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BOLOGNA :I PORTICI-MICHELANGELO-LA CERTOSA-LA GASTRONOMIA-RINASCIMENTO-GHETTO

In Breve

BOLOGNA…LE SUE BELLEZZE DA SCOPRIRE

Un tour fuori dai canoni tradizionali del turismo di massa ,mordi e fuggi.

Un tour di ben 4 giorni interi, alla scoperta dei luoghi più suggestivi e interessanti e sconosciuti di Bologna.

Un tour che comprende anche gastronomia d’eccellenza.

Un tour ideato, pensato e  creato da me per il Viaggiatore più esigente.

Già a fine novembre, poi, avremo la fortuna di  respirare atmosfera natalizia, magica ,sotto i portici.

I bolognesi, infatti si preparano a festeggiare come forse solo a Siracusa sanno fare, Santa Lucia il 13 dicembre…il resto a quando ci vedremo a Bologna.

Claudio Tomassini 

Storia e informazioni sui portici di Bologna

Nel 2021 l’Unesco ha inserito nel Patrimonio dell’Umanità 12 tratti tra i più significativi dei Portici di Bologna, riconosciuti dall’agenzia delle Nazioni Unite come un elemento identificativo della città di Bologna.

I portici di Bologna sono un biglietto da visita unico per i turisti e un salotto cittadino in cui vivere la città come si è fatto per secoli.

L’origine dei portici è legata al periodo di espansione della Bologna medievale, quando l’inaugurazione dell’Università nel 1088 portò in città studenti e dotti da ogni parte d’Italia e del mondo. Di fronte al forte incremento della popolazione fu necessario ampliare gli spazi abitativi e le attività commerciali e artigiane del tessuto urbano, senza però occupare il suolo pubblico e togliere spazio utile alla vita cittadina.

I portici erano la soluzione ideale: permettevano di ampliare la parte superiore degli edifici e, allo stesso tempo, offrire riparo dalle intemperie e dal sole. I portici, nati in modo quasi spontaneo, furono regolamentati dal 1288 con un bando del Comune che impose l’aggiunta dei portici alle case già edificate e stabilì che le nuove costruzioni dovevano essere erette con un portico.

                               Il riconoscimento dell’UNESCO

                              I portici di Bologna  sono patrimonio dell’Umanità UNESCO!

A Bologna, come ogni anno, da metà novembre (circa) il portico monumentale della Chiesa di Santa Maria dei Servi accoglie l’Antica Fiera di Santa Lucia, la più antica fiera di Bologna. Tra le numerose bancarelle si possono comprare originali idee regalo, addobbi e decorazioni natalizie, prodotti dell’artigianato, giocattoli e dolci della tradizione gastronomica locale. Si tratta di una delle principali fiere della Regione Emilia Romagna che da secoli dà il via al Natale e allo shopping festivo.

Mercatini di Natale a Bologna - Bologna Dreaming

Bologna e il Michelangelo che non c’è

E’ cosa nota che Bologna conservi alcune delle prime opere di Michelangelo Buonarroti. Nel 1495 infatti, in fuga da Firenze dopo la caduta dei Medici, il giovane artista trovò ospitalità presso Giovan Francesco Aldrovandi. Per sua intercessione gli furono commissionate tre sculture destinate all’arca di san Domenico nell’omonima chiesa: un angelo reggicandela, il San Petronio e il san Procolo, che ancora oggi possiamo ammirare nella visita a quello straordinario capolavoro.

La Certosa di Bologna è un cimitero-museo dove perdersi tra le opere nel silenzio

“È Un’immensa soddisfazione e un grande riconoscimento che ci rende felici”.

(Sindaco di Bologna).

“L’inclusione della Certosa nel Patrimonio UNESCO dimostra ancora una volta quanto il Cimitero Monumentale sia parte della storia e della memoria della città, non solo a livello locale ma a livello internazionale”

Il cimitero storico monumentale Certosa di Bologna sorge poco fuori dal centro della città, collegato con un portico a San Luca, ed è uno dei cimiteri più antichi d’Europa. La passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione di sepolcri familiari ha reso il cimitero della Certosa un vero e proprio museo a cielo aperto, dove trovano riposo i personaggi più illustri del panorama bolognese e lo stesso cimitero è stato fonte di ispirazioni per artisti e letterati di tutta Europa come Chateaubriand, Byron, Dickens, Mommsen e Stendhal.

                        La Certosa è uno dei luoghi più suggestivi di Bologna.

Non solo un cimitero: le storie dei grandi bolognesi del passato si intrecciano al verde che circonda le opere d’arte costruite per mantenere vivo il loro ricordo.

I Bentivoglio e la Bologna del Rinascimento

I Bentivoglio (in latino Bentivolius) furono una famiglia feudale insediatasi a Bologna nel XIV secolo. Trinciato dentato d’oro e di rosso. Furono signori della città, fra alterne vicende e spesso in contrasto con il potere papale, dal 1401 al 1506, quando papa Giulio II li costrinse all’esilio. Signori di fatto dall’inizio del Quattrocento fino alla rovinosa cacciata avvenuta nel 1506, per mano del pontefice Giulio II e degli stessi cittadini, i Bentivoglio furono protagonisti di una stagione unica di potere e splendore artistico, le cui tracce ancora si trovano nelle strade, nelle piazze e nelle chiese di Bologna: dalla splendida architettura del Palazzo del Podestà in Piazza Maggiore ai magnifici dipinti di Francesco Francia e Lorenzo Costa in San Giacomo Maggiore, celebrazione del potere dei Bentivoglio, dalla “Cappella Sistina Bolognese” nell’Oratorio di Santa Cecilia, opera degli stessi Francia e Costa insieme ad Amico Aspertini, all’unicità della forza espressiva del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dall’Arca, capolavoro d’ineguagliabile bellezza, fino alle prove scultoree nella Basilica di San Domenico di un giovanissimo Michelangelo, il cui stile esce profondamente trasformato dal soggiorno bolognese del 1494.

L’affascinante e antico ghetto ebraico

L’antico ghetto ebraico, in pieno centro medievale, conserva ancora oggi la sua struttura originaria. Un dedalo di viuzze e passaggi sospesi, ponti coperti e piccole finestre che racconta la storia di un’intera comunità, costretta a vivere in un’area specifica delle città italiane dallo Stato della Chiesa a partire dal 1556.

Gli ebrei di Bologna vissero qui fino al 1569, quando furono espulsi una prima volta, e poi nuovamente tra il 1586, quando fu loro permesso di rientrare in città, e il 1593, anno della cacciata definitiva.

L’arteria principale del Ghetto è via dell’Inferno, verso la quale confluisce un intreccio di altre piccole stradine: via de’ Giudei (un tempo via S. Marco e poi via delle due Torri), via Canonica (un tempo via Canonica S. Donato), vicolo di S. Giobbe, vicolo Mandria, via del Carro e via Valdonica.

Dal 1932: anni di ininterrotta attività, celebrata da guide, riviste, libri di gastronomia, ghiottoni viaggiatori di mezzo mondo.

La ditta “A.F. Tamburini” è nel cuore del centro storico di Bologna, città famosa nel mondo per la sua cucina, ma soprattutto per i suoi insaccati, la mortadella, i tortellini, i sapori potenti e intensi. Una cucina definita, al di qua della odierna “demonizzazione” del termine, “grassa”. “Grave”, secondo l’Artusi, “perché il clima così richiede; ma succulenta, di buon gusto e salubre, tanto è vero che colà le longevità di ottanta e novant’anni sono più comuni che altrove”.

 

Partenza: 05 Dicembre - 08 Dicembre
Durata: 4 giorni 3 notti
Gruppo minimo: 25
Costo per persona: Quota base a persona in camera doppia € Supplemento singola € ESSENDO INCLUSA POLIZZA ANNULLAMENTO VIAGGIO, IN CASO DI VOSTRA RINUNCIA ANNULLAMENTO FINO AL GIORNO DELLA PARTENZA AVRETE ZERO PENALI.
Prenotazioni entro: il 30 MAGGIO e sino ad esaurimento disponibilità, versando un acconto di € 50,00 più la quota del treno. Saldo entro 35 giorni dalla partenza. N.B: tariffa treno soggetta a riconferma sino emissione dei biglietti, pertanto è fortemente consigliato prenotare il prima possibile!!

Il Programma di Viaggio

 PARTENZE DA TUTTE LE CITTA ITALIANE IN AEREO O TRENO

1° GIORNO: ROMA – BOLOGNA

Ritrovo dei partecipanti e partenza dalla stazione di Roma Termini con treno AV diretto a Bologna.

Arrivo in stazione a Bologna e trasferimento a piedi (hotel posizionato strategicamente a pochi passi dalla stazione) in hotel per depositare i bagagli, e iniziamo subito la scoperta della città con guida autorizzata Regione Emilia Romagna.Tour a piedi.

Un nuovo tour a piedi per visitare i portici di Bologna - Lonely Planet

Dov’è il portico più alto? E il più largo? Attraverso le diverse epoche e i diversi stili scopriremo come l’elemento architettonico “Portico” sia cresciuto insieme al tessuto urbano, integrandosi ad esso fino a diventare uno dei tratti distintivi di Bologna.

Nominati Patrimonio dell’Umanità UNESCO, i portici di Bologna, lunghi quasi 62 km di cui 40 km solo nel centro storico, rendono la città felsinea unica al mondo. Fin dal 1100, quando la crescita dell’Università spinse a inventarsi un nuovo spazio urbano, i portici sono diventati un luogo, a un tempo pubblico e privato, di socialità e commercio, salotto all’aperto simbolo stesso dell’ospitalità bolognese.

Passeggiando per la città, si possono percorrere varie tipologie di portici. Da quelli in legno, come la duecentesca casa Isolani in strada Maggiore e i portici di via Marsala, fino ai trecenteschi “beccadelli”, semi-portici senza colonna come quello presente nella facciata posteriore di Palazzo d’Accursio e nel Palazzo Ghisilardi-Fava. Molto noto è l’altissimo portico “dei Bastardini” in via D’Azeglio, così chiamato perché sotto le sue volte, fino al 1797, aveva sede l’orfanotrofio, e il portico dell’Archiginnasio, noto come “Pavaglione”.

Unesco: i portici di Bologna patrimonio dell'Umanità. Merola esulta:

Il portico più largo della città è il quadriportico della basilica di S.Maria dei Servi in strada Maggiore, progettato a fine Trecento, il più stretto, con i suoi 95 cm, si trova in via Sanzanome.

Il portico più alto di Bologna è il Portico della Zanichelli, nota casa editrice bolognese, in via Irnerio, con i suoi 12.94 metri (nel sommo del riquadro più alto del soffitto a cassettoni). Una novità nell’immaginario collettivo perché spesso attribuito al Portico di via Altabella, di 10.02 metri, o al Portico di legno di Casa Isolani, di 12.58 metri, su strada Maggiore.

I portici di Bologna: Patrimonio Mondiale UNESCO | Bologna Experience

Terminata la visita dei portici, pranzo libero per poter assaggiare i famosi tortellini bolognesi specialità del posto.

                          SULLE TRACCE DI MICHELANGELO

Proseguiamo il nostro viaggio con una visita guidata a piedi partendo dalla Piazza Maggiore e dall’antico Palazzo d’Accursio, ora sede del Comune, che ci riporta alle prime testimonianze della presenza michelangiolesca a Bologna.

Piazza Maggiore Bologna, cosa vedere | Elle Decor

Cosa vedere a Piazza Maggiore a Bologna - Sixt Magazine

Percorrendo le strade medioevali del centro storico bolognese, si aprono inaspettate piccole piazze, sulle quali si affacciano chiese, alte torri medioevali, segno distintivo di una Bologna d’altri tempi, antichi palazzi, fino al Portico del Pavaglione, la piazza che in passato fu sede del fiorente mercato della seta, che vide Bologna leader nella produzione serica fin dal XV secolo.
Attraversando Piazza Cavour, la famosa “Piazza Grande” cantata da Lucio Dalla,

La statua di Lucio Dalla sulla panchina della vera Piazza Grande - la Repubblica

si raggiunge la Basilica di San Domenico, un tempo sede dell’Inquisizione, che custodisce la famosissima Arca del Santo, impreziosita da sculture di Michelangelo e da altri illustri artisti come Nicola Pisano e Alfonso Lombardi.

La Basilica di San Domenico – Guida di Bologna

Cultura - Museo della Basilica di San Domenico

 

A fine visite rientro in hotel. Cena e pernottamento.

Nb. Cena potrebbe essere prevista in ristorante vicino hotel.

2° GIORNO-CERTOSA -I SETTE SEGRETI

Prima colazione in hotel la nostra giornata inizia con la visita guidata della Certosa di Bologna.

Trasferimento in bus.

Un abbraccio lungo tutta la città: i portici di Bologna  sono patrimonio dell’Umanità UNESCO!

Nel progetto del Comune di Bologna erano inclusi anche alcuni luoghi identitari della città per cui erano stati creati dei portici: San Luca, il Baraccano e la Certosa.

“È Un’immensa soddisfazione e un grande riconoscimento che ci rende felici”. 

Sindaco di Bologna

“L’inclusione della Certosa nel Patrimonio UNESCO dimostra ancora una volta quanto il Cimitero Monumentale sia parte della storia e della memoria della città, non solo a livello locale ma a livello internazionale”

Il cimitero della Certosa di Bologna venne fondato nel 1801 riutilizzando le strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796. La chiesa di san Girolamo è testimonianza intatta della ricchezza perduta del convento. Alle pareti spicca il grande ciclo di dipinti dedicati alla vita di Cristo, realizzato dai principali pittori bolognesi della metà del XVII secolo. Fulcro del cimitero è il Chiostro Terzo, riflesso fedele della cultura neoclassica locale dove, alle iniziali tombe dipinte, si sostituirono poi opere in stucco e scagliola e – a partire dalla metà dell’Ottocento – in marmo e bronzo. Il complesso nel corso dei secoli è il risultato di una articolata stratificazione di logge, chiostri ed edifici che vanno dal XV secolo ad oggi, che man mano assumono caratteri di progressiva ampiezza e monumentalità. All’interno si conserva un vastissimo patrimonio di pitture e sculture realizzate da quasi tutti gli artisti bolognesi attivi nel XIX e XX secolo, testimonianza delle complesse vicende artistiche, storiche e intellettuali di Bologna, cui si sono aggiunte in anni recenti alcuni interventi di artisti contemporanei. Notevoli le presenze artistiche ottocentesche ‘forestiere’, vero banco di confronto e stimolo per gli artisti locali.

Nel cimitero sono ospitate alcune figure importanti per la storia locale e nazionale, tra cui lo statista Marco Minghetti; i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti; il premio Nobel per la letteratura Giosue Carducci e lo scrittore Riccardo Bacchelli; il cantante d’opera Carlo Broschi detto Farinelli, il compositore Ottorino Respighi e il cantante Lucio Dalla; il generale Giuseppe Grabinski e il primo ministro Taddeo Matuszevic, polacchi; i fondatori delle aziende Maserati, Ducati e Weber e della casa editrice Zanichelli. La Certosa è stata per tutto l’Ottocento meta privilegiata del visitatore a Bologna. Lord Byron, Jules Janin, Charles Dickens e Theodor Mommsen hanno lasciato traccia scritta della loro passeggiata nel cimitero.

Visita Guidata alla Certosa di Bologna dedicata all'Ottocento

La Certosa si trova appena fuori le mura della città, e conserva la più ricca e preziosa raccolta di arte neoclassica italiana , esteso per una superficie di circa a 30 ettari il cimitero della Certosa è tra i più grandi d Europa tra quelli di maggior pregio storico artistico su tutto il territorio nazionale

Certosa di Bologna. Calendario estivo - Mostra - Bologna - Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna - Arte.it

Ritorniamo in centro e assaporeremo un’

“esperienza” gastronomica speciale per I Viaggi Di Giorgio

 in via esclusiva
BOLOGNA FOOD TOUR TAMBURINI MERCATO DI MEZZO

Questo tour permetterà a tutti di scoprire la gastronomia bolognese con una passeggiata all’interno del mercato del Quadrilatero, vero cuore pulsante delle specialità locali dove potremmo immergerci in questa atmosfera assaggiando molte delle specialità del posto. Si scopriranno tutti gli aneddoti sulla cucina bolognese lasciandosi trasportare dalla magica atmosfera del centro città. Visita alle famose botteghe storiche di Bologna e assaggio di specialità tipiche accompagnate da un ottimo bicchiere di vino locale in uno dei locali più caratteristici del Mercato di Mezzo.

Antica Salsamenteria Tamburini a Bologna | Tamburini dal 1932

 

Tra i massimi custodi di tanta fama vanno considerati i “salsamentari”, gastronomi da banco, di cui Tamburini è stato tra gli interpreti più fedeli e generosi e della cui Società di mutuo soccorso, fondata nel 1876Giovanni Tamburini è stato Presidente. L’evoluzione della specie ha, per così dire, spostato gli interessi e il raggio d’azione dell’ultimo Tamburini, Giovanni, verso direzioni e luoghi gastronomico-culturali vari e diversificati: il Bistrot (di lettura) diurno veloce e di qualità (Velocibò), l’Accademia dei Notturni, luogo canonico per riunioni conviviali di tradizione (nozze, riunioni Lyons, convegni) ma anche, da alcuni anni, eventi gastronomico-culturali di eccellente livello, fantasia e di travolgente successo e simpatia, il Down-Town CafèMenSA, etc.

L’altro ieri

Nel 1860 circa è proprietaria della bottega la famiglia Benni, amministratori del patrimonio del Principe Baciocchi, marito di Elisa Bonaparte. Sono loro che installano il sistema di carrucole e binari, con i ganci ai quali venivano appese le mezzene. Il bestiame veniva lavorato e trasformato, in questa sorta di “catena di smontaggio del maiale” all’interno della bottega e la vendita iniziava direttamente, appena finita la lavorazione.

Fino al 1973 era possibile vedere entrare in bottega le mezzene fumanti, macellate da meno di mezz’ora, uno spettacolo che infatti catturava ogni volta la curiosità di decine di persone. La pratica (quella relativa alle mezzene, non quella relativa al “tifo”) fu sospesa solo nel 1973, ma rimangono, in ottimo stato, e ben visibili all’interno dell’attuale Bistrot, le attrezzature, pezzi ormai rarissimi di archeologia industriale.

 

Proseguiremo  il pomeriggio con delle visite seguendo itinerari  particolari e curiosi da un perdere a Bologna!

                                                     …. i Sette segreti… 

Ci sono segreti che possono essere svelati senza far dispiacere nessuno. Quelli di Bologna ne sono un esempio. Già, perché la città ne ha ben sette, che molti bolognesi doc conoscono e si divertono a raccontare ai turisti. Pronti per andare alla scoperta dei sette segreti di Bologna?

                                        La finestrella di via Piella

 

Storie e segreti di Bologna | Travel Emilia Romagna Via Piella e la finestrella di Bologna | Dove Viaggi

Uno dei sette segreti si nasconde dietro a una finestra, anzi, una finestrella, quella in via Piella. Una volta aperta ci sembrerà di essere in una piccola Venezia, pur senza muoversi da Bologna. Da qui si può infatti ammirare il canale delle Moline scorrere tra le case, una delle poche occasioni rimaste, ormai, per vedere lo scorrere di un canale in centro. Una volta la città era attraversata da numerosi canali artificiali e vie d’acqua, che venivano usati per alimentare i mulini e le macchine idrauliche per la produzione di seta, lana e altri prodotti che venivano poi esportati in tutta Europa. Ora questi canali continuano a scorrere sotterranei, ma esistono ancora alcuni punti in cui ammirarli anche in superficie. Uno è appunto via Piella, tra gli altri si ricordano gli affacci sul Canale sui ponti in via Oberdan e via Malcontenti.

                                         I quattro cantoni del Podestà

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C’è un posto, nel pieno centro di Bologna, in cui giocare al “telefono senza fili”. Si trova sotto al voltone del Podestà e per “giocarci” basta posizionarsi nei due angoli opposti della volta. Le due persone che provano questa attività si devono mostrare le spalle e guardare invece il muro. A questo punto basta cominciare a parlare (uno per volta!) anche sottovoce e le frasi appena pronunciate arriveranno chiare e tonde al nostro interlocutore. Provare per credere!

                                                           Il dito del Nettuno

Impossibile non andare ad ammirare il Nettuno se siamo a Bologna. E allora già che ci siamo possiamo scoprire un altro segreto! Posizioniamoci alle spalle del Nettuno, nell’angolo a destra verso la Sala Borsa. Trovare il punto esatto non è un problema, basta cercare la cosiddetta “mattonella della vergogna”, una pietra nera posta vicino alla scala che porta alla biblioteca.

Ora che abbiamo trovato il punto esatto guardiamo il Nettuno. Da questa posizione sembra proprio di vederlo in un momento, diciamo, di estrema euforia, regalandoci una curiosità, per così dire, erotica. In realtà si tratta di un effetto ottico e quello che vediamo altro non è che il dito della sua mano sinistra.

                                                   Canabis Protectio

Un’antica scritta ci regala una curiosità. Leggiamola in latino: “panis vita, canabis protectio, vinum laetitia”. Significa “il pane è vita, la canapa è protezione, il vino è letizia” e si trova sotto la volta del portico all’esterno del Canton de’ Fiori, all’angolo tra via Indipendenza e via Rizzoli. Perché questa iscrizione e soprattutto, cosa c’entra la cannabis? Tutto deriva dall’importante ruolo che una volta aveva la canapa a Bologna. Il suo commercio era infatti fiorente all’epoca, portando molta ricchezza alla città. Ecco il motivo del riferimento alla “protezione”!

Le tre frecce di Corte Isolani

Un segreto e un mistero allo stesso tempo: le frecce ci sono o no? Il dilemma vale un tentativo! Basta andare in Strada Maggiore, sotto al portico di Casa Isolani, e alzare la testa. Qui, la leggenda narra che sul soffitto del portico siano ancora conficcate tre frecce, scagliate secoli fa all’indirizzo dell’antica padrona di casa, condannata a morte dal marito per adulterio. La donna, però, per evitare l’esecuzione si sarebbe mostrata senza veli alla finestra, distraendo così gli arcieri, che sbagliarono clamorosamente mira. Le frecce finirono così sul soffitto.

Il vaso rotto sulla Torre degli Asinelli

I più curiosi possono tentare la salita fino alla cima della Torre degli Asinelli per verificare questo segreto, ma, attenzione, la delusione potrebbe essere dietro l’angolo.

Secondo i racconti, nel punto più alto della Torre ci sarebbe, infatti, un vaso rotto che simboleggia le buone qualità di Bologna nella risoluzione dei problemi. Tentar non nuoce! Una raccomandazione agli studenti che tentano la salita: la leggenda narra che porti sfortuna salirci prima della laurea.

Panum Resis

Ed eccoci arrivati all’ultimo segreto, e che segreto! Coinvolge l’Università di Bologna, così ricca di storia e aneddoti. A Palazzo Poggi, in via Zamboni, su una cattedra universitaria sarebbe incisa la frase “Panum Resis”, ovvero “la conoscenza sta alla base di tutte le decisioni”. Un omaggio e un riferimento, dunque, allo Studium che tanto per la conoscenza ha fatto e continua a fare.

La leggenda della Goliardia

Cappello Goliardia

Infine seguiremo un’itinerario per scoprire scherzi e leggende del posto… La Goliardia… che cos’è precisamente? dove nasce? A Bologna ovviamente! E proprio all’ombra delle due torri è ancora possibile incontrare giovani Goliardi con la feluca in testa, ma sono molte le curiosità e le domande su quella che è una delle più antiche tradizioni studentesche bolognesi.

Cena libera, rientro in hotel,  pernottamento.

3° GIORNO

I BENTIVOGLIO E LA BOLOGNA DEL RINASCIMENTO

Colazione in hotel, e proseguiamo la  nostra scoperta di Bologna.

Riscopriamo gli anni d’oro del Rinascimento bolognese all’epoca dei Bentivoglio, signori della città felsinea, attraverso luoghi, capolavori d’arte e curiose leggende che ancora oggi testimoniano la presenza di questa importante famiglia: dal Palazzo di Re Enzo e la leggendaria origine della famiglia Bentivoglio alla Basilica di San Giacomo Maggiore, scrigno d’arte, che insieme all’Oratorio di Santa Cecilia,  custodisce il più importante ciclo pittorico del rinascimento bolognese, sottolinea l’amore di questa famiglia per l’arte, la musica e la cultura.

Il complesso di Bentivoglio che visiteremo comprende:
Castello di Bentivoglio

 

CASTELLO DI BENTIVOGLIO | Luogo FAI
Il Castello fu costruito tra il 1475 e 1482 da Giovanni II Bentivoglio
È composto da due porticati, un ampio cortile, grandi finestre, accoglienti stanze con annessi servizi e stalle e corridoi semplici con vivaci decorazioni.
Esclusa l’area inserita nell’Istituto Ramazzini, sarà possibile visitare tutto l’interno ed esterno del Castello.

 

Palazzo Rosso

Facciamo un giro in centro?: PALAZZO ROSSO

PALAZZO ROSSO - Nellevalli Magazine

Palazzo Rosso, meravigliosa costruzione affacciata sul Navile, è forse uno dei più noti esempi extraurbani della stagione Liberty bolognese; semplice ed elegante riassume in sé i caratteri locali ed internazionali dell’arte sviluppatasi in Europa a cavallo tra Ottocento e Novecento.

 

Il Mulino Pizzardi a Bentivoglio fu edificato da Guido Lambertini sulle rive del canale Navile in località Ponte Poledrano a metà del 1300. Successivamente, nel 1817, la famiglia Pizzardi lo acquistò insieme al vasto complesso di edifici e attività che via via era sorto tra i due rami del canale Navile.

Pranzo libero.

Nel pomeriggio trasferimento al Santuario della Beata Vergine di San Luca, e dalla terrazza panoramica si può godere di una splendida vista sulla città di Bologna. Visita all’interno della Chiesa e al termine si scende a piedi fino a Porta Saragozza all’Arco del Meloncello.

San Luca Sky Experience
La cupola visitabile più alta d’Europa

 

Una passeggiata lungo i portici di San Luca a Bologna

In serata rientro in hotel cena e pernottamento.

4° GIORNO: BOLOGNA – ROMA

Dopo la colazione in hotel raggiungiamo il centro storico per una scoperta della BOLOGNA EBRAICA.
Visita ai luoghi che testimoniano la presenza di quella che un tempo fu un’importante comunità ebraica fino all’istituzione del ghetto nel 1555. Inizieremo il percorso ricordando i fatti più interessanti sulla cultura ebraica in Emilia Romagna. Cammineremo per le strade del ghetto contemplando alcuni dei suoi edifici più emblematici, come il Palazzo Malvasia, sede del Museo Ebraico, o la torre degli Uguzzoni.

Natura Impegnato miliardo palazzo pannolini bologna rotaia Allestero Riflessione

 

Visiteremo anche la cosiddetta via dell’Inferno, l’arteria principale del quartiere ebraico di Bologna. Il tour ci porterà fino alla facciata di Palazzo Bocchi, dallo stile rinascimentale, dove parleremo dell’Accademia letteraria che fu fondata in questo edificio e dei suoi legami con il cristianesimo e l’ebraismo. Infine, visiteremo la Sinagoga di Bologna .

L'Accademia di Palazzo Bocchi: ebraismo ed eresia - turismo.bologna.it

Sinagoga Ebraica (Bologna) - Tripadvisor

 

Pranzo libero
Nel pomeriggio,passiamo in hotel a ritirare i bagagli e  ci dirigiamo in stazione per il nostro treno e rientriamo a Roma.

Informazioni generali

La quota comprende:

Pernottamenti in   hotel 3*** centrale  nei pressi della stazione in camera e colazione.
Brunch degustazione di prodotti tipici locali e la famosa lasagna bolognese, Food Tour Tamburini
Guida professionale per tutta la durata del tour.
Guida interna alla Certosa
Assicurazione medica e bagaglio
Assicurazione ANNULLAMENTO VIAGGIO CHE COPRE INTERO VALORE
Kit da Viaggio.
Iva di legge

La quota non comprende :

Quota treno a partire da € 90,00, tariffa da riconfermare all’emissione del biglietto
Biglietti d’ingresso (in aggiornamento)
Mance
Bevande ai pasti
Eventuale trenino turistico per salire e riscendere da San Luca
Extra personali e tutto quanto non previsto nella quota comprende.Tasse di soggiorno.

 

I PORTICI

I 12 tratti più rappresentativi sono diventati Patrimonio Mondiale dell’Umanità

Da ormai dieci secoli i Portici di Bologna sono un punto di ritrovo e socialità nonché emblema di ospitalità e del buon vivere bolognese. Spazi coperti di proprietà privata ma ad uso pubblico, i portici sono riconosciuti, dai bolognesi e dai visitatori, come elementi dell’identità urbana di Bologna.

Complessivamente si sviluppano per 62 chilometri, ed il più lungo, con i suoi 3796 metri, è il portico di San Luca che da porta Saragozza arriva al Santuario sul Colle della Guardia.

Alcuni sono costruiti in legno, altri in pietra o mattoni, e ricoprono strade, piazze e passaggi pedonali, a volte su un lato solo, a volte su entrambi i lati della strada.

I portici di Bologna contribuiscono a creare l’atmosfera storica che contraddistingue la città. Solo 12 tratti tra i più belli e rappresentativi dei 62 km di portici che punteggiano la città sono stati eletti a Patrimonio dell’Umanità, li potete visitare percorrendo: Strada porticata di Santa Caterina, Piazza Santo Stefano, Portici del Baraccano, Strada porticata di Galliera, Portici commerciali del Pavaglione e Piazza Maggiore, Portico devozionale di San Luca (il più lungo del mondo), Portici Accademici di via Zamboni, Portici di Piazza Cavour e Via Farini, Portico della Certosa, edificio porticato del quartiere Barca, Portici trionfali di Strada Maggiore, edificio porticato del MamBo.

 

 

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