Scultura, pittura,architettura: tre gioielli da ammirare
Questa giornata nella Tuscia offirà l’occasione per entrare laddove le porte erano chiuse ed ammirare un assoluto capolavoro michelangiolesco… |
Partenza: 09 Marzo - 09 Marzo
Durata: 1 giorno
Gruppo minimo: 35
Costo per persona: in aggiornamento
Prenotazioni entro: versando acconto di euro e saldo 15 giorni prima della partenza.
programma Sabato 18 marzo 2017
Appuntamento alle 9:00 (nuovo orario aggiornato al 13/03/2017) in piazzale Ostiense e partenza in pullman GT per Bassano Romano. Dopo una breve sosta caffè lungo il percorso in autostrada, arriveremo nell’antico borgo di Bassano Romano, dove inizierà il nostro percorso nel Monastero di San Vincenzo, da secoli custode della preziosa statua del Cristo Portacroce di Michelangelo Buonarroti. Si tratta di un’opera giovanile del grande scultore, commissionata nel 1514 dall’amico Metello Vari per la chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma. La scultura rimase incompiuta a causa di una vena nera rivelatasi sul volto del Cristo durante la lavorazione e per tale motivo fu donata dal Buonarroti – autore di una seconda versione conservata nella chiesa della Minerva – allo stesso Vari, che ebbe modo di esporlo nel giardino della propria residenza romana. È qui che, alla metà del Cinquecento, ne documenta ancora la presenza l’erudito Ulisse Aldrovandi, per poi perderne traccia fino al 1607, quando alcune lettere – inviate da Roma da Francesco Buonarroti a Michelangelo il Giovane – ne segnalano la presenza sul mercato dell’arte. Passarono non molti anni e la preziosa scultura venne notata dal marchese Vincenzo Giustiniani, che, dopo aver suggerito alcuni elementi per completare l’opera, la introdusse nelle collezioni di famiglia destinandola successivamente al mausoleo di famiglia a Bassano di Sutri. Un altro esempio del raffinato collezionismo e mecenatismo della famiglia Giustiniani si potrà cogliere visitando il palazzo di famiglia, Palazzo Giustiniani, ubicato nel centro di Bassano Romano. Ceduto allo Stato italiano dalla famiglia Odescalchi di Bracciano nel 2003, la residenza è il risultato delle trasformazioni e delle aggiunte realizzate sul preesistente castello degli Anguillara. Risale infatti al tempo degli Anguillara il piano interrato e il piano terra, mentre il resto dell’edificio è l’esito dei lavori promossi dalla famiglia Giustiniani sul finire del Cinquecento. Furono aggiunti il piano nobile e ampliato il giardino con fontane, viali e giochi d’acqua. A questa grande famiglia di amatori e raffinati collezionisti d’arte loro si debbono anche le decorazioni tardo cinquecentesche e gli affreschi di Antonio Tempesta, cui si aggiunsero, non molti anni dopo, gli straordinari esempi di pittura classicista e barocca con le sale dipinte da Francesco Albani, Domenichino e gli affreschi di Bernardo Castello. Dopo la pausa pranzo il nostro percorso proseguirà alla scoperta di un altro grande gioiello dell’edilizia medievale: il castello Orsini di Soriano nel Cimino. Si può annoverare certamente tra le fortezze più suggestive di tutta la Tuscia, che conserva nel suo insieme – seppur alterato da alcuni interventi rinascimentali – i caratteri del grande e solido maniero medievale, arroccato ai piedi dei Monti Cimini e dal profilo inconfondibile, visibile da molti chilometri di distanza. Edificato nel 1200 per volontà della famiglia Orsini, divenne residenza estiva di Papa Nicolò III, che qui mori nel 1280. Il castello – che affascinò Luigi Pirandello, ospite in più occasioni della rocca – è costituito da una torre rettangolare e da alcuni corpi di fabbrica minori ed è circondato da una muratura con merlature guelfe. Tramite rampe si accede all’ingresso vero e proprio, sovrastato da una torre merlata più bassa. Attraversato un camminamento coperto si giunge al cortile circondato da arcate a tutto sesto, aggiunte probabilmente nel corso del XV secolo, che nascondono al loro interno una sala con pregevoli volte a crociera ed un pilastro di fattura gotica. Grazie ad una scala seicentesca si arriva infine alla parte superiore dell’edificio, trasformato in piano nobile della residenza durante la signoria degli Albani, di cui si conservano alcuni lacerti di decorazioni ad affresco, probabilmente appartenuti un tempo alla cappella. All’interno del castello è conservato inoltre un prezioso altare in peperino, anticamente collocato nella chiesa della SS. Trinità del Cimino. Al termine della visita partenza in pullman GT per Roma con arrivo previsto intorno alle 20.00. |