel diciottesimo secolo, come sede di riunione per facoltosi massoni napoletani in calzamaglia.

Tempo libero per passeggiare a Spaccanapoli ,San -Gregorio Armeno la strada dei presepi ecc.ecc.Cena e pernottamento in hotel.

02 Gennaio -Castellammare-Abbazia Sant’Angelo in Formis-Pietravairano-Roma

Dopo la prima colazione e aver rilasciato le camere,si parte in direzione Roma,ma prima abbiamo 2 visite di una bellezza,e interesse,incredibili.

              Campania: a Capua l’Abbazia con la Bibbia illustrata

E’ uno dei più bei monumenti del Medioevo campano e possiede un ciclo di dipinti tra i più ricchi della pittura romanica: ecco l’Abbazia di Sant’Angelo in Formis

ABBAZIA DI SANT'ANGELO IN FORMIS | I Luoghi del Cuore - FAI

Lo straordinario , però, lo si avverte quando si varca la soglia e si viene totalmente investiti dall’azzurro lapislazzulo che colora le pareti e dal variopinto splendore dell’ambiente interno.  Sappiamo sicuro che gli affreschi sono datati tra il 1072 e il 1087, anno di morte di Desiderio, ritratto insieme al Cristo in trono nell’iconica decorazione absidale. Ad ammantare di mistero i più importanti affreschi romanici del Sud Italia è soprattutto la circostanza per cui, ancora oggi, non si hanno molte conoscenze sugli autori del ciclo pittorico, che ricorda quello realizzato a Montecassino da maestri bizantini.Il priore cassinese, Desiderio, grande appassionato di cultura antica, nel richiamare questi “artigiani” avviò una fioritura artistica che coinvolse anche l’architettura, la scultura, la miniatura e naturalmente la pittura del tempo. Alcuni studiosi parlano di pittori che unirono a un’educazione artistica bizantina motivi occidentali; un’altra, la più accreditata, di maestranze locali liberamente ispirate dalle forme bizantine che hanno riprodotto con contrasti cromatici, espressività e movimento più forti.

Grazie al lavoro e all’abilità di questi artisti sconosciuti, oggi possiamo ammirare un immenso Giudizio Universale riprodotto sulla controfacciata mentre, sulle pareti, si possono osservare episodi salienti della vita di Cristo che accompagnano, come in un fumetto, i tradizionali riti processuali. Tra le a rcate, inoltre, figure d i antichi profeti reggono cartigli i cui versetti rimandano a Cristo, così da sottolineare il forte legame tra Vecchio e Nuovo Testamento, già noto nelle prime forme di arte cristiana e qui riprodotto in uno stile vicinissimo a quello orientale.

Dedicata a San Michele Arcangelo, la basilica benedettina sorge lungo il declivio occidentale del monte Tifata. Fu edificata nel X secolo sui ruderi del tempio dedicato a Diana Tifatina, di cui ripercorre il perimentro con l’aggiunta delle absidi al termine delle navate. Di quest’ultimo sono stati reimpiegati, nella ricostruzione della basilica del 1072 voluta dall’abate Desiderio di Montecassino (il futuro papa Vittore III), capitelli corinzi, colonne e la pavimentazione. La facciata è preceduta da un ampio porticato a cinque arcate ogivali di cui la centrale, più ampia, è realizzata con materiali marmorei di reimpiego. Il campanile ha un basamento in blocchi di pietra calcarea e bifore al secondo livello. La chiesa è a pianta basilicale, senza transetto, con tre navate absidate. Anche le colonne che dividono le navate sono di reimpiego. Le pareti risultano completamente affrescate con episodi dall’Antico e Nuovo Testamento attribuibili al periodo di ricostruzione della chiesa voluta dall’abate Desiderio, come testimoniano il suo ritratto nell’abside con il nimbo quadrato (utilizzato per distinguere i personaggi viventi) mentre offre a Cristo il modello della chiesa nonché l’epigrafe sul portale d’ingresso.

Affresco dell'Ultima Cena

La decorazione interna della Basilica di Sant’Angelo in Formis è di notevole rilievo. La sua pavimentazione è molto antica, identificata come parte di quella che decorava il tempio di Diana Tifatina. Altre decorazioni a mosaico sono state recuperate in loco nel corso del tempo e oggi sono conservate presso il Museo Campano. Gli affreschi che caratterizzano la decorazione muraria della basilica sono stati scoperti nel 1868 e ne fanno uno dei monumenti più significativi del Medioevo italiano. Essi testimoniano il ruolo che i centri legati all’Abbazia di Montecassino svolsero nel territorio nell’XI secolo come centro di mediazione tra la cultura orientale e quella occidentale.

Di grande interesse è il ciclo di affreschi che abbellisce l’interno dell’edificio. L’attenzione del visitatore è immediatamente catturata dal Cristo Pantocratore che giganteggia nel catino absidale, circondato dai simboli dei quattro Evangelisti. Nella fascia inferiore sono, invece, rappresentati i tre Arcangeli (nell’ordine: Gabriele, Michele e Raffaele), affiancati dall’abate Desiderio a sinistra (raffigurato con il modello della chiesa tra le mani), e da San benedetto a destra. Anche nell’abside destra l’affresco è diviso in due fasce sovrapposte: in quella superiore vi è raffigurata la Vergine col Bambino fiancheggiata da due angeli ai quali si aggiungono, nella fascia inferiore, sei santi.

Lungo la parete di sinistra si possono trovare molte tracce, tra l’altro ben conservate, di un ciclo di affreschi rappresentante episodi del Vecchio Testamento. Sulle pareti laterali della navata centrale sono raffigurati episodi del Nuovo Testamento. Sulla base del tradizionale e logico presupposto di un inizio dei lavori di costruzione della chiesa, avvenuto nella zona presbiteriale intorno al 1072, poiché gli affreschi venivano eseguiti dopo l’innalzamento delle murature, è possibile ritenere che la loro stesura sia stata avviata poco dopo la fondazione dell’edificio nella zona absidale, per poi estendersi alle pareti perimetrali, alla controfacciata, e a quelle interne del cleristorio. Gli affreschi, che ornano l’interno della basilica, furono probabilmente realizzati da alcune botteghe locali, che operarono ispirandosi a modelli bizantini. Va infatti osservato come l’uso di schemi bizantini, evidenziato dalla suddivisione dell’intero ciclo pittorico in pannelli mediante colonnine dipinte, e dalla disposizione delle figure all’interno dei singoli riquadri (si noti, ad esempio, la scena della Crocifissione), sia attenuato da un primo, seppur timido, tentativo di caratterizzazione delle figure, reso evidente dal rosso che colora le guance dei personaggi, e dalle rughe che, con tratti fortemente marcati, ne segnano i volti. Simili caratteristiche si ritrovano anche nel grande affresco della controfacciata, che raffigura il Giudizio Universale, e che ricalca lo schema iconografico bizantino, particolarmente diffuso in quel periodo; infatti, anche in questo caso le scene si suddividono in fasce sovrapposte. In alto, tra le finestre, sono raffigurati i quattro angeli con le trombe del Giudizio; nella fascia centrale vi è rappresentato Cristo Giudice con la mandorla apocalittica, tra gli Apostoli seduti sui troni; più in basso i Beati, ed infine i Dannati. Si deduce, pertanto, basandosi sul dogma dell’Incarnazione, questo ciclo di affreschi tende ad evidenziare il piano provvidenziale di Dio per la redenzione finale e la salvezza eterna dell’umanità, attuato mediante il sacrificio di Cristo, suo figlio.

Bisanzio: L'abbazia di sant'Angelo in Formis

L’edificio appare espressamente menzionato, per la prima volta, in un documento della prima metà del X secolo, con cui il vescovo di Capua, Pietro I, concesse ai monaci dell’abbazia di Montecassino, la chiesa di San Michele Arcangelo, prima detta ad arcum Diana e nei documenti coevi, poi, in quelli successivi, ad Formas, e, infine, Informis, o in Formis.

DOSSIER: Affreschi di Sant'Angelo in Formis

L’edificio è a tre navate, con quella centrale larga il doppio delle laterali, e segue il modello architettonico benedettino – cassinese con l’abside centrale più larga e più alta delle laterali; tuttavia, rispetto alla planimetria della basilica di San Benedetto a Montecassino, ricostruita dall’abate Desiderio tra il 1066 e il 1071, questa chiesa è priva di transetto.

Come si è prima detto, molti pezzi che compongono la scultura architettonica dell’edificio risalgono all’età classica, e gli unici elementi realizzati appositamente per questa chiesa sono il portale e i capitelli situati accanto all’abside centrale. Si tratta essenzialmente di capitelli corinzi caratterizzati da un fogliame piatto e bidimensionale.

L’architrave reca incisa l’iscrizione che rievoca Desiderio come fondatore della basilica. Il testo è il seguente: “CONSCENDES CELUM, SI TE COGNOVERIS IPSUM/ UT DESIDERIUS QUI SANCTO FLAMINE PLENUS/ COMPLENDO LEGEM DEITATI CONDIDIT EDEM/ UT CAPIAT FRUCTUM QUI FINEM NESCIAT ULLUM” ( CELUM e EDEM non sono errori di trascrizione). La traduzione dovrebbe essere, pressappoco, la seguente: “ Salirai al cielo, se conoscerai te stesso, come Desiderio che, pieno di Spirito Santo, adempiendo alla legge, edificò il tempio a Dio, affinché colga il frutto che non conosce fine”.

Abbazia di Sant'Angelo in Formis - Secret World

Questo borgo è famoso, inoltre, per la sua bellissima Basilica Benedettina situata nella parte più antica del borgo. Sorta sui resti del tempio di Diana, non si hanno date certe sulla sua edificazione anche se interessanti testimonianze sull’edificio sacro sono risalenti al 925 d.C.

Dopo aver ammirato questo piccolo gioiello nascosto,ci aspetta ancora una visita ancora più sorprendente :

Al termine di queste visite,pranzo di saluti a base di prodotti tipici locali.

Arrivo a Roma e fine dei servizi.

La quota comprende: 

Bus Gt. per tutta la durata del tour.

3 notti in Hotel 4**** S camera standard,in trattamento di mezza pensione bevande incluse.

Cenone e veglione in hotel bevande incluse.

Visite guidate con guida autorizzata Regione Campania

2 pranzi del 1 e 2 gennaio 2024 bevande incluse

1 aperitivo del 31 dicembre

Visite  ESCLUSIVE DEI VIAGGI DI GIORGIO

Assicurazione medica e bagaglio e ANNULLAMENTO AL VIAGGIO

Assicurazione Covid19

Tombola “scostumata della vajassa” con attori

Accompagnatore da Roma dei Viaggi di Giorgio

Auricolari per la durata del tour

Iva  di legge.

 

La quota non comprende:

Eventuale tassa di soggiorno da pagare in hotel

Eventuali ingressi ai siti e musei e monumenti indicati in programma(al momento solo 5.00 euro Castello di Lettere)

Pasti e visite non indicate in programma.

Mance per camerieri autisti e guide,facchini.

Tutto quanto non espressamente previsto nella ” comprende”




Capodanno a Ravenna: I SUOI TESORI UNESCO,(BEN 8)…I DINTORNI

Sono previsti voli e treni da tutta Italia

1° Giorno – Roma – Bertinoro – Ravenna

Ritrovo dei partecipanti in luogo e orario da stabilire e partenza in bus privato,destinazione il borgo di Bertinoro.Pranzo libero lungo la strada.

Sono principalmente due le storie che si tramandano riguardo all’origine del nome di Bertinoro. La prima racconta che Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, assaggiato un vino servito in un’umile coppa di terracotta, disse: “Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro”. Da qui il nome della città. La seconda teoria, fa derivare il nome “Bertinoro” dal genitivo dei frati britannici che anticamente soggiornarono qui, britannorum, poi modificatosi nelle varie trascrizioni.

Risultati immagini per foto bertinoro

Percorrendo le vie acciottolate del borgo di Bertinoro, fra palazzi storici, chiese, abitazioni e i sentieri che costeggiano i resti dell’antica cinta muraria, si respira un’atmosfera di stampo medievale. Il cuore medievale di Bertinoro si identifica con Palazzo Ordelaffi, antico palazzo municipale risalente al 1306, il quale custodisce due importanti sale: la Sala del Popolo, utilizzata per le riunioni cittadine, e la Sala della Fama, meglio conosciuta come Sala Quadri perché al suo interno si conserva il ciclo delle tele dedicato alla storia di Bertinoro, opera del pittore Antonio Zambianchi.Situata in Piazza della Libertà è la Torre dell’Orologio che, in passato, grazie alla sua notevole altezza, fungeva da faro per i naviganti. La cattedrale, dedicata a Santa Caterina di Alessandria patrona del borgo, è situata sempre nella piazza principale, e fu edificata alla fine del sec. XVI e ultimata nel 1601.Da non perdere è inoltre la Rocca: costruita prima dell’anno Mille, nel 1302 ospitò persino Dante Alighieri, come ricorda Carducci nella sua ode “La Chiesa di Polenta”. Dal 1994 è sede del Centro Residenziale Universitario di Alta formazione e Ricerca di Bertinoro e dal 2010 è sede anche del Museo Interreligioso, dedicato a studi, ricerche e opere d’arte sulle tre grandi religioni monoteiste.Nel cuore del paese risiede uno dei principali monumenti, la Colonna delle Anella, nota anche come colonna dell’ospitalità. Fu fatta costruire per volontà di Guido del Duca e Arrigo Mainardi, per porre fine ai continui scontri tra le famiglie nobili del luogo. La colonna aveva 12 anelli, ad ognuno corrispondeva una famiglia: quando un pellegrino giungeva a Bertinoro e legava il suo bastone o la sua cavalcatura ad uno degli anelli, veniva ospitato dalla famiglia che esso rappresentava.

Faremo una sosta per degustare il vino romagnolo e prodotti tipici del territorio.

Ravenna: come raggiungere - Sitabus.it

In serata arrivo a Ravenna, sistemazione in hotel cena e pernottamento.

2° Giorno:  Ravenna

Ravenna, carica di secoli, pesante vascello arenato nelle sabbie dell’Adriatico con il suo carico di Bisanzio”…
M. Barrès

 

Living Ravenna:

Dopo aver consumato la prima colazione in hotel,incontro con la guida e inizio della visite,dei siti Patrimonio Unesco di Ravenna e non solo.

La Basilica di San Vitale, fondata da Giuliano Argentario su ordine del vescovo Ecclesio, fu poi consacrata dall’arcivescovo Massimiano nel 548; oggi è nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Penso sia il monumento che meglio esprime il concetto che volevo trasmettervi all’inizio di questa presentazione. Essa si trova in un complesso circondato da un bellissimo prato verde, dove regna la pace e la tranquillità; all’esterno è semplice e spoglia, ma quando arrivi all’interno beh… mancano veramente le parole.

La Basilica si divide in due parti, che insieme creano un connubio perfetto: una dipinta con un affresco meraviglioso, l’altra con una serie di mosaici fenomenali.

03


09

Per capirne la bellezza bisogna vederla con i proprio occhi, è impossibile da spiegare. Io mi sono divertito a scattare mille foto in tutte le angolazioni e poi ho deciso di ammirarla un po’ senza l’obbiettivo. Caspita Basilica di San Vitale, quanto sei bella.

Il Mausoleo di Galla Placidia è stato commissionato dall’imperatrice nel V secolo, ma non venne mai utilizzato in quanto venne sepolta a Roma. All’esterno il monumento, inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, ha un aspetto veramente modesto, ma entrando si viene catapultati in un’altra dimensione

L’ambiente è suggestivo, si è circondati da uno splendido mosaico rappresentante un cielo stellato e le piccole finestre presenti fanno sì che entri una luce giusta per rendere l’atmosfera davvero speciale.

 

Mosaico di Notte 2021 - Ravenna Turismo

 

Si può rimanere al suo interno solo pochi minuti, in quanto è molto piccolo e non possono entrare più di un certo numero di persone. Io sono rimasto con il naso all’insù per tutta la durata della visita, quei mosaici sono come magneti che ti attraggono gli occhi e non riesci più ad andare via.

Cosa vedere e fare a Ravenna: guida alternativa alla città dei mosaici

Il Battistero Neoniano (o degli Ortodossi), Patrimonio Mondiale dell’Unesco,  fu voluto dal vescovo Urso nel V secolo, ma prese il nome dal suo successore, il vescovo Neone, che ne fece decorare gli interni con splendidi mosaici.

011

Al centro vi è raffigurato il battesimo di Cristo, immerso nelle acque del fiume Giordano; tutt’intorno, invece, sono state rappresentate le figure dei dodici apostoli.

Aperitivo in location esclusiva.

La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, così chiamata per distinguerla da quella di Sant’Apollinare Vecio, è stata eretta nel 505 per volere del re goto Teodorico ed era originariamente dedicata al culto ariano. Nel 1996 è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dall’Unesco.Le pareti nella navata centrale sono completamente decorate con mosaici, il cui colore dominante è l’oro; nella parte superiore si trova il più antico ciclo musivo dedicato al Nuovo Testamento ancora esistente ai nostri giorni. In una delle raffigurazioni presenti all’interno della Basilica è rappresentato il Porto di Classe, che a quel tempo era il più grande dell’Adriatico.

01

La Basilica di Sant’Apollinare in Classe, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è stata definita il più grande esempio di basilica paleocristiana: costruita nel VI secolo e consacrata dall’arcivescovo Massimiano, fu dedicata al primo vescovo di Ravenna, Sant’Apollinare. Essa è collocata in una grande area verde, dalla quale può essere ammirata in tutta la sua imponenza.

012

Battistero degli Ariani, fu fatto costruire all’epoca del re OstrogotoTeodrico a partire dalla fine del V secolo, terminato poco dopo, nella prima metà del VI sec. Era il battistero della antica cattedrale ariana oggi denominata Chiesa del Santo Spirito.

Il Battistero è inserito, dal 1996 nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità dall’ UNESCO.

Rientro in hotel  e tempo per il riposo per prepararsi al cenone.

3° Giorno: BUON ANNO !!Ravenna

Dopo la prima colazione in hotel, ecco una visita che vi lascera’ a bocca aperta:

DOMUS dei TAPPETI di PIETRA

La Domus dei Tappeti di Pietra, riportata alla luce nel 1993 in maniera del tutto fortuita durante alcuni lavori in Via d’Azeglio, è uno dei più importanti siti archeologici italiani scoperti negli ultimi decenni; all’epoca emerse un intero complesso di strutture edilizie di età romana e bizantina, ma il più interessante risultò essere un palazzetto composto da quattordici stanze e tre cortili, in quanto i suoi pavimenti erano decorati con mosaici e tarsia di marmo.

Alberto Angela ne ha parlato durante la sua trasmissione Passaggio a Nord Ovest,e cosi ho deciso di inserire questo secondo giorno di visita a Ravenna.
Per accedervi, è necessario attraversare la piccola ma deliziosa chiesa di S.Eufemia costruita su progetto dell’architetto Giovanfrancesco Buonamici, in uno stile tardo barocco, nel XVIII secolo. Secondo la tradizione la chiesa attuale sarebbe sorta su una chiesa molto più antica, costruita tra il V e il VI secolo ed intitolata, appunto a S.Eufemia, la quale a sua volta era una ricostruzione di un altro luogo di culto cristiano risalente al II-III secolo d.C e considerato il più antico di Ravenna e dell’Emilia. All’interno della chiesa, sono tutt’ora conservate le reliquie delle sante martiri Eufemia e Agata, insieme ad opere pittoriche settecentesche.
Durante le fasi di scavo, sono stati identificati diversi periodi, tuttavia, si è deciso di musealizzare la fase di epoca teodoriciana-bizantina, del VI secolo, in quanto considerata di grande interesse tipologico. Il palazzetto doveva essere costituito da una parte di ambienti di rappresentanza e da un settore che doveva corrispondere all’abitazione privata del proprietario; i mosaici, sono policromi e, nella maggior parte degli ambienti, decorati con motivi geometrici; fanno parte di questo settore anche un  ninfeo con vasche e una fontana monumentale.
Di particolare interesse sono due mosaici, di epoche differenti, che rappresentano la “Danza dei Geni delle Stagioni” del VI secolo e perciò coevo alla domus, e un mosaico che rappresenta il “Buon Pastore” riferibile, invece al IV d.C.Entrambi i mosaici, hanno suscitato problemi in merito all’iconografia, non ancora del tutto risolti.
Se il tema del Buon Pastore viene affrontato, infatti, anche nel famoso mosaico del Mausoleo di Galla Placidia, il tema, invece della Danza delle Stagioni, resta ancora un tema difficile da comprendere, soprattutto, nel caso ravennate sia per la recondita simbologia dei personaggi ivi rappresentati, che per lo stile che non coincide con la tipica astrazione bizantina, ma che risponde ancora a criteri stilistici precedenti, confermati dall’animazione della scena, e dal “naturalismo” generale della scena.

Si prosegue la visita guidata.

La Basilica di San Francesco venne costruita intorno al 450 per volere del vescovo Neone e intitolata agli apostoli Pietro e Paolo. Nella seconda metà del XI secolo tale edificio venne demolito e, sullo stesso terreno, venne eretta una nuova chiesa; nel 1261 essa passò all’ordine francescano e venne dedicata a San Francesco d’Assisi.

Ravenna: cosa vedere e come arrivare da Bologna | Trainline

 

In questa Basilica nel 1321 furono celebrate le esequie di Dante Alighieri, le quali spoglie oggi riposano nella Tomba adiacente.La Tomba di Dante fu costruita tra il 1780 e il 1782 per volontà del cardinal legato Luigi Valenti Gonzaga e su progetto dell’architetto ravennate Camillo Morigia, secondo i contemporanei dettami neoclassici, nell’intento di restituire nobiltà e decoro alla sepoltura dantesca, fino ad allora ospitata all’interno di una semplice cappellina, più volte ristrutturata nel corso dei secoli. Le spoglie del poeta, dopo essere state a lungo nascoste dai frati francescani, per essere sottratte ai Fiorentini che le avevano richieste, furono rinvenute nel 1865 e da quel momento riposano nella Tomba.L’interno fu rivestito di marmi policromi per il Centenario dantesco del 1921: sulla parete di fronte all’entrata è collocato il bel bassorilievo con il ritratto di Dante, scolpito da Pietro Lombardo nel 1483; ai piedi dell’arca sepolcrale è posta una ghirlanda in bronzo e argento offerta nel 1921 dall’esercito vittorioso nella Prima Guerra Mondiale e sul lato destro si trova la raffinata ampolla realizzata da Giovanni Mayer e donata dalle città giuliano-dalmate nel 1908.

Il vero motivo per cui ho deciso di inserire la chiesa nell’itinerario è il fatto che al suo interno nasconde un bellissimo segreto, nonostante il suo aspetto apparentemente modesto. Al di sotto del presbiterio, raggiungibile tramite una doppia rampa di scale, si trova una splendida finestrella, la quale offre una favolosa vista sulla cripta, posta sotto il livello del mare e perciò piena d’acqua. Immagina una stanza con i pavimenti decorati da straordinari mosaici, ricoperti da uno strato di acqua nel quale nuotano dei pesciolini rossi. Davvero molto suggestivo.

.013

 

Pranzo in corso di escursione.

Mausoleo di Teodorico.Fatto costruire dallo stesso Teodorico nel 520 d.C. come propria sepoltura, il Mausoleo, interamente realizzato in blocchi di pietra d’Istria, si articola in due ordini sovrapposti, entrambi decagonali.Al di sopra del mausoleo si innalza una grande cupola monolitica, coronata da dodici anse recanti i nomi di otto Apostoli e di quattro Evangelisti. Le sue misure sono sorprendenti: 10,76 m di diametro e 3,09 m di altezza. Il peso, secondo calcoli recenti, raggiunge le 230 tonnellate.Da una nicchia si accede all’ordine inferiore la cui destinazione, si presume, fosse quella di una cappella, a pianta cruciforme, usata in origine per servizi liturgici. Al vano superiore si accede attraverso una piccola scala esterna. Qui è collocata una vasca di porfido in cui si presume fosse stato sepolto lo stesso Teodorico, le cui spoglie furono rimosse durante il dominio bizantino, a seguito dell’editto di Giustiniano del 561, quando il mausoleo fu trasformato in oratorio e consacrato al culto ortodosso.

04

La Cappella Arcivescovile o di Sant’Andrea costituisce l’unico esempio di cappella arcivescovile paleocristiana giunta integra sino a noi. Fu costruita da Pietro II (494-519) come oratorio privato dei vescovi cattolici durante il regno di Teoderico, quando il culto dominante era quello ariano. Dedicata originariamente a Cristo, fu in seguito intitolata a Sant’Andrea, le cui reliquie erano state trasportate da Costantinopoli a Ravenna attorno alla metà del VI secolo.

014

La cappella è costituita da un vano a pianta cruciforme preceduto da un piccolo vestibolo rettangolare, ricoperto da volta a botte e interamente rivestito in marmo nella parte inferiore e a mosaico in quella superiore. L’iconografia è di grande interesse: tutto il programma decorativo, difatti, tende a glorificare la figura del Cristo, in un’interpretazione chiaramente anti-ariana. La presenza del Salvatore in veste di guerriero, il suo monogramma e il suo volto dominano infatti in vari punti della cappella e le immagini dei Martiri, degli Apostoli e degli Evangelisti concorrono anch’essi a sottolineare questo concetto di glorificazione, come chiara affermazione dell’ortodossia cattolica.

Al termine delle visite, tempo libero per passeggiare nel centro storico di Ravenna,

Rientro in Hotel cena e pernottamento.

4° Giorno: Ravenna – Longiano – Roma o altre città

Dopo la prima colazione, rilascio delle camere e partenza per la visita di Longiano.

Longiano, o come scrivevano gli antichi, Lonzano, terra delle più copiose, è situato fra Cesena e Rimini, sopra assai delizioso colle. Chiunque, per poco sia pratico di questi luoghi, può rilevare e la salubrità dell’aria e l’amenità del sito ov’è collocato”…  [estratto da un antico testo di storia locale]

Il Comune di Longiano, in Provincia di Forlì-Cesena, è stato insignito nel 1992 dalla Comunità Europea e dalla rivista Airone del riconoscimento di “villaggio ideale” e, nel 2015, della bandiera arancione, ambito riconoscimento riservato  dal Touring Club Italiano ai borghi e ai Comuni che si distinguono per la qualità del vivere, dell’accoglienza e dell’offerta culturale.

Risultati immagini per collezione tito balestra

La visita al borgo di Longiano ha inizio con il Museo di Arte Sacra, allestito nella chiesa settecentesca di S. Giuseppe Nuovo, piccolo gioiello dell’arte tardo-barocca che custodisce opere provenienti dagli edifici sacri longianesi, pezzi di arredo sacro ed alcune interessanti opere dello scultore contemporaneo di fama nazionale Ilario Fioravanti.

Altro importante luogo della fede a Longiano è il Santuario del S.S. Crocifisso, che custodisce un crocifisso di scuola giuntesca della fine del Duecento, ritenuto miracoloso.

La passeggiata guidata prosegue, attraverso il rifugio bellico sotterraneo – memoria storica che ci ricorda del passaggio del fronte in Romagna durante la II Guerra mondiale – fino al Castello malatestiano, posto in magnifica posizione panoramica.

Il fiore all’occhiello di questa giornata ricca di emozioni ,è senza dubbio la visita alla Collezione Balestra.
Il castello ospita oggi la Collezione Tito Balestra, esposizione permanente dell’arte  grafica e pittorica del Novecento italiano con le sue oltre 2000 opere di artisti che hanno dominato il panorama artistico prima dell’avvento della Pop Art e dell’arte informale americana. Tra i pezzi esposti, il corpus più imponente è rappresentato dalla collezione di opere di Mino Maccari, intellettuale tra i più prolifici del secolo scorso. Inoltre si possono ammirare opere di Giorgio Morandi, Renato Guttuso, Tono Zancanaro, Renzo Vespignani, Francisco Goya, Henri Matisse, ed altri…  

Risultati immagini per collezione tito balestra

La nascita della raccolta si deve principalmente agli intensi rapporti di scambio e di amicizia intercorsi fra Tito e l’universo artistico-culturale del secondo Dopoguerra. Collezionista del tutto particolare, guidato da una passione e una sensibilità uniche, ben lontane dalle mode, dall’opportunismo e dalle logiche prettamente economiche del mercato, nelle proprie scelte Tito Balestra non veniva influenzato da null’altro che non fosse il proprio spirito ed il proprio gusto, che lo portavano, attraverso il collezionare, ad integrare visivamente la propria poetica. Un vero amatore in grado di raccogliere intorno a sé quelle testimonianze dell’arte spesso destinate a dissolversi poco dopo essere nate: molti sono infatti gli schizzi, i ripensamenti, gli scarti di una produzione d’artista che Balestra recuperava e custodiva gelosamente, riconoscendo in essi quel valore aggiunto che lo stesso autore negava loro. Altre opere sono entrate a far parte della raccolta attraverso regali, baratti e scambi, meno frequentemente acquisti veri e propri, segnale questo di come la collezione si alimentasse ad ogni incontro, e rappresenti ora come allora, un percorso di vita, costellato di amicizie e passioni. Spettatore certo, ma anche protagonista di una grande stagione, quella romana che copre gli anni dal 1946 al 1976, corpus principale della collezione, alla quale si aggiungono come perle le preziose opere di autori stranieri.

Da vedere anche il piccolissimo Teatro Errico Petrella: risalente al 1870,  con i suoi 200 posti a sedere rappresenta, dal 1986, anno della sua riapertura dopo un significativo intervento di restauro, un palcoscenico ambito dai grandi artisti italiani che lo scelgono come luogo per le proprie anteprime nazionali.

Da non perdere il piccolo Museo Italiano della Ghisa fondato dai F.lli Neri: allestito all’interno degli spazi settecenteschi della chiesetta sconsacrata di Santa Maria delle Lacrime, è unico nel suo genere e rappresenta un interessante spaccato storico, prevalentemente ottocentesco, sull’arte dell’arredo urbano in ghisa..

Pranzo  in ristorante. Al termine, partenza per il rientro, arrivo a Roma in serata e fine dei servizi.

 

La quota comprende:

Bus G.T per la durata del tour.

3 notti in hotel 4**** Ravenna ,in trattamento di mezza pensione.

Cenone del 31 dicembre bevande incluse.

2 pranzi bevande incluse.

Degustazione di vino a Castrocaro.

Servizio di guida autorizzata Regione Emilia Romagna per tutto il periodo.

Accompagnatore da Roma dei Viaggi di Giorgio.

Assicurazione medico, bagaglio e annullamento .

Non comprende :

Mance da versare giorno di partenza pari a euro 6 al giorno a persona.

Ingressi da pagare in loco.

Tassa di soggiorno da pagare in loco.




VIETNAM E CAMBOGIA – CAPODANNO

N.B. tour in esclusiva nostro gruppo, non verrete aggregati ad altri tour come partenze garantite. Se volete questo tipo di tour più economico, fatelo presente saremo felici di inviarvi le quote.

1° Giorno : Partenza dall’Italia per Hanoi

Ritrovo dei partecipanti aeroporto ai banchi di accettazione della compagnia prescelta. Disbrigo delle formalità di check-in con l’assistenza di qualificato personale aeroportuale e spedizione dei bagagli direttamente fino ad Hanoi. Partenza, pasti e pernottamento a bordo.

2° Giorno : Arrivo a Hanoi

Arrivo all’aeroporto di Hanoi,incontro con la guida in lingua italiana.

La capitale del Vietnam conserva un’elegante impronta coloniale, visibile soprattutto nel susseguirsi di “boulevard” alberati e palazzi in stile di fine Ottocento. Come tutto il Paese, anche la sua città principale vive una fase dinamica di progresso e rincorsa alla modernità, ma lo fa con un ritmo a misura d’uomo e senza ostentare il recente benessere.

Giro in risciò alla scoperta dell’architettura della città, in particolare nel Quartiere dei 36 mestieri e nella zona coloniale.

Hanoi Old Quarter | Cosa fare e cosa vedere al Quartiere Francese

Visita dei 36 quartieri antichi, dal numero delle antiche corporazioni che qui avevano sede, quindi l’imponente Cattedrale di San Giuseppe in stile neo-gotico e, tempo permettendo, la Pagoda Tran Quoc, una delle prime edificate nel Paese, che conserva bellissime sculture in stile neo-gotico. Nel teatro posto sulle rive del Lago della Spada Restituita (Hoan Kiem) si assiste infine ad uno spettacolo unico al mondo il Water Puppet Show dove gli attori sono delle marionette in legno che, accompagnate da suggestive musiche, recitano e danzano sull’acqua facendo rivivere le antiche storie della tradizione, gustose scene di vita quotidiana e vicende tratte dalle più poetiche leggende popolari.

Le persone si tolgono dalla strada, chi si trova in casa leva i vestiti stesi in balcone. I bambini corrono a rifugiarsi nei portoni, e i negozianti chiudono le porte. No, non sta avvenendo nulla di losco. Ma d’incredibile, questo sì: un treno sta passando nel vecchio quartiere, in una via stretta dove persino i vagoni c’entrano a malapena.

La strada del treno di Hanoi: guida e consigli di viaggio

Questo è quello che accade tutti i giorni nel quartiere vecchio di Hanoi, tra le vie Le Duam e Kham Tien. Alle 15 e alle 19, un treno passa in questa strada sfiorando i palazzi, che sembrano costruiti apposta in modo da far circolare questo serpente di ferro. Uno spettacolo che ai più –turisti, soprattutto – sembra assurdo, ma che per i vietnamiti rappresenta la normalità.

Come ogni luogo bizzarro di questa terra, il vecchio quartiere di Hanoi richiama turisti da qualsiasi parte del mondo. Non è possibile recarsi in Vietnam senza fotografare il treno che passa a ridosso delle case: i viaggiatori, armati di reflex, si appostano spesso nelle cavità della strada per immortalare questo pazzo momento. E, nella maggior parte dei casi, si beccano anche un clacson di rimprovero dall’autista!

 

Al termine trasferimento in hotel per la cena ed il pernottamento.

Hanoi in risciò: incontro con il folle traffico vietnamita

3° giorno : Hanoi – Mong Phu – Hanoi

Dopo la prima colazione al mattino presto, partenza verso ovest per la Pagoda di Tay Phuongun complesso formato da tre strutture parallele a un piano appollaiate su una collinetta la cui forma ricorda un bufalo. Dal punto di vista artistico gli elementi più interessanti conservati al suo interno sono 76 figure scolpite nel legno di jackfruit nel XVI secolo, un vero e proprio museo d’arte Buddhista. Si prosegue per l’antico villaggio di Mong Phu dalla tradizionale architettura in mattoni rossi di laterite.

Un giorno misterioso delle pagode di Tay Phuong e Thay | Izitour

Pranzo presso una famiglia locale. Resto della giornata dedicata alla visita della capitale vietnamita: il Mausoleo di Ho Chi Minh, dove il celebre “zio Ho” giace imbalsamato (visita dall’esterno), la Pagoda a pilastro unico “Chua Mot Cot”, eretta nel 1049, il Tempio confuciano della Letteratura, raro e ben conservato esempio della tradizionale architettura vietnamita, nonché più antica Università asiatica.

 

Mausoleo di Ho Chi Minh: un sito imperdibile ad Hanoi

La tradizione delle Marionette sull'acqua ad Hanoi - Art of traveling

Cena in ristorante locale. Rientro in albergo per il pernottamento.

4° Giorno : Hanoi – Baia di Halong

Prima colazione in hotel. Partenza per la celeberrima baia di Halong, formata da migliaia d’isolotti calcarei che emergono dal mare.

Migliori cose da vedere e fare nella baia di Halong | Izitour

Un’antica leggenda narra che la nascita di questa meraviglia sia avvenuta grazie ai resti della coda di un drago inabissatosi in mare. Arrivo al villaggio di Halong in tarda mattinata, imbarco su una suggestiva giunca e inizio della navigazione alla scoperta d’incantevoli scenari che si snodano tra la miriade di isole, isolotti, faraglioni e scogliere dove sorgono grotte ricche di stalattiti e stalagmiti. Pensione completa a bordo, pernottamento in cabina con servizi privati.

5° Giorno : Baia di Halong – Hanoi – Danang – Hoi An

Prima colazione a bordo. Conclusione della navigazione nella baia di Halong, quasi quattromila chilometri quadrati di acque color giada e turchese affacciate sul Golfo del Tonchino, da molti considerata l’Ottava meraviglia del mondo. Brunch a bordo. In tarda mattinata sbarco e rientro ad Hanoi, con tappa lungo il percorso al tempio di Con Son, risalente al XIII secolo.

Arrivo ad Hanoi e trasferimento in aeroporto in tempo utile per la partenza del volo di linea serale diretto a Danang, nel centro del Paese. Arrivo e breve trasferimento (circa mezz’ora) a Hoi An. Sistemazione, cena e pernottamento in hotel.

MyBestPlace - La Baia di Halong, l'incantevole perla del Vietnam

Baia di Halong | Guida completa per tuo viaggio in Vietnam (2020)

6° Giorno : Hoi An

Prima colazione in hotel. Escursione attraverso la campagna vietnamita fino al villaggio di Tra Que, famoso per le erbe aromatiche e medicinali che vi si coltivano da tempo immemorabile. Arrivo presso l’abitazione/fattoria di una famiglia di contadini locali e, dopo un drink di benvenuto a base di frutta fresca, inizio della visita guidata del villaggio: qui si potranno apprendere gli usi ed i costumi tradizionali di campagna, la storia del villaggio, i metodi di coltivazione che i contadini del posto seguono da secoli senza l’uso di macchinari elettrici.

Villaggi antichi del Vietnam: quali sono e dove si trovano - TuttoVietnam

Al termine del giro ci si potrà unire ai contadini locali nelle attività agricole quotidiane: la preparazione del terreno, la semina, l’uso delle alghe per fertilizzare gli orti, l’irrigazione, la raccolta delle erbe e delle verdure. Con questi ultimi freschissimi ingredienti si potrà partecipare ad una lezione di cucina e contribuire alla preparazione della specialità del luogo, i “Tam Huu”, una deliziosa tipologia di involtini primavera.

Tra Que vegetabilske landsby- og solnedgangskrydstogter på Thu Bon River 2023 - Hoi An

Pranzo in villaggio a base di prodotti freschi cucinati sul posto.

Hoi An travel - Lonely Planet | Vietnam, Asia

Al termine rientro a Hoi An e visita al centro storico della città: il Ponte Giapponese costruito nel 1610, la Congregazione Cinese, le antiche dimore dei mercanti edificate oltre 200 anni fa.

Hoi An: A Journey Through Time and Beauty - Unveiling the Top 10 Must-Visit Destinations - Best Beach Resort in Central

Nel tardo pomeriggio si prosegue fino al molo fluviale per un’escursione in barca lungo il fiume Thu Bon, ammirando i villaggi che si trovano lungo le rive e gustandosi l’affascinate tramonto.

Hoi An, la città delle lanterne patrimonio UNESCO - TuttoVietnam

Cena di gala e   pernottamento.

People want to travel again and Hoi An is ready': beat the rush to experience Vietnamese historic town's many charms | South China Morning Post

7° Giorno : Hoi An – Danang – Hue

Prima colazione in hotel.

Hue 2024 | 10 Best Thing to Do & Travel Guide

Percorrendo i 140 km circa di strada che attraversa il Colle delle Nuvole e le suggestive lagune costiere si raggiunge  Hue, che fu capitale dal 1805 al 1945. Gli imperatori Nguyen fecero edificare la poderosa Cittadella al cui centro si leva la sontuosa Città imperiale con il Padiglione delle Cinque Fenici, il Palazzo della Pace Suprema ed il tempio dinastico The Mieu: grandiosi edifici disposti in un armonico succedersi secondo i principi sanciti dalla scienza geomantica cinese. Pranzo in ristorante locale. Visita alla tomba reale di Khai Dinh e proseguimento in risciò fino al mercato Dong Ba traboccante di merci, cibo e oggetti di ogni tipo e dimensione. Cena in hotel e pernottamento.

Huè, Vietnam: cosa vedere nell'antica città imperiale | In Asia Travel

 

HUE VIETNAM – LA CITTÀ PÌU ROMANTICA DEL VIETNAM

8° Giorno : Hue – Ho Chi Minh City

Prima colazione in hotel. La visita di Hue prosegue risalendo in barca la valle del romantico Fiume dei Profumi per raggiungere il Mausoleo Imperiale di Tu Duc.

Tomba di Tu Duc tickets - Hué - Prenotazione biglietti | GetYourGuide

Si visita poi la Pagoda della Dama Celeste, la Thien Mu, situata sulla sponda sinistra del Huong Giang, il Fiume dei Profumi.

Pagoda dei Profumi - sede del Buddismo settentrionale | Luxury Travel Vietnam's Blog

Pranzo in ristorante locale. Trasferimento in aeroporto in tempo utile per la partenza con volo di linea diretto a Ho Chi Minh City,  metropoli che ha progressivamente abbandonato il carattere intimista tipico delle società orientali, per adottare un modello di crescita dirompente sulla falsariga di megalopoli quali New York, Tokyo o le più vicine Bangkok e Singapore. Qui i ritmi di vita sono frenetici, quasi a voler recuperare mezzo secolo di conflitti con francesi, giapponesi e americani. Arrivo dopo circa un’ora e trasferimento in hotel, cena e pernottamento.

Ho Chi Minh City | Vietnam | Trails of Indochina

 

9° Giorno : Ho Chi Minh City – Tunnel di Cu Chi – Volo per Siem-Reap

Prima colazione in hotel. Al mattino escursione a Cu Chi, località situata a circa 30 km da Ho Chi Minh City e scenario di uno degli eventi che maggiormente hanno segnato la Storia del Vietnam, cioè la guerra combattuta contro gli americani negli anni Sessanta del secolo scorso.

VIETNAM – I tunnel di Cu Chi, per non dimenticare – Ci vediamo quando torno

Durante il percorso si potranno cogliere immagini di vita agreste con bufali immersi nell’acqua degli stagni e uomini e donne al lavoro nelle risaie. Si giunge a Cu Chi dove, fin dai tempi della guerra contro i francesi, i vietnamiti iniziarono a costruire una autentica cittadella sotterranea che poi i Viet Cong ampliarono durante la lotta contro gli americani, costruendo una rete di oltre 250 chilometri di cunicoli e gallerie che giungevano fino alla città di Ho Chi Minh City.

 

I tunnel di Cu Chi - Memoriale di guerra del Vietnam vicino a Saigon | Luxury Travel Vietnam's Blog

Ritorno ad Ho Chi Minh City. Pranzo in ristorante locale.

Nel pomeriggio scoperta della città di Ho Chi Minh e dei suoi affascinanti edifici: la Cattedrale di Notre Dame, il vecchio ufficio postale, il teatro municipale (visto dall’esterno), si prosegue con la visita al Museo dei resti di guerra, dove si trova una vasta esposizione di entrambe le guerre d’Indocina. Nel cortile sono esposti enormi veicoli militari e gabbie per tigri che permettono al visitatore di farsi un’idea di come fosse essere prigioniero in tempo di guerra.

Saigon Notre-Dame Basilica in Ho Chi Minh City — photos and description, location, reviews | Planet of Hotels

Se il tempo lo permette si consiglia di fare una  sosta al mercato di Ben Thanh, dove potrete mettere in pratica le vostre abilità di contrattazione mentre acquistate souvenir.

Mercato di Ben Thanh a District 1: tour e visite guidate | Expedia.it

Trasferimento all’aeroporto internazionale di Tan Son Nhat per il volo per Siem Reap – Cambogia.

Arrivo all’aeroporto di Siem Reap Angkor, sarete accolti dalla nostra guida e trasferiti in hotel.

 

Cena e pernottamento in hotel.

10° Giorno: Siem – Reap (Angkor-Wat)

Prima colazione in hotel. Mattinata dedicata ad Angkor Wat, il capolavoro di tutta l’arte Khmer, il tempio più celebre ed imponente, considerato una delle meraviglie del mondo. Si tratta di una struttura che abbaglia nella sua spettacolarità, esempio di straordinaria sapienza architettonica, decorato con sculture e bassorilievi estremamente raffinati, attraverso i quali vengono descritte in maniera magistrale le principali scene dei poemi epici indiani.

Image

Nel pomeriggio visita a parte del Gran Circuito di Angkor, iniziando con il vasto e maestoso tempio di Prae Khan, detto anche tempio della Sacra Spada, che aveva le funzioni di centro religioso, culturale e, per un periodo, anche di residenza reale. Nel momento del suo massimo sviluppo, vi risiedevano più di diecimila persone, tra le quali molti degli importanti insegnanti ed il corpo di ballo delle Apsara, le danzatrici celesti. Si prosegue con il Neak Pean, l’unico a struttura circolare in memoria di un mitico lago dal quale nascono i quattro fiumi della mitologia Indù. Veniva ai tempi utilizzato come luogo di purificazione tramite le acque. Quindi ci si dirige poi verso uno dei templi più suggestivi e romantici, il Ta Phrom, totalmente immerso nella giungla e volutamente lasciato nelle condizioni in cui fu ritrovato dagli archeologi francesi intorno al 1860, parzialmente coperto dalla vegetazione, con le radici degli alberi secolari che avvolgono magicamente le sculture ed i blocchi di pietra delle gallerie, siglando un connubio tra la storia e la forza prorompente della natura stessa. Pranzo e cena in ristorante. Rientro in hotel e pernottamento.

 

pasti e pernottamento a bordo.

11° Giorno: Siem Reap (Angkor Wat) – partenza per l’Italia

Prima colazione in hotel. La mattina, partenza per il nord di Angkor. Comincerete con la visita al Tempio di Preah Khan, costruito da Jayavarman VII nel 1191 in onore di suo padre, Dio risparmiatore del Buddismo Mayahanista. Il tempio era in origine una vera e propria città e un luogo dedicato agli studi buddisti.

Preah Khan, Angkor Wat | Tickets & Tours - 2024

Preah Khan Temple | World Monuments Fund

Appartenente alla stessa epoca, Neak Pean, chiamato anche “Nagas intrecciato”, è l’unica isola–tempio di Angkor: si dice che rappresenti simbolicamente Anavatapta, il lago sacro e mitico dell’Himalaya, venerato in India per le proprietà curative delle sue acque. Il grande bacino centrale è collegato a 4 altri bacini più piccoli che rappresentano i quattro grandi fiumi della terra e i quattro punti cardinali. Ciascuno di loro possiede un “gargoyle” (figura animalesca): il leone, il cavallo, l’elefante e l’uomo.

Neak Pean - Wikipedia

Proseguimento della visita di Angkor e partenza per raggiungere i due bellissimi templi di Thommanon e Chau Say Tevoda del XII secolo, costruiti sotto il regno di Suryavarman II: qui troverete sculture in onore di Shiva e Vishnu oltre a devata (divinità) di una grazia eccezionale (in particolare a Chau Say Tevoda). Nel pomeriggio, visita di Angkor Thom (grande città, un tempo capitale del regno di Jayavarman VII) cominciando con la barriera sud e il famoso tempio di Bayon del XII e XIII secolo, dedicato al buddismo. Il tempio – considerato una riproduzione del Monte Meru sacro agli induisti – è composto da circa 54 torri quadrangolari raffiguranti 216 visi del Dio Avalokitesvara. Continuerete con la visita alla Terrazza degli elefanti – un’area di 350 metri a lato dell’imponente Piazza Reale, in passato luogo deputato alle cerimonie pubbliche – per finire con la Terrazza del Re Lebbroso: costruita nel XII secolo, deve il suo nome al ritrovamento di una statua che ricordava l’immagine di un malato di lebbra. Pranzo in ristorante.

Terrazza degli elefanti - Recensioni su Terrace of the Elephants, Siem Reap - Tripadvisor

La terrazza degli elefanti – Guida alla Cambogia

Nel pomeriggio partenza con volo di linea per il rientro. Pasti e pernottamento a bordo.

 

12° Giorno:  Arrivo in Italia

Arrivo in Italia e fine dei servizi.

 

La quota comprende:

  • Voli internazionali Roma-Hanoi- e Siem Rep-Roma ,con scalo,in classe economica, franchigia bagaglio 23 kg + 8 bagaglio a mano
  • Hotel  4****
  • Pensione completa cenone incluso
  • Tutti i trasferimenti a terra, con veicoli dotati di aria condizionata
  • Guide locali in lingua italiana
  • Tutti gli ingressi e le visite turistiche come da programma
  • Tutte le tasse e i servizi
  • 1 Acqua in bottiglia in auto
  • Kit da Viaggio
  • Assicurazione medica e bagaglio
  • Assicurazione ANNULLAMENTO AL VIAGGIO

La quota non comprende:

  • Tasse aereoportuali pari a euro 470,00 (importo soggetto a riconferma sino emissione dei biglietti aerei)
  • Pasti non menzionati nel programma
  • Bevande ai pasti
  • Mance per guida, autista, camerieri e facchini
  • Extra di carattere personale
  • Tutto quanto non espressamente previsto nella “quota comprende”.

Scelta del posto a bordo dell’aereo:  

I voli sono previsti in una specifica classe di prenotazione. Nel caso sia consentita una preassegnazione gratuita del posto da parte del vettore aereo, la preassegnazione verrà effettuata automaticamente all’emissione del biglietto.

Eventuali preferenze sull’assegnazione del posto ci devono pervenire al momento della conferma del viaggio.

Ricordiamo che con alcune compagnie, la preassegnazione del posto è a pagamento e che la preassegnazione di posti speciali (es. uscita di sicurezza…) è soggetta a restrizioni.

Eventuali modifiche sui posti preassegnati vanno richieste direttamente al banco di accettazione del volo.

I posti preassegnati possono subire cambi per esigenze aereoportuali e nessuna pretesa, reclamo o rimborso può essere avanzato se non verranno assegnati i posti prescelti; nel caso di cambi di posti precedentemente pagati, potrà essere richiesto il rimborso dell’importo pagato.

L’assegnazione del posto specifico verrà convalidata solo al momento del check-in sulla carta d’imbarco.

 

 




MALDIVE CAPODANNO

ISOLA-NALAGURAIDHOO

Maldive , “un mare da cartolina”. Ecco, forse questa espressione l’ha coniata qualcuno non appena ha messo piede sulle bianche spiagge coralline delle Maldive. Ma qui, in realtà, tutto è da cartolina: sicuramente mare e spiagge, ma anche tramonti, paesaggi e sorrisi degli abitanti. Se ci sono posti al mondo che regalano al viaggiatore un’esperienza emozionante, di pace e benessere, uno è senza dubbio questo.

Spiagge bianchissime, mare cristallino, pesci e coralli multicolori, meravigliose strutture ricettive. Le Maldive, arcipelago di circa 1.200 isole di cui soltanto circa 200 abitate,bagnate dall’Oceano Indiano, a sud-ovest dello Sri Lanka, sono davvero uno dei paradisi tropicali più ricercati da chi sogna una vacanza di mare, sole e relax.

Il Paese è costituito da 1192 isole, di cui solo 200 abitate, per una lunghezza complessiva di 871 km. Sebbene il Paese ricopra un’area di circa 90.000 km², le terre emerse occupano solo 298 km². Le isole sono raggruppate in una doppia catena di 26 atolli.

La bellezza delle Maldive non è solo sopra il livello dell’acqua. Le Maldive ospitano circa il 5% delle barriere coralline del pianeta, accompagnate da un’esplosione di colori conferiti dai coralli morbidi e duri che le formano. Le barriere coralline ospitano migliaia di specie di pesci. Attirati delle ricche sostanze nutritive trasportate dalle correnti, anche grandi pesci pelagici come mante e squali balena hanno fatto delle Maldive la propria casa.

 

Un soggiorno “mare da cartolina” alle MALDIVE presso Villa Park at Sun Island – isola Nalaguraidhoo

Nalaguraidhoo Island, chiamata anche Sun Island, è un’incantevole isola scarsamente abitata, situata nella parte meridionale dell’Atollo di Ari Sud, uno dei più famosi ed apprezzati di tutto l’arcipelag0 delle Maldive. Si tratta di un gruppo di 105 isole, sparse in posizione parallela agli atolli di Malè Sud e Malè Nord. La gente del posto lo chiama il “Fiore dei mari” per la sua forma bizzarra e la combinazione unica di spiagge bianche, mare turchese e lussureggianti giardini tropicali verde smeraldo. L’isola è piuttosto grande (1,5 km di lunghezza e 450 m di larghezza) e si estende a ovest ea est. È circondata da una gigantesca barriera corallina, che forma un’accogliente e pittoresca laguna di sorprendente tonalità turchese. Il colore del mare sembra ancora più acceso contro la costa bianca, ricoperta di soffice, come zucchero a velo, sabbia e fitta vegetazione che ricopre la parte interna dell’isola. La barriera corallina arriva fino alla riva, quindi non è necessario entrare in acqua per osservare i pesci esotici. La vita in bungalow permette di guardare il mondo sottomarino direttamente dalla stanza. L’intera isola è circondata da bellissime spiagge con grandi palme da cocco. Alla loro ombra è bello rilassarsi nella calura della giornata e godersi l’amaca con un cocktail rinfrescante tra le mani.

All’interno Nalaguraidhoo è coperta di lussureggiante vegetazione esotica, casa di numerose specie di uccelli marini. Le spiagge di finissima sabbia bianca sono deserte, tranquille e delimitate da alberi di palma da cocco. Sono proprio piacevoli per rilassarsi al sole. Nell’ampia laguna le limpide acque marine sono sfumate in tonalità dal turchese al blu. La gigantesca barriera corallina è raggiungibile a nuoto.

 

Resort Facilities | Villa Park Resort Maldives

 

Forse, la spiaggia più pittoresca e romantica si trova nella parte orientale dell’isola, su un banco di sabbia che si protende lontano nel mare. Dal suo lato aperto, soffia una fresca brezza che raggiunge le onde, la parte sottovento è più tranquilla e calma. Il mare lungo lo spiedo è abbastanza profondo, circa 2-3 m, quindi è ottimo per nuotare e fare immersioni senza timore di graffiare su una scogliera aguzza.

Qui si trova uno dei più grandi resort delle Isole Maldive, Villa Park at Sun Island, che prende il nome dall’isola che lo ospita. Inaugurato ufficialmente il 24 maggio 1999 dal Presidente della Repubblica, nel 2016 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento “Leading eco-resort in the Maldives”.

 

Villa Park Sun Island Resort | SITO WEB | Ari Atoll | Maldive

 

Situato nella parte meridionale dell’atollo di Ari Sud, Villa Park at Sun Island si distingue per la varietà delle sistemazioni, l’ampia scelta gastronomica dei numerosi punti di ristoro, la ricca offerta di attività sportive e la presenza di un attrezzato centro benessere.

Offre il massimo del comfort, del relax e del divertimento in un paradiso tropicale. Il resort è circondato da una ricca vegetazione, lunghe spiagge di sabbia bianca e piccole lagune cristalline dove potrai ammirare la bellezza della natura e della vita marina.

 

 

Villa Park at Sun Island offre 9 punti ristoro, una piscina all’aperto, la connessione Wi-Fi gratuita e ville spaziose dotate di balcone e TV con canali via cavo.

La struttura mette a vostra disposizione varie attività per gli amanti dell’avventura, come la la pesca al mattino e al tramonto, grandi battute di pesca, escursioni, tour delle isole e gite in idrovolante, ma propone anche una varietà di opzioni rilassanti come trattamenti ayurvedici, per il viso e per il corpo presso l’Araamu Spa, e la possibilità di fare shopping nei negozi e nelle boutique ubicati nel cuore dell’isola, dove troverete articoli di lusso, souvenir e l’essenziale per la vostra vacanza.

 

Foto di Villa Spiaggia n.3

 

Immaginate un’immensa laguna dalle mille sfumature di azzurro e, al centro, un’isola tropicale dalla natura esuberante circondata da candide spiagge. Villa Park Sun Island, una delle isole più estese delle Maldive che ospita il più grande resort dell’arcipelago. Qui la bellezza del paesaggio incontra il design semplice della tradizione maldiviana in una struttura completa e adatta a soddisfare ogni ospite, da chi cerca il puro relax a chi ama uno stile di vacanza più dinamico.

I sentieri che attraversano l’isola e che dalle camere portano alle aree comuni e viceversa, sono tutti belli ombreggiati ed è molto piacevole muoversi a piedi o con una delle biciclette prese a noleggio. Villa Park at Sun Island ha ricevuto il premio Luxury Eco Resort ai World Hotel Awards 2021 per i suoi orti bio che producono 20000 noci di cocco al mese, un’ampia varietà di frutta, verdura ed erbe tropicali.

 

VILLA PARK, SUN ISLANDATOLLO di ARI - Aquadiving Tours

 

Tra le molte attività, Villa Park at Sun Island offre la possibilità di vedere da vicino lo squalo balena. Questo pesce può raggiungere i 20 metri di lunghezza (è il più grande vertebrato non mammifero) e il peso medio di circa 30 tonnellate; si nutre quasi esclusivamente di plancton ed è praticamente innocuo per l’uomo navigando pacificamente lungo il tratto di barriera corallina esterna. Ci sono pochissimi posti in cui è possibile trovare costantemente gli squali balena, uno di questi è la barriera corallina dell’atollo Ari sud dove si trova appunto Villa Park at Sun Island!

 

Villa Park Sun Island - Maldive experience

 

 

La quota comprende:

  • Voli intercontinentali Roma – Malè andata e ritorno (franchigia bagaglio 30 kg)
  • Trasferimento da/per aeroporto – resort
  • 8 notti presso Villa Park at Sun Island
  • Trattamento di mezza pensione,colazione  e cena
  • Cenone del 31 dicembre
  • Assicurazione medico bagaglio ed annullamento
  • Kit da viaggio

La quota non comprende:

  • Tasse aereoportuali pari a €370,00 (soggette a riconferma sino emissione dei biglietti aerei)
  • Mance
  • Extra di carattere personale
  • Tutto quanto non menzionato alla voce “La quota comprende”.

 

 

Scelta del posto a bordo dell’aereo:  

I voli sono previsti in una specifica classe di prenotazione. Nel caso sia consentita una preassegnazione gratuita del posto da parte del vettore aereo, la preassegnazione verrà effettuata automaticamente all’emissione del biglietto.

Eventuali preferenze sull’assegnazione del posto ci devono pervenire al momento della conferma del viaggio.

Ricordiamo che con alcune compagnie, la preassegnazione del posto è a pagamento e che la preassegnazione di posti speciali (es. uscita di sicurezza…) è soggetta a restrizioni.

Eventuali modifiche sui posti preassegnati vanno richieste direttamente al banco di accettazione del volo.

I posti preassegnati possono subire cambi per esigenze aereoportuali e nessuna pretesa, reclamo o rimborso può essere avanzato se non verranno assegnati i posti prescelti; nel caso di cambi di posti precedentemente pagati, potrà essere richiesto il rimborso dell’importo pagato.

L’assegnazione del posto specifico verrà convalidata solo al momento del check-in sulla carta d’imbarco.

 

 

Documenti per l’espatrio:

  • Passaporto: necessario. La validità residua indicata dal Ministero dell’Interno maldiviano è di almeno 30 giorni, dopo la data del rientro, per i visti turistici.
    Tuttavia, considerando la possibilità che siano necessari voli con scalo per spostarsi da e per le Maldive, si consiglia di viaggiare con passaporto avente una validità residua di almeno 6  mesi. Dal 5 gennaio 2016, per poter entrare nel Paese, é necessario il possesso di un passaporto elettronico. Si intende per “passaporto elettronico” il libretto dotato di microprocessore.
  • Visto d’ingresso: obbligatorio. Il visto turistico di 30 giorni è concesso direttamente in aeroporto, al momento dell’ingresso nel Paese. Il visto può essere esteso per ulteriori 60 giorni, per un totale di 90 giorni; tutti i viaggiatori sono tenuti a compilare una “Traveller Declaration” (IMUGAhttps://imuga.immigration.gov.mv/),entro 96 ore prima dell’arrivo e della partenza dalle Maldive

 




CAPODANNO ARGENTINA, LA RUTA 40 E DOVE FINISCE IL MONDO

Patagonia e Terra del Fuoco

con la mitica RUTA 40… e  dove finisce il Mondo

Se cercate nel programma Punta Tombo,o altre località dove vanno tutti i tour operator italiani e altre agenzie,qui non lo troverete… se cercate questo,allora avete sbagliato tour operator, i Viaggi di Giorgio non vanno dove ci sono più turisti che pinguini o altri animali,siamo tornati a febbraio,e la delusione è stata talmente tanta che abbiamo cancellato le foto che avevamo fatto sia a Punta Tombo,che in Penisula Valdes…perché dove siamo stati dopo…bhe qui è tutta un altra roba…e le foto e video li conserveremo per tutta la vita…nella mente e nel cuore..

Claudio Tomassini

Un viaggio Unico e STRAORDINARIO  fuori dai soliti tour turistici, infatti tra le tantissime visite;poi è incluso la “grotta delle Mani Dipinte…”dove Alberto Angela ha girato un intera trasmissione visto importante del sito; e ancora il bosco pietrificato, e poi andremo a… basta leggere il programma per rendersi conto che non è il “solito tour in Argentina”.

Possibile estendere il tour alle cascate di Iguazù lato argentino e lato brasiliano.

Un viaggio in Patagonia, esclusivo per i clienti dei Viaggi di Giorgio
che prevede tutti i servizi privati e guide parlanti italiano ad eccezione
delle navigazioni che sono collettive.Non sarete quindi aggregati ad altri gruppi

Fino alla fine del mondo.

Una fuga dove lo spazio è senza confini e l’uomo è una silenziosa minoranza in balia del vento e del tempo scandito dall’orologio vitale della natura incontaminata.

Qualcuno ha detto che la Patagonia è un viaggio di meditazione…”la nostra mente davanti alla bellezza delle sue montagne, delle sue coste, delle sue estensioni immense, popolate solo dal vento, dai guanachi e dai condor, non potrà fare a meno di lasciarsi andare a pensieri che la nostra quotidianità non ci permette più”.

  SONO PREVISTI VOLI DI AVVICINAMENTO A ROMA A TARIFFE SCONTATISSIME

1° giorno: Roma – Buenos Aires

Incontro dei partecipanti in aeroporto ed imbarco volo diretto a Buenos Aires. Arrivo in serata. Incontro con la guida in italiano e trasferimento in hotel. Pernottamento.

2° giorno:  Buenos Aires

Dopo la prima colazione ,incontro con la guida per iniziare insieme questo indimenticabile viaggio.

Qatar 2022 World Cup winner Argentina returns home to a jubilant Buenos Aires | CNN

Il nostro tour comincia con una serie di affascinanti esperienze attraverso le strade principali della capitale argentina: la maestosità dell’Avenida de Julio, conosciuta come la “via più ampia del mondo”, ci accoglie. Mentre percorreremo questa via, potremo ammirare gli imponenti edifici che la circondano, catturando l’essenza cosmopolita della città. L’Avenida Corrientes è la prossima tappa, famosa per essere il cuore culturale di Buenos Aires. Qui, i teatri, i cinema, le librerie e i ristoranti creano un’atmosfera vivace e coinvolgente: davvero il luogo ideale per immergersi nella vita culturale della città; raggiungeremo poi l’Avenida de Mayo che, con la sua architettura che riflette l’influenza spagnola, è una testimonianza della storia e della cultura che hanno plasmato la città. I centri commerciali di stile spagnolo si integrano perfettamente con gli edifici circostanti, creando una vista affascinante e un ambiente autentico. Ci troveremo poi davanti l’Obelisco, situato nell’Avenida 9 de Julio, che ci catturerà con la sua altezza di ben 65 metri: questo monumento iconico è al centro di una stella di strade importanti e rappresenta un punto di riferimento indiscusso nella città.

Non lontano si erge il Teatro Colón, un gioiello dell’architettura argentina costruito nel 1936.

La sua grandiosità e l’eleganza ne fanno un punto di riferimento culturale e artistico.

Vedremo poi anche Plaza de Mayo, cuore politico e storico di Buenos Aires. Di fronte alla Casa Rosada, il palazzo presidenziale, la piazza ha una profonda importanza simbolica: ogni giovedì, le madri si riuniscono qui per commemorare i loro figli persi durante la dittatura, creando un toccante tributo alla memoria storica.

La nostra avventura ci conduce nel barrio più famoso, colorato e vibrante di tutta Buenos Aires: la Boca, il primo porto della città. Situato presso la confluenza del Riachuelo, questo variopinto quartiere  fu il punto di arrivo degli immigrati in Argentina, e rappresentava per loro un rifugio ed una nuova casa. Durante il periodo dell’immigrazione italiana (1880-1930), la Boca vide l’arrivo di un grandissimo numero di nostri connazionali, in maggioranza genovesi, che contribuirono alla creazione di una comunità unica.

Il “Caminito” è uno dei punti salienti di questo quartiere: in questa pittoresca stradina potremo ammirare le modeste ma affascinanti casette costruite con lamiera colorata proveniente da vecchi battelli ormai in disuso. Questa strada vi immergerà in un’esplosione di colori e cultura, offrendo uno sguardo autentico alla vita locale.

La storia della Boca è legata anche alle inondazioni del vicino fiume, che spesso hanno influenzato il quartiere. Questo spiega i marciapiedi elevati, che raggiungono a volte i 60 cm, una caratteristica unica che testimonia la resilienza della comunità locale.

Al termine delle visite di questa straordinaria giornata, cena con spettacolo di tango argentino.

Pernottamento in hotel.

3° giorno Buenos Aires – Ushuaia

Al mattino molto presto, (colazione al sacco) trasferimento in aeroporto e partenza per Ushuaia, da sempre conosciuta come la città più australe del mondo: con la sua posizione unica lungo le rive del Canale di Beagle, la straordinaria vista del panorama circostante crea veramente l’illusione di trovarsi alla Fine del Mondo.

La città gode dello status di porto franco rispetto al resto del territorio argentino, aggiungendo un tocco di unicità all’atmosfera.

Tierra del Fuego | Patagonia, Magellan Strait, Ushuaia | Britannica

La nostra esperienza nella natura inizia con una visita al Parco Nazionale Tierra del Fuego, situato a soli 11 chilometri dalla città. Questo parco, fondato nel 1960, è stato creato per preservare la preziosa foresta subantartica. Mentre vi immergete nella bellezza di questo ambiente naturale, avrete l’opportunità di avvistare la fauna locale, tra cui le affascinanti volpi rosse, anatre e picchi. Con ben novanta specie di uccelli, potreste essere in grado di osservare alcune delle creature alate che abitano questa regione. Tra le curiosità più interessanti, potrete cercare di avvistare i castori: questi animali, originari del Canada ed importati qui, sono diventati un elemento caratteristico dell’ecosistema locale, anche se a volte hanno causato problemi come specie invasiva. Tuttavia, la loro presenza è un interessante esempio di come gli ecosistemi possano adattarsi e interagire nel tempo.

Dopo l’avventura all’aperto nel parco, la vostra giornata prosegue con una visita al Museo Fin del Mundo. Questo museo offre un’ incursione nella storia, nella cultura della regione. Potremo scoprire dettagli sulle esplorazioni storiche, sull’ecologia unica della Terra del Fuoco e sulla vita dei primi abitanti di questa zona remota. Al termine, rientro in hotel cena e pernottamento.

4° giorno Ushuaia – Canale di Beagle – El Calafate

Dopo la prima colazione in hotel, ci attende un’entusiasmante escursione marittima in catamarano all’Isla Lobos. Questa esperienza ci condurrà attraverso le acque del famoso Canale di Beagle, una delle rotte più affascinanti per esplorare la regione australe dell’Argentina.

Isla Lobos è uno dei gioielli naturali di questa regione e prende il nome dalla sua popolazione di leoni marini. Durante la nostra navigazione, avremo l’opportunità di osservare da vicino queste affascinanti creature marine nella loro casa naturale. Il paesaggio dell’isola, con la sua fauna e flora, offre una prospettiva unica sulla bellezza naturale dell’Argentina meridionale.

Tour Ushuaia con escursione al parco nazionale Terra del Fuoco in Argentina

Nel pomeriggio, trasferimento all’aeroporto di Ushuaia per imbarcarvi su un volo diretto per El Calafate, un’altra destinazione eccezionale in Patagonia. Una volta arrivati trasferimento in hotel. Cena in hotel,  e pernottamento.

5° giorno : El Calafate

La prima colazione in hotel ci consentirà di prepararci al meglio per un’esperienza eccezionale nel cuore del Parco Nazionale Los Glaciares. Questo parco, creato nel 1937 per proteggere le preziose specie naturali della regione, è, con i suoi 600.000 ettari d’estensione, una testimonianza dell’impegno dell’Argentina per la conservazione della sua unica bellezza naturale. Nel 1981, l’UNESCO lo ha dichiarato Monumento Naturale del Patrimonio Mondiale, riconoscendo la sua importanza ecologica e scenica.
Viaggeremo in un comodo bus privato per raggiungere il Ghiacciaio Perito Moreno: questa imponente meraviglia naturale offre uno spettacolo unico.

Un momento entusiasmante dell’escursione è il Safari Nautico, un’esperienza indimenticabile che ci porterà fino al fronte del ghiacciaio. Mentre navighiamo tra gli iceberg, potremo osservare lo spettacolo mozzafiato delle porzioni di ghiaccio che si staccano dal corpo centrale del ghiacciaio con un boato e cadono in acqua. Questi eventi spettacolari creano un ambiente pieno di energia e meraviglia, mettendo in luce la maestosità e la dinamicità di questo luogo. Ma sono anche un monito importante sul cambiamento climatico in atto: si stima che nel 2100 oltre la metà del ghiacciaio sarà ormai scomparsa. Dal livello dell’acqua, avremo finalmente la vera percezione dell’altezza di questo ghiacciaio.

Dopo un box lunch durante l’escursione, avremo l’opportunità di avvicinarvi ancora di più al ghiacciaio attraverso un sistema di passerelle panoramiche. Queste passerelle ci consentiranno di ammirare il ghiacciaio da una prospettiva unica e di percepirne la grandezza e la bellezza da vicino.

Parco nazionale Los Glaciares - Parchi e giardini a El Calafate

Questa esperienza ci farà sentire in contatto con la potente natura glaciale, offrendoci una connessione autentica con questo ambiente straordinario.
Pernottamento in hotel.

6° giorno : El Calafate –  Gobernador Gregores

Prima colazione in hotel e partenza , riprenderemo il viaggio verso nord lungo la celebre Ruta 40, dove attraverseremo anche un lungo tratto di strada sterrata. La nostra vista spazierà nella vastità della steppa argentina che si estende a perdita d’occhio, caratterizzata da prati aperti, vegetazione bassa e una sensazione di spazio infinito.

Questo paesaggio offre un’atmosfera di tranquillità e solitudine, mentre viaggiate attraverso questa regione remota.

A espetacular Ruta 40 na Argentina está reaberta ao Turismo - Mochileiros.com

L’itinerario vi condurrà anche davanti a grandi laghi e specchi d’acqua. I colori cangianti dell’acqua, il cielo e la vegetazione circostante creeranno uno spettacolo cromatico che difficilmente dimenticherete.

Strada nazionale 40 (Argentina) - Wikivoyage, guida turistica di viaggio

Ci fermeremo a Gobernador Gregores, di fronte al Lago Cardiel

Cena e pernottamento in hotel.

7° giorno: Gobernador Gregores – Cueva de las Manos – Estancia Don José

Prima colazione in hotel e partenza  per la visita di La Cueva de las Manos (che in spagnolo significa Caverna delle Mani). Alberto Angela ha dedicato una puntata a questo sito davvero unico nel suo genere e che rappresenta uno dei luoghi più importanti in tutta l’America per le sue incisioni rupestri.

La Cueva de las Manos si trova nella valle del fiume Pinturas, in una zona isolata della Patagonia, a circa 100 chilometri dalla strada principale. Il sito è appunto famoso per le incisioni rupestri che raffigurano mani, appartenenti probabilmente al popolo indigeno di questa regione, potenzialmente progenitori dei Tehuelche, che vissero tra 9.300 e 13.000 anni fa. Le incisioni sono create con inchiostri di origine minerale, e l’età delle pitture è stata calcolata in base ai resti degli strumenti, ricavati da ossa, utilizzati per spruzzare la vernice sulla roccia.

Cueva de las Manos Pintadas, arte rupestre en la Patagonia

Queste antiche opere d’arte forniscono un affascinante collegamento con le culture e le comunità del passato.

La grotta si trova in un canyon di assoluta bellezza  e grandezza che non ha  nulla da invidiare a quello più famoso degli Usa.

El Cañadón del río Pinturas y Cueva de las Manos ✏️ Diarios de Viajes de Argentina ✈️ Los Viajeros

Lunch Box e proseguendo il viaggio arriveremo al Lago Posadas, dove potremo ammirare l’impressionante anfiteatro formato dai laghi Posadas e Pueyrredon. Questi laghi azzurri sono circondati dalle maestose cime delle Ande, creando un panorama che catturerà sicuramente il vostro sguardo.

Proseguendo sulla Ruta 40 arriviamo a Estancia Don José. Sistemazione nella struttura.

Cenone di capodanno con piatti tipici patagonici e pernottamento.

8° giorno : Ea Don José – Bosco Pietrificato Sarmiento – Comodoro Rivadavia

Prima colazione in hotel e partenza. Pranzo al sacco durante il viaggio. Nel pomeriggio, ci aspetta un’esperienza unica nel Bosco Pietrificato Sarmiento. Questo sito straordinario si trova tra la Cordigliera Andina e il mare, e offre una bellissima esperienza visiva e tattile. Un trekking di circa un’ora ci condurrà attraverso un paesaggio mozzafiato, dove centinaia e centinaia di tronchi mineralizzati si estendono su una vasta area. Questo sito è uno dei più importanti siti paleontologici dell’Argentina, offrendo una finestra affascinante sulla storia geologica e naturale della regione.

Boschi Pietrificati in Patagonia Argentina - Patagonline

Il processo che ha portato alla pietrificazione del preesistente bosco è stato un processo lungo e affascinante. L’eruzione dei vulcani ha sepolto la foresta sotto strati di cenere vulcanica, avviando un processo di conservazione straordinario. Nel corso del tempo, il lento defluire delle acque ha trasformato il legno in minerali, molecola per molecola, dando vita a questo incredibile paesaggio di tronchi mineralizzati. I tronchi sembrano ancora conservare la trama legnosa, ma al tocco rivelano la consistenza della pietra. Il paesaggio che ci circonda durante questo trekking è descritto come lunare e suggestivo. Con tronchi pietrificati disseminati in tutto il terreno, ed il contrasto tra la storia geologica e la vita vegetale passata e l’ambiente circostante, questo luogo offre una prospettiva unica sulla storia naturale della regione e ci farà sentire connessi con il passato remoto della Terra. Lunch box.

Tour Patagonia Offroad Ruta 40 - Viaggio in Argentina, Cile, Patagonia Argentina, Patagonia Cilena

Proseguimento del viaggio ed arrivo a Comodoro Rivadavia. Questa città petrolifera e costiera ci accoglierà con le sue sfumature uniche e la sua atmosfera marittima.

Pernottamento in hotel.

9° giorno:  Comodoro Rivadavia – Camarones

Prima colazione in hotel e partenza al mattino presto ,in direzione del   villaggio Bahía Camarones, noto anche come “Nido dei Pinguini”. Una volta arrivati pranzeremo in un ristorante locale e poi visiteremo il museo dedicato alla famiglia Perón. Questo museo offre uno sguardo nella storia e nella cultura di questa parte dell’Argentina, con case costruite dai primi immigrati giunti in questi luoghi, che rappresentano una testimonianza tangibile del passato.

Foto de Museo de la Familia Peron, Camarones: Escritorio - Tripadvisor

Uno dei momenti salienti della giornata sarà l’avvistamento dei pinguini di Magellano presso Cabo dos Bahías, una riserva faunistica creata lungo una fascia costiera di 14 km. Qui potrete immergervi nell’ambiente naturale e osservare da vicino questi affascinanti uccelli marini. La riserva comprende rocce, mare, steppa e una varietà di uccelli, offrendo un’esperienza completa di flora e fauna.

Notte a Camarones cena e pernottamento in posada.

10° giorno: Camarones – Punta Tombo – Trelew

Prima colazione in hotel e partenza in pullman al mattino presto per raggiungere la colonia di pinguini  piu’ numerosa della Patagonia: raggiungeremo infatti Punta Tombo, una riserva faunistica nota per la sua incredibile popolazione di Pinguini di Magellano. La riserva faunistica comprende una varietà di habitat, tra rocce, mare e steppa, che forniscono un rifugio ideale per gli uccelli marini, in particolare i pinguini. Durante una piacevole camminata , avrete l’opportunità di esplorare l’area e di ammirare da vicino questi affascinanti animali.

Ma sarà possibile  ammirare anche guanachi, armadilli, cormorani imperiali e di Magellano, ossifraghe, beccacce di mare e altri uccelli. Vi sembrerà di stare dentro un documentario.

Proseguimento del viaggio a arrivo a Trelew. Arrivo e sistemazione in hotel pernottamento.

11° giorno: Puerto Madryn – Trelew – Iguazu

Arrivo a Buenos Aires e coincidenza volo per Iguazu”, arrivo trasferimento in hotel e pernottamento.

12° giorno: Cascate Iguazu lato brasiliano e navigazione.

Prima colazione. Partenza dall’hotel ed attraversamento del Puente Tancredo Neves e Juan D. Perón che unisce la città argentina di Puerto Iguazu con la città brasiliana di Foz de Iguaçu. Il percorso continua verso il Parco Nazionale do Iguaçu, una delle riserve naturali più grandi del Brasile. Qui si sale sugli autobus che effettuano la passeggiata dentro il parco e che conducono fino all’inizio delle passerelle disposte per circa un chilometro lungo il corso del Rio Iguazu. Durante la camminata è possibile osservare l’Isla San Martin ed alcuni importanti salti: il Bossetti, il San Martín ed il Tres Mosqueteros,e con un po’ di fortuna potrete ammirare uccelli e pappagalli colorati, scimmie e bellissime farfalle.

Verso la fine del percorso si arriva al belvedere, da dove si può ammirare una vista unica della Garganta del Diablo, che da questo punto dista solo 150 metri di distanza. Pranzo libero. Nel pomeriggio rientro nella parte argentina in tempo per un’avventurosa e divertente navigazione sui gommoni semirigidi (Zodiacs) che permettono l’avvicinamento ai piedi di diverse cascate e la discesa per le rapide de fiume fino ad arrivare a Puerto Macuco.
Cena libera, rientro in hotel e pernottamento.

 

Le Cascate di Iguazú sono di una meraviglia colossale, da sperimentare solamente dal vivo e da assaporare con tutti e cinque i sensi. Le più alte del mondo, sono un vero spettacolo della natura ed è impossibile descrivere le sensazioni, le emozioni e le paure che suscitano.

Iguazú: le cascate del dio Serpente | Viaggiare

 

13° giorno: Cascate Iguazu – Italia

Dopo la prima colazione, inizieremo subito questa giornata con la visita del lato Argentino delle cascate dell’Iguazù. Dentro il Parco Nazionale Iguazú, situato a 18 km da Porto Iguazú e dichiarato Patrimonio Naturale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1984, il fiume Iguazú getta le sue imponenti acque da 70 metri d’altezza tramite 275 salti lungo 2.7 km.

Nel tardo pomeriggio trasferimento in aeroporto e partenza per l’Italia via Buenos Aires.

Pasti e pernottamento a bordo.

14° giorno: Italia

Arrivo a Roma e fine dei servizi.

 

La quota di partecipazione comprende:

Voli Roma-Buenos Aires – Roma in classe economica, franchigia bagaglio 20 kg operati da Aereolineas Argentinas

3  voli interni come da programma in classe economica franchigia bagaglio 20 kg operati da Aereolineas Argentinas.

Pernottamenti  in hotel  3  e 4 stelle,  e posade lungo la Ruta 40, con prima colazione;

Early chek-in giorno di arrivo a Bue e Ushuaia.

Lunch Box il 5° , 7° ed 8° giorno.

5  cene di cui 1 con spettacolo di tango.

1 cenone del 31 dicembre con prodotti tipici locali patagonici

Tutti i trasferimenti da e per aeroporti con assistenza in lingua italiana.

Visite guidate con  minivan o bus secondo numero partecipanti,  e guide in lingua italiana.

Tutti i safari nautici e le attività in overland indicate, con biglietti ingressi come specificato nel programma.

Assicurazione medica (massimale 10.000) bagaglio (1500).

ASSICURAZIONE ANNULLAMENTO AL VIAGGIO COPRE INTERO VALORE DEL VIAGGIO

Kit da Viaggio

La quota di partecipazione non comprende:
Le tasse aereoportuali pari a euro 540,00  soggette a riconferma sino emissione dei biglietti aerei.

Mance ,e bevande ai pasti (tranne il 31 incluso vino o birra e spumante)

Tutto quanto non indicato alla quota comprende. Extra di carattere personale