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UZBEKISTAN: DA SAMARCANDA ALL’INFINITO

In Breve

Paese delle mille e una notte; scenari assolati dai colori accecanti, che fanno da sfondo ai monumenti da fiaba, moschee blu-turchesi con alti minareti su cui nidificano le cicogne e bazar dai sapori forti.

La visita di Samarcanda, mitica capitale dell’Impero del grande Tamerlano, da sempre luogo obbligato del nostro immaginario collettivo, è un’esperienza straordinaria, tutta da vivere (vedendola Alessandro Magno esclamò: “per me è più bella della vita”).
Sarà un incredibile viaggio nella storia, un sogno entusiasmante tra gli splendori dei palazzi e gli scambi dei mercanti lungo la “Via della Seta”. Samarcanda, però, è solo il fiore all’occhiello di un paese, l’Uzbekistan, pronto a riservare mille altre sorprese ed emozioni: la capitale Tashkent con le sue Madnas, il fascino di Khiva, la mitica Bukhara e l’incontro con il deserto rosso, il Kizilkum.
Durante il viaggio conoscerete l’ospitalità degli uzbeki e loro tradizioni.

Partenza: 20 Giugno - 28 Giugno
Durata: 9 giorni 7 notti
Gruppo minimo: 10 persone
Costo per persona: Quota a persona in camera doppia € - supplemento singola € Quota volo a partire da da riconfermare al momento dell'emissione
Prenotazioni entro: Sino ad esaurimento dei posti disponibili, versando il saldo

Il Programma di Viaggio

1ºGIORNO: ROMA – TASHKENT

Ritrovo dei partecipanti in aeroporto e operazioni di imbarco per il volo con scalo, diretto a Tashkent. Pasti e pernottamento a bordo.

2ºGIORNO – TASHKENT

Arrivo a Tashkent al mattino. Operazioni di frontiera ed incontro con la guida locale. Visita a Tashkent – la capitale è la più grande città dell’Uzbekistan. Sorge in un’oasi irrigata dai fiumi Circik e Keles.  Ha piu di 2.200 anni, significa ‘citta’ di pietra’. Il nome della città è mutato più volte: sotto la dominazione cinese della Dinastia Han era chiamata Beitan. Più tardi cambiò il nome in Chachkand, gli arabi l’avevano chiamata Shoshkent che divenne poi Tashkand e quindi Tashkent. Maggiore centro economico e culturale della repubblica uzbeka, è sede di cotonifici, setifici, stabilimenti meccanici, industrie chimiche e riveste un importante ruolo di nodo delle comunicazioni. Trasferimento al settore nord-ovest di Tashkent, ed escursione la città vecchia, “eski shakhar”, che si presenta come un dedalo di strette viuzze polverose su cui si affacciano case basse di mattoni e fango, moschee e antiche madrasse (accademie islamiche). Visita al complesso ‘Khasti Imam’ (Imam Santo) – Il mausoleo Kafal Shashi, tomba dell’omonimo poeta e filosofo dell’islam che visse dal 904 al 979; la Madrassa di Barakkhan, una splendida scuola coranica del XVI secolo; la Moschea Tillya Sheykh del XIX secolo, la Madrassa Muyi Muborak, un posto di particolare interesse del XVIII secolo, in cui si conserva quello che è ritenuto il più antico Corano esistente, segnato col sangue dello stesso Califfo Osman, assassinato nel 655; la Moschea Juma (Venerdi’), che si riempie di fedeli il venerdì in occasione della preghiera settimanale.
Successivamente si visita il
Bazar Chorsu, un enorme mercato all’aperto, frequentato da una moltitudine di gente proveniente dalle campagne circostanti, che in genere indossa costumi tradizionali. Vicino a bazar ci sono due monumenti: la Madrassa Kukeldash del XVI secolo e la Moschea di Khodja Akhrar (1404- 1490) utilizzata in epoca sovietica come officina per la lavorazione di lamiere. La mancanza di edifici antichi in questa città è compensata dalla presenza di grandi musei come il Museo di Arti Applicate, inaugurato nel 1937 come vetrina per le arti applicate di fine secolo. Cena in ristorante locale. Pernottamento in hotel.

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 3ºGIORNO – TASHKENT – URGENCH – KHIVA

Al mattino trasferimento in aeroporto e partenza per Urgench con volo di linea. Arrivo a Urgench e intera giornata dedicata alla visita della città di Khiva. Una delle città più affascinanti della regione, con le sue strutture in stile arabo con colori che variano dal celeste al turchese, è rimasta praticamente intatta dal XVI secolo. Si trova a soli 35 km da Urgench e la sua visita è sorprendente. La città, vitale e suggestiva, conserva edifici monumentali bellissimi: moschee, minareti, madrasse, palazzi e mercati. Visitandola ci si trova immediatamente in un altro mondo, come se il tempo per una volta fosse stato benevolo e avesse desiderato tramandare agli uomini tanta bellezza e armonia. Visita della cittadella di Khiva. Il compatto e affascinante centro storico, il più intatto in assoluto tra i centri della Via della Seta, enumera monumenti del XVII-XIX secolo: il complesso ‘Ichan Kala’ (Cittadella Interna)dove ci sono 56 monumenti storici, di cui se ne possono visitare solo 16.

Nella cittadella antica di Khiva, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, racchiusa da un perimetro rettangolare costituito da alte mura di mattoni (lunghe 2500 metri), sono concentrati i principali monumenti storici. La Cittadella ha 4 porte: Porta del padre, Porta del giardino, Porta dell’uomo forte, Porta di pietra. Al suo interno si trovano tanti monumenti: La Madrassa Mukhammad Aminkhan (XIX secolo) è la più grande scuola coranica di Khiva, ci sono 125 stanze che servivano per 250 studenti nella sua epoca d’oro. Il centro commerciale Polvon Kori (XX secolo) ora è il centro turistico. Nella piazza principale si trovano il Konya Ark – cittadella dei governatori, prigione, moschea estiva, moschea invernale, zecca e residenza per governatori stranieri. Poi la Madrassa Mukhammad Rakhimkhan II (XIX secolo) che ora è il museo storico; il Mausoleo Said Alauddin (XIX secolo), dedicato ad un grande santone del 1200-1300, dove ogni giorno la gente locale arriva e fa’ beneficenza; la Madrassa Kozi Kalon (XX secolo) che ora è la sede del museo degli strumenti musicali.
Il tour continua con la visita alla strada particolare, dove si trovano piccole madrasse (XIX-XX secoli) diventate i centri degli artigiani ebanisti e filatori della seta autentica di Khiva. La Madrassa Scergazikhan (XVIII seolo) è stata costruita dagli schiavi del governatore, nel 1800 è diventata la più famosa madrassa di Khiva, la chiamavano
‘casa degli scienziati’. Il Mausoleo Pakhlavan Makhmud che è diventato il cimitero principale dei governatori. Il monumento è splendido ed ha una bellissima decorazione a piastrelle. Ogni giorno è visitato da numerosi pellegrini. Pakhlavan Makhmud era un poeta, un filosofo e un leggendario lottatore che è diventato santo di Khiva. Per questo motivo le coppie che si sposano qui, ricevono la benedizione del santo il giorno del loro matrimonio. La Madrassa e il Minareto di Islam Khodja (XX secolo), è un museo delle arti applicate, il suo minareto (57 metri) è il più alto minareto dell’Uzbekistan. La bellissima Moschea di Juma, costruita nel X secolo e restaurata nel XVIII secolo comprende 218 colonne di legno: ogni colonna è diversa dall’altra con le sue decorazioni. Cena in ristorante locale tipo casa tradizionale con concerto folcloristico e pernottamento in hotel.       

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4ºGIORNO – KHIVA – BUKHARA

Colazione in hotel e partenza per Bukhara l’itinerario porta ad attraversare il fiume Amu-Darya e il deserto Rosso (Kyzilkum). In Uzbekistan ci sono due grandi fiumi: l’Amu-Darya nell’antichità classica, era conosciuto con il nome di Oxus in greco e  il Syr-Darya, conosciuto dai greci come Jaxartes o Yaxartes. L’Amu-Darya nasce dalla confluenza dei Kara Darya e Naryn nelle montagne del Tien Shan, il fiume attraversa tutto il Kirghizistan, la parte orientale dell’Uzbekistan e quella meridionale del Kazakistan fino al Lago d’Aral per un totale di circa 2.200 km. La sorgente si trova nelle montagne del Pamir. Inizialmente prende il nome di fiume Pamir, parte da Zorkul, scorre verso est fino a Ishtragh. Lì piega verso nord e poi verso est nord-ovest attraverso l’Hindu Kush con il nome di Pjandž, segnando il confine tra Afghanistan e Tagikistan e successivamente quello tra Afghanistan e Uzbekistan per circa 200 km, fino a passare da Termez. Seguendo il confine tra Afghanistan e Turkmenistan per altri 100 km prima di entrare in Turkmenistan presso Kerki. Come Amu Darya, il fiume scorre attraverso il Turkmenistan da sud a nord, passando Turkmenabad e segnando il confine tra Turkmenistan ed Uzbekistan da Khalkabad. Grandi deserti nell’Asia Centrale sono Karakum e Kyzilkum. Il deserto del Karakum (anche Qaraqum) si estende in Asia centrale ed essenzialmente nel Turkmenistan, del quale occupa circa il 70% della superficie. Il suo nome significa “le sabbie nere”. Caratteristici di questo deserto sono i takyr, particolari conche di notevoli dimensioni separate da dune generate dai venti che spirano con forza nella regione. La depressione di Unguz divide il Basso Karakum da un altopiano a sud-est. La vegetazione è costituita solo da qualche arbusto come il saksaul e l’acacia delle sabbie. Il deserto del Kizilkum (anche Kyzyl Kum e Qyzylqum) è un ampio deserto che si estende tra Kazakistan e Uzbekistan, in Asia centale. Il suo nome significa “le sabbie rosse”. Il territorio è costituito per la maggior parte da una piana coperta di dune sabbiose. Importanti per l’economia sono i giacimenti minerari, in particolare oro, uranio, alluminio, rame, argento, petrolio e gas naturale. Arrivo a Bukhara, sistemazione in hotel. Cena e pernottamento in hotel.

 5º GIORNO – BUKHARA

Colazione in hotel. Bukhara è la città della poesia e della fiaba. La città è situata in un’oasi del deserto Kizil-Kum a est dell’Amu Darya (il principale fiume che bagna questa area dell’Asia)  sul corso inferiore del fiume Zeravshan. Centro antichissimo, deriva la sua importanza dalla posizione geografica, punto d’incrocio delle vie carovaniere che collegavano l’Arabia all’India e all’antico Catai (La Cina). È una delle più antiche città del mondo, la sua storia data la fondazione a oltre 2.500 anni. Oggi Bukhara uno dei maggiori centri dell’industria e dell’economia, è la maggiore città dell’Asia Centrale. Visita alla Madrasa Chor Minor (XIX secolo) che è la più bella madrassa di Bukhara.  La Madrasa Nodir Devan Beghi (1622) che fu costruita originariamente come caravanserraglio e poi diventata madrassa. La facciata è ornata con un mosaico di mattonelle smaltate. I timpani dell’arco sul portale sono decorati con raffigurazioni di daini e uccelli fantastici che volano verso il sole. Nel XX secolo nel giardino davanti alla madrassa trovò posto il monumento del leggendario personaggio popolare Khodja Nasreddin protagonista di numerose favole. Visitiamo quindi la Madrasa Kukeldash (1568-1569)  monumentale e molto ricca di decorazioni. In questa madrassa ha studiato e ha vissuto il famosissimo scrittore  e filosofo centroasiatico Sadriddin Aini (1878-1954). La Piazza Principale ‘Lyabi Hauz’ – “INTORNO ALLA VASCA” (1620) è un posto molto particolare: la piazza è sempre piena di gente locale. Il Caravanserraglio Sayfiddin (XIX secolo) ora è il centro degli artigiani. Il Khonako – Casa dei Darvisci (1620) comprende tre mercato coperti (XVI secolo): Cambia Valute, Vendetori di Berretti, Mercato di Gioielli. Il Caravanserraglio No’gay (XVIII secolo) ora è un negozio per turisti. Vista alla più vecchia  moschea nell’Asia Centrale – La Moschea Maghoki Attar che fu  costruita sul sito di un tempio dello zoroastrismo. Tim Abdullakhan II (XVI secolo) era un grande negozio di seta per commercianti della Via della Seta. La Madrasa di Ulugbek (nel 1417) –  la prima delle tre madrase costruite da Ulugbek fu la prima madrasa a Bukhara. Seguendo le tradizioni del nonno Tamerlano, Ulugbek patrocinava le scienze e l’istruzione. Per ordine di Ulugbek, fu apposta la scritta sopra la porta d’entrata della  madrasa che dice: “L’aspirazione verso il sapere è dovere di ogni musulmano”. La madrasa di Abdul Azizkhan (XVII secolo) – di fronte alla madrasa di Ulugbek  costruita per ordine dell’Ashtarkhanide Abdul Azizkhan  una nuova madrasa. Questa madrasa supera quella di Ulugbek per ricchezza e dimensioni. Abdul Azizkhan ha voluto di superare tutti i suoi precedenti nel senso di decorazione e architettura. L’arco del portale centrale è riempito con una ricca struttura a stalattiti. Nella decorazione esterna sono largamente utilizzati pannelli di mosaico e maiolica con immagini di cespugli fioriti in vasi, creazioni fantastiche somiglianti a serpenti e altre figure. Il Simbolo principale della città è Il Minareto Kalyan, (“grande”),  la sua altezza è di 47 m. Da quasi mille anni questa torre sacra domina Bukhara. Il minareto dispone di un altro nome “Torre della morte” legato al fatto che questo il luogo delle esecuzioni dal suo piazzale superiore buttavano giù i condannati a morte. Vicino al Minareto Kalyan si trova la moschea grande – La Moschea Kalyan, che è collegata al minareto con un piccolo ponte. La Madrasa Miri Arab (XVI secolo) è l’unica scuola coranica che era funzionante durante l’epoca dell’Unione Sovetica. Ora è una scuola superiore maschile. La cittadella Ark (XVIII-XIX secolo) fu il centro dell’organizzazione statale di Bukhara. Qui si trovano il palazzo dei khan, le moschee, la tesoreria, la segretaria governativa e la prigione. Le costruzioni dell’Arc rimasero molto danneggiate durante l’assalto della cittadella da parte delle unità dell’Armata Rossa nel 1920, quando Bukhara fu sottoposta al bombardamento dell’artiglieria e dell’aviazione. Tra le costruzioni rimaste c’è una moschea con un ajvan di legno. Le mura della cittadella di Bukhara sono parzialmente rivestite con mattoni cotti. L’entrata principale dell’Ark si affaccia sulla piazza cittadina.  La moschea Bolo-khauz (1712) – complesso della speciale armonia e bellezza – E’ anche la moschea del venerdì (djuma). Il complesso include la moschea, che fu costruita nel 1712, il minareto – del 1917 e bacino. Visita al mausoleo Chashma Ayub (1380-1384/85) – il mausoleo dalle tante cupole. Chashma Ayub “il pozzo” o “la sorgente” di Giobbe è uno dei monumenti più antichi di Bukhara. Il mausoleo dei Samanidi (X secolo) fu costruito nel periodo di Ismail Samani (892-907) e diventa sepolcro famigliare dei Samanidi. Tutta la forma architettonica del mausoleo è semplicissima un cubo cinto da una semisfera. Suscita ammirazione la virtuosità della disposizione dei mattoni, gli ornamenti delle lastre, la proporzione ideale di tutte le sue parti. Questo mausoleo di Bukhara viene considerato un capolavoro architettonico di importanza mondiale per l’armonia delle forme geometriche. Cena in ristorante locale e pernottamento in hotel.

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 6º GIORNO – BUKHARA – SAMARCANDA

Colazione in hotel. Escursione per la periferia della città. Sitorai-Mokhi-Khosa (fino XIX sec. -inizio XX sec.) – “il posto dove la luna incontra con le stelle”.  Il nuovo complesso Sitorai-Mokhi-Khosa fu costruito durante il regno di Alim Khan. Situato a 6 km a nord di Bukhara in un luogo prosciugato dalle paludi, fu sede della residenza di campagna degli emiri di Bukhara. Il complesso era composto dall’arco dell’entrata principale, un cortile interno con le gallerie, l’edificio principale costruito secondo lo stile europeo-orientale con una serra davanti alla piscina all’aperto e una casa isolata a due piani, l’harem dell’emiro, situata in fondo al giardino. Una parte delle costruzioni reali si trovano qui già ai tempi degli emiri Nasrullah e Muzaffar. Ma i grandi lavori di costruzione iniziarono solo con emiro Abdullakhad che avendo in mente di utilizzare nell’architettura del palazzo le tradizioni europee, mandò appositamente a Pietroburgo e a Yalta un gruppo di architetti di Bukhara a studiare l’architettura russa. Una parte delle costruzioni fu progettata dall’ingegnere Ignatij Sakovich. Vicino a Bukhara si trova il complesso commemorativo del protettore di Bukhara, lo sheikh Bakhauddin Nakshband. (XVI sec.) – Nakshbnad (1318-1389), fondatore del tarikat “nakshbandiya”. Complesso religioso, il posto è sacro per i musulmani. Ogni giorno la sua tomba  è visitata dai pellegrini, i quali possono prenotare nel complesso. A 6 km a Nord est di Bukhara si trova il Mausoleo Chor Bakr (XVI-XX secolo) che fu costruito per ordine di Abdulla Khan. Il Mausoleo consiste di tre parti. Trasferimento a Samarcanda (280 km). Arrivo a Samarcanda e pernottamento in hotel.

 7ºGIORNO —   SAMARCANDA – SHAKHRISABZ – SAMARCANDA

Colazione in hotel e trasferimento a Shakhrisabz “la città verde”, piccola località situata a 90 km a sud di Samarcanda. Visita alle splendide rovine di questa antica e gloriosa città, con oltre duemila anni di storia. Venne costruita secondo un modello tipico dell’Alto Medio Evo con una struttura centrale simile a quelle di Samarcanda e Bukhara ed ha continuato a svilupparsi durante il IX e X secolo nonostante i continui conflitti tra le dinastie samanidi e i turchi. E’ la città natale di Tamerlano e una volta, probabilmente, la sua fama oscurava addirittura quella di Samarcanda. Egli vi fece infatti costruire il Palazzo Ak-Saray (1379-1404) “il palazzo bianco” di cui sbalordiscono la grandezza e la magnificenza. Lo stesso vale per il Dorutilavat (seggio del potere e della forza) che forse arrivava anche a superare in grandiosità lo stesso palazzo, mentre tra le altre attrattive ci sono le tombe degli antenati di Tamerlano e la gigantesca moschea di Kok-Gumbaz (1437) utilizzata come moschea per la preghiera del venerdì.. Rientro a Samarcanda cena in casa tipica. Pernottamento

SAMARCANDA

 8ºGIORNO – SAMARCANDA

Colazione, visita a Samarcanda – ‘fortezza di pietra’, una volta si chiamavano Sogdiana, Afrosiyab, Samaria. E’ la più antica e terza città dell’Uzbekistan per popolazione. Situata al centro delle principali rotte commerciali asiatiche, Samarcanda nel corso della sua storia lunga circa 2750 anni fu parte dell’impero persiano, successivamente su sotto influenza araba, poi timuride e uzbeka. Dal 2001 la città figura nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO sotto il titolo di Samarcanda – Crocevia di culture. Il Mausoleo Gur-e-Amir (XIV-XV secoli) significa ‘tomba del re’. Prima era complesso di nipote di Tamerlano il Grande. Complesso aveva madrasa e khonako (casa dei darvisci). La parte più antica del complesso fu costruito verso la fine del XIV secolo. Nel 1405 è morto Tamerlano il Grande, i suoi parenti avevano pensato di seppellire il corpo del governatore nel complesso del suo nipote. Quindi all’inizio del XV secolo il complesso è diventato mausoleo. La Piazza Registan (XV-XVII secoli) significa ‘piazza sabbiosa’ o ‘piazza principale’. E’ il simbolo e la più bella piazza del paese. Ci sono 3 grandi madrase: la Madrasa Ulugbek (XV secolo) era considerata il ‘centro degli intellettuali’, la Madrassa Sher Dor (XVII secolo) è decorata dai mosaici con i disegni leoni, la Madrasa Tilla-Kori (XVII secolo) ha una bellissima moschea decorata con oro. Qui si festeggia 2 grande feste: festa della primavera NAVRUZ (il 21 marzo) e il giorno dell’indipendenza (il primo settembre). La moschea di Bibi-Khanim (XV secolo) – dall’architettura gigantesca costruita anche questa per ordine di Tamerlano dopo la sua campagna in India, per mostrare il suo potere;  per farlo deportò a Samarcanda migliaia di artigiani indiani. Timur-lan (Letteralmente Timur lo Zoppo da noi chiamato appunto Tamerlano) volle costruire la grande moschea del venerdì con uno stile che la doveva farla somigliare al paradiso. Il Mausoleo Shah-i-Zinda significa ‘il re’ vivente’. E’ una necropoli o viale dei mausolei. Il complesso è pieno di mausolei. Nel X secolo Samarcanda è ridiventata una famosa città dell’Asia Centrale, in quel momento sulle tombe dei governatori della città sono stati costruiti dei mausolei. L’osservatorio di Ulugbek (1428-1429) fu costruito dal governatore e scienziato Ulugbek. Era considerata dagli studiosi uno dei migliori osservatori dell’islam medievale. Fu distrutto nel 1449 e fu riscoperto nel 1908. Rientro in hotel. Pernottamento.

9ºGIORNO – SAMARCANDA-ITALIA 

Prima colazione in hotel. Trasferimento all’aeroporto di Samarcanda per un volo a casa.

 

Itinerario di Viaggio

Per coloro che amano i viaggi in luoghi dove cultura e tradizioni si intrecciano con i grandi spazi della storia.

Dategli, dategli un animale, figlio del lampo, degno di un re presto, più presto, perché possa scappare dategli la bestia più veloce che c’è. Corri, cavallo, corri ti prego fino a Samarcanda io ti guiderò non ti fermare, vola, ti prego corri come il vento che mi salverò.” Così canta Roberto Vecchioni nella ballata in cui narra la storia di un soldato che, terminata la guerra, cerca di fuggire alla morte rifugiandosi a Samarcanda. Il luogo più ameno della Terra. Nel cuore dell’Asia centrale. In Uzbekistan. Questo Stato, indipendente dal 1991 dal governo sovietico, culla in se oltre duemila anni di storia e Samarcanda è, per eccellenza la città che evoca misticismo e stupore. Sebbene ricostruita negli anni recenti, Maracanda – questo il suo antico nome greco – è uno dei siti più antichi dell’Asia centrale. Probabilmente risale al V secolo a. C.. A quattro ore di auto da Tashkent, capitale uzbeca. Alessandro Magno stabilitosi in questa zona, elogiò la città in tal modo: “Tutto quello che ho udito di Marakanda è vero. Tranne il fatto che è più bella di quanto immaginassi”. Mirabile è il Registan, un complesso di tre magnifiche madrasse ricche di maioliche e mosaici azzurri che, sotto il sole inclemente dell’estate uzbeca (la temperatura varia dai 50 gradi a giugno ai 40 ad agosto) scintillano come oro. Il Registan, che in lingua tagika, la più diffusa a Samarcanda, perfino rispetto all’uzbeco, vuol dire “luogo sabbioso”, si staglia davanti al visitatore in maniera imponente. Tre edifici, due laterali e uno frontale, dritti verso il cielo a confondersi con il suo azzurro e al centro di questa piazza un ampio spazio verde. L’accesso ai minareti è vietato, ma con pochi sum, la moneta locale, elargiti ai poliziotti su loro stessa proposta, questi chiudono un occhio. Dall’alto dei circa 33 metri dei minareti, si può ammirare l’intero piazzale del Registan come se ci si trovasse sul tetto del mondo. A colorare, se ce ne fosse bisogno, il tutto, ecco che ovunque – nel senso letterale del termine – compaiono bancarelle di insistenti venditori. L’artigianato locale offre le medesime cose in ogni remota località dell’Uzbekistan. Dalle preziose sete, ai tappeti, ai tessuti suzani realizzati a mano, dalle sciarpe di pelo di cammello alle ceramiche, dalle profumate spezie ai gadget. E in questo luogo conosciuto come la via della seta, la produzione del filato è ancora un lavoro a domicilio, svolto dalle famiglie, soprattutto dalle giovani donne, e la maggior parte dei bachi da seta è allevata dagli agricoltori nelle proprie case. Così era nel IV secolo. Così è adesso. Passeggiando per Samarcanda ci si immagina uno dei percorsi compiuti dai carovanieri che commerciavano in tessuti, spezie attraversando l’Asia e giungendo fino a Costantinopoli e da lì in Italia. A nord est del Registan sorge la Moschea di Bibi Khanym, moglie cinese dell’emiro Amir Timur, ovvero Tamerlano (1336-1405). La leggenda vuole che la donna, per fare cosa gradita al marito, assente per un lungo viaggio, ne ordinò la costruzione in tempi molto celeri. L’architetto che sovrintendeva i lavori, innamorato di Bibi Khanym, accettò di terminare l’opera prima del ritorno di Tamerlano solo in cambio di un bacio sulla guancia. Nonostante la ritrosia, la donna accettò, ma il suo bacio lasciò un segno indelebile sul volto dell’uomo. Al suo rientro, Tamerlano, scoperto il fatto, giustiziò l’architetto e ordinò alle donne di indossare il velo per non tentare gli altri uomini. Il viale delle tombe, l’osservatorio del nipote di Tamerlano, le moschee sono ciò che Samarcanda propone a chi le fa visita. Ma da non perdere è, soprattutto il mercato cittadino, a pochi passi dal centro, dove, a qualsiasi ora, regna sovrana la frenesia. Qui gli odori penetrano fin nella pelle lasciando addosso la sensazione che l’aria sia impregnata di spezie.  Dai versi del poema di James E. Flecker “The Golden Journey to Samarkand” del 1913: “Per la bramosia di conoscere ciò che non dovrebbe essere conosciuto, percorriamo la Strada Dorata che porta a Samarcanda”. 

Informazioni generali

LA QUOTA COMPRENDE

  • Volo interno Tashkent – Urgench
  • Assistenza aeroportuale in arrivo e partenza
  • Trasferimenti in bus privato per la durata del tour.
  • Guida in lingua italiana per tutto il tour.
  • Tutti gli ingressi ai musei e visite come da programma.
  • Sistemazione in hotel 4****e  5***** pensione completa (colazione, pranzo e cena);
  • Kit da Viaggio.
  • Assicurazione medico bagaglio e annullamento 

 

LA QUOTA NON COMPRENDE

  • Quota volo Roma – Tashkent – Casablanca – Roma incluso bagaglio da stiva a partire da € 1.190,00 da riconfermare all’emissione
  • Mance per autisti, guida, facchini, camerieri euro 35,00 ed extra in genere;
  • Permessi per le macchine fotografiche nei musei
  • Bevande
  • Extra personali

 

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