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NAPOLI IN MOSTRA OPLONTIS ERCOLANO

In Breve

Il 2023 si apre a Napoli all’insegna di  straordinarie mostre :eventi assolutamente da non perdere

La prima, straordinaria, ospitata nello spettacolare complesso della Reggia di Portici si intitola : MATERIA Il legno che non bruciò ad Ercolano.

Dal 14 dicembre 2022 apre al pubblico la mostra Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano .
Più di 120 gli oggetti in legno recuperati da Ercolano e in mostra negli Appartamenti Reali della Reggia di Portici.
Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano
DURANTE L’ERUZIONE DEL 79 D.C., A ERCOLANO ACCADDE UN FATTO ECCEZIONALE: ELEMENTI ARCHITETTONICI E OGGETTI DI OGNI SORTA REALIZZATI IN LEGNO NON ANDARONO DISTRUTTI, MA SONO ARRIVATI A NOI CARBONIZZATI E BEN CONSERVATI. UNA MOSTRA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI ERCOLANO RACCONTA QUESTA STRAORDINARIA STORIA.
“Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante”. Con queste parole Goethe, nel suo Viaggio in Italia, descriveva le sensazioni e lo stupore sortigli alla vista di Pompei, facendo riferimento all’eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C. colpì la città campana, così come Ercolano. Una tragedia che ha cristallizzato, sotto 20 metri di strato di magma, momenti di vita di una civiltà di cui oggi conosciamo tantissimo proprio a causa dell’eruzione: usi, costumi, “frame” di quotidianità, materiali e modalità di costruzione delle abitazioni. Ed è proprio su uno di questi aspetti, o meglio su un materiale particolare, che si sofferma la mostra alla Reggia dei Portici al Parco Archeologico di Ercolano, dal titolo Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano, un’esposizione che presenta al pubblico oltre 120 oggetti in legno provenienti da Ercolano, che la lava non ha distrutto ma carbonizzato, arrivando così fino ai nostri giorni.

I LEGNI CARBONIZZATI DI ERCOLANO IN UNA MOSTRA

Utensili, elementi architettonici, porte, finestre, tramezzi, armadi, casse, tabernacoli, letti, tavolini: sono queste le tipologie di oggetti che ci giungono da Ercolano, un patrimonio che ci consente inoltre di conoscere come nell’antichità veniva lavorato il legno, ricostruendo così le tecniche di falegnameria ed ebanisteria. Curata dal direttore del Parco Archeologico di Ercolano Francesco Sirano e dall’archeologa Stefania SianoMateria. Il legno che non bruciò ad Ercolano “attraverso un percorso più emozionale che descrittivo”, sottolinea Sirano, “si svolge tra le varie declinazioni dell’antica e sapiente arte del legno, ponendo lo spettatore a diretto contatto con reperti unici, accompagnati dall’intensità dei profumi della materia legnosa, trasformata dagli antichi artigiani in preziosa suppellettile. Seguendo il filo rosso del tempo, l’esposizione esplora anche il rapporto funzionale ed estetico tra il mobilio antico e quello moderno, evidenziando la connessione tra i saperi dell’ebanisteria antica e le abilità degli artigiani campani contemporanei”.

LA MOSTRA “MATERIA” AL PARCO ARCHEOLOGICO DI ERCOLANO

La mostra, fino al 13 ottobre 2023, infatti si sviluppa in una modalità che potremmo definire “esperienziale”, con un percorso che prende avvio da un’ambientazione con luci e suoni che richiama il momento dell’eruzione, per poi proseguire con un “set” che attraverso colori e profumi immerge il visitatore all’interno di un’officina di un falegname, occasione questa per scoprire le tecniche della lavorazione del legno, anche grazie all’esposizione di strumenti di lavoro dell’Ottocento provenienti dalla collezione Hebanon, società dei fratelli Basile. Strumenti e tecniche di lavoro le cui conoscenze, nel corso della storia, si sono tramandate da artigiano in artigiano, come l’uso di ammorsature e incastri e il finissaggio con chiodi e colla. Nella terza sala sono esposti manufatti provenienti da Ercolano, tra cui elementi del controsoffitto in legno del salone dei marmi della Casa del Rilievo di Telefo, da dove provengono circa 250 frammenti, quasi tutti di abete bianco. Di alcune parti del controsoffitto si sono conservate tracce di pigmenti colorati, di cui è stata ipotizzata la collocazione originaria e quindi una ipotesi di ricostruzione. Il percorso prosegue con una sezione che immergerà i visitatori nel fronte mare della città, facendo loro rivivere i momenti di chi tentava di salvarsi scappando verso il mare. In questa sala sono esposti resti di imbarcazioni e oggetti legati alla marineria e alla pesca, molti dei quali in legno, sughero, cordame e cuoio molto ben conservati. E ancora sale con oggetti e suppellettili in legno, fino a una proiezione multipla che propone immagini dei reperti che scorrono su sei monitor, con iscrizioni in italiano, latino e inglese.

Una grande novità nella grande Villa di Poppea ad Oplontis, l’odierna Torre Annunziata, vicino Napoli. Ricollocate al loro posto tante statue e reperti originali, che non erano mai stati esposti prima nel sito

La villa di Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone, è inserita nell’elenco dell’UNESCO relativo al patrimonio dell’umanità ed in effetti si tratta di una monumentale residenza, molto ampia al punto da contenere addirittura un piccolo complesso termale e ricca di affreschi che creano giochi prospettici con finti elementi architettonici quali porte o colonne o che abbelliscono le pareti con raffigurazioni di animali, frutta o maschere.

La Nike, l’Artemide e l’Efebo, e poi il busto di Eracle, il bambino con l’oca, e ancora una testa di Afrodite e ritratti di bambini. A questi reperti già posizionati si aggiungeranno i centauri e il gruppo scultoreo del Satiro con Ermafrodito, al termine della mostra “Arte e sensualità nelle case di Pompei” presso la palestra grande di Pompei, dove sono attualmente esposti.
“Riportare questi reperti nel luogo originario di provenienza è stata un’operazione di tutela finalizzata a garantirne un’adeguata conservazione in ambienti monitorati, da un punto di vista della sicurezza e delle condizioni conservative – dichiara il Direttore Gabriel Zuchtriegel – Ma anche di valorizzazione sia delle opere sia della villa in quanto l’esposizione in loco consente un racconto diretto e suggestivo del contesto reale”.

Un Museo diffuso per raccontare, conservare e valorizzare il patrimonio statuario di Oplontis.Emozioni che prendono corpo alla Villa di Poppea, attraverso la ricollocazione di statue e reperti originari, mai prima esposti nel sito. Un progetto di Museo diffuso permanente che consente di raccontare, conservare e valorizzare l’eccezionale patrimonio statuario di Oplontis.
Precedentemente in mostra presso il Palazzo Criscuolo di Torre Annunziata, e in parte provenienti dai depositi del Pompeii – Parco Archeologico , le opere sono state riposizionate in alcuni ambienti della villa, regalando un imprevisto colpo d’occhio nel delicato contrasto tra il marmo delle statue, le linee eleganti dei bassorilievi e dei busti, e gli affreschi delle stanze che risaltano dei loro vivaci colori. Non si tratta solo della proposta di un nuovo percorso visita, con inediti scorci, ma di un invito al sentire, a lasciarsi sorprendere dall’impressione che la vista di tanta bellezza solleva.
15 i reperti ricollocati, che un tempo adornavano la maestosa Villa, tra i quali un grande cratere in marmo pentelico a bassorilievi, ad aprire il percorso e grandi statue.

Artemisia Gentileschi a Napoli

A dicembre 2022 Intesa Sanpaolo propone nel proprio museo napoletano delle Gallerie d’Italia in via Toledo, la mostra Artemisia Gentileschi a Napoli, dedicata al lungo soggiorno napoletano della pittrice, documentato tra il 1630 e il 1654 e interrotto solo da un viaggio a Londra tra il 1638 e il 1640; un capitolo fondamentale nell’arte e nella vicenda biografica di Artemisia, che a Napoli non era stato mai oggetto di un’esposizione monografica così ampia.

La mostra, realizzata in special collaboration con la National Gallery di Londra e in collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte, l’Archivio di Stato di Napoli e l’Università di Napoli L’Orientale, presenterà un’accurata selezione di opere provenienti da raccolte pubbliche e private, italiane ed internazionali che renderanno la mostra un’occasione di aggiornamento degli studi scientifici sull’argomento.

Il Palazzo Reale di Napoli è uno dei luoghi più importanti per comprendere la storia e la cultura della città partenopea.

Costruito nel biennio 1600-1602 su progetto di Domenico Fontana, inizialmente fu sede del viceregno spagnolo poi con l’avvento della famiglia Borbone sul trono di Napoli divenne la dimora principale per la famiglia reale insieme alla Reggia di Caserta.

Partenza: 27 Maggio - 28 Maggio
Durata: 2 giorni 1 notte
Gruppo minimo: 20 persone
Costo per persona: Quota a persona in camera doppia € 177,00 supplemento singola € 40,00
Prenotazioni entro: sino ad esaurimento dei posti disponibili, versando acconto di euro 120,00

Il Programma di Viaggio

1°GIORNO: ROMA – NAPOLI

Incontro dei partecipanti presso la stazione Termini di Roma(o altre città di provenienza) e partenza in treno Alta Velocità  in direzione Napoli delle ore 09.15 .Arrivo  alle ore 10.28  e trasferimento  in metropolitana  presso hotel San Marco*** ,situato in posizione strategica(7 minuti a piedi piazza del Plebiscito,via Caracciolo ecc),in appena 8 minuti saremo in hotel.

Lasciati i bagagli  in hotel,inizieremo con la visita al Palazzo Reale.

Il Palazzo Reale di Napoli è uno dei luoghi più importanti per comprendere la storia e la cultura della città partenopea.

Costruito nel biennio 1600-1602 su progetto di Domenico Fontana, inizialmente fu sede del viceregno spagnolo poi con l’avvento della famiglia Borbone sul trono di Napoli divenne la dimora principale per la famiglia reale insieme alla Reggia di Caserta.

L’aspetto attuale si deve all’opera della dinastia borbonica e ai Savoia che dopo l’Unità d’Italia riservarono a Napoli una grande attenzione.

Il tour al Palazzo Reale verrà completato dalla visita a Piazza Plebiscito e alla Napoli Monumentale (Piazza Trieste e TrentoCaffè GambrinusGalleria Toledo).

Palazzo Reale di Napoli - Ministero della cultura

Tante sono le sale in cui si articola la visita al Palazzo Reale, si parte dallo straordinario scalone reale che si deve al grande architetto Gaetano Genovese, per passare alle sale dell’appartamento storico.  Queste rappresentano un vero e proprio museo con dipinti di grandi autori risalenti soprattutto al barocco napoletano: Luca GiordanoMattia PretiAndrea Vaccaro.

Palazzo Reale a Napoli, lo splendore della Reggia partenopea

Vero e proprio gioiello del Palazzo Reale è il Teatro di Corte, fatto costruire da Ferdinando IV di Borbone in occasione del suo matrimonio con Maria Carolina d’Austria. Chiude il percorso la visita alla Cappella Reale che fu costruita alla fine del Seicento su progetto del Picchiatti, ma che contiene al suo interno le influenze di gusto e arte delle varie dinastie che abitarono il Palazzo.

 

Palazzo Reale a Napoli, lo splendore della Reggia partenopea

Tempo libero per il pranzo.

Nel pomeriggio   visita alle Gallerie d’ Italia con percorso dedicato ad Artemisia Gentileschi.

ARTEMISIA GENTILESCHI A NAPOLI: MOSTRA ALLE GALLERIE D'ITALIA - MUSEO DI INTESA SANPAOLO - ART IS LINE blog

Ospitata nella nuova grande sede museale di Gallerie d’Italia a Napoli, affacciata nella vivace e centrale via Toledo; essa analizza ed approfondisce il lungo soggiorno napoletano della pittrice, documentato tra il 1630 e il 1654 e interrotto solo da un viaggio a Londra tra il 1638 e il 1640; un capitolo fondamentale nell’arte e nella vicenda biografica di Artemisia, che a Napoli non era stato mai oggetto di un’esposizione monografica così ampia.

La narrazione espositiva intende procedere secondo una scansione tematica e iconografica, coprendo l’arco cronologico in cui Artemisia fu a Napoli, per esplorare l’enorme successo incontrato nella capitale del Viceregno, e restituire un’immagine attendibile della grandezza artistica di questo complesso momento storico. A Napoli, infatti, Artemisia impiantò una bottega fiorente che si avvalse della collaborazione, o semplicemente interagì, con i migliori artisti locali, da Massimo Stanzione a Onofrio Palumbo a Bernardo Cavallino.

Iconografie e temi già collaudati dalla pittrice, principalmente legati alla raffigurazione di eroine femminili (Giuditta, Cleopatra etc.), furono ripresi e messi sul mercato con innumerevoli varianti e modalità imprenditoriali. Su tali temi l’esposizione si propone di far luce, grazie anche agli esiti di un’estesa campagna di ricerca archivistica, condotta per l’occasione.

La mostra alle nuove Gallerie d’Italia di Napoli nasce come approfondimento dell’esposizione monografica dedicata all’artista alla National Gallery di Londra nel 2020, e vede la consulenza speciale di Gabriele Finaldi e la curatela di Antonio Ernesto Denunzio e Giuseppe Porzio.

Rientri a Capodimonte: Artemisia Gentileschi - Museo e Real Bosco di Capodimonte

Iconografie e temi già collaudati dalla pittrice, principalmente legati alla raffigurazione di eroine femminili (Giuditta, Cleopatra etc.), furono ripresi e messi sul mercato con innumerevoli varianti e modalità imprenditoriali.

 

A Rientro in hotel  e cena libera.

Pernottamento.

2° GIORNO: NAPOLI -ERCOLANO-PORTICI-OPLONTIS- ROMA

Prima colazione in hotel.Incontro con la guida e dopo aver caricato i bagagli sul bus privato, trasferimento ad Ercolano per la visita guidata.

Torre Annunziata per la visita agli scavi archeologici di Oplontis.

Gli ori di Oplontis e gli arredi di lusso al tempo di Poppea: a Torre Annunziata (Napoli) una mostra rivela i tesori scoperti nel sito dell'Unesco e mai esposti. Un museo archeologico

In questi giorni le opere sono state riposizionate al loro posto originale, in vari ambienti della villa, regalando un bellissimo colpo d’occhio ai visitatori che possono ammirare ora il grande edificio, che all’epoca era una residenza imperiale, arredato con reperti originali.

 

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L’itinerario ha inizio con il grande cratere a calice che fungeva da fontana da giardino, oggi esposto nel grande salone di rappresentanza colonnato. Raffigurati in bassorilievo i gruppi di guerrieri di Pirro, disposti in coppia. Ognuno batte lo scudo con il braccio sinistro e tiene la spada con il destro. Un terzo uomo danza a destra. I guerrieri danzano in punta di piedi con le gambe incrociate e i corpi allungati.
Non di minore impatto è la Nike, la donna alata, con il leggero piede nudo, che emerge dalla veste sollevata, teso verso il suolo nell’atto di atterrare, e collocata in uno degli ambienti che affacciano sulla piscina. E ancora l’Artemide, la dea, rappresentata in piena falcata, con il peso del corpo che poggia sulla gamba sinistra, e la destra sollevata. Particolare anche la scultura del bambino che gioca con l’oca. Gruppi di fontane con ragazzi che tengono in mano un uccello acquatico erano molto popolari nella scultura da giardino. Nella maggior parte dei casi il ragazzo era visto come Eros.

Pompeii Sites on Twitter:
La Villa di Poppea (nota anche come Villa A per distinguerla dalla villa B rinvenuta poco lontano) era una delle più importanti ville d’otium della costa del Golfo di Napoli.Per la grandiosità dell’impianto e la ricchezza degli apparati decorativi la villa A, nella quale è stata rinvenuta un’anfora in cui è menzionato il nome di Poppea, è attribuita alla seconda moglie di Nerone. Al pari delle lussuose ville di Stabia, presentava un accesso principale orientato verso la campagna retrostante, sviluppandosi poi in una ricca ed articolata distribuzione di sale di soggiorno e giardini aperti sul golfo e le sue bellezze paesaggistiche. I colonnati dell’affaccio sud, i giardini e le terrazze, visti dal mare, costituivano parte integrante del panorama con il Vesuvio, la campagna circostante, le colline boscose e ricoperte di vigneti. Attorno alla metà del I secolo d.C. il complesso si ampliò con l’aggiunta dell’enorme piscina, 61×17 metri, lungo la quale si disposero le stanze da pranzo, il soggiorno, gli alloggi per gli ospiti e dei piccoli giardini d’inverno. La villa aveva inglobato anche i resti di un più antico complesso produttivo, posti a sud del quartiere della piscina, di cui è stato possibile indagare solo l’ambiente del torchio.
Attorno alla piscina, nella ricca vegetazione, era collocata parte delle sculture che decoravano il lussuoso edificio.
Tra le molte ville vesuviane questa è l’unica che offre la possibilità di ricostruire, sulla base degli scavi archeologici, la composizione dei giardini interni, luoghi di riposo e meditazione, che rivestivano una grande importanza nella vita dell’aristocrazia romana.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto
Studi paleobotanici, inoltre, hanno consentito di ricostruire la vegetazione originaria in essi presente: siepi di bosso, oleandri, limoni, platani, olivi, cipressi, edere rampicanti e rose erano disposti a complemento della decorazione scultorea e architettonica.

Pranzo in pizzeria. A seguire si raggiungerà Ercolano per la  visita agli scavi archeologici.

 

A partire dal ritrovamento casuale di un teatro antico, si è andato scoprendo il meraviglioso tesoro nascosto e ben conservato testimonianza dell’antica città: il tessuto urbano, l’imponente complesso termale, una magnifica palestra, la distribuzione delle case, alcune delle quali affacciano scenograficamente sul mare, e infine una monumentale basilica.

 

La tecnica di scavo in stile borbonico, ormai superata oggi, offre al visitatore la possibilità di esplorare Ercolano seguendo gallerie parallele, lungo un percorso molto suggestivo. È possibile farsi un’idea chiara e completa dell’edilizia residenziale dell’epoca, ricostruire la vita quotidiana dei cittadini e il loro modo di vivere la città, ammirare i preziosi reperti che testimoniano cultura e abitudini dell’epoca e infine apprezzare i diversi stili di pittura vesuviana.Nel 1980 furono scoperti gli scheletri di 300 persone uccise dall’eruzione: si trovavano sotto le arcate degli edifici che sorgevano a pochi metri dalla costa dove avevano cercato rifugio. Accanto agli scheletri sono state trovate monete, attrezzi di lavoro, chiavi, amuleti, piccoli oggetti che la gente aveva portato via con sé. Le immagini di questi scheletri hanno fatto il giro del mondo, rendendo Ercolano un luogo davvero unico e suggestivo.

 

Continueremo con la visita  presso la Reggia di Portici  alla mostra MATERIA.

Ercolano conserva un patrimonio di reperti in legno assolutamente unico, che va dai serramenti come porte, finestre, tramezzi, fino agli arredi, ad esempio armadi, casse, tabernacoli, letti e tavolini in legno, frutto di un lavoro artigianale realizzato con grande perizia. L’accurata opera di restauro ha consentito il recupero di molti preziosissimi oggetti che, pur presentandosi, nella maggior parte dei casi, come legno carbonizzato, conservano, tuttavia, la loro forma originale e la raffinatezza delle decorazioni intagliate. Inoltre, tutti gli oggetti in legno di Ercolano danno uno straordinario riscontro a quanto si conosce dalle fonti scritte, dagli affreschi e dai rilievi antichi e costituiscono una rarissima opportunità di ricostruire le antiche tecniche di falegnameria ed ebanisteria.

 

Il visitatore, dopo essere stato introdotto al percorso da un’installazione di luci e suoni, suggestivi del calore e della forza distruttiva dell’eruzione, che hanno incredibilmente determinato ad Ercolano la conservazione dei materiali lignei, si trova immerso nei colori e nei profumi della materia, cioè il legno, come se si trovasse nell’officina di un falegname, dove accumuli di tavolati e tranciati stagionano in attesa di essere utilizzati.Sarà questo il primo approccio con la materia, termine tecnico che i Romani utilizzavano non solo con il significato attuale, ma anche per indicare il legno da taglio, ancora non lavorato: legno come materiale per eccellenza.

Ercolano, la culla, la barca e gli armadi in legno risparmiati dalla lava del Vesuvio - CorrieredelMezzogiorno.it

Tra i primi manufatti particolarmente espositi, rappresentativi delle tecniche di lavorazione del legno, sono circa 250 frammenti di legno appartenenti al controsoffitto in legno del c.d. salone dei marmi della Casa del Rilievo di Telefo.(foto sotto)

Pannello di controsoffitto a cassettoni decorato a rilevo e dipinto, Casa del Rilievo di Telefo, dettaglio. Ph. ©luigispina

Pannello di controsoffitto a cassettoni decorato a rilevo e dipinto, Casa del Rilievo di Telefo, dettaglio. Ph. ©luigispina

Proseguendo nel percorso espositivo sarà come trovarsi sul mare. Gli scavi condotti tra gli anni ’80 e gli anni ’90 del secolo scorso hanno portato alla luce i resti eccezionali di imbarcazioni e di oggetti legati alla marineria e alla pesca, molti dei quali in legno, sughero, cordame e cuoio, straordinariamente conservati. Una di queste imbarcazioni si troverà al centro della sala, come immersa nell’acqua, assieme a un argano verticale e un dritto di prora. Nell’ultima sala, la più ampia del percorso, che accoglie oggetti di mobilio e suppellettili in legno di rara bellezza, per evocare l’origine dei reperti, le teche sono collocate all’interno della ricostruzione stilizzata di un bosco in orario notturno, con proiezione, nel centro del soffitto, delle costellazioni e della Via Lattea. Nella radura che apre allo sguardo il cielo, un confortevole divano permetterà la sosta e la visione delle frasi evocative che si andranno a comporre tra le stelle.

Al termine  delle visita trasferimento in bus privato alla Stazione di Napoli Alta Velocità ,  in tempo utile prendere il treno  delle ore 18.30    arrivo a Roma previsto alle ore 19.40.  Fine dei servizi.

Itinerario di Viaggio

Alle Gallerie d'Italia - Napoli una mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi | Intesa Sanpaolo

Informazioni generali

La quota comprende:

  • Pernottamento presso hotel in trattamento di  camera  e colazione
  • Visite guidate come da programma guida autorizzata Regione Campania
  • Bus privato domenica  (parcheggi e chel point previsti inclusi)
  • Pranzo in pizzeria bevanda inclusa
  • Assicurazione medico bagaglio annullamento e Covid19
  • Iva di legge
  • Ingresso Museo Archeologico Nazionale Napoli  € 7,00
  • Campania Arte Card € 21,00

La quota non comprende:

  • Biglietto treno ROMA-NAPOLI-ROMA a partire da € 66,00 (da riconfermare al momento dell’ emissione )
  • Ingressi: Ercolano -Mostra Materia – Scavi di Oplontis € 20,00 a persona
  • Costo mezzi pubblici metropolitana e circumvesuviana
  • Eventuale tassa di soggiorno
  • Tutto non specificato nella voce “la quota comprende”

N.b Stiamo valutando opportunità di acquistare Campania Arte Card che consente di risparmiare sugli ingressi, maggiori dettagli saranno inviati prima del saldo.

https://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera-la-lettura/20221002/281715503500346

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