CARNEVALE IN BASILICATA dal 1 al 4 marzo

 

Carnevale in Basilicata

 

 

Gli 8 Carnevali Storici più famosi

Il Carnevale in Basilicata è un evento molto sentito dalle popolazioni locali in quanto rappresenta un fortissimo patrimonio identitario e culturale.

Le maschere di Carnevale tipiche della Basilicata hanno origini molto antiche e sono legate a tradizioni arcaiche e contadine. Sono figure allegoriche spesso dall’aspetto anche molto grottesco.

Dai Rumit, alberi semoventi che provengono dai boschi e invadono il paese, all’Orso (Urs) e la Quaresima (Quaremma), tanti sono le maschere antropologiche che popolano le strade lucane durante il Carnevale.

Anche i riti carnascialeschi sono molto particolari perché oltre al tradizionale corteo si svolgono nei centri dei paesi vere e proprie rappresentazioni teatrali a cielo aperto che culminano con il rogo del pupazzo del Carnevale in piazza.

Tra i mesi di gennaio e marzo l’atmosfera in tanti comuni della Basilicata diventa magica e surreale.

Nelle province di Potenza e Matera sono 8 i comuni che costituiscono la Rete dei Carnevali Lucani a Valenza Antropologica e Culturale.

Qui la tradizione carnevalesca tocca momenti di alta spettacolarità e grande partecipazione sia da parte degli abitanti che dei visitatori.

Scopriamo le caratteristiche di questi Carnevali lucani e le maschere più belle della tradizione carnevalesca della Basilicata.

 

 

Il Carnevale di Satriano di Lucania

Il Carnevale di Satriano di Lucania (Potenza) è il Carnevale più caratteristico e suggestivo della Basilicata, uno dei pochi riti arborei sopravvissuti nella loro integrità.

Si svolge il sabato e la domenica prima del Martedì Grasso ed è caratterizzato da tre maschere tipiche che sfilano per le strade del paese:

  • L’Orso (L’Urs): uomo-animale vestito di pelli di pecora o di capra, rappresenta prosperità, buona sorte e successo. Si tratta del cittadino di Satriano emigrato verso terre lontane in cerca di fortuna e a causa della lunga lontananza dalla sua terra d’origine è muto e indossa un sacchetto che ne nasconde l’identità, lasciando liberi solo gli occhi e la bocca;
  • L’Eremita (U’Rumit): uomo-vegetale simile a un albero vagante in quanto è cosparso di foglie, rampicanti e altre piante. Anche questa maschera è silente e rappresenta il satrianese che nonostante non goda di buone condizioni economiche è rimasto fedele alla sua terra e ha provveduto a crearsi un rifugio nel bosco.

L’ultima domenica prima del Martedì Grasso i Rumita escono dal bosco e bussano alle porte delle case portando un buon auspicio per la primavera e ricevendo in cambio dei doni. Solitamente la Foresta che Cammina comprende 131 alberi vaganti, uno per ogni paese della Basilicata;

  • La Quaresima (A Quares’m): donna anziana e malinconica vestita di nero, sul cui volto è disegnata una smorfia rossa dalla bocca fino alle guance. Sul capo porta una culla che contiene il figlio concepito nel periodo di Carnevale, di cui però non conosce padre e che si pensa rappresenti il Carnevale ormai finito.

Il Carnevale di Satriano di Lucania si svolge con il corteo nunziale del Matrimonio con lo scambio di ruoli tra uomini e donne, la sfilata delle maschere tradizionali, il giorno dei Rumita e La Foresta che cammina, per concludersi con un falò e un concerto.

 

Gli eventi e le tradizioni popolari della Basilicata sono l’occasione imperdibile per venire a contatto con le popolazioni locali e condividerne la cultura e l’amore per le proprie origini.

 

MATERA

Matera è capoluogo di provincia della Basilicata. Il comune, che ospita circa 60 mila abitanti, è situato a 400 metri di altitudine nella parte Est della regione, a pochissimi chilometri dal confine con la Puglia.

Nota con l’appellativo di “Città dei Sassi“, è conosciuta in tutto il mondo per gli storici rioni Sassi, che ne fanno una delle città più antiche al mondo in quanto abitata fin dal Paleolitico.

Nel 1993 l’UNESCO dichiara i Sassi di Matera Patrimonio Mondiale dell’Umanità utilizzando per la prima volta come motivazione il concetto di Paesaggio Culturale.

la denominazione di “Matera” potrebbe derivare dai Romani, che usavano chiamarla Matheola definendo i suoi abitanti Matheolani, oppure dalla radice di Mata o Meta con il significato di mucchio, sassi, monte e collina da cui Matera in quanto mucchio o monte di sassi.

Capitale Europea della Cultura 2019, Matera è una città che sta conoscendo la ribalta internazionale grazie a una profonda opera di rivalutazione del suo patrimonio storico e culturale, diventando una meta sempre più gettonata da turisti provenienti da tutto il mondo.

Matera, un borgo dalla storia millenaria

Abitata fin da tempi antichissimi, Matera intrecciò rapporti politici e commerciali con le fiorenti colonie della magna Grecia, per poi divenire parte integrante dell’Impero Romano.

Nel Basso Medioevo conobbe un lungo periodo di decadenza, segnato da continue invasioni e dal costante pericolo di scorrerie degli agguerriti pirati arabi.

A partire dalla dominazione aragonese prima e spagnola poi, la storia di Matera si lega indissolubilmente a quella del Regno delle due Sicilie, dunque a Napoli e a Palermo.

Nel diciottesimo secolo le grandi guerre di successione europee (spagnola, polacca, austriaca) scuotono il Regno, che conosce una breve dominazione austriaca prima di tornare sotto la sfera d’influenza spagnola.

In questi decenni Matera è lontana dai fulcri del potere economico e amministrativo del Sud Italia e conoscerà una svolta solo grazie alla dominazione dei francesi che, occupato il territorio del Regno, vareranno la “Riforma Napoleonica” istituendo nuove province e nuovi distretti.

Architettura religiosa e monumentale

Matera è una città particolarissima, unica nel suo genere, dove è possibile venire a contatto con un passato senza tempo passeggiando nelle stradine del centro storico, perdendosi nell’incastro perfetto di strade e case, dove ammirare scorci panoramici mozzafiato e godere della magia del borgo illuminato alla sera.

Matera è anche un agglomerato che deve alla sua storia una incomparabile ricchezza di edifici monumentali e religiosi.

Oltre ai celeberrimi Sassi, una tappa obbligata è sicuramente la Cattedrale, la cui ristrutturazione è stata recentemente ultimata nel 2016.

Si tratta di un maestoso tempio edificato in stile romanico pugliese tra il 1230 e il 1270 sul punto più alto della città di allora.

La facciata dell’edificio rappresenta una dei più significativi simboli del romanico in tutto il Sud Italia, mentre l’interno è dominato dallo splendore dei restauri avvenuti in età barocca.

Il rosone centrale è costituito da colonnine e piccole arcatelle e richiama un tema molto in voga all’epoca: la ruota della fortuna, il gioco della sorte.

Un altro monumento da visitare a Matera è Palazzo Lanfranchi.

Progettato nella seconda metà del diciassettesimo secolo, è un prestigioso edificio costruito immediatamente a ridosso del Sasso Caveoso nel centro storico, al cui interno è ospitato il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, articolato in tre sezioni: Arte Sacra, Collezionismo e Arte Contemporanea.

Cosa visitare a Matera: i Sassi

I famosi Sassi di Matera altro non sono che il centro storico della città, strutturato in due grandi quartieri denominati “Sasso Barisano” e “Sasso Caveato”.

Attualmente i Sassi sono oggetto di attenzione e visite come simbolo architettonico unico, come testimonianza del vissuto e delle capacità di adattamento dell’uomo e dei materani, “ponte invisibile che collega passato e presente”.

L’insediamento dei Sassi infatti è in perfetta simbiosi con la natura e vanta caratteristiche esclusive, dal sistema di canalizzazione delle acque di pioggia, alle case-grotta scavate in modo da essere fresche in estate e riscaldate dai raggi del sole in inverno.

 

Interessante e suggestiva è una visita alla storica Casa Grotta di Vico Solitario, antica abitazione tipicamente arredata, dove è possibile acquisire familiarità con usi e costumi degli abitanti dei millenari “Rioni Sassi di Matera”.

 




Dora Midolo “EMIRATI ARABI”

Viaggio Emirati Arabi

Caro Claudio,
mi avevano detto “avrai delle sorprese” ma non mi aspettavo tanto sono stata benissimo sotto tutti i punti di vista sia albergo, cibo guida e soprattutto la tua presenza che ci ha rasserenzto e divertito!
Consiglio a tutti il viaggio magari aggiungerei un giorno in più!

Dora Midolo




Napoli e dintorni

Caro Claudio, è stato il classico viaggio che senza di te sarebbe stato un disastro. Invece TU, con le tue trovate meravigliose teatrali o di canto, di aperitivi simpatici in un giardino bellissimo ed anche mostrando grinta al rientro quando qualcuna si era messo a fare la spesa mentre noi aspettavamo ansiosamente di partire per arrivare in tempo per la chiusura del garage, SEI GRANDE! Grazie, viaggio bellissimo, insolito e stupendo come riesci a farlo solo TU!

Bacioni, Marita




Kandovan: lo Splendido Villaggio scavato nella Roccia Vulcanica in Iran

Kandovan è un villaggio del distretto Sahand, nella provincia di Osku, in Iran. Il paese rappresenta un’autentica meraviglia per le sue abitazioni scavate nella roccia vulcanica, che hanno la particolarità, unica al mondo, di essere abitate a tutt’oggi. Le case, definite come “troglodite” perché caverne abitate, vengono chiamate localmente Karaan, e sono ricavate nelle Lahar (colate di lava vulcanica o pietra vulcanica) del Monte Sahand.

La tipica forma a cono di queste antichissime abitazioni è il risultato del flusso di lava che, indurendosi, ha costituito una pietra porosa facilmente scolpibile, utilizzata come base di partenza per realizzare alcune abitazioni dagli antichi abitanti della Persia. La lava indurita misurava da principio diversi metri di spessore, ma l’erosione dell’acqua riuscì, durante un’opera durata milioni di anni, a formare questi tipici coni lavici.

L’area risulta abitata sin dal 4.000 a.C., durante l’epoca Sassanide, ma fu soltanto sette secoli orsono che vennero realizzate le attuali case all’interno della roccia lavica. Gli abitanti erano in fuga dalle invasioni Mongole della Corasmia, e trovarono un rifugio fra le rocce della futura Kandovan. La popolazione si salvò dallo sterminio grazie a queste casa, e da allora non le ha più abbandonate.

Oggi Kandovan conta circa 600 abitanti, e in paese sono presenti una scuola, una moschea, le terme pubbliche, un mulino ed un albergo per i visitatori. I Karaan, le abitazioni nella lava, sono organizzate a più livelli. Il pianterreno veniva solitamente utilizzato per gli animali e gli attrezzi di lavoro, mentre dal primo piano sino al quarto (presente in alcune case) si trovavano le stanze per la famiglia e la dispensa. I Karaan non sono soltanto esteticamente affascinanti, ma consentono anche un ottimo isolamento termico delle stanze interne.

Dentro le camere, molti mobili sono realizzati nella roccia, come ad esempio i Kazanè, gli armadi. Le finestre e le porte sono sempre a favore del sole, in modo da scaldare l’ambiente durante l’inverno, e solitamente sono assai piccoli per la media cui siamo abituati a pensarle in abitazioni tradizionali.

Gli abitanti del posto si dedicano ad attività tradizionali quali la pastorizia, l’allevamento di api, la tessitura di tappeti e la lavorazione dei metalli. Nonostante sia famosissima in tutto il mondo, Kandovan non ha numerosi turisti che la visitano, e in paese è presente soltanto un albergo, ovviamente scavato nella pietra lavica, che offre ai visitatori un’esperienza unica al mondo.

Le abitazioni più recenti fatte in mattoni.

La montagna vista da Kandovan.

L’interno di una tipica abitazione Karaan.




Festival della luce ad Amsterdam

Il festival delle luci di Amsterdam è un tripudio di colori, e offre ai visitatori la possibilità di sperimentare una nuova e insolita forma d’arte.

L’idea del festival è nata da un’iniziativa privata di alcuni artisti, appoggiati da una fondazione che ha finanziato negli anni le varie edizioni. Ad oggi, molte organizzazioni culturali, istituti di ricerca, aziende private e la stessa amministrazione di Amsterdam partecipano alla realizzazione dell’evento.

La luce è una nuova forma d’arte che offre agli artisti nuove possibilità di espressione. Grazie alla rivoluzione del LED, gli artisti possono sperimentare incroci fra arte e tecnologia. La finalità del festival delle luci di Amsterdam è proprio quella di far conoscere questa nuova forma artistica, proponendo le opere di artisti in un ambiente familiare per il pubblico.

Partenza: 11 dicembre – 14 dicembre

Durata: 4 Giorni – 3 Notti

Gruppo minimo: Minimo 10 persone – massimo 20 persone

Costo per persona: Quota a persona in camera doppia € 869,00 Supplemento singola € 130,00

Prenotazioni entro: 30 Ottobre,sino esaurimento disponibilità, versando un acconto di € 150,00. Saldo entro 20 giorni dalla partenza. Essendo inclusa la polizza contro annullamento al viaggio,siete coperti sino al giorno di partenza in caso di rinuncia o annullamento al viaggio avrete ZERO PENALI. N.B. La nostra polizza prevede anche copertura per pandemia,quindi contro Covid19. Valutate e confrontate altri Tour Operator se offrono la stessa garanzia

Il Programma di Viaggio

1° Giorno: Roma – Amsterdam

Incontro dei partecipanti in aeroporto, disbrigo delle formalità d’imbarco e partenza con volo diretto per Amsterdam.

Arrivo a destinazione, incontro con l’assistente e trasferimento in centro per un city tour di 3 h .

Trasferimento in hotel, assegnazione delle camere.

Cena e pernottamento

 

2° Giorno: Amsterdam

Prima colazione in hotel. Visita guida della città in bus e con guida in italiano.

La visita inizia dalla piazza più famosa della città: Piazza Dam. Visiteremo il mercato dei fiori galleggianti, lungo il Singel; attraverseremo la porticina dedicata a Sant’Orsola su Piazza Spui e accederemo al cortile Begijnhof, un giardino segreto fermo nel tempo. Vedremo la Torre di Montelbaan, un tempo luogo di raduno dei marinai della Compagnia delle Indie e oggi ufficio municipale per il controllo delle acque.

 

 

 
 
 

Nel pomeriggio proseguimento delle visite con minicruise sui canali di Amsterdam (inclusa)

Qual è la maniera più romantica e suggestiva di visitare la Venezia del Nord se non attraverso una minicrociera dei suoi canali? Lasciati entusiasmare dalle case mercantili che cingono i canali della città, dalle chiatte colorate, dalle atmosfere magiche create dai giochi di luce sull’acqua e dai meravigliosi ponti che la uniscono. 75 minuti di navigazione per rilassarsi e conoscere la città dalla sua prospettiva migliore: l’acqua.

Rientro in hotel

Cena e pernottamento

3° Giorno: Amsterdam

Prima colazione in hotel.

Partenza  con bus riservato e guida in lingua  in direzione di Volendam e Zaanse Schans per visitare i mulini a vento ed una fabbrica di zoccoli.

Pranzo libero.

E’ una delle mete turistiche più popolari dei Paesi Bassi. Anche se i protagonisti principali sono i Mulini a vento questa cittadina è l’ideale per comprendere la vita in Olanda tra il sei e il settecento apprezzando la bellezza delle dimore autentiche e delle attività artigianali ancora presenti.

Rientro in hotel.

Cena e pernottamento.

4° Giorno: Amsterdam – Roma

Prima colazione in hotel. Tempo libero a disposizione per lo shopping, e per approfondire la visita della città.

Trasferimento in aeroporto disbrigo delle formalità di imbarco e partenza con il volo di rientro verso i luoghi di provenienza.

Arrivo a destinazione. Fine dei servizi.

La Quota Comprende:

  • Volo Italia-Amsterdam A/R con bagaglio a mano
  • Trasferimento Apt/Htl/Apt con bus riservato e assistente in lingua italiana (Assistente solo in andata)
  • 3 notti in camera doppia standard in hotel 4****
  • 2 visite guidate intera giornata2 con bus riservato e guida in italiano
  • city tour all’arrivo di 3 h
  • 1 MINICRUISE (75 minuti)
  • Mezza pensione
  • Assicurazione medico – bagaglio annullamento

La Quota Non comprende:

  • Tasse aeroportuali pari a euro 80,00 soggette a riconferma sino emissione biglietteria aerea.
  • Bevande
  • Mance
  • Spese personali
  • Tassa di soggiorno da pagare in contanti in loco
  • Tutto quanto non espressamente previsto nella quota comprende.

VISITE OPZIONALI da prenotare in agenzia prima della partenza

1) HEINEKEN EXPERIENCE

Durata: 3 H

Non un museo ma un’esperienza sensoriale coinvolgente tra le mura del vecchio birrificio alla scoperta dell’affascinante mondo Heineken. Un tour interattivo con degustazione finale. € 68,00

Quota include: Bus riservato, guida in italiano

2) MUSEO VAN GOGH E RIJKSMUSEUM

Durata: 8 H

Il museo di Van Gogh  con i sui 200 dipinti e 550 fra disegni e acquarelli rappresenta una delle più vaste collezione di opere al mondo dell’artista olandese. Seguiremo in ordine cronologico l’evoluzione artistica del maestro in un lavoro di comparazione con i suoi contemporanei.

Il Rijksmuseum ospita la più grande collezione di opere d’arte del periodo d’oro dell’arte fiamminga oltre ad una vasta collezione di arte asiatica. € 140,00

Quota include: Bus riservato, guida in italiano, ingresso in entrambi i musei

3) MUSEO VAN GOGH O RIJKSMUSEUM

Durata: 4 H

Qualora fossi interessato ad uno solo dei due musei principali, nessun problema, provvederemo ad una HD in lingua italiana presso il museo che maggiormente risponde al vostro gusto.

Il tour prevede il trasferimento one way dall’Hotel al museo prescelto (rientro libero) € 83,00

Quota include: Bus riservato, guida in italiano (1 ogni 15 pax), ingresso ad un solo museo

4) MERCATO DEI FIORI DI AALSMEER

Durata: 4 H

E’il luogo di intermediazione floricola più importante d’Olanda e non solo. Per avere un’idea immediata delle sue dimensioni, si pensi che l’edificio della Bloemenveiling, con i suoi 99 ettari è il più grande edificio commerciale del mondo. € 61,00

Quota include: Bus riservato, guida in italiano, ingresso al mercato dei fiori

Aperto al pubblico il lunedì, il martedì, il mercoledì e il venerdì dalle 7.00 alle 11.00 e il giovedì dalle 7 alle 9




Perché viaggiare può aiutarti a combattere la depressione

depressione
Viaggiare non vuol dire solo spostarsi da un luogo all’altro e scoprire un posto nuovo, ma rappresenta soprattutto un’esperienza personale che si configura come viaggio interiore permettendoti di scoprire man mano una parte di te stesso che non conoscevi prima. Se viaggiare influisce sulle tue conoscenze e sulle tue emozioni allora può modificare anche i tuoi sentimenti e aiutarti nei periodi brutti della vita. Chi ha detto che scappare e andare via non è una soluzione? Spesso è proprio il contrario perché solo ponendoti a una certa distanza da quello che ti succede, puoi scoprire cose che fino ad oggi non riuscivi a vedere. Un viaggio indubbiamente ti porterà alla scoperta del mondo, ma inevitabilmente ti farà scoprire anche come estrapolare dal mondo quelle piccole esperienze che possono risolvere i problemi dentro di te. Viaggiare può aiutarti a combattere la depressione, un problema mentale estremamente comune, che può prendere tutti, ricchi e poveri, belli e brutti, famosi e persone comuni, ma che magari può essere in qualche modo risolta attraverso il viaggio.

Chi soffre di depressione non riesce a gioire delle cose comuni, come ad esempio la fine del freddo inverno e l’inizio della stagione calda, delle giornate di mare e di sole, un incontro speciale o un buon risultato conseguito, ma tende a vedere tutto sempre in negativo. La depressione ti fa vedere il grigio della vita, spegne i colori che ti circondano, spegne l’allegria. Un vuoto dentro esistenziale, logorante, che nessun caro riesce ad alleviare e in qualche modo risolvere. E allora cosa puoi fare? Affidarti sicuramente a un terapeuta è la scelta giusta perché la depressione resta una malattia pertanto prevede una cura, ma tentare di risolvere il problema da solo è un grande passo in avanti; vuol dire che la malattia non ti ha sconfitto, che hai ancora più forza tu e la puoi vincere, ce la puoi fare, da solo, con la tua volontà! Come farti aiutare? Sono molti gli psicologi che sostengono come valida soluzione per combattere la depressione la decisione di cambiare aria. Prendi, fai la valigia, metti il minimo indispensabile perché tanto ti occorrerà poco, creerai pian piano il tuo bagaglio emozionale. Tutto quello che nella vita quotidiana ti sembrava così triste e monotono non avrà più senso perché non farà più parte della tua quotidianità, rinnovata e ricostruita giorno dopo giorno da esperienze sempre nuove e imprevedibili.

Non c’è bisogno di programmare un viaggio lungo, in un posto molto lontano e avere a disposizione tanti soldi. Un weekend per allontanarsi da tutto e da tutti può essere più che sufficiente, ti può aiutare a staccare quella famosa spina dalla vita quotidiana, spesso opprimente. Le mete migliori per ritrovare piano il tuo benessere psicofisico sono sicuramente luoghi caldi e soleggiati. Il sole, oltre che aiutare il sistema immunitario, regolarizza i ritmi biologici e aumenta la risposta del sistema endocrino stimolando la produzione di serotonina (l’ormone della felicità) e la vitamina D, entrambe essenziali al nostro organismo per combattere quel lungo inverno interiore, ovvero la depressione. Spesso il vero problema è come ti senti in un modo pieno di regole e imposizioni sociali dove devi essere al posto giusto, con la persona giusta e nel momento giusto per fare la cosa giusta. Ma chi dice che deve andare per forza così? Perché devi per forza seguire uno schema? E’ proprio quello schema a creare una gabbia alla tua personalità perciò viaggiare, allontanarsi, scoprire nuove culture, avere nuovi stimoli, ti può far uscire da quello schema per farti poi comprendere che non è un obbligo farne parte, l’obbligo magari te lo imponi tu.

Un’esperienza significativa può essere affrontare un viaggio in solitaria, completamente con se stessi e basta e “tutto il mondo fuori” letteralmente. Il viaggio ti permette man mano di porti nuovi obiettivi, di sentirti più vivo e utile, di salvarti da quello che ti stava man mano devastando. Cosa ti stava portando sulla strada dell’abbandono interiore e cosa ti ha salvato? Le parole chiave sono perdersi e ritrovarsi. Di fronte a un mondo che ti ha voluto in un certo modo, vincolato a determinate regole, tu ti sei perso. La tua identità si è spaccata in mille pezzettini e man mano, calpestandone uno per volta, sei andato incontro al baratro. Viaggiare ti può permettere di recuperare quei frammenti di te, di ricomporli nella tua identità, farti ritrovare te stesso, sconfiggere il mostro della depressione. Viaggiare permette di ampliare il bagaglio di conoscenze, fa acquisire nuove esperienze, conoscere realtà diverse dalla tua. Se per te la normalità è svegliarti, lavorare, costruire un futuro e una famiglia, non è detto che per tutti in tutto il mondo le cose vadano allo stesso modo. Gli altri ti faranno capire che ci sono sempre delle soluzioni alternative da poter scegliere, soluzioni che troverai più adatte a te e che ti renderanno felice. Esplorare la realtà vuol dire acquisire quel bagaglio emozionale che si arricchisce giorno dopo giorno di nuove esperienze, sia brutte che belle, che vanno a modificare la tua concezione di vita. Il mondo ti consentirà di vivere esperienze uniche, di imparare qualcosa di nuovo e di sconfiggere la depressione.

Prova a mollare tutto e a partire, datti un tempo, una destinazione e prova a far ritornare il tuo vero “io”, la più grande vittoria è riuscirci da solo per non ricaderci mai più. Viaggiare fa crescere perché va da sè la comprensione che le cose brutte possono sempre accadere, ovunque ci troviamo. Ciò che cambia davvero quello che siamo è il modo che troviamo per affrontare gli aspetti negativi di una vita che, con tutti i contro che riserva, vale la pena di essere vissuta a pieno fino in fondo. E allora piuttosto che lasciarti andare ad ansie, paure e preoccupazioni eccessive, gettati in nuove situazioni che ti insegneranno come gestire con calma il dolore, come far passare un brutto pensiero considerando che c’è sempre chi sta peggio dite, come potrai imparare che la felicità sta nelle piccole cose. La frustrazione di ottenere quello che hanno gli altri e tu non hai a cosa serve se non a logorarti? Gioisci di quello che sei, di quello che possiedi, ritrova, attraverso il viaggio, l’aspetto positivo del ciclo della tua vita e tutto quello che ne consegue prenderà man mano il posto giusto. Ricorda che non tutti i mali vengono per nuocere e che spesso, dalle cose negative e dal dolore, nasce qualcosa di molto bello che probabilmente non avresti neanche capito se prima non avessi affrontato l’inferno.

Trasforma la tua malattia, la tua depressione, in un’arma letale non contro di te, ma contro tutto quello che ti ha condotto a stare così male e vinci. Aiutati e abbandonati a nuove esperienze. Viaggiare può essere stancante, l’avventura ti potrà sembrare troppo. Ma cosa hai da perdere? Quello che potresti ritrovare vale molto più di qualsiasi pensiero negativo ti possa creare ostacoli. Senza piani, senza mete predefinitine, senza organizzarti la giornata, vivi un’esperienza davvero aperta, datti la possibilità di conoscere altri luoghi e altre persone, di condividere la tua storia e le tue emozioni con gli altri e da questa ritrovata vitalità sconfiggi la tua malattia mentale. Perché viaggiare può aiutarti a combattere la depressione, ma a scegliere di farlo devi essere solo tu. Il mondo è fuori e aspetta solo te!




Leonardo Da Vinci: alle origini del Genio – 1 e 2 giugno

leo

Preparatevi alla scoperta del genio di Leonardo da Vinci. Un viaggio attraverso le sue radici, attraverso i luoghi di un’Italia rinascimentale che ha visto crescere ed esplodere il più grande genio di tutti i tempi. Il 1° e il 2 giugno vi aspetta una straordinaria esperienza sulla vita e le opere di Leonardo da Vinci, nella sua città Natale nel 500° anniversario dalla sua scomparsa.

La Mostra

A Vinci, luogo leonardiano per eccellenza, la mostra Leonardo a Vinci. Alle origini del Genio è incentrata sul legame biografico di Leonardo con la sua città natale e sulle suggestioni che la terra d’origine offrì al suo percorso di artista, tecnologo e scienziato. In quest’ottica, sono presentati alcuni documenti dell’Archivio di Stato di Firenze, fondamentali per la ricostruzione delle primissime vicende della vita del Vinciano, e il primo disegno conosciuto realizzato da Leonardo, il Paesaggio datato 5 agosto 1473, conservato presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi di Firenze.

Di grande suggestione all’interno della sezione biografica, l’esposizione del registro notarile del bisnonno di Leonardo sul quale, all’ultima pagina, il nonno Antonio da Vinci annotò la nascita, dopo quella dei suoi figli, del primo nipote, Leonardo, insieme alle portate catastali della famiglia da Vinci relative all’infanzia e prima giovinezza dell’artista. Nella sezione dedicata al giovanile disegno di Paesaggio del 1473, già identificato come raffigurazione della Valdinievole e di parte del Valdarno Inferiore, si documentano le suggestioni offerte al giovane Leonardo dalla sua terra d’origine. L’immagine costituisce infatti un vero e proprio “palinsesto” di tutta la futura opera di Leonardo tant’è che è già possibile intravedervi il profondo interesse verso la natura, la fascinazione per l’acqua e il suo movimento vorticoso, le ricerche in campo geologico e cartografico. In questo contesto, si offre una lettura del disegno da più punti di vista, da quello storico artistico a quello storico geografico, evidenziando gli elementi tematici presenti in relazione alle successive ricerche scientifiche, tecniche e ingegneristiche di Leonardo. Il percorso comprende realizzazioni multimediali e ricostruzioni di progetti leonardiani relativi al territorio vinciano e del Valdarno Inferiore. Allestita all’interno di una delle due sedi del Museo Leonardiano, il Castello dei Conti Guidi, la mostra si integra pertanto con parte della collezione di macchine e modelli della collezione museale relativi agli studi sull’acqua, di ingegneria idraulica e rappresentazione cartografica del Valdarno Inferiore.

Le terre di Leonardo da Vinci

La presenza di Leonardo da Vinci nel territorio dell’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa (Comuni di Vinci, Empoli, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Fucecchio, Gambassi, Limite e Capraia, Montaione, Montelupo Fiorentino), si percepisce ancora oggi ed è alla base dell’itinerario turistico che ne ripercorre le tracce partendo dalla sua città natale, Vinci.

Per la ricorrenza dei 500 anni dalla morte di Leonardo nel 2019, i Comuni dell’area stanno lavorando ad un progetto condiviso “Leonardo 2019” che comprenderà iniziative di carattere culturale e di valorizzazione dell’intero territorio articolate nelle macroaree Musei e luoghi di interesse culturale, Scuola e formazione, Innovazione e impresa

A costituire uno degli elementi portanti del progetto, il tema del paesaggio declinato secondo particolari percorsi di ricerca: dal celebre disegno di Paesaggio realizzato da Leonardo nel 1473, che sarà in mostra al Museo Leonardiano di Vinci, agli studi leonardiani sull’Arno e sul territorio della Valdelsa, fino ad un percorso che toccherà i luoghi frequentati dal Vinciano.

In queste terre, infatti, Leonardo condusse le sue prime osservazioni geo-paleontologiche, gettò le basi per i suoi studi sulle acque, portò avanti i progetti idraulici a cui si devono le sue rappresentazioni cartografiche del Valdarno e, allo stesso tempo, trovò certamente ispirazione per i suoi disegni e i suoi celebri dipinti.

La valorizzazione del binomio Leonardo – paesaggio nell’Empolese Valdelsa, passerà dunque attraverso la realizzazione di mostre nei musei del territorio, l’organizzazione di iniziative a carattere divulgativo e la redazione di un vero e proprio calendario di eventi.

Il percorso dedicato a Leonardo da Vinci nella sua città natale

A Vinci, città natale di Leonardo, un vero e proprio percorso culturale invita a scoprire e ad approfondire  vari aspetti della vita e della vastissima opera del Vinciano.

Ad Anchiano, a circa 3 km dal borgo di Vinci, circondata da vigne e oliveti tipici della campagna giardino toscana, si trova LA CASA NATALE dove, secondo una tradizione secolare, Leonardo nacque nel 1452, “sabato 15 aprile, alle ore 3 di notte”. Qui un ologramma a grandezza naturale riproduce le fattezze dell’artista scienziato e invita ad ascoltare le sue parole in un emozionante racconto a ritroso della sua vita straordinaria e dei suoi rapporti con questa terra. Ancora nella sua dimora trovano spazio applicazioni multimediali dedicate alle sue opere pittoriche e grafiche, in particolare del Cenacolo interamente esplorabile seguendo più percorsi di indagine.

Lasciata la Casa natale, dirigendosi verso Vinci, è d’obbligo una sosta presso la Villa del Ferrale dove da giugno 2018 è allestita la sezione espositiva e didattica LEONARDO E LA PITTURA con le riproduzioni ad altissima definizione e a grandezza naturale di tutte le opere pittoriche dell’artista: qui riuniti in un’unica sede si possono osservare da vicino copie di capolavori come l’Adorazione dei Magi, la Gioconda, la Dama con l’Ermellino, la Vergine delle Rocce e altri dipinti più e meno noti al grande pubblico, corredati da testi, exhibit interattivi e video esplicativi.

Raggiungendo Vinci l’attenzione è subito catturata dall’alta torre del Castello dei Conti Guidi, che senza dubbio dominava il borgo anche al tempo di Leonardo, e dal campanile della Chiesa di Santa Croce, all’interno della quale ancora oggi si conserva il fonte utilizzato per il battesimo di Leonardo. Nella sua città e nelle campagne circostanti (la madre abitava nella vicina frazione di San Pantaleo) il Vinciano rimase quasi certamente per tutti gli anni dell’infanzia e tornò più volte anche dopo il trasferimento a Firenze. Proprio nella torre del Castello, ad esempio, nel 1478, è attestata la sua presenza alla firma di un atto riguardante la concessione di un mulino a suo zio Francesco da Vinci.

Oggi le sale del Castello dei Conti Guidi e della vicina Palazzina Uzielli ospitano il MUSEO LEONARDIANO, la più antica raccolta di macchine e modelli interamente dedicata all’opera di Leonardo. Dagli studi sul volo a quelli sulle acque, dalle macchine da cantiere a quelle da guerra fino alle geniali innovazioni per modernizzare le operazioni di filatura e tessitura, la vastità e la complessità degli interessi del Vinciano è oggi scientificamente documentata all’interno del Museo. Poco distante, la Biblioteca Leonardiana, centro internazionale di documentazione e di studio su Leonardo da Vinci dove sono conservate le copie facsimilari di tutti i codici leonardiani (visitabile su prenotazione).

A piedi sulle tracce di Leonardo

La campagna che circonda Vinci e la Casa natale di Anchiano fu indubbiamente la prima grande fonte di ispirazione per il giovane Leonardo. Le pendici boscose del Montalbano che, oggi come allora, scendendo di quota lasciano mano a mano il posto agli oliveti prima e ai vigneti poi, sono gli elementi inconfondibili del paesaggio che ha fatto da sfondo all’infanzia del Genio. Addentrarsi in questa natura ancora molto simile a quella che lo stesso Leonardo esplorò, significa fare un viaggio a ritroso nel tempo ed immedesimarsi nei panni del giovane artista alle prese con le sue prime osservazioni empiriche sulla natura e sugli elementi.

Percorrendo a piedi o in bicicletta i numerosi sentieri escursionistici che si inerpicano verso il crinale del Montalbano o che si snodano su strade vicinali attraverso le colline e il fondo valle, è oggi possibile ripercorrere le tracce di Leonardo.

A pochi passi dalla Casa natale di Anchiano il Sentiero dei mulini (n.16) costeggia il torrente Vincio e la forra di Balenaia invitando a seguire lo scorrere vorticoso delle acque, fino agli anni ’50 del secolo scorso sfruttato dai molti mulini idraulici che si trovano lungo il percorso. Non è difficile immaginare come la fascinazione di Leonardo per l’acqua possa aver avuto origine proprio sulle sponde di questo torrente e, magari, osservando con curiosità il funzionamento dei mulini, infrastrutture che spesso troviamo rappresentate nei suoi manoscritti. Scendendo verso Vinci si percorre la Strada Verde (n. 14), itinerario che si snoda tra vigne e oliveti e che secoli fa collegava le dimore di campagna con la cittadina. Qui ancora oggi non è raro trovare piccoli fossili, testimonianze del passato più remoto di quest’area, la cui origine fu intuita dallo stesso Leonardo.

Lasciando Vinci e seguendo l’itinerario 12 C, si potrà raggiungere infine la località di San Pantaleo dove visse Caterina, la madre di Leonardo, dopo il matrimonio con Antonio di Piero Buti del Vacca detto “l’Achattabriga”. È probabile che, negli anni in cui viveva nelle case che i Da Vinci possedevano nel borgo, il giovane Leonardo abbia percorso esattamente questa stessa strada per andare a far visita alla madre e ai fratelli, fermandosi magari lungo la via per osservare e disegnare qualche particolare della straordinaria natura che lo circondava e che non smise mai di affascinarlo.




6 cibi da incubo evitare a… Pechino

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La grande Cina: nell’immaginario storico degli europei, meta dell’agognata via della seta, patria di abili guerrieri e culla di un’antica sapienza. Ma se vi state imbarcando per raggiungere questa misteriosa terra d’Oriente, vi consigliamo di mettere in valigia qualche cibo di salvataggio! Certo, tutto va assaggiato almeno una volta, perché anche assaporare i gusti della cucina di un luogo straniero fa parte di un viaggio.Quindi cercate di non indietreggiare nemmeno davanti alle offerte più insolite, fatevi coraggio e provatene un piccolo boccone, perché anche la cucina è cultura. Solo dopo aver deglutito potrete dire se vi eravate lasciati trarre in inganno dalle apparenze oppure no. Certo che, sarà l’abitudine o una deformazione culturale, ma certi alimenti davvero possono sfidare solo i palati più coraggiosi. Ecco quindi sei cibi, dal vagamente commestibile al ripugnante, che potete permettervi di evitare a Pechino.

6 – Scorpioni fritti e altri insetti

Avete tutti presente gli scorpioni no? Quel piccolo invertebrato dotato di chele e pungiglione che non ci sogneremmo mai di poter mangiare? Ecco, invece in vari paesi del sud-est asiatico rappresenta un piccolo snack davvero gradito. Street-food per eccellenza, nelle bancarelle a lato delle strade gli scorpioni sono infilzati semivivi in lunghi stecchi in attesa di essere fritti. Ma non ci sono solo gli scorpioni: volendo uno si può sbizzarrire con coleotteri, grilli, cavallette, vermi e cicale. Va proprio a gusti: ad alcuni piacciono, ad altri risultano tollerabili, infine certe persone non possono digerire nemmeno l’idea che insetti e compagnia bella possano essere visti come un alimento. Si dice che saranno il cibo del futuro: può anche darsi, speriamo che si tratti di un futuro lontano!

5 – Fritture cinesi in generale

Di per sé la tradizionale cucina cinese non è male, anzi a volte la sua ricchezza e elaborazione sembra così invitante che non si sa proprio cosa scegliere. Inoltre è sempre una soluzione molto economica, tanto che talvolta può costare meno andare a mangiare fuori che uscire a fare la spesa. È anche un tipo di alimentazione piuttosto salutare, tranne che per le fritture! Una volta ogni tanto ci può anche stare ma, come potete immaginare, dopo qualche spuntino a base delle stesse verdure fritte e carne poco identificabile comincia a farsi sentire la voglia di mettere in bocca qualcosa di diverso e magari anche più leggero. Se le prime due portate vi hanno intimidito, siete pronti ad affrontare le prossime specialità?

4 – Tteokbokki

Il Tteokbokki nasce originariamente come un piatto coreano, ma nei secoli si è molto diffuso anche in Cina tra bancarelle e tavole calde. Anche qui, ci troviamo davanti a una pietanza molto economica perché l’ingrediente fondamentale è il riso. Si presentano in pratica come degli gnocchi di farina di riso a forma di bastoncino, passati poi in padella per scottarli e amalgamarli ad una salsina piccante a base di peperoncino. Oltre a provare a mangiarli da soli, li potete anche trovare guarniti con uova bollite, scalogno, pinoli o semi di sesamo tostati. In ogni caso pare proprio che a Pechino sia un cibo molto amato, ma per molte altre persone, e soprattutto per i turisti dal gusto meno allenato, è più facile pronunciare il nome del piatto che mangiarne il contenuto!

3 – Acqua di cottura come digestivo

Sembra parecchio strano, ma è proprio così: a Pechino vendono di tutto, pure una bevanda che sembra tè, ma in effetti non è altro che acqua calda in cui sono stati precedentemente cotti altri cibi. I cinesi la bevono come digestivo e di per sé potrebbe fare bene, visto che dovrebbe contenere le sostanze nutritive rilasciate dai cibi cucinati. Forse potrebbe anche essere gustosa, certo che dipende sempre da cosa ci è stato cotto dentro.

2 – Uovo centenario (in cinese pídàn)

A differenza di oggi che siamo abituati ad andare al supermercato e trovare qualsiasi frutto o prodotto desideriamo in ogni stagione, in passato non si poteva avere qualsiasi cibo a disposizione tutto il tempo dell’anno. La gente cercava di trovare metodi ingegnosi al fine di conservare gli alimenti in eccedenza per poter mangiare a sufficienza anche durante i tempi più duri. Per le uova il metodo non è semplice, essendo un alimento particolamente deperibile, ma la tradizione culinaria cinese ha escogitato una ricetta ingegnosa per conservare le uova di anatra (e solo raramente anche quelle di gallina o di quaglia) attraverso una fermentazione della durata di cento giorni in un composto costituito da acqua, sale, carbone, ossido di calcio, ricoperto da pula di riso. Sembra sia stato scoperto per caso, in effetti a nessuno verrebbe in mente di mettere delle uova a riposare per più di tre mesi con del carbone. Pare che l’idea sia stata suggerita da un’anatra che aveva deposto delle uova in un cumulo di calce per poi abbandonarle. Qualcuno scoprì queste uova dopo parecchie settimane. Si presentavano annerite ma intatte. Forse per la fame provò ad assaggiarle ed evidentemente le trovò commestibili. Anche per qualcun altro devono essersi dimostrate apprezzabili, visto che poi si imposero nella cucina tradizionale. In Cina oggi vengono consumate da sole o in una specie di porridge di riso. E non sono neanche un alimento qualunque! Infatti vengono loro attribuite proprietà curative e virtù simboliche di ricchezza e salute. Quindi se volete provarle fatelo per augurarvi buona fortuna, non tanto per il gusto!

1 – Torta Durian

Se non avete mai sentito parlare del frutto, allora non potete nemmeno immaginare come possa essere la torta. Il durian (italianizzato in durione) è un frutto di grandi dimensioni, molto diffuso in Asia e famoso non solo per la sua singolare buccia spinosa, ma anche e soprattutto per il suo forte odore. La polpa viene usata come ingrediente sia in cibi salati che dolci, ma mentre in alcune pietanze il suo sapore penetrante può essere camuffato, in una torta non può che risultare sgradevole. In questo caso meglio rifiutare il dolce, se non volete rovinarvi la cena!

Quindi cari amici viaggiatori, sperando di non avervi dissuaso totalmente dall’idea di trascorrere una vacanza a Pechino, almeno ora siete consapevoli dei rischi gastronomici a cui andrete incontro. Comunque anche voi sapete che le percezioni date dal gusto sono assoltamente soggettive, per cui ognuno può avere diverse reazioni gustando un cibo mai assaggiato prima. Non solo! Può sembrare strano, ma il gusto cambia anche di molto col passare del tempo: chissà che qualche strano piatto, respinto in un primo momento, non possa rivelarsi una prelibatezza ad un secondo assaggio.




5 modi per essere un turista nella propria città

turista
Cosa significa viaggiare? Molti credono che per viaggiare bisogna percorrere tanti chilometri di distanza, vedono il viaggio come un percorso spazio-temporale, ma viaggiare è un qualcosa di più profondo, quasi introspettivo, significa saper ammirare le bellezze che si hanno intorno e non si scorgono, scoprire i misteri di un luogo che può sembrare familiare, conosciuto, solo perché vi si è nati, si lavora o si abita da un pò.

In realtà ci sono molte più meraviglie sotto i nostri occhi che non vediamo solo perché non si è abituati a guardare da vicino ma a distanza.

Non tutti possono spostarsi con facilità, diciamolo la famiglia, il lavoro, i soldini che spesso mancano non permettono a chiunque di prendere un aereo, un treno è andare chissà dove, ma non per questo non si può viaggiare rimanendo nella propria città.

Si viaggiare nella propria città, attenzione viaggiare non vivere la propria città, guardare con gli occhi del turista quello che non si riesce a scorgere perché abbagliati dalla routine quotidiana, perché alla fine non si conosce mai veramente qualcosa, neanche dopo una vita nello stesso posto.

Come fare per viaggiare nella propria città? Ecco 5 consigli da fare propri per divenire un buon turista della propria città.

 

1- Organizza una gita

Al pari di uno straniero, una soluzione ideale è fare una piccola gita, girare per la città e non fissare gli edifici come se fossero sempre stati lì, ma scoprire la loro anima, cosa c’è dietro una struttura in mattoni e finestre, chi l’ha costruita, in quale periodo storico, le influenze, le dominazioni, lo stile e l’arte.

Scoprire la propria città è come fare un viaggio introspettivo, significa recuperare le proprie radici e tradizioni.

Dare un significato alle forme, ai colori, alla presenza di una piazza, alla tradizione di un piatto o degli usi e costumi.

Entrare in una chiesa è guardare gli affreschi, confrontare le tecniche delle diverse epoche, scoprire tesori nascosti.

Le gita possono essere a tema, si può scegliere di fare un tour per i musei e i palazzi più antichi della propria città, magari accodandosi a percorsi guidati con tour operator, esperti in storia dell’arte grazie ai quali è possibile effettuare un viaggio artistico tra storia e colori.

2- Prova i piatti della tradizione

Capita spesso e volentieri che non si conosca il sapore dei piatti tipici della tradizione, ed ecco che per essere un buon turista della tua città è consigliabile fare un tour culinario.

Decidere in compagnia di andare alla scoperta dei piatti della tradizione mettendo a confronto i ristoranti, trattorie del posto, pizzerie, pasticcerie deliziando il proprio palato dal sapore genuino, bere il vino locale o assaggiare i liquori del posto per un viaggio sensoriale tra cucina e storia.

Creare una propria personale lista delle preferenze dei locali preferiti, scegliere un locale in base al proprio piatto forte o specialità della casa, mettersi in auto per andare alla pasticceria che fa il dolce più buono, recarsi ad un determinato bar perchè il caffè come lo fanno lì è più buono, entrare in empatia con i ristoratori, i baristi, conoscere la storia dei locali storici dà alla cucina un sapore diverso che coinvolge ogni senso.

3- Locali e movida

Una città non è fatta solo di storia, musei, palazzi antichi, molti da un bel viaggio cercano anche dei luoghi dove da soli o in compagnia vivere delle ore spensierati e in allegria.

Un ottimo modo per conoscere la propria città è organizzare una serie di gite dedite al divertimento, andare alla scoperta di locali della movida, o aree verdi per le famiglie dove rilassarsi e godere del panorama, parco giochi, cinema e strade dedite allo shopping, mercatini, tutti aspetti che fanno da contorno alla città e la abbelliscono offrendo servizi per i giovani e meno giovani.

4- Fare da guida

Un consiglio per viaggiare bella propria città è fare da guida improvvisata per i propri amici, chi non ha qualche amico che abita in un’altra città? Un ottimo modo per intrattenerlo è portarlo a fare un giro turistico, dove come una guida con informazioni alla mano guidare gli amici a scoprire storia e costumi miei propri luoghi.

Un modo per poter vivere dei luoghi con occhi diversi e scoprire curiosità che non si conoscevano, scorci, realtà che non si pensava neanche potessero esistere ed invece era sotto i propri occhi, chissà magari proprio sotto casa.

Fare da guida è l’occasione di recarsi in nuovi locali, assaggiare nuovi sapori, partecipare a fiere, eventi, fermarsi è ammirare un palazzo che si vedeva solo percorrendo il tragitto per andare a scuola, casa o lavoro.

Si sa che quando si è in pieno relax si ha più tempo per ammirare le bellezze del territorio.

5- Agire come un turista: pernottare, fare visite guidate, fotografare

Un’idea originale, quasi folle che poi folle non è e vivere la propria città come un qualsiasi turista, ad esempio distaccandosi dalla propria routine e prendendo una camera presso un albergo vicino, staccare la spina e vivere dei momenti di puro relax, se si va fuori si va in albergo? Ebbene perché non farlo nella propria città, posare il bagaglio nella propria camera, fare un itinerario e andare in giro con zaino in spalla nei posti, camminando molto, girando a piedi per poter ammirare qualsiasi squarcio della tua città.

Come ogni turista che merita menzione fotografare i luoghi, leggere le descrizioni sotto ogni opera, scultura, prenotare delle visite guidate.

Che dire essere turista nella propria città significa viaggiare a chilometro zero, oddio non proprio zero perché quando si viaggia, soprattutto, nella propria città di chilometri se ne fanno tanti!!!

Allora che si indossino le scarpe e l’abito giusto e che il viaggio abbia inizio!!!




Come imparare una lingua straniera senza uscire di casa

lingue
Imparare una nuova lingua è sempre un’opportunità in più per sapersi muovere in alcune situazioni quotidiane e viaggiare senza la paura di non essere capiti. Per intraprendere questo percorso non è necessario affidarsi ad una scuola di lingue o un coach privato, si può fare tranquillamente a casa seguendo dei piccoli consigli che alla fine daranno dei risultati eccellenti. L’importante è essere determinati e costanti e non avere fretta perché le soddisfazioni arriveranno, ma lentamente.

L’aiuto fondamentale del web per imparare una lingua

Il web in questo caso è molto utile per imparare una lingua. Basta digitare su Google Come imparare una lingua da soli, e viene fuori un mondo. I siti che permettono di farlo gratis con lezioni corredate di esercitazioni scritte e orali, ascolto e apprendimento, non mancano. Scegline uno e magari informarti che sia affidabile. Molti offrono alcune lezioni gratis e di seguito per continuare bisogna pagare una cifra irrisoria. Però gli strumenti a disposizione sono tanti come un coach che ti segue personalmente, un esame finale per ogni sessione conclusa per valutare il grado di apprendimento, e tanto altro.

Usa dizionario e libro di grammatica

Studia in maniera approfondita le nozioni basilari soprattutto quelle grammaticali perché sono il punto di forza per poter imparare una lingua a casa. Successivamente acquista un libro di grammatica e un dizionario della lingua scelta, indispensabili per esercitarti con test mirati e per fare la conoscenza di nuovi vocaboli. In questo caso immergiti completamente in questo nuovo percorso e quando ne impari uno nuovo cerca di non dimenticarlo. Per facilitare lo studio è meglio che il libro di grammatica abbia le riposte degli esercizi e il dizionario che sia bilingue per aiutarti con la traduzione.

Programmi Tv in lingua originale e musica straniera

Un ottimo modo per imparare una lingua è quello di seguire programmi i tv in lingua originale. Se sei appassionato di serie tv o film allora non puoi non guardarli in lingua originale. All’inizio avrai delle difficoltà ma a lungo andare comincerai a capire fino ad arrivare ad una padronanza di apprendimento notevole. Stessa cosa vale perle canzoni, meglio ascoltare quelle straniere. In questo caso ci sono delle applicazioni che permettono di farti esercitare in maniera divertente. In pratica si fa partire la canzone ma facendo saltare delle parole. Devi inserire la parola giusta ossia quella saltata. Ci sono vari tipo di difficoltà, naturalmente devi partire da quella facile.

Applicazioni divertenti e interessanti

L’esercitazione continua è il miglior modo per imparare prima una lingua quindi per non rimanere privo di esercitazioni quando sei fuori casa, ci sono delle ottime applicazioni complete di tutto da utilizzare in qualsiasi momento della giornata. Avrai l’imbarazzo della scelta per quanto sono numerose ma, per facilitarti la scelta, scarica solo quella con le recensioni migliori e con un punteggio più alto.

Parla con gli altri per esercitarti

Se vuoi imparare bene una lingua da solo, uno dei metodi più efficaci è quello di parlare con gli altri. A meno che non abbia un amico che parla la lingua che stai imparando, puoi cercarne uno senza nessun problema. Ci sono siti specializzati che permettono di farti conoscere altre persone che come te stanno cercando di imparare o migliorare la lingua. Entra in uno di questi siti molto semplici da trovare su Google e cerca qualcuno che voglia parlare con te. Da alcune testimonianze è emerso che con questo metodo si creano delle bellissime amicizie che poi si sono concluse con l’incontro nelle proprie città.

Leggi libri in lingua straniera

Leggi, leggi e leggi e se non sai cosa leggere, per cominciare, a detta di alcuni esperti, devi prendere con i libri delle favole in lingua straniera. A quanto pare questi libri sono scritti in maniera più semplice quindi di più facile apprendimento. Oppure, per essere più completo potresti scaricare degli audiobook e ascoltarli anche quando sei fuori casa. Le difficoltà iniziali ci saranno ma andando avanti tutto diventerà più fluido.

Viaggia per metterti alla prova

E per concludere dopo che varai seguito tutti questi consigli e sicuramente ti verrà voglia di metterti alla prova, se puoi fai un viaggio in uno dei paesi in cui si parla la lingua che hai imparato. Solo sul posto potrai verificare se il lavoro che hai fatto è stato fatto bene o, se hai ancora da imparare. Il consiglio più importante tra tutti questi è quello di non arrendersi alla prima difficoltà ma, superarla con allegria, perché imparare una lingua può essere molto divertente oltre che importante.