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CARNEVALE IN SARDEGNA…EMOZIONE UNICA

In Breve

I Giganti di Mont’e Prama sono i misteriosi ambasciatori dell’isola, testimoni di una terra antica dove mito e natura offrono un’esperienza di vita unica al mondo.

La tradizione del CARNEVALE in Sardegna in episodi differenti; lo spirito “pagano” che ancora vive negli antichi riti carnevaleschi, espressione vivente di millenarie tradizioni di festa agro-pastorale. Balli mascherati, sfilate, scherzi e giochi percorrendo i posti più belli di un’isola che sa anche divertire. Ovviamente come per tutti i Carnevali dei Viaggi di Giorgio, sono previste delle visite all’arte, all’archeologia, alla natura e alla gastronomia.

Un viaggio nel cuore della Sardegna alla scoperta delle ricchezze del suo territorio, delle antiche origini tra l’espressione fiera della gente del posto. Un percorso tra siti archeologici millenari, testimoni di un’antica civiltà laboriosa e sapiente. Alla scoperta di antiche tradizioni che vi mostreranno incantevoli scenari di vita e storia di un popolo arcaico.

Una vacanza in Sardegna è un tuffo nella storia del mediterraneo.

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PARTENZE DA TUTTA ITALIA

Partenza: 01 Marzo - 05 Marzo
Durata: 5 giorni 4 notti
Gruppo minimo: 30 persone
Costo per persona: Euro € 840,00 Supplemento singola € 98,00
Prenotazioni entro: il 15 dicembre ,sino ad esaurimento dei posti disponibili versando acconto di euro 350,00. Saldo entro 35 giorni prima della partenza.

Il Programma di Viaggio

SONO PREVISTI VOLI DA TUTTA ITALIA IN TARIFFA CONFIDENZIALE

1° giorno – Sabato: ROMA- (o altre città) – CAGLIARI

Ritrovo dei partecipanti in aeroporto e imbarco per il volo per Cagliari. Incontro con la guida e trasferimento nel centro di Cagliari per la visita guidata.
VISITA AL QUARTIERE STORICO DI CASTELLO

Castello, il quartiere storico più antico di Cagliari, compie 800 anni | Cagliari - Vistanet

Si inizia ammirando dall’esterno alcuni palazzi e con la Torre di San Pancrazio, il Palazzo Regio, il Palazzo di città,  la Cattedrale Santa Maria di Castello (visita esterna ed interna – no ticket), il Bastione Saint Remy Palazzo Boyl, la torre dell’Aquila, vista panoramica 360°, la Torre dell’Elefante, il Bastione Santa Croce: chiesa di S. Croce e l’antico Ghetto degli ebrei.

Pausa per il pranzo libero.

Nostra Signora di Bonaria | SardegnaTurismo - Sito ufficiale del turismo della Regione Sardegna

A seguire visita al cimitero monumentale di Bonaria a Cagliari. Situato nell’omonimo quartiere, il camposanto rimanda all’epoca della grave epidemia di colera che colpì la città nel 1816. Dei 12.000 abitanti di allora, in quattro mesi ne morirono oltre 500. Poiché le esigenze igienico-sanitarie imponevano che i defunti fossero tenuti lontano da luoghi frequentati, vennero adottate le norme emanate da Napoleone Bonaparte nel suo editto di Saint-Cloud (1804), dove viene specificato che le salme avrebbero dovuto essere sepolte fuori dalle mura cittadine. Il luogo adatto per ospitare il nuovo camposanto fu individuato alle appendici del colle di Bonaria. Ad oggi il cimitero può essere considerato un museo a cielo aperto ed offre opere di notevole importanza. Nel marzo 2011 il Ministero dei beni e delle attività culturali lo ha nominato “cimitero monumentale”.

Trasferimento in hotel a Nuoro  per la cena e pernottamento.

2° giorno – Domenica: UNA GIORNATA IN BARBAGIA

Dopo la prima colazione in hotel, visita guidata al Museo Archeologico di Nuoro. Trasferimento a Mamoiada. Visita guidata al Museo delle Maschere Mediterranee. Al termine trasferimento presso un ristorante o cantina del posto per un “brunch” degustazione. Tempo libero per assistere alla vestizione e sfilate dei Mamuthones.
Mamutones_Mamoiada-01La sfilata dei Mamuthones è uno dei carnevali tra i più caratteristici del Mediterraneo. Inizio della festa ore 15:00 circa: balli in piazza ed offerta dei dolci tipici locali; i Mamuthones, sono personaggi ricoperti da pelli grezze di pecora, con maschere di legno, che indossano pesanti campane che risuonano al loro avanzare. La preparazione della mascherata, crea un fervore operoso, un’atmosfera agitata e fremente che si propaga in tutta la comunità. Quella dei Mamuthones, è una cerimonia solenne, ordinata come una processione, che è allo stesso tempo una danza. I Mamuthones si muovono su due file parallele, fiancheggiati dagli Issohadores, molto lentamente,curvi sotto il peso dei campanacci e ad intervalli uguali dando tutti un colpo di spalla per scuotere e far suonare tutta la sonagliera.

Mamuthones e Issohadores:

A chiudere le sfilate sarà la singolare processione della maschera di “Juvanne Martis Sero”, Re del Carnevale.

Juvanne Martis Sero ⋆ Barbaricina

A fine serata vengono offerti fave con lardo e vino per tutti i partecipanti in piazza.

Al termine rientro  in hotel per la cena e pernottamento.

3° giorno Lunedi: NUORO- SANTULUSSURGIU- ORISTANO

Prima colazione in hotel e trasferimento per visite ESCLUSIVE DEI VIAGGI DI GIORGIO VOLUTAMENTE NON MENZIONATE.

Più tardi trasferimento ad Orgosolo per la visita ai famosi murales e a seguire pranzo con i pastori(quelli veri non quelli finti di agenzie varie…)

Un viaggio, una storia: la rivolta di Orgosolo. - Giulia Guidobaldi

Al termine di questa prima parte della mattinata,con un lauto e divertente pranzo(previste sorprese dei Viaggi di Giorgio)trasferimento  a Santulussurgiu .

Anche a Santulussurgiu si svolge un  CARNEVALE,la  corsa di cavalli “SU LUNISI DE SA PUDDA “: nella giornata del lunedì di carnevale i cavalieri si presentano lungo la strada principale di Santulussurgiu, una strada sterrata in terra battuta, situata nel centro storico del paese. Le case fanno da contorno alla discesa iniziale, il tratto pianeggiante, ed infine, la breve salita che termina nell’uscita del paese verso Bonarcado. Curve e strettoie segnano il percorso, dando alla corsa quella spettacolarità unica ed emozionante.

Sa Carrela 'e nanti, il carnevale a Santu Lussurgiu

Le numerose pariglie, composte da due cavalieri per volta, si presentano nel punto in cui avrà inizio la manifestazione munite di bastone di legno. Anticamente i cavalieri portavano con sé appesa alla sella, una o più galline “vive”. Gli amici che non partecipavano alla corsa, appendevano a testa in giù, a circa metà percorso, la sfortunata gallina. L’abilità consisteva nel decapitare con un colpo secco di bastone la povera gallinella. Negli anni, l’antica tradizione, ha lasciato posto al buon gusto e rispetto per gli animali, salvando il pennuto domestico, sostituendolo con una finta gallina di pezza. Al cenno della voce incitante dello speaker Ambrogio Casula – che da oltre vent’anni anima la manifestazione, autorizzando ogni volta l’inizio della corsa dopo che la pista è stata sgombrata dalle persone – i cavalieri partono abbracciati in una incredibile corsa sfrenata, e giunti a metà percorso cercano di buttare giù con il bastone la gallina appesa al filo posto trasversalmente lungo la strada.Se ne avrete voglia e il tempo lo consentirà,potrete assistere al finale della manifestazione prima di recarvi in hotel.

Trasferimento in hotel per la cena e pernottamento, in zona di Oristano.

4° giorno – Martedi:  – ORISTANO – Sartiglia

Il gioco della vita, la metafora della Sartiglia.
Prima colazione in hotel. Visita della città di Oristano. Pranzo libero da consumare nell’aerea box dove troverete numerosi luoghi per pranzare . Ore 13:00 circa, trasferimento in via Duomo per assistere alla Sartiglia, tradizionale gara equestre, dove i cavalieri, durante il galoppo, devono cercare di infilare lo spiedino nel foro di una stella appesa lungo la strada. Posti in tribuna.

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“Il cavaliere saluta il Componidore e parte al trotto all’estremo limite della lizza; scompare tra la folla che l’applaude. Poco dopo uno squillo e il rullio dei tamburi annunziano la sua partenza. Si ode lontano la folla urlante e la sonagliera, ecco appare, s’avvicina, il cavallo è lanciato a tutta carriera, con le froge dilatate: gli zoccoli sprizzano scintille sul nero selciato; il cavaliere trascina lo stame variopinto di centinaia di stelle filanti che gli hanno lanciato al volo dai marciapiedi assiepati di gente e dai balconi stipati; è superbo e bellissimo. S’avvicina all’anello; col braccio destro teso stringe la spada diritta e luccicante; mira, si sposta appena, s’approssima: un urlo prorompe da migliaia di petti,la stella d’argento,infilata, rotea intorno alla lama lampeggiante, imbroccata in pieno.

La Sartiglia di Oristano - Cosa devi sapere | bluAlghero-Sardinia

“La corsa sarà preceduta dalla sfilata dei costumi della Corte di Eleonora e di costumi tradizionali dei più importanti centri dell’ isola.

L'evento di Sa Sartiglia ad Oristano - Sardinia 4 Emotions

Cena e pernottamento in hotel .

 

 

La Sartiglia di Oristano. Un Carnevale d'antichissima tradizione

 

5° giorno – Mercoledì: Tharros – Cabras – Roma

Prima colazione in hotel  e trasferimento per la visita dell’ antica Tharros che sorgeva presso il capo San Marco e fu fondata dai Fenici.Al tempo della conquista romana era una delle città più ricche e floride del Mediterraneo occidentale.

Area archeologica di Tharros - Fidelity Viaggi

I suoi abitanti, con la fine del mondo antico e la decadenza dei traffici mediterranei, si spostarono gradualmente, a partire dal VI secolo, a Maristanis (mare e stagni), più nell’ entroterra. Nel 1070 la nuova città divenne capitale del Giudicato d’Arborea, il più potente tra i quattro giudicati sardi, retto da Eleonora de Arborea, a cui il centro è dedicato.

Sardegna Cultura - Luoghi della cultura - Aree archeologiche

La fama della donna si fonda sull’essere stata l’ultima regnante di origine sarda e per la promulgazione della Carta de Logu considerata uno dei primi esempi di costituzione al mondo e una grande opera di diritto, cherimase in vigore fino al 1827.

Il tour si concluderà con una visita STRAORDINARIA,di cui in Italia si parla pochissimo.

La necropoli di Mont’e Prama si trova alla base del colle omonimo, a una distanza di circa 2 Km dallo stagno di Cabras, lungo la strada che da San Salvatore conduce a Riola Sardo. La scoperta del sito avvenne casualmente nel marzo del 1974 ad opera di contadini che eseguivano lavori agricoli.

Con il secondo intervento, condotto tra il 1977 e il 1979 (scavo C. Tronchetti), vennero individuate altre trenta tombe allineate su un unico filare da sud a nord, più altre tre poste ad est delle precedenti; immediatamente a ridosso delle tombe fu riconosciuto un tratto di strada cerimoniale con lo stesso orientamento. Le sepolture, scavate nel terreno, sono del tipo a pozzetto subcilindrico, con un diametro da 60 a 70 cm e una profondità dai 70 agli 80; queste erano coperte da lastroni quadrangolari di arenaria gessosa di cm 100 x 100 x 14 di spessore. Gli individui sepolti, in posizione seduta o inginocchiata, appartengono ad entrambi i sessi e sono tutti in età adulta. Le tombe scavate con il secondo intervento erano del tutto prive di corredo, ad eccezione di una che ha restituito uno scaraboide egittizzante di incerta attribuzione.

Le 28 statue finora identificate, tutte frammentarie, rappresentano 16 pugilatori, 5 arcieri e 5 guerrieri. I pugilatori indossano un gonnellino e sono a torso nudo; proteggono la testa con uno scudo tenuto dalla mano sinistra posta alla sommità del capo, mentre la mano destra, protetta da un guanto, regge l’altro lato dello scudo. Gli arcieri, che indossano una corta tunica e una protezione sul petto, hanno un elmo a due corna sulla testa da cui spuntano lunghe trecce; il braccio sinistro, protetto da una guaina e da un guanto, tiene un arco. Il braccio destro ha avambraccio e mano protesi in avanti. Le gambe sono protette da schinieri. La presenza di frammenti non riconducibili alle iconografie descritte ha suggerito la possibilità che vi siano altre figure di guerriero tra cui quella connotata dalla presenza dello scudo. Quasi certamente il modello di riferimento furono i bronzetti figurati, dei quali le statue in pietra riprendono abbastanza fedelmente i personaggi e gli stilemi. Fra i 16 modelli di nuraghe individuati, 3 esemplari sono riferibili a monumenti complessi quadrilobati, 5 a polilobati, mentre 8 rappresentano torri singole. I betili, scolpiti nell’arenaria, sono del tipo cosiddetto “Oragiana”, cioè di forma troncoconica con incavi quadrangolari poco sotto il colmo. Allo stato attuale degli studi sulla civiltà nuragica, si ritiene che la necropoli di Mont’e Prama possa aver costituito lo spazio funerario riservato ad un gruppo familiare dominante nella società nuragica della Prima età del Ferro.

Nel Museo di Cabras, in particolare, è esposta una selezione di statue maschili, sei in totale (tre pugilatori, due arcieri e un guerriero), oltre che quattro modellini di nuraghe.
Grazie alle più moderne tecnologie, i visitatori del Museo possono percorrere un viaggio virtuale che consente di esplorare tutto il complesso scultoreo di Mont’e Prama. Ciò è stato reso possibile dal lavoro del “Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna” (CRS4), centro di ricerca istituito dalla Ragione Sardegna. L’équipe di Visual Computing del CRS4 ha infatti eseguito una scansione ad altissima risoluzione di tutte le statue e realizzato un prodotto multimediale innovativo, navigabile grazie ad un totem touch screen istallato nella sala espositiva principale, che consente al pubblico la visualizzazione completa e particolareggiata a grandezza naturale di tutte le statue e dei modelli di nuraghe recuperati a Mont’e Prama e attualmente esposti nelle due sedi museali.

Visita del Museo Archeologico di Cabras con gli ultimi ritrovamenti dell’agosto del 2014.

Visitare l'area archeologica di Mont'e Prama e il Museo di Cabras | Mare Calmo

Pranzo in agriturismo(VERO  che produce il 92 % dei prodotti che ci offre) e saluti.
Al termine trasferimento in aereoporto e imbarco volo di rientro a Roma o altre città. Fine dei servizi.

Itinerario di Viaggio


Visualizzazione ingrandita della mappa

Informazioni generali

Una terra di sapori e profumi inconfondibili, dove la preparazione dei cibi è un’arte ancora vissuta con passione e dove il vino Cannonau esprime il ritmo lento delle stagioni. Ricercando il fascino antico delle maschere dionisiache, Mamuthones e Issohadores sono ormai custodi di un mistero che si perde nel tempo. La Sartiglia è l’avvenimento che restituisce agli oristanesi l’orgoglio di un popolo forte, di un popolo libero, di una propria antichissima civiltà. Di sicuro è uno dei riti più imperscrutabili della Sardegna, un’alchimia di significati multipli, una metafora della vita.
Ogni anno nel mese di febbraio Oristano diventa capitale della Sardegna. C’è la Sartiglia, non un carnevale qualsiasi, un evento millenario per certi versi tutt’ora indecifrabile. E’ più facile tentare di definire la Sartiglia per via negativa, dicendo quello che sicuramente non è. Non una semplice celebrazione dei riti carnascialeschi, e nemmeno la riproduzione di una giostra medioevale, né una mera esibizione di audaci cavalieri, un cerimoniale di origine cristiana o una spensierata corsa alla stella. Di sicuro è uno dei riti più imperscutabili della Sardegna, un’alchimia di significati multipli che vanno dalla magia alla prosperità, alla miseria, alla speranza. Una metafora della vita, insomma, dischiusa nel senso della casualità del gioco, della buona e cattiva sorte, del gioco dell’uomo con se stesso. In essa convivono residui di antichi riti pagani, legati alla tradizione contadina oristanese, e momenti ludici della società tardo-cavalleresca che testimoniano la discendenza iberica della manifestazione.
Colpisce l’intensità emotiva con cui la comunità sarda partecipa all’evento, intimamente diversa dall’euforia di chi vi assiste da “profano” turista. Il legame con la tradizione è senz’altro evidente, ma la molteplicità dei richiami storici e simbolici scoraggia da qualsiasi pretesa di definizione. Assistere alla Sartiglia vuol dire abbandonare il senso comune e lasciarsi trasportare dalle intuizioni che essa evoca. Questo è il grande potere liberatorio della vitalità, potere che la Sartiglia, esorcizzando la morte con il fatalismo, fa suo.
Il termine “sartiglia” – derivato dal castigliano “sortija”, che a sua volta ha origine dal latino “sorticola”, anello, diminutivo di sors, fortuna – assomiglia a una parola magica. Viene spontaneamente da chiedersi cosa c’entri tutto questo con il Carnevale e se per caso quest’ultimo non voglia esserne una banalizzazione spettacolare. Il dubbio rimane. Si tratta in ogni caso di un grande spettacolo, che emoziona, come pochi forse in Italia.
Il Carnevale in Sardegna è l’unica festa calendariale non collegata alla liturgia cattolica, una festa dalle evidenti funzioni sociali, che utilizza i moduli della finzione teatrale (maschere, travestimenti, satira, pantomima grottesca) per ribaltare forme, ruoli e gerarchie della normalità quotidiana. Il Carnevale in Sardegna non è una festa come tutte le altre. È infatti un evento sentito profondamente da tutta la comunità sarda, con feste caratterizzate da maschere, travestimenti grotteschi, balli e canti. I paesi dell’isola si trasformano e il bianco e il nero diventano i colori della festa, quasi a ricordare le antiche origini di riti misteriosi.
La farsa burlesca, il teatro satirico e i giochi del paradosso sono protagonisti di un evento da vivere in prima persona, perchè chi partecipa al carnevale sardo viene coinvolto nelle celebrazioni. Tutti si trovano così a partecipare ad uno spettacolo che confonde continuamente attore e spettatore.
Fave e lardo, frittelle e vino sono gli immancabili compagni di un viaggio incredibile.
Il carnevale in Sardegna ha mille volti affascinanti. Quello antico dei suggestivi carnevali barbaricini che, con le loro ancestrali maschere antropomorfe e zoomorfe, le vesti di pelli di capra, orbace e campanacci, rievocano riti misteriosi, danze propiziatorie e un rapporto stretto tra uomo e animale. Quello vibrante dei carnevali a cavallo, come quello di Oristano (“Sa Sartiglia”), durante il quale i cavalieri devono infilare in corsa una stella di metallo, auspicio di buon raccolto, e quello di Santulussurgiu (“Sa Carrela ‘e nanti”) nei quali i cavalieri mostrano il loro valore, coraggio e abilità, sfidandosi in corse temerarie per il centro cittadino. Oppure quello irriverente di Tempio con il fantoccio di Re Giorgio processato e bruciato in piazza, senza dimenticare la simbologia dei travestimenti di Bosa Tradizioni e credenze popolari fanno dei carnevali della Sardegna un occasione di grande divertimento alla scoperta di storia e cultura di popoli misteriosi. I Mamuthones di Mamoiada, annunciati dal frastuono dei campanacci, recitano antichi racconti ed arcaici rituali della cultura protosarda; a Orotelli i Sos Thurpos indossano un lungo gabbano ed un cappuccio calato sul viso annerito con fuliggine. Escono in coppie legate da una fune, comandati da un terzo, “su voinarzu”. Il rituale vero e proprio, eseguito con passi misurati e a balzi sornioni, consiste nella cattura (“sa tenta”) del prigioniero che verrà poi costretto ad invitar da bere a tutti. La cattura ricorda i moduli degli antichi rituali dionisiaci di propiziazione, ovvero la lotta del contadino-bue contro gli elementi della natura. La parola “thurpo” significa “orbo”. A Ottana i Boes e Merdules rappresentano un bue ed il suo padrone. Riassumono quello che era anticamente la vita nel piccolo centro, quando avere un giogo di buoi era quasi tutto, se non tutto, quello che si possedeva e significava comunque essere benestanti. Sempre presente nelle sfilate è la maschera della “ILONZANA”. Raffigura una lugubre vecchietta, gobba anche lei, che va in giro per le vie del paese tutta vestita di nero. E’ sempre intenta a filare la lana e minaccia di tagliare il filo che pende dalla conocchia, se non le si offre da bere. A Oristano i cavalieri della Sartiglia offrono uno spettacolo equestre secondo tradizioni che risalgono all’età giudicale. Una tradizione non comune, la Sartiglia, straordinariamente diversa da tante altre tradizioni ugualmente affascinanti: nobile, fastosa, ricca, quasi aristocratica nella purezza del colore. Una tradizione radicata ad una profonda cultura che evoca episodi lontani: dalla sacralità della vestizione al significato apotropaico della maschera, dalla partecipazione corale della gente alla superba compostezza dei cavalieri. E l’insieme di tutto questo, che evoca momenti diversi, tra l’altro non affatto carnevaleschi, costituisce la più toccante poesia delle immagini, inserita nel più straordinario e spontaneo teatro di popolo. E la Sartiglia è poesia affidata alla luce della sua immagine cosi vaporosa e irreale, improvvisa e attesa e nel contempo inaspettata. Ecco, quindi, in questo, la forza del richiamo evocativo, l’universalità della Sartiglia.

Comprende:

  • Volo di linea Roma-Cagliari-Roma in classe economica,  bagaglio in stiva 20 kg + piccolo bagaglio a mano peso e misure previste dalla compagnia aerea.
  • Bus per la durata del tour
  • Sistemazione camere doppie in hotel 3*** in mezza pensione dalla cena del 1° giorno alla colazione del 5° giorno.
  • Brunch degustazione il 2° giorno in ristorante o cantina
  • Pranzo del 3° giorno a Orgosolo con i pastori
  • Pranzo del 5° giorno in agriturismo
  • Assicurazione medica e  bagaglio  e pandemia
  • Assicurazione ANNULLAMENTO AL VIAGGIO
  • Biglietti ingresso per assistere alla Sartiglia tribuna B
  • Visite come da programma con guida specializzata per tutto il tour

Non Comprende:

  • Extra di carattere personale
  • Tasse aereoportuali pari a 85,00 euro
  • Bevande
  • Mance
  • Tutto quanto non previsto nella quota comprende
  • Eventuali tasse di soggiorno

 

 

 

 

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